Parola di dio
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Parola di dio
Ma dire che " dio " c'è non significa soltanto dire qualcosa circa la parola " dio " ? E cioè che la parola "dio", c'è, esiste. E questo non è puramente tautologico, se la parola che pronuncio ( dio ) implica gia di per sè che esiste come parola ? Ho scritto sta cosa, perchè sono convinto che moltissimi discorsi su dio, dotti o meno che siano, nascano da questa confusione linguistica, e cioè che si crede di stare parlando di qualcosa ( dio ) ma in realtà si stanno solo esibendo altre parole.
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Re: Parola di dio
Il problema che poni sarebbe quello di una definizione assoluta ed universalmente (nell'ambito del forum ) riconosciuta?
Cosa significa, esiste come parola? Che ne esiste la parola? Parli di corrispondenze necessarie fra significante e significato?
Dio c'è significa sempre dio esiste? La presenza di "dio" nella mente e nei discorsi di una persona (solo qui, possiamo dire che "c'è"), ne qualifica o determina di conseguenza l'eventuale esistenza? No.
Cosa significa, esiste come parola? Che ne esiste la parola? Parli di corrispondenze necessarie fra significante e significato?
Dio c'è significa sempre dio esiste? La presenza di "dio" nella mente e nei discorsi di una persona (solo qui, possiamo dire che "c'è"), ne qualifica o determina di conseguenza l'eventuale esistenza? No.
Tipo?si crede di stare parlando di qualcosa ( dio ) ma in realtà si stanno solo esibendo altre parole
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Re: Parola di dio
Mettiamola cosi.
la parola dio, io la posso scrivere, ascoltare, pronunciare, vedere se scritta su di un foglio...ma al di là di questo la parola dio resta una parola...
la parola sedia invece puo indicarmi qualcosa su cui sedermi....
la parola dio, io la posso scrivere, ascoltare, pronunciare, vedere se scritta su di un foglio...ma al di là di questo la parola dio resta una parola...
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Re: Parola di dio
E' detta "prova ontologica", ed è portata avanti dai colti teologi (penso). E' la seguente penso:
La mente umana può concepire l’esistenza di un essere perfetto, un essere definito come «una cosa della quale non può essere concepita un’altra più grande».
E questo essere non potrebbe essere perfetto se non avesse anche
l’attributo dell’esistenza. Se ne deduce che un essere perfetto deve
esistere.
Questa prova fu introdotta da Anselmo d’Aosta alla fine
dell’XI secolo, e sostenuta, in tempi più recenti, da Cartesio e
Leibniz.
E' facilmente smontabile, perchè non tutto quello che la mente concepisce poi esiste realmente.
La mente umana può concepire l’esistenza di un essere perfetto, un essere definito come «una cosa della quale non può essere concepita un’altra più grande».
E questo essere non potrebbe essere perfetto se non avesse anche
l’attributo dell’esistenza. Se ne deduce che un essere perfetto deve
esistere.
Questa prova fu introdotta da Anselmo d’Aosta alla fine
dell’XI secolo, e sostenuta, in tempi più recenti, da Cartesio e
Leibniz.
E' facilmente smontabile, perchè non tutto quello che la mente concepisce poi esiste realmente.
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"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
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Re: Parola di dio
Vabè ma resta una parola se non ci credi! Se ci credi la associ a un entità sovrannaturale.
La sedia se la nomini tu io la associo all'oggetto, ma se per esempio dici sedia a un indigeno di nonsodove che non l'ha mai vista allora non sa di cosa stai parlando.
La sedia se la nomini tu io la associo all'oggetto, ma se per esempio dici sedia a un indigeno di nonsodove che non l'ha mai vista allora non sa di cosa stai parlando.
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Gesù è venuto per salvarci dal peccato, ma continuo a vedere peccatori. Thor ci protegge dai demoni e dai giganti di ghiaccio, e in effetti non se ne vedono in giro.
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Re: Parola di dio
Comune mortale ha scritto:Mettiamola cosi.
la parola dio, io la posso scrivere, ascoltare, pronunciare, vedere se scritta su di un foglio...ma al di là di questo la parola dio resta una parola...
la parola sedia invece puo indicarmi qualcosa su cui sedermi....
Meglio dire, per la natura del discorso, sostantivo che parola (altrimenti valgono anche le interiezioni). Non credi?
Insomma, parliamo dell'etere aristotelico che permeerebbe l'universo...
Si può scrivere, ascoltare, pronunciare, leggere; qualcuno ci ha creduto, chi ha cercato di dimostrarne l'esistenza ne ha provato l'inesistenza...
In pratica, parli di corrispondenza fra significante e significato.
Più che altro, diciamo che è un nome. Io posso dire "Damiano" o inventarmelo, un nome, "Tròzio": non è assolutamente nessuno finché il nome non è associato a qualcuno - o qualcosa.
Quindi c'è chi associa - la pluralità delle forme è infinita - , chi no...
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Re: Parola di dio
Niques ha scritto:Comune mortale ha scritto:Mettiamola cosi.
la parola dio, io la posso scrivere, ascoltare, pronunciare, vedere se scritta su di un foglio...ma al di là di questo la parola dio resta una parola...
la parola sedia invece puo indicarmi qualcosa su cui sedermi....
Meglio dire, per la natura del discorso, sostantivo che parola (altrimenti valgono anche le interiezioni). Non credi?
Insomma, parliamo dell'etere aristotelico che permeerebbe l'universo...
Si può scrivere, ascoltare, pronunciare, leggere; qualcuno ci ha creduto, chi ha cercato di dimostrarne l'esistenza ne ha provato l'inesistenza...
In pratica, parli di corrispondenza fra significante e significato.
Più che altro, diciamo che è un nome. Io posso dire "Damiano" o inventarmelo, un nome, "Tròzio": non è assolutamente nessuno finché il nome non è associato a qualcuno - o qualcosa.
Quindi c'è chi associa - la pluralità delle forme è infinita - , chi no...
E io che ho detto?? Tu metti in mezzo Aristotele e io gli indigeni...
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Re: Parola di dio
Ates, mi cadi così?
L'esistenza di una sedia può essere provata ad un indigeno.
Anche l'indigeno può indicarti un masso o qualunque cosa lui usi per sedersi e dirti con quale nome lo chiama.
Per entrambi la sedia ha senso (anche solo potenzialmente), quindi c'è una corrispondenza fra la parola - scritta e orale, in qualunque lingua - e il significato che la parola sottende, cioè l'oggetto in sé.
Dio, in qualunque lingua, in qualunque cultura, in qualunque modo tu lo voglia mettere non è né oggettivo, né universalmente riconoscibile (vedi qui).
L'esistenza di una sedia può essere provata ad un indigeno.
Anche l'indigeno può indicarti un masso o qualunque cosa lui usi per sedersi e dirti con quale nome lo chiama.
Per entrambi la sedia ha senso (anche solo potenzialmente), quindi c'è una corrispondenza fra la parola - scritta e orale, in qualunque lingua - e il significato che la parola sottende, cioè l'oggetto in sé.
Dio, in qualunque lingua, in qualunque cultura, in qualunque modo tu lo voglia mettere non è né oggettivo, né universalmente riconoscibile (vedi qui).
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Re: Parola di dio
Ma io non ho pensato alla possibilità di provare o meno, volevo dire che una parola ha senso se glielo dai. Scusa se convinci l'indigeno che dio esiste allora anche lui puo associare la parola ad un significato.
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Re: Parola di dio
Ok
un sostantivo è qualcosa che puo essere scritto ( sedia, orologio ) pronunciato, sentito se parla qualcuno o io stesso, visto se scritto sulla lavagna... questo è un aspetto fisico del linguaggio...realista per quello che mi riguarda. Ora fuori dall'aspetto linguistico della cosa c'è, nel caso della sedia, una realtà exstralinguistica...sta cosa è qualcosa di anteriore ad ogni discussione in sede linguistico-teoretica, almeno che nn vogliamo dire che anche la realtà è una proprietà del linguaggio delle persone.
Ora a mio avviso parlare di dio è un problema ancora intra-linguistico e non uno exstralinguistico, come le religioni e i credenti, vorrebbero far credere.
tutto qua.
un sostantivo è qualcosa che puo essere scritto ( sedia, orologio ) pronunciato, sentito se parla qualcuno o io stesso, visto se scritto sulla lavagna... questo è un aspetto fisico del linguaggio...realista per quello che mi riguarda. Ora fuori dall'aspetto linguistico della cosa c'è, nel caso della sedia, una realtà exstralinguistica...sta cosa è qualcosa di anteriore ad ogni discussione in sede linguistico-teoretica, almeno che nn vogliamo dire che anche la realtà è una proprietà del linguaggio delle persone.
Ora a mio avviso parlare di dio è un problema ancora intra-linguistico e non uno exstralinguistico, come le religioni e i credenti, vorrebbero far credere.
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Re: Parola di dio
Comune mortale ha scritto:Ok
un sostantivo è qualcosa che puo essere scritto ( sedia, orologio ) pronunciato, sentito se parla qualcuno o io stesso, visto se scritto sulla lavagna... questo è un aspetto fisico del linguaggio...realista per quello che mi riguarda. Ora fuori dall'aspetto linguistico della cosa c'è, nel caso della sedia, una realtà exstralinguistica...sta cosa è qualcosa di anteriore ad ogni discussione in sede linguistico-teoretica, almeno che nn vogliamo dire che anche la realtà è una proprietà del linguaggio delle persone.
Ora a mio avviso parlare di dio è un problema ancora intra-linguistico e non uno exstralinguistico, come le religioni e i credenti, vorrebbero far credere.
tutto qua.
Non ci ho capito niente.
io mi arrendo
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Re: Parola di dio
Ates ha scritto:Ma io non ho pensato alla possibilità di provare o meno, volevo dire che una parola ha senso se glielo dai. Scusa se convinci l'indigeno che dio esiste allora anche lui puo associare la parola ad un significato.
Mh, io penso che l'autore del post parlasse di altro, non so.
Forse è questo il punto: "una parola ha senso se glielo dai, oppure tu dai una parola a ciò che ha senso?"
Dovrebbe essere lui ad orientarci...
Sulle parole dio e sedia indigene, vale, appunto, in concetto di oggettività universale che suggerivo.
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Re: Parola di dio
Ates, pensa alla sedia, immaginala. Tu la chiami sedia ma, al di là di questo, se non avesse un nome, se non esistesse il linguaggio, l'oggetto, così com'è, ci sarebbe comunque.
Della "sedia", come parola scritta (s, e, d, i, a) o pronunciata noi abbiamo un altro elemento in più (la parola appunto) che ce lo rende materiale.
Puoi applicare lo stesso ragionamento a dio?
La pietra c'è da prima che la chiamassimo pietra.
Dio?
Credo fosse questo il punto. Ma io ho già detto:
La presenza di "dio" nella mente e
nei discorsi di una persona (solo qui, possiamo dire che "c'è"), ne
qualifica o determina di conseguenza l'eventuale esistenza? No.
Della "sedia", come parola scritta (s, e, d, i, a) o pronunciata noi abbiamo un altro elemento in più (la parola appunto) che ce lo rende materiale.
Puoi applicare lo stesso ragionamento a dio?
La pietra c'è da prima che la chiamassimo pietra.
Dio?
Credo fosse questo il punto. Ma io ho già detto:
La presenza di "dio" nella mente e
nei discorsi di una persona (solo qui, possiamo dire che "c'è"), ne
qualifica o determina di conseguenza l'eventuale esistenza? No.
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Re: Parola di dio
Mi sembra una riedizione della Super Cazzola di Tognazzi...Comune mortale ha scritto:Ok. un sostantivo è qualcosa che puo essere scritto ( sedia, orologio ) pronunciato, sentito se parla qualcuno o io stesso, visto se scritto sulla lavagna... questo è un aspetto fisico del linguaggio...realista per quello che mi riguarda. Ora fuori dall'aspetto linguistico della cosa c'è, nel caso della sedia, una realtà exstralinguistica...sta cosa è qualcosa di anteriore ad ogni discussione in sede linguistico-teoretica, almeno che nn vogliamo dire che anche la realtà è una proprietà del linguaggio delle persone.
Ora a mio avviso parlare di dio è un problema ancora intra-linguistico e non uno exstralinguistico, come le religioni e i credenti, vorrebbero far credere.
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Re: Parola di dio
holubice ha scritto:Mi sembra una riedizione della Super Cazzola di Tognazzi...Comune mortale ha scritto:Ok. un sostantivo è qualcosa che puo essere scritto ( sedia, orologio ) pronunciato, sentito se parla qualcuno o io stesso, visto se scritto sulla lavagna... questo è un aspetto fisico del linguaggio...realista per quello che mi riguarda. Ora fuori dall'aspetto linguistico della cosa c'è, nel caso della sedia, una realtà exstralinguistica...sta cosa è qualcosa di anteriore ad ogni discussione in sede linguistico-teoretica, almeno che nn vogliamo dire che anche la realtà è una proprietà del linguaggio delle persone.
Ora a mio avviso parlare di dio è un problema ancora intra-linguistico e non uno exstralinguistico, come le religioni e i credenti, vorrebbero far credere.
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Re: Parola di dio
Non gli si può dire nemmeno "parla come mangi" perché è un cuoco!
Scherzo CM;
Voi giovini, le materie umanistiche meritano un po' di spazio accanto a quelle scienfiche.
Scherzo CM;
Voi giovini, le materie umanistiche meritano un po' di spazio accanto a quelle scienfiche.
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Re: Parola di dio
Dio probabilmente "c'era" anche prima che gli dessimo un nome, quando abbiamo iniziato a guardare l'orizzonte, ma non sapevamo parlare.
Il problema sta nell'origine del linguaggio forse, ma su questo non so nulla. E mi riarrendo
Holu la sai l'ultima? Dio ci ha creati perché potessimo pensare ad esso. Senza qualcuno che lo contemplasse non sarebbe mai esistito. Così dio ha dato un senso a se stesso.
Ora la votazione con l'applausometro!
Il problema sta nell'origine del linguaggio forse, ma su questo non so nulla. E mi riarrendo
Holu la sai l'ultima? Dio ci ha creati perché potessimo pensare ad esso. Senza qualcuno che lo contemplasse non sarebbe mai esistito. Così dio ha dato un senso a se stesso.
Ora la votazione con l'applausometro!
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Re: Parola di dio
Niques ha scritto:
Voi giovini, le materie umanistiche meritano un po' di spazio accanto a quelle scienfiche.
Uè io ci avevo 10 nei temi!
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Re: Parola di dio
La questione è più semplice e meno filosofica di quel che sembra, a mio parere, nonostante il profumo(o puzzo) anselmiano che propaga.
I sostantivi non indicano soltanto cose concrete, realmente esistenti, ma anche idee di cose concrete, ed idee di idee(di idee). Un esempio banale: la parola grifone indica un certo tipo di creatura non esistente, che quindi non esisteva prima della sua invenzione e dell'invenzione della parola 'grifone'. per la parola 'Dio' vale lo stesso. Quanto al valore del linguaggio da un punto di vista ontologico e gnoseologico, è un'altra questione. Genericamente, possiamo dire che il linguaggio può essere un mezzo per comunicare ciò che sappiamo, o riteniamo di sapere,(piano gnoseologico) riguardo a ciò che è(piano ontologico).
I sostantivi non indicano soltanto cose concrete, realmente esistenti, ma anche idee di cose concrete, ed idee di idee(di idee). Un esempio banale: la parola grifone indica un certo tipo di creatura non esistente, che quindi non esisteva prima della sua invenzione e dell'invenzione della parola 'grifone'. per la parola 'Dio' vale lo stesso. Quanto al valore del linguaggio da un punto di vista ontologico e gnoseologico, è un'altra questione. Genericamente, possiamo dire che il linguaggio può essere un mezzo per comunicare ciò che sappiamo, o riteniamo di sapere,(piano gnoseologico) riguardo a ciò che è(piano ontologico).
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La libertà è inafferrabile, ma non conosco altro per cui valga la pena di vivere.
-Avalon-
What a kind of life: Freedom in flesh,
shackles on your mind...
Avantasia
"You can have all the faith you want in spirits and the afterlife, and heaven and hell, but when it comes to this world, don't be an idiot. 'Cause you can tell me you put your faith in God to put you through the day, but when it comes time to cross the road, I know you look both ways."
House, M.D.
La vita è un diritto, non un dovere.
Re: Parola di dio
Werewolf ha scritto:La questione è più semplice e meno filosofica di quel che sembra, a mio parere, nonostante il profumo(o puzzo) anselmiano che propaga.
I sostantivi non indicano soltanto cose concrete, realmente esistenti, ma anche idee di cose concrete, ed idee di idee(di idee). Un esempio banale: la parola grifone indica un certo tipo di creatura non esistente, che quindi non esisteva prima della sua invenzione e dell'invenzione della parola 'grifone'. per la parola 'Dio' vale lo stesso. Quanto al valore del linguaggio da un punto di vista ontologico e gnoseologico, è un'altra questione. Genericamente, possiamo dire che il linguaggio può essere un mezzo per comunicare ciò che sappiamo, o riteniamo di sapere,(piano gnoseologico) riguardo a ciò che è(piano ontologico).
Veronica aveva detto etere, augh.
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Re: Parola di dio
Ooops...Niques ha scritto:Werewolf ha scritto:La questione è più semplice e meno filosofica di quel che sembra, a mio parere, nonostante il profumo(o puzzo) anselmiano che propaga.
I sostantivi non indicano soltanto cose concrete, realmente esistenti, ma anche idee di cose concrete, ed idee di idee(di idee). Un esempio banale: la parola grifone indica un certo tipo di creatura non esistente, che quindi non esisteva prima della sua invenzione e dell'invenzione della parola 'grifone'. per la parola 'Dio' vale lo stesso. Quanto al valore del linguaggio da un punto di vista ontologico e gnoseologico, è un'altra questione. Genericamente, possiamo dire che il linguaggio può essere un mezzo per comunicare ciò che sappiamo, o riteniamo di sapere,(piano gnoseologico) riguardo a ciò che è(piano ontologico).
Veronica aveva detto etere, augh.
Appunto mentale: leggere meno velocemente i thread.
Be', però si può mantenere la disquisizione sui piani ontologico e gnoseologico
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Re: Parola di dio
Questo argomento è già stato dibattuto ma forse non ben compreso. A mio avviso assume una importanza fondamentale sia per la comprensione dei significato di dio e di religiosità, sia per comprendere come si posa essere formato quello che noi abbiamo chiamato sentimento religioso. Io però dividerei il problema in due punti. Il primo è come giustamente fa notare l'amico mortale è a cose si possa riferire la parola dio, il secondo perchè l'uomo è da millenni legato alla religione e in forma pressochè equivalente nelle forme e contenuti in tutte le culture.
Qui mi trovo d'accordo con l'osservazione molto arguta che ha fatto l'amico Ates:
La sedia se la nomini tu io la associo all'oggetto, ma se per esempio dici sedia a un indigeno di nonsodove che non l'ha mai vista allora non sa di cosa stai parlando.
Il punto fondamentale è che il nostro cervello non è in grado di creare nulla. Solo di elaborare esperienze e stimoli che gli provengono dal mondo che lo circonda. L'ho già scritto più vole ma "repetita iuvant" faccio un copiaincolla da wiki circa la questione del concetto:
l termine deriva dall'espressione latina "cum capio" (= raccolgo, prendo assieme) da cui derivano anche i termini comprensione, comprendere, significanti tutti la facoltà innata che hanno gli esseri umani di raccogliere e sintetizzare gli innumerevoli stimoli provenienti dalla percezione della realtà esterna e quindi dall'esperienza ed utilizzarli per crearsi una propria rappresentazione astratta della realtà stessa.
E a questa regola non può certo sottrarsi il concetto di dio. Ma, come sappiamo e come la definizione di concetto stesso richiede, il concetto deve derivare da un qualche stimolo o esperienza esterna. Ora poco importa quando nella evoluzione dell'uomo esso si sia formato, ma un dato di fatto è che si è formato. L'amico Multiv, con cui già più volte ho dibattuto, ed anche molti altri nel forum sostengono che tale concetto derivi dalla necessità che ha l'uomo di dare delle risposte a fenomeni altrimenti inspiegabili così come dare un significato alla morte lenendo così la sua paura. Ma qui si fa un salto logico. Nessuno di tutte queste motivazioni rappresentano uno stimolo od una esperienza che provengono dal mondo che circonda l'uomo. Io cervello umano però non è in grado di genere o creare un concetto in modo astratto ed autonomo. Sarebbe come pensare che l'uomo di mille anni fa poteva avere il concetto di microrganismo o di organismo unicellulare, o di radioattività. Fino quando non ha avuto la possibilità di guardare in un microscopio e vedere che esistono forme viventi microscopiche o formate da una sola cellula nessun essere umano (nemmeno Gesù!!) ha mai creato il concetto di microrganismo. Così come fino quando madame Curie non ha capito con esperimenti che esisteva la radioattività nessuno (nemmeno Gesù) ne conosceva il suo concetto. Di conseguenza il concetto di metafisico deve aver origine da altre esperienze. Non sto a ripetere quello che ho già scritto in un altro topic (paura della morte e senso religioso) su quale può essere una spiegazione. Poi ognuno può ipotizzare la sua.
Circa l'origine del sentimento religioso, che a mio avviso è ben distinta da quello di dio, pur avendo più volte dibattuto, ritengo di dover contraddire la posizione predominate. Io non sono della idea che derivi da varie forme di paura o per dare una qualche spiegazione al nostro vivere. Questi sono gli effetti, non le cause.
Io ritengo che tale sentimento, proprio perché pressoché equivalente in tutte le culture deve avere una origine atavica. Una necessità dei primi uomini che hanno socializzato e perciò creato i branchi di avere una guida. Il capo branco che diventa poi il faraone o dio in terra e poi solo il dio che noi oggi conosciamo.
Qui mi trovo d'accordo con l'osservazione molto arguta che ha fatto l'amico Ates:
La sedia se la nomini tu io la associo all'oggetto, ma se per esempio dici sedia a un indigeno di nonsodove che non l'ha mai vista allora non sa di cosa stai parlando.
Il punto fondamentale è che il nostro cervello non è in grado di creare nulla. Solo di elaborare esperienze e stimoli che gli provengono dal mondo che lo circonda. L'ho già scritto più vole ma "repetita iuvant" faccio un copiaincolla da wiki circa la questione del concetto:
l termine deriva dall'espressione latina "cum capio" (= raccolgo, prendo assieme) da cui derivano anche i termini comprensione, comprendere, significanti tutti la facoltà innata che hanno gli esseri umani di raccogliere e sintetizzare gli innumerevoli stimoli provenienti dalla percezione della realtà esterna e quindi dall'esperienza ed utilizzarli per crearsi una propria rappresentazione astratta della realtà stessa.
E a questa regola non può certo sottrarsi il concetto di dio. Ma, come sappiamo e come la definizione di concetto stesso richiede, il concetto deve derivare da un qualche stimolo o esperienza esterna. Ora poco importa quando nella evoluzione dell'uomo esso si sia formato, ma un dato di fatto è che si è formato. L'amico Multiv, con cui già più volte ho dibattuto, ed anche molti altri nel forum sostengono che tale concetto derivi dalla necessità che ha l'uomo di dare delle risposte a fenomeni altrimenti inspiegabili così come dare un significato alla morte lenendo così la sua paura. Ma qui si fa un salto logico. Nessuno di tutte queste motivazioni rappresentano uno stimolo od una esperienza che provengono dal mondo che circonda l'uomo. Io cervello umano però non è in grado di genere o creare un concetto in modo astratto ed autonomo. Sarebbe come pensare che l'uomo di mille anni fa poteva avere il concetto di microrganismo o di organismo unicellulare, o di radioattività. Fino quando non ha avuto la possibilità di guardare in un microscopio e vedere che esistono forme viventi microscopiche o formate da una sola cellula nessun essere umano (nemmeno Gesù!!) ha mai creato il concetto di microrganismo. Così come fino quando madame Curie non ha capito con esperimenti che esisteva la radioattività nessuno (nemmeno Gesù) ne conosceva il suo concetto. Di conseguenza il concetto di metafisico deve aver origine da altre esperienze. Non sto a ripetere quello che ho già scritto in un altro topic (paura della morte e senso religioso) su quale può essere una spiegazione. Poi ognuno può ipotizzare la sua.
Circa l'origine del sentimento religioso, che a mio avviso è ben distinta da quello di dio, pur avendo più volte dibattuto, ritengo di dover contraddire la posizione predominate. Io non sono della idea che derivi da varie forme di paura o per dare una qualche spiegazione al nostro vivere. Questi sono gli effetti, non le cause.
Io ritengo che tale sentimento, proprio perché pressoché equivalente in tutte le culture deve avere una origine atavica. Una necessità dei primi uomini che hanno socializzato e perciò creato i branchi di avere una guida. Il capo branco che diventa poi il faraone o dio in terra e poi solo il dio che noi oggi conosciamo.
Paolo- --------------
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Re: Parola di dio
Paolo ha scritto:
Circa l'origine del sentimento religioso, che a mio avviso è ben distinta da quello di dio, pur avendo più volte dibattuto, ritengo di dover contraddire la posizione predominate. Io non sono della idea che derivi da varie forme di paura o per dare una qualche spiegazione al nostro vivere. Questi sono gli effetti, non le cause.
Io ritengo che tale sentimento, proprio perché pressoché equivalente in tutte le culture deve avere una origine atavica. Una necessità dei primi uomini che hanno socializzato e perciò creato i branchi di avere una guida. Il capo branco che diventa poi il faraone o dio in terra e poi solo il dio che noi oggi conosciamo.
Caro Paolo, ne abbiamo duscusso tante volte in passato e ognuno esprime correttamente il proprio punto di vista, però consentimi di rilevare che il bisogno di una capobranco poteva benissimo essere soddisfatto da un capo terreno, da una guida sociale che è effettivamente presente in ogni ambiente umano. Il capo tribù delle società primitive è diventato, oggi, il Berlusconi, l'Obama o la Regina Elisabetta di turno, ed è questa l'evoluzione del capobranco nella società attuale. Il bisogno di credere in un Dio creatore dell'Universo e padrone dell'uomo con il suo destino, sono convinto abbia differenti radici e motivazioni.
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Re: Parola di dio
Perché?uoz ha scritto:
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Re: Parola di dio
Perchè si parte da una lucciola e si finisce a credere che sia una stella: state parlando di nulla.Niques ha scritto:Perché?uoz ha scritto:
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Devi peccare, se no Cristo che è morto a fare?
uoz- -------------
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Re: Parola di dio
uoz ha scritto:Perchè si parte da una lucciola e si finisce a credere che sia una stella: state parlando di nulla.Niques ha scritto:Perché?uoz ha scritto:
Abbiamo solo cercato di tradurre quanto detto da Cm, ma in effetti concordo con te che una volta constatato quanto è stato c'è ben poco materiale per andare avanti, a meno che lo stesso autore non voglia approfondire.
Gli unici appigli sono il discorso sulla prova ontologica e quello questa eziologia che hanno...
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Re: Parola di dio
(che comunque sono cose che l'autore non intendeva minimamente dire nè tirare in ballo)Niques ha scritto:Abbiamo solo cercato di tradurre quanto detto da Cm, ma in effetti concordo con te che una volta constatato quanto è stato c'è ben poco materiale per andare avanti, a meno che lo stesso autore non voglia approfondire.
Gli unici appigli sono il discorso sulla prova ontologica e quello questa eziologia che hanno...
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Re: Parola di dio
Multi, sembra che oramai sia diventato una questione tra me e te!!!
Ti voglio però far presente due punti. Il primo è che il sentimento religioso si è diffuso e manifestato sostanzialmente nel medesimo modo in tutte la civiltà anche se non hanno avuto contatti tra di loro. Cosa impossibile se la molla che è alla base di questo non fosse una spinta atavica riconducibile a istinti primordiali. La paura cui tu fai riferimento è già un sentimento più complesso e articolato. Non si sarebbe potuto sviluppare in modo analogo in civiltà così diverse e che hanno esigenze e culture del tutto diverse.
Non vedo poi nessuna differenza tra la spinta che c'è alla base della ricerca di dio e quella del bisogno di un capo politico. Si manifestano in modalità diverse ma possono dare i medesimi effetti,. Da Hitler a Stalin o Mao o Pol Polt la logica è la medesima. Più la forma di autoritarismo è esasperata più il capo si avvicina ad un dio. L'esempio più evidente è l'imperatore del Giappone che per i giapponesi era o forse è ancora qualcosa di divino.
Ti voglio però far presente due punti. Il primo è che il sentimento religioso si è diffuso e manifestato sostanzialmente nel medesimo modo in tutte la civiltà anche se non hanno avuto contatti tra di loro. Cosa impossibile se la molla che è alla base di questo non fosse una spinta atavica riconducibile a istinti primordiali. La paura cui tu fai riferimento è già un sentimento più complesso e articolato. Non si sarebbe potuto sviluppare in modo analogo in civiltà così diverse e che hanno esigenze e culture del tutto diverse.
Non vedo poi nessuna differenza tra la spinta che c'è alla base della ricerca di dio e quella del bisogno di un capo politico. Si manifestano in modalità diverse ma possono dare i medesimi effetti,. Da Hitler a Stalin o Mao o Pol Polt la logica è la medesima. Più la forma di autoritarismo è esasperata più il capo si avvicina ad un dio. L'esempio più evidente è l'imperatore del Giappone che per i giapponesi era o forse è ancora qualcosa di divino.
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Re: Parola di dio
Possiamo parlare per mesi e mesi sulla presunta genesi del concetto di dio, e nn venirne a capo, proprio perchè il concetto di dio non ha nessuna corrispondenza nella realtà di tutti i giorni.
Allora quello di dio non è un concetto, se per concetto intendiamo una sorta di operazione mentale partendo dalla realtà esistente, ma un volere ( nn so come esprimermi meglio ) che ci sia una realtà eccedente quella in cui lui era avviluppato e con cui aveva a che fare.
Ora in questa realtà eccedente, questa sorta di pozzo senza fine, l'uomo di ieri e di oggi, vuole salvare per sempre, l'uomo e le cose dal loro annientamento: è una sorta di opera di salvazione all'infinito.
dio da questo punto di vista è colui che garantisce quest'opera di salvificazione infinita.
Allora quello di dio non è un concetto, se per concetto intendiamo una sorta di operazione mentale partendo dalla realtà esistente, ma un volere ( nn so come esprimermi meglio ) che ci sia una realtà eccedente quella in cui lui era avviluppato e con cui aveva a che fare.
Ora in questa realtà eccedente, questa sorta di pozzo senza fine, l'uomo di ieri e di oggi, vuole salvare per sempre, l'uomo e le cose dal loro annientamento: è una sorta di opera di salvazione all'infinito.
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Re: Parola di dio
Ma... soprattutto, se una cosa non esiste, che ca$$o ci si perde tempo a fare a discorrerne?...Comune mortale ha scritto:Possiamo parlare per mesi e mesi sulla presunta genesi del concetto di dio, e nn venirne a capo, proprio perchè il concetto di dio non ha nessuna corrispondenza nella realtà di tutti i giorni...
Questo è il vero mistero della non-fede...
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Re: Parola di dio
Vedi, è qui il problema !
Quando pretendiamo parlare e argomentare di dio o su dio, significa radicalmente e originariamente, ( è questo il senso del mio post )pensare ad una realtà assolutamente altra da quella con cui e in cui noi moviamo i nostri culi e le nostre teste.
Il concetto di sedia o pietra, al di là del dibattito gnoseologico circa la sua effettiva o meno rappresentabilità della cosa denotata, della sedia e della pietra reali, c'è, si pone ontologicamente, perchè riconosce una realtà nei confronti della quale un concetto è tale.
Nel caso di dio, scrivevo, nn ci troviamo nei confronti d'un concetto, o solo apparentemente nei confronti d'un concetto, proprio perchè nel momento in cui penso a dio o su dio, penso radicalmente ad una realtà che eccede e il mio pensiero e la realtà che mi circonda...o voglio e pretendo di pensare a questo.
insomma il conceto di dio implicitamente sconfessa cio che esplicitamente vorrebbe sostenere.
Quando pretendiamo parlare e argomentare di dio o su dio, significa radicalmente e originariamente, ( è questo il senso del mio post )pensare ad una realtà assolutamente altra da quella con cui e in cui noi moviamo i nostri culi e le nostre teste.
Il concetto di sedia o pietra, al di là del dibattito gnoseologico circa la sua effettiva o meno rappresentabilità della cosa denotata, della sedia e della pietra reali, c'è, si pone ontologicamente, perchè riconosce una realtà nei confronti della quale un concetto è tale.
Nel caso di dio, scrivevo, nn ci troviamo nei confronti d'un concetto, o solo apparentemente nei confronti d'un concetto, proprio perchè nel momento in cui penso a dio o su dio, penso radicalmente ad una realtà che eccede e il mio pensiero e la realtà che mi circonda...o voglio e pretendo di pensare a questo.
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Re: Parola di dio
Comune mortale ha scritto:Vedi, è qui il problema! Quando pretendiamo parlare e argomentare di dio o su dio, significa radicalmente e originariamente, ( è questo il senso del mio post )pensare ad una realtà assolutamente altra da quella con cui e in cui noi moviamo i nostri culi e le nostre teste. Il concetto di sedia o pietra, al di là del dibattito gnoseologico circa la sua effettiva o meno rappresentabilità della cosa denotata, della sedia e della pietra reali, c'è, si pone ontologicamente, perchè riconosce una realtà nei confronti della quale un concetto è tale. Nel caso di dio, scrivevo, nn ci troviamo nei confronti d'un concetto, o solo apparentemente nei confronti d'un concetto, proprio perchè nel momento in cui penso a dio o su dio, penso radicalmente ad una realtà che eccede e il mio pensiero e la realtà che mi circonda...o voglio e pretendo di pensare a questo. insomma il conceto di dio implicitamente sconfessa cio che esplicitamente vorrebbe sostenere.
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Re: Parola di dio
Hai zittito Holu
Comunque noi ateacci più che discorrere su dio cerchiamo di discorrere con coloro che parlano di dio, facendo loro capire quello che tu hai scritto partendo dal discorso linguistico... Convieni con me?
Quest'intervento andrebbe postato ai cristofili, che ritengono che l'essenza di quella realtà altra di cui parli sia perfettamente sensata e giustificabile...
Comunque noi ateacci più che discorrere su dio cerchiamo di discorrere con coloro che parlano di dio, facendo loro capire quello che tu hai scritto partendo dal discorso linguistico... Convieni con me?
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Re: Parola di dio
Mortale, non prenderlo come qualcosa di personale...Comune mortale ha scritto:Vedi, è qui il problema! Quando pretendiamo parlare e argomentare di dio o su dio, significa radicalmente e originariamente, ( è questo il senso del mio post )pensare ad una realtà assolutamente altra da quella con cui e in cui noi moviamo i nostri culi e le nostre teste. Il concetto di sedia o pietra, al di là del dibattito gnoseologico circa la sua effettiva o meno rappresentabilità della cosa denotata, della sedia e della pietra reali, c'è, si pone ontologicamente, perchè riconosce una realtà nei confronti della quale un concetto è tale. Nel caso di dio, scrivevo, nn ci troviamo nei confronti d'un concetto, o solo apparentemente nei confronti d'un concetto, proprio perchè nel momento in cui penso a dio o su dio, penso radicalmente ad una realtà che eccede e il mio pensiero e la realtà che mi circonda...o voglio e pretendo di pensare a questo. insomma il conceto di dio implicitamente sconfessa cio che esplicitamente vorrebbe sostenere.
"Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà..." (Ennio Flaiano)
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Re: Parola di dio
holubice ha scritto:Ma... soprattutto, se una cosa non esiste, che ca$$o ci si perde tempo a fare a discorrerne?...Comune mortale ha scritto:Possiamo parlare per mesi e mesi sulla presunta genesi del concetto di dio, e nn venirne a capo, proprio perchè il concetto di dio non ha nessuna corrispondenza nella realtà di tutti i giorni...
Questo è il vero mistero della non-fede...
Holub, da parte mia ho sempre e solo sostenuto l'inutilità di parlare di dio. Io infatti no ne parlo. Io parlo di come si sia creato nell'uomo tale concetto. Di perchè si sia diffuso e che valenza può avere sul nostro vivere e ragionare. Nulla più. Nota che io tendo a definire il tutto come "metafisico" e non religione o dio. Poi per facilità si scrive solo "dio" che riassume tutti i vari concetti. E poi su di un forum di ateismo e di confronto con la religione di cosa vuoi parlare? Di Bossi?
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Re: Parola di dio
A rigor di logica, avrebbe più senso...Paolo ha scritto:...Poi per facilità si scrive solo "dio" che riassume tutti i vari concetti. E poi su di un forum di ateismo e di confronto con la religione di cosa vuoi parlare? Di Bossi?
Dai, che vi rinciccio sempre il solito aforisma di Boll:
"Gli atei annoiano, perché parlano sempre di Dio"
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Re: Parola di dio
holubice ha scritto:Ma... soprattutto, se una cosa non esiste, che ca$$o ci si perde tempo a fare a discorrerne?...Comune mortale ha scritto:Possiamo parlare per mesi e mesi sulla presunta genesi del concetto di dio, e nn venirne a capo, proprio perchè il concetto di dio non ha nessuna corrispondenza nella realtà di tutti i giorni...
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Per me risponde il tuo amico Homer:
"Dio è il mio personaggio immaginario preferito"
..quindi ne parlo, anche perchè è l'unico personaggio di fantasia che nella storia dell'umanità ha sempre fatto più danni dei personaggi esistenti. E dei danni mi importa.
Ultima modifica di Cosworth117 il Mer 12 Gen 2011 - 15:06 - modificato 2 volte. (Motivazione : ortografia)
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"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
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Re: Parola di dio
Bossi. Santo subito!!
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Re: Parola di dio
Scusa Cos... ma se è immaginario, come fa a fa' danni?...Cosworth117 ha scritto:Per me risponde il tuo amico Homer:
"Dio è il mio personaggio immaginario preferito"
..quindi ne parlo, anche perchè è l'unico personaggio di fantasia che nella storia dell'umanità ha sempre fatto più danni dei personaggi esistenti.
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Re: Parola di dio
Uè, quanti giri di parole.
Vuoi sapere perché gli atei parlano sempre di Dio?
Perché il fatto che altri credano ha SEMPRE avuto conseguenze più NEGATIVE che positive sugli atei stessi. E non penso nemmeno di dover fare esempi.
Vuoi sapere perché gli atei parlano sempre di Dio?
Perché il fatto che altri credano ha SEMPRE avuto conseguenze più NEGATIVE che positive sugli atei stessi. E non penso nemmeno di dover fare esempi.
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Re: Parola di dio
C'è un detto inglese che dice: "Il Padre Eterno, quando vuol punire qualcuno, ne esaudisce i desideri..." L'hai mai sentito?Paolo ha scritto:Bossi. Santo subito!!
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holubice ha scritto:Scusa Cos... ma se è immaginario, come fa a fa' danni?...Cosworth117 ha scritto:Per me risponde il tuo amico Homer:
"Dio è il mio personaggio immaginario preferito"
..quindi ne parlo, anche perchè è l'unico personaggio di fantasia che nella storia dell'umanità ha sempre fatto più danni dei personaggi esistenti.
Hai visto A Beautiful Mind?
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Re: Parola di dio
holubice ha scritto:Scusa Cos... ma se è immaginario, come fa a fa' danni?...Cosworth117 ha scritto:Per me risponde il tuo amico Homer:
"Dio è il mio personaggio immaginario preferito"
..quindi ne parlo, anche perchè è l'unico personaggio di fantasia che nella storia dell'umanità ha sempre fatto più danni dei personaggi esistenti.
Tramite quelli che hanno comprato il suo libro, dai non mi far fare 'sti discorsi che divento noioso.
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Re: Parola di dio
Purtroppo ancora no. Dall'America arrivano raramente film che non siano delle mere stron$ate. E mi han detto che questo è uno di essi.Niques ha scritto:Hai visto A Beautiful Mind?
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Re: Parola di dio
holubice ha scritto:Purtroppo ancora no. Dall'America arrivano raramente film che non siano delle mere stron$ate. E mi han detto che questo è uno di essi.Niques ha scritto:Hai visto A Beautiful Mind?
Nello spoiler, causa semisvelamento trama...
- Spoiler:
- E' la storia di un signore che aveva amici immaginari che causarono a lui, nonché ad altre persone reali, non pochi problemi...
Battute e parte quoto Cos, sai benissimo di cosa si parla, non fare il finto tonto
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Re: Parola di dio
Ne approfitto per salutare Comune Mortale vecchia conoscenza fin dai tempi di atei.it.
Ciao CM ben ritrovato.
Ciao CM ben ritrovato.
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Re: Parola di dio
Quanti pregiudizi. E' un film bellissimo.holubice ha scritto:Purtroppo ancora no. Dall'America arrivano raramente film che non siano delle mere stron$ate. E mi han detto che questo è uno di essi.Niques ha scritto:Hai visto A Beautiful Mind?
davide- -------------
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Re: Parola di dio
davide ha scritto:Quanti pregiudizi. E' un film bellissimo.holubice ha scritto:Purtroppo ancora no. Dall'America arrivano raramente film che non siano delle mere stron$ate. E mi han detto che questo è uno di essi.Niques ha scritto:Hai visto A Beautiful Mind?
Piace anche a me, ma devo concordare sul giudizio di Holu in merito alle attuali produzioni americane...
Fra l'altro dopo che mio fratello (maggiore, ovviamente!) mi aveva fatto un mazzo così con la teoria dei giochi anziché lasciarmi arrampicare sugli alberi potevo non guardare il film?
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Re: Parola di dio
Saluto a te Valerio.
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