... e l'agnosticismo?
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... e l'agnosticismo?
uno dei motivi principali per cui mi sono iscritta in questo forum era quello di capire un po' come la pensano gli altri ateozzi riguardo all'agnosticismo. fondamentalmente è per questo che diffido un po' dell'UAAR e che mi sono spinta a cercare luoghi di discussione al di fuori di quello, perchè a mio parere atei e agnostici non vanno proprio a braccetto (tant'è vero che una volta nel mio blog ho avuto una discussione molto accesa con un mio amico, nata da un articolo su questo tema che avevo pubblicato - appena lo ritrovo lo posto anche qui). per quanto mi riguarda infatti condivido pienamente quanto dice anche Dawkins nel capitolo del suo libro intitolato "miseria dell'agnosticismo" (in cui viene stilata anche la famosa scala di dawkins ), ma voi che mi dite?
Muriel- -----------
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Re: ... e l'agnosticismo?
Penso che capisco il punto di vista degli agnostici, ma mi fa un po' sorridere perchè allora dovranno essere agnostici anche su Babbo Natale; nessuno lo ha mai visto, ma nessuno può provare che non esista, anche se non gli basterebbe muoversi alla velocità della luce per portare i regali a tutti i bambini lui però è magico!! E poi ci sono gli aiutanti, che sono come i santi, i subappaltatori di Dio!
Essere agnostici può essere una fase secondo me, ma non si può rimanerlo a vita.
Essere agnostici può essere una fase secondo me, ma non si può rimanerlo a vita.
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Gesù è venuto per salvarci dal peccato, ma continuo a vedere peccatori. Thor ci protegge dai demoni e dai giganti di ghiaccio, e in effetti non se ne vedono in giro.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:Penso che capisco il punto di vista degli agnostici, ma mi fa un po' sorridere perchè allora dovranno essere agnostici anche su Babbo Natale; nessuno lo ha mai visto, ma nessuno può provare che non esista, anche se non gli basterebbe muoversi alla velocità della luce per portare i regali a tutti i bambini lui però è magico!! E poi ci sono gli aiutanti, che sono come i santi, i subappaltatori di Dio!
Essere agnostici può essere una fase secondo me, ma non si può rimanerlo a vita.
Quoto,io vivo con un'agnostica,ha letto Kant e si e' definita tale (boh vabbe')
Io credo che gli agnostici in realta' non e' che non si pongano il problema,razionalmente non credono,col cuore ci sperano...ma non ho molti casi vicino a me per fare una valutazione.
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Re: ... e l'agnosticismo?
sono d'accordo con entrambi.
kant: era proprio lui il "faro" e il punto di riferimento delle argomentazioni del mio amico... aoh, ma kant è VECCHIO (anzi oserei dire polveroso)!!
l'articolo di cui parlavo non posso linkarlo perchè è in un pdf del primo numero de "L'Ateo", quindi lo copio qui sotto.
«L’atteggiamento teoretico di chi sostiene che la ragione debba fermarsi davanti a un problema come quello dell’esistenza di Dio, di chi pensa che in materia di religione nulla si possa veramente conoscere e quindi occorre sempre “sospendere il giudizio”, viene solitamente definito agnosticismo.
Le origini di tale dottrina si possono far risalire alla sofistica e allo scetticismo greco, ma il suo maggiore sviluppo e diffusione si sono avuti nell’età moderna quando fu usata come una base di compromesso nel conflitto fra scienza e religione e fra nascente “mondo borghese” e Ancien Regime.
In questo senso l’agnosticismo è da considerare come l’erede della “doppia verità” medievale e rinascimentale; con questa differenza però, che la “doppia verità” fu utilizzata dalla scienza per emanciparsi dall’oppressione dell’ontologia religiosa, mentre l’agnosticismo servì alla religione e a preservare un campo teorico -l’inconoscibile- dalla nuova ontologia scientifica scaturita dalla rivoluzione copernicana.
Di fronte alla lotta storica per l’emancipazione della scienza dalla religione, l’agnosticismo ha tutta l’aria di una ritirata strategica: tanto più grave in quanto non rispecchia uno stato di scacco o di insuccesso scientifico, ma viene presentata in un momento culminante dello sviluppo del sapere.
L’agnosticismo è l’atteggiamento di chi considera inconoscibile tutto ciò che è al di là del dato sperimentale in quanto non sottoponibile ai metodi della scienza. La scienza è legata all’esperienza, essa descrive e collega i fenomeni. Il fenomeno non si può trascendere: la scienza non ha bisogno dell’ipotesi di Dio, ma appunto per questo non può dir nulla attorno alla sua attendibilità o meno.
Ai limiti del fenomeno sta l’inconoscibile: questo campo inaccessibile al sapere empirico è aperto alla fede. Ma l’agnosticismo non regge e non soddisfa.
Teoricamente esso è un assurdo: esso postula che al di là del fenomeno ci sia qualcosa, di cui il fenomeno dovrebbe essere appunto la manifestazione. Ma, o il piano fenomenico, in cui si muove la scienza, è autosufficiente, e veramente il sapere scientifico non ha bisogno di Dio, e allora ogni affermazione circa la possibilità di qualcosa di trascendente è totalmente insensata e gratuita, oppure la scienza ha bisogno dell’idea di Dio, e allora questo appartiene al campo di competenza propria dello scienziato, il quale non può più rimanere agnostico di fronte ad esso. Per la scienza affermare l’esistenza di un oggetto è possibile quando lo si conosce, quando cioè qualche proposizione inerente tale oggetto è verificata con i mezzi di verificazione ammessi dalla scienza. Perciò se la scienza potesse affermare l’esistenza dell’Inconoscibile, quest’ultimo dovrebbe appartenere all’universo di un discorso scientifico.
In conclusione: è illecito affermare l’esistenza di un inconoscibile, sensatamente possiamo affermare soltanto l’esistenza di una qualche cosa che in qualche modo si conosce.
Una convinzione caratteristica dell’agnosticismo è quella che ritiene che il contatto dell’uomo con Dio avvenga esclusivamente tramite la fede e che la ragione possa tutt’al più esercitare il suo influsso per impedire il prevalere della superstizione o di forme primitive di culto. Questo recupero della dimensione della fede implica la concezione della fede come fenomeno “a-razionale”,cioè distinto dalle vie della ragione, ma non “irrazionale”, cioè non contrario alle regole della ragione stessa.
Ma la fede religiosa non può essere definita a-razionale senza ledere la sua pretesa oggettività e realtà, senza, allo stesso tempo, declassarla a sentimento, a immaginazione, a pura fantasia; dal punto di vista della religione essere definita a-razionale o irrazionale è lo stesso: ambedue le definizioni negano la realtà che la religione pretende di avere.
Se consideriamo, infine, l’agnosticismo dal lato psicologico, ossia come atteggiamento del singolo individuo, le cose appaiono ancora più insensate. Di fronte all’ipotesi religiosa non è possibile non scegliere: infatti o si opera, si vive, si teme, si spera come se tale ipotesi fosse vera, oppure si opera, si teme... come se fosse falsa. Non è possibile una via intermedia se non come atto di pura irresponsabilità: il non decidere equivale a decidere negativamente senza avere però la responsabilità di ammetterlo e di trarne le conseguenze.
Perciò i teologi hanno giudicato l’agnosticismo come un “ateismo che si vergogna” e tale definizione è assolutamente esatta.» (Stefano Pecugi)
kant: era proprio lui il "faro" e il punto di riferimento delle argomentazioni del mio amico... aoh, ma kant è VECCHIO (anzi oserei dire polveroso)!!
l'articolo di cui parlavo non posso linkarlo perchè è in un pdf del primo numero de "L'Ateo", quindi lo copio qui sotto.
«L’atteggiamento teoretico di chi sostiene che la ragione debba fermarsi davanti a un problema come quello dell’esistenza di Dio, di chi pensa che in materia di religione nulla si possa veramente conoscere e quindi occorre sempre “sospendere il giudizio”, viene solitamente definito agnosticismo.
Le origini di tale dottrina si possono far risalire alla sofistica e allo scetticismo greco, ma il suo maggiore sviluppo e diffusione si sono avuti nell’età moderna quando fu usata come una base di compromesso nel conflitto fra scienza e religione e fra nascente “mondo borghese” e Ancien Regime.
In questo senso l’agnosticismo è da considerare come l’erede della “doppia verità” medievale e rinascimentale; con questa differenza però, che la “doppia verità” fu utilizzata dalla scienza per emanciparsi dall’oppressione dell’ontologia religiosa, mentre l’agnosticismo servì alla religione e a preservare un campo teorico -l’inconoscibile- dalla nuova ontologia scientifica scaturita dalla rivoluzione copernicana.
Di fronte alla lotta storica per l’emancipazione della scienza dalla religione, l’agnosticismo ha tutta l’aria di una ritirata strategica: tanto più grave in quanto non rispecchia uno stato di scacco o di insuccesso scientifico, ma viene presentata in un momento culminante dello sviluppo del sapere.
L’agnosticismo è l’atteggiamento di chi considera inconoscibile tutto ciò che è al di là del dato sperimentale in quanto non sottoponibile ai metodi della scienza. La scienza è legata all’esperienza, essa descrive e collega i fenomeni. Il fenomeno non si può trascendere: la scienza non ha bisogno dell’ipotesi di Dio, ma appunto per questo non può dir nulla attorno alla sua attendibilità o meno.
Ai limiti del fenomeno sta l’inconoscibile: questo campo inaccessibile al sapere empirico è aperto alla fede. Ma l’agnosticismo non regge e non soddisfa.
Teoricamente esso è un assurdo: esso postula che al di là del fenomeno ci sia qualcosa, di cui il fenomeno dovrebbe essere appunto la manifestazione. Ma, o il piano fenomenico, in cui si muove la scienza, è autosufficiente, e veramente il sapere scientifico non ha bisogno di Dio, e allora ogni affermazione circa la possibilità di qualcosa di trascendente è totalmente insensata e gratuita, oppure la scienza ha bisogno dell’idea di Dio, e allora questo appartiene al campo di competenza propria dello scienziato, il quale non può più rimanere agnostico di fronte ad esso. Per la scienza affermare l’esistenza di un oggetto è possibile quando lo si conosce, quando cioè qualche proposizione inerente tale oggetto è verificata con i mezzi di verificazione ammessi dalla scienza. Perciò se la scienza potesse affermare l’esistenza dell’Inconoscibile, quest’ultimo dovrebbe appartenere all’universo di un discorso scientifico.
In conclusione: è illecito affermare l’esistenza di un inconoscibile, sensatamente possiamo affermare soltanto l’esistenza di una qualche cosa che in qualche modo si conosce.
Una convinzione caratteristica dell’agnosticismo è quella che ritiene che il contatto dell’uomo con Dio avvenga esclusivamente tramite la fede e che la ragione possa tutt’al più esercitare il suo influsso per impedire il prevalere della superstizione o di forme primitive di culto. Questo recupero della dimensione della fede implica la concezione della fede come fenomeno “a-razionale”,cioè distinto dalle vie della ragione, ma non “irrazionale”, cioè non contrario alle regole della ragione stessa.
Ma la fede religiosa non può essere definita a-razionale senza ledere la sua pretesa oggettività e realtà, senza, allo stesso tempo, declassarla a sentimento, a immaginazione, a pura fantasia; dal punto di vista della religione essere definita a-razionale o irrazionale è lo stesso: ambedue le definizioni negano la realtà che la religione pretende di avere.
Se consideriamo, infine, l’agnosticismo dal lato psicologico, ossia come atteggiamento del singolo individuo, le cose appaiono ancora più insensate. Di fronte all’ipotesi religiosa non è possibile non scegliere: infatti o si opera, si vive, si teme, si spera come se tale ipotesi fosse vera, oppure si opera, si teme... come se fosse falsa. Non è possibile una via intermedia se non come atto di pura irresponsabilità: il non decidere equivale a decidere negativamente senza avere però la responsabilità di ammetterlo e di trarne le conseguenze.
Perciò i teologi hanno giudicato l’agnosticismo come un “ateismo che si vergogna” e tale definizione è assolutamente esatta.» (Stefano Pecugi)
Muriel- -----------
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Re: ... e l'agnosticismo?
La penso come Dawkins sull'agnosticismo. Gli agnostici mi sembrano dei codardi, io non riuscirei a vivere con quel dubbio. Ho aperto gli occhi riguardo la faccenda di Dio a dei compagni di classe, giorni dopo erano dubbiosi, dicevano scherzando che facevo venire le crisi esistenziali. Li ho ascoltati e gli ho detto che erano agnostici, mi hanno domandato che significa, e ho risposto. Allora hanno accettato il fatto, io ci sono rimasto un pò male, perchè gli aperto gli ho occhi e va bene, ma mi sà di lavoro lasciato a metà. Ai discorsi partecipano poco, hanno paura di schierarsi.
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"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
Chuang-Tzu
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Re: ... e l'agnosticismo?
Cosworth117 ha scritto: Ai discorsi partecipano poco, hanno paura di schierarsi.
Già, ancora una volta è la paura a tenere le persone legate alla religione...
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Re: ... e l'agnosticismo?
io sono ateo nei confronti degli dei concepiti fino ad ora dalla mente umana però sono agnostico nei confronti di una "coscienza" prima del big bang
teto- -----------
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Re: ... e l'agnosticismo?
hai centrato in pienoAtes ha scritto:Cosworth117 ha scritto: Ai discorsi partecipano poco, hanno paura di schierarsi.
Già, ancora una volta è la paura a tenere le persone legate alla religione...
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Re: ... e l'agnosticismo?
Per me la posizione dell'agnostico è insensato. Farebbe meglio a dire che, come per altro la stragrande maggioranza della gente, non mi interesse prendere una posizione perciò mi astengo o meglio non mi sforzo nemmeno a prendere una posizione. Io non vedo gran che differenza con un credente.
Paolo- --------------
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Re: ... e l'agnosticismo?
Dai trattiamoli bene che in ogni caso almeno sono già nella direzione giusta!
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:Dai trattiamoli bene che in ogni caso almeno sono già nella direzione giusta!
Erano nella direzione giusta, sono rimasti a metà strada
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Re: ... e l'agnosticismo?
Io non sono d'accordo. Non sono sulla giusta strada! O meglio non vanno nella direzione giusta. Diciamo che è meglio di chi se ne sta acriticamente e sonnecchia sulle sue credenze, ma non si può dire che siano poi tanto convinti. E qui è un po' come la fede. O ce l'hai o no!! Vie di mezzo non ci sono.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Forse, più che agnostici, sono paragnostici...Cosworth117 ha scritto:...Ho aperto gli occhi riguardo la faccenda di Dio a dei compagni di classe, giorni dopo erano dubbiosi, dicevano scherzando che facevo venire le crisi esistenziali. Li ho ascoltati e gli ho detto che erano agnostici, mi hanno domandato che significa, e ho risposto. Allora hanno accettato il fatto, io ci sono rimasto un pò male, perchè gli aperto gli ho occhi e va bene, ma mi sà di lavoro lasciato a metà. Ai discorsi partecipano poco, hanno paura di schierarsi.
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Re: ... e l'agnosticismo?
holubice ha scritto:
Forse, più che agnostici, sono paragnostici...
O semplicemente in malafede, falsi e senza il coraggio delle proprie azioni. Pascal docet.
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Re: ... e l'agnosticismo?
L'agnosticismo è una presa di posizione irrazionale.
Quoto Paolo.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Paolo ha scritto:Per me la posizione dell'agnostico è insensato. Farebbe meglio a dire che, come per altro la stragrande maggioranza della gente, non mi interesse prendere una posizione perciò mi astengo o meglio non mi sforzo nemmeno a prendere una posizione. Io non vedo gran che differenza con un credente.
Paolo ha scritto:Io non sono d'accordo. Non sono sulla giusta strada! O meglio non vanno nella direzione giusta. Diciamo che è meglio di chi se ne sta acriticamente e sonnecchia sulle sue credenze, ma non si può dire che siano poi tanto convinti. E qui è un po' come la fede. O ce l'hai o no!! Vie di mezzo non ci sono.
condivido al 101%. la loro posizione non ha senso, come diceva ates può essere anche una situazione temporanea, di passaggio, ma perseverare nell'agnosticismo è al di fuori di ogni logica. non si può pensare che sia accettabile allo stesso modo una spiegazione razionale e una irrazionale. voglio dire, quando ci si fa delle domande sull'origine della vita non puoi credere che sia possibile sia che sia avvenuto per un certo fattore scientificamente spiegabile, sia che sia avvenuto per magia. sono due modi di concepire le cose diametralmente opposti che non possono convivere "pacificamente" nella mente di una persona.
a questo punto mi è stato detto "guarda che l'agnosticismo non significa non sapere che pesci prendere! significa fregarsene delle questioni metafisiche, che in quanto tali non possono essere dimostrate (anche se lo stesso concepirle significa che esistono metafisicamente)".
a quel punto, dopo aver chiesto alla persona in questione se tra una sega mentale e l'altra di questo tipo trovasse il tempo per mangiare, dormire, pisciare e vivere, gli ho detto "ma tutto ciò che è metafisico non esiste appunto perchè è metafisico e quindi eternamente inconoscibile. voglio dire, se una cosa non può essere percepita o non se ne possono osservare quantomeno gli effetti, come si può continuare a supporre che potrebbe comunque esistere? e babbo natale allora? e la mucca viola della milka? ci sono probabilità di esistenza anche per loro? perchè metafisicamente esisterebbero dato che li ho appena immaginati"
Muriel- -----------
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Re: ... e l'agnosticismo?
ho ascoltato molte cose giuste e provo a dire la mia.
il dibattito filosofico ateismo-agnosticismo è interessante e facciamo bene tutti a portarlo avanti; sotto questo aspetto l'agnosticismo è a mio avviso criticabile e credo che la confusione sia in gran parte dovuta al camaleontismo del concetto di dio che da padre pio al karma a gesù all'intelligent designer alla coscienza pre-big bang (?) le prova tutte pur di restare a galla.
sotto il profilo pratico ci troviamo però di fronte a movimenti religiosi di dimensioni mondiali che tentano di mantenere l'umanità sottoposta e sottoponibile attraverso indottrinamenti oscurantisti e diseducativi. Questa è la grossa battaglia in cui ci troviamo coinvolti e a questo livello mi interessa solo sapere da un agnostico da che parte sta, non sono concepibili posizioni neutrali (che io vedrei come favorevoli allo status quo e quindi a me contrarie). Gli agnostici che conosco sono "diversi" da me fiolosoficamente, ma per fortuna non hanno dubbi per quanto riguarda le azioni da intraprendere e la critica all'immanenza sociale della religione.
Per questo spero che chi si sente sinceramente ateo non commetta l'errore di marginalizzare gli agnostici, cerchiamo di abbandonare questa distruttiva mentalità di separazione e di diversità, andiamo a caccia di elementi comuni; con la filosofia poi ci faremo delle belle cene con bevuta!
il dibattito filosofico ateismo-agnosticismo è interessante e facciamo bene tutti a portarlo avanti; sotto questo aspetto l'agnosticismo è a mio avviso criticabile e credo che la confusione sia in gran parte dovuta al camaleontismo del concetto di dio che da padre pio al karma a gesù all'intelligent designer alla coscienza pre-big bang (?) le prova tutte pur di restare a galla.
sotto il profilo pratico ci troviamo però di fronte a movimenti religiosi di dimensioni mondiali che tentano di mantenere l'umanità sottoposta e sottoponibile attraverso indottrinamenti oscurantisti e diseducativi. Questa è la grossa battaglia in cui ci troviamo coinvolti e a questo livello mi interessa solo sapere da un agnostico da che parte sta, non sono concepibili posizioni neutrali (che io vedrei come favorevoli allo status quo e quindi a me contrarie). Gli agnostici che conosco sono "diversi" da me fiolosoficamente, ma per fortuna non hanno dubbi per quanto riguarda le azioni da intraprendere e la critica all'immanenza sociale della religione.
Per questo spero che chi si sente sinceramente ateo non commetta l'errore di marginalizzare gli agnostici, cerchiamo di abbandonare questa distruttiva mentalità di separazione e di diversità, andiamo a caccia di elementi comuni; con la filosofia poi ci faremo delle belle cene con bevuta!
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fine.
alberto- -----------
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Re: ... e l'agnosticismo?
Alberto sono d'accordo con te, del resto ci sono anche molti atei a cui sta bene lo status quo...
davide- -------------
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Re: ... e l'agnosticismo?
Non sono molto d'accordo. Spesso le posizioni di atei e agnostici sono molto simili, tanto da confondersi tra loro, in particolare se si considera da una parte l'ateismo debole e dall'altra un agnosticismo ateo dal punto di vista pratico.Muriel ha scritto:a mio parere atei e agnostici non vanno proprio a braccetto
A non avere molto senso è il cosiddetto agnosticismo forte, cioè il ritenere di non poter fare alcuna affermazione sull'esistenza o meno di una divinità (stile gradino centrale della scala di Dawkins). D'altra parte, anche l'ateismo può risultare insensato, quando si configura come fede nell'inesistenza di Dio. Tuttavia, ritengo che tali posizioni siano molto poco diffuse.
Personalmente, mi definisco ateo perché non credo nell'esistenza di alcuna divinità, ma potrei anche definirmi filosoficamente agnostico nei confronti di un'imprecisata entità divina inconoscibile: nel senso che potrebbe anche esistere, ma non me ne frega un cazzo
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Re: ... e l'agnosticismo?
Fux89 ha scritto:Non sono molto d'accordo. Spesso le posizioni di atei e agnostici sono molto simili, tanto da confondersi tra loro, in particolare se si considera da una parte l'ateismo debole e dall'altra un agnosticismo ateo dal punto di vista pratico.Muriel ha scritto:a mio parere atei e agnostici non vanno proprio a braccetto
A non avere molto senso è il cosiddetto agnosticismo forte, cioè il ritenere di non poter fare alcuna affermazione sull'esistenza o meno di una divinità (stile gradino centrale della scala di Dawkins). D'altra parte, anche l'ateismo può risultare insensato, quando si configura come fede nell'inesistenza di Dio. Tuttavia, ritengo che tali posizioni siano molto poco diffuse.
Personalmente, mi definisco ateo perché non credo nell'esistenza di alcuna divinità, ma potrei anche definirmi filosoficamente agnostico nei confronti di un'imprecisata entità divina inconoscibile: nel senso che potrebbe anche esistere, ma non me ne frega un cazzo
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ai miei tempi mi definivo un 'ateo praticante simpatizzante di Gesù Cristo'. Nel senso che, pur non credendo nell'esistenza di Dio, trovato condivisibili tutti i suoi insegnamenti, sebbene non proprio alla portata di tutti. E 'mi ci provavo' quanto più possible a rispettarli. Il grassettato non lo avrei condiviso neppure allora.alberto ha scritto:...sotto il profilo pratico ci troviamo però di fronte a movimenti religiosi di dimensioni mondiali che tentano di mantenere l'umanità sottoposta e sottoponibile attraverso indottrinamenti oscurantisti e diseducativi. Questa è la grossa battaglia in cui ci troviamo coinvolti...
P.S.
Il simpatizzare era riferito alle parole scritte nei 4 gospels. Gl'orpelli e le |ippe mentali partorite in 2 millenni di concili et similia non fanno, e non facevano, testo.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Muriel ha scritto:condivido al 101%
Questo è decisamente metafisico!
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Re: ... e l'agnosticismo?
in questo la pensiamo diversamente, allora: io non sento il bisogno di chiedermi "se esistesse me ne fregherebbe?", semplicemente perchè non esiste, punto. per questo non capisco gli agnostici e le loro elucubrazioni mentali (che spesso e volentieri si riducono a meri sofismi).Fux89 ha scritto:Non sono molto d'accordo. Spesso le posizioni di atei e agnostici sono molto simili, tanto da confondersi tra loro, in particolare se si considera da una parte l'ateismo debole e dall'altra un agnosticismo ateo dal punto di vista pratico.Muriel ha scritto:a mio parere atei e agnostici non vanno proprio a braccetto
A non avere molto senso è il cosiddetto agnosticismo forte, cioè il ritenere di non poter fare alcuna affermazione sull'esistenza o meno di una divinità (stile gradino centrale della scala di Dawkins). D'altra parte, anche l'ateismo può risultare insensato, quando si configura come fede nell'inesistenza di Dio. Tuttavia, ritengo che tali posizioni siano molto poco diffuse.
Personalmente, mi definisco ateo perché non credo nell'esistenza di alcuna divinità, ma potrei anche definirmi filosoficamente agnostico nei confronti di un'imprecisata entità divina inconoscibile: nel senso che potrebbe anche esistere, ma non me ne frega un cazzo
la storia della fede nell'inesistenza di dio è una bufala come abbiamo detto ieri sera riguardo all'affermazione di margherita hack nella trasmissione 8 e 1/2 (me l'hai quotata tu stesso): non si può credere "ciecamente" nell'inesistenza di qualcosa, è un'affermazione che non ha senso. tu credi "ciecamente" che la teiera celeste non esista? semmai sarà il contrario.
ahahah vero?Ates ha scritto:Questo è decisamente metafisico!Muriel ha scritto:condivido al 101%
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Re: ... e l'agnosticismo?
holubice ha scritto:
Ai miei tempi mi definivo un 'ateo praticante (1) simpatizzante di Gesù Cristo'(2). Nel senso che, pur non credendo nell'esistenza di Dio, trovato condivisibili tutti i suoi insegnamenti (3), sebbene non proprio alla portata di tutti(4).
Beh eliminando una delle 4 contraddizioni in termini (La prima), almeno adesso dalla ruota quadrata (Fatta così per evitare che scappi giù in discesa) ne hai fatta una triangolare (Elimina uno dei quattro sobbalzi).
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Re: ... e l'agnosticismo?
holubice ha scritto:Ai miei tempi mi definivo un 'ateo praticante simpatizzante di Gesù Cristo'. Nel senso che, pur non credendo nell'esistenza di Dio, trovato condivisibili tutti i suoi insegnamenti, sebbene non proprio alla portata di tutti. E 'mi ci provavo' quanto più possible a rispettarli. Il grassettato non lo avrei condiviso neppure allora.alberto ha scritto:... indottrinamenti oscurantisti e diseducativi.
P.S.
Il simpatizzare era riferito alle parole scritte nei 4 gospels. Gl'orpelli e le |ippe mentali partorite in 2 millenni di concili et similia non fanno, e non facevano, testo.
ok prendo atto.
cerco di spiegarmi.
tutto ciò che mi dice di smettere di pensare, di abbandonarmi al volere di qualcosa o qualcuno, anche se a parole animato da intendimenti positivi, tutto ciò che demonizza il dubbio, che promette cose che non può mantenere, tutto ciò che mi dice bugie perché pensa che io me le voglia sentir dire, e sopratutto lo propone come sistema educativo e sociale, per me è negativo e va combattuto.
nei vangeli ci sono poi anche elementi di vivere comune e di solidarietà che sono condivisibili perché ovvi - tra l'altro posti in modo che siano come dici tu "non proprio alla portata di tutti", così che chiunque debba sentirsi in ogni caso un peccatore, un incompleto, uno che deve vergognarsi di sé e chiedere perdono - e che non richiedono la presenza di un entità superiore per svilupparsi "naturalmente" in una specie fortemente sociale come l'uomo.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Il Raspa spesso dice che è miscredente oppure qualsiasi cosa potesse descrivere il fatto che dio non esiste.
Questa posizione chiude la porta ad ogni creazionista che intende discutere le proprie convinzioni nel forum.
Ma viene fuori dalla mediocrità delle affermazioni quasi sempre, relative alla religione di appartenenza.
Attenzione! mica siamo così poveri di spirito. L'agnostico non cambierà posizione avuta la dimostrazione.
L'ateo corre un rischio nel caso di cui sopra di dover transitare dallo stato di ateo a quello di credente.
Chi usa i numeri sa che le probabilità 0/1 fanno parte dei calcoli per approssimazione di Raspa e mia.
Si chiamano posizione di comodità altrimenti sospendere il giudizio per mancanza di conoscenza è meglio.
Non sarebbero sinonimi.
Questa posizione chiude la porta ad ogni creazionista che intende discutere le proprie convinzioni nel forum.
Ma viene fuori dalla mediocrità delle affermazioni quasi sempre, relative alla religione di appartenenza.
Attenzione! mica siamo così poveri di spirito. L'agnostico non cambierà posizione avuta la dimostrazione.
L'ateo corre un rischio nel caso di cui sopra di dover transitare dallo stato di ateo a quello di credente.
Chi usa i numeri sa che le probabilità 0/1 fanno parte dei calcoli per approssimazione di Raspa e mia.
Si chiamano posizione di comodità altrimenti sospendere il giudizio per mancanza di conoscenza è meglio.
Non sarebbero sinonimi.
SergioAD- -------------
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Re: ... e l'agnosticismo?
L'ho messa già un po' di fretta, mi definivo un 'praticante ateo, in quanto simpatizzante di Gesù Cristo'. Nel senso che, a parte chiacchierare con dipinti e statue lignee, cercavo di ripettare quella 'scuola di pensiero', con i suoi risvolti pratici nella vita di tutti i giorni. Questo penso che me la passi.Rasputin ha scritto:Beh eliminando una delle 4 contraddizioni in termini (La prima), almeno adesso dalla ruota quadrata (Fatta così per evitare che scappi giù in discesa) ne hai fatta una triangolare (Elimina uno dei quattro sobbalzi).holubice ha scritto:
Ai miei tempi mi definivo un 'ateo praticante (1) simpatizzante di Gesù Cristo'(2). Nel senso che, pur non credendo nell'esistenza di Dio, trovato condivisibili tutti i suoi insegnamenti (3), sebbene non proprio alla portata di tutti(4).
Ultima modifica di holubice il Ven 7 Gen 2011 - 12:56 - modificato 1 volta.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Paolo ha scritto:Per me la posizione dell'agnostico è insensato. Farebbe meglio a dire che, come per altro la stragrande maggioranza della gente, non mi interesse prendere una posizione perciò mi astengo o meglio non mi sforzo nemmeno a prendere una posizione. Io non vedo gran che differenza con un credente.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ma dai come fa un credente o un ateo a condividere le idee di un agnostico stabile? I primi li considerano sulla via del peccato e i secondi li considerano dei codardi (volutamente estremizzo e generalizzo).
Loro se ne stanno lì nel mezzo, nel purgatorio, come dei vagabondi che hanno perso la bussola.
Come? Mi dicono che il purgatorio l'hanno demolito...oh, no! che ne sarà di loro???
Loro se ne stanno lì nel mezzo, nel purgatorio, come dei vagabondi che hanno perso la bussola.
Come? Mi dicono che il purgatorio l'hanno demolito...oh, no! che ne sarà di loro???
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ma nemmeno io sento la necessità di chiedermelo, è più che altro una pippa filosoficaMuriel ha scritto:in questo la pensiamo diversamente, allora: io non sento il bisogno di chiedermi "se esistesse me ne fregherebbe?", semplicemente perchè non esiste, punto.
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Re: ... e l'agnosticismo?
cos'è un ateo praticante?holubice ha scritto:Ai miei tempi mi definivo un 'ateo praticante simpatizzante di Gesù Cristo'.
ahah come sempre del restoIl simpatizzare era riferito alle parole scritte nei 4 gospels. Gl'orpelli e le |ippe mentali partorite in 2 millenni di concili et similia non fanno, e non facevano, testo.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:Ma dai come fa un credente o un ateo a condividere le idee di un agnostico stabile? I primi li considerano sulla via del peccato e i secondi li considerano dei codardi (volutamente estremizzo e generalizzo).
Loro se ne stanno lì nel mezzo, nel purgatorio, come dei vagabondi che hanno perso la bussola.
Come? Mi dicono che il purgatorio l'hanno demolito...oh, no! che ne sarà di loro???
Non mi sembra una posizione così folle.
L'uomo al di là dei suoi studi, non è arrivato a spiegare del tutti i fenomeni naturali. Del resto, anche la gravitazione universale tanto nota, donde viene? E ancora, l'impossibilità assoluta di esplorare l'universo oltre quello visibile, ora e per sempre? Cosa si nasconde dietro quello che non conosciamo?
Kant è polveroso, ma in futuro chi non lo sarà?
E loro dicono che non conoscendo quale sia il motore dell'universo non mettono bocca, pur palesando l'assurdità delle religioni. Ma non è di religioni che si parla, più che altro di metafisica. Non credo che esista alcun agnostico che pensi che l'universo possa esser stato generato da un essere antropomorfo et similia (qualcuno sì, ma in genere chi si dichiara agnostico perché gli piace questa parola o per pigrizia intellettuale - soggetti così li abbiamo incontrati tutti).
Ovviamente, cerco di interpretare le loro posizioni, io sono atea. Vattelapesca quello che si scoprirà, non sarà dio (a meno che uno scienziato fantasioso non darà questo nome pungente ad una qualche nuova equazione*).
Tanto non importa quanto inconfutabili saranno di decennio in decennio le prove dell'impossibilità dell'esistenza di un dio, perché ci sarà sempre qualcuno che - sempre in ambito religioso - cambierà a puntino la definizione di quel dio (come ci insegna la storia e lo si nota bene da come una Bibbia prima assolutamente letterale diventa giorno dopo giorno allegoria. - A che percentuale siamo?)
Il punticino a Don Zauker l'ho dato io.
* mh, più o meno lo hanno già fatto, ma lasciamo perdere, via
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ma non era il limbo che hanno demolito? A me pare che il purgatorio sia sopravvissuto
Mi ripeto, ma questo thread è nuovo e interessante.
Sono atea, per tutti gli dei sinora circolati, in quanto non esistenti.
Sono antiteista, in quanto se dio esistesse, sarebbe mio nemico.
Ciò detto con la massima stringatezza possibile
Sull'agnosticismo, quoto Dawkins. La trovo una posizione o transitoria o di comodo.
Mi ripeto, ma questo thread è nuovo e interessante.
Sono atea, per tutti gli dei sinora circolati, in quanto non esistenti.
Sono antiteista, in quanto se dio esistesse, sarebbe mio nemico.
Ciò detto con la massima stringatezza possibile
Sull'agnosticismo, quoto Dawkins. La trovo una posizione o transitoria o di comodo.
Re: ... e l'agnosticismo?
Nella nuova planimetria hanno tolto il limbo. Il purgatorio è rimasto dov'era...Ates ha scritto:Come? Mi dicono che il purgatorio l'hanno demolito...oh, no! che ne sarà di loro???
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Re: ... e l'agnosticismo?
holubice ha scritto:Nella nuova planimetria hanno tolto il limbo. Il purgatorio è rimasto dov'era...Ates ha scritto:Come? Mi dicono che il purgatorio l'hanno demolito...oh, no! che ne sarà di loro???
Ok mi ricordavo male, si vede che hanno usufruito del condono edilizio.
Alla luce di ciò gli agnostici hanno senso di esistere
Ma:
@Niques
Proviamo ad applicare l'agnosticismo alla vita di tutti i giorni:
"L'imputato è assolto per mancanza di prove, la seduta è tolta e il caso è chiuso."
Questo è lecito ed è legge, anche se sono un agnostico.
"Dio non esiste per mancanza di prove, la seduta è tolta e il caso è chiuso."
Questo non è lecito perchè sono un agnostico.
Questa cosa non mi va giù, aiutatemi a capire
Edit: porto una prova a sfavore dell'esistenza di dio:
dio è un essere perfetto, completo, è tutto, ecc...ma un bel dì sente il bisogno di creare l'universo e l'uomo e tutto il resto della giostra. Perchè un essere perfetto dovrebbe sentirsi annoiato e cercarsi un passatempo rivelandosi in questo modo imperfetto e non divino?
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Re: ... e l'agnosticismo?
Telefonata interrurbana dal Padre Eterno ad Ates:Ates ha scritto:Edit: porto una prova a sfavore dell'esistenza di dio:
dio è un essere perfetto, completo, è tutto, ecc...ma un bel dì sente il bisogno di creare l'universo e l'uomo e tutto il resto della giostra. Perchè un essere perfetto dovrebbe sentirsi annoiato e cercarsi un passatempo rivelandosi in questo modo imperfetto e non divino?
"Ates... ma con quello che è mio, ci farò pure quel che ca$$o che mi pare? Te che dici?...
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Re: ... e l'agnosticismo?
holubice ha scritto:
Telefonata interrurbana dal Padre Eterno ad Ates:
"Ates... ma con quello che è mio, ci farò pure quel che ca$$o che mi pare? Te che dici?...
Che la cosa mi riguarda abbastanza da vicino ed esigo delle spiegazioni!!
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:Ok mi ricordavo male, si vede che hanno usufruito del condono edilizio.
già, e poi dio è buono e perfetto, ma crea degli esseri imperfetti.Edit: porto una prova a sfavore dell'esistenza di dio:
dio è un essere perfetto, completo, è tutto, ecc...ma un bel dì sente il bisogno di creare l'universo e l'uomo e tutto il resto della giostra. Perchè un essere perfetto dovrebbe sentirsi annoiato e cercarsi un passatempo rivelandosi in questo modo imperfetto e non divino?
"eh va bè, ma lui ci ha creati così per metterci alla prova"
.... alla prova de che????
"di quanto lo amiamo nonostante la vita che ci ha dato sia una serpa di disgrazie con qualche sciagura (cit.)"
dunque dio ha bisogno di sentirsi amato? devo dedurne che come divinità è un po' scarsino... e comunque, alla faccia dell'infinita bontà!
"dimentichi la questione del libero arbitrio"
cacchio è vero, il libero arbitrio! come ho fatto a dimenticarlo?? quello della serie "fai come ti pare, ma se non mi va bene poi sono ca**i tuoi" (e meno male che c'hanno lasciato il purgatorio, così ci possiamo pentire low cost & last minute). insomma, alla faccia anche del libero arbitrio!
Ultima modifica di Muriel il Ven 7 Gen 2011 - 17:32 - modificato 1 volta.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Comunque, l'agnosticismo è insensato e irrazionale quando è riferito a divinità, come quella cristiana, logicamente contraddittorie.
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Re: ... e l'agnosticismo?
Siccome affermi una cosa scontata io te la quoto... eh eh non so se attualmente sono un po' condizionato ah ah...Fux89 ha scritto:Comunque, l'agnosticismo è insensato e irrazionale quando è riferito a divinità, come quella cristiana, logicamente contraddittorie.
SergioAD- -------------
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:
@Niques
Proviamo ad applicare l'agnosticismo alla vita di tutti i giorni:
"L'imputato è assolto per mancanza di prove, la seduta è tolta e il caso è chiuso."
Questo è lecito ed è legge, anche se sono un agnostico.
"Dio non esiste per mancanza di prove, la seduta è tolta e il caso è chiuso."
Questo non è lecito perchè sono un agnostico.
Questa cosa non mi va giù, aiutatemi a capire
Un agnostico ti direbbe:
Il fatto che l'imputato sia assolto per mancanza di prove significa che è necessariamente innocente? Ovviamente no, un eventuale "sì" non coprirebbe tutta la casistica.
Per lo stesso motivo direbbe che l'uomo è (ancora?) troppo limitato per comprendere tutto ciò che è immanente, figuramoci ciò che è trascendente. Cioè, in parole povere, il fatto che non ci siano prove a favore di dio non significa necessariamente che un dio non esiste. Un dio di una qualunque forma, sia esso una pura forma di energia ignota, od un moto perpetuo alla base dell'universo, come quello che gli scienziati nelle limitate risorse delle loro consocienze e possibilità tentano di riprodurre da sempre, invano.
Poi è ovvio che il primo, per un agnostico, è un "caso chiuso", proprio per le conseguenze dirette di un processo (che fare? mettere in galera un innocente o lasciare libero un presunto, ma solo presunto, colpevole? Qui, BISOGNA scegliere. L'uomo è un animale sociale, fragile e mortale).
Un agnostico potrebbe accettare invece la seconda sentenza se non ci fosse "il caso è chiuso". Il perché è chiaro. Il campo delle dimostrazioni di ciò che non esiste è un campo minato, ahimè.
E poi, in ambito scientifico, c'è la matematica che si studia a scuola, che tutti più o meno conosciamo, che si fonda su determinati assiomi. E poi ci sono le altre.... Può dire, il matematico, di non giovarsi né di una né delle altre? E' forse meno valido di Euclide?
Poi c'è agnostico e agnostico, questo è chiaro, ognuno è più o meno conscio delle posizioni che prende. Come chi, in politica, non è né di destra né di sinistra perché proprio non gliene importa nulla, e chi non è né di destra né di sinistra perché proprio non trova la sua strada. Il primo sì, è un pirla, un codardo, tutto quello che vuoi. Ma il secondo... elucubra, elucubra, elucubra.
Ma, ti dico, sono solo congettuare di un'atea convinta. Vedi la mia scala di D.? E' più in su della tua; spero tu la prenda come una prova che non sono io che vacillo, sono semplicemente un pochino più morbida.
Lo dico non come appunto a te, sia chiaro, ma perché se l'edit era rivolto a me forse ti era sfuggito...
EDIT: E mentre scrivevo, Fux ha detto
Comunque, l'agnosticismo è insensato e irrazionale quando è riferito a
divinità, come quella cristiana, logicamente contraddittorie.
Che poi è il senso chiave di quello che volevo dire. Per il resto è una posizione rispettabile, anche se non condivisibile
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Re: ... e l'agnosticismo?
Muriel ha scritto:
già, e poi dio è buono e perfetto, ma crea degli esseri imperfetti.
"eh va bè, ma lui ci ha creati così per metterci alla prova"
.... alla prova de che????
"di quanto lo amiamo nonostante la vita che ci ha dato sia una serpa di disgrazie con qualche sciagura (cit.)"
dunque dio ha bisogno di sentirsi amato? devo dedurne che come divinità è un po' scarsino... e comunque, alla faccia dell'infinita bontà!
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cacchio è vero, il libero arbitrio! come ho fatto a dimenticarlo?? quello della serie "fai come ti pare, ma se non mi va bene poi sono ca**i tuoi" (e meno male che c'hanno lasciato il purgatorio, così ci possiamo pentire low cost & last minute). insomma, alla faccia anche del libero arbitrio!
Siiì, troppo facile attaccare il cristianesimooo
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Re: ... e l'agnosticismo?
Niques ha scritto:
Lo dico non come appunto a te, sia chiaro, ma perché se l'edit era rivolto a me forse ti era sfuggito...
Non era per te, avevo capito che non sei un'agnostica. Era solo per mettere un po' di carne sul fuoco (divorata da Muriel )
Si ma gira e rigira si finisce sempre col dire che c'è caso e caso, ma allora di che caso stiamo parlando?
La scala di Dawkins...l'ho puntata a 65 perchè sinceramente non sapevo bene a cosa si riferisse e i 5 punti glieli avevo tolti solo perchè Dawkins per me è un po' troppo incacchiato con i cristiani. Ora l'ho letta e vado a metterla a posto...
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Re: ... e l'agnosticismo?
vero infatti è una roba da atei alle prime armi, se vuoi pesto a sangue anche il demiurgo di voltaire, rosseau e "la cricca deista falsamente illuminata" (cit.), quello che ci ha creati e poi se n'è lavato le mani ehNiques ha scritto:Siiì, troppo facile attaccare il cristianesimooo
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:Niques ha scritto:
Lo dico non come appunto a te, sia chiaro, ma perché se l'edit era rivolto a me forse ti era sfuggito...
Non era per te, avevo capito che non sei un'agnostica. Era solo per mettere un po' di carne sul fuoco (divorata da Muriel )
Si ma gira e rigira si finisce sempre col dire che c'è caso e caso, ma allora di che caso stiamo parlando?
La scala di Dawkins...l'ho puntata a 65 perchè sinceramente non sapevo bene a cosa si riferisse e i 5 punti glieli avevo tolti solo perchè Dawkins per me è un po' troppo incacchiato con i cristiani. Ora l'ho letta e vado a metterla a posto...
Ocche' per l'edit
Ti rispondo in merito al grassetto; è ovvio che in un thread in cui si parla specificamente di agnosticismo (in un forum ad hoc, poi!) si analizzi più sottilmente la questione di quanto non lo si faccia nella quotidianità.
Tu pensi, che quando qualcuno se ne esce con il dire che è agnostico io gli accarezzi la scapola come supporto alle sue tribolazioni interiori? No, certo che no.
Qui, però, è il caso di parlare di un agnosticismo con una certa serietà e con un approccio un po' meno superficiale di quello che in quanto atei potremmo avere, non credi?*
Un po' come chi, un po' superficialemente, dice che noi atei siamo tali perché non andiamo in chiesa o siamo anticlericali mapperò crediamo nel nostro piccolo e tante altre perle che puoi leggere nel Caro Missionario.
E gli ateacci che sono tali perché seguono i luoghi comuni di cui sopra ci sono... (e difatti qui non sono molto ben considerati...)
Per quanto riguarda la scala, figùrati, non ho mai filato di striscio Mr. D.
Sono già abbastanza atea di mio per andare a corroborarmi con i libri di chi disserta - in maniera, a quanto ho capito, anche piuttosto "semplice", se me lo permettete - sull'argomento. Già, quanto sono snob
Ammetto che anch'io in gioventù avrei fatto uno spartic*** a Monsieur Blaise e compagnia, o mi appagavo con Nìcce. Conosciamo tutti qui il gusto di inveire contro certi pensatori...
*<< No, sono ateo>> ahahh, sono una sagoma.
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Re: ... e l'agnosticismo?
durata poco quella firma Sergio eh
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Re: ... e l'agnosticismo?
Si, si si dirà in giro avremmo potuto vedere cose che altri umani non potrebbero immaginarsi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E avremmo visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire... gnurant!
SergioAD- -------------
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Re: ... e l'agnosticismo?
SergioAD ha scritto:Si, si si dirà in giro avremmo potuto vedere cose che altri umani non potrebbero immaginarsi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E avremmo visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire... gnurant!
Io questo signore non lo comprendo, sono l'unico?
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:Edit: porto una prova a sfavore dell'esistenza di dio:
dio è un essere perfetto, completo, è tutto, ecc...ma un bel dì sente il bisogno di creare l'universo e l'uomo e tutto il resto della giostra. Perchè un essere perfetto dovrebbe sentirsi annoiato e cercarsi un passatempo rivelandosi in questo modo imperfetto e non divino?
Ti rispondono che Dio è buono e l'ha fatto per noi. Buono, timido e indeciso. Timido, perchè ancora non si è fatto vedere. Indeciso, perchè tutti i credenti dicono che la ragione è troppo limitata per arrivare a comprendere Dio, poi si viene a scoprire che quella ragione c'è la data Dio. Insomma, se fossi il creatore sarei un pò deluso della mia opera. Se fossi il creatore (cacchio c'è da aprire una discussione su cosa avremmo fatto se fossimo il creatore) avrei dato un'unico libro, non decine, e l'avrei messo in mano non a degli ebrei mezzi disidratati col le allucinazioni in mezzo al deserto, ma a gente seria, e già potente di suo, avrei dato un cervello in grado di capire a colpo il libro, non avrei permesso a nessuno di disobbedirmi. Ca$$o
Ma questa prova l'hai formulata tu? No perchè era contenuta in queste:
- Spoiler:
- L’ASSENZA DI EVIDENZE
LA TESI. L’ateismo nasce, si può dire costitutivamente (la –a
privativa del nome), come confutazione delle pretese dei credenti che
Dio esista: benché, per essere atei, sia più che sufficiente non essere
persuasi dell’esistenza di Dio. Si è quindi caratterizzato a lungo per
dare una fondamentale importanza alla parte critica, piuttosto che alla
formulazione di argomenti “positivi” in favore della miscredenza.
Così
facendo, gli atei ritengono che l’assenza di evidenze a favore
dell’esistenza di Dio prodotte dai credenti, a cui spetta l’onere della
prova, sia già un argomento sufficiente per negare qualsiasi entità
sovrannaturale (così come, per gli agnostici, è già un argomento
sufficiente per non esprimersi affatto sulla questione). Come ha
sostenuto Cristopher Hitchens citando Euclide, «ciò che può essere asserito senza prove concrete può essere anche rifiutato senza prove concrete».
Se per credere in Dio bisogna rinunciare alla ragione, e sostenere che
la ragione umana è troppo presuntuosa, quando pretende di dire la sua su
questioni che «la ragione stessa non può dimostrare», allora si
può teoricamente credere a qualunque cosa, anche a una teiera di
porcellana orbitante tra la Terra e Marte (Bertrand Russell).
È una
posizione simile a quella della scienza, secondo la quale non bisogna
prendere per veritiere asserzioni completamente prive di evidenze: è
teoricamente possibile, ad esempio, che esistano esseri extraterrestri
con una lunga proboscide fatta a forma di trombetta, ma l’infinitesimale
possibilità che ciò possa essere reale non è una valida ragione per
crederla vera.
Molti atei sostengono inoltre che la scienza è
competente a intervenire sulle questioni religiose: se si pretende che
la divinità interagisca con la sfera materiale (ad esempio con i
miracoli), allora la scienza ha tutte le credenziali per studiare la
congruità dell’affermazione.
Da un punto di vista logico, infine, si è
anche sostenuto (Ayer) che tutte le asserzioni su Dio sono
letteralmente prive di significato, in quanto nulla può valere come
verifica della loro verità o falsità. Non si prova l’esistenza di
qualcuno, ma la si constata.
LA REPLICA. Sull’argomento dell’assenza di evidenze si è espresso, ad esempio, il filosofo William James: «Non
me la sento di accettare le regole agnostiche per la ricerca della
verità o di acconsentire volontariamente a tenere fuori dal gioco la mia
natura volitiva. Non lo posso fare per il semplice motivo che una
regola di pensiero che mi impedisse assolutamente di riconoscere certi
tipi di verità qualora questi tipi di verità esistessero realmente,
sarebbe una regola irrazionale».
IL RASOIO DI OCCAM
LA TESI. Il frate francescano Guglielmo di Occam
(William of Ockam, m. 1350) sostenne che, per spiegare una qualunque
cosa, non bisogna aggiungere, quando non servono, elementi ulteriori che
si rivelano inutili.
Tale teoria, nota come Rasoio di Occam, è stata in seguito utilizzata per mettere in discussione la stessa esistenza di Dio, poiché semplifica l’affermazione «Dio, che è sempre esistito, ha creato l’universo» in «l’universo è sempre esistito».
Dio
si rivela pertanto un ente inutile: la sua inesistenza non pregiudica
affatto il funzionamento dell’universo, che si può spiegare molto meglio
evitando di ricorrere a un’entità sovrannaturale. Il mondo è
autosufficiente.
LA REPLICA. È una tesi riduzionista, in quanto la
semplificazione non porta necessariamente alla verità: su questo punto
ha particolarmente insistito Immanuel Kant.
Prima ancora, Gottfried Wilhelm Leibniz sostenne che Dio ha creato il mondo con tutte le possibili creature.
La “legge contro l’avarizia” di Karl Menger ha riformulato tali posizioni: «è vano fare con poco ciò che richiede molto».
LA NON CREDENZA
LA TESI. Molte persone non credono. Non è “colpa” loro: alcune di esse vorrebbero sinceramente poter credere.
Non può dunque esistere una divinità che possa e voglia essere creduta
(e magari adorata) da tutti, e contemporaneamente non sia in grado di
dare la fede a tutti.
LA REPLICA. Dio vuole mettere alla prova gli esseri
umani per vedere chi ha più fede in lui, ed è per questo che ha donato
all’uomo il libero arbitrio.
LA PLURALITÀ DELLE RELIGIONI E DEGLI DEI
LA TESI. Nel mondo vi sono migliaia di religioni,
ognuna delle quali è sorta per precise ragioni storico-culturali. E
milioni di divinità diverse (dal dio antropomorfo a quello assolutamente
astratto) sono state venerate negli ultimi millenni dagli esseri umani.
In nessuna età storica una religione è stata praticata dalla
maggioranza della popolazione mondiale.
Se una religione fosse nel
vero, il fatto che non sia diffusa in qualche zona del Paese
destinerebbe intere popolazioni all’inferno: una tesi un poco razzista.
Inoltre, le religioni si contraddicono l’una con l’altra, e questo diminuisce ulteriormente la loro attendibilità.
L’esistenza di tante religioni e tante diverse divinità è quindi la
dimostrazione che nessuna di esse ha mai portato prove irrefutabili.
LA REPLICA. Dio potrebbe aver prescelto solo pochi
eletti, e/o aver subordinato la diffusione della “sua” religione alla
libera adesione degli esseri umani.
L’esistenza di Dio non è
subordinata alla diffusione su scala planetaria di un certo credo, e non
è peraltro detto che in un prossimo futuro ciò non avvenga.
“NESSUN MOTIVO”
LA TESI. L’argomento è stato formulato da Scott Adams nel libro God’s Debris.
Adams sostiene che un essere onnipotente e/o perfetto non avrebbe alcun
motivo di agire, in particolar modo creando l’universo: Dio non
proverebbe infatti alcun desiderio, in quanto il concetto stesso di
desiderio è specificatamente umano. Ma l’universo esiste, e quindi c’è
una contraddizione: conseguentemente, un dio onnipotente non può
esistere.
LA REPLICA. Dio non ha creato il mondo per aumentare
la propria potenza, ma solo per manifestare la sua bontà con la più
libera delle decisioni.
L’INGIUSTIZIA
LA TESI. Nella vita di ogni giorno possiamo
osservare come spesso il giusto sia punito e l’ingiusto sia premiato.
Malfattori che sfuggono alla giustizia, uomini che ricoprono importanti
incarichi ben al di là dei propri meriti, poveri nati poveri e
impossibilitati ad aspirare ad altro che a una vita da poveri. Come può
esistere un Dio (un Dio “giusto”) che tollera simili iniquità?
LA REPLICA. Bisogna accettare con rassegnazione il
nostro destino terreno: Dio, nell’aldilà, provvederà a fare la vera e
definitiva giustizia, punendo gli ingiusti e premiando i giusti.
LA SPROPORZIONE DELLA PENA
LA TESI. È un’evoluzione basata sulla replica al
precedente argomento. Dio, se punisse i malvagî con un castigo eterno,
commetterebbe un’evidente ingiustizia: una colpa, per quanto grande essa
sia, è limitata all’esistenza umana, e non può essere sanzionata con
una pena infinita. La sproporzione è evidente.
LA REPLICA. I disegni divini sono imperscrutabili: ciò che è giusto per lui non è necessariamente giusto per noi.
IL DOLORE E IL MALE (TEODICEA)
LA TESI. Chi più, chi meno, ci troviamo tutti a
condividere parte della nostra esistenza con il dolore fisico. Non solo,
nel mondo esiste, e spesso predomina, il male.
Perché Dio dovrebbe
tollerare la tortura fisica, le indicibili sofferenze di un malato
terminale, la morte di un bambino inerme, Auschwitz, le guerre e le
catastrofi naturali? Sta forse a guardare mentre accadono?
Sono
stati gli uomini a dover inventare gli ospedali e i vaccini: laddove non
sono stati costruiti, Dio non interviene a salvare i malati.
LA REPLICA. La teodicea è quel ramo della teologia
che intende spiegare il senso della giustizia divina in relazione alla
presenza del male nel mondo. Il termine fu inventato da Leibniz nel
1710.
La risposta, soprattutto cristiana, è che la sofferenza è
necessaria per espiare i proprî peccati e per accedere alla vita eterna.
In un mondo senza sofferenza, non vi sarebbe modo per coloro che hanno
particolari virtù (ad esempio, il coraggio e l’amore verso il prossimo)
di manifestarle. Dio non può prevenire e impedire il male, se non
togliendo all’uomo la sua libertà. Secondo Giuliana di Norwich, una
mistica del XIV secolo, Dio fa ogni cosa per amore.
E anche in questo caso vale l’argomento dell’imperscrutabilità dei disegni divini.
L’INCOERENZA DEGLI ATTRIBUTI DIVINI
LA TESI. Questo argomento è un po’ una somma degli
argomenti precedenti. I varî attributi divini (onniscienza, onnipotenza,
somma benevolenza) sono vicendevolmente escludenti. Perché Dio non
impedisce che si compia il male?
Se non lo fa perché non può, vuol
dire che non è onnipotente. Se non lo fa perché non vuole, vuol dire che
non è sommamente buono. Se non lo fa perché non sa come farlo, vuol
dire che non è onnisciente; se Dio è onnisciente, sa in anticipo come
modificherà il futuro usando la sua onnipotenza: non può dunque mutare
parere, e dunque non è onnipotente.
Un’ulteriore contraddizione si
rinviene nella teoria del libero arbitrio: se Dio ha dotato l’uomo di
libero arbitrio, ben sapendo che lo avrebbe usato per fare del male,
vuol dire che Dio non è sommamente buono; se non lo poteva prevedere,
vuol dire che non è onnisciente; oppure è perfido, e si prende gioco sia
degli esseri umani che predestina a compiere il male, sia di quelli che
predestina al ruolo di vittime.
LA REPLICA. Si rifà sostanzialmente all’argomento dell’imperscrutabilità e ineffabilità di Dio.
Il Catechismo della Chiesa cattolica tratta questo problema come segue (272-274): «La
fede in Dio Padre onnipotente può essere messa alla prova
dall’esperienza del male e della sofferenza. Talvolta Dio può sembrare
assente e incapace di impedire il male. Ora, Dio Padre ha rivelato nel
modo più misterioso la sua onnipotenza nel volontario abbassamento e
nella Risurrezione del Figlio suo, per mezzo dei quali ha vinto il male.
Cristo crocifisso è quindi “potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché
ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è
debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,24-25). Nella
Risurrezione e nella esaltazione di Cristo il Padre ha dispiegato
“l’efficacia della sua forza” e ha manifestato “la straordinaria
grandezza della sua potenza verso di noi credenti” (Ef 1,19-22).
Soltanto la fede può aderire alle vie misteriose dell’onnipotenza di
Dio. Per questa fede, ci si gloria delle proprie debolezze per attirare
su di sé la potenza di Cristo [Cf 2Cor 12,9; Fil 4,13]. Di questa fede
il supremo modello è la Vergine Maria: ella ha creduto che “nulla è
impossibile a Dio” (Lc 1,37) e ha potuto magnificare il Signore: “Grandi
cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome” (Lc 1,49). “La
ferma persuasione dell’onnipotenza divina vale più di ogni altra cosa a
corroborare in noi il doveroso sentimento della fede e della speranza.
La nostra ragione, conquistata dall’idea della divina onnipotenza,
assentirà, senza più dubitare, a qualunque cosa sia necessario credere,
per quanto possa essere grande e meravigliosa o superiore alle leggi e
all’ordine della natura. Anzi, quanto più sublimi saranno le verità da
Dio rivelate, tanto più agevolmente riterrà di dovervi assentire”
[Catechismo Romano, 1, 2, 13]».
Recentissimi tentativi di
replica sono stati compiuti da filosofi della religione come Alvin
Platinga e Richard Swinburne, i cui lavori sono tuttavia ancora
semi-sconosciuti in Italia.
LA COMPLESSITÀ DI DIO
LA TESI. L’argomento è stato presentato da Richard Dawkins nel suo libro L’illusione di Dio. Secondo Dawkins, «un Dio capace di monitorare e controllare in permanenza le condizioni di ogni singola particella dell’universo», di curare simultaneamente «azioni, emozioni e preghiere di ogni singolo essere umano», di «decidere ogni momento di non salvarci miracolosamente quando ci ammaliamo di cancro» non può essere «semplice», come sostengono tanti teologi, ma necessita di una spiegazione «mastodontica» statisticamente improbabile quanto il supposto Creatore.
LA REPLICA. Secondo il domenicano Thomas Crean, a
Dawkins sfugge l’idea che il massimo della perfezione e della ricchezza
dell’essere possa coincidere metafisicamente con la sua semplicità: un
po’ come il pensiero di un architetto, per esempio il progetto di una
cattedrale, è all’origine della grandiosa chiesa che verrà costruita ma
allo stesso tempo infinitamente più “semplice”.
LE NEUROSCIENZE
LA TESI. Tutte le caratteristiche di Dio sono
palesemente “proprietà mentali” (avere un disegno, quindi degli
obiettivi, avere una volontà, conoscere, prevedere, decidere, ecc.)
Ebbene, come le neuroscienze hanno dimostrato, ogni proprietà mentale
presuppone l’esistenza di un cervello. Quindi, se dio esistesse, avrebbe
le caratteristiche che gli attribuiscono i credenti e quindi, per
quanto sopra, dovrebbe avere un cervello materialisticamente inteso.
Ma siccome il Dio dei credenti è immateriale, non può esistere alcun
cervello di Dio. Da cui un’evidente contraddizione che porta a “non
credere” nell’esistenza stessa di dio.
LA REPLICA. La correlazione tra proprietà mentali e
cervello è solo “indiziaria”: non v’è una dimostrazione scientifica che
tale correlazione debba sussistere “necessariamente”. In altre parole,
le neuroscienze dimostrano solo che in tutti i casi studiati finora la
correlazione esiste, ma non possono dimostrare che la correlazione non
può non esistere.
___________________
"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
Chuang-Tzu
Cosworth117- -------------
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Re: ... e l'agnosticismo?
Ates ha scritto:SergioAD ha scritto:Si, si si dirà in giro avremmo potuto vedere cose che altri umani non potrebbero immaginarsi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E avremmo visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire... gnurant!
Io questo signore non lo comprendo, sono l'unico?
hihihi!
Non sei l'unico, la cripticità (esiste questa parola?) del messere è nota ai più, con il tempo imparerai anche tu a decifrarlo.
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- Sì... mi chiamano Mimì! Ma il mio nome è Lucia!
- Ebbè, ovvio. Ma come avrò fatto a non capirlo?
Niques- -------------
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