Genitori atei
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Re: Genitori atei
Lotus ha scritto:ros79 ha scritto:i bambini vogliono omologazione, è normale, la crescita è imitazione. ma io punterò i piedi, di certo non manderò mio figlio a catechismo (non è nemmeno battezzato ovviamente) solo perchè deve fare quello che fanno gli altri. crescere sentendosi diversi può essere un problema come no, la capacità di un genitore sta nel trasmettere sicurezza al figlio cercando di non farlo sentire scompensato ma non nelle cose che fa ma emotivamente.
Esatto ros79, ma questo è un ragionamento che possiamo fare noi da persone adulte. Un figlio, per quanto tu possa avere la capacità di dargli sicurezza, noterà comunque la differenza tra lui e i suoi compagni... non ci sono modalità di comportamento standard nei confronti di queste problematiche, quindi puoi riuscirci (alimentando un senso di superiorità nei confronti dei compagni), come non puoi riuscirci (potrebbe sentirsi diverso in senso negativo, o comunque inferiore) al di là della tua bravura come genitore, tuo figlio ha una personalità e assimila dati non soltanto da
te...
Sicuramente hai ragione. Io pero' a mia figlia ho detto sin da subito che e' sbagliato fare una cosa solo perche' la fanno gli altr,i e lei ha capito. Infatti a lei non piacciono i giochi tipicamente femminili, referisce anzi giocare con dinosauri, personaggi fantastici, supereroi, animali... e quando si pone il problema delle bambine alle quali piacciono bambole e bamboline io le dico che lei e' giusto che giochi a cio' che le piace, che non deve per forza fare giochi "da femmina" se non le va... Che la diversita' e' una cosa positiva, che lei e' speciale cosi com'e'...
Si parte da queste piccole cose credo, senno' tra qualche anno vorra' a tutti i costi la giacca Monclair perche' ce l'hanno le amiche... Certo che se il genitore passa il messaggio che uniformarsi e' giusro, anche contro la propria volonta' e' ovvio che i figli crescono come un greggie di pecoroni...
Sally- -------------
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Re: Genitori atei
nellolo ha scritto:di questi frammenti fecali ne conosco anche io, gente molto pia che istruisce i giovani sull'educazione al matrimonio e ai figli e poi a casa picchia a sangue la figlia per motivi ovviamente legati al sesso in maniera velata
Anche mio nonno trattava mio padre e i suoi fratelli come bestie, picchiandoli con la cintura, stessa cosa faceva il padre di mio nonno e cosi via indietro nel tempo. Poi un figlio spezza la catena e comincia comportarsi correttamente nei confronti di chi mette al mondo, ma ci vuole coraggio per cambiare il trend.
Sally- -------------
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Re: Genitori atei
Paolo ha scritto:Behh Rasp, dal punto di vista culturale e intellettuale hai ragione.
Bèh ...quoto anch'io la cosa e ti capisco,il mio non mi ha mai menato in quella maniera ma non era di certo un santo.
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Quando la maggior parte di una società è stupida allora la prevalenza del cretino diventa dominante e inguaribile.
Carlo M. Cipolla
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chef75- ------------
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Re: Genitori atei
Sai chef erano altri tempi e altre mentalità. E poi i miei fratelli non erano certo degli angioletti. Ma ti voglio raccontare questa anche se vado OT.
Furbamente un giorno i miei fratelli fanno sparire la frusta. Mio padre cosa fa. Ne compra una nuova e trattiene il costo dalla paghetta! La frusta non è più sparita.
Giusto per la cronaca io mi ricordo che allora c'era una maniscalco che ferrava i cavalli li vicino a dove abitavo (nota che era la periferia di Brescia) che vendeva le tanto amate fruste. Da poco avevano tolto il tram a cavalli !! Sembra di parlare del libro Cuore. Pensa come è cambiato il mondo!
Furbamente un giorno i miei fratelli fanno sparire la frusta. Mio padre cosa fa. Ne compra una nuova e trattiene il costo dalla paghetta! La frusta non è più sparita.
Giusto per la cronaca io mi ricordo che allora c'era una maniscalco che ferrava i cavalli li vicino a dove abitavo (nota che era la periferia di Brescia) che vendeva le tanto amate fruste. Da poco avevano tolto il tram a cavalli !! Sembra di parlare del libro Cuore. Pensa come è cambiato il mondo!
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
Paolo- --------------
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Re: Genitori atei
partiamo però dal presupposto che dio non esiste, non dovremmo quindi indirizzare il bambino sulla "retta via", perchè in teoria ci dovrebbe andare da solo, voi mi insegnate che l'individuo nasce ateo, quindi un bambino dovrebbe essere naturalmente ateo.
la questione dovrebbe essere trattata alla stessa maniera delle dicerie di paese, tipo "a scuola dicono che sono stato adottato", "dicono che il padre di tizio è in carcere"..ecc..ecc..poichè la religione è parte integrante della società
la religione non è un'opinione, non è una scelta, è credere in qualcosa che non esiste, ed è gravissimo.
a me comicnia a dare fastidio il dover dire "secondo me" dio non esiste, perchè la sua mancata esistenza è un dato di fatto.
quando sono troppo piccoli è ovvio che non possiamo fargli discorsi troppo complessi, ma possiamo invece esprimere in pieno il nostro ateismo, farli crescere in un ambiente ateo, in modo che non siano attratti dalla religione.un pò come le droghe..."non ho bisogno di quella roba per stare bene". io ero una delle poche ragazzine che non fumava, ma ne ero orgogliosa, anche io mi sono sentita spesso una mosca bianca e capisco che può essere frustrante per una ragazzina essere l'unica a non fare la comunione, si potrebbe ovviare organizzando ad esempio una festa, un pranzo al ristorante coi parenti, senza cerimonia religiosa.
OT il padre della mia ex suocera era solito prendere a calci i figli, femmine comprese, e si faceva dare del lei, è morto qualche anno fa, era calabrese e cattolico.
la questione dovrebbe essere trattata alla stessa maniera delle dicerie di paese, tipo "a scuola dicono che sono stato adottato", "dicono che il padre di tizio è in carcere"..ecc..ecc..poichè la religione è parte integrante della società
la religione non è un'opinione, non è una scelta, è credere in qualcosa che non esiste, ed è gravissimo.
a me comicnia a dare fastidio il dover dire "secondo me" dio non esiste, perchè la sua mancata esistenza è un dato di fatto.
quando sono troppo piccoli è ovvio che non possiamo fargli discorsi troppo complessi, ma possiamo invece esprimere in pieno il nostro ateismo, farli crescere in un ambiente ateo, in modo che non siano attratti dalla religione.un pò come le droghe..."non ho bisogno di quella roba per stare bene". io ero una delle poche ragazzine che non fumava, ma ne ero orgogliosa, anche io mi sono sentita spesso una mosca bianca e capisco che può essere frustrante per una ragazzina essere l'unica a non fare la comunione, si potrebbe ovviare organizzando ad esempio una festa, un pranzo al ristorante coi parenti, senza cerimonia religiosa.
OT il padre della mia ex suocera era solito prendere a calci i figli, femmine comprese, e si faceva dare del lei, è morto qualche anno fa, era calabrese e cattolico.
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Lei mi sta minacciando a me?
lupetta- -------------
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Re: Genitori atei
Lupe, ritengo che la questione si supera se tu ne parli da sempre in famiglia come, anzi perchè è una cosa del tutto normale. Non ci deve essere un giorno che dici che...... per i figli deve essere la cosa più normale del mondo!
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Paolo- --------------
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Re: Genitori atei
Dalle mie parti credere si sostanzia in una molteplicità di comportamenti "strani"... dal farsi la croce tre volte passando davanti ad una chiesa, al segnare il pane quando lo si taglia, al non mangiare la carne di venerdì, al pregare prima del pasto, al non buttare il pane secco ecc ecc ecc....lo stesso intercalare, quando si parla del più o del meno, "se dio vuole" "grazie a dio" tradisce inevitabilmente la tua appartenenza, la tua educazione religiosa. Paradossalmente, come genitori, ciò ci facilita il compito perchè non abbiamo niente da "tradire".... ci basta essere noi stessi per essere out e creare scompiglio nel "nemico". I miei figli misurano da soli l'enorme distanza che separa l'essere obbligati a gesti "folli" alla normalità del non fare e vi assicuro apprezzano il ...non fare, l'essere spontanei, la genuinità all'artifizio.
Ovviemente non mancano le situzioni di "frizione" con gli altri. Per dire, ieri mia moglie ha riso di cuore quando la sorella le ha detto che sarebbe andata in pellegrinaggio......
o quando ha fatto una partaccia all'amica che è venuta a trovarci dicendo: "è un dovere..." "come sarebbe? E' un piacere semmai...." (c'è da dire che in quei giorni li è meglio starle alla larga. )
Ovviemente non mancano le situzioni di "frizione" con gli altri. Per dire, ieri mia moglie ha riso di cuore quando la sorella le ha detto che sarebbe andata in pellegrinaggio......
o quando ha fatto una partaccia all'amica che è venuta a trovarci dicendo: "è un dovere..." "come sarebbe? E' un piacere semmai...." (c'è da dire che in quei giorni li è meglio starle alla larga. )
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Sabre03- -------------
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Re: Genitori atei
Lupe', comincio a stancarmi di doverti dare dei verdi eh
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Rasputin- ..............
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Re: Genitori atei
e pure io
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nellolo- -----------
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Re: Genitori atei
Io invece non mi stanco...
SergioAD- -------------
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Re: Genitori atei
Diva ha scritto:Secondo voi un genitore ateo dovrebbe passare al figlio la propria visione del mondo e di conseguenza la propria opinione sulla reglione? O si dovrebbe limitare a dire cosi e' il mio pensoero, cosi e' quello dei credenti:scegli tu... ?
Direi che un genitore dovrebbe dire "cosi e' il mio pensoero, cosi e' quello dei credenti:scegli tu" SEMPRE, indipendentemente dal suo orientamento religioso.
Poi la realtà è un' altra lo sappiamo bene, chi è credente obbliga i propri figli a esserlo, e costoro faranno la stessa cosa con i propri figli ecc ecc... è una piaga radicata nel modo di educare i bambini proprio.
Semmai dovessi avere figli un giorno mi piacerebbe fossero atei certo, ma non voglio obbligarli, mi limiterò a dire loro "fate quello che vi pare, purchè decidiate con la vostra testa e non con quella degli altri" ovviamente niente battesimo e niente religione fino ai 18 anni, e se mia moglie osa dire qualcosa la mando all' inferno !
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Caro Gesù Bambino, ti ringrazio per aver esaudito i miei desideri. Ti avevo chiesto di eliminare la fame nel mondo, ed infatti quelli che avevano fame sono quasi tutti morti.
Giobbe Covatta
Wishop- -------------
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Re: Genitori atei
I credenti non sono una categoria omogenea: ci sono i pastafariani, i teieristi, gli adepti del culto del cargo...Wishop ha scritto:Diva ha scritto:Secondo voi un genitore ateo dovrebbe passare al figlio la propria visione del mondo e di conseguenza la propria opinione sulla reglione? O si dovrebbe limitare a dire cosi e' il mio pensoero, cosi e' quello dei credenti:scegli tu... ?
Direi che un genitore dovrebbe dire "cosi e' il mio pensoero, cosi e' quello dei credenti:scegli tu" SEMPRE, indipendentemente dal suo orientamento religioso.
Steerpike- -----------
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Re: Genitori atei
lupetta ha scritto:partiamo però dal presupposto che dio non esiste, non dovremmo quindi indirizzare il bambino sulla "retta via", perchè in teoria ci dovrebbe andare da solo, voi mi insegnate che l'individuo nasce ateo, quindi un bambino dovrebbe essere naturalmente ateo.
la questione dovrebbe essere trattata alla stessa maniera delle dicerie di paese, tipo "a scuola dicono che sono stato adottato", "dicono che il padre di tizio è in carcere"..ecc..ecc..poichè la religione è parte integrante della società
la religione non è un'opinione, non è una scelta, è credere in qualcosa che non esiste, ed è gravissimo.
a me comicnia a dare fastidio il dover dire "secondo me" dio non esiste, perchè la sua mancata esistenza è un dato di fatto.
quando sono troppo piccoli è ovvio che non possiamo fargli discorsi troppo complessi, ma possiamo invece esprimere in pieno il nostro ateismo, farli crescere in un ambiente ateo, in modo che non siano attratti dalla religione.un pò come le droghe..."non ho bisogno di quella roba per stare bene". io ero una delle poche ragazzine che non fumava, ma ne ero orgogliosa, anche io mi sono sentita spesso una mosca bianca e capisco che può essere frustrante per una ragazzina essere l'unica a non fare la comunione, si potrebbe ovviare organizzando ad esempio una festa, un pranzo al
ristorante coi parenti, senza cerimonia religiosa.
OT il padre della mia ex suocera era solito prendere a calci i figli, femmine comprese, e si faceva dare del lei, è morto qualche anno fa, era calabrese e cattolico.
Verde anchle da parte mia. Concordo in pieno con cio' che dici, hai colto nel segno. Perche' quando si parla di esistenza di dio si deve sempre dire "secondo me", mentre per tutti gli altri personaggi fantastici, dalla befana alla fatina dei denti e' giusto dire ai propri figli che non esistono, dandola come verita' assodata. L'agnosticismo e' d'obbligo per non offendere il sentire comune, ma non e' giusto razionalmente parlando. Insomma non ci si fanno problemi a sostenere che i suddetti personaggi immaginari non esistono, ci si accontenta della mancanza di prove pr asserirlo. Per asserire invece l'inesistenza di dio ci vengono chieste prove a supporto della nostra tesi, prove che ovviamente e' impossibile dare, ma attaccandosi a questo cavillo ci impongono di non poter dire ai nostri figli che dio non esiste, pena l'essere politically incorrect. Pazzesco.
Allo stesso tempo e' innegabile che agli occhi di un bambino (e anche a quelli di un adluto, nel mio caso) e' assurdo pensare che milioni di persone, anche istruite, credano ciecamente ad una favola di cui non si hanno le prove. Per questo alcune volte il "secondo me" deve essere usato, perche' dire ad un bambino che il 90% della gente che lo circonda e' pazzo puo' risultare un pelino traumatico.
Sally- -------------
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Re: Genitori atei
perchè mentre per la befana è universalmente riconosciuta la sua inesistenza, non è così per divinità varie. al contrario di quanto dici non credo sia politicamente scorretto insegnare al bimbo che dio non esiste, ma sarebbe un po' scorretto non metterlo al corrente che molta gente non la pensa così. poi, il figlio è di chi l'ha fatto e gli racconterà un po' quello che gli pare, ma io farei così.Diva ha scritto:Verde anchle da parte mia. Concordo in pieno con cio' che dici, hai colto nel segno. Perche' quando si parla di esistenza di dio si deve sempre dire "secondo me", mentre per tutti gli altri personaggi fantastici, dalla befana alla fatina dei denti e' giusto dire ai propri figli che non esistono, dandola come verita' assodata.
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Re: Genitori atei
Anche per le mosche è universalmente corretto mangiare merda.
Politicamente scorretto insegnare che dio non esiste???? ..oddio..mi tocca riparlare il jessichese..bla bla bla bla bla bla...
Per gli altri:
L'universalità del sapere o del credere è una base scientifica di validazione?? ..una volta tutti credevano che la terra fosse piatta, ma cosi non era. Quindi cosa dobbiamo desumere? che la befana potrebbe esistere?
Si, se assumiamo quest'abito mentale si! ..se assumiamo che potrebbe esistere dio, dobbiamo assumere che potrebbe esistere anche la befana e il mostro volante di spaghetti. Non vedo perchè dio sarebbe ipotizzabile nonostante sia la logica che la scienza abbia ampiamente svelato la sua inutilità e complicazione dei fatti se lo si assumesse, e invece la befana no!
Tradotto per J, in aggiunta a quanto sopra: Bla, bla, bla...
Politicamente scorretto insegnare che dio non esiste???? ..oddio..mi tocca riparlare il jessichese..bla bla bla bla bla bla...
Per gli altri:
L'universalità del sapere o del credere è una base scientifica di validazione?? ..una volta tutti credevano che la terra fosse piatta, ma cosi non era. Quindi cosa dobbiamo desumere? che la befana potrebbe esistere?
Si, se assumiamo quest'abito mentale si! ..se assumiamo che potrebbe esistere dio, dobbiamo assumere che potrebbe esistere anche la befana e il mostro volante di spaghetti. Non vedo perchè dio sarebbe ipotizzabile nonostante sia la logica che la scienza abbia ampiamente svelato la sua inutilità e complicazione dei fatti se lo si assumesse, e invece la befana no!
Tradotto per J, in aggiunta a quanto sopra: Bla, bla, bla...
delfi68- -------------
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Re: Genitori atei
Jessica ha scritto:perchè mentre per la befana è universalmente riconosciuta la sua inesistenza, non è così per divinità varie. al contrario di quanto dici non credo sia politicamente scorretto insegnare al bimbo che dio non esiste, ma sarebbe un po' scorretto non metterlo al corrente che molta gente non la pensa così. poi, il figlio è di chi l'ha fatto e gli racconterà un po' quello che gli pare, ma io farei così.
Spero che il buon senso dei bambini li induca ad escludere questo modo di "ragionare"... io a mio figlio non direi mai "Non è universalmente riconosciuta l'inesistenza della pizza al sushi fluttuante, quindi cresci e credi a ciò che vuoi", ritengo ci siano delle idee e dei concetti di cui non si può dimostrare l'inesistenza, la mancanza di prove a sostegno dell'esistenza di tali cose dovrebbe essere sufficiente per poter dire che non esistono fino a prova contraria... se non facciamo così, tutte le divinità, tutte le superstizioni hanno la stessa probabilità di esistere... quindi perché credere a una sola cosa, in base a quale criterio?
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Re: Genitori atei
non so, questo l'ha detto diva... arrangiati con lei.delfi68 ha scritto:Politicamente scorretto insegnare che dio non esiste???? ..oddio..mi tocca riparlare il jessichese..bla bla bla bla bla bla...
non sequitur.Per gli altri:
L'universalità del sapere o del credere è una base scientifica di validazione?? ..una volta tutti credevano che la terra fosse piatta, ma cosi non era. Quindi cosa dobbiamo desumere? che la befana potrebbe esistere?
al solito, non hai capito una sega dell'intervento.Si, se assumiamo quest'abito mentale si! ..se assumiamo che potrebbe esistere dio, dobbiamo assumere che potrebbe esistere anche la befana e il mostro volante di spaghetti. Non vedo perchè dio sarebbe ipotizzabile nonostante sia la logica che la scienza abbia ampiamente svelato la sua inutilità e complicazione dei fatti se lo si assumesse, e invece la befana no!
con la piccolissima differenza che appena uscito dall'uscio di casa tuo figlio non dovrà confrontarsi con persone che credono nella pizza al sushi fluttuante.Lotus ha scritto: Spero che il buon senso dei bambini li induca ad escludere questo modo di "ragionare"... io a mio figlio non direi mai "Non è universalmente riconosciuta l'inesistenza della pizza al sushi fluttuante, quindi cresci e credi a ciò che vuoi", ritengo ci siano delle idee e dei concetti di cui non si può dimostrare l'inesistenza, la mancanza di prove a sostegno dell'esistenza di tali cose dovrebbe essere sufficiente per poter dire che non esistono fino a prova contraria... se non facciamo così, tutte le divinità, tutte le superstizioni hanno la stessa probabilità di esistere... quindi perché credere a una sola cosa, in base a quale criterio?
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Re: Genitori atei
dire ai bambini cose che si desidererebbe non ci fossero, ma purtroppo ci sono, è più pericoloso di NON dirle, di negarle?
forse, prima gli si confermano (amorevolmente) le inevitabili impressioni che già avrà, se non è idiota, e meno costrutti fantastici dannosi alla corretta comprensione della realtà dovrà costruire;
avendo a fianco genitori che lo amano, ha tutto il necessario per attrezzarsi alla vita adulta. che non è quella del Mulino Bianco.
(ed apriamo il discorso della TV)
io non sottovaluterei le capacità delle persone molto giovani;
certamente i giudizi dei bambini non sono razionalmente articolati (come potranno essere quando saranno più cresciuti), ma non è così facile fare danni gravi se si vuole il loro bene e ci si sforza per raggiungerlo (e loro lo percepiscono perfettamente, il nostro scopo prioritario)
in un paese che sta diventando sempre più multiculturale ci sono almeno un paio di buoni motivi per non frequentare l'ora di religione:
sapere dannosa l'istruzione su un argomento inesistente, ed avere un'altra religione;
se capita l'occasione, si può ragionare con il/la figlio/a sul fatto che i fedeli di una religione ritengono (quasi sempre, nella pratica quotidiana sempre) in errore i fedeli delle altre ed hanno contemporaneamente tutti ragione: le fedi, indifferentemente, sono errori;
poi, a seconda di dove ci si trova, il colore dell'errore può essere diverso (cattolici, islamici, ..... ) ma ognuno pensa di essere più evoluto, giusto, prescelto dell'altro.
per un genitore ateo, allora, è lo stesso: poichè è ancora più evoluto di tutti loro, non ha più l'esigenza che sia una religione a guidarlo nelle scelte della sua vita; il metodo di affidare le scelte ad entità superiori è una vecchia (superata) tradizione e chi lo fa, è la parte di comunità ancora in fase di crescita;
si possono portare numerosi esempi di paesi meno religiosi e di paesi più religiosi, e valutare assieme al bambino quale sarebbe la sua preferenza al riguardo, se andare verso il progresso, la crescita, oppure verso la tradizione e lo stare immobili.
farlo con il vero desiderio del bene della piccola persona è tutto quel che necessita per un buon esito.
ma anche rendere esplicita la scelta di rispettare formalmente la tradizione, solamente per non far soffrire delle persone care importanti, i nonni di solito, e poi nella vita quotidiana continuare ad agire senza che le idee religiose abbiano nessun influsso, non credo porti troppi danni;
capita inevitabilmente nella vita, prima o poi, di dover scendere a qualche compromesso perchè è impossibile soddisfare esigenze contrastanti; farlo con un'attenzione anche verso altre persone (i nonni nell'esempio sopra) potrebbe essere un positivo allenamento per la propria prole.
per esperienza personale, non ha fatto nessun danno: matrimonio in chiesa, 2 figli battezzati, cresimati e tutto il resto, non hanno nessun interesse per la religione, Dio, e compagnia cantante:
come gli indigeni Piraha non parliamo di queste cose, che non hanno utilità diretta con la nostra vita quotidiana;
escludo da questo discorso gli effetti sociali-politici della religione:
solo per esempio caso Englaro; ma sono sempre discorsi che riguardano la sfera pubblica, sociale, non quella strettamente personale.
forse, prima gli si confermano (amorevolmente) le inevitabili impressioni che già avrà, se non è idiota, e meno costrutti fantastici dannosi alla corretta comprensione della realtà dovrà costruire;
avendo a fianco genitori che lo amano, ha tutto il necessario per attrezzarsi alla vita adulta. che non è quella del Mulino Bianco.
(ed apriamo il discorso della TV)
io non sottovaluterei le capacità delle persone molto giovani;
certamente i giudizi dei bambini non sono razionalmente articolati (come potranno essere quando saranno più cresciuti), ma non è così facile fare danni gravi se si vuole il loro bene e ci si sforza per raggiungerlo (e loro lo percepiscono perfettamente, il nostro scopo prioritario)
in un paese che sta diventando sempre più multiculturale ci sono almeno un paio di buoni motivi per non frequentare l'ora di religione:
sapere dannosa l'istruzione su un argomento inesistente, ed avere un'altra religione;
se capita l'occasione, si può ragionare con il/la figlio/a sul fatto che i fedeli di una religione ritengono (quasi sempre, nella pratica quotidiana sempre) in errore i fedeli delle altre ed hanno contemporaneamente tutti ragione: le fedi, indifferentemente, sono errori;
poi, a seconda di dove ci si trova, il colore dell'errore può essere diverso (cattolici, islamici, ..... ) ma ognuno pensa di essere più evoluto, giusto, prescelto dell'altro.
per un genitore ateo, allora, è lo stesso: poichè è ancora più evoluto di tutti loro, non ha più l'esigenza che sia una religione a guidarlo nelle scelte della sua vita; il metodo di affidare le scelte ad entità superiori è una vecchia (superata) tradizione e chi lo fa, è la parte di comunità ancora in fase di crescita;
si possono portare numerosi esempi di paesi meno religiosi e di paesi più religiosi, e valutare assieme al bambino quale sarebbe la sua preferenza al riguardo, se andare verso il progresso, la crescita, oppure verso la tradizione e lo stare immobili.
farlo con il vero desiderio del bene della piccola persona è tutto quel che necessita per un buon esito.
ma anche rendere esplicita la scelta di rispettare formalmente la tradizione, solamente per non far soffrire delle persone care importanti, i nonni di solito, e poi nella vita quotidiana continuare ad agire senza che le idee religiose abbiano nessun influsso, non credo porti troppi danni;
capita inevitabilmente nella vita, prima o poi, di dover scendere a qualche compromesso perchè è impossibile soddisfare esigenze contrastanti; farlo con un'attenzione anche verso altre persone (i nonni nell'esempio sopra) potrebbe essere un positivo allenamento per la propria prole.
per esperienza personale, non ha fatto nessun danno: matrimonio in chiesa, 2 figli battezzati, cresimati e tutto il resto, non hanno nessun interesse per la religione, Dio, e compagnia cantante:
come gli indigeni Piraha non parliamo di queste cose, che non hanno utilità diretta con la nostra vita quotidiana;
escludo da questo discorso gli effetti sociali-politici della religione:
solo per esempio caso Englaro; ma sono sempre discorsi che riguardano la sfera pubblica, sociale, non quella strettamente personale.
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Re: Genitori atei
Jessica ha scritto:con la piccolissima differenza che appena uscito dall'uscio di casa tuo figlio non dovrà confrontarsi con persone che credono nella pizza al sushi fluttuante.
Beh sì, almeno quello... purtroppo però c'è un'altra altra miriade di stronzate in cui la gente crede... e se di stronzate stiamo parlando perché non metterle tutte sullo stesso piano, come dicevo, hanno la stessa probabilità di esistere...
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Re: Genitori atei
Io non ho figli, ma se li avessi gli insegnerei semplicemente a ragionare con logica e raziocinio. Poi il resto verrebbe da sè.
Non bisogna spiegare ogni volta come pescare, ma dargli la canna da pesca!
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Re: Genitori atei
Penso che dire o fare cose in un certo modo, interpretando come debbano "prenderle" i propri figli, sia l'errore pedagogico che ci ha condotto ad una società di bambinetti (e ora giovanotti) imbecilli.
Io parlerei con mio figlio di 3,4,5 anni non considerandolo un deficente, ma esattamente come parlo a voi. Lo costringerei così a sforzarsi di capire le cose che gli sfuggono.
Ai bambini basta stimolare la curiosità poi il resto viene da sé.
Io parlerei con mio figlio di 3,4,5 anni non considerandolo un deficente, ma esattamente come parlo a voi. Lo costringerei così a sforzarsi di capire le cose che gli sfuggono.
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Re: Genitori atei
jessica ha scritto:perchè mentre per la befana è universalmente riconosciuta la sua inesistenza, non è così per divinità varie. al contrario di quanto dici non credo sia politicamente scorretto insegnare al bimbo che dio non esiste, ma sarebbe un po' scorretto non metterlo al corrente che molta gente non la pensa così. poi, il figlio è di chi l'ha fatto e gli racconterà un po' quello che gli pare, ma io farei così.Diva ha scritto:Verde anchle da parte mia. Concordo in pieno con cio' che dici, hai colto nel segno. Perche' quando si parla di esistenza di dio si deve sempre dire "secondo me", mentre per tutti gli altri personaggi fantastici, dalla befana alla fatina dei denti e' giusto dire ai propri figli che non esistono, dandola come verita' assodata.
Jessi però cosí siamo alle mosche e alla merda eh...
Grassetto 2: Dissento nella maniera più categorica. E se ci pensi su, secondo me capisci anche da sola il perché (Non mi deludere!)
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Re: Genitori atei
sono in piena sintonia con Rasp
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Re: Genitori atei
Darrow ha scritto:Penso che dire o fare cose in un certo modo, interpretando come debbano "prenderle" i propri figli, sia l'errore pedagogico che ci ha condotto ad una società di bambinetti (e ora giovanotti) imbecilli.
Io parlerei con mio figlio di 3,4,5 anni non considerandolo un deficente, ma esattamente come parlo a voi. Lo costringerei così a sforzarsi di capire le cose che gli sfuggono.
Ai bambini basta stimolare la curiosità poi il resto viene da sé.
Quoto in tutto e per tutto. Infatti (non per vantare i miei meriti di genitore, perche' errori ne faccio anch'io tanti), ma a mia figlia non ho mai risposto "sei troppo piccola per capire " o "te lo diro' quando sarai piu' grande". Ovviamente il lessico e le modalita' di esposizione devono essere adatte alla sua maturita', ma in maniera semplice ed esaustiva rispondo alle sue domande. Io credo che sia possibile non dover mai ricorrere alle frasi sopracitate e se alcuni genitori lo fanno e' perche' sono pigri o, peggio ancora, non sanno interagire coi propri figli.
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Re: Genitori atei
Diva ha scritto:Darrow ha scritto:Penso che dire o fare cose in un certo modo, interpretando come debbano "prenderle" i propri figli, sia l'errore pedagogico che ci ha condotto ad una società di bambinetti (e ora giovanotti) imbecilli.
Io parlerei con mio figlio di 3,4,5 anni non considerandolo un deficente, ma esattamente come parlo a voi. Lo costringerei così a sforzarsi di capire le cose che gli sfuggono.
Ai bambini basta stimolare la curiosità poi il resto viene da sé.
Quoto in tutto e per tutto. Infatti (non per vantare i miei meriti di genitore, perche' errori ne faccio anch'io tanti), ma a mia figlia non ho mai risposto "sei troppo piccola per capire " o "te lo diro' quando sarai piu' grande". Ovviamente il lessico e le modalita' di esposizione devono essere adatte alla sua maturita', ma in maniera semplice ed esaustiva rispondo alle sue domande. Io credo che sia possibile non dover mai ricorrere alle frasi sopracitate e se alcuni genitori lo fanno e' perche' sono pigri o, peggio ancora, non sanno interagire coi propri figli.
Quoto, ed è quello che anche faccio.
Ma non solo con mia figlia, con tutti i bambini/ragazzine/i...dico sempre sono bambini, mica deficienti.
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Re: Genitori atei
beh, non proprio. io non sto dicendo di insegnare a tua figlia le preghiere perchè un miliardo di mosche prega, ma di farle presente (o non tenerle nascosto) che c'è un miliardo di mosche che non la pensa come te e a cui piace la merda. altrimenti tutti i tuoi discorsi sull'educazione non impositiva vanno a farsi benedire.Rasputin ha scritto:
perchè mentre per la befana è universalmente riconosciuta la sua inesistenza, non è così per divinità varie. al contrario di quanto dici non credo sia politicamente scorretto insegnare al bimbo che dio non esiste, ma sarebbe un po' scorretto non metterlo al corrente che molta gente non la pensa così. poi, il figlio è di chi l'ha fatto e gli racconterà un po' quello che gli pare, ma io farei così.
Jessi però cosí siamo alle mosche e alla merda eh...
ti deludo. a meno che tu non abbia interpretato "è di chi" in senso di proprietà materiale. però di fatto, salvo rari casi previsti dalla legge, il genitore è libero di dare al figlio l'educazione che preferisce, basandosi sulle sue convinzioni (così come tu ti basi sulle tue)Grassetto 2: Dissento nella maniera più categorica. E se ci pensi su, secondo me capisci anche da sola il perché (Non mi deludere!)
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Re: Genitori atei
Insegnare al figlio l'esistenza di dio in modo diretto non lo fa nemmeno il cristiano o qualunque credente. Di fatto uno insegna al figlio il credo di una fede che è composto di tante cose, e direi principalmente della morale, e dio è una componente di quanto racconti. Se tu racconti al figlio la storia di Biancaneve non è che ti poni la questione se il re esiste o meno. Il vero problema è l'educazione nel suo complesso. Perciò non è questione di far presente che nel mondo ci sono miliardi di mosche o di credenti. Il vero problema è che tipo di impostazione tu vuoi dare la figlio nei riguardi di quello che è il mondo che si racconta ma che di fatto no esiste.
In tutto questo rientra anche la superstizione, l'oroscopo, i maghi..., ma anche l'omeopatia o il metodo Di Bella.... Ovvero se tu vuoi dare una impostazione razionale e logica al'educazione, affrontando tutto con metodo diciamo scientifico, o se preferisci lasciare al bambino un mondo fantastico ove poi tutto è permesso. Io, e l'avevo già scritto, ho avuto un'educazione molto scientifica e umanistica (intendo basata sulle capacità dell'uomo) ove non cera spazio per mondi fantastici ed inesistenti di nessun tipo. E ritengo che sia sbagliato far credere ai figli che esistano cose che non ci sono.
Di pari passo va il discorso circa l'educazione religiosa. Tu da ateo devi far capire al bambino che al mondo ci sono tante persone che credono all'esistenza di un dio e di conseguenza hanno il loro modo di comportarsi e la loro morale. Che tutto questo non ha alcun senso e via dicendo...
In tutto questo rientra anche la superstizione, l'oroscopo, i maghi..., ma anche l'omeopatia o il metodo Di Bella.... Ovvero se tu vuoi dare una impostazione razionale e logica al'educazione, affrontando tutto con metodo diciamo scientifico, o se preferisci lasciare al bambino un mondo fantastico ove poi tutto è permesso. Io, e l'avevo già scritto, ho avuto un'educazione molto scientifica e umanistica (intendo basata sulle capacità dell'uomo) ove non cera spazio per mondi fantastici ed inesistenti di nessun tipo. E ritengo che sia sbagliato far credere ai figli che esistano cose che non ci sono.
Di pari passo va il discorso circa l'educazione religiosa. Tu da ateo devi far capire al bambino che al mondo ci sono tante persone che credono all'esistenza di un dio e di conseguenza hanno il loro modo di comportarsi e la loro morale. Che tutto questo non ha alcun senso e via dicendo...
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Re: Genitori atei
Hai un encomio sindacale.Diva ha scritto:Darrow ha scritto:Penso che dire o fare cose in un certo modo, interpretando come debbano "prenderle" i propri figli, sia l'errore pedagogico che ci ha condotto ad una società di bambinetti (e ora giovanotti) imbecilli.
Io parlerei con mio figlio di 3,4,5 anni non considerandolo un deficente, ma esattamente come parlo a voi. Lo costringerei così a sforzarsi di capire le cose che gli sfuggono.
Ai bambini basta stimolare la curiosità poi il resto viene da sé.
Quoto in tutto e per tutto. Infatti (non per vantare i miei meriti di genitore, perche' errori ne faccio anch'io tanti), ma a mia figlia non ho mai risposto "sei troppo piccola per capire " o "te lo diro' quando sarai piu' grande". Ovviamente il lessico e le modalita' di esposizione devono essere adatte alla sua maturita', ma in maniera semplice ed esaustiva rispondo alle sue domande. Io credo che sia possibile non dover mai ricorrere alle frasi sopracitate e se alcuni genitori lo fanno e' perche' sono pigri o, peggio ancora, non sanno interagire coi propri figli.
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Re: Genitori atei
che potrebbe essere pure un'informazione superflua per qualcuno,jessica ha scritto:[.....] c'è un miliardo di mosche che non la pensa come te e a cui piace la merda. [.....]Rasputin ha scritto:
perchè mentre per la befana è universalmente riconosciuta la sua inesistenza, non è così per divinità varie. al contrario di quanto dici non credo sia politicamente scorretto insegnare al bimbo che dio non esiste, ma sarebbe un po' scorretto non metterlo al corrente che molta gente non la pensa così. poi, il figlio è di chi l'ha fatto e gli racconterà un po' quello che gli pare, ma io farei così.
Jessi però cosí siamo alle mosche e alla merda eh...
se non che, questo miliardo di mosche, essendo in maggioranza, influenzano pesantemente anche molti aspetti della vita quotidiana anche degli altri, quelli che la merda non la gradiscono, quella dei nostri figli.
secondo me risolvere la questione con "filgio/a mia, sei circondato da una maggioranza di pazzi" (il senso che possono avere certi ragionamenti alle orecchie di una persona di pochi anni: i credenti vivono basandosi sulla fiducia in cose scientificamente inesistenti => sono pazzi) non mi sembra sufficiente e utile alla miglior conoscenza del mondo ed alla relazione con esso;
qualcosa in più, cautamente ma sempre onestamente, l'aggiungerei;
al fine di permettere una relazione migliore della prole con chi la pensa diversamente,( giusto o sbagliato che si ritenga quello che gli altri pensano), sopratutto quando questi sono una parte numericamente e politicamente importante della comunità in cui vive
il discorso partiva dall'educazione religiosa tradizionale, dalla situazione standard, da niente di fuori dal comune;jessica ha scritto:ti deludo. a meno che tu non abbia interpretato "è di chi" in senso di proprietà materiale. però di fatto, salvo rari casi previsti dalla legge, il genitore è libero di dare al figlio l'educazione che preferisce, basandosi sulle sue convinzioni (così come tu ti basi sulle tue)il figlio è di chi l'ha fatto e gli racconterà un po' quello che gli pare
Grassetto 2: Dissento nella maniera più categorica. E se ci pensi su, secondo me capisci anche da sola il perché (Non mi deludere!)
non mi vengono in mente situazioni in cui sia mai stato proibito ai cittadini o sudditi (o altro) l'insegnamento ai loro figli della religione "approvata" dal potere. anche se ci fossero eccezioni, comunque non è la situazione standard
ma, a prescindere dalla storia, qui ed ora, insegnare la religione cattolica è pure sovvenzionato dalle risorse pubbliche (per quanto ci sia sgradito);
figurarsi se un genitore ha dei vincoli sull'educazione religiosa tradizionale dei figli
la cosa può non piacere (a me non piace) può non essere ritenuta giusta, utile, positiva, ..... ;
ma sinceramente non capisco il ragionamento dietro al "dissenso nella maniera più categorica" dallo stato comune delle cose, dalla realtà.
io non ho avuto dubbi sul senso della frase di Jessica in grassetto;
se leggendo si vuole capirne la logica sottostante è banale immaginare il senso da dare a quelle parole.
adesso sono veramente curioso di conoscere quale altro significato si può attribuire a quelle poche parole, per "dissentirne categoricamente"
bho! grande bho!
OT di importanza pressochè nulla: nessuno trova buffa la presenza di tanti messaggi con l'unico contenuto dell'espressione dell'essere d'accordo con un post precedente, senza l'apporto di nessuna opinione personale?
che senso hanno, in così gran numero?
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Re: Genitori atei
jessica ha scritto:beh, non proprio. io non sto dicendo di insegnare a tua figlia le preghiere perchè un miliardo di mosche prega, ma di farle presente (o non tenerle nascosto) che c'è un miliardo di mosche che non la pensa come te e a cui piace la merda. altrimenti tutti i tuoi discorsi sull'educazione non impositiva vanno a farsi benedire.Rasputin ha scritto:
perchè mentre per la befana è universalmente riconosciuta la sua inesistenza, non è così per divinità varie. al contrario di quanto dici non credo sia politicamente scorretto insegnare al bimbo che dio non esiste, ma sarebbe un po' scorretto non metterlo al corrente che molta gente non la pensa così. poi, il figlio è di chi l'ha fatto e gli racconterà un po' quello che gli pare, ma io farei così.
Jessi però cosí siamo alle mosche e alla merda eh...ti deludo. a meno che tu non abbia interpretato "è di chi" in senso di proprietà materiale. però di fatto, salvo rari casi previsti dalla legge, il genitore è libero di dare al figlio l'educazione che preferisce, basandosi sulle sue convinzioni (così come tu ti basi sulle tue)Grassetto 2: Dissento nella maniera più categorica. E se ci pensi su, secondo me capisci anche da sola il perché (Non mi deludere!)
Allora a parte che mi pare ti abbia risposto abbastanza esaurientemente Paolo, concordo sul grassetto e sul fatto che andrebbe esposto esattamente cosí
Quanto al resto, non mi pare di avere menzionato legge alcuna: io parto dal semplice principio che i figli non sono proprietà dei genitori e che di conseguenza questi ultimi non dovrebbero avere il diritto di educarli secondo le proprie convinzioni, siano esse ideologie politiche o di qualsivoglia natura o, peggio, fuffa di carattere superstizioreligioso (Sembro Mary Poppins ah ah).
Aggiungo, tanto per parare ulteriori mosse serpentine, che essere non credenti non è una convinzione.
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Re: Genitori atei
A me pare sia inevitabile che i genitori educhino i figli secondo le proprie convinzioni. Mi sfugge proprio come potrebbero educarli secondo convinzioni diverse dalle proprie...Rasputin ha scritto:io parto dal semplice principio che i figli non sono proprietà dei genitori e che di conseguenza questi ultimi non dovrebbero avere il diritto di educarli secondo le proprie convinzioni, siano esse ideologie politiche o di qualsivoglia natura o, peggio, fuffa di carattere superstizioreligioso
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Re: Genitori atei
Fux89 ha scritto:A me pare sia inevitabile che i genitori educhino i figli secondo le proprie convinzioni. Mi sfugge proprio come potrebbero educarli secondo convinzioni diverse dalle proprie...Rasputin ha scritto:io parto dal semplice principio che i figli non sono proprietà dei genitori e che di conseguenza questi ultimi non dovrebbero avere il diritto di educarli secondo le proprie convinzioni, siano esse ideologie politiche o di qualsivoglia natura o, peggio, fuffa di carattere superstizioreligioso
L'obiettivo è, educarli e basta. Senza trasmettere alcune convinzioni personali. So che non è facile.
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Re: Genitori atei
mix ha scritto:
secondo me risolvere la questione con "filgio/a mia, sei circondato da una maggioranza di pazzi" (il senso che possono avere certi ragionamenti alle orecchie di una persona di pochi anni: i credenti vivono basandosi sulla fiducia in cose scientificamente inesistenti => sono pazzi) non mi sembra sufficiente e utile alla miglior conoscenza del mondo ed alla relazione con esso;
qualcosa in più, cautamente ma sempre onestamente, l'aggiungerei;
al fine di permettere una relazione migliore della prole con chi la pensa diversamente,( giusto o sbagliato che si ritenga quello che gli altri pensano), sopratutto quando questi sono una parte numericamente e politicamente importante della comunità in cui vive
Non ho ben capito cosa tu intenda per "onestamente l'aggiungerei" .Ti faccio presente che i genitori non sono i maestri o professori dei loro figli. Io mi preoccupo di insegnare a mio figlio/a le questioni della vita così come io sono convinto che sia giusto. Non è un insegnamento scolastico, ma naturale, così come fa la mamma gatta o il papa leone con i suoi cuccioli.Gli insegni a vivere, al rispetto delle persone, all'amore per la natura e gli animali e così via. Quando a scuola farà l'ora di religione e mi verrà a chiedere il perchè di tante cose, le spiegherò come io penso sia giusto fare, trasmettendo ai miei figli i valori che ritengo siano giusti e che spero imparino senza costrizioni. Dato che sono ateo, non ho insegnato nulla riguardo alle questioni religiose perchè le trovo del tutto irrilevanti e inutili, anzi dannose. Ma non ho certo alcun obbligo morale di insegnare alcun chè di alcuna fede.
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Re: Genitori atei
Per educarli mi pare inevitabile fare riferimento alle proprie convinzioni...Rasputin ha scritto:L'obiettivo è, educarli e basta. Senza trasmettere alcune convinzioni personali. So che non è facile.
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Re: Genitori atei
Fux89 ha scritto:Per educarli mi pare inevitabile fare riferimento alle proprie convinzioni...Rasputin ha scritto:L'obiettivo è, educarli e basta. Senza trasmettere alcune convinzioni personali. So che non è facile.
Perché, come?
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Re: Genitori atei
sono con Fux, l'educazione non prescinde certamente dal proprio sistema culturale di riferimento, inutile raccontarsi palle
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Re: Genitori atei
nellolo ha scritto:sono con Fux, l'educazione non prescinde certamente dal proprio sistema culturale di riferimento, inutile raccontarsi palle
Non ho detto che è facile e nemmeno che è possibile.
Provarci bisogna. Provare a prescindere.
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Re: Genitori atei
Secondo me un genitore non credente deve insegnare a suo figlio la verità, la non esistenza di dio non è un'opinione, è un fatto, come un genitore a suo figlio deve insegnare il big bang e l'evoluzione deve anche dirgli che dio non esiste, non dovrebbe dire "gli scienziati dicono che l'evoluzione sia vera, i catto-troll dicono che la creazione sia vera, scegli tu". No, un genitore deve dirgli chiaro e tondo "la creazione è solo un'invenzione di beduini del deserto vissuti 3000 anni che non avevano nessuna conoscenza scientifica"
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Re: Genitori atei
teto ha scritto:Secondo me un genitore non credente deve insegnare a suo figlio la verità, la non esistenza di dio non è un'opinione, è un fatto, come un genitore a suo figlio deve insegnare il big bang e l'evoluzione deve anche dirgli che dio non esiste, non dovrebbe dire "gli scienziati dicono che l'evoluzione sia vera, i catto-troll dicono che la creazione sia vera, scegli tu". No, un genitore deve dirgli chiaro e tondo "la creazione è solo un'invenzione di beduini del deserto vissuti 3000 anni che non avevano nessuna conoscenza scientifica"
Esatto. Prima i dati di fatto, le opinioni poi.
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Re: Genitori atei
concordo con Teto, e quindi torniamo a quanto affermato da Fux...
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Re: Genitori atei
nellolo ha scritto:concordo con Teto, e quindi torniamo a quanto affermato da Fux...
Perché, come?
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Re: Genitori atei
ahahah inizi di nuovo la serie dei post? cos'è, un loop?
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Re: Genitori atei
Non ho figli ma se ne avessi come prima cosa cercherei di spiegargli in maniera molto semplice (come fanno i libri di scienze per bambini) com'è fatto l'universo e come si è formato, com'è fatto il nostro mondo e come si è formato, la nascita della vita, dal primo batterio a forme sempre più complesse, un riassunto brevissimo delle varie ere geologiche per arrivare alla comparsa dell'umanità dopo una lunghissima evoluzione dalle scimmie, agli ominidi, all'uomo. Gli parlerei di un po' di storia, dalla comparsa delle prime civiltà (i Sumeri) per arrivare pian piano fino ai giorni nostri.
E poi passerei alle religioni. Gli direi che quando nel mondo non esisteva ancora il metodo scientifico e non c'erano ancora spiegazioni razionali a tutti i fenomeni della natura, gli uomini primitivi per ignoranza e semplicità preferivano usare spiegazioni irrazionali. Gli piaceva credere che ogni cosa dipendesse da una divinità. Dall'uomo delle caverne che iniziò venerando il sole, siamo passati a fiabe sempre più complesse, con più divinità responsabili ognuna di ogni singolo fenomeno naturale.
Poi troppe divinità passarono di moda e si preferì usare un'unica divinità (ometterei di usarei i termini di politeismo o monoteismo che per dei bambini piccoli potrebbero risultare un po' troppo difficili da comprendere).
E in merito ai libri sacri gli direi la pura e semplice realtà, che sono testi di letteratura mitologica, scritti da antichi membri di comunità di pastori erranti, che in un'epoca d'ignoranza e barbarie volevano dare una propria spiegazione a tutto quello che del mondo e dell'universo non potevano capire.
Tali testi furono presi a fondamento dalle varie religioni perché chi li aveva scritti, vuoi perché la loro mente era offuscata dal sole del deserto, vuoi perché fumavano oppio o altre sostanze psicotrope, vuoi perché qualcuno aveva veramente problemi psicologici, sentivano delle voci nella testa, ed erano convinti che quelle voci appartenessero alla loro divinità che li ispirava a scrivere.
Ma la cosa più importante di tutte che gli insegnerei è che anche se oggi nel mondo la maggior parte della gente è religiosa non significa che la maggioranza abbia sempre ragione.
Anzi, essendo l'umanità costituita per lo più da pecoroni che preferiscono delegare ad altri il proprio pensiero invece di imparare a ragionare con la propria testa, è più comune di quanto si possa credere che la maggioranza non ha sempre ragione.
E poi passerei alle religioni. Gli direi che quando nel mondo non esisteva ancora il metodo scientifico e non c'erano ancora spiegazioni razionali a tutti i fenomeni della natura, gli uomini primitivi per ignoranza e semplicità preferivano usare spiegazioni irrazionali. Gli piaceva credere che ogni cosa dipendesse da una divinità. Dall'uomo delle caverne che iniziò venerando il sole, siamo passati a fiabe sempre più complesse, con più divinità responsabili ognuna di ogni singolo fenomeno naturale.
Poi troppe divinità passarono di moda e si preferì usare un'unica divinità (ometterei di usarei i termini di politeismo o monoteismo che per dei bambini piccoli potrebbero risultare un po' troppo difficili da comprendere).
E in merito ai libri sacri gli direi la pura e semplice realtà, che sono testi di letteratura mitologica, scritti da antichi membri di comunità di pastori erranti, che in un'epoca d'ignoranza e barbarie volevano dare una propria spiegazione a tutto quello che del mondo e dell'universo non potevano capire.
Tali testi furono presi a fondamento dalle varie religioni perché chi li aveva scritti, vuoi perché la loro mente era offuscata dal sole del deserto, vuoi perché fumavano oppio o altre sostanze psicotrope, vuoi perché qualcuno aveva veramente problemi psicologici, sentivano delle voci nella testa, ed erano convinti che quelle voci appartenessero alla loro divinità che li ispirava a scrivere.
Ma la cosa più importante di tutte che gli insegnerei è che anche se oggi nel mondo la maggior parte della gente è religiosa non significa che la maggioranza abbia sempre ragione.
Anzi, essendo l'umanità costituita per lo più da pecoroni che preferiscono delegare ad altri il proprio pensiero invece di imparare a ragionare con la propria testa, è più comune di quanto si possa credere che la maggioranza non ha sempre ragione.
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con onestamente intendo: senza raccontare cose che differiscano da quelle che riteniamo vere;
cautamente: per non far male intendere al/la figlio/a che stiamo vivendo in una società composta da pazzi scatenati;
tendendo a trasmettergli/le una visione tollerante e mossa alla comprensione delle persone, dei loro bisogni, delle loro tendenze, eccetera, anche se le persone differiscono da noi in quelle questioni.
non ti sembrerebbe un po' destabilizzante, per una persona di 6 anni, pensare che è circondata da una maggioranza di individui apparentemente come lei, ma che invece credono in cose inesistenti?
e poi che queste credenze infondate, direttamente o indirettamente, contribuiscono a plasmare l'ambiente (solo per gli adulti descrivibile con le parole ....) culturale e politico in cui tutti vivono, senza fornirgli contemporaneamente una spiegazione di questa faccenda che risulta altrimenti controintuitiva?
non intendo nulla di più di questo
quello che leggo sopra, arrivato mentre scrivevo, è un esempio pratico di quel che voglio dire:
un linguaggio indirizzato ai bisogni, al benessere, di chi ascolta;
senza per questo raccontare cose non vere, oppure non considerare che, esistono anche, tante persone per cui cose non vere sono, pur tuttavia, a fondamento del loro comportamento (almeno formalmente)
Ultima modifica di mix il Mar 20 Mar 2012 - 21:43 - modificato 2 volte.
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Re: Genitori atei
nellolo ha scritto:ahahah inizi di nuovo la serie dei post? cos'è, un loop?
Sono domande aperte.
Su, argomenta un po' pelandrone
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Re: Genitori atei
bene Doom, molto bene, e a proposito del tuo ultimo capoverso, direi che probabilmente non esiste una sola razza umana, ma più di una in compresenza, oggi come nel passato e come sembra che l'antropologia confermi...
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Re: Genitori atei
Rasp, il discorso mi sembra chiaro. Per quanto ci si possa sforare di essere obiettivi, non si darà mai un'idea asettica ai figli, ma si passerà un concetto che è fortemente influenzato dalla nsotra percezione. Se le mie percezioni del nazismo o del vaticano sono estremamente negative, non mi limiterò a dare un'informazione neutrale ma passerò un'idea che in qualche modo include un giudizio negativo, c'è poco da essere equilibrati. La guerra è guerra...
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Re: Genitori atei
nellolo ha scritto:Rasp, il discorso mi sembra chiaro. Per quanto ci si possa sforare di essere obiettivi, non si darà mai un'idea asettica ai figli, ma si passerà un concetto che è fortemente influenzato dalla nsotra percezione. Se le mie percezioni del nazismo o del vaticano sono estremamente negative, non mi limiterò a dare un'informazione neutrale ma passerò un'idea che in qualche modo include un giudizio negativo, c'è poco da essere equilibrati. La guerra è guerra...
Lo so. Ho già proposto uno dei tentativi di soluzione: mettere a disposizione dei figli il ventaglio di possibilità, dare loro libera scelta esprimendo la propria opinione e specificando che si tratta appunto di un'opinione.
E forse il sistema migliore è stato quello dei genitori di Paolo e Chef
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Re: Genitori atei
non glielo dai freddo il ventaglio, e anche se dicessi "c'è chi pensa così e c'è chi pensa in un altro modo" la domanda immediatamente successiva sarà "tu come pensi?" e il parere del genitore pesa un bel po' specialmente alle età a 1 cifra...
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Re: Genitori atei
nellolo ha scritto:non glielo dai freddo il ventaglio, e anche se dicessi "c'è chi pensa così e c'è chi pensa in un altro modo" la domanda immediatamente successiva sarà "tu come pensi?" e il parere del genitore pesa un bel po' specialmente alle età a 1 cifra...
Chef è andato a scuola dalle suore...io penso così, e c'è chi la pensa colà.
Non vedo il problema, a parte la notifica dei dati oggettivi.
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