La donna nella/e societa'
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La donna nella/e societa'
Dal thread Femen:
propongo di scorporare le due discussioni che si stanno sviluppando all'interno del thread, potremmo tenere in quell'ambito le considerazioni sull'efficacia/appropriatezza del metodo con cui le Femen e altri tipi di attivismo "al femminile" veicolano i loro messaggi.
Qui invece mi piacerebbe sviluppare il tema della donna e della sua condizione nella societa' (isalmica e non), argomento che mi sta piu' a cuore.
Io direi che i post di seguito (estrapolati dall'altro thread) offrono ottimi spunti da cui partire:
Voi cosa ne pensate?
La donna e l'uomo godono effettivamente di pari diritti?
La nostra cultura e' veramente libera/liberata dal pregiudizio?
Come non cadere negli estremi del maschilismo/femminismo?
E' possibile "ridimensionare" quelle differenze biologiche che portano agli squilibri che vediamo/viviamo?
E poi:
L'autodeterminazione e' guista, un diritto sacro-santo, ma in questo caso, fino a che punto lo e'? Ammettiamo che le donne dell'articolo siano in buona fede (e non "inviate" dai loro mariti/padri, per intenderci), io penso si possa parlare di autodeterminazione solo se la scelta e' libera, nel caso di queste donne mi sembra che la cultura della quale sono oggetto (e non soggetto) lasci loro veramente poca liberta' di scegliere. La liberta' non puo' prescindere dal contesto e dalla cultura in cui si sviluppa, ovvio, ma seguendo la linea "dura e pura" dell'autodeterminazione si arriva al paradosso di negare i diritti fondamentali dell'uomo. Quindi bisogna trovare una mediazione. Quale?
Ho scelto (non di proposito) interventi di utenti maschi... come diceva giustamente Niques, sarebbe bello avere l'opinione in prima persona di altre donne (Boccadorata, Avalon, Cofee, etc... )
propongo di scorporare le due discussioni che si stanno sviluppando all'interno del thread, potremmo tenere in quell'ambito le considerazioni sull'efficacia/appropriatezza del metodo con cui le Femen e altri tipi di attivismo "al femminile" veicolano i loro messaggi.
Qui invece mi piacerebbe sviluppare il tema della donna e della sua condizione nella societa' (isalmica e non), argomento che mi sta piu' a cuore.
Io direi che i post di seguito (estrapolati dall'altro thread) offrono ottimi spunti da cui partire:
Rasputin ha scritto:
Se continuiamo a restringere il discorso alla "Società occidentale", le donne farebbero bene a smettere di piagnucolare. Al momento ho sott'occhio il caso della mia compagna, la quale lavora - è architetto - è ben retribuita ed in grado di sostentarsi da sé, eppure qui la legge pprevede che il marito le passi un tot durante un certo periodo dopo la separazione effettiva (Il momento in cui inizierà a vivere in un appartamento suo) solo per "Abituarsi al nuovo livello di vita", il quale viene stimato (Dal giudice) e si prevede sia un po' inferiore a quello mantenuto finora, ad esempio niente più vacanze in Croazia col motoscafo (Questo è un esempio reale, non me lo sto inventando).
Per tacere delle legislazioni sull'affido dei figli in vari Paesi "Civilizzati" come Italia, Germania, Spagna ecc., fortemente sbilanciate a favore della madre.
Akka ha scritto:non ho un' opinione sulle femen, però che ci sia un grosso problema lo riconosco, e sono d'accordo con diva, la donna pure nel nostro civilissimo occidente versa in una condizione di assurda, be forse non legalmente, forse legalmente la parità è oggi riconosciuta(fino al 68' l' adulterio femminile era punito col carcere!!!), ma le legge è solo la manifestazione normativa di un modello culturale, e finchè questo modello culturale permane la società sarà condizionata, persino subordinata, a quello
la nostra è una società monogamica patriarcale, pertanto la linea ereditaria si trasmette attraverso il maschio, questo fa si che il padre assuma il titolo di capofamiglia, cioè colui che provvede ai bisogni e che contemporaneamente punisce chi trasgredisce, esercita l' autorità, ovvero la proprietà, verso moglie e figli
ecco, qui è il punto secondo me, perché mio padre(dico a caso) si prende cura di me ed è felice di farlo solo se io sono figlio ''suo''? a lui cosa importa? è così essenziale da quale pisello uno provenga? evidentemente si
se mia moglie ha un figlio è così importante e determinante che questo figlio sia ''mio''? cosa vuol dire ''mio''? e perché se non è mio mi sento in diritto di mollare mia moglie e ''suo'' figlio e la legge mi da pure ragione?
sembra che stia trolleggiando, perché se il figlio non è mio significa che mia moglie mi ha tradito, e noi benpensanti cresciuti e plasmati in questa società monogamica patriarcale siamo pure inclini a dare ragione al padre, che poverello c' ha pure le corna, vuoi anche che lavori per mantenere un figlio non suo?
ecco qui sta tutta la questione secondo me, ma se due stanno insieme perché lo fanno? perché così l' uomo si assicura la proprietà degli organi genitali e riproduttivi della donna? perché così sa che lui solo potrà disporre a suo piacimento dell' utero di sua moglie? così da assicurarsi una discendenza che sia solo ''sua''? l' esercizio della proprietà sulle persone è una triste realtà in cui siamo immersi fino al collo, ovviamente ne siamo talmente assuefatti che non ce ne rendiamo neppure conto
al tutto si aggiunge il fatto che se mia moglie ha un figlio con un altro e io me ne prendo cura e gli voglio bene sono il più sfigato del paese e deriso da tutti, se invece sono il più stronzo e dissoluto puttaniere con moglie e 5 figli sono ammirato e invidiato(vedi Berlusconi)
non so quanto centri con le femen, forse nulla, non ho capito bene cosa vogliono, ho solo voluto dire la mia sul problema della questione delle donne ''in generale'', nell' islam molto più che da noi, ma anche qui da noi...
Voi cosa ne pensate?
La donna e l'uomo godono effettivamente di pari diritti?
La nostra cultura e' veramente libera/liberata dal pregiudizio?
Come non cadere negli estremi del maschilismo/femminismo?
E' possibile "ridimensionare" quelle differenze biologiche che portano agli squilibri che vediamo/viviamo?
E poi:
loonar ha scritto:
Purtroppo hanno ragione le donne islamiche. Le rivoluzioni culturali non si esportano (quello anche se ammantato da buone intenzioni è sempre colonialismo culturale e non porta a niente).
Le rivoluzioni nascono da fermenti autoctoni quando lo zeitgeist è maturo, e spiace dirlo ma nell'arido humus islamico è difficile che fiorisca qualche fermento riformatore, a breve e in queste condizioni.
jillo ha scritto:
Non ci dovrebbe stupire più di tanto la sprezzante reazione delle donne Tunisine (e non uomini tunisini! ) alla protesta delle femen “occidentali”, protesta offensiva tanto delle donne quanto dei loro valori. Ancora una volta offriamo ai musulmani occasione per consentirgli di ricordarci garbatamente che i nostri valori, e le forme utilizzate per esprimerli, non hanno proprio nulla di universale.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/le-femen-ci-hanno-rubato-la-voce/
L'autodeterminazione e' guista, un diritto sacro-santo, ma in questo caso, fino a che punto lo e'? Ammettiamo che le donne dell'articolo siano in buona fede (e non "inviate" dai loro mariti/padri, per intenderci), io penso si possa parlare di autodeterminazione solo se la scelta e' libera, nel caso di queste donne mi sembra che la cultura della quale sono oggetto (e non soggetto) lasci loro veramente poca liberta' di scegliere. La liberta' non puo' prescindere dal contesto e dalla cultura in cui si sviluppa, ovvio, ma seguendo la linea "dura e pura" dell'autodeterminazione si arriva al paradosso di negare i diritti fondamentali dell'uomo. Quindi bisogna trovare una mediazione. Quale?
Ho scelto (non di proposito) interventi di utenti maschi... come diceva giustamente Niques, sarebbe bello avere l'opinione in prima persona di altre donne (Boccadorata, Avalon, Cofee, etc... )
Sally- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Sull'autodeterminazione.
Fosse per me, gli inculcherei i DU nel cranio a colpi di martello! Ma non servirebbe ad un cazzo, perchè quello poi penserebbe che i DU gli fanno male alla testa.
Allra le Femen sarebbero la linea morbida? Quella che non usa il martello per inculcare i DU? Manco per il cazzo! Dal loro punto di vista è un martello pneumatico puntato alla tempia!
Il punto è questo:
vogliamo che 'sti paesi inzuppati di religione peggio del nostro escano dal loro brodo di fango? Sì! Ma come? Insegnandogli le nostre ricette (da che pulpito!) non funziona, ci sono già passati e storcono il naso, sentono puzza di invasione e colonialismo.
Con la forza bruta? Manco per il cazzo, esattamente quell che serve per fargli rinsaldare ancora di più il legame con le stronzate che li affossano.
Con l'esempio è l'unica soluzione praticabile.
Ma costa parecchio! Significa abbandonare noi paesi occidentali tutte le nostre contraddizioni e applicarli veramente i DU, diventare davvero laici e smetterla con quel virus ammorbante del relativismo culturale. Tutte cose su cui siamo indietro di parecchio, ma di parecchio tanto!
Fosse per me, gli inculcherei i DU nel cranio a colpi di martello! Ma non servirebbe ad un cazzo, perchè quello poi penserebbe che i DU gli fanno male alla testa.
Allra le Femen sarebbero la linea morbida? Quella che non usa il martello per inculcare i DU? Manco per il cazzo! Dal loro punto di vista è un martello pneumatico puntato alla tempia!
Il punto è questo:
vogliamo che 'sti paesi inzuppati di religione peggio del nostro escano dal loro brodo di fango? Sì! Ma come? Insegnandogli le nostre ricette (da che pulpito!) non funziona, ci sono già passati e storcono il naso, sentono puzza di invasione e colonialismo.
Con la forza bruta? Manco per il cazzo, esattamente quell che serve per fargli rinsaldare ancora di più il legame con le stronzate che li affossano.
Con l'esempio è l'unica soluzione praticabile.
Ma costa parecchio! Significa abbandonare noi paesi occidentali tutte le nostre contraddizioni e applicarli veramente i DU, diventare davvero laici e smetterla con quel virus ammorbante del relativismo culturale. Tutte cose su cui siamo indietro di parecchio, ma di parecchio tanto!
loonar- ----------
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Re: La donna nella/e societa'
No.Diva ha scritto:La donna e l'uomo godono effettivamente di pari diritti?
La nostra cultura e' veramente libera/liberata dal pregiudizio?
Come non cadere negli estremi del maschilismo/femminismo?
E' possibile "ridimensionare" quelle differenze biologiche che portano agli squilibri che vediamo/viviamo?
No.
Evitando di parlare di femmine e maschi e di favorire le parti di volta in volta, ma semplicemente parlare di pari opportunità per TUTTI gli esseri umani, indipendentemente da razza, sesso, religione, classe sociale, ecc...
Inculcare l'idea che ogni individuo deve essere valutato per quello che è, indipendentemente dalla categoria in cui è posto, e questo significa anche che se in qualcosa è di natura migliore una categoria, le altre categorie dovranno farsene una ragione e non frignare per quanto è stata ingiusta la natura.
Per quanto riguarda l'ultima, no, per quanto mi riguarda non è ne possibile ne auspicabile appiattire le differenze che già ci sono, quelle che vanno appiattite sono le differenze fittizie e artificiali imposte dalla società.
Tomhet- -----------
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Re: La donna nella/e societa'
Diva ha scritto:
Voi cosa ne pensate?
La donna e l'uomo godono effettivamente di pari diritti?
La nostra cultura e' veramente libera/liberata dal pregiudizio?
Come non cadere negli estremi del maschilismo/femminismo?
E' possibile "ridimensionare" quelle differenze biologiche che portano agli squilibri che vediamo/viviamo?
Io penso che ci siano stati dei grossi cambiamenti nelle ultime generazioni, cioè le persone dai 18 ai 25 anni, dove le ragazze sono veramente alla pari con i ragazzi, in verità gli danno una pista, le ragazze sono avanti non ne ho dubbi.
Ora il problema sono i vecchi dai 40 anni in su, qui ci sono ancora dei pregiudizi gravi che non riusciamo a risolvere.
Io stesso avevo molte idee preconcette, nate da un atavico senso arcaico della vita, ma poi con il tempo e molta sofferenza ho superato.
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dando venghi ? cosa ? Da Rebbibbia ? Da Reggina Celi ? No da Roma. Allora Venghi dalla Libertà !
silvio- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Cambiamo il titolo, le persone nella società.
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Re: La donna nella/e societa'
perchè?Rasputin ha scritto:Cambiamo il titolo, le persone nella società.
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Lei mi sta minacciando a me?
lupetta- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
lupetta ha scritto:perchè?Rasputin ha scritto:Cambiamo il titolo, le persone nella società.
Perché quello attuale mi pare discriminante
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Re: La donna nella/e societa'
però forse Diva voleva parlare solamente della condizione femminile, che è diversa da quella maschile, peggiore/migliore, ma comunque diversa
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lupetta- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
lupetta ha scritto:però forse Diva voleva parlare solamente della condizione femminile, che è diversa da quella maschile, peggiore/migliore, ma comunque diversa
Mi pare un errore
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Re: La donna nella/e societa'
sentiamo la diretta interessata cosa vuole fare
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lupetta- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
@ Ras: che titolo proporresti?
Differenze uomo-donna/Ruolo della donna e dell'uomo nella societa' ... un titolo di questo genere ti farebbe sentire piu' a tuo agio?
A dire il vero io penso che tu sia un po' prevenuto nei miei confronti. Ormai ti sei fatto l'idea che io sia quella che tu definisci "una femminista"... non so esattamente cosa significhi per te. Io auspico una societa' che vada nella direzione di colmare le differenze biologiche di partenza con una maggiore attenzione all;uguaglianza nel campo dei diritti. Non so se questo secondo te rientra nella definizione di "femminista".
Io vorrei che il dialogo fosse scevro da pregiudizi/preconcetti. Dici che ce la si puo' fare?
Differenze uomo-donna/Ruolo della donna e dell'uomo nella societa' ... un titolo di questo genere ti farebbe sentire piu' a tuo agio?
A dire il vero io penso che tu sia un po' prevenuto nei miei confronti. Ormai ti sei fatto l'idea che io sia quella che tu definisci "una femminista"... non so esattamente cosa significhi per te. Io auspico una societa' che vada nella direzione di colmare le differenze biologiche di partenza con una maggiore attenzione all;uguaglianza nel campo dei diritti. Non so se questo secondo te rientra nella definizione di "femminista".
Io vorrei che il dialogo fosse scevro da pregiudizi/preconcetti. Dici che ce la si puo' fare?
Sally- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Certo una donna presidente della repubblica sarebbe un bel messaggio
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silvio- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Diva ha scritto:@ Ras: che titolo proporresti?
Differenze uomo-donna/Ruolo della donna e dell'uomo nella societa' ... un titolo di questo genere ti farebbe sentire piu' a tuo agio?
A dire il vero io penso che tu sia un po' prevenuto nei miei confronti. Ormai ti sei fatto l'idea che io sia quella che tu definisci "una femminista"... non so esattamente cosa significhi per te. Io auspico una societa' che vada nella direzione di colmare le differenze biologiche di partenza con una maggiore attenzione all;uguaglianza nel campo dei diritti. Non so se questo secondo te rientra nella definizione di "femminista".
Io vorrei che il dialogo fosse scevro da pregiudizi/preconcetti. Dici che ce la si puo' fare?
Tu c'eri quando Rasputin s'era fatto l'idea che fossi un ebreo sotto mentite spoglie (come tutti gli ebrei)?
A dire la verità non sono sicuro che neanche ora sia convinto del contrario.
loonar- ----------
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Re: La donna nella/e societa'
loonar ha scritto:
Tu c'eri quando Rasputin s'era fatto l'idea che fossi un ebreo sotto mentite spoglie (come tutti gli ebrei)?
A dire la verità non sono sicuro che neanche ora sia convinto del contrario.
Questa è stata una incredibile serie !
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silvio- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Forse voleva spingerti a mostrargli il pistolino...loonar ha scritto:
Tu c'eri quando Rasputin s'era fatto l'idea che fossi un ebreo sotto mentite spoglie (come tutti gli ebrei)?
A dire la verità non sono sicuro che neanche ora sia convinto del contrario.
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- Ebbè, ovvio. Ma come avrò fatto a non capirlo?
Niques- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
be io sono circonciso...ma mica sono ebreo
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''Spero di non sconvolgere troppo i fisici sperimentali se aggiungo che una buona regola è anche quella di non riporre eccessiva fiducia nei risultati sperimentali finchè non siano confermati dalla teoria''
Akka- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
loonar ha scritto:
Tu c'eri quando Rasputin s'era fatto l'idea che fossi un ebreo sotto mentite spoglie (come tutti gli ebrei)?
A dire la verità non sono sicuro che neanche ora sia convinto del contrario.
Ahah! Si, ricordo... Ras ha un po' la sindrome del gomblottista!
Sally- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Anche io!Akka ha scritto:be io sono circonciso...ma mica sono ebreo
Per me la causa non fu una prescrizione religiosa, ma un'infiammazione del glande.
(Forse per Rasputin sarei un ebreo medicalizzato)
loonar- ----------
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Re: La donna nella/e societa'
ha ha siamo in due allora, ci vediamo sabato in sinagoga a discutere dei protocolli di siom per conquistare il mondoloonar ha scritto:Anche io!Akka ha scritto:be io sono circonciso...ma mica sono ebreo
Per me la causa non fu una prescrizione religiosa, ma un'infiammazione del glande.
(Forse per Rasputin sarei un ebreo medicalizzato)
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''Spero di non sconvolgere troppo i fisici sperimentali se aggiungo che una buona regola è anche quella di non riporre eccessiva fiducia nei risultati sperimentali finchè non siano confermati dalla teoria''
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Re: La donna nella/e societa'
Mi avete fatto venire un mente una roba che ho letto una volta... l'idea di non so chi di rimuovere l'imene tipo alla nascita per non so quali scopi femministi... io non so quando e come si forma... boh
Niques- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
loonar ha scritto:
Con l'esempio è l'unica soluzione praticabile.
Ma costa parecchio! Significa abbandonare noi paesi occidentali tutte le nostre contraddizioni e applicarli veramente i DU, diventare davvero laici e smetterla con quel virus ammorbante del relativismo culturale. Tutte cose su cui siamo indietro di parecchio, ma di parecchio tanto!
Concordo pienamente. Ma sei sicuro che poi funzioni veramente?
Non sarebbe meglio mostrare loro delle alternative? Combattere l'oscurantismo e la cultura retrograda con l'informazione? L'esempio ci sta, ma come fare si che arrivi a loro e che svegli le coscienze? Mi sembra che in questo caso internet potrebbe risultare uno strumento efficace... senno' potremmo tornare a sistemi piu' obsoleti, ma rodati... invece che far fioccare bombe, facciamo come fece il Vate nel 1918 a Vienna:
Sally- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Con le tette al vento si ottiene un effetto poco efficace, se non contrario.
Con internet magari sì. Ma internet veicola tutto (se non filtrato, allora non serve a un cazzo) e nel tutto c'è anche la nostra merda. e allora non so quanto abbiano voglia di mangiare merda dal gusto diverso, dopo essere abituati a mangiare la loro da sempre.
Con internet magari sì. Ma internet veicola tutto (se non filtrato, allora non serve a un cazzo) e nel tutto c'è anche la nostra merda. e allora non so quanto abbiano voglia di mangiare merda dal gusto diverso, dopo essere abituati a mangiare la loro da sempre.
loonar- ----------
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Re: La donna nella/e societa'
Diva ha scritto:@ Ras: che titolo proporresti?
Differenze uomo-donna/Ruolo della donna e dell'uomo nella societa' ... un titolo di questo genere ti farebbe sentire piu' a tuo agio?
A dire il vero io penso che tu sia un po' prevenuto nei miei confronti. Ormai ti sei fatto l'idea che io sia quella che tu definisci "una femminista"... non so esattamente cosa significhi per te. Io auspico una societa' che vada nella direzione di colmare le differenze biologiche di partenza con una maggiore attenzione all;uguaglianza nel campo dei diritti. Non so se questo secondo te rientra nella definizione di "femminista".
Io vorrei che il dialogo fosse scevro da pregiudizi/preconcetti. Dici che ce la si puo' fare?
Guarda, in realtà non è il titolo che è importante ma l'argomento che si vuole trattare. Il solo fatto che lo si voglia restringere a ruoli associati col sesso di appartenenza anziché alle discriminazioni in generale non fa che rinforzare la mia impressione sul grassettato; non sono prevenuto, i miei sono dati empirici.
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Re: La donna nella/e societa'
Rasputin ha scritto:Guarda, in realtà non è il titolo che è importante ma l'argomento che si vuole trattare. Il solo fatto che lo si voglia restringere a ruoli associati col sesso di appartenenza anziché alle discriminazioni in generale non fa che rinforzare la mia impressione sul grassettato; non sono prevenuto, i miei sono dati empirici.
Se certe discriminazioni si ricevono per il solo fatto di appartenere ad un sess (non di appartenere a dei ruoli associati col sesso... che vuol dire? Forse non ho capito)... penso si possa impostare un discorso di questo tipo.
Poi a qualcuno può interessare il problema della donna piuttosto che quello dell'uomo, e ci apre un thread... no?
Ad esempio se uno qui apre un thread sui Tdg non penso che tu fai lo stesso discorso includendo, che ne so, i mormoni...
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Re: La donna nella/e societa'
Niques ha scritto:
Se certe discriminazioni si ricevono per il solo fatto di appartenere ad un sess (non di appartenere a dei ruoli associati col sesso... che vuol dire? Forse non ho capito)... penso si possa impostare un discorso di questo tipo.
Poi a qualcuno può interessare il problema della donna piuttosto che quello dell'uomo, e ci apre un thread... no?
Ad esempio se uno qui apre un thread sui Tdg non penso che tu fai lo stesso discorso includendo, che ne so, i mormoni...
In linea di massima hai ragione, quello cu cui io volevo porre l'accento è che ci sono tipi di discriminazioni per le quali si rischia di scivolare in una militanza a parer mio poco salubre.
Nel caso di questo thread a mio parere sarebbe bene trovasse posto - almeno per par condicio - il corrispondente contraddittorio, ovvero anche i casi in cui sono gli uomini a venire discriminati, dall'opinione pubblica, i mezzi di comunicazione ed anche dalla legge; basti pensare alla risonanza che trovano i casi di violenza sulle donne rispetto a quelli - seppure in netta minoranza - di donne sugli uomini.
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Re: La donna nella/e societa'
Scusate non ho proprio letto tutti i post ma sulla donna nella società, almeno la nostra voglio dire qualcosina...
Penso che da un certo punto di vista siamo all eccesso...
Noto che sempre piu donne hanno questa pazza smania di apparire come oggetti sessuali e poi s incazzano che gli uomini le guardano solo come dei corpi e nom cercano di vedere cosa c'è dietro.
Parlo di tutte le ragazzine che escono vestite come baby prostitute il sabato sera.
Di quelle che mettono foto su internet che sembrano scattate su un set di un film porno.
Parlo anche di quelle donne sposate da anni e con figli che ad un certo punto pensano... Ma chi me l ha fatto fare? E mollano il marito e pretendono tutto, mantenimento casa e metà dei beni.
Credo che se da un certo punto di vista siamo indietro, tipo per quanto riguarda il mondo del lavoro in cui, almeno qui dove sto io ancora ci son stipendi diversi anche per lo stesso lavoro, per altri punti di vista le donne si dovrebbero rendere conto che la piega che si sta prendendo non è bella...
Parlo di ragazzine di 14 16 anni e anche delle loro mamme che vedono quello che fanno e magari approvano perche loro non si son divertite abbastanza a causa di un educazione repressiva e non vogliono che le figlie siano com erano state loro, represse o meno libere...
Ancora per me non c è un equilibrio sano...
Penso che da un certo punto di vista siamo all eccesso...
Noto che sempre piu donne hanno questa pazza smania di apparire come oggetti sessuali e poi s incazzano che gli uomini le guardano solo come dei corpi e nom cercano di vedere cosa c'è dietro.
Parlo di tutte le ragazzine che escono vestite come baby prostitute il sabato sera.
Di quelle che mettono foto su internet che sembrano scattate su un set di un film porno.
Parlo anche di quelle donne sposate da anni e con figli che ad un certo punto pensano... Ma chi me l ha fatto fare? E mollano il marito e pretendono tutto, mantenimento casa e metà dei beni.
Credo che se da un certo punto di vista siamo indietro, tipo per quanto riguarda il mondo del lavoro in cui, almeno qui dove sto io ancora ci son stipendi diversi anche per lo stesso lavoro, per altri punti di vista le donne si dovrebbero rendere conto che la piega che si sta prendendo non è bella...
Parlo di ragazzine di 14 16 anni e anche delle loro mamme che vedono quello che fanno e magari approvano perche loro non si son divertite abbastanza a causa di un educazione repressiva e non vogliono che le figlie siano com erano state loro, represse o meno libere...
Ancora per me non c è un equilibrio sano...
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Il mio amante virtuale è un paperotto iperglutinico!
E il mio zito virtuale è fuxino!!
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Re: La donna nella/e societa'
Rasputin ha scritto:Niques ha scritto:
Se certe discriminazioni si ricevono per il solo fatto di appartenere ad un sess (non di appartenere a dei ruoli associati col sesso... che vuol dire? Forse non ho capito)... penso si possa impostare un discorso di questo tipo.
Poi a qualcuno può interessare il problema della donna piuttosto che quello dell'uomo, e ci apre un thread... no?
Ad esempio se uno qui apre un thread sui Tdg non penso che tu fai lo stesso discorso includendo, che ne so, i mormoni...
In linea di massima hai ragione, quello cu cui io volevo porre l'accento è che ci sono tipi di discriminazioni per le quali si rischia di scivolare in una militanza a parer mio poco salubre.
Nel caso di questo thread a mio parere sarebbe bene trovasse posto - almeno per par condicio - il corrispondente contraddittorio, ovvero anche i casi in cui sono gli uomini a venire discriminati, dall'opinione pubblica, i mezzi di comunicazione ed anche dalla legge; basti pensare alla risonanza che trovano i casi di violenza sulle donne rispetto a quelli - seppure in netta minoranza - di donne sugli uomini.
E aprilo tu!
loonar- ----------
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Re: La donna nella/e societa'
Per quanto mi riguarda: mai discriminato donne, sempre stato estremamente paritario sin da bambino (m'ero formato su modelli comunisti e hippie).
Pensieri sparsi sulla condizione femminile:
-sul lavoro le mie colleghe sono trattate come gli uomini (con la differenza gravidanza/maternità/malattia dei figli: ma è comprensibile)
-le quote rosa sono una discriminazione al contrario
- le donne che fanno le puttane e poi pretendono di essere trattate come sante sono delle stronze (come gli uomini che fanno i figli di puttana e vogliono essere trattati come persone integerrime: stronzi uguale!)
- le donne che "va be' la parità, ma l'uomo di una volta certe cose non le faceva!" e io:"e pure le donne di 'na volta se la pijavano nel culo e zitta! Ecchevordì?"
Pensieri sparsi sulla condizione femminile:
-sul lavoro le mie colleghe sono trattate come gli uomini (con la differenza gravidanza/maternità/malattia dei figli: ma è comprensibile)
-le quote rosa sono una discriminazione al contrario
- le donne che fanno le puttane e poi pretendono di essere trattate come sante sono delle stronze (come gli uomini che fanno i figli di puttana e vogliono essere trattati come persone integerrime: stronzi uguale!)
- le donne che "va be' la parità, ma l'uomo di una volta certe cose non le faceva!" e io:"e pure le donne di 'na volta se la pijavano nel culo e zitta! Ecchevordì?"
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Re: La donna nella/e societa'
Lyallii ha scritto:Scusate non ho proprio letto tutti i post ma sulla donna nella società, almeno la nostra voglio dire qualcosina...
Penso che da un certo punto di vista siamo all eccesso...
Noto che sempre piu donne hanno questa pazza smania di apparire come oggetti sessuali e poi s incazzano che gli uomini le guardano solo come dei corpi e nom cercano di vedere cosa c'è dietro.
Parlo di tutte le ragazzine che escono vestite come baby prostitute il sabato sera.
Di quelle che mettono foto su internet che sembrano scattate su un set di un film porno.
Parlo anche di quelle donne sposate da anni e con figli che ad un certo punto pensano... Ma chi me l ha fatto fare? E mollano il marito e pretendono tutto, mantenimento casa e metà dei beni.
Credo che se da un certo punto di vista siamo indietro, tipo per quanto riguarda il mondo del lavoro in cui, almeno qui dove sto io ancora ci son stipendi diversi anche per lo stesso lavoro, per altri punti di vista le donne si dovrebbero rendere conto che la piega che si sta prendendo non è bella...
Parlo di ragazzine di 14 16 anni e anche delle loro mamme che vedono quello che fanno e magari approvano perche loro non si son divertite abbastanza a causa di un educazione repressiva e non vogliono che le figlie siano com erano state loro, represse o meno libere...
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Re: La donna nella/e societa'
Riconosco che i problemi ci sono da entrambi i lati, ma non credo che in questo thread ed in Diva ci sia il rischio di tale militanza... poi forse la conosci meglio tu!Rasputin ha scritto:
In linea di massima hai ragione, quello cu cui io volevo porre l'accento è che ci sono tipi di discriminazioni per le quali si rischia di scivolare in una militanza a parer mio poco salubre.
Lyallii ha scritto:ma sulla donna nella società, almeno la nostra voglio dire qualcosina...
...
Ancora per me non c è un equilibrio sano...
loonar ha scritto:Pensieri sparsi sulla condizione femminile:
-sul lavoro le mie colleghe sono trattate come gli uomini (con la differenza gravidanza/maternità/malattia dei figli: ma è comprensibile)
-le quote rosa sono una discriminazione al contrario
- le donne che fanno le puttane e poi pretendono di essere trattate come sante sono delle stronze (come gli uomini che fanno i figli di puttana e vogliono essere trattati come persone integerrime: stronzi uguale!)
- le donne che "va be' la parità, ma l'uomo di una volta certe cose non le faceva!" e io:"e pure le donne di 'na volta se la pijavano nel culo e zitta! Ecchevordì?"
Sono d'accordo con voi!
Sarebbe proficuo inserire qualche articolo, partire dai casi particolari, per analizzare meglio le questioni...? Per Rasp:
Valderice, picchiava il marito
il giudice la allontana da casa
Singolare caso di maltrattamenti dove la vittima è
l'uomo, un manovale di 30 anni, che da almeno 5 anni veniva picchiato
dalla giovane moglie e costretto a dormire in macchina
Maltrattamenti sotto il tetto coniugale, ma stavolta
la vittima è il marito picchiato e vessato dalla moglie. E' accaduto a
Valderice, piccolo comune in provincia di Trapani, dove i carabinieri
hanno notificato alla consorte trentenne un provvedimento di
allontanamento dal nucleo familiare. La donna per 5 anni avrebbe usato
violenza nei confronti del coniuge, un manovale, arrivando a colpirlo
con un mattarello da cucina e con un bastone. Lo avrebbe anche costretto
a dormire in auto e gli avrebbe sottratto tutto il denaro che
guadagnava con il suo lavoro. L'uomo, anch'egli trentenne, ha subito per
anni finchè poi non ha trovato il coraggio di denunciare la moglie. Da
qui il provvedimento dell'autorità giudiziaria. La giovane coppia non ha
figli.
(06 aprile 2013)
© Riproduzione riservata
(questa me l'ha mandata il Niquo! Parura?)
Niques- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Niques ha scritto:Valderice, picchiava il marito
il giudice la allontana da casa
Singolare caso di maltrattamenti dove la vittima è
l'uomo, un manovale di 30 anni, che da almeno 5 anni veniva picchiato
dalla giovane moglie e costretto a dormire in macchina
Maltrattamenti sotto il tetto coniugale, ma stavolta
la vittima è il marito picchiato e vessato dalla moglie. E' accaduto a
Valderice, piccolo comune in provincia di Trapani, dove i carabinieri
hanno notificato alla consorte trentenne un provvedimento di
allontanamento dal nucleo familiare. La donna per 5 anni avrebbe usato
violenza nei confronti del coniuge, un manovale, arrivando a colpirlo
con un mattarello da cucina e con un bastone. Lo avrebbe anche costretto
a dormire in auto e gli avrebbe sottratto tutto il denaro che
guadagnava con il suo lavoro. L'uomo, anch'egli trentenne, ha subito per
anni finchè poi non ha trovato il coraggio di denunciare la moglie. Da
qui il provvedimento dell'autorità giudiziaria. La giovane coppia non ha
figli.
(06 aprile 2013)
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(questa me l'ha mandata il Niquo! Parura?)
Non male, il problema - a memoria - è il seguente: le donne maltrattate, statisticamente strillano e denunciano di più, oltre a ricevere più risonanza. Gli uomini tacciono, per ragioni che ritengo superfluo specificare - sono stati educati dalle madri - e quindi la statistica ne risulta privata di significanza.
Ci sarebbe da aprire il capitolo dei maltrattamenti psicologici, la cui statistica è ancora più difficile, dato che sono - per loro natura - più difficilmente rilevabili.
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Re: La donna nella/e societa'
proprio stasera delle colleghe mi raccontavano di un tipo che al telefono discuteva con la moglie che lo stava rimproverando perchè gli saltava il parrucchiere se lui... andava a fare un'angioplastica, il tipo aveva un infato cardiaco in atto!!!
loonar- ----------
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Re: La donna nella/e societa'
secondo me la soluzione più efficace per ridurre le discriminazioni, tra cui quelle di genere,
è nel miglioramento dell'educazione, dell'istruzione delle persone.
sia quantitativa sia qualitativa.
cercare le colpe delle discriminazioni è poco risolutivo: nella trasmissione delle caratteristiche culturali sono coinvolti sia donne che uomini, e ci sono individui positivi e negativi in entrambi i generi.
prendere coscienza della presenza di vittime di discriminazioni, violenze, soprusi può permettere di riflettere sulle soluzioni pratiche che si possono modificare positivamente.
in genere è più efficace intervenire prima sui problemi più consistenti, ed in un secondo tempo, risolto un problema più grave, affrontare il successivo in ordine di importanza, peso.
a me appare che ora la discriminazione veda più spesso & pesantemente colpito il genere femminile.
quindi partirei con il riflettere su come modificare questo stato di cose.
comincerei prima a comprendere cause, motivazioni, evoluzione storica, connessione con altri fenomeni sociali, differenze nelle forme con cui ci si mostra il fenomeno (una discriminazione delle donne sul lavoro è in parte differente da una violenza domestica ed in parte si radica su elementi simili).
la prima cosa da insegnare/imparare potrebbe essere quella di abituarsi a ragionare di persone, individui, quando non è strettamente necessario differenziarle in uomini e donne.
ma questa è una regola più generale, forse.
troppi danni fà ragionare per categorie (gli stranieri, i credenti, i mussulmani, le donne, i poveri, ... , le altre categorie) invece che ricordarsi di stare parlando di persone.
differenti le une dalle altre, ma che hanno almeno una delle loro molteplici caratteristiche in comune: provenire da un luogo estero, oppure avere una fede in una religione, essere di sesso femminile, scarseggiare di mezzi economici, ... , altro.
l'eccessiva semplificazione nei termini &, di riflesso, nelle categorie di pensiero, è fonte e strumento di sperequazione ed oppressione.
l'educazione culturale, l'istruzione, è il primo strumento di cambiamento delle situazioni problematiche, secondo me.
la repressione con la forza di comportamenti culturalmente radicati ma legalmente condannati mediamente non cambia di molto la situazione.
molto meglio investire le (sempre) limitate risorse in educazione piuttosto che repressione, per quanto e dove è possibile
.
se si vuole portare la democrazia in qualche luogo bisogna prima educare dei validi rappresentanti democratici.
di conseguenza, per farlo, costruire scuole e non caserme. acquistare libri e non armi. e così via.
lo stesso per ogni obiettivo onesto che si voglia perseguire: serve puntare a migliorare il livello di conoscenza delle persone, più di tutto il resto.
è il sistema più rapido & solido per ottenere gli scopi onesti.
gli altri strumenti sono fumo negli occhi per coprire manovre disoneste.
prima di pensare a 15 giorni di ferie, sarebbe utile vincolare tutti a fare minimo 30 giorni di istruzione obbligatoria annuale. (questa è una provocazione)
è nel miglioramento dell'educazione, dell'istruzione delle persone.
sia quantitativa sia qualitativa.
cercare le colpe delle discriminazioni è poco risolutivo: nella trasmissione delle caratteristiche culturali sono coinvolti sia donne che uomini, e ci sono individui positivi e negativi in entrambi i generi.
prendere coscienza della presenza di vittime di discriminazioni, violenze, soprusi può permettere di riflettere sulle soluzioni pratiche che si possono modificare positivamente.
in genere è più efficace intervenire prima sui problemi più consistenti, ed in un secondo tempo, risolto un problema più grave, affrontare il successivo in ordine di importanza, peso.
a me appare che ora la discriminazione veda più spesso & pesantemente colpito il genere femminile.
quindi partirei con il riflettere su come modificare questo stato di cose.
comincerei prima a comprendere cause, motivazioni, evoluzione storica, connessione con altri fenomeni sociali, differenze nelle forme con cui ci si mostra il fenomeno (una discriminazione delle donne sul lavoro è in parte differente da una violenza domestica ed in parte si radica su elementi simili).
la prima cosa da insegnare/imparare potrebbe essere quella di abituarsi a ragionare di persone, individui, quando non è strettamente necessario differenziarle in uomini e donne.
ma questa è una regola più generale, forse.
troppi danni fà ragionare per categorie (gli stranieri, i credenti, i mussulmani, le donne, i poveri, ... , le altre categorie) invece che ricordarsi di stare parlando di persone.
differenti le une dalle altre, ma che hanno almeno una delle loro molteplici caratteristiche in comune: provenire da un luogo estero, oppure avere una fede in una religione, essere di sesso femminile, scarseggiare di mezzi economici, ... , altro.
l'eccessiva semplificazione nei termini &, di riflesso, nelle categorie di pensiero, è fonte e strumento di sperequazione ed oppressione.
l'educazione culturale, l'istruzione, è il primo strumento di cambiamento delle situazioni problematiche, secondo me.
la repressione con la forza di comportamenti culturalmente radicati ma legalmente condannati mediamente non cambia di molto la situazione.
molto meglio investire le (sempre) limitate risorse in educazione piuttosto che repressione, per quanto e dove è possibile
.
se si vuole portare la democrazia in qualche luogo bisogna prima educare dei validi rappresentanti democratici.
di conseguenza, per farlo, costruire scuole e non caserme. acquistare libri e non armi. e così via.
lo stesso per ogni obiettivo onesto che si voglia perseguire: serve puntare a migliorare il livello di conoscenza delle persone, più di tutto il resto.
è il sistema più rapido & solido per ottenere gli scopi onesti.
gli altri strumenti sono fumo negli occhi per coprire manovre disoneste.
prima di pensare a 15 giorni di ferie, sarebbe utile vincolare tutti a fare minimo 30 giorni di istruzione obbligatoria annuale. (questa è una provocazione)
mix- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
per quel che mi riguarda il discorso è semplice: maschi e femmine in quanto individui devono avere gli stessi diritti, a prescindere, a mi piace sentirmi protetta, mi piace aver accanto un uomo che sia consapevole di aver vicino una donna e non un maschio, alcuni ci riescono, altri no.quelli che non ci riescono non mi piacciono in generale, anche nei confronti delle altre donne.mix ha scritto:se poi si volesse anche farloonar ha scritto:Bisognerebbe adesso capire cosa si intende per "essere trattata da donna, da femmina".lupetta ha scritto:a me piace essere trattata da donna, da femmina, sono sincera.
Punto due: capire se questo "trattamento" è genetico/naturale o culturale.
Punto
tre: qualora sia culturale, capire come e quanto sia in contrasto con
le rivendicazioni (legittime) di parità di trattamento delle donne.
(Aspetto
delucidazioni dalle parti in causa)
capire come/se si lega questo discorso con l'argomento azioni di
sensibilizzazione Femen, probabilmento il thread ne guadagnerebbe.
io credo che ci stia bene, ma non sono nella testa delle altre persone.
solo loro sanno come stanno le cose che riguardano i loro post e possono dare le richieste delucidazioni.
se ne hanno voglia.
ovviamente.
a questo punto se sia naturale, genetico, culturale o altro non lo so.
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Lei mi sta minacciando a me?
lupetta- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
concordo..e "verdeggio"...! :P
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cofee- -----------
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Re: La donna nella/e societa'
non cogli una qualche rischio di inconscia sottomissione della persona protetta e sopravvalutazione del protettore?lupetta ha scritto:per quel che mi riguarda il discorso è semplice: maschi e femmine in quanto individui devono avere gli stessi diritti, a prescindere, a mi piace sentirmi protetta, mi piace aver accanto un uomo che sia consapevole di aver vicino una donna e non un maschio, alcuni ci riescono, altri no.quelli che non ci riescono non mi piacciono in generale, anche nei confronti delle altre donne.
a questo punto se sia naturale, genetico, culturale o altro non lo so.
questa "protezione" viene fornita gratuitamente?
o presuppone, a volte, oppure spesso, più o meno inconsapevolmente, lo scambio con altri servizi di diversa natura?
ovviamente non parlo del tuo caso particolare.
faccio un discorso molto più globale.
quando le cose vanno bene da sole, (quasi) tutti i sistemi lasciano fluire le soddisfazioni
ma quando vanno come vanno generalmente, bene & male,
impostare un discorso in quei termini non crea potenzialmente dei problemi in caso di conflitto di interessi tra "protettore" e sua "protetta"?
non mette quest'ultima in posizione implicita di inferiorità?
mix- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Quoto Mix e aspetto le risposte di Lupetta e Cofee
loonar- ----------
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Re: La donna nella/e societa'
lupetta ha scritto:
per quel che mi riguarda il discorso è semplice: maschi e femmine in quanto individui devono avere gli stessi diritti, a prescindere, a mi piace sentirmi protetta, mi piace aver accanto un uomo che sia consapevole di aver vicino una donna e non un maschio, alcuni ci riescono, altri no.quelli che non ci riescono non mi piacciono in generale, anche nei confronti delle altre donne.
a questo punto se sia naturale, genetico, culturale o altro non lo so.
Dall'altro thread rimandi qui (ed infatti il grassettato lo riecheggia).
Io continuo esattamente a non capire cosa intendi dire...
Identifichi alcune caratteristiche come peculiarmente e naturalemente femminili?
La consapevolezza di aver vicino una donna piuttosto che un uomo da cosa dovrebbe derivare? E in che modo si dovrebbe giudicare?
Quello che mi domando è da quale punto in poi qualcosa può essere considerata un pregiudizio piuttosto che una considerazione della natura stessa dell'individuo.
Va bene anche qualche esempio concreto se non ti va di rispondere ad hoc.
Per esempio io dal grassetto capisco (sempre in relazione all'altro post) che la necessità/desiderio di "sentirti protetta", suppongo nelle relazioni con uomini - più o meno intime- sia legata, nel tuo punto di vista alla femminilità (avrebbe anche una giustificazione biologica).
Capisco: "Sono una donna, non essere un bruto!", e da qui la china mi sembra, come ho detto, pericolosa. Diversamente da un generico: "Non essere un bruto/a!"
Una china simile a quella del: "Copritevi le tette, donne europee, a proteggere la nostra autodeterminazione ed emancipazione c'è già il corano" delle islamiche.
Non che io non abbia tendenze che appartengono comunemente alla sfera delle "istanze" tipicamente femminili, ma vorrei, almeno in questo ambito ed in questo thread, essere il più oggettiva possibile.
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- Sì... mi chiamano Mimì! Ma il mio nome è Lucia!
- Ebbè, ovvio. Ma come avrò fatto a non capirlo?
Niques- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
mix ha scritto:secondo me la soluzione più efficace per ridurre le discriminazioni, tra cui quelle di genere,
è nel miglioramento dell'educazione, dell'istruzione delle persone.
sia quantitativa sia qualitativa.
cercare le colpe delle discriminazioni è poco risolutivo: nella trasmissione delle caratteristiche culturali sono coinvolti sia donne che uomini, e ci sono individui positivi e negativi in entrambi i generi.
prendere coscienza della presenza di vittime di discriminazioni, violenze, soprusi può permettere di riflettere sulle soluzioni pratiche che si possono modificare positivamente.
in genere è più efficace intervenire prima sui problemi più consistenti, ed in un secondo tempo, risolto un problema più grave, affrontare il successivo in ordine di importanza, peso.
a me appare che ora la discriminazione veda più spesso & pesantemente colpito il genere femminile.
quindi partirei con il riflettere su come modificare questo stato di cose.
comincerei prima a comprendere cause, motivazioni, evoluzione storica, connessione con altri fenomeni sociali, differenze nelle forme con cui ci si mostra il fenomeno (una discriminazione delle donne sul lavoro è in parte differente da una violenza domestica ed in parte si radica su elementi simili).
la prima cosa da insegnare/imparare potrebbe essere quella di abituarsi a ragionare di persone, individui, quando non è strettamente necessario differenziarle in uomini e donne.
ma questa è una regola più generale, forse.
troppi danni fà ragionare per categorie (gli stranieri, i credenti, i mussulmani, le donne, i poveri, ... , le altre categorie) invece che ricordarsi di stare parlando di persone.
differenti le une dalle altre, ma che hanno almeno una delle loro molteplici caratteristiche in comune: provenire da un luogo estero, oppure avere una fede in una religione, essere di sesso femminile, scarseggiare di mezzi economici, ... , altro.
l'eccessiva semplificazione nei termini &, di riflesso, nelle categorie di pensiero, è fonte e strumento di sperequazione ed oppressione.
l'educazione culturale, l'istruzione, è il primo strumento di cambiamento delle situazioni problematiche, secondo me.
la repressione con la forza di comportamenti culturalmente radicati ma legalmente condannati mediamente non cambia di molto la situazione.
molto meglio investire le (sempre) limitate risorse in educazione piuttosto che repressione, per quanto e dove è possibile
.
se si vuole portare la democrazia in qualche luogo bisogna prima educare dei validi rappresentanti democratici.
di conseguenza, per farlo, costruire scuole e non caserme. acquistare libri e non armi. e così via.
lo stesso per ogni obiettivo onesto che si voglia perseguire: serve puntare a migliorare il livello di conoscenza delle persone, più di tutto il resto.
è il sistema più rapido & solido per ottenere gli scopi onesti.
gli altri strumenti sono fumo negli occhi per coprire manovre disoneste.
prima di pensare a 15 giorni di ferie, sarebbe utile vincolare tutti a fare minimo 30 giorni di istruzione obbligatoria annuale. (questa è una provocazione)
QUOTO, anche gli spazi!!!
E aggiungo: (anche per dimostrare al Ras che non sono la femminista che crede io sia) che la difficolita' oggettiva delle donne in molti casi viene "alimentata" dalle donne stesse... a partire dalle madri che deucano i figl in un certo modo, alle donne che invece che cercare di promuovere un'immagine femminile che porti verso la parita', fanno il gioco del sistema e non permettono che la situazione evolva in meglio.
Una precisazione: con parita' ovviamente intendo parita' effettiva di diritti/doveri, non un'uniformarsi. E questo mi sembra che costituisca buona parte del problema. La donna spesso cerca di "emulare" comportamenti maschili, inclusi quelli negativi e che la portano a snaturarsi, anziche' cercare una sua dimensione propria e un'armonia che le permetta di vivere serenamente il suo ruolo.
Sally- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/04/09/papua-nuova-guinea-la-caccia-alle-streghe-di-pasqua/
caccia alle streghe... e stavolta anche ad uno stregone
Misoginia? L'articolo dice così.
BBBBESTIE!
caccia alle streghe... e stavolta anche ad uno stregone
Misoginia? L'articolo dice così.
BBBBESTIE!
jillo- -----------
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Re: La donna nella/e societa'
jillo ha scritto:http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/04/09/papua-nuova-guinea-la-caccia-alle-streghe-di-pasqua/
caccia alle streghe... e stavolta anche ad uno stregone
Misoginia? L'articolo dice così.
BBBBESTIE!
Ecco, notizie di questo genere sono l'esempio eclatante di quanto l'ignoranza, la supersitzione e la religione siano un male, un cancro da estirpare dalla societa'. E' interessante che un articolo di questo genere venga postato da te che sei credente, poiche' probabilmente tu ritieni che la tua religione non abbia nulla a che vedere con cio' che e' successo a quelle povere persone. Invece ti sbagli, infatti fino a pochi secoli fa questo genere di orrori erano all'ordine del giorno anche a casa nostra ed i responsabili erano i vari Torquemada, i cui discendenti (travestiti da agnellini) tu vai ad ascoltare ogni domenica. La fede non e' cambiata, ma per fortuna il discorso che faceva Mix nel thread Femen e' valido e l'opinione pubblica ha "obbligato" la Chiesa a mutare rotta, smettendola con i roghi prima, con le persecuzioni psicologiche ed esclusioni dalla vita sociale poi... fino ad arrivare alla "velata accettazione" di cio' che fino a qualche anno fa sembrava essere improponibile (per esempio i divorzi, pian piano il preservativo, Papa di nome Francesco...). Forse tutto cio', pur salvando persone e evitando la distruzione di molte vite, e' un male... poiche' questo adattamento progressivo della religione ai bisogni del volgo e' un'ottima mossa di marketing che, permettendo ad essa di non perdere i clienti, le assicura una prospera sopravvivenza, e quindi un piu' subdolo mimetismo nel sostrato popolare. Sarebbe in poche parole piu' semplice per i credenti allontanarsi da una Chiesa intransigente e medievale. Pero' io attendo fiduciosa nei lumi della ragione e nella capacita' critica che si sviluppa con l'istruzione e la cultura. Dopotutto i testi di riferimento della religione non sono cambiati, sono libri vecchi di 2000 anni, scritti da beduini misogini e beceri, ispirati ad un dio capace di stragi ed efferatezze... non so quanto "riadattabili" siano, sicuramente non all'infinito.
Una domanda mi piacerebbe fartela pero': tu come consideri la donna alla luce del tuo credo (che e' innegabilmente misogino, quindi risparmia pure le arrampicate esegetiche sugli specchi)?
Sally- -------------
- Numero di messaggi : 4876
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Re: La donna nella/e societa'
Diva ha scritto:
QUOTO, anche gli spazi!!!
E aggiungo: (anche per dimostrare al Ras che non sono la femminista che crede io sia) che la difficolita' oggettiva delle donne in molti casi viene "alimentata" dalle donne stesse... a partire dalle madri che deucano i figl in un certo modo, alle donne che invece che cercare di promuovere un'immagine femminile che porti verso la parita', fanno il gioco del sistema e non permettono che la situazione evolva in meglio.
Una precisazione: con parita' ovviamente intendo parita' effettiva di diritti/doveri, non un'uniformarsi. E questo mi sembra che costituisca buona parte del problema. La donna spesso cerca di "emulare" comportamenti maschili, inclusi quelli negativi e che la portano a snaturarsi, anziche' cercare una sua dimensione propria e un'armonia che le permetta di vivere serenamente il suo ruolo.
Direi che in linea di massima concordo. Però - oltre al fatto che a mio parere le femministe vere sono quelle che non sanno di esserlo - come concili i due grassetti?
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Rasputin- ..............
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Re: La donna nella/e societa'
Rasputin ha scritto:
Una precisazione: con parita' ovviamente intendo parita' effettiva di diritti/doveri, non un'uniformarsi. E questo mi sembra che costituisca buona parte del problema. La donna spesso cerca di "emulare" comportamenti maschili, inclusi quelli negativi e che la portano a snaturarsi, anziche' cercare una sua dimensione propria e un'armonia che le permetta di vivere serenamente il suo ruolo.
Stanti le innegabili, quanto insormontabili, differenze biologiche, per scendere sul piano pratico, ti rispondo portando degli esempi: i permessi retribuiti per la maternita' e l'allattamento ovviamente non si possono dare agli uomini, per ragioni strattamente naturali, quindi in ambiti come questi mi sembra sterile cercare una parita' di diritti e doveri. Si potrebbe invece lavorare sulla diposnibilita' e l'accessibilita' a strutture tipo asili nido, servizi di babysitteraggio, o, meglio ancora, dare alle mamme o ai papa' che decidono di rimanere a casa dal lavoro un'assegno fino all'eta' scolare, come accade in Germania. Io mi muoverei su questa linea. Purtroppo sono ancora molte le donne che perdono il lavoro perche' mamme. Essendo la media degli stipendi maschili piu' alta, e' inevitabile che si sacrifichi il posto di lavoro meno remunerativo. La differenza risiede anche nelle differenze a livello di trattamente ovviamente. Io stessa ho avuto colloqui di lavoro allucinanti in cui mi e' stato chiesto se avevo figli e se, nel caso si fossero ammalati, avevo un parente disposto a tenermeli perche' non avrei potuto fare assenze per malattia del figlio (nonostante siano contemplate nel contratto di lavoro nazionale).
Nel caso dei divorzi invece mi pare che la donna venga ultra-tutelata alle volte, proprio perche' percepita come "soggetto debole". Spesso lo e', perche' nella struttura famigliare piu' diffusa e' la donna che alleva i figli e che non ha una fonte di reddito che la renda indipendente dal marito. Pero' ci sono anche molti casi in cui e' la donna stessa ad approfittarne e ad usare i figli come arma. Cosi abbiamo casi di padri ai quali rimane solo l'onere di mantenere la prole, senza la possibilita' di avere incontri regolari con essa.
Insomma, qualcosa si potrebbe ovviamente fare a livello legale, giuridico... ma molta strada e' da fare a livello culturale e personale. Come diceva giustamente qualcuno prima di me in questo thread, il problema e' che si tende a vedere l'altro come appartenente ad una categoria diversa dalla nostra... e questo divide. Invece si dovrebbero trovare punti in comune, punti di contatto, pur mantenendo la propria doversita' individuale (a livello del singolo) e biologica (a livello della societa'), anzi, esaltandola come ricchezza.
Sally- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Diva ha scritto:jillo ha scritto:http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/04/09/papua-nuova-guinea-la-caccia-alle-streghe-di-pasqua/
caccia alle streghe... e stavolta anche ad uno stregone
Misoginia? L'articolo dice così.
BBBBESTIE!
Ecco, notizie di questo genere sono l'esempio eclatante di quanto l'ignoranza, la supersitzione e la religione siano un male, un cancro da estirpare dalla societa'. E' interessante che un articolo di questo genere venga postato da te che sei credente, poiche' probabilmente tu ritieni che la tua religione non abbia nulla a che vedere con cio' che e' successo a quelle povere persone. Invece ti sbagli, infatti fino a pochi secoli fa questo genere di orrori erano all'ordine del giorno anche a casa nostra ed i responsabili erano i vari Torquemada, i cui discendenti (travestiti da agnellini) tu vai ad ascoltare ogni domenica. La fede non e' cambiata, ma per fortuna il discorso che faceva Mix nel thread Femen e' valido e l'opinione pubblica ha "obbligato" la Chiesa a mutare rotta, smettendola con i roghi prima, con le persecuzioni psicologiche ed esclusioni dalla vita sociale poi... fino ad arrivare alla "velata accettazione" di cio' che fino a qualche anno fa sembrava essere improponibile (per esempio i divorzi, pian piano il preservativo, Papa di nome Francesco...). Forse tutto cio', pur salvando persone e evitando la distruzione di molte vite, e' un male... poiche' questo adattamento progressivo della religione ai bisogni del volgo e' un'ottima mossa di marketing che, permettendo ad essa di non perdere i clienti, le assicura una prospera sopravvivenza, e quindi un piu' subdolo mimetismo nel sostrato popolare. Sarebbe in poche parole piu' semplice per i credenti allontanarsi da una Chiesa intransigente e medievale. Pero' io attendo fiduciosa nei lumi della ragione e nella capacita' critica che si sviluppa con l'istruzione e la cultura. Dopotutto i testi di riferimento della religione non sono cambiati, sono libri vecchi di 2000 anni, scritti da beduini misogini e beceri, ispirati ad un dio capace di stragi ed efferatezze... non so quanto "riadattabili" siano, sicuramente non all'infinito.
Una domanda mi piacerebbe fartela pero': tu come consideri la donna alla luce del tuo credo (che e' innegabilmente misogino, quindi risparmia pure le arrampicate esegetiche sugli specchi)?
Alla luce del mio/Mio credo che non è misogino, donna e uomo sono creature complementari e, anzi, ancor più reciproche, vicendevolmente indispensabili l'una all'altra.
"Non è bene che l'uomo sia solo". Paradossalmente all'uomo non basta Dio solamente. L'uomo è "completo" "i due saranno una sola carne" se a completarlo è la donna che gli sta accanto, e non come accessorio strumentale al suo bene, ma come l'altro, altro da sè e diverso da sè, che ha però pari dignità e valore. Metaforicamente la donna fu generata dal fianco dell'uomo. Non dalla testa per dominarlo, nè dai piedi per essere destinata ad essere da lui dominata (sottomessa significa altro sul quale non mi soffermo. Nè mi soffermo sulla condizione sociale riservata alla donna dai nostri lontani progenitori così come, anche nella Bibbia, ci viene "ricordato"...alcuni ancora sostengono "sancito" e "imposto"). La donna viene generata dal fianco dell'uomo per stargli difronte, l'uno con gli occhi nell'altra, non come una sua pari, ma proprio una sua pari.
Questa è teoria.
Nella pratica del mio vissuto personale queste parole sono accolte senza bisogno di essere spiegate.
jillo- -----------
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Re: La donna nella/e societa'
Diva ha scritto:jillo ha scritto:http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/04/09/papua-nuova-guinea-la-caccia-alle-streghe-di-pasqua/
caccia alle streghe... e stavolta anche ad uno stregone
Misoginia? L'articolo dice così.
BBBBESTIE!
Ecco, notizie di questo genere sono l'esempio eclatante di quanto l'ignoranza, la supersitzione e la religione siano un male, un cancro da estirpare dalla societa'E' interessante che un articolo di questo genere venga postato da te che sei credente, poiche' probabilmente tu ritieni che la tua religione non abbia nulla a che vedere con cio' che e' successo a quelle povere persone. Invece ti sbagli, infatti fino a pochi secoli fa questo genere di orrori erano all'ordine del giorno anche a casa nostra ed i responsabili erano i vari Torquemada, i cui discendenti (travestiti da agnellini) tu vai ad ascoltare ogni domenica.
Per religione, male da estirpare, intendi la Religione o una qualche religione particolare? Oggi, causa di questa porcata in Nuova Guinea, sarebbe il cattolicesimo o l’ignoranza? Poi, lo sappiamo, qualcuno dirà sempre che la religione costituisce il terreno fertile sul quale l’ignoranza può proliferare riccamente. Sotto, sotto è sempre colpa della religione.
Ma al di là di tutta quanta la ricchezza ci possa offrire il mondo delle risposte preconfezionate ti chiederei una risposta onesta e personale.
Questa per ripensare alle cause dei mali ignoranza o religione, oppure ignoranza e religione. E visto che Torquemada è stato citato prima del tuo post e continua ad esserlo anche dopo…
- Spoiler:
Da cultura e religione, storia di Bartolo Salone
“Stregoneria … sorta non nella Cristianità medievale, bensì nell’Europa moderna, proprio in quella osannata Europa della Riforma e del Rinascimento. Se nel Medioevo la credenza nella stregoneria non attecchì presso il popolo si deve proprio alla Chiesa cattolica, la quale, in numerosi Concili dal VI al XIII secolo (si pensi al Concilio di Praga del 563 o di Lione dell’840, fino ad arrivare ai Concili di Rouen e di Parigi, rispettivamente celebrati nel 1189 e nel 1212), condannò come “superstiziosa idolatria la credenza…” che esistessero “…persone capaci di esercitare la magia nera in forza dei loro rapporti con il diavolo”.
A partire dalla fine del XIII secolo, le credenze stregonesche, per ragioni storiche che in questa sede non è possibile riepilogare, si fanno sempre più diffuse sia presso il popolo che presso alcuni ecclesiastici ed uomini di cultura. Sul piano dogmatico la posizione ufficiale della Chiesa sulla stregoneria (formulata nei predetti Concili) non muta, tuttavia muta la risposta al fenomeno: streghe e stregoni, proprio perché contravvengono agli insegnamenti della Chiesa e al divieto di esercitare le arti magiche, vengono considerati alla stregua degli eretici, e pertanto la competenza giurisdizionale, nei Paesi cattolici, viene sottratta ai tribunali civili e assegnata ai tribunali inquisitoriali.
Secondo una certa vulgata (sostenuta con forza da intellettuali “liberal” e da romanzieri asciutti di storia alla Dan Brown) questo avrebbe segnato l’inizio di una vera e propria mattanza, che nell’arco di tre secoli avrebbe portato al rogo non migliaia, ma addirittura milioni di donne (tutte ascrivibili, manco a dirlo, al fanatismo e alla misoginia propri del mondo cattolico). Fin qui la “leggenda”. La verità è però ben diversa e per rendercene conto basterà riferirsi ad alcuni dati tratti dall’opera più completa ed aggiornata di cui ad oggi si dispone in tema di stregoneria e di caccia alle streghe: si tratta della “Enciclopedia della stregoneria, la Tradizione occidentale” edita nel 2007 dalla Abc-Clio e curata dallo storico anglosassone Richard Golden, per un totale di ben 752 voci, compilate da 172 studiosi di 28 diverse nazionalità. Innanzitutto, facciamo attenzione alla periodizzazione e alla “geografia” del fenomeno: la cosiddetta “caccia alle streghe” (ma, come visto, non mancarono anche roghi di stregoni) va dal 1450 al 1750 (siamo dunque in piena età moderna, non nel “buio” Medioevo) e interessò un po’ tutti i Paesi europei, sia cattolici che protestanti.
Quante le persone giustiziate per stregoneria? Centinaia di migliaia o milioni, come ci ripetono alcuni? Ebbene, la cifra “vera” si aggira tra le 30.000 e le 50.000 unità, da “spalmare” nel corso di tre secoli: una cifra considerevole, ma comunque irrisoria se paragonata ai milioni di morti delle grandi rivoluzioni e guerre dell’800 e delle stragi del ‘900, e in ogni caso non tale da giustificare la definizione di “genocidio” né tantomeno di “olocausto”.
Un fenomeno prevalentemente cattolico, dovuto alla furia dei tribunali inquisitoriali? Anche questa è una falsità. Infatti nei Paesi che avevano l’Inquisizione, le “streghe” giustiziate furono “soltanto” 310 (precisamente, 300 in Italia e Spagna e soltanto 10 in Portogallo), a cui si aggiungono (per rimanere in ambito cattolico) i 600 casi della Francia e i 4 dell’Irlanda. La grande massa (tra le 15.000 e le 25.000 vittime) è concentrata in Germania, mentre la piccola Svizzera contribuì al massacro con 3.000, la Scandinavia con 2.000 e la Scozia con 1.000. Si ha quindi conferma che la mattanza fu concentrata soprattutto nei Paesi luterani, calvinisti, anglicani o in quei piccoli Stati tedeschi che non avevano l’Inquisizione cattolica. Dunque, l’Inquisizione costituì non un incentivo (come a lungo ci è stato fatto credere), bensì un freno (e molto efficace) contro la persecuzione delle “streghe”. Le ragioni ci sono spiegate dallo storico Richard Golden in questo modo: “Nelle terre dove regnava la legge dell’Inquisizione cattolica vi furono meno vittime rispetto ad altre regioni d’Europa. Questo si deve al fatto che le tre Inquisizioni applicavano regole omogenee ovunque, avevano propri tribunali composti da giudici con nozioni basilari di diritto e applicavano la legge seguendo canoni universali, rispondendo a un unico potere. In Germania, invece, dove si ebbe il numero più alto di streghe uccise, la realtà era opposta: ognuno degli oltre trecento principati e staterelli aveva un sovrano con un suo tribunale che applicava la legge a piacimento e di conseguenza i pericoli per le presunte streghe aumentavano. I tribunali laici del nord e del centro dell’Europa condannarono a morte molte più streghe di quanto fecero quelli dell’Inquisizione cattolica romana, che facevano maggiore attenzione al rispetto di garanzie legali e di conseguenza limitavano il ricorso alla tortura”.
Diva ha scritto:La fede non e' cambiata, ma per fortuna il discorso che faceva Mix nel thread Femen e' valido e l'opinione pubblica ha "obbligato" la Chiesa a mutare rotta, smettendola con i roghi prima, con le persecuzioni psicologiche ed esclusioni dalla vita sociale poi... fino ad arrivare alla "velata accettazione" di cio' che fino a qualche anno fa sembrava essere improponibile (per esempio i divorzi, pian piano il preservativo, Papa di nome Francesco...).
-La fede non è cambiata? Che intendi?
-Cosa c’entra il nome del Papa? Francesco, un nome per vendere meglio? Parvenza di volontà di creare una netta soluzione di continuità con la precedente amministrazione losca e truffaldina? E’ proprio un delinquentone astutone questo Francescone… e non dimentichiamoci che è pure gesuita! Il nome Papa Francesco che ha che non va? Quale nome avreste gradito, dato che un nuovo Papa era inevitabile che ci fosse?
Diva ha scritto:
Forse tutto cio', pur salvando persone e evitando la distruzione di molte vite, e' unmale... poiche' questo adattamento progressivo della religione ai bisogni del volgo e' un'ottima mossa di marketing che, permettendo ad essa di non perdere i clienti, le assicura una prospera sopravvivenza, e quindi un piu' subdolo mimetismo nel sostrato popolare.
Se i non credenti, al pari di molti credenti, continuano a voler mettere la Chiesa in croce è perché la Chiesa certi bisogni non può assecondarli. Quello dell’assecondare le istanze dei cittadini elettori per gli interessi di bottega è quanto fanno i nostri politici. Loro accontentano tutti. Ma sinchè esisterà una Chiesa costituita da uomini e donne capaci e disposti a spendersi per fare la volontà di Dio (mmh...? quella del Vangelo!) e non gli interessi degli uomini, questa Chiesa avrà sempre non pochi nemici.
Diva ha scritto:
Sarebbe in poche parole piu' semplice per i credenti allontanarsi da una Chiesa intransigente e medievale. Pero' io attendo fiduciosa nei lumi della ragione e nella capacita' critica che si sviluppa con l'istruzione e la cultura. Dopotutto i testi di riferimento della religione non sono cambiati, sono libri vecchi di 2000 anni, scritti da beduini misogini e beceri, ispirati ad un dio capace di stragi ed efferatezze... non so quanto "riadattabili" siano, sicuramente non all'infinito.
Quella del "dio capace di stragi ed efferatezze" è disarmante. Non rispondo nemmeno. Scusa, ma è la più zozza delle elementari, grette e limitate interpretazione che abbia mai letto e che continuo a leggere su questo forum. Ma è possibile che pure tu, intelligente e colta come sei, “fiduciosa nei lumi della ragione e nella capacità critica che sviluppa l’istruzione e la cultura”, non ti vuoi(?) spingere oltre questa interpretazione? Questa interpretazione è peggio della bestemmia. Almeno l’ateo bestemmia in qualcosa che non esiste (per lui). Ma in questa interpretazione, che nulla deve avere a che fare con la fede, ci mette della convinzione propria. Convinzione?!?!?
jillo- -----------
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Re: La donna nella/e societa'
Jillo tu hai letto la Bibbia?
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Lyallii- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
jillo ha scritto:Poi, lo sappiamo, qualcuno dirà sempre che la religione costituisce il terreno fertile sul quale l’ignoranza può proliferare riccamente.
Noto un'inversione della logica nonché di quanto oggettivamente riscontrabile: sono le religioni che proliferano riccamente sull'ignoranza, inoltre quando pare loro che non basti...
jillo ha scritto:Sotto, sotto è sempre colpa della religione.
...danno pure una manina:
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Re: La donna nella/e societa'
Lyallii ha scritto:Jillo tu hai letto la Bibbia?
Come già scrissi, la lessi da credente "della domenica". Quando insomma vivevo la mia vita con o senza Dio...e vivevo bene comunque.
Dedicai un anno per leggerla, e terminata la lettura non fui folgorato da nessuna luce rivelatrice.
Eppure non ho mai trovato tra le innumerevoli righe dei suoi versetti nessun dio malvagio. Semmai un Dio "molto stranamente" innamorato dell'umanità, anche di quella umanità violenta e bestiale.
Un'umanità che a volte sembra infinitamente lontana e a volte preoccupantemente vicina da quello che oggi siamo o crediamo di essere.
La comprensione di alcuni versetti o paragrafi, il cui senso mi era originariamente oscuro, mi fu chiara solo in un secondo tempo, dopo aver letto le corrette interpretazioni. Queste richiedevano una più approfondita conoscenza degli usi e delle espressioni linguistiche adottate da quei popoli lontani da noi nel tempo e nei luoghi.
jillo- -----------
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Re: La donna nella/e societa'
http://www.utopia.it/vox1/400antinomie1.htm
Jillo leggi qui sopra il sito che t ho linkato... Cosa ne pensi?
Mi piacerebbe capire come certe frasi per te possono essere interpretate...
" Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore."
Ce ne son peggio ma visto che tu hai detto
Non dalla testa per dominarlo, nè dai piedi per essere destinata ad essere da lui dominata
Read more: http://atei.forumitalian.com/t5114p40-la-donna-nella-e-societa#ixzz2QA4wzolj
... Cioè la frase che ti ho scritto io, che è scritta nella Bibbia, non è che abbia molte interpretazioni.
Jillo leggi qui sopra il sito che t ho linkato... Cosa ne pensi?
Mi piacerebbe capire come certe frasi per te possono essere interpretate...
" Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore."
Ce ne son peggio ma visto che tu hai detto
Non dalla testa per dominarlo, nè dai piedi per essere destinata ad essere da lui dominata
Read more: http://atei.forumitalian.com/t5114p40-la-donna-nella-e-societa#ixzz2QA4wzolj
... Cioè la frase che ti ho scritto io, che è scritta nella Bibbia, non è che abbia molte interpretazioni.
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Lyallii- -------------
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Re: La donna nella/e societa'
Rasputin ha scritto:jillo ha scritto:Poi, lo sappiamo, qualcuno dirà sempre che la religione costituisce il terreno fertile sul quale l’ignoranza può proliferare riccamente.
Noto un'inversione della logica nonché di quanto oggettivamente riscontrabile: sono le religioni che proliferano riccamente sull'ignoranza, inoltre quando pare loro che non basti...
La religione vive sull'ignoranza, si sostiene su di essa. L'ingnoranza è però alimentata e mantenuta in essere a sua volta dalla religione oscurantista... ecc.
Insomma eravamo ignoranti e, fosse stato per la religione, avremmo dovuto rimanerci ignoranti e ubbidienti.
no?
In effetti certe espressioni di degenerata e ostinata religiosità ancora soppravivente in alcune regioni (anche) del nostro Paese, o meglio espressioni di folklore e primitive tradizioni popolari spacciate per religiosità, possono contribuire ad indurci nel definire la religione come insieme di tradizioni, riti e usi istituiti dall'azienda Chiesa appositamente come mezzo per dominare le masse assecondando il linguaggio del popolino in un guazzabuglio di Mistero, macabro folklore, penitenti flagellanti, fumoso incenso, processioni di incatenati urlanti... e così via.
jillo- -----------
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