Razionale e irrazionale nell’uomo.
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Razionale e irrazionale nell’uomo.
Alcuni utenti del forum manifestano nei propri ragionamenti di aderire a un “paradigma” pseudo-scientista che io considero preistoria, ossia fanno un ragionamento simile a questo, o ne condividono “assiomi” o parti:
Non credere all’esistenza di dio è razionale, “giusto”, “evidente”, “normale”: deve essere universale.
Il motivo sta nel fatto che il credente non può dimostrare l’esistenza di dio nello stesso modo in cui potrebbe dimostrare di avere una palla nella sua tasca.
Il credente è quindi irrazionale mentre il credente è razionale.
Siccome la credenza religiosa è irrazionale, (poiché l’irrazionale è considerato “sbagliato” alcuni del forum sembra ritengano che si debba e si possa “sopprimere” fino a uno zero ideale), allora per il non credente del forum che abbia un atteggiamento generalmente intollerante verso la diversità diviene lecito vietare ai credenti il diritto a credere e a insegnare ai propri figli un credo, una “fede”.
Il non credente in questione si considera libero da ogni irrazionalità o dimensione di “fede” e partendo da questo presupposto crea una discriminazione: il credente appartiene a un insieme umano eterogeneo, più o meno come per il razzista il nero, o il sessista la donna.
E’ “qualitativamente diverso”.
Per questo, per alcuni, non deve godere dei medesimi diritti del non credente.
Il non credente può aderire a “fedi” politiche, etiche, estetiche… che non presuppongano un trascendente, ma si spinge fino a ritenere opportuno vietare a chi presuppone un trascendente di costruire liberamente la sua dimensione di “fede” e di insegnarla, manifestarla.
Per me questo ragionamento è sbagliato su molti piani, in alcuni “assiomi”, e in parte del suo argomentare, e la sua conclusione mi preoccupa per la mia sensibilità politica.
In questo 3D mi limiterò a portare contenuti attorno al tema razionale/irrazionale nell’uomo mostrando le crepe del paradigma sopra riportato.
Non credere all’esistenza di dio è razionale, “giusto”, “evidente”, “normale”: deve essere universale.
Il motivo sta nel fatto che il credente non può dimostrare l’esistenza di dio nello stesso modo in cui potrebbe dimostrare di avere una palla nella sua tasca.
Il credente è quindi irrazionale mentre il credente è razionale.
Siccome la credenza religiosa è irrazionale, (poiché l’irrazionale è considerato “sbagliato” alcuni del forum sembra ritengano che si debba e si possa “sopprimere” fino a uno zero ideale), allora per il non credente del forum che abbia un atteggiamento generalmente intollerante verso la diversità diviene lecito vietare ai credenti il diritto a credere e a insegnare ai propri figli un credo, una “fede”.
Il non credente in questione si considera libero da ogni irrazionalità o dimensione di “fede” e partendo da questo presupposto crea una discriminazione: il credente appartiene a un insieme umano eterogeneo, più o meno come per il razzista il nero, o il sessista la donna.
E’ “qualitativamente diverso”.
Per questo, per alcuni, non deve godere dei medesimi diritti del non credente.
Il non credente può aderire a “fedi” politiche, etiche, estetiche… che non presuppongano un trascendente, ma si spinge fino a ritenere opportuno vietare a chi presuppone un trascendente di costruire liberamente la sua dimensione di “fede” e di insegnarla, manifestarla.
Per me questo ragionamento è sbagliato su molti piani, in alcuni “assiomi”, e in parte del suo argomentare, e la sua conclusione mi preoccupa per la mia sensibilità politica.
In questo 3D mi limiterò a portare contenuti attorno al tema razionale/irrazionale nell’uomo mostrando le crepe del paradigma sopra riportato.
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Masada- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Il primo contributo viene dalla scienza umana chiamata psicologia, che ha la sua culla nelle intuizioni di Freud:
Sigmund Freud segna la rivoluzione del 900 e completa la declamazione dell’uomo facendo emergere in esso una natura limitata. La vera natura dell’uomo è l’irrazionalità, l’inconscio.
http://www.storiafilosofia.it/freud/
L'uomo è irrazionale per natura
«La lotta degli scienziati alle credenze e alle superstizioni è inutile. La mente umana è profondamente legata all'irrazionale» Lo sostiene lo psicologo Bruce Hood, professore alla Bristol University
È un'antichissima querelle quella che oppone i sostenitori dell'uomo razionale agli assertori dell'irrazionalità umana, ma il tema non è mai esaurito: le argomentazioni e le apologie sembrano non essere in nessun caso sufficienti. L'unica novità sembra essere che oggi, per decidere da che parte stare, non si va a leggere Cartesio né si consulta Pascal, piuttosto si guarda con fiducia solo ai risultati della scienza. E proprio dalla scienza arriva uno studio dello psicologo Bruce Hood, della Bristol University, che dimostra la "naturalità dell'innaturale", anzi l'esigenza dell'irrazionale, che agisce in ognuno fin dall'infanzia.
Le credenze magiche e religiose non sono una scomoda reminiscenza del passato dell'umanità. Inutile credere di liberarsene associandole alle tribù primitive, all'infanzia del pensiero, all'ignoranza o peggio alla follia. Sono invece - spiega il professor Hood - parte integrante della nostra mente. «Credo sia ottuso pensare che sia possibile indurre la gente ad abbandonare i propri sistemi di credenze, e non c'è evidenza scientifica che tenga.»
Le posizioni più intransigenti dei sostenitori dell'evoluzionismo, se si vuol mantenere una ragionevole neutralità e libertà di pensiero, sono alla fine controproducenti. Non è vero infatti che esistono persone razionali e altre irrazionali, le prime progressiste e le altre conservatrici e portate all'interpretazione religiosa del mondo.
Ognuno di noi, invece, ha in sé un corredo di irrazionalità - di cui la religione non è che la cornice ideale - in cui sentimenti e istinti giocano un ruolo di primo piano. È sufficiente pensare a tutte le decisioni che ogni individuo si trova a dover compiere nel corso dell'esistenza. Chi è pronto a sostenere di aver sempre preso la strada più razionale, scagli la prima pietra: spesso è l'amore, o l'istinto, a decidere nei momenti topici. Fra l'altro, non di rado si tratta di meccanismi "vitali". L'approssimazione, ad esempio, ci protegge dai pericoli che impongono risposte immediate, in cui una serie di calcoli corretti sarebbe assolutamente controproducente.
Bruce Hood ha prodotto degli esempi rivelatori: a un gruppo di persone è stato chiesto di indossare un normale cardigan in cambio di dieci sterline. Naturalmente le mani alzate sono state la maggioranza. Poco dopo è stato rivelato che il maglione era stato indossato da un famoso killer. Risultato: le mani alzate si sono ritratte. Ma ogni giorno è fin troppo comune riscontrare comportamenti di questo genere, dal pedone che, fermo al semaforo, decide di attraversare col rosso quando vede che qualcun altro lo fa - "effetto gregge" - fino agli studiatissimi e innumerevoli errori cognitivi, che accomunano il comportamento e le scelte della maggior parte degli individui. Impossibile tirare le somme? L'idea di un progresso del pensiero coronato dalla conoscenza perfetta e totale dello scibile è nata in compagnia del pensiero stesso. Ma la scienza è ricerca, per sua natura rivoluzionaria, e proprio dalla scienza arriva puntualmente l'impulso alla decostruzione. La tela di Penelope è ancora, di diritto, un ottimo spunto di riflessione.
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=102170
Sigmund Freud segna la rivoluzione del 900 e completa la declamazione dell’uomo facendo emergere in esso una natura limitata. La vera natura dell’uomo è l’irrazionalità, l’inconscio.
http://www.storiafilosofia.it/freud/
L'uomo è irrazionale per natura
«La lotta degli scienziati alle credenze e alle superstizioni è inutile. La mente umana è profondamente legata all'irrazionale» Lo sostiene lo psicologo Bruce Hood, professore alla Bristol University
È un'antichissima querelle quella che oppone i sostenitori dell'uomo razionale agli assertori dell'irrazionalità umana, ma il tema non è mai esaurito: le argomentazioni e le apologie sembrano non essere in nessun caso sufficienti. L'unica novità sembra essere che oggi, per decidere da che parte stare, non si va a leggere Cartesio né si consulta Pascal, piuttosto si guarda con fiducia solo ai risultati della scienza. E proprio dalla scienza arriva uno studio dello psicologo Bruce Hood, della Bristol University, che dimostra la "naturalità dell'innaturale", anzi l'esigenza dell'irrazionale, che agisce in ognuno fin dall'infanzia.
Le credenze magiche e religiose non sono una scomoda reminiscenza del passato dell'umanità. Inutile credere di liberarsene associandole alle tribù primitive, all'infanzia del pensiero, all'ignoranza o peggio alla follia. Sono invece - spiega il professor Hood - parte integrante della nostra mente. «Credo sia ottuso pensare che sia possibile indurre la gente ad abbandonare i propri sistemi di credenze, e non c'è evidenza scientifica che tenga.»
Le posizioni più intransigenti dei sostenitori dell'evoluzionismo, se si vuol mantenere una ragionevole neutralità e libertà di pensiero, sono alla fine controproducenti. Non è vero infatti che esistono persone razionali e altre irrazionali, le prime progressiste e le altre conservatrici e portate all'interpretazione religiosa del mondo.
Ognuno di noi, invece, ha in sé un corredo di irrazionalità - di cui la religione non è che la cornice ideale - in cui sentimenti e istinti giocano un ruolo di primo piano. È sufficiente pensare a tutte le decisioni che ogni individuo si trova a dover compiere nel corso dell'esistenza. Chi è pronto a sostenere di aver sempre preso la strada più razionale, scagli la prima pietra: spesso è l'amore, o l'istinto, a decidere nei momenti topici. Fra l'altro, non di rado si tratta di meccanismi "vitali". L'approssimazione, ad esempio, ci protegge dai pericoli che impongono risposte immediate, in cui una serie di calcoli corretti sarebbe assolutamente controproducente.
Bruce Hood ha prodotto degli esempi rivelatori: a un gruppo di persone è stato chiesto di indossare un normale cardigan in cambio di dieci sterline. Naturalmente le mani alzate sono state la maggioranza. Poco dopo è stato rivelato che il maglione era stato indossato da un famoso killer. Risultato: le mani alzate si sono ritratte. Ma ogni giorno è fin troppo comune riscontrare comportamenti di questo genere, dal pedone che, fermo al semaforo, decide di attraversare col rosso quando vede che qualcun altro lo fa - "effetto gregge" - fino agli studiatissimi e innumerevoli errori cognitivi, che accomunano il comportamento e le scelte della maggior parte degli individui. Impossibile tirare le somme? L'idea di un progresso del pensiero coronato dalla conoscenza perfetta e totale dello scibile è nata in compagnia del pensiero stesso. Ma la scienza è ricerca, per sua natura rivoluzionaria, e proprio dalla scienza arriva puntualmente l'impulso alla decostruzione. La tela di Penelope è ancora, di diritto, un ottimo spunto di riflessione.
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=102170
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Masada- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Interessante articolo, però ho un dubbio.
Le irrazionalità di cui parla mi sembrano in un certo senso più intrinseche e istintive della religione, meno evitabili, sempre se il goal è quello di poter fare un ragionamento perfetto per ogni aspetto della vita, cosa penso impossibile, soprattutto pensando all'esempio del semaforo.
Ma la religione è un fenomeno molto più ampio, con mille sfumature accumulate con la storia e frutto di un condizionamento ambientale non da poco.
Pensando all'esempio del semaforo e dell'effetto gregge, anche senza condizionamento ambientale il fenomeno rimane tale e quale(è solo da quest'anno che ho a che fare con semafori e mi capita spesso questo comportamento).
Ma se una persona nascesse senza condizionamento ambientale, potrebbe sviluppare un livello di religiosità ai livelli attuali?
Io ho seri dubbi al riguardo, è un fenomeno che non può essere rilegato completamente agli istinti, la componente storico-culturale mi sembra che faccia da padrone e, se è vero che l'irrazionalità è nella nostra natura, è l'unica parte che può essere combattuta.
D'altra parte il condizionamento culturale non può essere completamente rimosso, siamo mentalmente figli di ciò che ci sta intorno, ma la mia idea sarebbe questa.
Il condizionamento religioso è frutto di un passato molto più sofferto e molto più ignorante dei fenomeni che ci circondano, nasce all'alba dell'uomo.
Il condizionamento moderno e scientifico è frutto di un recente passato che ha cambiato il nostro modo di vivere grazie alla ben provata efficacia del metodo scientifico.(Attenzione, cito questo perché è lo stesso comportamento che segue il tizio più religioso che si conosca quando non ha a che fare con la religione).
Ora, non sarebbe ora di cambiare il tipo di condizionamento?
Perché è questo il punto focale, io non sono uno di quelli che vorrebbe l'annientamento della religione in se, io vorrei che l'essere umano facesse un salto e si liberasse del passato superstizioso, vincesse i suoi istinti mistici e provasse ad essere più razionale possibile, invece che farsi coccolare dagli istinti, che non sempre sono salutari per se e per gli altri.
D'altronde anche la religione ci insegna a vincere le nostre bestialità e i nostri istinti in favore di paradigmi più ragionati e meno istintivi.
Le irrazionalità di cui parla mi sembrano in un certo senso più intrinseche e istintive della religione, meno evitabili, sempre se il goal è quello di poter fare un ragionamento perfetto per ogni aspetto della vita, cosa penso impossibile, soprattutto pensando all'esempio del semaforo.
Ma la religione è un fenomeno molto più ampio, con mille sfumature accumulate con la storia e frutto di un condizionamento ambientale non da poco.
Pensando all'esempio del semaforo e dell'effetto gregge, anche senza condizionamento ambientale il fenomeno rimane tale e quale(è solo da quest'anno che ho a che fare con semafori e mi capita spesso questo comportamento).
Ma se una persona nascesse senza condizionamento ambientale, potrebbe sviluppare un livello di religiosità ai livelli attuali?
Io ho seri dubbi al riguardo, è un fenomeno che non può essere rilegato completamente agli istinti, la componente storico-culturale mi sembra che faccia da padrone e, se è vero che l'irrazionalità è nella nostra natura, è l'unica parte che può essere combattuta.
D'altra parte il condizionamento culturale non può essere completamente rimosso, siamo mentalmente figli di ciò che ci sta intorno, ma la mia idea sarebbe questa.
Il condizionamento religioso è frutto di un passato molto più sofferto e molto più ignorante dei fenomeni che ci circondano, nasce all'alba dell'uomo.
Il condizionamento moderno e scientifico è frutto di un recente passato che ha cambiato il nostro modo di vivere grazie alla ben provata efficacia del metodo scientifico.(Attenzione, cito questo perché è lo stesso comportamento che segue il tizio più religioso che si conosca quando non ha a che fare con la religione).
Ora, non sarebbe ora di cambiare il tipo di condizionamento?
Perché è questo il punto focale, io non sono uno di quelli che vorrebbe l'annientamento della religione in se, io vorrei che l'essere umano facesse un salto e si liberasse del passato superstizioso, vincesse i suoi istinti mistici e provasse ad essere più razionale possibile, invece che farsi coccolare dagli istinti, che non sempre sono salutari per se e per gli altri.
D'altronde anche la religione ci insegna a vincere le nostre bestialità e i nostri istinti in favore di paradigmi più ragionati e meno istintivi.
Tomhet- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Il credo religioso è del tutto equivalente ad una forma di superstizione. L'unica differenza, come ha fatto notare Rasp, è che la religione si è istituzionalizzata. Non c'è alcuna differenza tra buttare il sale alle spalle o toccarsi le balle e fare il segno della croce. I meccanismi che sono alla base di queste manifestazioni sono i medesimi. La religione rientra a pieno diritto nelle posizioni irrazionali che gli uomini tengono, o meglio alcuni anche se tanti, tengono. E questo non ha nulla a che fare sul fatto di dimostrare l'esistenza di un dio! La religiosuperstizione si fonda più sulla parte emozionale che non irrazionale. Poi se le valutazioni e i ragionamenti vengono approfonditi emerge l'irrazionalità. Ma questa è successiva alla emotività che è l'elemento trainate di tutte le religiosuperstizioni !
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
Paolo- --------------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Presente.Masada78 ha scritto:(poiché l’irrazionale è considerato “sbagliato” alcuni del forum sembra ritengano che si debba e si possa “sopprimere” fino a uno zero ideale)
Steerpike- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Il principio di irrazionalità andrebbe soppresso fino a zero ideale in alcuni campi che sono le discipline tecniche. Questo è ciò che di buono c'è nella nostra società, e cioè che la medicina, l'ingegneria, l'industria si sono emancipate dagli stregoni.
Il problema sorge quando il principio di razionalità diventa totalizzante, ed ogni aspetto della vita deve essere razionalizzato, preordinato, categorizzato (e qui nascono mostri come il salutismo), in nome del benessere.
Il problema sorge quando il principio di razionalità diventa totalizzante, ed ogni aspetto della vita deve essere razionalizzato, preordinato, categorizzato (e qui nascono mostri come il salutismo), in nome del benessere.
kalab99- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Qui mi trovo d'accordo.e qui nascono mostri come il salutismo
Tomhet- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Tomhet ha scritto:Qui mi trovo d'accordo.e qui nascono mostri come il salutismo
Anch'io. Colgo l'occasione per inserire (Anche se un po' OT) la mia traduzione di un articolo apparso su un quotidiano spagnolo nel 2006:
Allo scopo di marronare la popolazione e dissuaderla dal fumo, i nuovi puritano-salutisti mostrano due foto:
una di un polmone, immmacolato e vivace come un neonato, l’altra di un polmone incatramato, rivoltante, imputridito.
Il messaggio è chiaro: dobbiamo vivere nel segno della salute e restituire i nostri corpi con tutto l’organigramma in condizioni virginee anche dopo avere esalato l’ultimo respiro.
Come se dopo la morte dovessimo restituire il vuoto a rendere.
Per la stragrande maggioranza di questi arcivescovi della nuova era, Dio è il nostro pastore!
In realtà, essi nemmeno credono in Dio, bensí in idoli di paccottiglia:
la salute, il bene comune, e cazzate del genere. Dicono che fumare è di destra, e gli ignorantoni non si sono nemmeno resi conto che il più grande dittatore del secolo, Stalin, non solo era di sinistra, ma che esalava nubi di fumo dalla sua pipa che pareva la Montedison.
Coloro i quali non fumavano una cicca neppure dopo una trombatina erano Hitler e Franco, due puritani della vecchia scuola, due cozze che in tutta la loro fottuta vita non erano riusciti a divertirsi in altro modo che rovinando la vita al prossimo. Rimane sottinteso che non si trattava di gente particolarmente incline al sesso; il primo era oltretutto strettamente vegetariano, ed il secondo è come se lo fosse. C’è una gaia foto di Hitler che accarezza un cerbiatto dall’aspetto simile al precursore di Bambi. Rivoltante, ce n’è da rinunciare alle verdure per tutta la vita.
Ma la crociata contro il tabacco non è che il primo passo verso un’autentica Yihad da parte di sconsiderati che cercano di sradicare qualsiasi tipo di piacere dalla faccia della Terra. Se il tabacco fosse così dannoso, lo si proibirebbe una volta per tutte; invece, tutte le cose sospette di procurare piacere e divertimento alla gente sono riportate nella lista nera dell’inquisizione medica:
alcol, carni rosse e sesso attendono il loro turno.
Il fatto è che c’è troppa grana in gioco, sminuzzata in tasse, come per gettarla al vento.
Meglio sconsigliare il vizio, come finiranno per sconsigliare il martini dry, la fiorentina alla griglia, la fellazione e le mutandine infrachiappa.
Il tabacco può uccidere chi fuma e molestare gli altri, ma molestano ed assassinano di più le auto, i gas di scarico, l’inquinamento, il rumore dei cantieri, la musica da discoteca, il bricolage casalingo, la merda televisiva, la propaganda elettorale, l’odore di piedi, il calcio e la pubblicità, e noi sopportiamo. Di questo si tratta nella vita comunitaria. Quello che veramente risulta intollerabile nella nuova legislazione è l’intromissione dello Stato nella proprietà più intima dei cittadini: la loro propria vita e salute.
Nel terzo millennio, con le sacrosante scuse della salute, dell’ecologia e del diritto alla vita, stiamo sviluppando ghetti e campi di concentrazione per fumatori: una campagna dei cialtroni della purezza bronchiale. Si tratta di passare per la vita in punta di piedi, senza renderci conto, senza che faccia male, e di mostrare, quando giunga la nostra ora, i polmoni come se fossero l’imene delle antiche vergini, od il cervello di tanti politici: intonsi.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Io non mi definisco salutista (sono sempre piuttosto restio a definirmi qualcosista), ma comunque ho come obiettivo vivere il più a lungo possibile, e quindi presto attenzione alla mia salute. C'è qualcosa di sbagliato?kalab99 ha scritto:Il principio di irrazionalità andrebbe soppresso fino a zero ideale in alcuni campi che sono le discipline tecniche. Questo è ciò che di buono c'è nella nostra società, e cioè che la medicina, l'ingegneria, l'industria si sono emancipate dagli stregoni.
Il problema sorge quando il principio di razionalità diventa totalizzante, ed ogni aspetto della vita deve essere razionalizzato, preordinato, categorizzato (e qui nascono mostri come il salutismo), in nome del benessere.
Questo articolo sembra non tener conto che le condizioni dei polmoni non sono un optional estetico (qualcosa come rosa è meglio di grigio), ma hanno anche un significato funzionale. L'aspettativa di vita dipende anche, e sensibilmente, dall'eventuale fumo.Rasputin ha scritto:Anch'io. Colgo l'occasione per inserire (Anche se un po' OT) la mia traduzione di un articolo apparso su un quotidiano spagnolo nel 2006:
[...]
Non credo che nessuno non voglia fumare "per restituire i suoi polmoni in buone condizioni" (anche perché in ogni caso dopo la morte faranno una brutta fine), ma per aumentare le probabilità di non doverli "restituire" molto presto.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Ah ecco, Steerpike, quotissimo!
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Ma non penso che si voglia mettere in dubbio tutto ciò, più che altro il punto è che magari invece di pensare a quanti anni si campa è meglio pensare a come si campano, vivendoli anche a costo di qualche anno in meno di vita concedendosi piaceri anche dannosi.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Steerpike ha scritto:
Io non mi definisco salutista (sono sempre piuttosto restio a definirmi qualcosista), ma comunque ho come obiettivo vivere il più a lungo possibile, e quindi presto attenzione alla mia salute. C'è qualcosa di sbagliato?
[...]
Questo articolo sembra non tener conto che le condizioni dei polmoni non sono un optional estetico (qualcosa come rosa è meglio di grigio), ma hanno anche un significato funzionale. L'aspettativa di vita dipende anche, e sensibilmente, dall'eventuale fumo.
Non credo che nessuno non voglia fumare "per restituire i suoi polmoni in buone condizioni" (anche perché in ogni caso dopo la morte faranno una brutta fine), ma per aumentare le probabilità di non doverli "restituire" molto presto.
Occhio Pike, la lunghezza della vita non dice nulla sulla qualità della stessa:
Tomhet ha scritto:Ma non penso che si voglia mettere in dubbio tutto ciò, più che altro il punto è che magari invece di pensare a quanti anni si campa è meglio pensare a come si campano, vivendoli anche a costo di qualche anno in meno di vita concedendosi piaceri anche dannosi.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
trovo molto interessante l' articolo riportato da masada, non è poi una novità il fatto che io non creda nel potere della scienza di poter conoscere e regolare tutto il conoscibile
la scienza, come ribadisco sempre, è uno strumento indispensabile, ma non può dirci come vivere, magari può dirci che il ''miracolo'' del sangue di san gennaro che si indurisce e si sciogle nell ampolla di vetro non è un miracolo ma un fenomeno fisico ovvio e riproducibile, quindi può essere utile per non essere presi per i fondelli da manipolatori e furbacchini, come pure è in grado di dirci che giocare in continuazione al lotto o ai gratta e vinci è masochismo
il problema però si pone quando entrano in gioco fattori di complessità molto elevata, come i fenomeni sociali, i quali non sono riducibili a singoli fatti che rispondano alla logica deterministica della previsione in base alla conoscienza di dati oggettivi
della società è possibile conoscere solo alcuni fatti e comportamenti generali, non è mai possibile conoscere tutte le condizioni particolari che producono un qualsiasi fenomeno
cioè la scienza, entro certi limiti(principio di indeterminazione), date certe condizioni conosciute, in presenza di teorie appropriate, è in grado di fare delle previsioni, in certi casi con scarti approssimativi molto piccoli
questo per quanto riguarda la società non è vero, siccome nessuno può sapere quali siano le reali ragioni che spingono la gente ad agire, e quindi non è possibile venire a conoscenza di tutte le conoscenze necessarie, non è possibile fare previsioni attendibili su cosa accadrà realmente intervenendo sulla società, o meglio è possibile ma in modo limitato, è possibile solo se ci accontentiamo di grandi approssimazioni
se fosse possibile agire in modo perfettamente deterministico sulla realtà sociale, non ci sarebbe bisogno del teatrino della politica democratica, cioè quella dei partiti, che con tutti i difetti che ha, resta pur sempre la migliore che si sia mai affermata storicamente, in quel caso il governo applicando semplicemente delle evidenze scientifiche sarebbe in grado di perseguire il bene comune
questo era stato il sogno/incubo socialista, cioè si è creduto che fosse possibile governare uno stato secondo dettami esclusivamente scientifici, che fosse possibile estirpare completamente superstizioni e religioni, si è accordata troppa fiducia alla ragione, errore ereditato dal secolo dei lumi, che pure partendo da principi democratici razionalistici è sfociato nel terrore e nell imperialismo assolutista
insomma è un errore ingenuo credere che sia possibile imporre o giungere ad un ordine completamente scientifico-razionale
la scienza, come ribadisco sempre, è uno strumento indispensabile, ma non può dirci come vivere, magari può dirci che il ''miracolo'' del sangue di san gennaro che si indurisce e si sciogle nell ampolla di vetro non è un miracolo ma un fenomeno fisico ovvio e riproducibile, quindi può essere utile per non essere presi per i fondelli da manipolatori e furbacchini, come pure è in grado di dirci che giocare in continuazione al lotto o ai gratta e vinci è masochismo
il problema però si pone quando entrano in gioco fattori di complessità molto elevata, come i fenomeni sociali, i quali non sono riducibili a singoli fatti che rispondano alla logica deterministica della previsione in base alla conoscienza di dati oggettivi
della società è possibile conoscere solo alcuni fatti e comportamenti generali, non è mai possibile conoscere tutte le condizioni particolari che producono un qualsiasi fenomeno
cioè la scienza, entro certi limiti(principio di indeterminazione), date certe condizioni conosciute, in presenza di teorie appropriate, è in grado di fare delle previsioni, in certi casi con scarti approssimativi molto piccoli
questo per quanto riguarda la società non è vero, siccome nessuno può sapere quali siano le reali ragioni che spingono la gente ad agire, e quindi non è possibile venire a conoscenza di tutte le conoscenze necessarie, non è possibile fare previsioni attendibili su cosa accadrà realmente intervenendo sulla società, o meglio è possibile ma in modo limitato, è possibile solo se ci accontentiamo di grandi approssimazioni
se fosse possibile agire in modo perfettamente deterministico sulla realtà sociale, non ci sarebbe bisogno del teatrino della politica democratica, cioè quella dei partiti, che con tutti i difetti che ha, resta pur sempre la migliore che si sia mai affermata storicamente, in quel caso il governo applicando semplicemente delle evidenze scientifiche sarebbe in grado di perseguire il bene comune
questo era stato il sogno/incubo socialista, cioè si è creduto che fosse possibile governare uno stato secondo dettami esclusivamente scientifici, che fosse possibile estirpare completamente superstizioni e religioni, si è accordata troppa fiducia alla ragione, errore ereditato dal secolo dei lumi, che pure partendo da principi democratici razionalistici è sfociato nel terrore e nell imperialismo assolutista
insomma è un errore ingenuo credere che sia possibile imporre o giungere ad un ordine completamente scientifico-razionale
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Tomhet ha scritto:Ma non penso che si voglia mettere in dubbio tutto ciò, più che altro il punto è che magari invece di pensare a quanti anni si campa è meglio pensare a come si campano, vivendoli anche a costo di qualche anno in meno di vita concedendosi piaceri anche dannosi.
La differenza media di aspettativa di vita è di 17 anni. In 17 anni si possono fare tante cose: tanto per dare un'idea, con una stima prudente si possono leggere 1200 libri. Finora non ho nemmeno vissuto tanto.
E poi, il problema delle dipendenze, di tutte le dipendenze, è che creano un bisogno dell'azione anche quando non la si compie. Quindi l'umore medio peggiora, tranne nel momento preciso in cui si sta soddisfando la dipendenza. Il problema di quelle che devono il loro effetto ad un'azione artificiale sulle vie dopaminergiche è che tendono a ridurre l'effetto piacevole di tutte le altre attività. Aggiungendo, nel caso specifico, un'elevato rischio di varie patologie e disfunzioni anche riguardanti un'altra nota fonte di piacere, non credo che quella di non fumare sia una scelta tanto "mostruosa" e deplorevole.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Il fumo infatti è uno dei peggiori se non il peggiore di tutti i comportamenti di cui si parla, io stesso non fumo per quello, ma il discorso era in generale, riferito magari anche ai maniaci del colesterolo, ai nemici dei grassi, e ai salutisti in generale.
Il rapporto godimento/anni persi per il fumo è basso ma non penso sia così anche per esempio per i cibi grassi e le porcherie che comunque ci mangiamo.
Il rapporto godimento/anni persi per il fumo è basso ma non penso sia così anche per esempio per i cibi grassi e le porcherie che comunque ci mangiamo.
Tomhet- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
infatti è ovvio che non lo è, però a molti piace fumare, tu non hai mai fumato? intendo per un certo periodo, non un tiro solo per provare
io quando sono nervoso per esempio mi fumo una sigaretta, e mi piace
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
No, mi fa schifo, ma amici ci convivono con il vizio.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
no scusate, solo per curiosità, e solo se si vuole dichiarare, chi ha dato il rosso a paolo lo potrebbe dire? è solo una curiosità, cioè è da sempre che paolo sostiene quella posizione, mi pare strano che ora gli diano un rosso così come se avesse detto chissa che...
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Tomhet ha scritto:No, mi fa schifo, ma amici ci convivono con il vizio.
basta guardare il tuo avatar
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Ah ah, non è proprio la mia controfigura
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:no scusate, solo per curiosità, e solo se si vuole dichiarare, chi ha dato il rosso a paolo lo potrebbe dire? è solo una curiosità, cioè è da sempre che paolo sostiene quella posizione, mi pare strano che ora gli diano un rosso così come se avesse detto chissa che...
Punto su Masada o JJ
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
no masada motiverebbe eccome, anzi avrebbe piazzato uno dei suoi post torrenziali in risposta secondo me...comunque non era nè per giudicare nè nulla, solo mi incuriosiva perchè paolo ha sempre ripetuto quella sua idea, e che solo ora salti fuori un rosso mi incuriosisce, tutto qui
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:no masada motiverebbe eccome, anzi avrebbe piazzato uno dei suoi post torrenziali in risposta secondo me...comunque non era nè per giudicare nè nulla, solo mi incuriosiva perchè paolo ha sempre ripetuto quella sua idea, e che solo ora salti fuori un rosso mi incuriosisce, tutto qui
Masada non motiva:
http://atei.forumitalian.com/t4257p40-ma-ci-fanno-o-ci-sono#156374
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Il discorso sul fumo lo vedo del tutto OT. In ogni caso fumare non ha nulla a che fare con una concezione salutista della vita. Il vero problema del fumo non è che accorci la vita ma è come ti fa morire! Provare per cedere!
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
sei già morto per il fumo intendi?
no scherzo, anche se l argomento magari non lo permetterebbe
no scherzo, anche se l argomento magari non lo permetterebbe
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
secondo me è possibile che diverse interpretazioni di qualche termine, oppure un diverso ambito di applicazione degli stessi, rischi di complicare il corretto esito del confronto di opinioni
il primo termine da focalizzare è per me "irrazionale"
il primo risultato della mia veloce ricerca sul web è questo:
irrazionale
e nel punto 2 mi vien da fare questa considerazione: poiché l'uomo è un animale è anch'esso un essere irrazionale
considerazione dove però strumentalmente ignoro che in quella frase riportata il senso è dato dal fatto che gli animali sono implicitamente presupposti essere categoria differente da quella degli esseri umani; ma questo presupposto implicito è sempre e comunque valido?
interessante anche il secondo risultato:
irrazionale + significato
queste 2 funzioni cooperano assieme con diverso impatto a seconda delle diverse circostanze; possono avere differente preponderanza (media) a seconda delle diverse personalità dei soggetti;
il fattore che discrimina tra quale delle due funzioni diventa preponderante di fronte ad una singola decisione di una persona, è la carica emotiva della circostanza in essere: situazioni a forte impatto emotivo (anche l'urgenza della risposta) causeranno il privilegiare una risposta più istintiva, irrazionale e meno razionale, logica (pur non mancando nessuno dei due fattori, cambia solo il mix)
situazioni più meditate sposteranno l'equilibrio verso una maggior razionalità, ma partendo sempre dalle percezioni emotive peculiari della singola persona, legate alla questione oggetto della scelta.
spero che questa premessa serva a far meglio comprendere i miei commenti all'input di Masada78 che andrò a fare
normalmente è proposta in termini diversi, più ragionevoli; ma qualche eccesso, provocato spesso, l'ho percepito anch'io (povertà del media?)
(seguirà commento al 2° post di Masada78)
il primo termine da focalizzare è per me "irrazionale"
il primo risultato della mia veloce ricerca sul web è questo:
irrazionale
interessante l'accostamento di idee nell'esempio 1irrazionale aggettivo
- che non segue la ragione, che non è logico: Esempio: sono stata presa da una paura istintiva e irrazionale; un discorso irrazionale Sinonimi: illogico, irragionevole; assurdo, incoerente Antonimi: razionale
- che non ha la facoltà della ragione: Esempio: gli animali sono esseri irrazionali
- che non segue criteri razionali, e quindi non dà il massimo dei risultati e non è efficiente come potrebbe: Esempio: un uso irrazionale delle risorse
e nel punto 2 mi vien da fare questa considerazione: poiché l'uomo è un animale è anch'esso un essere irrazionale
considerazione dove però strumentalmente ignoro che in quella frase riportata il senso è dato dal fatto che gli animali sono implicitamente presupposti essere categoria differente da quella degli esseri umani; ma questo presupposto implicito è sempre e comunque valido?
interessante anche il secondo risultato:
irrazionale + significato
in questo secondo caso mi ritrovo a dover chiarire che il senso che voglio dare io al termine "irrazionale" contrasta con questi esempi: io presuppongo una presenza contemporanea e collaborativa di una funzione "irrazionale", "istintiva" con una "razionale", "logica" nel soggetto umanoirrazionale
[ir-ra-zio-nà-le] agg., s. • agg.
1 Privo di ragione: gli esseri i.
2 Nel l. filos., ma anche nel l. com., privo di relazione con la facoltà della ragione: impulsi i.
3 Privo di fondamento: i. dispersione di energia
4 Privo di assennatezza: comportamento, decisione i.
• s.m. (solo sing.) Ciò che non è razionale, che manca di ragione: l'i. che è in noi
queste 2 funzioni cooperano assieme con diverso impatto a seconda delle diverse circostanze; possono avere differente preponderanza (media) a seconda delle diverse personalità dei soggetti;
il fattore che discrimina tra quale delle due funzioni diventa preponderante di fronte ad una singola decisione di una persona, è la carica emotiva della circostanza in essere: situazioni a forte impatto emotivo (anche l'urgenza della risposta) causeranno il privilegiare una risposta più istintiva, irrazionale e meno razionale, logica (pur non mancando nessuno dei due fattori, cambia solo il mix)
situazioni più meditate sposteranno l'equilibrio verso una maggior razionalità, ma partendo sempre dalle percezioni emotive peculiari della singola persona, legate alla questione oggetto della scelta.
spero che questa premessa serva a far meglio comprendere i miei commenti all'input di Masada78 che andrò a fare
semplificazione difficilmente credibile, messa in questi termini.Masada78 ha scritto:Alcuni utenti del forum manifestano nei propri ragionamenti di aderire a un “paradigma” pseudo-scientista che io considero preistoria, ossia fanno un ragionamento simile a questo, o ne condividono “assiomi” o parti:
Non credere all’esistenza di dio è razionale, “giusto”, “evidente”, “normale”: deve essere universale.
Il motivo sta nel fatto che il credente non può dimostrare l’esistenza di dio nello stesso modo in cui potrebbe dimostrare di avere una palla nella sua tasca.
Il credente è quindi irrazionale mentre il credente è razionale.
normalmente è proposta in termini diversi, più ragionevoli; ma qualche eccesso, provocato spesso, l'ho percepito anch'io (povertà del media?)
c'è una generalizzazione indebita, le posizioni sono più differenziate, la prendo come una semplificazione inevitabile per poter spiegare il tuo concettoMasada78 ha scritto:Siccome la credenza religiosa è irrazionale, (poiché l’irrazionale è considerato “sbagliato” alcuni del forum sembra ritengano che si debba e si possa “sopprimere” fino a uno zero ideale), allora per il non credente del forum che abbia un atteggiamento generalmente intollerante verso la diversità diviene lecito vietare ai credenti il diritto a credere e a insegnare ai propri figli un credo, una “fede”.
come sopraMasada78 ha scritto:Il non credente in questione si considera libero da ogni irrazionalità o dimensione di “fede” e partendo da questo presupposto crea una discriminazione: il credente appartiene a un insieme umano eterogeneo, più o meno come per il razzista il nero, o il sessista la donna.
E’ “qualitativamente diverso”.
OK, molti piani non è tutti i piani, alcuni assiomi non è tuttiMasada78 ha scritto:Per questo, per alcuni, non deve godere dei medesimi diritti del non credente.
Il non credente può aderire a “fedi” politiche, etiche, estetiche… che non presuppongano un trascendente, ma si spinge fino a ritenere opportuno vietare a chi presuppone un trascendente di costruire liberamente la sua dimensione di “fede” e di insegnarla, manifestarla.
Per me questo ragionamento è sbagliato su molti piani, in alcuni “assiomi”, e in parte del suo argomentare, e la sua conclusione mi preoccupa per la mia sensibilità politica.
In questo 3D mi limiterò a portare contenuti attorno al tema razionale/irrazionale nell’uomo mostrando le crepe del paradigma sopra riportato.
(seguirà commento al 2° post di Masada78)
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:sei già morto per il fumo intendi?
no scherzo, anche se l argomento magari non lo permetterebbe
Ne ho già visti due morire per il fumo. Ci hanno impiegato un paio d'anni e gli ultimi mesi sotto morfina peri dolori! Vedi tu.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
per molti tumori vale lo stesso...comunque uno che fuma sa, o almeno dovrebbe, che si accolla dei rischi
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
e qui, stante l'interpretazione da me data del termine "irrazionale", descritta nel mio precedente post, non posso che essere molto in sintoniaMasada78 ha scritto:Il primo contributo viene dalla scienza umana chiamata psicologia, che ha la sua culla nelle intuizioni di Freud:
Sigmund Freud segna la rivoluzione del 900 e completa la declamazione dell’uomo facendo emergere in esso una natura limitata. La vera natura dell’uomo è l’irrazionalità, l’inconscio.
http://www.storiafilosofia.it/freud/
L'uomo è irrazionale per natura
fuori contesto questa emersione del soggetto plurale "scienziati" mi lascia un po' stupito: non è il lavoro, l'obiettivo, degli scienziati, quello di lottare contro credenze e superstizioni;Masada78 ha scritto:«La lotta degli scienziati alle credenze e alle superstizioni è inutile. La mente umana è profondamente legata all'irrazionale» Lo sostiene lo psicologo Bruce Hood, professore alla Bristol University
ho il pregiudizio, e me lo tengo, fino a prova contraria, che se lo scienziato è eccellente non ha tempo per questo.
OK, prendo atto ma IO non mi ci ritrovoMasada78 ha scritto:È un'antichissima querelle quella che oppone i sostenitori dell'uomo razionale agli assertori dell'irrazionalità umana, ma il tema non è mai esaurito: le argomentazioni e le apologie sembrano non essere in nessun caso sufficienti. L'unica novità sembra essere che oggi, per decidere da che parte stare, non si va a leggere Cartesio né si consulta Pascal, piuttosto si guarda con fiducia solo ai risultati della scienza. E proprio dalla scienza arriva uno studio dello psicologo Bruce Hood, della Bristol University, che dimostra la "naturalità dell'innaturale", anzi l'esigenza dell'irrazionale, che agisce in ognuno fin dall'infanzia.
Le credenze magiche e religiose non sono una scomoda reminiscenza del passato dell'umanità. Inutile credere di liberarsene associandole alle tribù primitive, all'infanzia del pensiero, all'ignoranza o peggio alla follia. Sono invece - spiega il professor Hood - parte integrante della nostra mente
sarà una cosa inconscia, se è vera
OK, qui già sono molto più daccordo;Masada78 ha scritto:«Credo sia ottuso pensare che sia possibile indurre la gente ad abbandonare i propri sistemi di credenze, e non c'è evidenza scientifica che tenga.»
sostituirei abbandonare con depotenziare gradualmente, potrebbe funzionare meglio per tutti
Masada78 ha scritto:Le posizioni più intransigenti dei sostenitori dell'evoluzionismo, se si vuol mantenere una ragionevole neutralità e libertà di pensiero, sono alla fine controproducenti. Non è vero infatti che esistono persone razionali e altre irrazionali, le prime progressiste e le altre conservatrici e portate all'interpretazione religiosa del mondo.
Masada78 ha scritto:Ognuno di noi, invece, ha in sé un corredo di irrazionalità
Masada78 ha scritto:- di cui la religione non è che la cornice ideale -
Masada78 ha scritto:in cui sentimenti e istinti giocano un ruolo di primo piano. È sufficiente pensare a tutte le decisioni che ogni individuo si trova a dover compiere nel corso dell'esistenza. Chi è pronto a sostenere di aver sempre preso la strada più razionale, scagli la prima pietra: spesso è l'amore, o l'istinto, a decidere nei momenti topici. Fra l'altro, non di rado si tratta di meccanismi "vitali". L'approssimazione, ad esempio, ci protegge dai pericoli che impongono risposte immediate, in cui una serie di calcoli corretti sarebbe assolutamente controproducente.
Masada78 ha scritto:Bruce Hood ha prodotto degli esempi rivelatori: a un gruppo di persone è stato chiesto di indossare un normale cardigan in cambio di dieci sterline. Naturalmente le mani alzate sono state la maggioranza. Poco dopo è stato rivelato che il maglione era stato indossato da un famoso killer. Risultato: le mani alzate si sono ritratte. Ma ogni giorno è fin troppo comune riscontrare comportamenti di questo genere, dal pedone che, fermo al semaforo, decide di attraversare col rosso quando vede che qualcun altro lo fa - "effetto gregge" - fino agli studiatissimi e innumerevoli errori cognitivi, che accomunano il comportamento e le scelte della maggior parte degli individui.
più che tirare le somme qui si tratta di intraprendere un sentiero e confrontare le opinioniMasada78 ha scritto:Impossibile tirare le somme? L'idea di un progresso del pensiero coronato dalla conoscenza perfetta e totale dello scibile è nata in compagnia del pensiero stesso. Ma la scienza è ricerca, per sua natura rivoluzionaria, e proprio dalla scienza arriva puntualmente l'impulso alla decostruzione. La tela di Penelope è ancora, di diritto, un ottimo spunto di riflessione.
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=102170
un suggerimento a Masada78: come vedi è inevitabile l'emersione di molti OT in un forum, o in questo forum, se più ti piace; non ti curare di ciò, quasi sempre non è fatto con cattive intenzioni, è solo la funzione istintiva che predomina su quella razionale
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Io ho smesso di fumare da 6 mesi :) sento la mancanza ogni tanto dopo aver mangiato, ma va pian piano affievolendosi... comunque quoto Steerpike di nuovo >8D
La qualità della vita non è per forza riconducibile alla quantità di sigarette fumate al giorno, o alla quantità di cibo e grassi che assimili, io ad esempio se noto di aver assimilato già troppi grassi cerco di evitare, tanto non ci soffro... poi son vegetariano, e la carne non mi manca per niente, anche se non è una scelta fatta per questioni di salute... comunque mi nutro abbastanza, mi concedo tutti i piaceri culinari che voglio, sono pure un pochino in sovrappeso l'importante credo sia non rientrare in comportamenti ossessivi... in ogni caso ritengo di aver migliorato la qualità della mia vita togliendo il vizio di fumare :) certo potrei fare di meglio per migliorarla ulteriormente, ma in altri campi... :)
La qualità della vita non è per forza riconducibile alla quantità di sigarette fumate al giorno, o alla quantità di cibo e grassi che assimili, io ad esempio se noto di aver assimilato già troppi grassi cerco di evitare, tanto non ci soffro... poi son vegetariano, e la carne non mi manca per niente, anche se non è una scelta fatta per questioni di salute... comunque mi nutro abbastanza, mi concedo tutti i piaceri culinari che voglio, sono pure un pochino in sovrappeso l'importante credo sia non rientrare in comportamenti ossessivi... in ogni caso ritengo di aver migliorato la qualità della mia vita togliendo il vizio di fumare :) certo potrei fare di meglio per migliorarla ulteriormente, ma in altri campi... :)
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
mix ha scritto:
più che tirare le somme qui si tratta di intraprendere un sentiero e confrontare le opinioni
Grazie mix per i contributi nel chiarire meglio i termini e nell’analizzare i post integralmente.
Molte apparenti incomprensioni erano solo dovute al mio dover limitare la già notevole prolissità del discorso.
Unica puntualizzazione necessaria, forse: credo che l’autore del secondo post scrivendo la religione è “cornice ideale” dell’irrazionalità non intendesse la sua evoluzione giusta, realizzazione perfetta, in termini positivi, ma solo che è una specie di contorno che le da risalto, una cornice appunto, la lascia sfogare, la valorizza, la contiene ma non cerca di sopprimerla: la inquadra, appunto.
Grazie!
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:
se fosse possibile agire in modo perfettamente deterministico sulla realtà sociale, non ci sarebbe bisogno del teatrino della politica democratica, cioè quella dei partiti, che con tutti i difetti che ha, resta pur sempre la migliore che si sia mai affermata storicamente, in quel caso il governo applicando semplicemente delle evidenze scientifiche sarebbe in grado di perseguire il bene comune
...
insomma è un errore ingenuo credere che sia possibile imporre o giungere ad un ordine completamente scientifico-razionale
Concordo totalmente.
Anzi, fregiandosi di “scientificità” quegli “esperimenti sociali” che furono i totalitarismi trovarono un dogma più forte del religioso per giustificarsi. L’oggettività della scienza.
Dicevano: è un ragionamento scientifico che porta a considerare la rivoluzione del proletariato come legittima e persino doverosa eticamente; è un ragionamento scientifico che porta a legittimare lo sterminio degli ebrei...
La parola scienza è stata in quell’epoca persino più potente della parola dio nel motivare gli uomini all’irrazionale, alla follia, a "masada".
Scienza e religione sono solo creazioni umane: è l’uomo che le fa essere ciò che sono. Sempre l’irrazionale sarà dominante nell’insieme, nel paradigma culturale, nell’essere uomo. Ripeto cose già dette: pensate al funzionamento del sistema finanziario e del debito: seguendo le sue logiche è razionale e giustificabile come tutto, astraendosi dalle sue dinamiche precostituite è un meccanismo irrazionale e con un elevatissimo livello di ingiustizia sociale.
Tutto può essere l’uomo, tutto può essere la convivenza civile: la rupe di sparta, o l'agorà di atene, anarchia o totalitarismo, germania o tribù masai, …
Purtroppo solo la “folle” riflessione filosofica può tener le redini e mostrare i limiti dell’umano perché gli “è evidente”, i “non è normale”, i “dogmi assiomatici”, gli “è sempre stato così” non schiaccino troppo la libertà e il benessere.
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inseminazione artificiale :-)
prego, è un piacere farloMasada78 ha scritto:mix ha scritto:
più che tirare le somme qui si tratta di intraprendere un sentiero e confrontare le opinioni
Grazie mix per i contributi nel chiarire meglio i termini e nell’analizzare i post integralmente.
Molte apparenti incomprensioni erano solo dovute al mio dover limitare la già notevole prolissità del discorso.
Unica puntualizzazione necessaria, forse: credo che l’autore del secondo post scrivendo la religione è “cornice ideale” dell’irrazionalità non intendesse la sua evoluzione giusta, realizzazione perfetta, in termini positivi, ma solo che è una specie di contorno che le da risalto, una cornice appunto, la lascia sfogare, la valorizza, la contiene ma non cerca di sopprimerla: la inquadra, appunto.
Grazie!
fra un po' credo che dovremo inevitabilmente introdurre l'argomento "schemi mentali"
chissà se c'è già qualcosa in merito nel forum
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Rasputin ha scritto:Allo scopo di marronare la popolazione e dissuaderla dal fumo, i nuovi puritano-salutisti mostrano due foto:
una di un polmone, immmacolato e vivace come un neonato, l’altra di un polmone incatramato, rivoltante, imputridito.
Il messaggio è chiaro: dobbiamo vivere nel segno della salute e restituire i nostri corpi con tutto l’organigramma in condizioni virginee anche dopo avere esalato l’ultimo respiro.
Come se dopo la morte dovessimo restituire il vuoto a rendere.
Per la stragrande maggioranza di questi arcivescovi della nuova era, Dio è il nostro pastore!
In realtà, essi nemmeno credono in Dio, bensí in idoli di paccottiglia:
la salute, il bene comune, e cazzate del genere. Dicono che fumare è di destra, e gli ignorantoni non si sono nemmeno resi conto che il più grande dittatore del secolo, Stalin, non solo era di sinistra, ma che esalava nubi di fumo dalla sua pipa che pareva la Montedison.
Coloro i quali non fumavano una cicca neppure dopo una trombatina erano Hitler e Franco, due puritani della vecchia scuola, due cozze che in tutta la loro fottuta vita non erano riusciti a divertirsi in altro modo che rovinando la vita al prossimo. Rimane sottinteso che non si trattava di gente particolarmente incline al sesso; il primo era oltretutto strettamente vegetariano, ed il secondo è come se lo fosse. C’è una gaia foto di Hitler che accarezza un cerbiatto dall’aspetto simile al precursore di Bambi. Rivoltante, ce n’è da rinunciare alle verdure per tutta la vita.
Ma la crociata contro il tabacco non è che il primo passo verso un’autentica Yihad da parte di sconsiderati che cercano di sradicare qualsiasi tipo di piacere dalla faccia della Terra. Se il tabacco fosse così dannoso, lo si proibirebbe una volta per tutte; invece, tutte le cose sospette di procurare piacere e divertimento alla gente sono riportate nella lista nera dell’inquisizione medica:
alcol, carni rosse e sesso attendono il loro turno.
Il fatto è che c’è troppa grana in gioco, sminuzzata in tasse, come per gettarla al vento.
Meglio sconsigliare il vizio, come finiranno per sconsigliare il martini dry, la fiorentina alla griglia, la fellazione e le mutandine infrachiappa.
Il tabacco può uccidere chi fuma e molestare gli altri, ma molestano ed assassinano di più le auto, i gas di scarico, l’inquinamento, il rumore dei cantieri, la musica da discoteca, il bricolage casalingo, la merda televisiva, la propaganda elettorale, l’odore di piedi, il calcio e la pubblicità, e noi sopportiamo. Di questo si tratta nella vita comunitaria. Quello che veramente risulta intollerabile nella nuova legislazione è l’intromissione dello Stato nella proprietà più intima dei cittadini: la loro propria vita e salute.
Nel terzo millennio, con le sacrosante scuse della salute, dell’ecologia e del diritto alla vita, stiamo sviluppando ghetti e campi di concentrazione per fumatori: una campagna dei cialtroni della purezza bronchiale. Si tratta di passare per la vita in punta di piedi, senza renderci conto, senza che faccia male, e di mostrare, quando giunga la nostra ora, i polmoni come se fossero l’imene delle antiche vergini, od il cervello di tanti politici: intonsi.
Che accozzaglia insulsa di qualunquismo, pressapochismo, luoghi comuni e sciocchezze a buon mercato!
L'antitesi del razionalismo.
loonar- ----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
I grassi sono necessari alla sopravvivenza, nella giusta quantità. Io seguo una dieta il più possibile salutare, ma non è questo il punto: qualunque sia l'obiettivo di X, sia anche morire godere il più possibile anche a costo di morire immediatamente, questo obiettivo avrà, per definizione, più probabilità di essere perseguito efficacemente se X prende decisioni razionali.Tomhet ha scritto:Il fumo infatti è uno dei peggiori se non il peggiore di tutti i comportamenti di cui si parla, io stesso non fumo per quello, ma il discorso era in generale, riferito magari anche ai maniaci del colesterolo, ai nemici dei grassi, e ai salutisti in generale.
Il rapporto godimento/anni persi per il fumo è basso ma non penso sia così anche per esempio per i cibi grassi e le porcherie che comunque ci mangiamo.
La razionalità non implica il salutismo, nè tantomeno l'edonismo, o qualunque altro obiettivo.
Lotus ha scritto:
La qualità della vita non è per forza riconducibile
alla quantità di sigarette fumate al giorno, o alla quantità di cibo e
grassi che assimili, io ad esempio se noto di aver assimilato già troppi
grassi cerco di evitare, tanto non ci soffro...
Steerpike- -----------
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Masada78 ha scritto:Akka ha scritto:
se fosse possibile agire in modo perfettamente deterministico sulla realtà sociale, non ci sarebbe bisogno del teatrino della politica democratica, cioè quella dei partiti, che con tutti i difetti che ha, resta pur sempre la migliore che si sia mai affermata storicamente, in quel caso il governo applicando semplicemente delle evidenze scientifiche sarebbe in grado di perseguire il bene comune
...
insomma è un errore ingenuo credere che sia possibile imporre o giungere ad un ordine completamente scientifico-razionale
Concordo totalmente.
Anzi, fregiandosi di “scientificità” quegli “esperimenti sociali” che furono i totalitarismi trovarono un dogma più forte del religioso per giustificarsi. L’oggettività della scienza.
Dicevano: è un ragionamento scientifico che porta a considerare la rivoluzione del proletariato come legittima e persino doverosa eticamente; è un ragionamento scientifico che porta a legittimare lo sterminio degli ebrei...
La parola scienza è stata in quell’epoca persino più potente della parola dio nel motivare gli uomini all’irrazionale, alla follia, a "masada".
Scienza e religione sono solo creazioni umane: è l’uomo che le fa essere ciò che sono. Sempre l’irrazionale sarà dominante nell’insieme, nel paradigma culturale, nell’essere uomo. Ripeto cose già dette: pensate al funzionamento del sistema finanziario e del debito: seguendo le sue logiche è razionale e giustificabile come tutto, astraendosi dalle sue dinamiche precostituite è un meccanismo irrazionale e con un elevatissimo livello di ingiustizia sociale.
Tutto può essere l’uomo, tutto può essere la convivenza civile: la rupe di sparta, o l'agorà di atene, anarchia o totalitarismo, germania o tribù masai, …
Purtroppo solo la “folle” riflessione filosofica può tener le redini e mostrare i limiti dell’umano perché gli “è evidente”, i “non è normale”, i “dogmi assiomatici”, gli “è sempre stato così” non schiaccino troppo la libertà e il benessere.
appunto, è per questo che io mi stupisco di chi ancora nutre una fiducia cieca e totalizzante nella scienza, il 900 ha dimostrato chiaramente che il migloramento tecnologico e l' avanzamento delle conoscenze sientifiche non portano necessariamente al progresso ed al miglioramento, questo è un concetto evidente praticamente a tutti gli intelluettali, gli studiosi, i sociologi, le persone di buon senso, e in genere a tutti quelli che hanno aperto un libro di storia del 900'
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''Spero di non sconvolgere troppo i fisici sperimentali se aggiungo che una buona regola è anche quella di non riporre eccessiva fiducia nei risultati sperimentali finchè non siano confermati dalla teoria''
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:
appunto, è per questo che io mi stupisco di chi ancora nutre una fiducia cieca e totalizzante nella scienza, il 900 ha dimostrato chiaramente che il migloramento tecnologico e l' avanzamento delle conoscenze sientifiche non portano necessariamente al progresso ed al miglioramento, questo è un concetto evidente praticamente a tutti gli intelluettali, gli studiosi, i sociologi, le persone di buon senso, e in genere a tutti quelli che hanno aperto un libro di storia del 900'
Akka la fiducia in sè, e quindi anche quella nella scienza, non è cieca ma basata su valori empirici a prescindere da quanti stronzi imbecilli sostengano il grassettato.
O stai inviando questi messaggi col piccione? Usi un computer? Ti rendi conto di contraddire quanto scrivi ogni volta che pigi un tasto?
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
ma cosa c'entra se uso il computer? l' ho pagato e lo uso, cioè stiamo scherzando? questo rispetto sacro per gli inventori di questo e quello è idolatria, io uso il computer perchè molti all interno della società lo fanno, e perchè è un bene facile da repire e a poco prezzo...e quindi?
la scienxa ha pure permesso la creazone di motoscafi velocissimi con motori lamborghini ecc ma io non ne posseggo nemmeno uno, e quindi, cosa centra?
ma comunque non dicevo questo, dicevo che la scienza può essere usata a fini catastrofici, i raid missilistici e le mattanze su cui tutti tacciono, che israele rifila continuamente ai palestinesi legittimi proprietari della loro terra come li giudichi? è la scienza che glielo rende possibile!
la scienxa ha pure permesso la creazone di motoscafi velocissimi con motori lamborghini ecc ma io non ne posseggo nemmeno uno, e quindi, cosa centra?
ma comunque non dicevo questo, dicevo che la scienza può essere usata a fini catastrofici, i raid missilistici e le mattanze su cui tutti tacciono, che israele rifila continuamente ai palestinesi legittimi proprietari della loro terra come li giudichi? è la scienza che glielo rende possibile!
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:
appunto, è per questo che io mi stupisco di chi ancora nutre una fiducia cieca e totalizzante nella scienza, il 900 ha dimostrato chiaramente che il migloramento tecnologico e l' avanzamento delle conoscenze sientifiche non portano necessariamente al progresso ed al miglioramento, questo è un concetto evidente praticamente a tutti gli intelluettali, gli studiosi, i sociologi, le persone di buon senso, e in genere a tutti quelli che hanno aperto un libro di storia del 900'
Sì, è la differenza fra sviluppo e progresso, lo sviluppo non è detto che sia progresso. Nelle società liberodemocratichequantosiamofighi in effetti c'è il maggior sviluppo, ma un regresso pazzesco...opinione personale, considero l'uomo a una dimensione produci-consuma-crepa un regredito. Con tante comodità, alle quali col cavolo che rinuncerei. Ma regredito.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka sai benissimo che la scienza in se non fa niente, la scienza è come un coltello, sta a chi lo usa stare attento e per come stanno le cose è stato usato perlopiù per tagliare il pane che per uccidere.
Anche per la religione potrebbe essere detta la stessa cosa, con la differenza che molte religioni sono un bazooka, anche se gli uomini sono buoni con un bazooka finisci per far male a qualcuno, e la storia purtroppo ce lo ricorda.
Anche per la religione potrebbe essere detta la stessa cosa, con la differenza che molte religioni sono un bazooka, anche se gli uomini sono buoni con un bazooka finisci per far male a qualcuno, e la storia purtroppo ce lo ricorda.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:ma cosa c'entra se uso il computer? l' ho pagato e lo uso, cioè stiamo scherzando? questo rispetto sacro per gli inventori di questo e quello è idolatria, io uso il computer perchè molti all interno della società lo fanno, e perchè è un bene facile da repire e a poco prezzo...e quindi?
la scienxa ha pure permesso la creazone di motoscafi velocissimi con motori lamborghini ecc ma io non ne posseggo nemmeno uno, e quindi, cosa centra?
ma comunque non dicevo questo, dicevo che la scienza può essere usata a fini catastrofici, i raid missilistici e le mattanze su cui tutti tacciono, che israele rifila continuamente ai palestinesi legittimi proprietari della loro terra come li giudichi? è la scienza che glielo rende possibile!
Ma che stronzate dici?? C'entra eccome, visto che il computer è frutto di quella scienza che tu non pari ritenere degna di fiducia però la usi. E nemmeno ti devi fidare; quando invii un messaggio, pochi secondi dopo lo vedi sul monitor. Urka, ha funzionato! E cosa sarà mai?? Il mago Merlino?
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Tomhet ha scritto:Akka sai benissimo che la scienza in se non fa niente, la scienza è come un coltello, sta a chi lo usa stare attento e per come stanno le cose è stato usato perlopiù per tagliare il pane che per uccidere.
Anche per la religione potrebbe essere detta la stessa cosa, con la differenza che molte religioni sono un bazooka, anche se gli uomini sono buoni con un bazooka finisci per far male a qualcuno, e la storia purtroppo ce lo ricorda.
concordo pienamente!!solo che armi di distruzione di massa sono peggio di un bazooka
ma hai centrato il punto, la questione è cosa si fa della scienza
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Rasputin ha scritto:Akka ha scritto:ma cosa c'entra se uso il computer? l' ho pagato e lo uso, cioè stiamo scherzando? questo rispetto sacro per gli inventori di questo e quello è idolatria, io uso il computer perchè molti all interno della società lo fanno, e perchè è un bene facile da repire e a poco prezzo...e quindi?
la scienxa ha pure permesso la creazone di motoscafi velocissimi con motori lamborghini ecc ma io non ne posseggo nemmeno uno, e quindi, cosa centra?
ma comunque non dicevo questo, dicevo che la scienza può essere usata a fini catastrofici, i raid missilistici e le mattanze su cui tutti tacciono, che israele rifila continuamente ai palestinesi legittimi proprietari della loro terra come li giudichi? è la scienza che glielo rende possibile!
Ma che stronzate dici?? C'entra eccome, visto che il computer è frutto di quella scienza che tu non pari ritenere degna di fiducia però la usi. E nemmeno ti devi fidare; quando invii un messaggio, pochi secondi dopo lo vedi sul monitor. Urka, ha funzionato! E cosa sarà mai?? Il mago Merlino?
uuu la ritengo degnissima di fiducia! anzi, sono più che convinto che se facciamo esplodere una bella bombazza nucleare in centro a tokyo molte molte persone creperanno
va be apparte le battute(neanche tanto poi), io intendevo che la scienza è fondamentale, ma dobbiamo sempre avere chiaro il fatto che si può farne un uso maldestro, io per esempio sono convinto che debba essere impiegata per permettere più libertà(anche di credere in ciò che vuole) e felicità possibile agli individui
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Akka ha scritto:
uuu la ritengo degnissima di fiducia! anzi, sono più che convinto che se facciamo esplodere una bella bombazza nucleare in centro a tokyo molte molte persone creperanno
va be apparte le battute(neanche tanto poi), io intendevo che la scienza è fondamentale, ma dobbiamo sempre avere chiaro il fatto che si può farne un uso maldestro, io per esempio sono convinto che debba essere impiegata per permettere più libertà(anche di credere in ciò che vuole) e felicità possibile agli individui
Allora il concetto è diverso e più globale: il problema non è la scienza, né qualunque altro mezzo funzionante (Specifico a scanso di equivoci) bensí l'uso che se ne fa.
Esempio stupido, il triciclo di un bambino è per lui utile e fonte di gioia, ma se io lo prendo e te lo do in testa mica è colpa del fabbricante eh
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
kalab99 ha scritto:Akka ha scritto:
appunto, è per questo che io mi stupisco di chi ancora nutre una fiducia cieca e totalizzante nella scienza, il 900 ha dimostrato chiaramente che il migloramento tecnologico e l' avanzamento delle conoscenze sientifiche non portano necessariamente al progresso ed al miglioramento, questo è un concetto evidente praticamente a tutti gli intelluettali, gli studiosi, i sociologi, le persone di buon senso, e in genere a tutti quelli che hanno aperto un libro di storia del 900'
Sì, è la differenza fra sviluppo e progresso, lo sviluppo non è detto che sia progresso. Nelle società liberodemocratichequantosiamofighi in effetti c'è il maggior sviluppo, ma un regresso pazzesco...opinione personale, considero l'uomo a una dimensione produci-consuma-crepa un regredito. Con tante comodità, alle quali col cavolo che rinuncerei. Ma regredito.
accipicchia mi era totalmente sfuggito questo intervento, credo che tu abbia ragione
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
kalab99 ha scritto:
Sì, è la differenza fra sviluppo e progresso, lo sviluppo non è detto che sia progresso. Nelle società liberodemocratichequantosiamofighi in effetti c'è il maggior sviluppo, ma un regresso pazzesco...opinione personale, considero l'uomo a una dimensione produci-consuma-crepa un regredito. Con tante comodità, alle quali col cavolo che rinuncerei. Ma regredito.
In base a quali parametri? Ho un vago sentore di fantasie alla Rosseau/pubblicità Mulino Bianco sui "bei tempi andati".
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Il parametro è la mia opinione personale. Inculcata principalmente dalle letture di Pasolini. Non oggettivo come parametro di analisi sociale, ma non siamo mica su un forum di socialismo scientifico e critica marxista.
Si tratta principalmente
dell'omologazione a un unico modello culturale, per lo più
americaneggiante (e qui nel concreto fai occhio a quanto siamo stati
colonizzati nella lingua, nel cinema, nella musica), un modo di vivere
dominato dall'ansia, per dirla in termini giovanili, di non sentirsi uno
sfigato. Ovviamente nella testa del giovane consumatore non c'è spazio per la religione, che così tende a scomparire (ma non per un salto d'intelligenza dell'umanità, si tratta solo del passaggio da un'adorazione ad un'altra).
"L'ansia del consumo è un'ansia
di obbedienza a un ordine non pronunciato. Ognuno in Italia sente l'ansia,
degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice,
nell'essere libero: perché questo è l'ordine che egli inconsciamente
ha ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi "diverso". Mai
la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo
di tolleranza.
"
Pier Paolo Pasolini, Scritti
corsari, 1974
Si tratta principalmente
dell'omologazione a un unico modello culturale, per lo più
americaneggiante (e qui nel concreto fai occhio a quanto siamo stati
colonizzati nella lingua, nel cinema, nella musica), un modo di vivere
dominato dall'ansia, per dirla in termini giovanili, di non sentirsi uno
sfigato. Ovviamente nella testa del giovane consumatore non c'è spazio per la religione, che così tende a scomparire (ma non per un salto d'intelligenza dell'umanità, si tratta solo del passaggio da un'adorazione ad un'altra).
"L'ansia del consumo è un'ansia
di obbedienza a un ordine non pronunciato. Ognuno in Italia sente l'ansia,
degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice,
nell'essere libero: perché questo è l'ordine che egli inconsciamente
ha ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi "diverso". Mai
la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo
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Re: Razionale e irrazionale nell’uomo.
Splendido.kalab99 ha scritto:Il parametro è la mia opinione personale. Inculcata principalmente dalle letture di Pasolini. Non oggettivo come parametro di analisi sociale, ma non siamo mica su un forum di socialismo scientifico e critica marxista.
Si tratta principalmente
dell'omologazione a un unico modello culturale, per lo più
americaneggiante (e qui nel concreto fai occhio a quanto siamo stati
colonizzati nella lingua, nel cinema, nella musica), un modo di vivere
dominato dall'ansia, per dirla in termini giovanili, di non sentirsi uno
sfigato. Ovviamente nella testa del giovane consumatore non c'è spazio per la religione, che così tende a scomparire (ma non per un salto d'intelligenza dell'umanità, si tratta solo del passaggio da un'adorazione ad un'altra).
"L'ansia del consumo è un'ansia
di obbedienza a un ordine non pronunciato. Ognuno in Italia sente l'ansia,
degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice,
nell'essere libero: perché questo è l'ordine che egli inconsciamente
ha ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi "diverso". Mai
la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo
di tolleranza.
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