Credere non credere in qualcosa, puo esserci una via di mezzo ?
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Credere non credere in qualcosa, puo esserci una via di mezzo ?
Togliendo Dio e il suo assolutismo, crediamo in molte cose, amicizia, amore, felicità. Possiamo dentro di noi credere in qualcosa e allo stesso tempo rifiutarla come unica verità ponderabile ? Capita spesso di continuare ad amare qualcuno che ci ha tradito o provare del bene per un vecchio amico che ci ha fatto del male o ancora essere felici per qualcosa e un istante dopo essere tristi per un ' altro pensiero o notizia che ci balena davanti agli occhi. Sò che le emozioni non sono razionali. Ma mi domando possiamo avere il controllo delle nostre emozioni concentrando i nostri pensieri su cio che c'è di positivo nella nostra vita ? E ancora, abbiamo qualche possibilità di essere costantemente e realmente felici nella nostra vita o sono solo attimi sfuggenti e ci dobbiamo accontentare di una piu modesta serenità ? Come possiamo distinguere tra il credere di avere qualcuna di queste cose e l' esserne certi ?
La serenità puo essere questa tanto sospirata via di mezzo ? E cosa bisogna fare per ottenerla ?
La serenità puo essere questa tanto sospirata via di mezzo ? E cosa bisogna fare per ottenerla ?
___________________
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere.
.Thomas More.
Libero- -------------
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SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 17.11.08
Re: Credere non credere in qualcosa, puo esserci una via di mezzo ?
sarebbe curioso definire il concetto di "felicità". cosa intende l'essere umano per essere felice?
io credo che l'uomo sia un essere vulnerabile di natura, labile, che ha cercato,da quando ha iniziato a sviluppare i primi pensieri, a darsi qualcosa di concreto e certo per sopravvivere alla sua vulnerabilità, insostenibile, ma così brutalmente coerente con l'idea stessa della vita che oggi è domani non è più.
io penso che tutti noi abbiamo dei pensieri celati dentro di noi, cose che pensiamo ma che nascondiamo a tal punto che alla fine non distinguiamo più i nostri reali pensieri con il condizionamento con la realtà circostante.
non esiste un assoluto. non esiste la felicità separata dal dramma (non foss'altro per il fatto che tale felicità dovrà cessare un giorno inevitabilmente con la nostra fine).
l'uomo si è creato dei parametri e li rincorre tutta la vita. l'amore anche è diventato un parametro. è stato mistificato dalla letteratura e indichiamo con quel nome qualsiasi cosa ci capiti davanti che riteniamo secondo parametri possa corrisponderlo. ma noi sappiamo sempre quando stiamo usando forzature per sopravvivere.
ebbene io credo che la felicità più grande sia quello di sentirsi coerenti con sè stessi senza ricorrere a forzature per adattarci ad un mondo fatto di parametri.
se poi la coerenza di pensiero corrisponde con il sentimento..bhè ti senti fortunato, il dramma è che comunque diventa ancor più intollerabile l'idea della fine.
io credo che l'uomo sia un essere vulnerabile di natura, labile, che ha cercato,da quando ha iniziato a sviluppare i primi pensieri, a darsi qualcosa di concreto e certo per sopravvivere alla sua vulnerabilità, insostenibile, ma così brutalmente coerente con l'idea stessa della vita che oggi è domani non è più.
io penso che tutti noi abbiamo dei pensieri celati dentro di noi, cose che pensiamo ma che nascondiamo a tal punto che alla fine non distinguiamo più i nostri reali pensieri con il condizionamento con la realtà circostante.
non esiste un assoluto. non esiste la felicità separata dal dramma (non foss'altro per il fatto che tale felicità dovrà cessare un giorno inevitabilmente con la nostra fine).
l'uomo si è creato dei parametri e li rincorre tutta la vita. l'amore anche è diventato un parametro. è stato mistificato dalla letteratura e indichiamo con quel nome qualsiasi cosa ci capiti davanti che riteniamo secondo parametri possa corrisponderlo. ma noi sappiamo sempre quando stiamo usando forzature per sopravvivere.
ebbene io credo che la felicità più grande sia quello di sentirsi coerenti con sè stessi senza ricorrere a forzature per adattarci ad un mondo fatto di parametri.
se poi la coerenza di pensiero corrisponde con il sentimento..bhè ti senti fortunato, il dramma è che comunque diventa ancor più intollerabile l'idea della fine.
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"Che cos'ho in comune con gli ebrei? Non ho neppure niente in comune con me stesso"
F.Kafka
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
Età : 44
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Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Credere non credere in qualcosa, puo esserci una via di mezzo ?
ros79 ha scritto:
non esiste un assoluto. non esiste la felicità separata dal dramma (non foss'altro per il fatto che tale felicità dovrà cessare un giorno inevitabilmente con la nostra fine).
Essere felici è avere la certezza che nessuno ha mai messo la parola FINE alla nostra vita.
Quella parola la possiamo mettere soltanto noi.
Siamo parte del creato, e se il creato come tale è infinito, anche la nostra esistenza è infinita.
Flyk
Ospite- Ospite
Re: Credere non credere in qualcosa, puo esserci una via di mezzo ?
Seeeee vabbè buonanotte... :rassegnato:mr.flyk ha scritto:Essere felici è avere la certezza che nessuno ha mai messo la parola FINE alla nostra vita.
Quella parola la possiamo mettere soltanto noi.
Siamo parte del creato, e se il creato come tale è infinito, anche la nostra esistenza è infinita.
Flyk
Io credo che la felicità sia un momento, e che quando le cose vanno più o meno bene siamo sereni.
Di più non aggiungo perchè ros sa bene che non amo questo genere di discorsi
davide- -------------
- Numero di messaggi : 11190
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Data d'iscrizione : 15.11.08
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