Un credente deve credere a qualunque cosa
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Secondo me sì, caro Minsky, perché c'è una differenza tra le formule di Harry Potter e la dottrina cattolica. Le prime non sono credute da nessuno, tutti sanno che si tratta di una storia inventata. Per il cattolicesimo, invece, è diverso. Milioni di persone nel mondo ci credono. E quindi se lei dice qualcosa di inesatto (e ne dice a valanga di cose inesatte) sta negando qualcosa che davvero non esiste (solo perché è solo nella sua testa, non in quella dei credenti).Hai ripetuto alla noia che non sappiamo niente della dottrina cattolica, come se fosse un deficit grave. Non so niente neppure delle formule magiche di Harry Potter, pensi che dovrei preoccuparmene?
Io penso che su questa cosa mi dovrebbe venire incontro. Davvero non le interessa capire come stanno le cose? Capire quali siano i dogmi veri, il credo vero, la vita interna della Chiesa, ecc. Altrimenti, contro cosa o chi combatte?
Se io voglio combattere contro Pinco Pallino, ci sarà un motivo. Prima mi documento sulla sua vita, su quello che pensa, scrive, dice, e poi capisco che non sono d'accordo e allora mi metto a contrattaccare punto su punto le sue idee.
Ma PRIMA lo capisco bene, entro nella sua mente, mi ci immedesimo quasi, POI lo combatto. ( a me sembra che lei faccia il contrario).
Dici che "tutti sanno" che le storie di Harry Potter sono inventate, mentre milioni di persone credono che le storie della dottrina cattolica siano vere. Attento, stai cadendo in una trappola. Molti milioni di persone - molti di più di quelli che credono vera la dottrina cattolica - credono che non sia vera, che sia falsa, che sia un'invenzione. Sono i credenti delle altre religioni; e oltre a loro gli atei, ben s'intende. Ma non è di questo argomento che voglio trattare adesso, lo riserviamo magari per una futura occasione. Mi interessa invece sviluppare il punto che secondo te dovrei studiare e conoscere a fondo la dottrina cattolica per poterla negare. Potrei obiettare che allora dovrei conoscere a fondo anche tutte le altre ventimila religioni esistenti al mondo, per poterle negare, dal momento che in effetti io le nego tutte, più tutte quelle che saranno inventate in futuro e anche tutte quelle che non saranno mai concepite, perché questo significa essere ateo. Il requisito, palesemente, è assurdo, impossibile e insensato. Questa obiezione troncherebbe qui il discorso, ma non ti darei soddisfazione, giustamente. Quindi prendo un altro approccio.
Il presupposto che chi vuole combattere - dialetticamente - una ideologia o teoria o dottrina altrui debba prima documentarsi sui contenuti di ciò che contesta, appare a prima vista del tutto ragionevole e assennata. In effetti, se io volessi confutare una teoria scientifica oppure una ideologia politica etc., dovrei prima sapere bene di cosa sto parlando.
Supponiamo che io voglia controbattere il marxismo: per farlo con cognizione dovrei aver letto almeno il primo libro del Capitale. Supponiamo che voglia criticare l'anarchismo epistemologico di Feyerabend: per farlo con competenza dovrei aver studiato almeno il razionalismo popperiano.
Il ragionamento non fa una piega, fin qui. Ma si può applicare al caso dell'ateo che nega la religione?
Visto che (casualmente) ho citato Popper, consideriamo se una religione sia falsificabile in senso popperiano.
Premettiamo che una teoria scientifica dovrebbe esserlo. Una dimostrazione matematica lo è sicuramente. Per esempio, qualche tempo fa il matematico Andrew Wiles produsse una dimostrazione del famoso "ultimo teorema di Fermat". Wiles impiegò ben sette anni di lavoro indefesso per arrivare al risultato, ma il teorema era in attesa di una dimostrazione, vanamente cercata da schiere di fortissimi matematici, da poco meno di quattro secoli! Il lavoro di Wiles, svolto servendosi di tecniche matematiche altamente sofisticate della geometria algebrica (le rappresentazioni di Galois, le curve ellittiche e l'algebra di Hecke), fu presentato nel giugno 1993 a Cambridge. Purtroppo, la prima versione della dimostrazione era errata. Nonostante la grande complessità della dimostrazione, ai colleghi di Wiles bastarono un paio di settimane per trovare l'errore.
Cosa indica questo? Primo, che un solo elemento falso in una complessa costruzione concettuale basta ad invalidare tutto l'edificio. E che non occorre una competenza pari a quella di chi ha elaborato la teoria, per trovare l'eventuale fallo.
Wiles però non si diede per vinto, e riprese per mano il suo lavoro con l'aiuto di un altro matematico, Taylor. Ai due occorse circa un anno per rivedere la dimostrazione che fu ampiamente rifatta, e la versione definitiva e corretta venne pubblicata nel settembre 1994. Wiles è stato insignito del Premio Wolfskehl e del Premio Abel per la sua dimostrazione, oltre a svariati altri riconoscimenti. Non ha ricevuto la Medaglia Fields, il più alto riconoscimento per un matematico, per raggiunto limite d'età: sfortunatamente compiva quarant'anni nell'aprile '93.
Ora, una dimostrazione matematica come quella di Andrew Wiles dell'ultimo teorema di Fermat non è certo alla portata della comprensione di una persona che non sia un matematico di altissimo livello. Chiunque volesse analizzarla, dovrebbe prima studiare anni e anni di matematica nell'ambito dell'algebra commutativa, conoscere le varietà affini, gli spazi topologici, le funzioni lisce applicate alle varietà differenziabili, etc. etc. Dovrebbe essere un ricercatore, o un professore della materia, insomma.
Possiamo dire che anche l'ateo che vuole criticare la religione cattolica dovrebbe essere altamente competente della teologia cattolica?
Se la risposta è "no", perché? Qual'è il motivo per cui questa analogia non funziona?
Ci sono diversi motivi. Vediamone uno.
La religione cattolica - come ogni altra religione - non è fondata su ipotesi verificabili (falsificabili, direbbe Popper). È fondata su dogmi, ossia su affermazioni arbitrarie prive di alcuna giustificazione che non sia il principio di autorità di chi le ha emanate. Qui si aprirebbe una parentesi interessantissima, perché devo ancora trovare un credente che sia in grado di spiegare come fanno i cristiani, se la divinità è imperscrutabile e inconoscibile dalla mente umana nei suoi "disegni" e nelle sue azioni, a sapere che cosa il loro dio vuole che facciano. Si tratta di uno dei tanti paradossi della religione, ma secondo me è il più contraddittorio. Stabilire un limite assoluto alla conoscibilità e contemporaneamente violarlo pretendendo di codificare in modo rigido e infallibile le norme di morale e comportamento dei credenti nel dio è il culmine dell'incoerenza, e difatti la secolarizzazione ne dimostra il fallimento. Né può funzionare la presunzione di richiamarsi a principi di ordine "naturale", che nel caso della dottrina cattolica (ma anche degli altri monoteismi, in generale) rivela l'ingenuità di una visione elementare e puerile della natura umana. In ogni modo, il punto è che non è possibile falsificare la religione con gli strumenti della teologia. La teologia a sua volta è fondata sul nulla ontologico, parla di concetti che esistono solo come pura speculazione su di un mondo totalmente idealizzato. Quindi non serve a nulla conoscere la dottrina, è solo ciarpame letterario, inferiore anche ai (pessimi) racconti di Harry Potter.
Ma vediamo un altro motivo.
Quando per esempio si vuole confutare o demolire una tesi ideologica avversaria, occorre conoscerla bene, ma soprattutto occorre avere una solida e ben costruita alternativa da proporre in sostituzione. Potrebbe essere, al limite, il caso di un predicatore di una nuova religione, magari un pastafariano, che propone il proprio credo in cambio di quello cattolico. Egli dovrebbe conoscere bene la dottrina cattolica (e la conosce) per poter offrire le sue liturgie alternative. Invece l'ateo non ha alcuna religione da proporre in alternativa. L'ateismo non è una religione. Pertanto ad un ateo non interessa conoscere i dettagli della religione che rifiuta. Gli basta sapere che si tratta di una religione: egli la rifiuta in quanto tale.
Si potrebbe continuare, ma ci sono due "pilastri", per usare un vocabolo adottato da un noto monoteismo particolarmente becero e invadente, a cui l'ateo può fare ricorso per non solo giustificare, ma condurre e regolare il proprio pensiero nei confronti delle religioni.
Sono questi due: la Legge di Poe e la Teoria della MdM. Non mi dilungherò ad illustrare queste due semplici ma profondissime idee basilari perché nel forum ne abbiamo già argomentato in lungo e in largo, e ormai in rete se ne trova, con un minimo sforzo, abbondante documentazione (anche su Wikipedia).
Questi sono gli argomenti conclusivi.
Minsky- --------------
- Numero di messaggi : 27846
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Bene, le faccio i complimenti perché si vede che lei ha una buona preparazione, forse frutto di una professionalità nel campo scolastico o accademico. Ma inconsapevolmente è caduto in contraddizione. Infatti con la sua risposta mi ha dimostrato che a lei non interessa minimamente comprendere qualsivoglia religione per combatterla. Le basta sapere che sia una religione. Questo si chiama pregiudizio. Lei non ha bisogno di dimostrare che una tale affermazione religiosa sia falsa. La dà automaticamente per falsa in quanto religiosa. Questo modo di pensare si avvicina per alcuni aspetti allo stesso credo religioso, il quale si fonda evidentemente su assiomi creduti per fede. Allo stesso modo lei esprime una fede genuinamente religiosa, perché si fonda su un assioma anch'esso indimostrabile, ovvero che Dio non esista.
Egeri- -------------
- Numero di messaggi : 88
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Ahi ahi ahi ahi! Egeri, amico mio, hai trascurato di studiare i due "pilastri" che ho indicato sopra: Legge di Poe e Teoria della MdM. Quelli sono la risposta conclusiva!Egeri ha scritto:Bene, le faccio i complimenti perché si vede che lei ha una buona preparazione, forse frutto di una professionalità nel campo scolastico o accademico. Ma inconsapevolmente è caduto in contraddizione. Infatti con la sua risposta mi ha dimostrato che a lei non interessa minimamente comprendere qualsivoglia religione per combatterla. Le basta sapere che sia una religione. Questo si chiama pregiudizio. Lei non ha bisogno di dimostrare che una tale affermazione religiosa sia falsa. La dà automaticamente per falsa in quanto religiosa. Questo modo di pensare si avvicina per alcuni aspetti allo stesso credo religioso, il quale si fonda evidentemente su assiomi creduti per fede. Allo stesso modo lei esprime una fede genuinamente religiosa, perché si fonda su un assioma anch'esso indimostrabile, ovvero che Dio non esista.
Ovvio che non mi interessa "comprendere" i contenuti delle singole religioni. La vita è breve, ragazzo mio! Non posso certo pensare di sprecarla con un passatempo così noioso! Specialmente considerando la mia veneranda età, ormai.
A me basta sapere che la religione è, per definizione, un'invenzione del tutto equivalente a Harry Potter o qualsivoglia altra fantasia.
Ora, non ti risponderò che l'onere di provare che un qualche "dio" esista incombe a chi ne afferma l'esistenza, e non a chi la nega. Questo è vero ma banale, e a me non piace essere banale. Ti dico invece che non è vero che l'inesistenza di "dio" sia indimostrabile. È perfettamente dimostrabile, non appena tu definisci che cosa intendi con "dio". Perché altrimenti, io potrei dire: «Terpofebo esiste» e tu non potresti dimostrare che non esiste, finché io non preciso cosa intendo con "Terpofebo". In particolare, dell'inesistenza del dio dei monoteismi si possono dare diverse dimostrazioni. Io ne ho proposta una qui.
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Minsky- --------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Questo è ľAbc Minsky. Non si può dimostrare che Dio non esiste. E per Dio in filosofia in genere si intende quello che diceva Anselmo ďAosta, "ciò di cui non si può pensare il maggiore".
"A me basta sapere che la religione è, per definizione, un'invenzione del tutto equivalente a Harry Potter o qualsivoglia altra fantasia".
Conferma il suo dogmatismo. Lei non lo può sapere né dimostrare, lo crede per suo convincimento personale. Per carità, ci può stare. Ma anche la sua è una fede.
"A me basta sapere che la religione è, per definizione, un'invenzione del tutto equivalente a Harry Potter o qualsivoglia altra fantasia".
Conferma il suo dogmatismo. Lei non lo può sapere né dimostrare, lo crede per suo convincimento personale. Per carità, ci può stare. Ma anche la sua è una fede.
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Questo è ľAbc Minsky. Non si può dimostrare che Dio non esiste. E per Dio in filosofia in genere si intende quello che diceva Anselmo ďAosta, "ciò di cui non si può pensare il maggiore".
"A me basta sapere che la religione è, per definizione, un'invenzione del tutto equivalente a Harry Potter o qualsivoglia altra fantasia".
Conferma il suo dogmatismo. Lei non lo può sapere né dimostrare, lo crede per suo convincimento personale. Per carità, ci può stare. Ma anche la sua è una fede.
C'è una bella differenza tra il non credere a cose prive di qualunque sostegno oggettivo (come appunto le religioni, che per definizione si basano appunto su quello, ossia la fede) ed il non farlo, e prenderne atto - ossia che si tratta di frottole visto che non sussiste la benché minima evidenza che si tratti di altro - non può venire definita fede perché si tratta dell'esatto contrario.
in pratica stai dicendo che anche un bicchiere vvuoto è una birra
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Dio quindi è "privo di qualunque sostegno oggettivo", dice lei.
Come fa a dirlo? È andato nelľaldilà, ha visto che non c'è niente ed è tornato indietro?
Come fa a dirlo? È andato nelľaldilà, ha visto che non c'è niente ed è tornato indietro?
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Dio quindi è "privo di qualunque sostegno oggettivo", dice lei.
Come fa a dirlo? È andato nelľaldilà, ha visto che non c'è niente ed è tornato indietro?
No. Proprio perché nessuno lo ha fatto non mi pare lecito credere all'aldilà.
Altrimenti ci possiamo inventare qualunque cosa per ciascuna cosa che non sappiamo.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
E allora se non è stato nelľaldilà come fa a dire che non esiste una prova oggettiva di Dio?
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:E allora se non è stato nelľaldilà come fa dire che non esiste una prova oggettiva di Dio?
perché, bisogna andare nell'aldilà per averla?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Allora me lo provi oggettivamente.
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Allora me lo provi oggettivamente.
Che cosa? Guarda che qui l'onere delle prova sta dalla tua parte, non dalla mia.
Non hai risposto alla mia domanda, ma tranquillo, qua siamo abituati ai creduli saccenti che eludono
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Se mi si dice che non c'è una prova oggettiva di Dio, significa che si è constatato che Dio è un "Oggetto" che non esiste. Ľunico modo per constatarlo è come dicevo andare nell'aldilà e vedere che questo "Oggetto" non c'è.
Lei mi ha risposto con una controdomanda, per dire che non è necessario che si vada nelľaldilà.
Allora ho chiesto che mi si porti questa prova oggettiva. Prego me la dica.
Lei mi ha risposto con una controdomanda, per dire che non è necessario che si vada nelľaldilà.
Allora ho chiesto che mi si porti questa prova oggettiva. Prego me la dica.
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
“Se mi si dice che non c'è una prova oggettiva di Dio, significa che si è constatato che Dio è un "Oggetto" che non esiste.”
No. Significa che mon si è constatato che esiste.
“Ľunico modo per constatarlo è come dicevo andare nell'aldilà e vedere che questo "Oggetto" non c'è.”
Ed io ho già chiesto da dove arriva questa, a mio parere poco acuta osservazione, se ne dedurrebbe che il dio (a proposito, di quale del paio di centinaia di divinità ufficialmente riconosciute stiamo parlando?) sta di casa nell’aldilà
“Lei mi ha risposto con una controdomanda, per dire che non è necessario che si vada nelľaldilà.”
No, ho chiesto perché dovrebbe essere necessario.
“Allora ho chiesto che mi si porti questa prova oggettiva. Prego me la dica.”
La proba oggettiva di cosa? Pregasi descrivere di coda stiamo parlando.
No. Significa che mon si è constatato che esiste.
“Ľunico modo per constatarlo è come dicevo andare nell'aldilà e vedere che questo "Oggetto" non c'è.”
Ed io ho già chiesto da dove arriva questa, a mio parere poco acuta osservazione, se ne dedurrebbe che il dio (a proposito, di quale del paio di centinaia di divinità ufficialmente riconosciute stiamo parlando?) sta di casa nell’aldilà
“Lei mi ha risposto con una controdomanda, per dire che non è necessario che si vada nelľaldilà.”
No, ho chiesto perché dovrebbe essere necessario.
“Allora ho chiesto che mi si porti questa prova oggettiva. Prego me la dica.”
La proba oggettiva di cosa? Pregasi descrivere di coda stiamo parlando.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Eh, certo che se nemmeno leggi... nel thread che ti ho linkato ce n'è non una, ma due di dimostrazioni dell'inesistenza del dio dei monoteismi (perché, come ho spiegato, bisogna sempre precisare di quale tipologia di dio si parla).Egeri ha scritto:Questo è ľAbc Minsky. Non si può dimostrare che Dio non esiste. E per Dio in filosofia in genere si intende quello che diceva Anselmo ďAosta, "ciò di cui non si può pensare il maggiore".
"A me basta sapere che la religione è, per definizione, un'invenzione del tutto equivalente a Harry Potter o qualsivoglia altra fantasia".
Conferma il suo dogmatismo. Lei non lo può sapere né dimostrare, lo crede per suo convincimento personale. Per carità, ci può stare. Ma anche la sua è una fede.
Dunque prendiamo Anselmo d'Aosta. Pare che questa sia la tua definizione di riferimento, giusto?
«Ciò di cui non si può pensare il maggiore».
Bella frase! Dico sul serio, è concisa, elegante, e a prima vista assolutamente lapidaria e inoppugnabile.
Ma priva di senso.
"Il maggiore" di che? Stiamo facendo una comparazione. Si comparano mele con mele e pere con pere, per stare proprio sull'abc, come dici tu.
Se parliamo di elefanti, per esempio, "ciò di cui non si può pensare il maggiore" è l'elefante africano (Loxodonta africana), il più grande animale terrestre.
Se parliamo di balene, il più grande cetaceo è la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), forse il più grande animale che sia mai vissuto sulla Terra.
Se parliamo di pianeti del Sistema Solare, il più grande è Giove.
Se parliamo di stelle, la più grande conosciuta è un'ipergigante rossa, UY Scuti.
E così via.
Ma Anselmo d'Aosta non pensava ad alcunché di concreto. Lui parlava di entità concettuali. Pertanto, se parliamo di entità concettuali, possiamo afferire al dominio della Matematica. La Matematica è l'unica disciplina nella quale entità concettuali come "infinito" o "trascendente" assumono un preciso significato, e si possono manipolare. So che lo stimatissimo amico che frequenta questo forum con l'avatar di Paperino non è d'accordo, ma è così, l'infinito matematico esiste e si usa correntemente. Anzi, esistono diversi ordini di infinito, come ha scoperto Cantor. Allora, se applichiamo la definizione di Anselmo alla matematica, che cosa otteniamo? Si può dire che Anselmo abbia dato una definizione di infinito in senso matematico? È una definizione piuttosto ingenua e non rigorosa. Se Anselmo dicesse: "l'infinito è il numero di cui non esiste il successore" (per "successore" in matematica si intende il numero immediatamente più grande, ossia n+1) si potrebbe convenire, anche se nessun matematico si esprimerebbe così al giorno d'oggi. La definizione è quanto meno rozza. Una definizione assai più soddisfacente è quella che troviamo nella Teoria degli Insiemi: "un insieme A si dice infinito se esiste una funzione biettiva da A in un suo sottoinsieme proprio". Che cosa vuol dire questo discorso? È molto più semplice e intuitivo di quanto appaia a prima vista. Vuol dire che un insieme infinito è un insieme che può essere messo in corrispondenza biunivoca con un suo sottoinsieme proprio (cioè diverso dall'insieme di partenza). Per esempio: l'insieme dei numeri naturali, che è infinito, può essere messo in corrispondenza biunivoca con l'insieme dei numeri pari, che è infinito anch'esso; oppure con l'insieme dei numeri dispari, dei numeri primi, dei quadrati perfetti... etc, etc. Tutti sottoinsiemi dei numeri naturali, a loro volta infiniti. Bello, eh? Questi sono pensieri che suscitano un brivido di emozione intellettuale, non quei sofismi di bassa lega dei "teologi".
Quindi, Anselmo sta pensando all'infinito, e dice che, siccome il concetto di infinito è derivabile (pensabile), allora l'infinito deve esistere. Beh, questa non è una dimostrazione, in nessun ambito filosofico o altro. L'infinito attuale non esiste, per definizione. Ci sono svariate prove di ciò, tra cui il "paradosso di Holbers" da me citato nella prova dell'inesistenza del dio monoteistico.
Oggi poi Anselmo inciamperebbe brutalmente nei transfiniti di Cantor, nei numeri iperreali di Abraham Robinson per menzionare solo un paio di novità rispetto ai suoi tempi antichi.
Lasciamo perciò Anselmo ai suoi ragionamenti semplici; lui non avrebbe nulla di cui vergognarsi perché ai suoi tempi non esistevano ancora gli strumenti concettuali moderni, ma chi proponesse oggi quei concetti vetusti e un po' patetici sarebbe destinato a coprirsi di ridicolo.
Veniamo al "mio dogmatismo".
Come sono arrivato al "convincimento personale" che nessun dio esiste e le religioni sono mere invenzioni umane?
Ai miei tempi, quando ero bambino, era molto difficile sottrarsi all'indottrinamento cattolico. Io ne ho ricevuto una buona dose, anche se già settenne mi sono rifiutato di continuare a frequentare il catechismo. Ma l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole era obbligatorio. E io l'ho seguito con una certa curiosità, perché non ho mai avuto preclusioni di alcun genere. Alle medie c'era un prete ad insegnare religione. Parlava per un'ora intera senza dire nulla. Ero l'unico della classe a tentare di seguire i suoi discorsi, mentre gli altri compagni finivano i compiti per casa delle altre materie o giocavano a battaglia navale. Al liceo c'era ancora un prete, ma spiegazioni sulla religione niente. Ricordo che io e il mio compagno di banco decidemmo un giorno di fargli delle domande precise. Così gliele facemmo. «Molto interessante!» disse il prete, mentre qualche viso dall'espressione stupita si levava dai libri di matematica o dagli schemi della battaglia navale guardandoci come fossimo due marziani. Il prete trascinò l'argomento per alcune lezioni, senza pervenire ad alcuna risposta.
Nell'età adulta, la curiosità verso le religioni non mi ha abbandonato tanto presto, e per diversi anni ho continuato a interessarmi dell'argomento, leggendo libri sullle religioni orientali e filosofie spirituali di vario genere. La solida cognizione che si tratta di fantasie deliranti l'ho costruita così.
Nel precedente intervento ho fatto l'esempio della dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat da parte del matematico Andrew Wiles. Ho puntualizzato che la prima versione della dimostrazione risultò errata. Su una dimostrazione che occupava duecento pagine fitte di notazioni matematiche, un singolo passaggio incorretto bastava a invalidare tutta la dimostrazione. Nella scienza funziona così: basta che un elemento della teoria sia falso, e tutta la teoria viene scartata, a meno di revisioni che correggano l'errore. Nella dottrina religiosa non funziona così. Supponiamo per esempio che quella grottesca faccenda della trinità, un garbuglio in cui i teologi si sono trovati invischiati superfetando divinità, fosse un giorno smentita. Ecco, supponiamo per amor di discussione che un giorno un teologo "dimostri" che Gesù è padre di sé stesso, cosa che a me sembra già contenuta nella dottrina ma tu neghi. Se Gesù è padre di sé stesso crolla un pezzo di dottrina: c'è un errore insanabile (oppure immagina tu un possibile errore insanabile della dottrina, a tuo piacimento: sei tu l'esperto, no?). Forse in seguito a questo tutta la religione cattolica verrebbe smentita? Certo che no. In realtà, si potrebbero aggiungere o togliere "pezzi" di religione, nuovi dogmi etc., come in effetti è stato fatto innumerevoli volte nel corso del tempo, senza minimamente intaccare la religione nel suo complesso. Questa è una proprietà delle religioni, quella di non avere alcun bisogno della coerenza. Possono essere auto-contraddittorie - e lo sono - senza perciò essere invalidate. Questo perché sono fondate sul nonsenso. E dal nonsenso, si può derivare qualunque cosa ("ex falso sequitur quodlibet", come recita il "Teorema dello pseudo Scoto" - nel forum c'è un mio ampio intervento sul tema che adesso non mi prendo la briga di ripescare, tanto non lo leggeresti, fatica sprecata).
Conosci il drago nel garage di Carl Sagan? Puoi capire mille volte di più da quel raccontino che da mille tomi di teologia. Prova.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
"Significa che non si è constatato che esiste (Dio)".
Ma lei prima ha detto che credere in Dio è "privo di qualunque sostegno oggettivo". Significa che si è constatato che Dio non esiste. Altrimenti doveva dire: non si è constatato che credere in Dio abbia un sostegno oggettivo.
Lei cosa vuole dire?
1 ) credere in Dio è privo di qualunque sostegno oggettivo.
Oppure
2 ) non si è constatato che credere in Dio abbia un sostegno oggettivo.
Sono due affermazioni molto diverse, una falsa e una vera.
Minsky poi rispondo a lei.
Ma lei prima ha detto che credere in Dio è "privo di qualunque sostegno oggettivo". Significa che si è constatato che Dio non esiste. Altrimenti doveva dire: non si è constatato che credere in Dio abbia un sostegno oggettivo.
Lei cosa vuole dire?
1 ) credere in Dio è privo di qualunque sostegno oggettivo.
Oppure
2 ) non si è constatato che credere in Dio abbia un sostegno oggettivo.
Sono due affermazioni molto diverse, una falsa e una vera.
Minsky poi rispondo a lei.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:"Significa che non si è constatato che esiste (Dio)".
Ma lei prima ha detto che credere in Dio è "privo di qualunque sostegno oggettivo". Significa che si è constatato che Dio non esiste. Altrimenti doveva dire: non si è constatato che credere in Dio abbia un sostegno oggettivo.
Lei cosa vuole dire?
1 ) credere in Dio è privo di qualunque sostegno oggettivo.
Oppure
2 ) non si è constatato che credere in Dio abbia un sostegno oggettivo.
Sono due affermazioni molto diverse, una falsa e una vera.
Minsky poi rispondo a lei.
Invece sono due proposizioni perfettamente equivalenti, e corrispondono ambe a verità,
Al resto però rispondo solo quando
- mi si è chiarito di quale divinità stiamo parlando
- me ne è stata data una descrizione
Altrimenti non possiamo proseguire, se vogliamo parlare di qualcosa dobbiamo prima sapere di cosa
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Adesso mi dice che sono due affermazioni equivalenti, prima invece ha detto che è solo una affermazione: "Significa che non si è constatato che esiste (Dio)".
Comunque prendiamo per buona la sua ultima affermazione: "sono due proposizioni perfettamente equivalenti, e corrispondono ambe a verità".
-"mi si è chiarito di quale divinità stiamo parlando"
Diciamo che stiamo parlando proprio di Dio come lo crede il cattolicesimo.
- "me ne è stata data una descrizione".
Come saprà il cattolico crede che dopo la morte verrà giudicato da Dio, quindi avrà la prova oggettiva dell'esistenza di Dio solo nelľaldilà.
Allora adesso mi spieghi. Secondo lei 1 ) credere in Dio così inteso è privo di qualunque sostegno oggettivo. Se mi si dice che non c'è una prova oggettiva di Dio, significa che si è constatato che Dio è un "Oggetto" che non esiste. Ľunico modo per constatarlo è come dicevo andare nell'aldilà e vedere che questo "Oggetto" non c'è.
Lei è andato nelľaldilà e ha constatato che non c'è niente?
Comunque prendiamo per buona la sua ultima affermazione: "sono due proposizioni perfettamente equivalenti, e corrispondono ambe a verità".
-"mi si è chiarito di quale divinità stiamo parlando"
Diciamo che stiamo parlando proprio di Dio come lo crede il cattolicesimo.
- "me ne è stata data una descrizione".
Come saprà il cattolico crede che dopo la morte verrà giudicato da Dio, quindi avrà la prova oggettiva dell'esistenza di Dio solo nelľaldilà.
Allora adesso mi spieghi. Secondo lei 1 ) credere in Dio così inteso è privo di qualunque sostegno oggettivo. Se mi si dice che non c'è una prova oggettiva di Dio, significa che si è constatato che Dio è un "Oggetto" che non esiste. Ľunico modo per constatarlo è come dicevo andare nell'aldilà e vedere che questo "Oggetto" non c'è.
Lei è andato nelľaldilà e ha constatato che non c'è niente?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Adesso mi dice che sono due affermazioni equivalenti, prima invece ha detto che è solo una affermazione: "Significa che non si è constatato che esiste (Dio)".
Comunque prendiamo per buona la sua ultima affermazione: "sono due proposizioni perfettamente equivalenti, e corrispondono ambe a verità".
-"mi si è chiarito di quale divinità stiamo parlando"
Mi si chiarisca, ho scritto. Ovvero che rispondo solo quando mi sia charito. Fin qui ci arrivi?
Egeri ha scritto:Diciamo che stiamo parlando proprio di Dio come lo crede il cattolicesimo.
Quindi di uno che è uno e trino, figlio di se stesso, venuto tra noi partorito da una vergine rimasta tale prima, durante e dopo il parto, per salvarci mediante suicidio dalla pena a cui lui stesso ci aveva previamente condannato, come cencioso prestidigitatore che moltiplica derrate e cammina sull'acqua, per poi elegantemente lasciarci dopo essere morto e resuscitato tipo zombie ed asceso al cielo per sedere alla destra di se stesso.
La dottrina cattolica dice questo.
Egeri ha scritto:- "me ne è stata data una descrizione".
Come saprà il cattolico crede che dopo la morte verrà giudicato da Dio, quindi avrà la prova oggettiva dell'esistenza di Dio solo nelľaldilà.
Crede? Crede? Conosci la duifferenza tra credere e sapere? E cos'è l'aldilà? Che indicazioni (dico indicazioni eh, non prove) sussistono a far supporre che esista l'aldilà?
Ma sei scemo?
Egeri ha scritto:Allora adesso mi spieghi. Secondo lei 1 ) credere in Dio così inteso è privo di qualunque sostegno oggettivo. Se mi si dice che non c'è una prova oggettiva di Dio, significa che si è constatato che Dio è un "Oggetto" che non esiste. Ľunico modo per constatarlo è come dicevo andare nell'aldilà e vedere che questo "Oggetto" non c'è.
Lei è andato nelľaldilà e ha constatato che non c'è niente?
Occhio. Prima vorrei sapere, come già detto, che
- mi si è chiarito di quale divinità stiamo parlando
- me ne sia stata data una descrizione
Altrimenti non possiamo proseguire, se vogliamo parlare di qualcosa dobbiamo prima sapere di cosa.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Lei non risponde nel merito perché non sa più cosa rispondere. Bisogna dialogare serenamente e lealmente (come fa sempre Minsky) per il bene della discussione. La domanda che ho fatto è chiara: mi si porti la prova oggettiva che Dio (con tutte le caratteristiche dette) non esiste. Visto che lei aveva affermato questo, ma forse ha la memoria corta.
"E cos'è l'aldilà? Che indicazioni (dico indicazioni eh, non prove) sussistono a far supporre che esista l'aldilà?"
Il punto è proprio questo. Non ci sono indicazioni o prove nè a favore nè contro la esistenza delľaldilà. Eppure lei dice che non esiste. Forse c'è stato??
"E cos'è l'aldilà? Che indicazioni (dico indicazioni eh, non prove) sussistono a far supporre che esista l'aldilà?"
Il punto è proprio questo. Non ci sono indicazioni o prove nè a favore nè contro la esistenza delľaldilà. Eppure lei dice che non esiste. Forse c'è stato??
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Lei non risponde nel merito perché non sa più cosa rispondere. Bisogna dialogare serenamente e lealmente (come fa sempre Minsky) per il bene della discussione. La domanda che ho fatto è chiara: mi si porti la prova oggettiva che Dio (con tutte le caratteristiche dette) non esiste. Visto che lei aveva affermato questo, ma forse ha la memoria corta.
Io almeno di corto ho solo la memoria, qua vedo invece dei seri deficit percettivi nonché cognitivi.
Facciamo cosí, tu credi allo Zio Paperone e la Banda Bassotti? E se non ci credi, mi puoi portare le prove che non esistono? E qui siamo perfettamente in tema: per essere un minimo coerenti, i creduli dovrebbero credere a qualunque cosa.
Egeri ha scritto:Il punto è proprio questo. Non ci sono indicazioni o prove nè a favore nè contro la esistenza delľaldilà. Eppure lei dice che non esiste. Forse c'è stato??
E cos'è l'aldilà? Che indicazioni (dico indicazioni eh, non prove) sussistono a far supporre che esista l'aldilà?
Ripeto: io non devo portare prove di nulla. Chiedo solo che mi si mostri non dico una prova, ma anche una minima indicazione che possa far supporre l'esistenza di una qualsiasi divinità.
Altrimenti si tratta di una supposizione gratuita (quale è).
Come ti comporti tu in assenza di prove/indicazioni dell'esistenza dell'Uomo Ragno?
E poi occhio, ripeto: prima vorrei
- sapere di quale divinità stiamo parlando e che
- mi si dia una sua descrizione nonché una descrizione di quella cosa che taluni chiamano "aldilà"
Altrimenti non possiamo proseguire, se vogliamo parlare di qualcosa dobbiamo prima sapere di cosa.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Aldilà lo dice il nome = ciò che sta al di là, oltre questa vita terrena.
Il cattolico crede che dopo la morte il corpo rimane sulla terra, mentre l'anima va nell'aldilà e viene giudicata e destinata da a Dio al Paradiso, all'Inferno o al Purgatorio. è chiaro? C'è una divinità che noi chiamiamo Dio che fa questo giudizio. Fin qui ci arriva?
OK. Ma lei negando l'aldilà deve portare le prove per fare questa affermazione. Perchè se dice che l'aldilà non esiste significa che ha le prove oggettive. Ma la prova oggettiva è morire e tornare poi a dire a noi che l'aldilà non esiste. Lei ha fatto questa esperienza?
Ma io come credente non dico che ci sono le prove oggettive dell'esistenza dell'aldilà. Questo deve essere molto chiaro.
Il cattolico crede nell'aldilà non perché ha le prove oggettive, come le chiamava lei prima, ma per fede. La fede è proprio questo: credere nell'esistenza di qualcosa senza avere l'evidenza oggettiva di quella cosa.
Se lei in quanto ateo dice che l'aldilà non esiste, senza portarmi la prova oggettiva, è esattamente come un credente, perché "per fede atea" dice che l'aldilà non esiste, pur senza avere la prova della inesistenza dell'aldilà.
ERGO
come dicevo a Minsky, l'ateismo è una vera e propria fede religiosa.
Il cattolico crede che dopo la morte il corpo rimane sulla terra, mentre l'anima va nell'aldilà e viene giudicata e destinata da a Dio al Paradiso, all'Inferno o al Purgatorio. è chiaro? C'è una divinità che noi chiamiamo Dio che fa questo giudizio. Fin qui ci arriva?
io non devo portare prove di nulla.
OK. Ma lei negando l'aldilà deve portare le prove per fare questa affermazione. Perchè se dice che l'aldilà non esiste significa che ha le prove oggettive. Ma la prova oggettiva è morire e tornare poi a dire a noi che l'aldilà non esiste. Lei ha fatto questa esperienza?
Chiedo solo che mi si mostri non dico una prova, ma anche una minima indicazione che possa far supporre l'esistenza di una qualsiasi divinità.
Ma io come credente non dico che ci sono le prove oggettive dell'esistenza dell'aldilà. Questo deve essere molto chiaro.
Il cattolico crede nell'aldilà non perché ha le prove oggettive, come le chiamava lei prima, ma per fede. La fede è proprio questo: credere nell'esistenza di qualcosa senza avere l'evidenza oggettiva di quella cosa.
Se lei in quanto ateo dice che l'aldilà non esiste, senza portarmi la prova oggettiva, è esattamente come un credente, perché "per fede atea" dice che l'aldilà non esiste, pur senza avere la prova della inesistenza dell'aldilà.
ERGO
come dicevo a Minsky, l'ateismo è una vera e propria fede religiosa.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Esegeri ha scritto:Aldilà lo dice il nome = ciò che sta al di là, oltre questa vita terrena.
Il cattolico crede che dopo la morte il corpo rimane sulla terra, mentre l'anima va nell'aldilà e viene giudicata e destinata da a Dio al Paradiso, all'Inferno o al Purgatorio. è chiaro? C'è una divinità che noi chiamiamo Dio che fa questo giudizio. Fin qui ci arriva?
Non vedo descrizioni. E nemmeno l'ubicazione è tanto chiara, dov'è l'aldilà, su Marte, su Plutone, dove?
Né vedo a quale divinità ci si sta riferendo, ma ammettendo che si tratti di quella cattolica, continuo a non vederne la descrizione.
Qualunque bambino, all'età dell'amico immaginario, ne sa dare una descrizione in genere anche dettagliata.
Io prima di parlare di qualcosa vorrei sapere di cosa.
Fin qui ci arrivi?
Esegeri ha scritto:OK. Ma lei negando l'aldilà deve portare le prove per fare questa affermazione. Perchè se dice che l'aldilà non esiste significa che ha le prove oggettive. Ma la prova oggettiva è morire e tornare poi a dire a noi che l'aldilà non esiste. Lei ha fatto questa esperienza?
Dove avrei io negato l'aldilà? Come si può negare qualcosa se nemmeno si sa di cosa si sta parlando? Comunque se per "aldilà" (per stavolta ti aiuto, vah) si intende un qualche tipo di vita/esistenza che verrebbe dopo la morte biologica, posso tranquillamente affermare senza timore di smentita che a suo supporto non vi è la benché minima indicazione. Nulla, zero; quindi supporre che vi possa essere qualcosa del genere è completamente gratuito e fantasioso.
Fin qui ci arrivi?
Esegeri ha scritto:Il cattolico crede nell'aldilà non perché ha le prove oggettive, come le chiamava lei prima, ma per fede. La fede è proprio questo: credere nell'esistenza di qualcosa senza avere l'evidenza oggettiva di quella cosa.
Esatto, perfetto. Quindi la regola dovrebbe valere anche per lo Zio Paperone e per la Banda Bassotti.
Esegeri ha scritto:Se lei in quanto ateo dice che l'aldilà non esiste, senza portarmi la prova oggettiva, è esattamente come un credente, perché "per fede atea" dice che l'aldilà non esiste, pur senza avere la prova della sua insistenza.
Ripeto: non ho negato l'esistenza di nulla esattamente come tu non neghi l'esistenza dei suddetti Zio Paperone e Banda Bassotti; non ce n'è bisogno. Io però posso tranquillamente affermare senza timore di smentita che a suo supporto non vi è la benché minima indicazione. Nulla, zero; quindi supporre che vi possa essere qualcosa del genere è completamente gratuito e fantasioso.
Fin qui ci arrivi?
Esegeri ha scritto:ERGO
come dicevo a Minsky, l'ateismo è una vera e propria fede religiosa.
Ergo,
- la schizofrenia è una vera e propria salute mentale
- un bicchiere vuoto è una vera e propria birra
- un astemio è un tipo di alcoolizzato
ecceccecc
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
"non ho negato l'esistenza di nulla"
Quindi lei non nega ľesistenza dell'aldilà. Benissimo. Mi sembra un ottimo punto di arrivo per un ateo. La cosa è degna di essere ricordata. Che ne dice Minsky, perché non fa un thread apposito? Il titolo è bellissimo: "Ľateo non nega ľesistenza di nulla."
Quindi lei non nega ľesistenza dell'aldilà. Benissimo. Mi sembra un ottimo punto di arrivo per un ateo. La cosa è degna di essere ricordata. Che ne dice Minsky, perché non fa un thread apposito? Il titolo è bellissimo: "Ľateo non nega ľesistenza di nulla."
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:"non ho negato l'esistenza di nulla"
Quindi lei non nega ľesistenza dell'aldilà. Benissimo. Mi sembra un ottimo punto di arrivo per un ateo. La cosa è degna di essere ricordata. Che ne dice Minsky, perché non fa un thread apposito? Il titolo è bellissimo: "Ľateo non nega ľesistenza di nulla."
Quindi tu non neghi l'esistenza di Zio Paperone e della Banda Bassotti?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
In questo caso ho la prova oggettiva che non esistono nella realtà, si tratta solo di fumetti. Se vuole gliene invio qualcuno per posta così da convincere anche lei, visto che ha affermato che "non nego ľesistenza di nulla"...
Minsky ma non interviene? Venga ad aiutare Rasputin, è un po' in difficoltà...
Minsky ma non interviene? Venga ad aiutare Rasputin, è un po' in difficoltà...
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:In questo caso ho la prova oggettiva che non esistono nella realtà, si tratta solo di fumetti. Se vuole gliene invio qualcuno per posta così da convincere anche lei, visto che ha affermato che "non nego ľesistenza di nulla"...
Minsky ma non interviene? Venga ad aiutare Rasputin, è un po' in difficoltà...
Ossia, il fatto che esistono dei libriccini a fumertti chiamati "Topolino" sarebbe una prova che i personaggi ivi contenuti non esistono nellla realtà? Benissimo, ne prendo atto. Se vuoi ti invio una copia della bibbia ed una del vangelo, sono le prove oggettive che i personaggi ivi contenuti non esistono nella realtà, si tratta solo di libri.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
"Aiutare Rasputin"? Non mi pare proprio che lui abbia bisogno di aiuto.Egeri ha scritto:
Minsky ma non interviene? Venga ad aiutare Rasputin, è un po' in difficoltà...
Piuttosto, io rimango in attesa della replica alla demolizione del povero Anselmo d'Aosta.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Meno male Minsky che si è fatto vivo. Pensavo avesse paura di dire la sua.
Per ora Anselmo lasciamolo stare, ce ne occuperemo dopo. Avrà seguito invece, immagino, la discussione di queste ore con Rasputin, che ringrazio per le belle risposte che mi ha dato.
Lei cosa ne pensa? Nega ľesistenza dell'aldilà come lo si è descritto nei precedenti post? Immagino di sì, in quanto lei si definisce un ateo. È così?
Per ora Anselmo lasciamolo stare, ce ne occuperemo dopo. Avrà seguito invece, immagino, la discussione di queste ore con Rasputin, che ringrazio per le belle risposte che mi ha dato.
Lei cosa ne pensa? Nega ľesistenza dell'aldilà come lo si è descritto nei precedenti post? Immagino di sì, in quanto lei si definisce un ateo. È così?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsky ha scritto:"Aiutare Rasputin"? Non mi pare proprio che lui abbia bisogno di aiuto.Egeri ha scritto:
Minsky ma non interviene? Venga ad aiutare Rasputin, è un po' in difficoltà...
Piuttosto, io rimango in attesa della replica alla demolizione del povero Anselmo d'Aosta.
Beato te. Io sto ancora aspettando a che mi si risponda a questo
http://atei.forumitalian.com/t5002p300-un-credente-deve-credere-a-qualunque-cosa#384342
questo
http://atei.forumitalian.com/t5002p300-un-credente-deve-credere-a-qualunque-cosa#384342
questo
http://atei.forumitalian.com/t5002p300-un-credente-deve-credere-a-qualunque-cosa#384351
questo
http://atei.forumitalian.com/t5002p300-un-credente-deve-credere-a-qualunque-cosa#384367
qui proprio nessuna reazione:
http://atei.forumitalian.com/t5002p300-un-credente-deve-credere-a-qualunque-cosa#384369
ma sopratutto questo
http://atei.forumitalian.com/t5002p300-un-credente-deve-credere-a-qualunque-cosa#384369
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Meno male Minsky che si è fatto vivo. Pensavo avesse paura di dire la sua.
Per ora Anselmo lasciamolo stare, ce ne occuperemo dopo. Avrà seguito invece, immagino, la discussione di queste ore con Rasputin, che ringrazio per le belle risposte che mi ha dato.
Lei cosa ne pensa? Nega ľesistenza dell'aldilà come lo si è descritto nei precedenti post? Immagino di sì, in quanto lei si definisce un ateo. È così?
Io attendo risposta a questo
Rasputin ha scritto:Egeri ha scritto:In questo caso ho la prova oggettiva che non esistono nella realtà, si tratta solo di fumetti. Se vuole gliene invio qualcuno per posta così da convincere anche lei, visto che ha affermato che "non nego ľesistenza di nulla"...
Minsky ma non interviene? Venga ad aiutare Rasputin, è un po' in difficoltà...
Ossia, il fatto che esistono dei libriccini a fumertti chiamati "Topolino" sarebbe una prova che i personaggi ivi contenuti non esistono nellla realtà? Benissimo, ne prendo atto. Se vuoi ti invio una copia della bibbia ed una del vangelo, sono le prove oggettive che i personaggi ivi contenuti non esistono nella realtà, si tratta solo di libri.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Ma perché Minsky la spaventa dire sì alla mia innocua domandina?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Non ho seguito la discussione, ti sembrerà strano ma noi atei abbiamo anche una vita nel mondo reale...Egeri ha scritto:Meno male Minsky che si è fatto vivo. Pensavo avesse paura di dire la sua.
Per ora Anselmo lasciamolo stare, ce ne occuperemo dopo. Avrà seguito invece, immagino, la discussione di queste ore con Rasputin, che ringrazio per le belle risposte che mi ha dato.
Lei cosa ne pensa? Nega ľesistenza dell'aldilà come lo si è descritto nei precedenti post? Immagino di sì, in quanto lei si definisce un ateo. È così?
Purtroppo non trovo le "descrizioni dell'aldilà", potresti indicarmele?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsky ha scritto:[...]
«Ciò di cui non si può pensare il maggiore».
Bella frase! Dico sul serio, è concisa, elegante, e a prima vista assolutamente lapidaria e inoppugnabile.
Ma priva di senso.
"Il maggiore" di che? Stiamo facendo una comparazione. Si comparano mele con mele e pere con pere, per stare proprio sull'abc, come dici tu.
Se parliamo di elefanti, per esempio, "ciò di cui non si può pensare il maggiore" è l'elefante africano (Loxodonta africana), il più grande animale terrestre.
Se parliamo di balene, il più grande cetaceo è la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), forse il più grande animale che sia mai vissuto sulla Terra.
Se parliamo di pianeti del Sistema Solare, il più grande è Giove.
Se parliamo di stelle, la più grande conosciuta è un'ipergigante rossa, UY Scuti.
E così via.
Ma Anselmo d'Aosta non pensava ad alcunché di concreto. Lui parlava di entità concettuali. [...]
Ma forse parlava di un colonnello
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Ma perché Minsky la spaventa dire sì alla mia innocua domandina?
Senti chi parla. Attendo risposta:
Egeri ha scritto:Meno male Minsky che si è fatto vivo. Pensavo avesse paura di dire la sua.
Per ora Anselmo lasciamolo stare, ce ne occuperemo dopo. Avrà seguito invece, immagino, la discussione di queste ore con Rasputin, che ringrazio per le belle risposte che mi ha dato.
Lei cosa ne pensa? Nega ľesistenza dell'aldilà come lo si è descritto nei precedenti post? Immagino di sì, in quanto lei si definisce un ateo. È così?
Io attendo risposta a questo
Rasputin ha scritto:Egeri ha scritto:In questo caso ho la prova oggettiva che non esistono nella realtà, si tratta solo di fumetti. Se vuole gliene invio qualcuno per posta così da convincere anche lei, visto che ha affermato che "non nego ľesistenza di nulla"...
Minsky ma non interviene? Venga ad aiutare Rasputin, è un po' in difficoltà...
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:[...]
«Ciò di cui non si può pensare il maggiore».
Bella frase! Dico sul serio, è concisa, elegante, e a prima vista assolutamente lapidaria e inoppugnabile.
Ma priva di senso.
"Il maggiore" di che? Stiamo facendo una comparazione. Si comparano mele con mele e pere con pere, per stare proprio sull'abc, come dici tu.
Se parliamo di elefanti, per esempio, "ciò di cui non si può pensare il maggiore" è l'elefante africano (Loxodonta africana), il più grande animale terrestre.
Se parliamo di balene, il più grande cetaceo è la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), forse il più grande animale che sia mai vissuto sulla Terra.
Se parliamo di pianeti del Sistema Solare, il più grande è Giove.
Se parliamo di stelle, la più grande conosciuta è un'ipergigante rossa, UY Scuti.
E così via.
Ma Anselmo d'Aosta non pensava ad alcunché di concreto. Lui parlava di entità concettuali. [...]
Ma forse parlava di un colonnello
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Bene Minsky, ecco qua la domandina.
Aldilà = ciò che sta al di là, oltre questa vita terrena.
Il cattolico crede che dopo la morte il corpo rimane sulla terra, mentre l'anima va nell'aldilà e viene giudicata e destinata da Dio al Paradiso, all'Inferno o al Purgatorio.
Lei nega che esista ľaldilà così inteso?
Aldilà = ciò che sta al di là, oltre questa vita terrena.
Il cattolico crede che dopo la morte il corpo rimane sulla terra, mentre l'anima va nell'aldilà e viene giudicata e destinata da Dio al Paradiso, all'Inferno o al Purgatorio.
Lei nega che esista ľaldilà così inteso?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Non esiste alcuna "anima". È un inganno cognitivo. L'ho già spiegato qui.Egeri ha scritto:Bene Minsky, ecco qua la domandina.
Aldilà = ciò che sta al di là, oltre questa vita terrena.
Il cattolico crede che dopo la morte il corpo rimane sulla terra, mentre l'anima va nell'aldilà e viene giudicata e destinata da Dio al Paradiso, all'Inferno o al Purgatorio.
Lei nega che esista ľaldilà così inteso?
Dal momento che l'anima non esiste, dopo la morte non va da nessuna parte, men che meno in un ipotetico "aldilà". A questo punto, che l'aldilà esista oppure no, non fa nessuna differenza. È irrilevante stabilire se esista, ammesso che sia stato mai definito in che cosa dovrebbe consistere questo presunto "aldilà".
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Bene Minsky, ecco qua la domandina.
Aldilà = ciò che sta al di là, oltre questa vita terrena.
Il cattolico crede che dopo la morte il corpo rimane sulla terra, mentre l'anima va nell'aldilà e viene giudicata e destinata da Dio al Paradiso, all'Inferno o al Purgatorio.
Lei nega che esista ľaldilà così inteso?
Io sto ancora aspettando le risposte, ad esempio quelle richieste qui
http://atei.forumitalian.com/t5002p325-un-credente-deve-credere-a-qualunque-cosa#384385
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Va bene Minsky, quindi ľaldilà non esiste?
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Se l'aldilà è il posto dove vanno le anime delle persone morte, non esiste, come ho spiegato nell'intervento linkato sopra.Egeri ha scritto:Va bene Minsky, quindi ľaldilà non esiste?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Va bene Minsky, quindi ľaldilà non esiste?
Esegeri, ti vedo in serie difficoltà.
Dove sono le risposte a tutte le mie domande?
E le prove oggettive che la Banda Bassotti non esiste perché è un fumetto, come la mettiamo con bibbia e vangeli che son libri anche loro?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Se lei dice che l'aldilà non esiste significa che ha le prove oggettive per fare questa affermazione. Ma la prova oggettiva è morire, constatare che non c'è niente, e tornare poi a dire a noi che l'aldilà non esiste.Minsky ha scritto:Se l'aldilà è il posto dove vanno le anime delle persone morte, non esiste, come ho spiegato nell'intervento linkato sopra.Egeri ha scritto:Va bene Minsky, quindi ľaldilà non esiste?
Mancando una prova oggettiva, la sua affermazione diventa dogmatica, un assioma creduto "per fede atea".
ERGO
l'ateismo è in tutto equiparabile a una fede religiosa.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Bravo hai centrato il punto. Ci sono le prove oggettive che l'anima non esiste, poiché l'anima non esiste non può andare da nessuna parte dopo la morte, e pertanto un luogo chiamato "aldilà" e definito come "il posto dove vanno le anime delle persone morte" non esiste.Egeri ha scritto:Se lei dice che l'aldilà non esiste significa che ha le prove oggettive per fare questa affermazione. Ma la prova oggettiva è morire, constatare che non c'è niente, e tornare poi a dire a noi che l'aldilà non esiste.Minsky ha scritto:Se l'aldilà è il posto dove vanno le anime delle persone morte, non esiste, come ho spiegato nell'intervento linkato sopra.Egeri ha scritto:Va bene Minsky, quindi ľaldilà non esiste?
Mancando una prova oggettiva, la sua affermazione diventa dogmatica, un assioma creduto "per fede atea".
ERGO
l'ateismo è in tutto equiparabile a una fede religiosa.
Nella speranza che una consecutio logica così elementare arrivi ad afferrarla.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Caro don Minsky, lei si è costruito la sua bella religione...
La vedo bene con il saio... ahahaha
La vedo bene con il saio... ahahaha
Egeri- -------------
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Se lei dice che l'aldilà non esiste significa che ha le prove oggettive per fare questa affermazione. Ma la prova oggettiva è morire, constatare che non c'è niente, e tornare poi a dire a noi che l'aldilà non esiste.Minsky ha scritto:Se l'aldilà è il posto dove vanno le anime delle persone morte, non esiste, come ho spiegato nell'intervento linkato sopra.Egeri ha scritto:Va bene Minsky, quindi ľaldilà non esiste?
Mancando una prova oggettiva, la sua affermazione diventa dogmatica, un assioma creduto "per fede atea".
ERGO
l'ateismo è in tutto equiparabile a una fede religiosa.
Ergo,
- la schizofrenia è in tutto equiparabile ad una salute mentale
- un bicchiere vuoto è in tutto equiparabile a una birra
- un astemio è in tutto equiparabile a un alcoolizzato (sai cos'è una "a" privativa?)
ecceccecc
Ultima modifica di Rasputin il Sab 24 Mar 2018 - 20:54 - modificato 1 volta.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Cos'è che non capisci di "ci sono prove oggettive"?Egeri ha scritto:Caro don Minsky, lei si è costruito la sua bella religione...
La vedo bene con il saio... ahahaha
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:
Se lei dice che Topolinia non esiste significa che ha le prove oggettive per fare questa affermazione. Ma la prova oggettiva è diventare un cartone animato, constatare che non c'è niente, e tornare poi a dire a noi che Topolinia non esiste.
Mancando una prova oggettiva, la sua affermazione diventa dogmatica, un assioma creduto "per fede fumettistica".
ERGO
la passione per i fumetti è in tutto equiparabile a una fede religiosa.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Può darsi don Minsky che un giorno la faranno cardinale della sua chiesa atea. Ahahah
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
L'importante è non essere un cardinale della tua chiesa di schifosi parassiti inculabambini.Egeri ha scritto:Può darsi don Minsky che un giorno la faranno cardinale della sua chiesa atea. Ahahah
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Egeri ha scritto:Può darsi don Minsky che un giorno la faranno cardinale della sua chiesa atea. Ahahah
E questa è la resa, da tre pagine eviti di rispondere e da due non si vedono argomenti.
Un trollino a vita corta
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Se va avanti don Minsky con lo stesso dogmatismo un giorno può darsi che la faranno addirittura papa della sua chiesa atea... il gregge disposto a bere i suoi sermoni non manca a quanto pare...ahahahah
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Non avrei certo niente di cui vergognarmi... a differenza dei papi della tua chiesa: una schiera di assassini, ladri, stupratori, criminali, dittatori, delinquenti e bugiardi.Egeri ha scritto:Se va avanti con lo stesso dogmatismo un giorno può darsi che la faranno addirittura papa della sua chiesa atea... il gregge disposto a bere i suoi sermoni non manca a quanto pare...ahahahah
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