Un credente deve credere a qualunque cosa
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Non ho detto che eserciti "una spaventosa forza di volontà" per credere ai dogmi della religione. Ho detto che applichi un esercizio di volontà paradossale e innaturale. Perché sono sicuro che in un angolino della tua mente c'è un pensiero che sta lì come sopito, ma a tratti si risveglia, e ti dà, così all'improvviso, la consapevolezza che le stravaganti scemenze in cui ti sforzi di credere sono false, falsissime, assurde e, in buona sostanza, soltanto una grande presa per il culo a cui ti sei assoggettata per tua debolezza e tremenda forza di chi con la tua debolezza si fa ricco e potente.marisella ha scritto:Minsk, scusa, ma io credo in un solo Dio, e il resto è scritto nel Credo, e ne' esercito una spaventosa forza di volonta'per crederci,
È esattamente questo. "Voci" nella testa, illusioni, pareidolie, inganni cognitivi. Si tratta di fenomeni noti e a cui tutti siamo soggetti. Conoscerli è un primo passo per non farsi ingannare dal furbo clero che sa bene come confondere le persone di mente debole. E bada che avere anche una vasta cultura non è garanzia di robustezza mentale, come tanti esempi ci dimostrano.marisella ha scritto:... e Dio non è illusione e ne' vuoto ontologico assoluto,
Io non posso fare più che darti qualche suggerimento su come iniziare un percorso di consapevolezza. È comunque molto di più di quello che può fare il tuo dio, dal momento che lui non esiste e io sì (ancora per un po'). Ciò che a te sembra provenire dal dio, è originato dalla tua fantasia: si tratta di un meccanismo psicologico ben noto, in cui la coscienza della persona cerca un appoggio esterno e, non trovandolo, lo crea dall'immaginazione. È segno di solitudine: non hai chi ti possa dare l'appoggio di cui avresti bisogno, perciò lo crei dentro di te. Sembra una buona soluzione perché la fantasia ti permette di attribuire all'amico immaginario qualunque facoltà, e così ti convinci che lui possa risolvere ogni problema, attuale o futuro. Ma resta un'illusione e in quanto tale è terribilmente fragile. Per compensare questa fragilità, interviene il costo. Credere ha un costo altissimo in termini di rinuncia alla propria integrità intellettuale, così il credente si convince che grazie a questo sacrificio acquisterà la benevolenza del dio e otterrà l'esaudimento dei suoi desideri. Come vedi è un meccanismo perverso.marisella ha scritto:... è l'unico che mi sostiene nei momenti di sconforto e mi da' coraggio [che lo fai tu?],
In effetti tutti, chi più chi meno, viviamo di illusioni. La differenza è solo tra chi ne è consapevole, e chi no.marisella ha scritto:... poi se nella mia mente raffiguro il Cristo come Buon Pastore o Pantocràtor non ha importanza, invece quelle di Don Chisciotte sono illusioni, è definita illusione la percezione erronea di uno stimolo reale. Anche Leopardi viveva di illusioni.
Benedetta ragazza, assolutamente sì, fai benissimo ad andare in spiaggia. Stai attenta agli eritemi però, con quella pelle chiara.marisella ha scritto:Vorrei dormire 2 ore, Non sono stata bene stanotte, pare che sia bel tempo e domani è il solstizio,mi piace essere in spiaggia il giorno del solstizio. Mi hanno sistemato in casa anche la linea dsl, spesso posso collegarmi.Ciao.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Davvero, ho la mente debole?Poco meno di una schizofrenica?E tu che ci stai a parlare a fare con una schizofrenica?Io non ho la pelle chiara, sono un bruna mediterranea, non sono una svedesina, poi scelgo le ore migliori e mi faccio spalmare la schiena con crema solare factor 30.Un tempo , secoli fa, tutte le creme solari profumavano, mi piacevano questi profumi estivi e , diciamo , solari [a me non mi hanno mai definito solare, solo crepuscolare e lunare e vabbe'], poi hanno tolto iprofumi perchè allergizzanti.Mi è spiaciuto.Minsky ha scritto:Non ho detto che eserciti "una spaventosa forza di volontà" per credere ai dogmi della religione. Ho detto che applichi un esercizio di volontà paradossale e innaturale. Perché sono sicuro che in un angolino della tua mente c'è un pensiero che sta lì come sopito, ma a tratti si risveglia, e ti dà, così all'improvviso, la consapevolezza che le stravaganti scemenze in cui ti sforzi di credere sono false, falsissime, assurde e, in buona sostanza, soltanto una grande presa per il culo a cui ti sei assoggettata per tua debolezza e tremenda forza di chi con la tua debolezza si fa ricco e potente.marisella ha scritto:Minsk, scusa, ma io credo in un solo Dio, e il resto è scritto nel Credo, e ne' esercito una spaventosa forza di volonta'per crederci,È esattamente questo. "Voci" nella testa, illusioni, pareidolie, inganni cognitivi. Si tratta di fenomeni noti e a cui tutti siamo soggetti. Conoscerli è un primo passo per non farsi ingannare dal furbo clero che sa bene come confondere le persone di mente debole. E bada che avere anche una vasta cultura non è garanzia di robustezza mentale, come tanti esempi ci dimostrano.marisella ha scritto:... e Dio non è illusione e ne' vuoto ontologico assoluto,Io non posso fare più che darti qualche suggerimento su come iniziare un percorso di consapevolezza. È comunque molto di più di quello che può fare il tuo dio, dal momento che lui non esiste e io sì (ancora per un po'). Ciò che a te sembra provenire dal dio, è originato dalla tua fantasia: si tratta di un meccanismo psicologico ben noto, in cui la coscienza della persona cerca un appoggio esterno e, non trovandolo, lo crea dall'immaginazione. È segno di solitudine: non hai chi ti possa dare l'appoggio di cui avresti bisogno, perciò lo crei dentro di te. Sembra una buona soluzione perché la fantasia ti permette di attribuire all'amico immaginario qualunque facoltà, e così ti convinci che lui possa risolvere ogni problema, attuale o futuro. Ma resta un'illusione e in quanto tale è terribilmente fragile. Per compensare questa fragilità, interviene il costo. Credere ha un costo altissimo in termini di rinuncia alla propria integrità intellettuale, così il credente si convince che grazie a questo sacrificio acquisterà la benevolenza del dio e otterrà l'esaudimento dei suoi desideri. Come vedi è un meccanismo perverso.marisella ha scritto:... è l'unico che mi sostiene nei momenti di sconforto e mi da' coraggio [che lo fai tu?],In effetti tutti, chi più chi meno, viviamo di illusioni. La differenza è solo tra chi ne è consapevole, e chi no.marisella ha scritto:... poi se nella mia mente raffiguro il Cristo come Buon Pastore o Pantocràtor non ha importanza, invece quelle di Don Chisciotte sono illusioni, è definita illusione la percezione erronea di uno stimolo reale. Anche Leopardi viveva di illusioni.Benedetta ragazza, assolutamente sì, fai benissimo ad andare in spiaggia. Stai attenta agli eritemi però, con quella pelle chiara.marisella ha scritto:Vorrei dormire 2 ore, Non sono stata bene stanotte, pare che sia bel tempo e domani è il solstizio,mi piace essere in spiaggia il giorno del solstizio. Mi hanno sistemato in casa anche la linea dsl, spesso posso collegarmi.Ciao.
Ma guarda che Dio non è un'illusione, perchè tale sia dovrei percepire qualcosa e poi alterarla, ma io non percepisco nulla da alterere erroneamente, guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla. Come diceva S.Paolo :Chi ci separera' dall'amore di Nostro Signore Gesu' Cristo? Nessuno , mio caro.
Ciao.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
«Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.» (1Corinzi 15,14).marisella ha scritto:
Ma guarda che Dio non è un'illusione, perchè tale sia dovrei percepire qualcosa e poi alterarla, ma io non percepisco nulla da alterere erroneamente, guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla. Come diceva S.Paolo :Chi ci separera' dall'amore di Nostro Signore Gesu' Cristo? Nessuno , mio caro.
Ciao.
Mi spiace informarti che Cristo, quello di cui parlano i vangeli, non è mai esistito e tanto meno è resuscitato.
Le cose stanno diversamente. Ti hanno ingannata. Di più che dirtelo non saprei che fare.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla
Il problema è che in realtà per te cambierebbe eccome, in negativo.
I morti non hanno voce. Non possono più dire cosa avrebbero voluto.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Eh, in realtà questo genere di intrattenimento è caduto quasi del tutto in disuso.Armok ha scritto:guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla
Il problema è che in realtà per te cambierebbe eccome, in negativo.
I morti non hanno voce. Non possono più dire cosa avrebbero voluto.
Comunque è facile capire che Marisella ha voluto esprimersi con un'iperbole.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Non so se sia un'iperbole, per lei.
Per un credente, almeno in linea teorica, vale realmente la pena essere ucciso per la propria fede. Ma è un'inutile spreco di una vita umana.
Mi viene in mente il caso di quella donna in Sudan, tale Meriam, che ha dovuto partorire in carcere e rischiato la pena di morte per non aver rinnegato la fede cristiana in favore dell'islam.
Ricordo di avere scritto, in una discussione su un infame pagina di trolling anti-ateo su Facebook ( Ateismo No Grazie ) che la cosa più sensata da fare sarebbe stato accontentare i carcerieri, fingere di essere musulmana e lasciare il paese il prima possibile.
Per tutta risposta sono stato insultato gratuitamente dal cristianissimo admin di pagina: "non penserai mica che siano tutti fessi come te e ci caschino?" . Che peraltro mi ha dato pure del codardo in quanto non disposto a morire per le mie idee.
Bè, per me una persona disposta a compromettere la propria vita e quella della figlia in nome di una fede indimostrabile, è peggio che fessa: è folle, è illusa, è incapace di tutelare la propria vita.
E quelli disposti a incarcerare una donna incinta, e magari ad ammazzarla, sempre in nome della suddetta fede? Peggio che fessi, pazzi e fuorviati anche loro.
Già la vita è breve, e piena di dolore. Se poi ci si impegna attivamente per peggiorarla, se si getta la ragione nella latrina del fideismo, ecco l'inferno in terra.
Per un credente, almeno in linea teorica, vale realmente la pena essere ucciso per la propria fede. Ma è un'inutile spreco di una vita umana.
Mi viene in mente il caso di quella donna in Sudan, tale Meriam, che ha dovuto partorire in carcere e rischiato la pena di morte per non aver rinnegato la fede cristiana in favore dell'islam.
Ricordo di avere scritto, in una discussione su un infame pagina di trolling anti-ateo su Facebook ( Ateismo No Grazie ) che la cosa più sensata da fare sarebbe stato accontentare i carcerieri, fingere di essere musulmana e lasciare il paese il prima possibile.
Per tutta risposta sono stato insultato gratuitamente dal cristianissimo admin di pagina: "non penserai mica che siano tutti fessi come te e ci caschino?" . Che peraltro mi ha dato pure del codardo in quanto non disposto a morire per le mie idee.
Bè, per me una persona disposta a compromettere la propria vita e quella della figlia in nome di una fede indimostrabile, è peggio che fessa: è folle, è illusa, è incapace di tutelare la propria vita.
E quelli disposti a incarcerare una donna incinta, e magari ad ammazzarla, sempre in nome della suddetta fede? Peggio che fessi, pazzi e fuorviati anche loro.
Già la vita è breve, e piena di dolore. Se poi ci si impegna attivamente per peggiorarla, se si getta la ragione nella latrina del fideismo, ecco l'inferno in terra.
Ultima modifica di Armok il Lun 20 Giu 2016 - 21:52 - modificato 1 volta.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsk, ma quale iperbole, se qualcuno dicesse , chi darebbe la vita per Cristo, io mi metto subito in fila. Imorti hanno voce , e anche piu' dei vivi talvolta. Cristo è esistito, è morto e risorto, è tutto vero, dunque tu mi dici che sono stata ingannata, quel che conta è che non siate stati ingannati voi.Minsky ha scritto:Eh, in realtà questo genere di intrattenimento è caduto quasi del tutto in disuso.Armok ha scritto:guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla
Il problema è che in realtà per te cambierebbe eccome, in negativo.
I morti non hanno voce. Non possono più dire cosa avrebbero voluto.
Comunque è facile capire che Marisella ha voluto esprimersi con un'iperbole.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Questo è il mondo dei vivi, non si torna dal mondo dei morti.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Interessantissimo quello che riferisci. Sull'idiozia credula non si finisce mai di imparare.Armok ha scritto:Non so se sia un'iperbole, per lei.
Per un credente, almeno in linea teorica, vale realmente la pena essere ucciso per la propria fede. Ma è un'inutile spreco di una vita umana.
Mi viene in mente il caso di quella donna in Sudan, tale Meriam, che ha dovuto partorire in carcere e rischiato la pena di morte per non aver rinnegato la fede cristiana in favore dell'islam.
Ricordo di avere scritto, in una discussione su un infame pagina di trolling anti-ateo su Facebook ( Ateismo No Grazie ) che la cosa più sensata da fare sarebbe stato accontentare i carcerieri, fingere di essere musulmana e lasciare il paese il prima possibile.
Per tutta risposta sono stato insultato gratuitamente dal cristianissimo admin di pagina: "non penserai mica che siano tutti fessi come te e ci caschino?" . Che peraltro mi ha dato pure del codardo in quanto non disposto a morire per le mie idee.
Bè, per me una persona disposta a compromettere la propria vita e quella della figlia in nome di una fede indimostrabile, è peggio che fessa: è folle, è illusa, è incapace di tutelare la propria vita.
E quelli disposti a incarcerare una donna incinta, e magari ad ammazzarla, sempre in nome della suddetta fede? Peggio che fessi, pazzi e fuorviati anche loro.
Già la vita è breve, e piena di dolore. Se poi ci si impegna attivamente per peggiorarla, se si getta la ragione nella latrina del fideismo, ecco l'inferno in terra.
«Non penserai mica che ci caschino», ha detto il cretino. Bene, ma allora non c'è modo di scamparla. Se rifiuti di convertirti, ti uccidono. Se accetti di convertirti, "non ci cascano", e ti uccidono. Il grandissimo somaro non si rende conto che stiamo parlando di stronzate. Almeno un ateo non avrebbe alcuna difficoltà a fingere la conversione, loro invece non prendono nemmeno in considerazione l'idea di fingere per salvarsi la pelle. E pensano di essere eroici. Che imbecilli. Eroi della merda.
Si può essere eroi ed essere disposti a morire per le proprie idee, quando sono idee che implicano il maggior bene delle persone a cui teniamo. O per i più altruisti il maggior bene dell'umanità.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Giusto. È straordinario quante osservazioni giuste infili, qui e là, pur avendo un pensiero di fondo del tutto distorto.marisella ha scritto:Minsk, ma quale iperbole, se qualcuno dicesse , chi darebbe la vita per Cristo, io mi metto subito in fila. Imorti hanno voce , e anche piu' dei vivi talvolta. Cristo è esistito, è morto e risorto, è tutto vero, dunque tu mi dici che sono stata ingannata, quel che conta è che non siate stati ingannati voi. CiaoMinsky ha scritto:Eh, in realtà questo genere di intrattenimento è caduto quasi del tutto in disuso.Armok ha scritto:guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla
Il problema è che in realtà per te cambierebbe eccome, in negativo.
I morti non hanno voce. Non possono più dire cosa avrebbero voluto.
Comunque è facile capire che Marisella ha voluto esprimersi con un'iperbole.
«Quel che conta è che non siamo stati ingannati noi [atei]». No, questo è sicuro. Non possiamo essere ingannati perché non ascoltiamo affatto le favole del clero bugiardo. Nessuno può ingannarci perché non diamo retta a chi farnetica di concetti vuoti e senza senso, raccontando storie tanto fasulle quanto brutte e deprimenti.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsk, ma guarda un po', ma me lo devi dire tu per quali idee io debba essere disposta a morire? In genere si da' la vita per la mamma, la Patria e Dio.Sto vedendo un dvd molto interessante, Excalibur, che mi ha fatto venire un cerchio alla testa .Minsky ha scritto:Interessantissimo quello che riferisci. Sull'idiozia credula non si finisce mai di imparare.Armok ha scritto:Non so se sia un'iperbole, per lei.
Per un credente, almeno in linea teorica, vale realmente la pena essere ucciso per la propria fede. Ma è un'inutile spreco di una vita umana.
Mi viene in mente il caso di quella donna in Sudan, tale Meriam, che ha dovuto partorire in carcere e rischiato la pena di morte per non aver rinnegato la fede cristiana in favore dell'islam.
Ricordo di avere scritto, in una discussione su un infame pagina di trolling anti-ateo su Facebook ( Ateismo No Grazie ) che la cosa più sensata da fare sarebbe stato accontentare i carcerieri, fingere di essere musulmana e lasciare il paese il prima possibile.
Per tutta risposta sono stato insultato gratuitamente dal cristianissimo admin di pagina: "non penserai mica che siano tutti fessi come te e ci caschino?" . Che peraltro mi ha dato pure del codardo in quanto non disposto a morire per le mie idee.
Bè, per me una persona disposta a compromettere la propria vita e quella della figlia in nome di una fede indimostrabile, è peggio che fessa: è folle, è illusa, è incapace di tutelare la propria vita.
E quelli disposti a incarcerare una donna incinta, e magari ad ammazzarla, sempre in nome della suddetta fede? Peggio che fessi, pazzi e fuorviati anche loro.
Già la vita è breve, e piena di dolore. Se poi ci si impegna attivamente per peggiorarla, se si getta la ragione nella latrina del fideismo, ecco l'inferno in terra.
«Non penserai mica che ci caschino», ha detto il cretino. Bene, ma allora non c'è modo di scamparla. Se rifiuti di convertirti, ti uccidono. Se accetti di convertirti, "non ci cascano", e ti uccidono. Il grandissimo somaro non si rende conto che stiamo parlando di stronzate. Almeno un ateo non avrebbe alcuna difficoltà a fingere la conversione, loro invece non prendono nemmeno in considerazione l'idea di fingere per salvarsi la pelle. E pensano di essere eroici. Che imbecilli. Eroi della merda.
Si può essere eroi ed essere disposti a morire per le proprie idee, quando sono idee che implicano il maggior bene delle persone a cui teniamo. O per i più altruisti il maggior bene dell'umanità.
PS. Un filologo mi ha detto che debba non gli piace, è meglio scrivere deva, sempre per congiuntivo presente;non so tu che ne pensi.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Se posso chiedere, Marisella.
C'è qualcosa o qualcuno per cui daresti la vita se, per ipotesi, fossi assolutamente certa che dopo la morte è il nulla, si scompare e non si esiste più?
C'è qualcosa o qualcuno per cui daresti la vita se, per ipotesi, fossi assolutamente certa che dopo la morte è il nulla, si scompare e non si esiste più?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsky ha scritto:«Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.» (1Corinzi 15,14).marisella ha scritto:
Ma guarda che Dio non è un'illusione, perchè tale sia dovrei percepire qualcosa e poi alterarla, ma io non percepisco nulla da alterere erroneamente, guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla. Come diceva S.Paolo :Chi ci separera' dall'amore di Nostro Signore Gesu' Cristo? Nessuno , mio caro.
Ciao.
Mi spiace informarti che Cristo, quello di cui parlano i vangeli, non è mai esistito e tanto meno è resuscitato.
Le cose stanno diversamente. Ti hanno ingannata. Di più che dirtelo non saprei che fare.
ma vabbè, pure che fosse esistito cosa cambia? Non sosterrebbe nessuna immaginazione
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsk c'è una bella differenza nel credere nel Dio Unico o nell'imbonitrice televisiva.Cio' che tu chiami credenza, insomma , la fede, è una delle tre virtu' teologali ma non è gratuita, non ti scende sulla testa all'improvviso, tu devi cercare la fede, la fede va cercata, se poi Dio vuole, te la da.Poi certo che dalla propria religione ognuno vuole dei vantaggi, dei benefici, vuole salute, vuole laurearsi in fretta, vuole soldi.CiaoMinsky ha scritto:... Dedicato agli utentiDimostrazione logica della...
il cui nickname
inizia con la lettera "J"PROVA CHE UN CREDENTE NON PUÒ ESIMERSI DAL CREDERE A QUALUNQUE COSA
Nell'accezione intesa qui, "credente" vuol dire una persona che crede all'esistenza di una divinità trascendente e che in generale ma non necessariamente, si professa adepto o fedele di una confessione religiosa. Considerata la difficoltà oggettiva di dare una definizione rigorosa di termini come "dio" e "religione", assumo che la persona che si dichiara credente debba essere creduta in buonafede nella sua convinzione di essere credente. In altre parole, se un individuo si dice credente, allora davvero egli crede vere le cose in cui dice di credere.
Premesso ciò, come prima cosa consideriamo uno scenario tipico che possa qualificare l'ambiente ideologico del credente. Poiché è ben familiare alla maggior parte dei lettori, prenderò brevemente in esame la religione cristiana. Questa religione comporta innanzi tutto la credenza in un dio fondamentalmente immateriale e trascendente, ma capace di materializzarsi in un essere umano (almeno una volta). Inoltre questo dio sarebbe anche il motore primo di tutto l'Universo esistente. Inoltre sappiamo - cosa non irrilevante - che i cristiani credono che il loro dio li accoglierà dopo morti in una dimora ultraterrena eterna. Il dio cristiano, quando ha avuto l'occasione di incarnarsi in un essere umano, secondo i suoi credenti ha desiderato fondare una chiesa, ossia una comunità di fedeli nel dio medesimo, depositaria nel tempo delle verità da lui rivelate. La chiesa del dio cristiano si è successivamente frazionata in diverse correnti ciascuna delle quali ha leggermente personalizzato le verità rivelate originarie.
Ci sono moltissimi altri dettagli che afferiscono alla credenza cristiana, come per esempio la possibilità che il dio presti aiuto selettivamente ad alcuni dei suoi adepti, quando costoro lo invochino con le modalità appropriate, oppure tramite l'intercessione di defunti che hanno dato prova di essere buoni cristiani mentre erano in vita, e tante altre finezze, alcune davvero oscure e intricate, e tutti questi dettagli fanno parte integrante della credenza cristiana. In linea di massima i dettagli della dottrina vengono detti "dogmi".
Interrogando un tipico credente cristiano sui dogmi della sua religione, sorprendentemente si scopre spesso che egli è ignaro di una buona parte di tali dogmi, oppure addirittura che, pur conoscendoli, li rifiuta. Può essere ad esempio che il credente rifiuti di considerare che il capo della chiesa sia infallibile. Può essere che rifiuti di credere a qualche dettaglio particolarmente stravagante della dottrina, ad esempio che una crosta di pane si possa convertire nel "corpo" del dio, e che mangiando il pane si mangi anche il dio.
Dimostrerò che il credente, se è veramente tale, non può rifiutarsi di credere ad alcuno dei dogmi o dettagli della dottrina della religione a cui aderisce. Molto di più, dimostrerò che il credente, se è veramente tale, non può rifiutarsi di credere anche a tutte le altre religioni, con tutte le loro peculiari dottrine. Ancora di più, dimostrerò che il credente, se è veramente tale, non può esimersi dal credere a qualunque cosa, dove per "qualunque cosa" si intende letteralmente qualunque fantasia creata dalla mente umana.
Per approcciare l'argomentazione, partiamo dal considerare il pensiero di chi non è credente, ma non assume alcuna posizione sulla possibile esistenza di esseri (uno o più) trascendenti. Questa posizione è detta "agnosticismo" e chi la fa propria si dichiara "agnostico".
L'agnostico dunque non nega che dio possa esistere, ma sospende ogni giudizio in merito. In generale l'agnostico tende a distinguere gli oggetti del suo agnosticismo, nel senso che, pur essendo agnostico nei confronti della divinità, potrebbe non esserlo nei confronti di altri personaggi di fantasia, come Babbo Natale o la Befana. Tuttavia, se un agnostico è davvero coerente con la propria posizione, dovrebbe essere agnostico almeno verso tutte le divinità. Non può essere agnostico verso il dio cristiano e decisamente ateo verso il dio musulmano, o ebraico. Deve essere agnostico verso tutti gli dei di tutte le religioni. Deve assere perciò agnostico anche verso Brahmā, Śiva e Viṣṇu. Deve essere agnostico verso Inti-Raimi e Quetzalcoatl. Etc. etc. Estendendo il concetto, si arriva ad un punto per cui la distinzione degli oggetti "meritevoli" di agnosticismo, e quelli non meritevoli, passo passo si assottiglia sempre più. Il nostro agnostico, sarà agnostico anche verso il Mostro Volante Fatto di Spaghetti? Se lo è, allora con quale diritto logico può escludere Babbo Natale e Befana dal novero? Se non lo è, con quale diritto logico esclude il Mostro di Spaghetti?
Quindi vediamo che l'agnostico non può escludere alcun prodotto della fantasia dall'ambito degli oggetti del suo agnosticismo, pena la necessità di ricorrere ad una classificazione arbitraria per distinguere gli oggetti verso cui essere agnostico e quelli verso cui non esserlo.
Ora, lo stesso ragionamento si può applicare anche al credente. La logica soggiacente è strettamente uguale: se il credente crede che il dio si sia incarnato, come fa a non credere che in virtù di gesti ieratici un uomo agghindato possa trasformare una crosta di pane nel corpo del dio? Come può escludere che il dio, volendo, sia in grado di intervenire e guarire lui o i suoi congiunti da una malattia fatale? Come può affermare che il capo della chiesa non sia infallibile, dato che riceve ispirazione direttamente dal dio? Passo passo, il credente dovrà ammettere che, se crede vere alcune cose, non può in alcun modo discernere altri dettagli della dottrina, magari meno stravaganti, e decidere che quelli non sono credibili solo perché non gli garbano o non gli piacciono. Quando ha accettato di credere nell'esistenza del dio trascendente, perfettissimo, eterno, onnipotente, onnisciente etc., il credente non può a rigor di logica cominciare a fare delle distinzioni: il dio che lui crede esistere non ha limitazioni di sorta, e può fare qualunque cosa, e dunque qualunque cosa può essere vera. Anche gli dei delle altre religioni potrebbero essere veri... come si può escluderlo? Un dio onnipotente potrebbe assumere diverse forme e identità. Può negarlo il nostro credente?
Di qui discende necessariamente che il credente è obbligato a credere a qualunque cosa. Non ci sono criteri che gli consentano di discernere il credibile dall'incredibile. I possibili criteri li ha già abbandonati quando ha scelto di credere nel dio trascendente, perfettissimo, onnipotente, etc. etc. Se un'imbonitrice da una televisione grida che il suo amico mago brasiliano può predire i numeri del lotto, e che li dirà contro pagamento di una somma di denaro, perché non dovrebbe credere che sia vero? Se il credente dà i soldi all'imbonitrice fa una cosa perfettamente logica secondo il suo schema mentale. Dio potrebbe benissimo aver dotato il mago brasiliano di un potere speciale. Come fa ad escluderlo?
Dunque: un credente non può esimersi dal credere a qualunque cosa. Q.E.D.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Secondo la dottrina cattolica, se non vado errato, la fede è un dono che si acquista col battesimo. Quindi per una porzione di persone, si, è gratuita.
Almeno mi pare di ricordare sia così. E' passato un po' di tempo dall'ultima volta in cui mi sono dedicato a studi teologici.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Eh, ma sarebbe troppo facile. Col Battesimo si diventa cristiani, il resto va guadagnato.Le tre virtu' teologali vanno guadagnate, fede , speranza e carita'. Non è che dalla mattina alla sera acquistiamo la speranza, ma dobbiamo lottare per avere speranza e cosi' per la fede e carita'.Dio ci puo' aiutare nella nostra ricerca per avere fede, ma la ricerca è nostra, la volonta' che ci mettiamo è nostra, l'impegno è nostro,in tutto questo sforzo Dio ci aiuta, è chiaro, ma non è che ci da' la fede su un piatto d'argento. Dicono i teologi che la speranza viene sempre trascurata, dando tutti piu' iportanza alla fede e alla carita', la chiamano la sorella minore, ma senza di questa la fede e la carita' non esisterebbero, le tiene assieme. A volte qualcuno risponde cosi', la fede è un dono, non ho avuto questo dono, ci siamo visti. No, non è vero. Come quelli che dicono , non sono portato per la matematica e non capisco i logaritmi, ma ch esignifica?Mistero. CiaoArmok ha scritto:Secondo la dottrina cattolica, se non vado errato, la fede è un dono che si acquista col battesimo. Quindi per una porzione di persone, si, è gratuita.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
La speranza di che? Sapresti spiegarlo?marisella ha scritto:Eh, ma sarebbe troppo facile. Col Battesimo si diventa cristiani, il resto va guadagnato.Le tre virtu' teologali vanno guadagnate, fede , speranza e carita'. Non è che dalla mattina alla sera acquistiamo la speranza, ma dobbiamo lottare per avere speranza e cosi' per la fede e carita'.Dio ci puo' aiutare nella nostra ricerca per avere fede, ma la ricerca è nostra, la volonta' che ci mettiamo è nostra, l'impegno è nostro,in tutto questo sforzo Dio ci aiuta, è chiaro, ma non è che ci da' la fede su un piatto d'argento. Dicono i teologi che la speranza viene sempre trascurata, dando tutti piu' iportanza alla fede e alla carita', la chiamano la sorella minore, ma senza di questa la fede e la carita' non esisterebbero, le tiene assieme. A volte qualcuno risponde cosi', la fede è un dono, non ho avuto questo dono, ci siamo visti. No, non è vero. Come quelli che dicono , non sono portato per la matematica e non capisco i logaritmi, ma ch esignifica?Mistero. CiaoArmok ha scritto:Secondo la dottrina cattolica, se non vado errato, la fede è un dono che si acquista col battesimo. Quindi per una porzione di persone, si, è gratuita.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Non c'è alcuna differenza, salvo il fatto che l'imbonitrice esiste.marisella ha scritto:
Minsk c'è una bella differenza nel credere nel Dio Unico o nell'imbonitrice televisiva.Cio' che tu chiami credenza, insomma , la fede, è una delle tre virtu' teologali ma non è gratuita, non ti scende sulla testa all'improvviso, tu devi cercare la fede, la fede va cercata, se poi Dio vuole, te la da.Poi certo che dalla propria religione ognuno vuole dei vantaggi, dei benefici, vuole salute, vuole laurearsi in fretta, vuole soldi.Ciao
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Eh, ma sarebbe troppo facile. Col Battesimo si diventa cristiani, il resto va guadagnato.Le tre virtu' teologali vanno guadagnate, fede , speranza e carita'. Non è che dalla mattina alla sera acquistiamo la speranza, ma dobbiamo lottare per avere speranza e cosi' per la fede e carita'.Dio ci puo' aiutare nella nostra ricerca per avere fede, ma la ricerca è nostra, la volonta' che ci mettiamo è nostra, l'impegno è nostro,in tutto questo sforzo Dio ci aiuta, è chiaro, ma non è che ci da' la fede su un piatto d'argento. Dicono i teologi che la speranza viene sempre trascurata, dando tutti piu' iportanza alla fede e alla carita', la chiamano la sorella minore, ma senza di questa la fede e la carita' non esisterebbero, le tiene assieme. A volte qualcuno risponde cosi', la fede è un dono, non ho avuto questo dono, ci siamo visti. No, non è vero. Come quelli che dicono , non sono portato per la matematica e non capisco i logaritmi, ma ch esignifica?Mistero. Ciao
Sotto il profilo pratico concordo, la fede non è qualcosa di innato o che arrivi per ispirazione divina ma piuttosto uno stato mentale indotto ( da altri o da se stessi ).
Sotto il profilo teologico, non credo si possa parlare di "fede allenata" o costruita. Il catechismo è abbastanza chiaro sul fatto che la fede si riceva, non per merito e per mezzo del battesimo.
Comunque...
alla fine l'importante è trovare un giro di parole e di concetti che consenta di colpevolizzare l'ateo per avere rifiutato il dono della fede.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsk, qui la speranza si deve intendere in proiezione escatologica.Minsky ha scritto:La speranza di che? Sapresti spiegarlo?marisella ha scritto:Eh, ma sarebbe troppo facile. Col Battesimo si diventa cristiani, il resto va guadagnato.Le tre virtu' teologali vanno guadagnate, fede , speranza e carita'. Non è che dalla mattina alla sera acquistiamo la speranza, ma dobbiamo lottare per avere speranza e cosi' per la fede e carita'.Dio ci puo' aiutare nella nostra ricerca per avere fede, ma la ricerca è nostra, la volonta' che ci mettiamo è nostra, l'impegno è nostro,in tutto questo sforzo Dio ci aiuta, è chiaro, ma non è che ci da' la fede su un piatto d'argento. Dicono i teologi che la speranza viene sempre trascurata, dando tutti piu' iportanza alla fede e alla carita', la chiamano la sorella minore, ma senza di questa la fede e la carita' non esisterebbero, le tiene assieme. A volte qualcuno risponde cosi', la fede è un dono, non ho avuto questo dono, ci siamo visti. No, non è vero. Come quelli che dicono , non sono portato per la matematica e non capisco i logaritmi, ma ch esignifica?Mistero. CiaoArmok ha scritto:Secondo la dottrina cattolica, se non vado errato, la fede è un dono che si acquista col battesimo. Quindi per una porzione di persone, si, è gratuita.
Almeno mi pare di ricordare sia così. E' passato un po' di tempo dall'ultima volta in cui mi sono dedicato a studi teologici.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
La Speranza è una delle tre virtù teologali e consiste nella speranza - non certezza - di essere salvati.
La certezza della propria salvezza è un peccato per la dottrina cattolica, mi pare mortale anche se non uno dei 6 contro lo Spirito Santo. E' chiamato peccato di presunzione ( che qui ha significato diverso dall'uso colloquiale e significa "presumere di conoscere la volontà divina" ).
E' una delle principali differenze tra il credo cattolico e quello evangelico, secondo il quale una volta salvi si è salvi per sempre.
La certezza della propria salvezza è un peccato per la dottrina cattolica, mi pare mortale anche se non uno dei 6 contro lo Spirito Santo. E' chiamato peccato di presunzione ( che qui ha significato diverso dall'uso colloquiale e significa "presumere di conoscere la volontà divina" ).
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Scusa, Armok, ma ci metti troppi "mi pare" in quel che scrivi, cerca prima sui libri e poi scrivi, se non sei sicuro.Il discorso sulla Speranza è molto lungo, l'ha fatto anche Obama nel 2008 :la speranza contro la paura[ ora dicono tutti la stessa cosa].Ciao.Armok ha scritto:La Speranza è una delle tre virtù teologali e consiste nella speranza - non certezza - di essere salvati.
La certezza della propria salvezza è un peccato per la dottrina cattolica, mi pare mortale anche se non uno dei 6 contro lo Spirito Santo. E' chiamato peccato di presunzione ( che qui ha significato diverso dall'uso colloquiale e significa "presumere di conoscere la volontà divina" ).
E' una delle principali differenze tra il credo cattolico e quello evangelico, secondo il quale una volta salvi si è salvi per sempre.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Scusa, Marisella, ma da quanto hai scritto finora
mi pare
che le tue nozioni di teologia dogmatica non siano così solide da poter dare lezioni o suggerimenti a me che,
non per vantarmi
ho dato esami universitari di storia del cristianesimo e li ho superati col massimo dei voti.
Se scrivo "mi pare" è perchè la teologia cattolica muta costantemente con il tempo, è soggetta a continua revisione e contiene pure un discreto numero di contraddizioni.
Tanto per dire, hai presente il peccato di presunzione, ovvero presumere di essere certamente salvati?
Bene, alcune sante hanno dichiarato di avere ricevuto in visione dalla Madonna il messaggio secondo cui in taluni giorni l'inferno resterebbe chiuso; altre che chiunque formula il venerdì di ogni mese per un tot di tempo le opportune preghiere, sicuramente si salverà.
Entrambe nozioni palesemente in contraddizione col dogma del peccato di presunzione, eppure le sante sono rimaste tali e la chiesa non si è espressa apertamente a riguardo.
Un'altro esempio? Fino a praticamente ieri l'altro i feti non battezzati ( "bambini non nati" ) erano considerati destinati al limbo. Poi Ratzinger ha deciso che il limbo non esisteva più ( e in effetti è un invenzione medievale ) e hanno cominciato a celebrare le messe di riparazione per i bambini non nati ( ma a cosa servono, se sono dannati? Si parla di "speranza di salvezza per i non nati", totalmente in contraddizione con un millennio e mezzo di teologia precedente ).
Quindi non mi venire a dire di "leggere prima di scrivere" perchè ad occhio e croce io ho letto molto di più e molto meglio di te; semmai di ai tuoi teologi, e al tuo pontefice - che sta ribaltando la dottrina a partire dai piedi - di decidersi e di stabilire delle regole che siano minimamente chiare, sopratutto in merito alle rivelazioni delle sante e delle veggenti che, ripeto, sono spesso e volentieri in aperta contraddizione con la dottrina canonica.
Ciao e arrivederci.
mi pare
che le tue nozioni di teologia dogmatica non siano così solide da poter dare lezioni o suggerimenti a me che,
non per vantarmi
ho dato esami universitari di storia del cristianesimo e li ho superati col massimo dei voti.
Se scrivo "mi pare" è perchè la teologia cattolica muta costantemente con il tempo, è soggetta a continua revisione e contiene pure un discreto numero di contraddizioni.
Tanto per dire, hai presente il peccato di presunzione, ovvero presumere di essere certamente salvati?
Bene, alcune sante hanno dichiarato di avere ricevuto in visione dalla Madonna il messaggio secondo cui in taluni giorni l'inferno resterebbe chiuso; altre che chiunque formula il venerdì di ogni mese per un tot di tempo le opportune preghiere, sicuramente si salverà.
Entrambe nozioni palesemente in contraddizione col dogma del peccato di presunzione, eppure le sante sono rimaste tali e la chiesa non si è espressa apertamente a riguardo.
Un'altro esempio? Fino a praticamente ieri l'altro i feti non battezzati ( "bambini non nati" ) erano considerati destinati al limbo. Poi Ratzinger ha deciso che il limbo non esisteva più ( e in effetti è un invenzione medievale ) e hanno cominciato a celebrare le messe di riparazione per i bambini non nati ( ma a cosa servono, se sono dannati? Si parla di "speranza di salvezza per i non nati", totalmente in contraddizione con un millennio e mezzo di teologia precedente ).
Quindi non mi venire a dire di "leggere prima di scrivere" perchè ad occhio e croce io ho letto molto di più e molto meglio di te; semmai di ai tuoi teologi, e al tuo pontefice - che sta ribaltando la dottrina a partire dai piedi - di decidersi e di stabilire delle regole che siano minimamente chiare, sopratutto in merito alle rivelazioni delle sante e delle veggenti che, ripeto, sono spesso e volentieri in aperta contraddizione con la dottrina canonica.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Quindi? È come dice Armok? La speranza "di essere salvati"? Salvati da che? E in che modo? Riesci ad essere più precisa, gentilmente?marisella ha scritto:Minsk, qui la speranza si deve intendere in proiezione escatologica.Minsky ha scritto:La speranza di che? Sapresti spiegarlo?marisella ha scritto:Eh, ma sarebbe troppo facile. Col Battesimo si diventa cristiani, il resto va guadagnato.Le tre virtu' teologali vanno guadagnate, fede , speranza e carita'. Non è che dalla mattina alla sera acquistiamo la speranza, ma dobbiamo lottare per avere speranza e cosi' per la fede e carita'.Dio ci puo' aiutare nella nostra ricerca per avere fede, ma la ricerca è nostra, la volonta' che ci mettiamo è nostra, l'impegno è nostro,in tutto questo sforzo Dio ci aiuta, è chiaro, ma non è che ci da' la fede su un piatto d'argento. Dicono i teologi che la speranza viene sempre trascurata, dando tutti piu' iportanza alla fede e alla carita', la chiamano la sorella minore, ma senza di questa la fede e la carita' non esisterebbero, le tiene assieme. A volte qualcuno risponde cosi', la fede è un dono, non ho avuto questo dono, ci siamo visti. No, non è vero. Come quelli che dicono , non sono portato per la matematica e non capisco i logaritmi, ma ch esignifica?Mistero. CiaoArmok ha scritto:Secondo la dottrina cattolica, se non vado errato, la fede è un dono che si acquista col battesimo. Quindi per una porzione di persone, si, è gratuita.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Armok ha scritto:...
Un verdone e un commento.
Si parla di religione, amico mio. Coerenza, chiarezza, non contraddizione non sono mica richieste e tanto meno necessarie. È la religione, bellezza, la religione! E tu non puoi farci niente... niente!!!
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Io non ho avuto mai intenzione di dare lezioni a nessuno, io non ho mai voluto insegnare in vita mia,ti ho solo detto di non scrivere sempre"mi pare, mi pare, mi pare " e cosi' via. Scrivi cio' che per te è vero.Essendo a Roma, almeno io, sono stata uditore in qualche Universita' Pontificia e mi sono iscritta in talune discipline e ho dato esami, io mi iscrissi a Sacra Scrittura e Storia della Chiesa, ma non potevo fare tutto, preparare la tesi e tutto quanto.Certo, io non sono niente e non sono nessuno, fai bene a ricordarmelo. :triste:PS: Non ho mai detto di avere preparazione in teologia dogmatica, quando l'ho detto?Armok ha scritto:Scusa, Marisella, ma da quanto hai scritto finora
mi pare
che le tue nozioni di teologia dogmatica non siano così solide da poter dare lezioni o suggerimenti a me che,
non per vantarmi
ho dato esami universitari di storia del cristianesimo e li ho superati col massimo dei voti.
Se scrivo "mi pare" è perchè la teologia cattolica muta costantemente con il tempo, è soggetta a continua revisione e contiene pure un discreto numero di contraddizioni.
Tanto per dire, hai presente il peccato di presunzione, ovvero presumere di essere certamente salvati?
Bene, alcune sante hanno dichiarato di avere ricevuto in visione dalla Madonna il messaggio secondo cui in taluni giorni l'inferno resterebbe chiuso; altre che chiunque formula il venerdì di ogni mese per un tot di tempo le opportune preghiere, sicuramente si salverà.
Entrambe nozioni palesemente in contraddizione col dogma del peccato di presunzione, eppure le sante sono rimaste tali e la chiesa non si è espressa apertamente a riguardo.
Un'altro esempio? Fino a praticamente ieri l'altro i feti non battezzati ( "bambini non nati" ) erano considerati destinati al limbo. Poi Ratzinger ha deciso che il limbo non esisteva più ( e in effetti è un invenzione medievale ) e hanno cominciato a celebrare le messe di riparazione per i bambini non nati ( ma a cosa servono, se sono dannati? Si parla di "speranza di salvezza per i non nati", totalmente in contraddizione con un millennio e mezzo di teologia precedente ).
Quindi non mi venire a dire di "leggere prima di scrivere" perchè ad occhio e croce io ho letto molto di più e molto meglio di te; semmai di ai tuoi teologi, e al tuo pontefice - che sta ribaltando la dottrina a partire dai piedi - di decidersi e di stabilire delle regole che siano minimamente chiare, sopratutto in merito alle rivelazioni delle sante e delle veggenti che, ripeto, sono spesso e volentieri in aperta contraddizione con la dottrina canonica.
Ciao e arrivederci.
Ultima modifica di marisella il Mer 22 Giu 2016 - 9:55 - modificato 1 volta.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsk, certamente se parliamo della Speranza in proiezione escatologica, allora si' è la speranza di essere salvati dalla dannazione eterna, evitando i peccati mortali, confessandoci, comunicandoci. Ma c'è anche la Speranza terrena, la speranza di trovare lavoro, di avere una buona vita, di fare un buon matrimonio. Poi c'è la Speranza di cui parla S.Paolo nella lettera ai Romani 5-3. Dice :" E ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza." Come vedi la dissertazione sulla Speranza è ampia, quel predicatore si riferiva soprattutto alla Speranza di non essere dannati. Sulla Speranza molti fiumi d'inchiostro sono stati versati.Minsky ha scritto:Quindi? È come dice Armok? La speranza "di essere salvati"? Salvati da che? E in che modo? Riesci ad essere più precisa, gentilmente?marisella ha scritto:Minsk, qui la speranza si deve intendere in proiezione escatologica.Minsky ha scritto:La speranza di che? Sapresti spiegarlo?marisella ha scritto:Eh, ma sarebbe troppo facile. Col Battesimo si diventa cristiani, il resto va guadagnato.Le tre virtu' teologali vanno guadagnate, fede , speranza e carita'. Non è che dalla mattina alla sera acquistiamo la speranza, ma dobbiamo lottare per avere speranza e cosi' per la fede e carita'.Dio ci puo' aiutare nella nostra ricerca per avere fede, ma la ricerca è nostra, la volonta' che ci mettiamo è nostra, l'impegno è nostro,in tutto questo sforzo Dio ci aiuta, è chiaro, ma non è che ci da' la fede su un piatto d'argento. Dicono i teologi che la speranza viene sempre trascurata, dando tutti piu' iportanza alla fede e alla carita', la chiamano la sorella minore, ma senza di questa la fede e la carita' non esisterebbero, le tiene assieme. A volte qualcuno risponde cosi', la fede è un dono, non ho avuto questo dono, ci siamo visti. No, non è vero. Come quelli che dicono , non sono portato per la matematica e non capisco i logaritmi, ma ch esignifica?Mistero. CiaoArmok ha scritto:Secondo la dottrina cattolica, se non vado errato, la fede è un dono che si acquista col battesimo. Quindi per una porzione di persone, si, è gratuita.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
La "dannazione eterna" non esiste, perché dovrei sperare di essere salvato da una cosa che non esiste?marisella ha scritto:Minsk, certamente se parliamo della Speranza in proiezione escatologica, allora si' è la speranza di essere salvati dalla dannazione eterna, evitando i peccati mortali, confessandoci, comunicandoci. Ma c'è anche la Speranza terrena, la speranza di trovare lavoro, di avere una buona vita, di fare un buon matrimonio. Poi c'è la Speranza di cui parla S.Paolo nella lettera ai Romani 5-3. Dice :" E ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza." Come vedi la dissertazione sulla Speranza è ampia, quel predicatore si riferiva soprattutto alla Speranza di non essere dannati. Sulla Speranza molti fiumi d'inchiostro sono stati versati.Ciao.Minsky ha scritto:
Quindi? È come dice Armok? La speranza "di essere salvati"? Salvati da che? E in che modo? Riesci ad essere più precisa, gentilmente?
La speranza di trovare lavoro etc. dipende dalla propria preparazione, competenza, determinazione e, non lo nego, anche da un po' di "fortuna". Ma la "fortuna" è semplicemente algebra combinatoria, più ti muovi, conosci gente, partecipi etc. più aumentano le tue probabilità. In tutti i casi la religione c'entra assolutamente zero, a meno che tu non abbia la raccomandazione della curia per trovare lavoro, alloggio a prezzo di favore, benefici di vario genere etc. Funziona così persino per posti come la direzione del CNR, figuriamoci il resto, purtroppo lo sappiamo: è il cancro di questo Paese.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Ciao, Minsk, allora se la dannazione eterna non esiste è un problema di meno, ma se esistesse?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Se esistesse i primi ad essere dannati in eterno sarebbero i marcissimi chierici della chiesa cattolica, fogna del genere umano, parassiti e sfruttatori del popolo, carogne immonde e schifose.marisella ha scritto:Ciao, Minsk, allora se la dannazione eterna non esiste è un problema di meno, ma se esistesse?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Ciao, Minsk, allora se la dannazione eterna non esiste è un problema di meno, ma se esistesse?
Non avrebbe senso, sotto nessun punto di vista.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Ehi, Minsk, che c'è?Calmati, quante parolacce.Certo, quelli sarebbero i primi ad essere dannati, ma poi anche tutti gli altri, no?Nelle bolge c'è spazio,avanti a chi tocca...Minsky ha scritto:Se esistesse i primi ad essere dannati in eterno sarebbero i marcissimi chierici della chiesa cattolica, fogna del genere umano, parassiti e sfruttatori del popolo, carogne immonde e schifose.marisella ha scritto:Ciao, Minsk, allora se la dannazione eterna non esiste è un problema di meno, ma se esistesse?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Marisella, se ti fermassi un momento a riflettere, potresti accorgerti di quante assurdità e contraddizioni solleva l'idea stessa di dannazione eterna.
Non ci conto, comunque.
Non ci conto, comunque.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
marisella ha scritto:Ehi, Minsk, che c'è?Calmati, quante parolacce.Certo, quelli sarebbero i primi ad essere dannati, ma poi anche tutti gli altri, no?Nelle bolge c'è spazio,avanti a chi tocca...Minsky ha scritto:Se esistesse i primi ad essere dannati in eterno sarebbero i marcissimi chierici della chiesa cattolica, fogna del genere umano, parassiti e sfruttatori del popolo, carogne immonde e schifose.marisella ha scritto:Ciao, Minsk, allora se la dannazione eterna non esiste è un problema di meno, ma se esistesse?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Askanews 29 giugno 2016 ha scritto:Roma, 29 giu. (askanews) - Sembra una storia uscita dalla penna d'un romanziere col gusto del grottesco, eppure è successa veramente: un uomo si è presentato a casa della vedova di un famoso cantante zulu, facendosi passare per la reincarnazione del marito e ha giaciuto con lei, impersonando il defunto finché non è stato smascherato. Un tribunale sudafricano, oggi, l'ha condannato a 22 anni di carcere per stupro, rapimento, violenze, truffa e tentata fuga.
Sibusiso Gcabashe, 33 anni, ha suscitato grande scalpore quando, nel 2012, si è presentato alla moglie e alla famiglie del celebre cantante folkloristico Khulekani Khumalo, deceduto nel 2009, dicendo di essere la reincarnazione della star e di essere caduto vittima di una stregoneria.
Migliaia di fan del musicista, quando hanno appreso dell'apparizione del loro idolo reincarnato, si sono precipitati nel villaggio di Nqutu, provincia di KwaZulu-Natal, dove viveva Khumalo.
Il giudice Ramkisson-Kara, nella sentenza, ha affermato Gcabashe si è "approfittato della giovane età della vedova e della sua ingenuità" e ha giocato sulle speranze di una famiglia vulnerabole, provocando un "trauma emozionale".
Khumalo, conosciuto anche come "Mgqumeni", cantava il genere maskandi, una delle varianti della musica zulu.
(Con fonte Afp)
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Minsky ha scritto:Askanews 29 giugno 2016 ha scritto:Roma, 29 giu. (askanews) - Sembra una storia uscita dalla penna d'un romanziere col gusto del grottesco, eppure è successa veramente: un uomo si è presentato a casa della vedova di un famoso cantante zulu, facendosi passare per la reincarnazione del marito e ha giaciuto con lei, impersonando il defunto finché non è stato smascherato. Un tribunale sudafricano, oggi, l'ha condannato a 22 anni di carcere per stupro, rapimento, violenze, truffa e tentata fuga.
Sibusiso Gcabashe, 33 anni, ha suscitato grande scalpore quando, nel 2012, si è presentato alla moglie e alla famiglie del celebre cantante folkloristico Khulekani Khumalo, deceduto nel 2009, dicendo di essere la reincarnazione della star e di essere caduto vittima di una stregoneria.
Migliaia di fan del musicista, quando hanno appreso dell'apparizione del loro idolo reincarnato, si sono precipitati nel villaggio di Nqutu, provincia di KwaZulu-Natal, dove viveva Khumalo.
Il giudice Ramkisson-Kara, nella sentenza, ha affermato Gcabashe si è "approfittato della giovane età della vedova e della sua ingenuità" e ha giocato sulle speranze di una famiglia vulnerabole, provocando un "trauma emozionale".
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Curioso come i giudici applicano due pesi e due misure, la stessa sentenza si potrebbe applicare globalmente a tutte le religioni
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Infatti mi piacerebbe moltissimo sapere come ha fatto il giudice a stabilire che il negher che ha condannato non è la reincarnazione dell'altro negher. Diverse religioni sostengono la reincarnazione, il giudice ha voluto forse affermare che sono false? Sarebbe una grave violazione della libertà di culto (ammesso che in Zululandia ci sia libertà di culto, ben s'intende). In ogni modo, una sentenza altamente discutibile. Se ha un buon avvocato potrebbe farla ribaltare.Rasputin ha scritto:
Curioso come i giudici applicano due pesi e due misure, la stessa sentenza si potrebbe applicare globalmente a tutte le religioni
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Comunque, scherzi a parte, secondo me ti fissi troppo su questa cosa dell'esistenza di x. Un credente "comune" non penso si faccia di questi pipponi [pardon], ma magari è comunque una persona di valore perché "crede" in robe tipo la fratellanza, la condivisione, l'amore . Ok, detto in una terra con alle spalle secoli di cattolicesimo sembra ridicolo, ma un po' ci credo all'esistenza di qualche "cristiano".
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Nessuno ha scritto:Un giocatore deve giocare a qualunque cosa
chiedi a rusp se apre un altro 3d di giochini
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Jessica, come si chiama la ragazza del tuo avatar?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Ok.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Errore. i morti hanno voce, guarda i patrioti , i martiri, e l'ultima parte dei Sepolcri sui morti di Maradona quanta voce hanno ancora a proclamare la lotta eterna del diritto contro la forza.Armok ha scritto:guarda mi puoi anche mandare nell'arena a farmi sbranare dalle fiere, per me non cambia nulla
Il problema è che in realtà per te cambierebbe eccome, in negativo.
I morti non hanno voce. Non possono più dire cosa avrebbero voluto.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
marisella ha scritto:
Errore. i morti hanno voce, guarda i patrioti , i martiri, e l'ultima parte dei Sepolcri sui morti di Maradona quanta voce hanno ancora a proclamare la lotta eterna del diritto contro la forza.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Errore. i morti hanno voce, guarda i patrioti , i martiri, e l'ultima parte dei Sepolcri sui morti di Maradona quanta voce hanno ancora a proclamare la lotta eterna del diritto contro la forza.
Romantico.
Ma quei patrioti e quei martiri sono morti, non esistono più. Non è la "loro voce", è l'interpretazione più o meno fedele delle loro vite fatta da altre persone.
Mi ricorda un po' il discorso di Teti ad Achille, nel film Troy.
Sfortunato Achille, non ti rendi conto che la gloria terrena è solo un'illusione, mentre la morte dura per sempre? Che è meglio essere l'ultimo dei servi nel mondo dei vivi che un re nel mondo dei morti?
- Achille: " Tra mille anni si canteranno ancora i nostri nomi. "
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Armok ha scritto:
- Achille: " Tra mille anni si canteranno ancora i nostri nomi. "
- Ettore: "Tra mille anni di noi non resterà nemmeno la polvere!"
Hanno avuto ragione entrambi...
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Sì, Primaverino, anche se i nostri eroi avrebbero potuto fare di più.Importanti qui, a tal proposito, i Dialoghi di Luciano, che però non ha l'indignatio.primaverino ha scritto:Armok ha scritto:
- Achille: " Tra mille anni si canteranno ancora i nostri nomi. "
- Ettore: "Tra mille anni di noi non resterà nemmeno la polvere!"
Hanno avuto ragione entrambi...
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
marisella ha scritto:Sì, Primaverino, anche se i nostri eroi avrebbero potuto fare di più.Importanti qui, a tal proposito, i Dialoghi di Luciano, che però non ha l'indignatio.primaverino ha scritto:Armok ha scritto:
- Achille: " Tra mille anni si canteranno ancora i nostri nomi. "
- Ettore: "Tra mille anni di noi non resterà nemmeno la polvere!"
Hanno avuto ragione entrambi...
Parli dei "dialoghi dei morti" gentilissima?
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Si, va beh. La gloria, l'onore e il rispetto, e tutto quello che ne viene.
Io della morte so solo che mi ha portato via delle persone a cui tenevo e che non posso più stare con loro. Per me non c'è niente di bello, fa schifo.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Davvero? Kant era credente?Non credo, egli scrisse che la metafisica non è possibile come scienza, parlo' della legge morale dentro di sè e del cielo stellato sopra di sè. Ma non ricordo che Kant fosse credente. Ricordo però che una sola volta gli abitanti di Konigsberg lo videro correre-era il 95- quando arrivò per lui alla posta, da Parigi, il plico con dentro la dichiarazione dei Diritti.Di Kant non direi che fosse credente, ho di Kant Per la pace perpetua,che viene spesso indicato come una sua summa teologica, però io non sono d'accordo. Di Einstein so solo che aveva un'acutissima sensibilità religiosa che non amava divulgare.Elima ha scritto:E non ti sembra la definizione di credo religioso?Paolo ha scritto:
mito Dal greco mỳthos ("parola, racconto"), una narrazione di particolari gesta compiute da dei, semidei, eroi e mostri. Il m. può offrire una spiegazione di fenomeni naturali, legittimare pratiche rituali o istituzioni sociali e, più genericamente, rispondere alle grandi domande che gli uomini si pongono. Caratteristica essenziale del m. è che esso si sia diffuso oralmente prima di essere scritto, e che si perpetui nella tradizione di un popolo.
Mai detto che è logico, ho detto "nella logica del credente" che è tutta un'altro dire.
Non dimentichiamo che persone estremamente logiche erano credenti da Kant a Einstein.
Cmq, per me basta così, tanto in questo forum ve la suonate e ve la cantate come vi gira a voi. I sofisti vi facevano una sega !!!
Minsky , quante allitterazioni per dire che in pratica i credenti sono fessacchiotti e creduloni e che quindi possono credere a tutto-Non è così invece, i credenti riflettono, il loro è un Dio che si è manifestato così nel corso dei millenni, e che appartiene alle religioni discendenti.
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Re: Un credente deve credere a qualunque cosa
Sicuramente Kant non era religioso, ma comunque non figura tra i filosofi atei e nemmeno agnostici
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