la parola e il silenzio
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la parola e il silenzio
Questo thread apparirà scollegato. Un pò fuori dalla logica del comunicare, e il forum è comunicare.
Osservando il silenzio, che c'è già da se, senza che nessuno lo costruisca,
mi viene in mente il ruolo delle parole, e "orientaleggiando", quello del "pensiero attivo".
Anche il pensiero c'è, anche quando non pensiamo. E' una mia percezione, empirica.
Pensiero attivo ___Guardare
_____________ = ____________
pensiero passivo ___Vedere
Perchè allora parliamo? Forse, in base all'insieme degli studi fatti in varie branche, parliamo perchè originariamente facevamo dei versi per confondere l'animale avversario.
Parliamo originariamente per mentire, quindi.
Una specie di nichilismo, o forse semplicemente fatalismo, nasce spontaneo da questa
considerazione: anche ricercare, in maniera scientifica, è "guardare" e non "vedere",
"parlare" e non "comunicare". Forse la realtà, quella oggettiva (e per definizione lo è)
è solo un sottoprodotto della parola, non strettamente necessario/a.
Forse la realtà è veramente un'atto di misticismo.
Proporre una teoria è deformarne un'altra, informarsi è "deformarsi".
In base a questo equilibrio, confrontarsi in un forum in maniera costruttiva è
"sentire" le posizioni -apparentemente- antitetiche alle proprie.
Cosa ne pensate?
Un saluto di cuore a Pischello, Lucanfo e Ros, ben ritrovati in qs forum.
P.s.: se mi date del troll vi spacco la faccia
Osservando il silenzio, che c'è già da se, senza che nessuno lo costruisca,
mi viene in mente il ruolo delle parole, e "orientaleggiando", quello del "pensiero attivo".
Anche il pensiero c'è, anche quando non pensiamo. E' una mia percezione, empirica.
Pensiero attivo ___Guardare
_____________ = ____________
pensiero passivo ___Vedere
Perchè allora parliamo? Forse, in base all'insieme degli studi fatti in varie branche, parliamo perchè originariamente facevamo dei versi per confondere l'animale avversario.
Parliamo originariamente per mentire, quindi.
Una specie di nichilismo, o forse semplicemente fatalismo, nasce spontaneo da questa
considerazione: anche ricercare, in maniera scientifica, è "guardare" e non "vedere",
"parlare" e non "comunicare". Forse la realtà, quella oggettiva (e per definizione lo è)
è solo un sottoprodotto della parola, non strettamente necessario/a.
Forse la realtà è veramente un'atto di misticismo.
Proporre una teoria è deformarne un'altra, informarsi è "deformarsi".
In base a questo equilibrio, confrontarsi in un forum in maniera costruttiva è
"sentire" le posizioni -apparentemente- antitetiche alle proprie.
Cosa ne pensate?
Un saluto di cuore a Pischello, Lucanfo e Ros, ben ritrovati in qs forum.
P.s.: se mi date del troll vi spacco la faccia
giamba- -------------
- Numero di messaggi : 78
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Data d'iscrizione : 18.11.08
Re: la parola e il silenzio
ben trovato giamba!
in parte concordo con quello che hai detto, ossia che la realtà sia un prodotto della parola(se è questo che volevi dire). ma dal momento che le parole esistono-perchè create dall'uomo,per carità!- si è montato sù tutto un modo di "interelazionarsi"a cui purtroppo è difficile fare a meno se non impossibile. lo stesso nostro pensiero_passivo è collegato alle parole. quindi io credo che "sentire" le posizioni antitetiche sia impossibile perchè le stesse sono state poste in essere tramite il verbo e tu lo immagazzini come tale.
quello che mi chiedo io, e ci pensavo proprio stamattina è:ma quanto ci smuoviamo dalle nostre(peraltro credo giusto due che potremmo interpretare come pensiero passivo) idee originarie "osservando" (me lo concedi? )le posizioni altrui?
diciamo che l'essere umano si alimenta dei rapporti sociali e questo è un buon motivo per dialogare, ma che ci sia un vero e proprio confronto,nel senso che qualcuno riesca a mettere in dubbio un suo pensiero (seppur passivo se ammettiamo che esista), non so...sono dubbiosa...
in parte concordo con quello che hai detto, ossia che la realtà sia un prodotto della parola(se è questo che volevi dire). ma dal momento che le parole esistono-perchè create dall'uomo,per carità!- si è montato sù tutto un modo di "interelazionarsi"a cui purtroppo è difficile fare a meno se non impossibile. lo stesso nostro pensiero_passivo è collegato alle parole. quindi io credo che "sentire" le posizioni antitetiche sia impossibile perchè le stesse sono state poste in essere tramite il verbo e tu lo immagazzini come tale.
quello che mi chiedo io, e ci pensavo proprio stamattina è:ma quanto ci smuoviamo dalle nostre(peraltro credo giusto due che potremmo interpretare come pensiero passivo) idee originarie "osservando" (me lo concedi? )le posizioni altrui?
diciamo che l'essere umano si alimenta dei rapporti sociali e questo è un buon motivo per dialogare, ma che ci sia un vero e proprio confronto,nel senso che qualcuno riesca a mettere in dubbio un suo pensiero (seppur passivo se ammettiamo che esista), non so...sono dubbiosa...
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
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Re: la parola e il silenzio
Posso dire che discorsi del genere mi sembrano solo delle gigantesche seghe mentali prive di utilità alcuna?
davide- -------------
- Numero di messaggi : 11190
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Re: la parola e il silenzio
davide ha scritto:Posso dire che discorsi del genere mi sembrano solo delle gigantesche seghe mentali prive di utilità alcuna?
Certo, fijo, puoi dirlo, nun te mordo.
giamba- -------------
- Numero di messaggi : 78
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Re: la parola e il silenzio
lo puoi dire ma non condivido dimmi in una esistenza in cui c'è inizio casuale e fine ineluttabile cosa ci sia di utile...davide ha scritto:Posso dire che discorsi del genere mi sembrano solo delle gigantesche seghe mentali prive di utilità alcuna?
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
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Re: la parola e il silenzio
L'utilità della nostra esistenza la "facciamo" noi, con le nostre azioni....ros79 ha scritto:lo puoi dire ma non condivido dimmi in una esistenza in cui c'è inizio casuale e fine ineluttabile cosa ci sia di utile...davide ha scritto:Posso dire che discorsi del genere mi sembrano solo delle gigantesche seghe mentali prive di utilità alcuna?
davide- -------------
- Numero di messaggi : 11190
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Data d'iscrizione : 15.11.08
Re: la parola e il silenzio
ecco appunto... siccome non esiste un'utilità di per sè ma solo come conseguenza di un "facere" umano a quel punto è comunque una forzatura dire che ci siano cose più utili di altre, perchè in quel caso chi lo dovrebbe decidere?la massa? e comunque continuerebbe ad essere un artifizio quello di determinare l'utilità di cose rispetto ad altre...davide ha scritto:L'utilità della nostra esistenza la "facciamo" noi, con le nostre azioni....ros79 ha scritto:lo puoi dire ma non condivido dimmi in una esistenza in cui c'è inizio casuale e fine ineluttabile cosa ci sia di utile...davide ha scritto:Posso dire che discorsi del genere mi sembrano solo delle gigantesche seghe mentali prive di utilità alcuna?
quindi puoi dire che non ti piace il discorso ma definirlo"sega mentale priva di utilità" non lo trovo corretto,semanticamente parlando.
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
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Re: la parola e il silenzio
ros79 ha scritto:ben trovato giamba!
in parte concordo con quello che hai detto, ossia che la realtà sia un prodotto della parola(se è questo che volevi dire).
cIAO, rOS! No, non intendevo proprio questo. Dicevo che secondo "la scienza" (non ricordo che branca" l'ipotesi più accreditata sia che la COSCIENZA(non la realtà) è un prodotto delle stratificazioni generazione dopo generazione dell'uso dei versi animali, che sono le nostra parole ancestrali, e che erano versi atti a dissimulare la propria situazione di fronte ad un nemico (animale o uomo).
Così d'altronde facevano (e fanno ) i primati. Non solo con la voce, comunicano informazioni false al predatore:la gazzella che salta in alto durante un inseguimento da parte di un leone, perde del tempo nel farlo, ma di solito il leone, ritenendola energica, in forma, ne preferisce un altra e la ignora considerandola più agile e faticosa da raggiungere delle altre (Daniel Dennet, "la mente e le menti")
ma dal momento che le parole esistono-perchè create dall'uomo,per carità!- si è montato sù tutto un modo di "interelazionarsi"a cui purtroppo è difficile fare a meno se non impossibile. lo stesso nostro pensiero_passivo è collegato alle parole. quindi io credo che "sentire" le posizioni antitetiche sia impossibile perchè le stesse sono state poste in essere tramite il verbo e tu lo immagazzini come tale.
quello che mi chiedo io, e ci pensavo proprio stamattina è:ma quanto ci smuoviamo dalle nostre(peraltro credo giusto due che potremmo interpretare come pensiero passivo) idee originarie "osservando" (me lo concedi? )le posizioni altrui?
diciamo che l'essere umano si alimenta dei rapporti sociali e questo è un buon motivo per dialogare, ma che ci sia un vero e proprio confronto,nel senso che qualcuno riesca a mettere in dubbio un suo pensiero (seppur passivo se ammettiamo che esista), non so...sono dubbiosa...
Intendo il pensiero passvo quello legato alla meditazione.
giamba- -------------
- Numero di messaggi : 78
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Re: la parola e il silenzio
Semanticamente parlando, penso che anche tu ci dia dentro con le seghe mentaliros79 ha scritto:ecco appunto... siccome non esiste un'utilità di per sè ma solo come conseguenza di un "facere" umano a quel punto è comunque una forzatura dire che ci siano cose più utili di altre, perchè in quel caso chi lo dovrebbe decidere?la massa? e comunque continuerebbe ad essere un artifizio quello di determinare l'utilità di cose rispetto ad altre...davide ha scritto:L'utilità della nostra esistenza la "facciamo" noi, con le nostre azioni....ros79 ha scritto:lo puoi dire ma non condivido dimmi in una esistenza in cui c'è inizio casuale e fine ineluttabile cosa ci sia di utile...davide ha scritto:Posso dire che discorsi del genere mi sembrano solo delle gigantesche seghe mentali prive di utilità alcuna?
quindi puoi dire che non ti piace il discorso ma definirlo"sega mentale priva di utilità" non lo trovo corretto,semanticamente parlando.
davide- -------------
- Numero di messaggi : 11190
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Data d'iscrizione : 15.11.08
Re: la parola e il silenzio
ok giamba, la coscienza è il prodotto dei versi in conseguenza di dissimulazioni di fronte al nemico.dalla coscienza si passa alla interpretazione della realtà,quindi la "realtà" è frutto della coscienza che è frutto dei versi e quindi ad oggi della parola,no? correggimi se ti ho interpretato male ma mi sembra che la finalità del discorso fosse quella. e poi per pensiero passivo io intendo il pensiero non verbale (ne parla Libet ne il fattore temporale della coscienza) che credo sia un pò più elevato come concetto che il pensiero frutto di meditazione anche perchè nella meditazione c'è una finalità umana atta a "concentrarsi", insomma la vedo legata alla parola francamente e poi percepisco un accento mistico che non approvo
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
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Re: la parola e il silenzio
ros79 ha scritto:ok giamba, la coscienza è il prodotto dei versi in conseguenza di dissimulazioni di fronte al nemico.dalla coscienza si passa alla interpretazione della realtà,quindi la "realtà" è frutto della coscienza che è frutto dei versi e quindi ad oggi della parola,no? correggimi se ti ho interpretato male ma mi sembra che la finalità del discorso fosse quella. e poi per pensiero passivo io intendo il pensiero non verbale (ne parla Libet ne il fattore temporale della coscienza) che credo sia un pò più elevato come concetto che il pensiero frutto di meditazione anche perchè nella meditazione c'è una finalità umana atta a "concentrarsi", insomma la vedo legata alla parola francamente e poi percepisco un accento mistico che non approvo
Ho riletto Libet, che -in tutta sintesi- non crede che ci sia modo di sapere l'origine
della coscienza,almeno allo stato attuale. O meglio, sottolinea la grande difficoltà
a vedere un continuum tra le attività cerebrali e quello che noi chiamiamo mente,
in pratico osservando i processi mentali come attività neuronali, i neuroni stessi e le sinapsi,
non riesce a non vedere una distanza incolmata tra questi e "la mente".
Comunque ti confesso che mi sono mancato il passaggio del pensiero non verbale di Libet, ora lo cerco (gli dedica un capitolo?) e ti saprò dire.
In quanto alla meditazione come la vedi tu, credo che fraintenda:meditazione non vuol dire meditare-anche su cose mistiche se non su cose materiali, bensì quasi il contrario, creare il vuoto mentale: è questo il passo più importante della meditazione.
E il vuoto mentale lo si fa con tecniche di repirazione, rappresentazioni onoriche iterative,
con posture atte al rilassamento della muscolatura, insomma se di concentrazione si può parlare in meditazione è la concentrazione sui propri muscoli, organi, e non è quindi la "concentrazione a pensare", il contrario, un insieme di tecniche per creare il vuoto mentale,
per non pensare in una maniera volontaria.
giamba- -------------
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Re: la parola e il silenzio
giamba ha scritto:ros79 ha scritto:ok giamba, la coscienza è il prodotto dei versi in conseguenza di dissimulazioni di fronte al nemico.dalla coscienza si passa alla interpretazione della realtà,quindi la "realtà" è frutto della coscienza che è frutto dei versi e quindi ad oggi della parola,no? correggimi se ti ho interpretato male ma mi sembra che la finalità del discorso fosse quella. e poi per pensiero passivo io intendo il pensiero non verbale (ne parla Libet ne il fattore temporale della coscienza) che credo sia un pò più elevato come concetto che il pensiero frutto di meditazione anche perchè nella meditazione c'è una finalità umana atta a "concentrarsi", insomma la vedo legata alla parola francamente e poi percepisco un accento mistico che non approvo
Ho riletto Libet, che -in tutta sintesi- non crede che ci sia modo di sapere l'origine
della coscienza,almeno allo stato attuale. O meglio, sottolinea la grande difficoltà
a vedere un continuum tra le attività cerebrali e quello che noi chiamiamo mente,
in pratico osservando i processi mentali come attività neuronali, i neuroni stessi e le sinapsi,
non riesce a non vedere una distanza incolmata tra questi e "la mente".
Comunque ti confesso che mi sono mancato il passaggio del pensiero non verbale di Libet, ora lo cerco (gli dedica un capitolo?) e ti saprò dire.
In quanto alla meditazione come la vedi tu, credo che fraintenda:meditazione non vuol dire meditare-anche su cose mistiche se non su cose materiali, bensì quasi il contrario, creare il vuoto mentale: è questo il passo più importante della meditazione.
E il vuoto mentale lo si fa con tecniche di repirazione, rappresentazioni onoriche iterative,
con posture atte al rilassamento della muscolatura, insomma se di concentrazione si può parlare in meditazione è la concentrazione sui propri muscoli, organi, e non è quindi la "concentrazione a pensare", il contrario, un insieme di tecniche per creare il vuoto mentale,
per non pensare in una maniera volontaria.
non mi sembra di aver detto che in Libet puoi trovare l'origine della coscienza. comunque non gli dedica un capitolo al pensiero non verbale, ma era un passaggio all'inizio del libro che secondo me era molto interessante. ho tirato fuori di nuovo il libro poi quando ho tempo lo cerco e te lo dico.
per il resto so che la meditazione crea il vuoto mentale o vorrebbe crearlo, ma per farlo c'è bisogno di un input umano, una volontà quindi vedo di difficile attuazione comunque il pensiero passivo, e comunque non riesco più a capire dove vuoi arrivare
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
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Re: la parola e il silenzio
ros79 ha scritto:
...so che la meditazione crea il vuoto mentale o vorrebbe crearlo, ma per farlo c'è bisogno di un input umano, una volontà quindi vedo di difficile attuazione comunque il pensiero passivo, e comunque non riesco più a capire dove vuoi arrivare
Dove voglio arrivare è leggere interventi sulla proposta del mio thread,
cioè "cosa ne pensate del fatto che alcuni ipotizzano che
la mente menta, che la parola inganni etc..."
Non voglio si hai ragione, perchè non ho esposto niente di mio.
Per il discorso meditazione, abbi pazienza ma dubito ne abbia mai fatta, se togli fuori il bisogno dell'input umano, o comunque che l'abbia fraintesa (io o tu).
I bambini hanno il vuoto mentale, sopravvivono
grazie ad un set genetico, i genitori gli forniscono il resto. Nessuno di loro gli da un input per il vuoto mentale, che già hanno
giamba- -------------
- Numero di messaggi : 78
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