Meglio agnostici o atei?
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Paolo
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Re: Meglio agnostici o atei?
Vedrò di essere conciso e chiaro, difficile che ci riesca nello stesso tempo ma sono cazzate semplici.
Io sapete già che sono un ateo forte, secondo la scala di Dawkins.
Uso i calcoli di probabilità e cimo i dati con l'accetta, sapete che le unità aritmetiche dei calcolatori, i metri, le bilance, etc... hanno tutte un errore di calcolalo e/o di misura - per cui quella sfilza di numeri dopo la virgola finisce sistematicamente accettata e scartata.
Nel gioco delle parti so che i creazionisti sono rigidamente legati alle loro tradizioni e pertanto è comodo per me non uscire mai da quei condizionamenti ambientali e usare i controsensi scismatici per restare lontano dal denominatore comune.
Il disegno intelligente... tacci sua. Quello non ha il sostegno di nessuna religione perché dalle religioni sistematicamente escono fuori le dipendenze locali che a me miracolosamente mettono l'asso nella manica.
Il disegno intelligente non appartiene alle sacre scritture ma l'accettazione attraverso di piccoli passi che un essere sia stato capaci di creare un ambiente o degli altri esseri - il secondo passo sarebbe quello di estendere questa capacità a livelli immediatamente superiore, in questo modo non si riesce ad ipotizzare un limite.
Dio non fa miracoli, non fa crescere mani o nasi... l'uomo ha fatto crescere la terza falange ad un altro uomo ed ha ricostruito il naso ad un altro. Siamo oltre il concetto di Dio già adesso. In natura non avviene e Dio parla solo e lo fa attraverso gli uomini.
Nessuno aprirà una discussione come questa e l'agnosticismo continuerà ad andare nella direzione della madre vergine, della resurrezione ed i scismi dei disubbidienti.
In quell'altro caso è una formalità confondere il detto "fino a prova contraria" con "non lo so" - io no dico "fino a prova contraria" dico "no"... perché so dire no sia con chi dice "fino a prova contraria" che "non lo so" in quanto io cimo, taglio e faccio funzionare i numeri con queste probabilità assegnate a nulla a cui accomuno il Dio delle religioni.
Io sapete già che sono un ateo forte, secondo la scala di Dawkins.
Uso i calcoli di probabilità e cimo i dati con l'accetta, sapete che le unità aritmetiche dei calcolatori, i metri, le bilance, etc... hanno tutte un errore di calcolalo e/o di misura - per cui quella sfilza di numeri dopo la virgola finisce sistematicamente accettata e scartata.
Nel gioco delle parti so che i creazionisti sono rigidamente legati alle loro tradizioni e pertanto è comodo per me non uscire mai da quei condizionamenti ambientali e usare i controsensi scismatici per restare lontano dal denominatore comune.
Il disegno intelligente... tacci sua. Quello non ha il sostegno di nessuna religione perché dalle religioni sistematicamente escono fuori le dipendenze locali che a me miracolosamente mettono l'asso nella manica.
Il disegno intelligente non appartiene alle sacre scritture ma l'accettazione attraverso di piccoli passi che un essere sia stato capaci di creare un ambiente o degli altri esseri - il secondo passo sarebbe quello di estendere questa capacità a livelli immediatamente superiore, in questo modo non si riesce ad ipotizzare un limite.
Dio non fa miracoli, non fa crescere mani o nasi... l'uomo ha fatto crescere la terza falange ad un altro uomo ed ha ricostruito il naso ad un altro. Siamo oltre il concetto di Dio già adesso. In natura non avviene e Dio parla solo e lo fa attraverso gli uomini.
Nessuno aprirà una discussione come questa e l'agnosticismo continuerà ad andare nella direzione della madre vergine, della resurrezione ed i scismi dei disubbidienti.
In quell'altro caso è una formalità confondere il detto "fino a prova contraria" con "non lo so" - io no dico "fino a prova contraria" dico "no"... perché so dire no sia con chi dice "fino a prova contraria" che "non lo so" in quanto io cimo, taglio e faccio funzionare i numeri con queste probabilità assegnate a nulla a cui accomuno il Dio delle religioni.
SergioAD- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Paolo ha scritto:
Poi però non capisco come tu possa passare oltre. Oltre cosa? Se dai per scontati dei presupposti erratiche i tuoi presupposti sono esatti che senso ha andare oltre? Ciò che ne deriva è del tuttoinutile!scontato
Masada- -----------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Masada78 ha scritto:Paolo ha scritto:
Poi però non capisco come tu possa passare oltre. Oltre cosa? Se dai per scontati dei presupposti erratiche i tuoi presupposti sono esatti che senso ha andare oltre? Ciò che ne deriva è del tuttoinutile!scontato
Va bene Masada la sintesi, però non l'ermetismo!
___________________
La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
Paolo- --------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Paolo ha scritto:Masada78 ha scritto:Paolo ha scritto:
Poi però non capisco come tu possa passare oltre. Oltre cosa? Se dai per scontati dei presupposti erratiche i tuoi presupposti sono esatti che senso ha andare oltre? Ciò che ne deriva è del tuttoinutile!scontato
Va bene Masada la sintesi, però non l'ermetismo!
Mi sto riferendo a tante discussioni fatte e in ultimo al 3d sui capisaldi dell'ateismo, in cui jessica e akka hanno controbattuto il tuo fondamento per te evidente e a cui tu non hai ancora risposto.
Aspetto che tu riesca, di là, a motivare i tuoi postulati, a mostrarli come "utili... a seconda dei fini e delle circostanze del discorso" che stai sostenendo.
Li chiami postulati, come se fossero per te facilmente sostituibili con altri, in realtà sono "assiomi" ben radicali e radicati in un paradigma specifico che persino ha un nome (scientismo), anzi, alcuni conseguenze di assiomi, perchè non riesci a staccartene mai, neppure quando qualcuno espressamente ti chiede di farlo proprio perchè si sta costruendo "una semplicissima "teoria ad hoc"" per fare un esperimento.
- Spoiler:
Il metodo scientifico prevede una fase iniziale di osservazione empirica, seguita da una verifica sperimentale dei dati osservati. La prima fase permette di formulare una o più teorie sui dati osservati, mentre la seconda permette, attraverso i criteri di osservabilità e replicabilità, di confermare o meno quelle teorie. Il grande vantaggio del metodo scientifico è la possibilità che offre di condividere i risultati sperimentali in termini oggettivi, superando il livello dell’opinione personale, e facendone delle verità assodate per tutti.
Il metodo scientifico ha anche dei limiti, ovviamente, che stanno nel criterio stesso di osservabilità, poichè nessuno è in grado di escludere aspetti della realtà che possano sfuggire alla nostra percezione sensoriale.
Abbiamo quindi un criterio abbastanza rigoroso da garantire risultati affidabili, che limita però il suo raggio d’azione proprio a causa di quel rigore. Un atteggiamento onesto prevede quindi di affidarsi serenamente al metodo scientifico, pur di non escludere a priori variabili esterne ai dati osservati.
Gli stessi medici, alla fine di una consulta, spesso ti dicono: “Mi raccomando, non si stressi troppo, altrimenti ci mette il doppio a guarire”. Riconoscono cioè una componente psico-somatica, nella salute dell’individuo, senza poterla nè vedere, nè misurare, nè tantomeno replicare in laboratorio.
Finchè la scienza tiene conto di eventuali aspetti esterni, che possano sfuggire al criterio diretto di verifica, rende alla società un servizio assolutamente unico e straordinario, ...
... e si pone come una delle vette più alte mai raggiunte nella storia dell’umanità.
Quando invece la scienza si chiude su se stessa, e rifiuta a priori qualunque realtà non direttamente verificabile, nasce lo scientismo, che è il suo aspetto più deteriore.
SCIENTISMO:
s. m. (filos.) orientamento di pensiero, sorto in Francia nella seconda metà del sec. XIX, secondo il quale l'unica valida base della conoscenza è costituita dai principi e dai procedimenti delle scienze, logico-matematiche o empiriche.
(estens.) con accezione negativa, l'atteggiamento di chi pretende di applicare i metodi della scienza a qualsiasi aspetto della realtà umana.
Questo normalmente accade quando l’uomo perde il desiderio di imparare, e si accontenta delle verità conosciute invece di espanderle ulteriormente. In altre parole, rinuncia ad un nuovo “ciclo completo” di osservazione-verifica-conclusione, intuendo che magari quelle conclusioni rischiano di smentire certezze già acquisite.
Ecco nascere le condanne di “superstizione”, “ciarlataneria”, o “stregoneria” vera e propria, verso tutto quello che non rientra nel campo diretto della verificabilità.
La cosa curiosa è che lo scientista, nel fare questo, invoca il metodo scientifico a propria difesa, senza accorgersi che proprio quello gli imporrebbe invece di esplorare il nuovo territorio.
Di fronte ad un capo-villaggio tribale che cura i malati con l’imposizione delle mani, ad esempio, la scienza dovrebbe cercare di capire quali siano i meccanismi che portano alla guarigione, per poi verificarli con criterio scientifico, ed eventualmente integrarli nei propri protocolli standardizzati. Invece si rifiuta a priori di riconoscere certe capacità teraeutiche, adducendo la scusa che “non sono scientificamente provate”.
Lo dice come se l’onere della prova scientifica spettasse a chissà quale entità extra-terrestre, e non alla scienza stessa.
“Se il santone del villaggio sostiene di curare i malati con le mani – dice lo scientista - ci porti delle prove”.
Ma le uniche prove che il villaggio può portare sono i malati stessi, che sono guariti. Il villaggio non controlla la tecnologia di verifica, e sta a chi la controlla di utilizzarla, ed eventualmente trovare le prove, in un senso oppure nell’altro.
Va quindi notato come la scienza si sia impadronita del mezzo di indagine collettivo, non solo per negarne l'uso in casi che potrebbero portare miglioramenti a migliaia di malati, ma per usarlo addirittura contro queste nuove possibilità di guarigione. (Sia chiaro, parliamo di casi in cui le proprietà terapeutiche di un certo rimedio siano acclamate da un numero di persone sufficiente da legittimare l’ipotesi che sia valido. Nessuno qui suggerisce di correre dietro a ogni singola favoletta di paese).
C’è una prova molto semplice che si può fare, per distinguere immediatamente lo scientismo dalla scienza con la maiuscola: ogni volta che ci si sente dire “Non è dimostrato che il tale rimedio funzioni contro la tale malattia”, basta chiedere: “E’ dimostrato per caso che non funzioni?”
Se la risposta è sì, vorrà dire che in quel caso la scienza si è comportata correttamente, ed ha fatto il suo dovere fino in fondo.
Se la risposta è no, vuol dire che nessuna sperimentazione è stata fatta, e che siamo di fronte allo scientismo più becero, che è peggio ancora di qualunque superstizione medioevale.
Massimo Mazzucco
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3096
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Re: Meglio agnostici o atei?
quali presupposti errati?Paolo ha scritto:Poi però non capisco come tu possa passare oltre. Oltre cosa? Se dai per scontati dei presupposti errati che senso ha andare oltre? Ciò che ne deriva è del tutto inutile!
è sbagliato dire che ci sono grosse fette della popolazione di molti luoghi che vivono condizionati da idee religiose?
se si imposta una discussione, per capire di più le dinamiche che portano a questo fatto , cosa c'è che non va?
certo, se si vuole ragionare su qualcosa, allora un oggetto simbolico minimo di riferimento può essere utile
ed una manciata di regole del gioco, per poter procedere oltre quello dove ci si è impantanati fino ad ora, anche
io non credo che la discussione si prefigga l'ambizioso (troppo) obiettivo di giustificare alcunché: ognuno potrà benissimo restare tranquillamente della sua idea sull'esistenza di un dio
ma non vedo come si debba avere paura, fastidio, o astio se qualcuno vuole intraprendere una strada nuova (sarà davvero, poi, così nuova? ) per comprendere meglio il fenomeno antropologico
e perché ci si debba intromettere solo per demotivare chi vuole fare quel gioco, quella ricerca.
quali siano le spinte psicologiche da rintracciare in chi fa indesiderata opera di sabotaggio.
certo vedrei molto più opportuno che il confronto si trasferisse su un thread appositamente approntato, con raccolte e mostrate le premesse minime, gli obiettivi proposti, i metodi desiderati, i dubbi ancora aperti e tutto ciò che chi traina questa intrapresa giudica necessario.
ma anche questi sono gusti e perciò si faccia pure tutti come meglio si preferisce.
mix- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Mi ero offerto anche io a percorrere quel decalogo punto per punto, in tono serioso come faccio spesso, sono al primo punto vediamo se ci sarà interesse.
La massoneria (divina utilità) vuole che un massone non sia mai uno stupido ateo né un libertino senza religione, dice se comprende l'Arte correttamente è così.
Dice che si tratta della religione in cui tutti concorrono, non ateo/stupido ne libertino/senza religione ma che me creda nell'Architetto e pratichi la moralità.
Dire meglio o peggio non significa necessariamente verità ma di uno stato delle cose o di ordini prestabiliti in cui ci sono vantaggi se si applicano certe regole.
Non è strano che ognuno affermi le proprie preferenze ma è bizzarro il catarismo ed il susseguente separatismo guarda caso è legato a reminiscenze "morali".
Attenti che il contrari di ateo stupido non è credente intelligente, sono ammessi atei intelligenti e credenti stupidi, vedi il riferimento al libertinaggio/religione/morale.
Qui s'è coniato l'anti-paperinismo per contrapporsi al tentativo di associare le divinità alla lettura infantile/adolescenziale e comunque è un'associazione non biunivoca.
La massoneria (divina utilità) vuole che un massone non sia mai uno stupido ateo né un libertino senza religione, dice se comprende l'Arte correttamente è così.
Dice che si tratta della religione in cui tutti concorrono, non ateo/stupido ne libertino/senza religione ma che me creda nell'Architetto e pratichi la moralità.
Dire meglio o peggio non significa necessariamente verità ma di uno stato delle cose o di ordini prestabiliti in cui ci sono vantaggi se si applicano certe regole.
Non è strano che ognuno affermi le proprie preferenze ma è bizzarro il catarismo ed il susseguente separatismo guarda caso è legato a reminiscenze "morali".
Attenti che il contrari di ateo stupido non è credente intelligente, sono ammessi atei intelligenti e credenti stupidi, vedi il riferimento al libertinaggio/religione/morale.
Qui s'è coniato l'anti-paperinismo per contrapporsi al tentativo di associare le divinità alla lettura infantile/adolescenziale e comunque è un'associazione non biunivoca.
SergioAD- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Non direi proprio.JurijArmstrong ha scritto:L'ateismo è una posizione più razionale ed obbiettiva dell'agnosticismo. Il dubbio sicuramente è umile, razionale e spesso utile , ma non in questa situazione.
Il metodo scientifico insegna che la certezza non esiste. Al limite, esistono certezze fittizie (postulati) di tipo convenzionale, utili a fondare ragionamenti e approfondimenti ulteriori.
Ma, a rigor di logica, non si può esser certi nemmeno della nostra reale esistenza.
Dal che consegue che "vivere come se la tal cosa fosse certa, perlomeno fino a prova contraria" (quindi ammettendo implicitamente che questa "prova contraria" possa saltare fuori), non è altro che posizionarsi in termini "agnostici" nei confronti del tutto.
Lucatortuga- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
le regole giuste applicate nei contesti sbagliati portano a risultati assurdi=senza logica.Lucatortuga ha scritto:Non direi proprio.JurijArmstrong ha scritto:L'ateismo è una posizione più razionale ed obbiettiva dell'agnosticismo. Il dubbio sicuramente è umile, razionale e spesso utile , ma non in questa situazione.
Il metodo scientifico insegna che la certezza non esiste. Al limite, esistono certezze fittizie (postulati) di tipo convenzionale, utili a fondare ragionamenti e approfondimenti ulteriori.
Ma, a rigor di logica, non si può esser certi nemmeno della nostra reale esistenza.
Dal che consegue che "vivere come se la tal cosa fosse certa, perlomeno fino a prova contraria" (quindi ammettendo implicitamente che questa "prova contraria" possa saltare fuori), non è altro che posizionarsi in termini "agnostici" nei confronti del tutto.
è come pretendere un risultato reale da una radice quadrata di un numero negativo
senza tener conto che la radice (pari) non si può applicare a numeri negativi.
c'è un errore logico di partenza che si riflette sui risultati
poi si può cominciare a parlare di numeri immaginari ... neppure la matematica lo impedisce.
mix- -------------
- Numero di messaggi : 6549
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Re: Meglio agnostici o atei?
Ma questa poi....Dal che consegue che "vivere come se la tal cosa fosse certa, perlomeno fino a prova contraria" (quindi ammettendo implicitamente che questa "prova contraria" possa saltare fuori), non è altro che posizionarsi in termini "agnostici" nei confronti del tutto.
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
davide- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Beh, la fai facile.davide ha scritto:
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
Sinceramente, quando mi trovo a confrontarmi con persone poco avvezze a cogliere le sfumature (di solito le definisco "elementari", per usare un eufemismo) trovo che "ateo" sia il termine più adatto per comunicare la mia posizione (che qui potrei riassumere nel classico "non esiste un piano metafisico dell'esistenza, almeno fino a prova contraria").
Se, invece, mi capita di avere a che fare con qualcuno che reputo capace di cogliere determinate sottigliezze, preferisco classificare la medesima posizione come "agnosticismo" (perchè, sia a livello logico che linguistico, è quello il termine semanticamente corretto).
Probabilmente ho le palle che vanno e vengono, a seconda dei casi.
Lucatortuga- -------------
- Numero di messaggi : 184
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Re: Meglio agnostici o atei?
Intanto se generalizzando si può dire che la scienza è agnostica non ha alcun senso allargare questo principio per dubitare dell'esistenza stessa dell'uomo come mi pare abbia detto Luca. Finché non si definisce la non esistenza o quella che è la nostra vita così come noi la percepiamo sappiamo che è quella altrimenti va interpretata la non conoscenza del termine agnostico.
Quando affermiamo "fino a prova contraria" ha senso per correggere gli errori di un percorso intrapreso e non avrebbe senso per non decidere se i dogmi delle varie religioni sono tutti veri - nel caso dei cristiani (nemmeno tutti) l'immacolata concezione, la resurrezione, l'intercessione dei santi e simili - non sono ne dimostrabili ne credibili e neanche sottoponibili al sospetto che siano possibili.
Resta inaccettabile la violenza psicologica da qualsiasi parte la si eserciti almeno finché c'è la possibilità della mancanza di fede da una parte e l'ammissione di mondi irrazionali dall'altra. Altrimenti si formeranno quelle terze vie ibride che sono inequivocabilmente destinate a camminare verso il futuro - in cui probabilmente una parte degli orfani delle religioni si unirà ad una posizione "new age"...
Intanto nessun agnostico ha espresso l'esatto motivo, le condizioni per cui egli sospende il giudizio e diventa possibilista. Se qualcuno dice non essere certo di esistere per giustificare la propria posizione agnostica fa molto bene a dirlo ed è un bel dubbio da trasferire ad ogni agnostico. Si può restare stupiti devo dire...
Quando affermiamo "fino a prova contraria" ha senso per correggere gli errori di un percorso intrapreso e non avrebbe senso per non decidere se i dogmi delle varie religioni sono tutti veri - nel caso dei cristiani (nemmeno tutti) l'immacolata concezione, la resurrezione, l'intercessione dei santi e simili - non sono ne dimostrabili ne credibili e neanche sottoponibili al sospetto che siano possibili.
Resta inaccettabile la violenza psicologica da qualsiasi parte la si eserciti almeno finché c'è la possibilità della mancanza di fede da una parte e l'ammissione di mondi irrazionali dall'altra. Altrimenti si formeranno quelle terze vie ibride che sono inequivocabilmente destinate a camminare verso il futuro - in cui probabilmente una parte degli orfani delle religioni si unirà ad una posizione "new age"...
Intanto nessun agnostico ha espresso l'esatto motivo, le condizioni per cui egli sospende il giudizio e diventa possibilista. Se qualcuno dice non essere certo di esistere per giustificare la propria posizione agnostica fa molto bene a dirlo ed è un bel dubbio da trasferire ad ogni agnostico. Si può restare stupiti devo dire...
Ultima modifica di SergioAD il Gio 31 Gen 2013 - 15:14 - modificato 1 volta.
SergioAD- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:
Ma questa poi....
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
Cazzo ed io che pensavo che l'ateismo fosse di tutto tranne che una questione di palle.
Molti capitani coraggiosi qui allora. Come quelli dall'altra parte.
Ed io che pensavo che certe stronzate le dicessero solo su uccr.
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Re: Meglio agnostici o atei?
Sto cominciando a idolatrarti .....Lucatortuga ha scritto:Beh, la fai facile.davide ha scritto:
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
Sinceramente, quando mi trovo a confrontarmi con persone poco avvezze a cogliere le sfumature (di solito le definisco "elementari", per usare un eufemismo) trovo che "ateo" sia il termine più adatto per comunicare la mia posizione (che qui potrei riassumere nel classico "non esiste un piano metafisico dell'esistenza, almeno fino a prova contraria").
Se, invece, mi capita di avere a che fare con qualcuno che reputo capace di cogliere determinate sottigliezze, preferisco classificare la medesima posizione come "agnosticismo" (perchè, sia a livello logico che linguistico, è quello il termine semanticamente corretto).
Probabilmente ho le palle che vanno e vengono, a seconda dei casi.
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.....Allora capii che veramente ero il più sapiente perché ero l'unico a sapere di non sapere....(Socrate)
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Re: Meglio agnostici o atei?
E' molto più semplice di quel che sembra: l'esatto motivo del mio agnosticismo, è che non ho la possibilità di raggiungere certezze assolute su alcun argomento.SergioAD ha scritto:
Intanto nessun agnostico ha espresso l'esatto motivo, le condizioni per cui egli sospende il giudizio e diventa possibilista.
Sospendere il giudizio è la mia "regola aurea" e, te lo assicuro, riesco a vivere benissimo anche senza sentirmi una qualsiasi verità in tasca, non mi serve.
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Re: Meglio agnostici o atei?
Si chiama cherry picking quello che hai appena fatto, visto che conosci l'eufemismo e pertanto comprendi gli innesti concettuali.Lucatortuga ha scritto:E' molto più semplice di quel che sembra: l'esatto motivo del mio agnosticismo, è che non ho la possibilità di raggiungere certezze assolute su alcun argomento.SergioAD ha scritto:
Intanto nessun agnostico ha espresso l'esatto motivo, le condizioni per cui egli sospende il giudizio e diventa possibilista.
Sospendere il giudizio è la mia "regola aurea" e, te lo assicuro, riesco a vivere benissimo anche senza sentirmi una qualsiasi verità in tasca, non mi serve.
Non ho messo in dubbio quanto bene vivi, e questa è anche un rafforzamento della tua posizione, il che mi sta bene - perché non dovrebbe essere così?
Forse era troppo noioso leggere tutto qui sotto.
http://atei.forumitalian.com/t4867p300-meglio-agnostici-o-atei#201149
Spero che l'agnosticismo ti faccia pensare ad un tuo possibile errore in questo scambio che nemmeno i protestanti credono nella immacolata concezione e sono credenti mentre gli agnostici italiani possono dire "forse che si" - io sospetto che sia altamente irrazionale tutto questo - fin'ora pensavo alla posizione formale per non apparire decisionisti o che fosse irrilevante!
Allora buon proseguimento Luca! (io non faccio cherry picking e mi demotiva un po' andare avanti).
SergioAD- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
No, non ho fatto "cherry picking", ma solo esposto la mia personale posizione.SergioAD ha scritto:
Si chiama cherry picking quello che hai appena fatto, visto che conosci l'eufemismo e pertanto comprendi gli innesti concettuali.
Ora, l'importante di quella frase non era tanto il rimarcare il mio "viver bene" in senso letterale, quanto sottolineare il fatto che, a livello di vita pratica, non ci sono sensibili differenze tra un agnostico come me, e chiunque preferisca definire "certezza" ciò di cui è sicuro solo al 99,999999%: dovrebbe essere letta come "anch'io riesco a vivere bene, nonostante dichiari di non essere certo di nulla".SergioAD ha scritto:Non ho messo in dubbio quanto bene vivi, e questa è anche un rafforzamento della tua posizione, il che mi sta bene - perché non dovrebbe essere così?
Posso essere certo che il pane acquistato stamattina non contenga cianuro? No, ma la considero un'ipotesi abbastanza improbabile da mangiarmelo senza particolari preoccupazioni.
Ho letto.SergioAD ha scritto:Forse era troppo noioso leggere tutto qui sotto.
http://atei.forumitalian.com/t4867p300-meglio-agnostici-o-atei#201149
Vedi, dal mio punto di vista tutto è "forse che sì", cosa che mette il dogma dell'immacolata concezione sullo stesso piano dell'ipotesi che mia mamma sia un orco venusiano travestito.SergioAD ha scritto:Spero che l'agnosticismo ti faccia pensare ad un tuo possibile errore in questo scambio che nemmeno i protestanti credono nella immacolata concezione e sono credenti mentre gli agnostici italiani possono dire "forse che si" - io sospetto che sia altamente irrazionale tutto questo - fin'ora pensavo alla posizione formale per non apparire decisionisti o che fosse irrilevante!
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Re: Meglio agnostici o atei?
L'ateismo non implica in alcun modo il pensiero di avere certezze assolute. Quelli che pensano di avere certezze assolute si chiamano credenti.Lucatortuga ha scritto:E' molto più semplice di quel che sembra: l'esatto motivo del mio agnosticismo, è che non ho la possibilità di raggiungere certezze assolute su alcun argomento.
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:Ma questa poi....Dal che consegue che "vivere come se la tal cosa fosse certa, perlomeno fino a prova contraria" (quindi ammettendo implicitamente che questa "prova contraria" possa saltare fuori), non è altro che posizionarsi in termini "agnostici" nei confronti del tutto.
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
Quoto anche gli spazi e anche di quello che ha scritto Sergio.
PS la pelle dei cojoni diventa di sufficiente superficie per pulirci il parabrezza
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Re: Meglio agnostici o atei?
Se sei non credente definisciti come tale.Lucatortuga ha scritto:Beh, la fai facile.davide ha scritto:
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
Sinceramente, quando mi trovo a confrontarmi con persone poco avvezze a cogliere le sfumature (di solito le definisco "elementari", per usare un eufemismo) trovo che "ateo" sia il termine più adatto per comunicare la mia posizione (che qui potrei riassumere nel classico "non esiste un piano metafisico dell'esistenza, almeno fino a prova contraria").
Se, invece, mi capita di avere a che fare con qualcuno che reputo capace di cogliere determinate sottigliezze, preferisco classificare la medesima posizione come "agnosticismo" (perchè, sia a livello logico che linguistico, è quello il termine semanticamente corretto).
Probabilmente ho le palle che vanno e vengono, a seconda dei casi.
Se sei agnostico, definisciti come tale, ma non venire a spacciarcela come posizione logica.
Sergio, perfetto.SergioAD ha scritto:Intanto se generalizzando si può dire che la scienza è agnostica non ha alcun senso allargare questo principio per dubitare dell'esistenza stessa dell'uomo come mi pare abbia detto Luca. Finché non si definisce la non esistenza o quella che è la nostra vita così come noi la percepiamo sappiamo che è quella altrimenti va interpretata la non conoscenza del termine agnostico.
Quando affermiamo "fino a prova contraria" ha senso per correggere gli errori di un percorso intrapreso e non avrebbe senso per non decidere se i dogmi delle varie religioni sono tutti veri - nel caso dei cristiani (nemmeno tutti) l'immacolata concezione, la resurrezione, l'intercessione dei santi e simili - non sono ne dimostrabili ne credibili e neanche sottoponibili al sospetto che siano possibili.
Resta inaccettabile la violenza psicologica da qualsiasi parte la si eserciti almeno finché c'è la possibilità della mancanza di fede da una parte e l'ammissione di mondi irrazionali dall'altra. Altrimenti si formeranno quelle terze vie ibride che sono inequivocabilmente destinate a camminare verso il futuro - in cui probabilmente una parte degli orfani delle religioni si unirà ad una posizione "new age"...
Intanto nessun agnostico ha espresso l'esatto motivo, le condizioni per cui egli sospende il giudizio e diventa possibilista. Se qualcuno dice non essere certo di esistere per giustificare la propria posizione agnostica fa molto bene a dirlo ed è un bel dubbio da trasferire ad ogni agnostico. Si può restare stupiti devo dire...
Non mi ritengo un capitano coraggioso, nessuno di noi lo ritiene di sé stesso.notimenowhere ha scritto:davide ha scritto:
Ma questa poi....
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
Cazzo ed io che pensavo che l'ateismo fosse di tutto tranne che una questione di palle.
Molti capitani coraggiosi qui allora. Come quelli dall'altra parte.
Ed io che pensavo che certe stronzate le dicessero solo su uccr.
Stronzata è sospendere il giudizio sull'Eterno Spaturno, e pretendere che questa sia una posizione logica e razionale.
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:
Se sei non credente definisciti come tale.
Se sei agnostico, definisciti come tale, ma non venire a spacciarcela come posizione logica.
[...]
Non mi ritengo un capitano coraggioso, nessuno di noi lo ritiene di sé stesso.
Stronzata è sospendere il giudizio sull'Eterno Spaturno, e pretendere che questa sia una posizione logica e razionale.
Alè
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Re: Meglio agnostici o atei?
per non parlare di Infiniti Sarchiaponidavide ha scritto:Non mi ritengo un capitano coraggioso, nessuno di noi lo ritiene di sé stesso.
Stronzata è sospendere il giudizio sull'Eterno Spaturno, e pretendere che questa sia una posizione logica e razionale.
si può spacciare per logica, la posizione agnostica, ma ci si espone facilissimamente al ridicolo
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:Non mi ritengo un capitano coraggioso, nessuno di noi lo ritiene di sé stesso.notimenowhere ha scritto:davide ha scritto:
Ma questa poi....
Gli agnostici mi fanno morire: non avendo le palle di definirsi atei o credenti, stiracchiano il significato di agnosticismo come più conviene a loro, esattamente come i creduli fanno con la bibbietta.
Cazzo ed io che pensavo che l'ateismo fosse di tutto tranne che una questione di palle.
Molti capitani coraggiosi qui allora. Come quelli dall'altra parte.
Ed io che pensavo che certe stronzate le dicessero solo su uccr.
Stronzata è sospendere il giudizio sull'Eterno Spaturno, e pretendere che questa sia una posizione logica e razionale.
Sempre a disposizione per fare a gara di stronzate.
Ma se l'italiano non è un'opinione la tua mi è sembrata un tantinello una sparata da gradasso. Giochiamo a chi ce l'ha più grosso?
Tralaltro c'è qualcuno qui che mi sappia spiegare quanto può pesare la tua cosidetta "stronzata sospensiva" sulla vita di tutti i giorni. Per me meno che zero.
Usando la logica che tanto ti piace mi devi spiegare in cosa dovrei diversamente credere. Perchè per quanto mi sforzi proprio non riesco ad arrivarci. Che ti devo dì. C'ho i miei limiti.
Secondo la mia logica sarebbe profondamente illogico credere proprio perchè non so in cosa dovrei credere. Questo non porta certo alla conclusione che forse molti qui traggono che, almeno per quel che mi riguarda, un agnostico voglia credere in qualcosa ad ogni costo. Anche questo sarebbe illogico. Almeno di non essere mentalmente disturbato. C'è uno psichiatra tra di voi?
Alle volte penso che sono più un "senza dio" io che molti di voi.
Ultima modifica di notimenowhere il Gio 31 Gen 2013 - 22:50 - modificato 2 volte. (Motivazione : errori)
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Re: Meglio agnostici o atei?
Nessuna sparata da gradasso. Il coraggio che mi serve per affermare di essere non credente è lo stesso che mi serve ad affermare di essere un maschio bianco di (quasi) 40 anni. Evidentemente per altri non è così, te compreso, dato che affermi di non credere...
Allora deciditi. Se non credi, non credi. L'agnostico è uno che dice "non ho elementi, sospendo il giudizio". Il che è una minchiata, perché gli elementi ci sono tutti.
Allora deciditi. Se non credi, non credi. L'agnostico è uno che dice "non ho elementi, sospendo il giudizio". Il che è una minchiata, perché gli elementi ci sono tutti.
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:Nessuna sparata da gradasso. Il coraggio che mi serve per affermare di essere non credente è lo stesso che mi serve ad affermare di essere un maschio bianco di (quasi) 40 anni. Evidentemente per altri non è così, te compreso, dato che affermi di non credere...
Cioè sempre per la storia dell'italiano: coraggio(anche poco)=affermare di non credere quindi vigliaccheria(anche molta)=affermare di non sapere. Brillante come logica. Spock è na pippa al confronto.
davide ha scritto:Allora deciditi. Se non credi, non credi. L'agnostico è uno che dice "non ho elementi, sospendo il giudizio". Il che è una minchiata, perché gli elementi ci sono tutti.
Io non credo proprio perchè mi mancano gli elementi. Sarà pure una minchiata secondo la logica di cui sopra ma menti molto più eccelse di quelle che ci sono qui e mi ci metto anch'io come ultimo, sono secoli che si scannano su certe vicende e tu mi vieni a dire che ci sono tutti gli elementi.
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Re: Meglio agnostici o atei?
WOW menti eccelse! Il terzo agnostico in pochi giorni che mi ricorre al principio d'autorità.
E non penso che sia un caso.
Comunque per carità, tieniti pure i tuoi dubbi sull'Eterno Spaturno ed il Mistico Flatulente, mi rendo conto che tu non abbia gli elementi per prendere posizione, non ce li avevano nemmeno le menti eccelse!!
E non penso che sia un caso.
Comunque per carità, tieniti pure i tuoi dubbi sull'Eterno Spaturno ed il Mistico Flatulente, mi rendo conto che tu non abbia gli elementi per prendere posizione, non ce li avevano nemmeno le menti eccelse!!
davide- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Confermo quanto ho scritto pochi giorni fa: gli agnostici sono peggio dei credenti.
davide- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:...
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Re: Meglio agnostici o atei?
Minsky ha scritto:davide ha scritto:...
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:Confermo quanto ho scritto pochi giorni fa: gli agnostici sono peggio dei credenti.
Ma dopo sette mesi riuscite a spiegarmi perchè la pensate così?
In che senso peggio del credente?
davide ha scritto: Il che è una minchiata, perché gli elementi ci sono tutti.
Tutti? Quali?
Immagino che tutti implichi molti.
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Re: Meglio agnostici o atei?
Loro malgrado, sono più coerenti di voi.
Scherzi? Dobbiamo davvero elencare i motivi per i quali possiamo affermare razionalmente che non esistono divinità??
Scherzi? Dobbiamo davvero elencare i motivi per i quali possiamo affermare razionalmente che non esistono divinità??
davide- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:Loro malgrado, sono più coerenti di voi.
Ma, non saprei.
Inoltre la coerenza non mi pare un valore assoluto: hitler era molto coerente con le sue posizioni...
Ma poi perchè più coerenti?
Molti credenti sostengono di credere ma non praticano o fanno il contrario dei loro dogmi. A questa coerenza ti riferisci?
L'agnostico si pone il dubbio come metodo, e il dubbio trova come risultato...
a me pare coerente.
davide ha scritto:
Scherzi? Dobbiamo davvero elencare i motivi per i quali possiamo affermare razionalmente che non esistono divinità??
no, non scherzo.
mi sembri così sicuro di te che spero di trovarne uno in grado di farmi capire sta cosa.
Elenca sommariamente almeno una decina di motivi razionali attraverso i quali chiunque dovrebbe dedurre che non esista un divino.
Ovviamente non della divinità gesù, o allah, ma di un trascendente.
Grazie.
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Masada- -----------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Scusa ma se non si trova nell'elenco delle divinità note nessuno può formulare nulla in merito o porsi il problema.
Basta considerare la probabilità dell'esistenza degli extraterrestri, insieme allo stato evolutivo se fosse superiore.
Questo è per pensare ad "un" divino, rispetto a noi e "un" trascendente sempre relativo a noi. La domanda è?
Creazionismo oppure evoluzionismo? Oggi c'è gente di chiesa che afferma la compatibilità tra i due ed è qualcosa!
Ammettere ciò, chi lo fa ovviamente, inizia a transitare dal concepimento creazionista a quello evoluzionista.
In quel passaggio c'è l'abbandono delle divinità abramitiche verso la definizione di Spinoza - si ragiona.
Immortalità dell'anima, libertà di azione del Creatore, costrizioni esterne e le moralità religiose transiteranno.
La mia insignificante opinione non deve aver peso sulle scelte ma deve apparire verosimile e accettata così.
Queste sono considerazioni di base, avrei scritto di più, spero che si capisca lo spirito propositivo ed innocuo.
Basta considerare la probabilità dell'esistenza degli extraterrestri, insieme allo stato evolutivo se fosse superiore.
Questo è per pensare ad "un" divino, rispetto a noi e "un" trascendente sempre relativo a noi. La domanda è?
Creazionismo oppure evoluzionismo? Oggi c'è gente di chiesa che afferma la compatibilità tra i due ed è qualcosa!
Ammettere ciò, chi lo fa ovviamente, inizia a transitare dal concepimento creazionista a quello evoluzionista.
In quel passaggio c'è l'abbandono delle divinità abramitiche verso la definizione di Spinoza - si ragiona.
Immortalità dell'anima, libertà di azione del Creatore, costrizioni esterne e le moralità religiose transiteranno.
La mia insignificante opinione non deve aver peso sulle scelte ma deve apparire verosimile e accettata così.
Queste sono considerazioni di base, avrei scritto di più, spero che si capisca lo spirito propositivo ed innocuo.
SergioAD- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Lucatortuga ha scritto:Non direi proprio.JurijArmstrong ha scritto:L'ateismo è una posizione più razionale ed obbiettiva dell'agnosticismo. Il dubbio sicuramente è umile, razionale e spesso utile , ma non in questa situazione.
Il metodo scientifico insegna che la certezza non esiste. Al limite, esistono certezze fittizie (postulati) di tipo convenzionale, utili a fondare ragionamenti e approfondimenti ulteriori.
Ma, a rigor di logica, non si può esser certi nemmeno dellanostrareale esistenza di papaerino.
Dal che consegue che "vivere come se la tal cosa fosse certa, perlomeno fino a prova contraria" (quindi ammettendo implicitamente che questa "prova contraria" possa saltare fuori), non è altro che posizionarsi in termini "agnostici" nei confronti del tutto.
Mi si accusa di dire ripetere sempre le stesse cose! E' anche vero... però se vengono sempre posti i medesimi ragionamenti, le risposte non possono che essere quelle:
Esiste paperino? No, fino prova contraria !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ma che ragionamento è? L'agnostico ragiona proprio così! E non è certo la percentuale di probabilità che sposta il problema. Questo è un elemento che in un ragionamento logico è del tutto irrilevante.
Il metodo scientifico ti da i migliori strumenti per indagare il mondo che ti circonda. E non ti insegna nulla. E' come il metro o un calibro o un microscopio. Sono tutti strumenti che servono per conoscere. E' un metodo non una verità!!!!!!
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Re: Meglio agnostici o atei?
Masada78 ha scritto:davide ha scritto:Loro malgrado, sono più coerenti di voi.
Ma, non saprei.
Inoltre la coerenza non mi pare un valore assoluto: hitler era molto coerente con le sue posizioni...
La coerenza è l'elemento fondamentale per portare avanti qualsiasi discorso logico e razionale!! E' la virtù più importante che possa avere un uomo.
Tanto per divagare, è l'unica cosa che ho sempre apprezzato nella figura di Hitler. Il dramma è che la sua coerenza era verso idee e posizioni deliranti. Ma, purtroppo per l'umanità, lui era convinto che fossero giuste. Hitler non ha fatto con il nostro caro duce che alla fine ha tentato di scappare travestito da soldato, ma è rimasto nel suo bunker fino alla morte. Piccola osservazione: l'unica cosa di cui li si può accusare di incoerenza è il fatto che si sia suicidato. Ma, dato che negli ultimi periodi viveva un schizofrenica paranoia tutto è stato possibile!
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Re: Meglio agnostici o atei?
Per me confondiamo il termine "agnosticismo" con quello che in realta' e' un sano scetticismo razionale. Io sono convinta che nella vita di tutti i giorni non ci sia differenza tra un ateo e un agnostico (o scettico), se poi invece vogliamo andare a motivare le nostre posizioni e' impossibile bypassare l'aspetto piu' filosofico della questione e quindi differenziare i termini.
Non mi pare ci sia nulla di strano nell'ammettere la posizione di una persona che e' consapevole di dover operare una epoche', una sospensione del giudizio, probabilmente nemmeno troppo momentanea, sulla realta'. D'altronde il problema del sogno posto da Descartes e' ancora drammaticamente attuale... ironicamente lui lo risolveva proprio introducendo dio come garante della corrispondenza tra dato sensibile/pensiero e realta'... noi non possiamo ovviamente accettare una situazione di questo tipo e siamo costretti a certezze caute e provvisorie.
Non mi pare ci sia nulla di strano nell'ammettere la posizione di una persona che e' consapevole di dover operare una epoche', una sospensione del giudizio, probabilmente nemmeno troppo momentanea, sulla realta'. D'altronde il problema del sogno posto da Descartes e' ancora drammaticamente attuale... ironicamente lui lo risolveva proprio introducendo dio come garante della corrispondenza tra dato sensibile/pensiero e realta'... noi non possiamo ovviamente accettare una situazione di questo tipo e siamo costretti a certezze caute e provvisorie.
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Re: Meglio agnostici o atei?
SergioAD ha scritto:Scusa ma se non si trova nell'elenco delle divinità note nessuno può formulare nulla in merito o porsi il problema.
quindi ha più senso essere agnostici, no?
o ignostici, no?
qualcuno potrebbe sostenere che dio sia una "rivelazione" "progressiva" e sempre parziale all'umanità, più o meno come lo stesso concetto di "uomo", o di "io".
la storia dell'uomo è di almeno un milione di anni vecchia.
noi ci fissiamo a considerare solo le virgole degli ultimi 4000 anni, spesso 2000, e solo in italia...
le forme della divinità sono cambiate culturalmente, ma se son vere le premesse,
("qualcuno potrebbe sostenere che dio sia una rivelazione progressiva e sempre parziale all'umanità") allora potrebbe esistere e noi aver problemi a conoscerlo, ma non per questo essere giustificati a non provarci o a sostenere insensata la posizione agnostica.
cosa sia il dio minimo da confutare dovrebbe essere ben chiaro nella mente di un davide che si esprime con tanta sicurezza sul fatto che esistano tutti gli elementi per non sospendere il giudizio al punto di sferzare in quel modo la posizione di un agnostico.
se fosse una questione di opinione nessuno si permetterebbe di dire:
"ci sono tutti gli elementi per stabilire che il gelato al limone sia più buono di quello al cioccolato."
non sembrerebbe sensato esprimersi così...
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Re: Meglio agnostici o atei?
Masada78 ha scritto:
Ma dopo sette mesi riuscite a spiegarmi perchè la pensate così?
In realtà siamo stati molto più cauti (E pazienti)
Ci sono voluti molto più di 7 mesi!
Ma ora la mole di elementi a sostegno di questa convinzione ha raggiunto proporzioni titaniche.
Diva te la dico io una differenza tra un ateo ed un agnostico nella vita quotidiana: con quel ragionamento, ho visto far battezzare dei bambini perché "Non si sa mai"
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Re: Meglio agnostici o atei?
Ma sì, chi se ne fotte della coerenza, un giorno diciamo bianco e l'altro nero, a seconda di come ci è più comodo...Masada78 ha scritto:davide ha scritto:Loro malgrado, sono più coerenti di voi.
Ma, non saprei.
Inoltre la coerenza non mi pare un valore assoluto: hitler era molto coerente con le sue posizioni...
Ma poi perchè più coerenti?
Molti credenti sostengono di credere ma non praticano o fanno il contrario dei loro dogmi. A questa coerenza ti riferisci?
L'agnostico si pone il dubbio come metodo, e il dubbio trova come risultato...
a me pare coerente.davide ha scritto:
Scherzi? Dobbiamo davvero elencare i motivi per i quali possiamo affermare razionalmente che non esistono divinità??
no, non scherzo.
mi sembri così sicuro di te che spero di trovarne uno in grado di farmi capire sta cosa.
Elenca sommariamente almeno una decina di motivi razionali attraverso i quali chiunque dovrebbe dedurre che non esista un divino.
Ovviamente non della divinità gesù, o allah, ma di un trascendente.
Grazie.
Il trascendente? Che roba è? Si mangia?
E il bazingabante?
davide- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:
Elenca sommariamente almeno una decina di motivi razionali attraverso i quali chiunque dovrebbe dedurre che non esista un divino.
Ovviamente non della divinità gesù, o allah, ma di un trascendente.
Grazie.
Pronti, eccone 50:
http://www.godisimaginary.com/
il dio a cui si fa riferimento nel link è "Trascendente" come qualsiasi altro
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Re: Meglio agnostici o atei?
In realtà, per definirsi atei è sufficiente constatare che non esiste alcuna evidenza dell'esistenza di una qualsivoglia divinità. Non solo: non esiste alcuna ragione razionale, che abbia come base le nostre conoscenze sulla realtà, che possa far ritenere plausibile l'esistenza di una divinità.Masada78 ha scritto:Elenca sommariamente almeno una decina di motivi razionali attraverso i quali chiunque dovrebbe dedurre che non esista un divino.
Ovviamente non della divinità gesù, o allah, ma di un trascendente.
Grazie.
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Re: Meglio agnostici o atei?
Grazie per aver fatto lo sforzo di capire.Diva ha scritto:Per me confondiamo il termine "agnosticismo" con quello che in realta' e' un sano scetticismo razionale. Io sono convinta che nella vita di tutti i giorni non ci sia differenza tra un ateo e un agnostico (o scettico), se poi invece vogliamo andare a motivare le nostre posizioni e' impossibile bypassare l'aspetto piu' filosofico della questione e quindi differenziare i termini.
Non mi pare ci sia nulla di strano nell'ammettere la posizione di una persona che e' consapevole di dover operare una epoche', una sospensione del giudizio, probabilmente nemmeno troppo momentanea, sulla realta'. D'altronde il problema del sogno posto da Descartes e' ancora drammaticamente attuale... ironicamente lui lo risolveva proprio introducendo dio come garante della corrispondenza tra dato sensibile/pensiero e realta'... noi non possiamo ovviamente accettare una situazione di questo tipo e siamo costretti a certezze caute e provvisorie.
Effettivamente, nell'accezione in cui lo uso, il termine "agnosticismo" (impossibilità di conoscere) può essere ben sostituito dall'espressione "scetticismo razionale".
L'errore che spesso si fa, di fronte a chi abbraccia questa posizione filosofica, è di confonderlo con l'agnostico religioso, ossia quel soggetto il cui agnosticismo esiste solo ed esclusivamente in funzione del concetto di divinità e/o trascendenza.
Il mio agnosticismo (scetticismo) in realtà riguarda la realtà (concreta ed ipotizzabile) a 360° gradi: il fatto che si applichi ANCHE alla questione del divino è solo una conseguenza.
Dici benissimo quando sostieni che, all'atto pratico, non vi è alcuna differenza tra un ateo ed un agnostico quanto a risvolti concreti nella vita quotidiana.
Temo che il mio problema sia quello d'essere incappato in un contesto già fortemente condizionato da passate discussioni, pregiudizialmente ostile verso il concetto stesso di agnosticismo.
Un agnostico che proprio volesse fare quel ragionamento ("non si sa mai"), non potrebbe limitarsi al battesimo, ma dovrebbe sottoporre il figlio a tutti i "riti" di iniziazione di tutte le religioni conosciute, e inventarsene infiniti nuovi altri (sempre nel nome del "non si sa mai")... Se anche solo la sua mente dovesse accarezzare per un attimo un'idea tanto balzana, in quello stesso attimo si renderebbe conto dell'evidente impossibilità di metterla in pratica.Rasputin ha scritto:Diva te la dico io una differenza tra un ateo ed un agnostico nella vita quotidiana: con quel ragionamento, ho visto far battezzare dei bambini perché "Non si sa mai"
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Re: Meglio agnostici o atei?
Appunto, allora non si fa prima a definirsi "atei", che si evitano fraintendimenti? Se io vado da un credente e gli dico che "sono ateo", metto subito in chiaro che ritengo la sua divinità una favoletta, se gli dico "sono agnostico" questo tipicamente capirà che, pur non credendo alla sua divinità, ritengo che essa sia plausibile, lascio aperta la possibilità che esista e potrei facilmente convertirmi, anzi, "vorrei farlo ma non riesco a credere". E questo anche se io, definendomi agnostico, intendo in realtà che non posso dimostrare che la sua divinità non esiste (ma va?), ma la ritengo una favoletta.Lucatortuga ha scritto:Dici benissimo quando sostieni che, all'atto pratico, non vi è alcuna differenza tra un ateo ed un agnostico quanto a risvolti concreti nella vita quotidiana.
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Re: Meglio agnostici o atei?
davide ha scritto:WOW menti eccelse! Il terzo agnostico in pochi giorni che mi ricorre al principio d'autorità.
E non penso che sia un caso.
Comunque per carità, tieniti pure i tuoi dubbi sull'Eterno Spaturno ed il Mistico Flatulente, mi rendo conto che tu non abbia gli elementi per prendere posizione, non ce li avevano nemmeno le menti eccelse!!
Fammi capire. Tutti gli elementi che hai li hai trovati negli ovetti kinder allora?
Non hai avuto bisogno di leggere nulla, ti è piovuto tutto dal cielo.
O sei nato già informato sui fatti.
Se molti nel passato come nel presente, che non possono essere nominati per non cadere nella fallacia del principio d'autorità, sono dei poveri pirla allora buttiamo tranquillamente al cesso migliaia di anni di storia umana.
Tanto ci sei tu che hai tutti gli elementi. Cosa si può voler di più.
Russel? Un povero demente fissato con le teiere.
Popper? Un coglione.
Huxley? Un mastino rabbioso.
Giusto per nominare i primi che mi passano per la testa.
Agnostici brutti e sporchi che hanno detto solo stronzate.
Mondo, da oggi in poi c'è solo Davide l'admin del forum atei.com.
Uagliò certo che il tuo ego è qualcosa di smisurato. Fai concorrenza a Rasputin.
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Re: Meglio agnostici o atei?
Lucatortuga ha scritto:
Un agnostico che proprio volesse fare quel ragionamento ("non si sa mai"), non potrebbe limitarsi al battesimo, ma dovrebbe sottoporre il figlio a tutti i "riti" di iniziazione di tutte le religioni conosciute, e inventarsene infiniti nuovi altri (sempre nel nome del "non si sa mai")... Se anche solo la sua mente dovesse accarezzare per un attimo un'idea tanto balzana, in quello stesso attimo si renderebbe conto dell'evidente impossibilità di metterla in pratica.
Eh lo so...un altro denominatore comune tra credenti e sedicenti agnostici: pulirsi il culo con la coerenza
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Re: Meglio agnostici o atei?
Normale, quando gli argomenti sono basati sul nulla...Fux89 ha scritto:Sei passato dall'ad auctoritatem allo straw man.
davide- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Beh, come ho già detto, nel confronto con persone semplici, non abituate a maneggiare determinate sottigliezze filosofiche, mi definisco semplicemente ateo (proprio perchè sarebbe un'inutile perdita di tempo stare a spiegare una differenza che esiste solo sul piano concettuale).Fux89 ha scritto:Appunto, allora non si fa prima a definirsi "atei", che si evitano fraintendimenti? Se io vado da un credente e gli dico che "sono ateo", metto subito in chiaro che ritengo la sua divinità una favoletta, se gli dico "sono agnostico" questo tipicamente capirà che, pur non credendo alla sua divinità, ritengo che essa sia plausibile, lascio aperta la possibilità che esista e potrei facilmente convertirmi, anzi, "vorrei farlo ma non riesco a credere". E questo anche se io, definendomi agnostico, intendo in realtà che non posso dimostrare che la sua divinità non esiste (ma va?), ma la ritengo una favoletta.Lucatortuga ha scritto:Dici benissimo quando sostieni che, all'atto pratico, non vi è alcuna differenza tra un ateo ed un agnostico quanto a risvolti concreti nella vita quotidiana.
Ma quando mi capita di dialogare con un credente "evoluto", il fraintendimento di cui parli da spesso vita a gustosi siparietti: il soggetto, dopo un inizio in cui si liquida la "favoletta" biblica come tale e si passa a discutere del presunto essere supremo puro e semplice, ha la reazione che descrivi tu, ossia rimane favorevolmente colpito dall'apertura possibilista. Quando poi gli spiego che, se anche per qualche astruso motivo decidessi di voler "credere", mi sarebbe comunque impossibile scegliere in cosa credere, dal momento che è possibile formulare infinite ipotesi di divinità, tutte dotate della stessa infinitesima probabilità di esistenza, iniziano a guardarmi con minor simpatia: "però comunque non escludi che possa esistere".
"Beh" rispondo, "non escludo nemmeno che esista Babbo Natale".
Di solito ci rimangono male.
Lucatortuga- -------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Non servono dieci!
1) Onere della prova. Chi afferma l'esistenza di un qualcosa deve dare prova di quanto afferma. Nel caso in cui questo non sia possibile, tale posizione altro non è che una ipotesi. L'esempio più evidente è l'esistenza di una qualsiasi divinità.
2) Per poter dimostrare che qualcosa non esiste, quel qualcosa deve essere conosciuto. Non è possibile confutare una ipotesi se l'ipotesi stessa non è stata confermata da prove o evidenze che ne confermino la sua veridicità. Il caso sempre qui discusso circa l'impossibilità di dimostrare l'inesistenza di dio. Questo ragionamento è fallace. Le frasi autoreferenziali non hanno alcun valore logico.
Read more: http://atei.forumitalian.com/t4897-capisaldi-del-ateismo#ixzz2JdYV6Lj2
1) Onere della prova. Chi afferma l'esistenza di un qualcosa deve dare prova di quanto afferma. Nel caso in cui questo non sia possibile, tale posizione altro non è che una ipotesi. L'esempio più evidente è l'esistenza di una qualsiasi divinità.
2) Per poter dimostrare che qualcosa non esiste, quel qualcosa deve essere conosciuto. Non è possibile confutare una ipotesi se l'ipotesi stessa non è stata confermata da prove o evidenze che ne confermino la sua veridicità. Il caso sempre qui discusso circa l'impossibilità di dimostrare l'inesistenza di dio. Questo ragionamento è fallace. Le frasi autoreferenziali non hanno alcun valore logico.
Read more: http://atei.forumitalian.com/t4897-capisaldi-del-ateismo#ixzz2JdYV6Lj2
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
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Re: Meglio agnostici o atei?
Fondate sul nulla?
Davide te l'ho detto. Ogni tanto tieni a guinzaglio il tuo ego.
Io sono un umile uomo della strada. Leggo quello che mi capita su certi argomenti ma non mi pongo mai come il detentore di verità assolute.
Ti direi di togliere anche la scala di Dawkins dal sito visto che il suo autore secondo la vostra "umile" opinione è un coglione che fa stronzate. Visto che Dawkins afferma: "Non posso saperlo che certezza ma ritengo molto improbabile che Dio esista". Che è più o meno il mio pensiero.
Cazzo manco Dawkins c'ha tutti gli elementi. Davide dagli tu una mano a questo pover uomo che perduto la strada maestra.
Davide te l'ho detto. Ogni tanto tieni a guinzaglio il tuo ego.
Io sono un umile uomo della strada. Leggo quello che mi capita su certi argomenti ma non mi pongo mai come il detentore di verità assolute.
Ti direi di togliere anche la scala di Dawkins dal sito visto che il suo autore secondo la vostra "umile" opinione è un coglione che fa stronzate. Visto che Dawkins afferma: "Non posso saperlo che certezza ma ritengo molto improbabile che Dio esista". Che è più o meno il mio pensiero.
Cazzo manco Dawkins c'ha tutti gli elementi. Davide dagli tu una mano a questo pover uomo che perduto la strada maestra.
Ultima modifica di notimenowhere il Ven 1 Feb 2013 - 11:20 - modificato 1 volta.
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Non è la via che è difficile. E' il difficile che è la via.
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Re: Meglio agnostici o atei?
Eh ma perchè non escludi anche babbo natale?? Vorrei capire bene ilLucatortuga ha scritto:
Beh, come ho già detto, nel confronto con persone semplici, non abituate a maneggiare determinate sottigliezze filosofiche, mi definisco semplicemente ateo (proprio perchè sarebbe un'inutile perdita di tempo stare a spiegare una differenza che esiste solo sul piano concettuale).
Ma quando mi capita di dialogare con un credente "evoluto", il fraintendimento di cui parli da spesso vita a gustosi siparietti: il soggetto, dopo un inizio in cui si liquida la "favoletta" biblica come tale e si passa a discutere del presunto essere supremo puro e semplice, ha la reazione che descrivi tu, ossia rimane favorevolmente colpito dall'apertura possibilista. Quando poi gli spiego che, se anche per qualche astruso motivo decidessi di voler "credere", mi sarebbe comunque impossibile scegliere in cosa credere, dal momento che è possibile formulare infinite ipotesi di divinità, tutte dotate della stessa infinitesima probabilità di esistenza, iniziano a guardarmi con minor simpatia: "però comunque non escludi che possa esistere".
"Beh" rispondo, "non escludo nemmeno che esista Babbo Natale".
Di solito ci rimangono male.
pensiero agnostico se permettete visto che in real non ne conosco
nessuno e qui sul forum mi fate un pò confondere.
Rintroducendo la domanda di Davide con soggetto diverso, non hai elementi per escludere babbo natale?
Se ci pensi bene una persona a un certo punto esclude dall'esistenza babbo natale, perchè non fare lo stesso con dio?
Comunq un altra cosa che non capisco mai
qualcuno mi spiega perchè ogni volta si dovrebbe escludere il dio
generico e non quello specifico di religione in religione??
Va beh che sono tante, ma io finchè non arriva tizio di religione x che mi parla di dio x neanche mi pongo il problema.
Quindi perchè bisogna sempre confutare quello generico?? cos'ha di diverso il
dio generico da quello Cristiano o Islamico o non so che altro??
E per evitare di fare discriminazioni?
Poi almeno quello specifico ha qualche base sui cui partire(basi errate
secondo me) ma almeno c'è un inizio, invece, parlare di un dio generico
non si sà neanche perchè parlarne visto che non si ha a disposizione
nessuna delle sue caratteristiche nè le sue intenzioni.
Anche perchè mi sembra una scusa questo bisogno confutare il dio generico(in
realtà non bisognerebbe ma visto che i credenti lo chiedono
continuamente e poi manco ti cagano) cosi nel caso si riesce si ha
sempre quello specifico come riserva...un salvagente in pratica.
Brondy- ------------
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Re: Meglio agnostici o atei?
In realtà davanti a un credente io mi definisco atea (ricorro spesso alla frase: ringraziando dio sono atea) , davanti ad un ateo mi definisco agnostica, davanti ad un agnostico non ho bisogno di definizioni.Fux89 ha scritto:In realtà, per definirsi atei è sufficiente constatare che non esiste alcuna evidenza dell'esistenza di una qualsivoglia divinità. Non solo: non esiste alcuna ragione razionale, che abbia come base le nostre conoscenze sulla realtà, che possa far ritenere plausibile l'esistenza di una divinità.Masada78 ha scritto:Elenca sommariamente almeno una decina di motivi razionali attraverso i quali chiunque dovrebbe dedurre che non esista un divino.
Ovviamente non della divinità gesù, o allah, ma di un trascendente.
Grazie.
Sono un'atea vigliacca ? Probabilmente.
Forse semplicemente ho un'avversione totale per gli assolutismi.
Ho avuto esperienze "trascendenti" e alla luce della ragione le colloco nel cassetto degli stati allucinatori: il forte dolore e alti stati di stress stimolano i lobi frontali e ci regalano esperienza mistiche. Settimo chakra iperattivo
___________________
"Primo di tutti fu il Caos" Esiodo (Theog. 116)
.....Allora capii che veramente ero il più sapiente perché ero l'unico a sapere di non sapere....(Socrate)
Elima- -----------
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Re: Meglio agnostici o atei?
Cazzo dawkins non ha tutti gli elementi.
Hai vinto notime, ora che so che dawkins è agnostico non più ragioni da portare avanti...
Hai vinto notime, ora che so che dawkins è agnostico non più ragioni da portare avanti...
davide- -------------
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