Cosa si intende per "vivo"?
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Cosa si intende per "vivo"?
Parlando di alieni, siamo finiti su questo argomento...
Jarni ha scritto:Qualsiasi sistema sufficientemente complesso può essere definito "vivo".Cosmos ha scritto:Bisogna vedere cosa intendi per complesso.
Jarni ha scritto:Ad alta entropia?
Comunque la questione è che bisogna vedere cosa intendi tu per "vivo".
La risposta di Hara mi è piaciuta e direi che è quella più conosciuta per definire cos'è un essere vivente rispetto a un non vivente.Il Distruttore Hara ha scritto:Qualunque cosa nasca si nutra si riproduca e muoia.
A memoria più o meno così la sintetizza nel caso e la necessità monod, aggiungendo, ma è implicita, la scentificamente oggettiva teleonomia del vivente.
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Nell'universo sono emersi molti fenomeni affascinanti: mostruosi buchi neri del peso di un miliardo di Soli che mangiano le stelle e vomitano getti di gas; stelle di neutroni che ruotano su se stesse mille volte al secondo, la cui materia è compressa a un miliardo di tonnellate per centimetro cubo; particelle subatomiche così inafferrabili che potrebbero penetrare anni luce di piombo solido; onde gravitazionali il cui flebile passaggio non lascia alcuna impronta percettibile. Eppure, per quanto stupefacente possa sembrare tutto ciò, il fenomeno della vita è più straordinario di tutti gli altri messi insieme.
Paul Davies, Da dove viene la vita, 2000
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Non tutte le forme di vita riconosciute hanno quelle caratteristiche.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Riguardo il collegamento complessità = alta entropia ci potrebbe anche stare... ma allora una stella, che rilascia una enorme quantità di energia e accellera in modo impressonante l'entropia dell'Universo, significa che è più complessa di un essere vivente. Ma non è così. La stella è molto più "semplice" di una forma vivente, da una farfalla a un essere umano.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Un esempio?Jarni ha scritto:Non tutte le forme di vita riconosciute hanno quelle caratteristiche.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
E tu che ne sai?cosmos ha scritto:Riguardo il collegamento complessità = alta entropia ci potrebbe anche stare... ma allora una stella, che rilascia una enorme quantità di energia e accellera in modo impressonante l'entropia dell'Universo, significa che è più complessa di un essere vivente. Ma non è così. La stella è molto più "semplice" di una forma vivente, da una farfalla a un essere umano.
L'hai mai analizzata da vicino e in ogni sua parte, una stella?
Magari nella stella si formulano pensieri che noi neanche ci immaginiamo.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Le cellule tumorali non muoiono.cosmos ha scritto:Un esempio?Jarni ha scritto:Non tutte le forme di vita riconosciute hanno quelle caratteristiche.
D'altra parte un mulo non si riproduce.
Ultima modifica di Jarni il Gio 7 Nov 2013 - 23:35 - modificato 1 volta.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Una stella è semplificamente parlando una palla di gas ad altissima temperatura composta da idrogeno ed elio.
Il corpo umano è infinitamente più complesso e ce ne accorgiamo ogni giorno che impariamo qualcosa di nuovo su la nostra macchina biologica.
Il Sole si studia dai tempi di Galileo e nonostante le grandi scoperte fatte sulla nostra stella (e le scarse conoscenze che ho sul nostro Sole rispetto ai veri studiosi) basta appassionarsi un po' agli astri e allo stesso tempo, al corpo umano o comunque alla biologia, per capire quanto è più complessa rispetto a una stella, fidati
Il corpo umano è infinitamente più complesso e ce ne accorgiamo ogni giorno che impariamo qualcosa di nuovo su la nostra macchina biologica.
Il Sole si studia dai tempi di Galileo e nonostante le grandi scoperte fatte sulla nostra stella (e le scarse conoscenze che ho sul nostro Sole rispetto ai veri studiosi) basta appassionarsi un po' agli astri e allo stesso tempo, al corpo umano o comunque alla biologia, per capire quanto è più complessa rispetto a una stella, fidati
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Interessante.Jarni ha scritto:Le cellule tumorali non muoiono.cosmos ha scritto:Un esempio?Jarni ha scritto:Non tutte le forme di vita riconosciute hanno quelle caratteristiche.
Ho sempre pensato che la differenza tra organismo vivente e non vivente non sia poi così enorme. Alla fine è una questione di complessità. Persino una cellula è estremamente complessa se studiata nel dettaglio.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Una stella è enorme.cosmos ha scritto:Una stella è semplificamente parlando una palla di gas ad altissima temperatura composta da idrogeno ed elio.
Il corpo umano è infinitamente più complesso e ce ne accorgiamo ogni giorno che impariamo qualcosa di nuovo su la nostra macchina biologica.
Il Sole si studia dai tempi di Galileo e nonostante le grandi scoperte fatte sulla nostra stella (e le scarse conoscenze che ho sul nostro Sole rispetto ai veri studiosi) basta appassionarsi un po' agli astri e allo stesso tempo, al corpo umano o comunque alla biologia, per capire quanto è più complessa rispetto a una stella, fidati
Quello che noi percepiamo è solo il suo grande rilascio di energia.
Ma così come bisogna amplificare molto i deboli segnali elettrici di un cervello per poterli analizzare, niente impedisce che in una stella ci siano lo stesso tipo di segnali.
Che ne sai che nella complicatissima dinamica dei plasmi non si nascondano flussi di informazioni razionali?
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Se pensiamo al fatto che quasi nessuno sa che abbiamo due distinti DNA in ogni cellula, e che quello meno conosciuto è a forma di anello e deriva da un batterio simbiotico ancestrale il cui unico scopo è produrre energia elettrica...cosmos ha scritto:Interessante.Jarni ha scritto:Le cellule tumorali non muoiono.cosmos ha scritto:Un esempio?Jarni ha scritto:Non tutte le forme di vita riconosciute hanno quelle caratteristiche.
Ho sempre pensato che la differenza tra organismo vivente e non vivente non sia poi così enorme. Alla fine è una questione di complessità. Persino una cellula è estremamente complessa se studiata nel dettaglio.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Sì, va beh...Jarni ha scritto:Magari nella stella si formulano pensieri che noi neanche ci immaginiamo.
Fonte?Jarni ha scritto:Le cellule tumorali non muoiono.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Se morissero spontaneamente non si creperebbe di cancro.Fux89 ha scritto:Sì, va beh...Jarni ha scritto:Magari nella stella si formulano pensieri che noi neanche ci immaginiamo.Fonte?Jarni ha scritto:Le cellule tumorali non muoiono.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Non sequitur.Jarni ha scritto:Se morissero spontaneamente non si creperebbe di cancro.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Ma la grandezza non è sinonimo di complessità, se era quello che volevi dire!Jarni ha scritto:Quello che noi percepiamo è solo il suo grande rilascio di energia.Una stella è enorme.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Ok, la medusa Turritopsis tecnicamente non muore.Fux89 ha scritto:Non sequitur.Jarni ha scritto:Se morissero spontaneamente non si creperebbe di cancro.
http://it.wikipedia.org/wiki/Turritopsis_nutricula
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
No, volevo dire che quello che noi percepiamo da una stella è solo la sua attività termonucleare. Questo ci permette di dire cosa avviene globalmente nella stella, ma non cosa avviene in dettaglio in ogni suo millimetro cubo.cosmos ha scritto:Ma la grandezza non è sinonimo di complessità, se era quello che volevi dire!Jarni ha scritto:Quello che noi percepiamo è solo il suo grande rilascio di energia.Una stella è enorme.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Voglio essere una TurritopsisJarni ha scritto:http://it.wikipedia.org/wiki/Turritopsis_nutriculaOk, la medusa Turritopsis tecnicamente non muore.
Sembra un pokemon
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
http://it.wikipedia.org/wiki/Immortalit%C3%A0_biologica
Intanto vado a comprare le sigarette.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
quella sulle cellule tumorali che non muoiono è una boiata galattica
Le cellule tumorali sono molto più prolifiche, ma muoiono anche più di quelle normali e funzionanti.
Le cellule tumorali sono molto più prolifiche, ma muoiono anche più di quelle normali e funzionanti.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Mi pare di notare che qui si stia dando per scontato che un oggetto, qualunque esso sia, più è complesso e più ci sono le possibilità che diventi un essere vivente, in grado di ragionare.
Secondo me questa idea è sbagliata. Non tutto ciò che è complesso deve per forza arrivare a quella destinazione...
E come ho detto prima bisogna dare un significato al termine "complesso".
Ci potrebbero essere vari tipi di complessità... non ce n'è una sola... bisogna trovare queste differenze e trovare il termine giusto per "complesso" che secondo me ha vari significati.
Complesso è troppo generico secondo me.
Secondo me questa idea è sbagliata. Non tutto ciò che è complesso deve per forza arrivare a quella destinazione...
E come ho detto prima bisogna dare un significato al termine "complesso".
Ci potrebbero essere vari tipi di complessità... non ce n'è una sola... bisogna trovare queste differenze e trovare il termine giusto per "complesso" che secondo me ha vari significati.
Complesso è troppo generico secondo me.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
i nativi americani dicevano che le pietre respirano, molto lentamente e per questo ci sembrano morte
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Sì, è sembrato anche a me.loonar ha scritto:quella sulle cellule tumorali che non muoiono è una boiata galattica
Le cellule tumorali sono molto più prolifiche, ma muoiono anche più di quelle normali e funzionanti.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
No, però il caos può sempre produrre una minima quantità di ordine.cosmos ha scritto:Mi pare di notare che qui si stia dando per scontato che un oggetto, qualunque esso sia, più è complesso e più ci sono le possibilità che diventi un essere vivente, in grado di ragionare.
Certo. Un mucchietto di sabbia da solo non diventerà mai un castello.Secondo me questa idea è sbagliata. Non tutto ciò che è complesso deve per forza arrivare a quella destinazione...
Mettici il vento e 4 miliardi di anni di tempo, magari una cuccia per cani la ottieni.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Iperione, che è un satellite di venere, ruota generando un moto caotico, per la sua forma irregolare, e sebbene il suo moto sia perfettamente descritto dalle leggi di newton(al punto da non dover ricorrere neppure alla gravitazione di einstein), non siamo in grado di descriverlo in maniera deterministica
i fenomeni caotici in realtà sono una stranezza, un esempio molto facile di caos lo si può avere con una semplice calcolatrice, iterando alcune operazioni
per esempio alcune operazioni sono periodiche, un esempio facile 1/x, è ovvio in realtà, ma se non ci credete provate, con un periodo 2 tornerete allo stesso risultato
poi ci sono operazioni che iterate tendono a stabilizzarsi, come il cos x
altro esempio di iterazione periodica è x^2-1, per x minore di 1 e maggiore di 0, dopo un certo numero di iterazioni avremmo l' alternanza dei valori 0 e -1
ora prendiamone una appena più ''difficile'' 2x^2 -1, sempre con x compreso tra 0 ed 1
ecco qui si salta un bel po', bisogna iterare molte volte, e a dire il vero non riusciamo mai ad arrivare ad una regola che si ripete, i valori sembrano generarsi in modo caotico
ora, la cosa strana è che da un equazione molto semplice possiamo ottenere un comportamento tanto imprevedibile, ed è, infatti, quello che succede in natura per certi(molti) fenomeni, i quali, pur essendo perfettamente descritti da leggi semplici e deterministiche, danno luogo a comportamenti totalmente caotici e imprevedibili, tanto da risultare, nella pratica non-deterministici
da notare che scegliendo un valore di x, mettiamo 0,57697 , per la nostra equazione 2x^2-1, e poi riprovando con un valore molto vicino ad esso, tipo 0,57698, otteniamo risultati completamente diversi! quindi pure con precisioni altissime, dal caos non si scappa
ecco questa è il caos, in soldoni, fenomeni semplici possono assumere comportamenti complessi e imprevedibili, ed anzi, questo avviene di continuo
la complessità, in qualche modo, è il contrario del caos, afferma il contrario, dice che sistemi complessi, composti da numeri elevatissimi di unità che interagiscono in modo imprevedibile prese singolarmente, possono assumere nel loro complesso comportamenti semplici e perfettamente deterministici, ed infatti è quello che sembra verificarsi nel caso della meccanica quantistica, cioè, non siamo in gradi di dire cosa farà il singolo elettrone(non possiamo per definizione, c'è l' indeterminazione), però studiando grandi numeri di elettroni siamo in grado di fare previsioni precise con quanti decimali vogliamo
insomma, ci sarebbero queste ''proprietà emergendi'' che riguardano il comportamento del sistema in generale, che in qualche modo trascendono i comportamenti individuali delle singole unità, una forma di olismo insomma, il tutto è più che l' unione delle parti
però la struttura matematica della complessità in realtà, da quel che mi pare di capire, non è ancora così chiara, ed è ancora vista con un certo sospetto... mentre sul caos c'è poco da fare, c'è e bisogna farci i conti..
non so la complessità come potrebbe entrare in maniera rigorosa nella descrizione dei fenomeni biologici, è efficace nelle scienze sociali per esempio, o nelle simulazioni dei sistemi complessi al computer, ma non credo che esista, per ora, una forma matematizzata della teoria della complessità riguardante gli organismi biologici...
ma anche qui non sono poi così sicuro...
i fenomeni caotici in realtà sono una stranezza, un esempio molto facile di caos lo si può avere con una semplice calcolatrice, iterando alcune operazioni
per esempio alcune operazioni sono periodiche, un esempio facile 1/x, è ovvio in realtà, ma se non ci credete provate, con un periodo 2 tornerete allo stesso risultato
poi ci sono operazioni che iterate tendono a stabilizzarsi, come il cos x
altro esempio di iterazione periodica è x^2-1, per x minore di 1 e maggiore di 0, dopo un certo numero di iterazioni avremmo l' alternanza dei valori 0 e -1
ora prendiamone una appena più ''difficile'' 2x^2 -1, sempre con x compreso tra 0 ed 1
ecco qui si salta un bel po', bisogna iterare molte volte, e a dire il vero non riusciamo mai ad arrivare ad una regola che si ripete, i valori sembrano generarsi in modo caotico
ora, la cosa strana è che da un equazione molto semplice possiamo ottenere un comportamento tanto imprevedibile, ed è, infatti, quello che succede in natura per certi(molti) fenomeni, i quali, pur essendo perfettamente descritti da leggi semplici e deterministiche, danno luogo a comportamenti totalmente caotici e imprevedibili, tanto da risultare, nella pratica non-deterministici
da notare che scegliendo un valore di x, mettiamo 0,57697 , per la nostra equazione 2x^2-1, e poi riprovando con un valore molto vicino ad esso, tipo 0,57698, otteniamo risultati completamente diversi! quindi pure con precisioni altissime, dal caos non si scappa
ecco questa è il caos, in soldoni, fenomeni semplici possono assumere comportamenti complessi e imprevedibili, ed anzi, questo avviene di continuo
la complessità, in qualche modo, è il contrario del caos, afferma il contrario, dice che sistemi complessi, composti da numeri elevatissimi di unità che interagiscono in modo imprevedibile prese singolarmente, possono assumere nel loro complesso comportamenti semplici e perfettamente deterministici, ed infatti è quello che sembra verificarsi nel caso della meccanica quantistica, cioè, non siamo in gradi di dire cosa farà il singolo elettrone(non possiamo per definizione, c'è l' indeterminazione), però studiando grandi numeri di elettroni siamo in grado di fare previsioni precise con quanti decimali vogliamo
insomma, ci sarebbero queste ''proprietà emergendi'' che riguardano il comportamento del sistema in generale, che in qualche modo trascendono i comportamenti individuali delle singole unità, una forma di olismo insomma, il tutto è più che l' unione delle parti
però la struttura matematica della complessità in realtà, da quel che mi pare di capire, non è ancora così chiara, ed è ancora vista con un certo sospetto... mentre sul caos c'è poco da fare, c'è e bisogna farci i conti..
non so la complessità come potrebbe entrare in maniera rigorosa nella descrizione dei fenomeni biologici, è efficace nelle scienze sociali per esempio, o nelle simulazioni dei sistemi complessi al computer, ma non credo che esista, per ora, una forma matematizzata della teoria della complessità riguardante gli organismi biologici...
ma anche qui non sono poi così sicuro...
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''Spero di non sconvolgere troppo i fisici sperimentali se aggiungo che una buona regola è anche quella di non riporre eccessiva fiducia nei risultati sperimentali finchè non siano confermati dalla teoria''
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Anche qui dipende che cosa si intende per ordine e per caos
L'ordine di per sé non esiste: è un assemblaggio immaginario del nostro cervello che ci serve per "fare ordine" su un contesto a un primo impatto caotico.
Ma nemmeno il caos esiste: una serie di oggetti o un contesto in cui il nostro cervello non riesce a dare ordine lo interpreta come caotico.
Non prendere in giro le mie affermazioni, ci metto la massima serietà in quello che penso (e anche tu immagino) ma non ironizzo le tue idee, le rispetto anche se alcune non le condivido.
Per altre, mi piace il tuo modo di pensare e la tua grande intelligenza nell'osservare le cose.
Ora vado a letto, che sennò domani sono distrutto
L'ordine di per sé non esiste: è un assemblaggio immaginario del nostro cervello che ci serve per "fare ordine" su un contesto a un primo impatto caotico.
Ma nemmeno il caos esiste: una serie di oggetti o un contesto in cui il nostro cervello non riesce a dare ordine lo interpreta come caotico.
Quel certo è onesto o è ironico?Jarni ha scritto:Certo. Un mucchietto di sabbia da solo non diventerà mai un castello.
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Non prendere in giro le mie affermazioni, ci metto la massima serietà in quello che penso (e anche tu immagino) ma non ironizzo le tue idee, le rispetto anche se alcune non le condivido.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
ma perchè non vi vanno bene le definizioni che si trovano sulle enciclopedie?
magari se le trovate incomplete commentate quelle, ma fare il lavoro da zero come se nessuno ne avesse mai parlato, mi sembra fatica sprecata o esercizio di parolai
magari se le trovate incomplete commentate quelle, ma fare il lavoro da zero come se nessuno ne avesse mai parlato, mi sembra fatica sprecata o esercizio di parolai
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
loonar ha scritto:ma perchè non vi vanno bene le definizioni che si trovano sulle enciclopedie?
magari se le trovate incomplete commentate quelle, ma fare il lavoro da zero come se nessuno ne avesse mai parlato, mi sembra fatica sprecata o esercizio di parolai
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Il caos lo intendo un ordine sublime.Cosmos ha scritto:Anche qui dipende che cosa si intende per ordine e per caos
(scusa ma è una delle poche definizioni in cui mi trovo in totale accordo e l'ho scritta)
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
definizione di caos: thread sulla definizione di ordine.Ari_ ha scritto:Il caos lo intendo un ordine sublime.Cosmos ha scritto:Anche qui dipende che cosa si intende per ordine e per caos
(scusa ma è una delle poche definizioni in cui mi trovo in totale accordo e l'ho scritta)
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
No, no, è onesto. Complessità e caos non sono la stessa cosa.cosmos ha scritto:Anche qui dipende che cosa si intende per ordine e per caos
L'ordine di per sé non esiste: è un assemblaggio immaginario del nostro cervello che ci serve per "fare ordine" su un contesto a un primo impatto caotico.
Ma nemmeno il caos esiste: una serie di oggetti o un contesto in cui il nostro cervello non riesce a dare ordine lo interpreta come caotico.Quel certo è onesto o è ironico?Jarni ha scritto:Certo. Un mucchietto di sabbia da solo non diventerà mai un castello.
Mettici il vento e 4 miliardi di anni di tempo, magari una cuccia per cani la ottieni.
Non prendere in giro le mie affermazioni, ci metto la massima serietà in quello che penso (e anche tu immagino) ma non ironizzo le tue idee, le rispetto anche se alcune non le condivido.
Per altre, mi piace il tuo modo di pensare e la tua grande intelligenza nell'osservare le cose.
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Il caos statico, la complessità, da solo non basta, serve una dinamica casuale.
Una dinamica casuale mi permette di passare per tutte le configurazioni possibili.
Un altro esempio, posso prendere ipermegaloni(è una citazione ) di note e comporre una sinfonia complessa che dura mille anni, ma dopo mille anni non avrò nulla di nuovo, avrò sempre la stessa melodia.
Inoltre, ricollegandomi al post di Akka (a proposito, Iperone è un satellite di Saturno, Venere non ha satelliti) c'è caos e pseudo caos.
Tutti i generatori di numeri casuali in informatica sono in realtà generatori pseudocasuali. Apparentemente tirano fuori numeri a caso, in realtà dopo un certo numero di estrazioni ricominciano dalla sequenza iniziale.
L'unica sorgente esattamente casuale viene dalla meccanica quantistica(e infatti esistono schede per computer al cui interno si genera un particolare fenomeno quantistico per generare sequenze caotiche perfette), quindi dalla realtà fisica.
Pensate a quante reazioni quantistiche avvengono nel sole, ai fotoni che emette o non emette in una certa direzione e all'effetto che questi fotoni producono su un pianeta appena nato...
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Provo a spostarmi anch'io di qua. E riporto le definizioni che ho proposto nell'altro 3Dloonar ha scritto:ma perchè non vi vanno bene le definizioni che si trovano sulle enciclopedie?
magari se le trovate incomplete commentate quelle, ma fare il lavoro da zero come se nessuno ne avesse mai parlato, mi sembra fatica sprecata o esercizio di parolai
1) gli esseri viventi sono dotati di una progettualità intrinseca, di un piano di sviluppo che non dipende dall’azione di forze esterne, ma è inscritto nella loro stessa struttura e che si esplica nella forma esterna (presenza di organi particolari,come le branchie dei pesci o il naso allungato del formichiere) à TELEONOMIA
2) gli esseri viventi si costruiscono da sé attraverso specifiche interazioni morfgenetiche à MORFOGENERSI AUTONOMA
3) gli esseri viventi sono in grado di trasferire, conservandolo e riproducendolo esattamente da una generazione all’altra il pacchetto di informazioni, il messaggio in cui risiede il piano di sviluppo (N.B: il latore di questo “messaggio”, che altro non è se non il patrimonio genetico di ciascuna specie, è un individuo identico al primo) à INVARIANZA RIPRODUTTIVA (o semplicementeINVARIANZA).
Altra questione è se la vita sia compatibile con una teoria generale del tutto e con i principi della termodinamica, in particolare il secondo. Risposta: compatibile sì, prevedibile no, per due ordini di ragioni: 1) una teoria generale del tutto dovendo includere tra i suoi principi anche la teoria quantistica e il principio di indeterminazione potrebbe tutt’al più formulare previsioni quantistiche, cioè probabilistiche, in merito al verificarsi di certi eventi, ma 2) le sue previsioni avrebbero carattere generale, cioè riguarderebbero classi di eventi o di oggetti, ma la comparsa della vita è, da qualunque punto di vista la si voglia considerare, un evento singolare.)
Infine: Il "vivente"non è una quantità, ma una qualità, o è vivente oppure no.
E visto che i parametri per tale giudizio ci sono stati finalmente dati, in modo scentifico, scevro da fideismi e ad oggi incontestati, forse è meglio partire da quelli.
Cioè da Monod.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Il caos è qualsiasi sequenza simbolica a n dimensioni in cui non esiste alcuna periodicità.
In before i numeri irrazionali.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
ops, saturno, la memoria m' inganna...
comunque dai, ciò che è vivo necessita di metabolismo, deve cioè essere in grado di mantenere la propria organizzazione interna attraverso fonti di energia esterne, che sia il sole, che siano altri organismi vivi, o combustibili fossili
poi credo che un' altra caratteristica essenziale sia la capacità di evolvere
comunque dai, ciò che è vivo necessita di metabolismo, deve cioè essere in grado di mantenere la propria organizzazione interna attraverso fonti di energia esterne, che sia il sole, che siano altri organismi vivi, o combustibili fossili
poi credo che un' altra caratteristica essenziale sia la capacità di evolvere
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Sì La biologia e la scienza hanno accettato, grazie anche al sunnominato, che l’invarianza riproduttiva precede la teleonomia e che l’evoluzione delle specie è un evento stocastico, dovuto a perturbazioni nel meccanismo di invarianza (=alterazioni accidentali del codice genetico) che poi vengono replicate e trasmesse alla discendenza grazie alle proprietà riproduttive di questo meccanismo.Akka ha scritto:o
poi credo che un' altra caratteristica essenziale sia la capacità di evolvere
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Io non sono d'accordo, che ci vuoi fare?Il Distruttore Hara ha scritto:Infine: Il "vivente"non è una quantità, ma una qualità, o è vivente oppure no.
Tra un battito cardiaco e l'altro, tra la trasmissione di un impulso elettrico da un mio neurone ad un altro, sono vivo?
Non puoi negare che il mio corpo e la mia mente siano una reazione chimica che è soggetta a leggi fisiche.
Noi ci domandiamo se un virus è vivo o no, io mi domando se una forma di vita a cui noi apparissimo come virus si domanderebbe a sua volta la stessa cosa.
E' troppo facile costruirsi una definizione di vita analizzando sistemi che a priori abbiamo considerato vivi. Ho n forme di vita e cerco qualcosa che le accomuna tutte. Sbaglio ancora prima di iniziare, perché la definizione di vita deve valere sempre. Nel momento in cui trovo qualcosa che non posso distinguere come vivo o no, tutta la mia fatica è sprecata. Basta che domani qualcuno costruisca un robot in grado di alimentarsi e di riprodursi in completa autonomia, e di esperimenti in quel senso se ne stanno facendo da anni.
Domandiamoci invece perché consideriamo questo vivo e questo no, e cerchiamo di capire se il nostro metro di giudizio è adeguato, o se ci stiamo chiedendo la cosa sbagliata. Ma per farlo bisogna considerare non dico l'impossibile, ma l'improbabile sì.
Studiare come la vita è nata su questo pianeta è un modo efficace per trovare il distinguo, il momento in cui da un mucchio di molecole organiche si passa a qualcosa, non so, di diverso. Forse questa discontinuità non esiste, forse come dico io è una barriera graduale.
E dico ancora di più: Monod quanto ne sapeva di intelligenza artificiale?
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Siocchezza pensare che il caos non c'entri nulla col sorgere del vivente.loonar ha scritto:definizione di caos: thread sulla definizione di ordine.Ari_ ha scritto:Il caos lo intendo un ordine sublime.Cosmos ha scritto:Anche qui dipende che cosa si intende per ordine e per caos
(scusa ma è una delle poche definizioni in cui mi trovo in totale accordo e l'ho scritta)
Mi pareva fosse un thread sul vivo.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
La capacità di evolvere, se intendi l'evoluzione darwiniana, non è propriamente una capacità che abbiamo noi. Semplicemente chi ha un patrimonio genetico soggetto a mutazioni casuali ha più probabilità di non estinguersi a causa dei mutamenti ambientali. Ma di individui con patrimonio genetico mutato nella direzione sbagliata son pieni i pozzi di petrolio...Akka ha scritto:ops, saturno, la memoria m' inganna...
comunque dai, ciò che è vivo necessita di metabolismo, deve cioè essere in grado di mantenere la propria organizzazione interna attraverso fonti di energia esterne, che sia il sole, che siano altri organismi vivi, o combustibili fossili
poi credo che un' altra caratteristica essenziale sia la capacità di evolvere
Prendi una sonda spaziale, che si alimenta da sola, orienta automaticamente i propri pannelli solari verso il sole, mettici dentro un software che ha la capacità di riprogrammarsi, e ce ne sono, mettici tutti gli strumenti necessari a costruire una sonda identica a se stessa e cosa ottieni?
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
come thread mi sembra più sullo smorto!Ari_ ha scritto:Siocchezza pensare che il caos non c'entri nulla col sorgere del vivente.loonar ha scritto:definizione di caos: thread sulla definizione di ordine.Ari_ ha scritto:Il caos lo intendo un ordine sublime.Cosmos ha scritto:Anche qui dipende che cosa si intende per ordine e per caos
(scusa ma è una delle poche definizioni in cui mi trovo in totale accordo e l'ho scritta)
Mi pareva fosse un thread sul vivo.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Una forma di vita che si è estinta perché non si è evoluta è comunque stata una forma di vita.Akka ha scritto:poi credo che un' altra caratteristica essenziale sia la capacità di evolvere
O no?
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
@loonar
In effetti sí i vivi procedono anche per errori.
Ah capisco la tua errara moderazione l'ha ravvivato.come thread mi sembra più sullo smorto!
In effetti sí i vivi procedono anche per errori.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
nel senso che potremmo considerare viva quella sonda intendi? ma sarebbe in grado di adattarsi a cambiamenti dell' ambiente esterno? se per qualche motivo l' orbita della terra(o della sonda) fosse deviata, che succederebbe?Jarni ha scritto:La capacità di evolvere, se intendi l'evoluzione darwiniana, non è propriamente una capacità che abbiamo noi. Semplicemente chi ha un patrimonio genetico soggetto a mutazioni casuali ha più probabilità di non estinguersi a causa dei mutamenti ambientali. Ma di individui con patrimonio genetico mutato nella direzione sbagliata son pieni i pozzi di petrolio...Akka ha scritto:ops, saturno, la memoria m' inganna...
comunque dai, ciò che è vivo necessita di metabolismo, deve cioè essere in grado di mantenere la propria organizzazione interna attraverso fonti di energia esterne, che sia il sole, che siano altri organismi vivi, o combustibili fossili
poi credo che un' altra caratteristica essenziale sia la capacità di evolvere
Prendi una sonda spaziale, che si alimenta da sola, orienta automaticamente i propri pannelli solari verso il sole, mettici dentro un software che ha la capacità di riprogrammarsi, e ce ne sono, mettici tutti gli strumenti necessari a costruire una sonda identica a se stessa e cosa ottieni?
gli organismi viventi, se pur in tempi molto lunghi, producono varietà, sotto spinte selettive, e anche non, molte mutazioni sono inutili e altrettante sono dannose o persino letali, però alcune, poche, risulteranno(probabilmente, se siamo fortunati) adatte a sopravvire in condizioni anche molto diverse da quelle in cui vivevano i suoi genitori e progenitori
la sonda, appena cambia qualcosa, appena l' algoritmo che le permette di funzionare non è più adatto ad interagire efficacemente con l' ambiente, ''muore''
la vita, gli organismi viventi, invece, gettano continuamente reti verso l' ignoto(attraverso l' errore di replicazione), verso il caso, così che, forse, il dna potrà essere trasmesso anche in seguito a bruschi cambiamenti, ecco, questo mi sembra indispensabile per la vita, e per ora le sonde non lo fanno
Ultima modifica di Akka il Ven 8 Nov 2013 - 1:47 - modificato 2 volte.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Limiti miei ma non capisco, sa c'entrano ora sistole e diastole, come le reazioni chimiche si interrompono tu muori, le tue cellule ti seguiranno abreve. BahJarni ha scritto:Io non sono d'accordo, che ci vuoi fare?
Tra un battito cardiaco e l'altro, tra la trasmissione di un impulso elettrico da un mio neurone ad un altro, sono vivo?
Non puoi negare che il mio corpo e la mia mente siano una reazione chimica che è soggetta a leggi fisiche.
Ci giudicherà con le sue scienze noi useremo le nostre e parleremo di....non ripeto.Noi ci domandiamo se un virus è vivo o no, io mi domando se una forma di vita a cui noi apparissimo come virus si domanderebbe a sua volta la stessa cosa.
.E' troppo facile costruirsi una definizione di vita analizzando sistemi che a priori abbiamo considerato vivi. Ho n forme di vita e cerco qualcosa che le accomuna tutte. Sbaglio ancora prima di iniziare, perché la definizione di vita deve valere sempre. Nel momento in cui trovo qualcosa che non posso distinguere come vivo o no, tutta la mia fatica è sprecata
Ma cosa stai dicendo, e come si dovrebbe fare, o come si definiscono altrimenti le stelle o le particelle?
La definizione di vita "deve valere sempre"? Cosa diavolo significa?
Ammesso che i nostri criteri non ci diano i mezzi di stabilre in un caso particolare, collocheremo l'oggetto dell'osservazione in una classe a sè, sperando di trovare migliori strumenti di analisi in futuro. Tu come faresti, a simpatia?
Nel momento in cui riusciremo a creare qualcosa che sia vivo per definizione sarà vivo, fino ad allora non lo è. Funziona così, secondo me. La pecora dolli era viva, il mio computer non lo è.Basta che domani qualcuno costruisca un robot in grado di alimentarsi e di riprodursi in completa autonomia, e di esperimenti in quel senso se ne stanno facendo da anni.
Domandiamoci invece perché consideriamo questo vivo e questo no, e cerchiamo di capire se il nostro metro di giudizio è adeguato, o se ci stiamo chiedendo la cosa sbagliata.
Forse è una serie quasi infinita di piccole discontinuità che possono essere anche rappresentate come gradualità.Ma per farlo bisogna considerare non dico l'impossibile, ma l'improbabile sì.
Studiare come la vita è nata su questo pianeta è un modo efficace per trovare il distinguo, il momento in cui da un mucchio di molecole organiche si passa a qualcosa, non so, di diverso. Forse questa discontinuità non esiste, forse come dico io è una barriera graduale.
Non credo che ne sapesse poi tanto, rispetto a noi, ma è un biologo, e tratta di proteine e balle varie, inizia coll'esempio del computer extraterrestre programmato per discernere forme di vita aliene per introdurre un discorso più complesso al termine del quale si sa come dovrà essere programmato tale computer.E dico ancora di più: Monod quanto ne sapeva di intelligenza artificiale?
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
il mio intervento non c'entra un cazzoAri_ ha scritto:@loonarAh capisco la tua errara moderazione l'ha ravvivato.come thread mi sembra più sullo smorto!
In effetti sí i vivi procedono anche per errori.
stavo solo facendo battute tanto per fare
adesso però m'hai fatto cascare i coglioni!
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Guarda che una minima capacità di autoguida le sonde ce l'anno, mica vanno solo per inerzia, hanno sistemi giroscopici che quanto meno permettono di allineare l'antenna verso la terra.Akka ha scritto:nel senso che potremmo considerare viva quella sonda intendi? ma sarebbe in grado di adattarsi a cambiamenti dell' ambiente esterno? se per qualche motivo l' orbita della terra(o della sonda) fosse deviata, che succederebbe?
E se capitasse a noi, cosa succederebbe? Ci adatteremmo?
La capacità di adattamento ha i suoi limiti, c'è chi si adatta di più e chi meno, ma sempre adattamento è.
Nel momento in cui implemento un software autoprogrammabile sopperisco ai difetti del software originario. Riscrivo il mio codice genetico in base all'ambiente che ho trovato.gli organismi viventi, se pur in tempi molto lunghi, producono varietà, sotto spinte selettive, e anche non, molte mutazioni sono inutili e altrettante sono dannose o persino letali, però alcune, poche, risulteranno(probabilmente, se siamo fortunati) adatte a sopravvire in condizioni anche molto diverse da quelle in cui vivevano i suoi genitori e progenitori
Ripeto, dipende dall'algoritmo.
la sonda, appena cambia qualcosa, appena l' algoritmo che le permette di funzionare non è più adatto ad interagire efficacemente con l' ambiente, ''muore''
Per quale motivo una sonda adeguatamente programmata non può fare tutto ciò?la vita, gli organismi viventi, invece, gettano continuamente reti verso l' ignoto(attraverso l' errore di replicazione), verso il caso, così che, forse, il dna potrà essere trasmesso anche in seguito a bruschi cambiamenti, ecco, questo mi sembra indispensabile per la vita, e per ora le sonde non lo fanno
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Ho detto sempre ma intendevo "in ogni caso", una definizione di vita deve valere per ogni caso contemporaneo.Il Distruttore Hara ha scritto:Ma cosa stai dicendo, e come si dovrebbe fare, o come si definiscono altrimenti le stelle o le particelle?
La definizione di vita "deve valere sempre"? Cosa diavolo significa?
Ammesso che i nostri criteri non ci diano i mezzi di stabilre in un caso particolare, collocheremo l'oggetto dell'osservazione in una classe a sè, sperando di trovare migliori strumenti di analisi in futuro. Tu come faresti, a simpatia?
Dire "è vita tutto ciò che nasce, si nutre e muore" è una definizione che fallisce per alcuni organismi, così come ha successo per alcuni oggetti artificiali.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Guarda nel momento che noi potremmo creare una macchina che ha caratteristiche simili a quelle che la natura ha dato al vivente (cioè sempre le solite, invarianza, autonomia morfogenetica e teleonomia) noi saremmo dio.Jarni ha scritto:Guarda che una minima capacità di autoguida le sonde ce l'anno, mica vanno solo per inerzia, hanno sistemi giroscopici che quanto meno permettono di allineare l'antenna verso la terra.Akka ha scritto:nel senso che potremmo considerare viva quella sonda intendi? ma sarebbe in grado di adattarsi a cambiamenti dell' ambiente esterno? se per qualche motivo l' orbita della terra(o della sonda) fosse deviata, che succederebbe?
E se capitasse a noi, cosa succederebbe? Ci adatteremmo?
La capacità di adattamento ha i suoi limiti, c'è chi si adatta di più e chi meno, ma sempre adattamento è.Nel momento in cui implemento un software autoprogrammabile sopperisco ai difetti del software originario. Riscrivo il mio codice genetico in base all'ambiente che ho trovato.gli organismi viventi, se pur in tempi molto lunghi, producono varietà, sotto spinte selettive, e anche non, molte mutazioni sono inutili e altrettante sono dannose o persino letali, però alcune, poche, risulteranno(probabilmente, se siamo fortunati) adatte a sopravvire in condizioni anche molto diverse da quelle in cui vivevano i suoi genitori e progenitoriRipeto, dipende dall'algoritmo.
la sonda, appena cambia qualcosa, appena l' algoritmo che le permette di funzionare non è più adatto ad interagire efficacemente con l' ambiente, ''muore''Per quale motivo una sonda adeguatamente programmata non può fare tutto ciò?la vita, gli organismi viventi, invece, gettano continuamente reti verso l' ignoto(attraverso l' errore di replicazione), verso il caso, così che, forse, il dna potrà essere trasmesso anche in seguito a bruschi cambiamenti, ecco, questo mi sembra indispensabile per la vita, e per ora le sonde non lo fanno
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
il caos dilaga, vedo. quasi quasi contribuisco.
secondo me ci sono vari piani di interpretazione della definizione "essere vivente".
se non li si definisce prima, questi piani, tutte le affermazioni sono indecidibili.
la solita questione del "dipende".
la morte è solo una soluzione premiante sul tavolo della selezione naturale: permette di rinnovare in tempi opportunamente veloci il parco individui di una specie.
in via teorica un'organizzazione vivente senza competitori rischia poco a non prevedere una riproduzione del suo schema. le è sufficiente accrescersi fino alla dimensione ottimale in cui massimizza il suo bilancio di materia ed energia inglobate.
deve solo confrontarsi con i cambiamenti ambientali.
a cui alla fin fine neppure la soluzione della riproduzione e quella della morte rispondono in modo definitivamente positivo.
quando il Sole si espanderà la variazione ambientale sarà eccessiva per ogni tipo di organizzazione biologica, probabilmente.
lascio consapevolmente aperta la struttura di questo post
che confonde più che chiarire.
più avanti chiarirò la mia posizione al riguardo dell'argomento.
posizione (opinabile) che risponde alla domanda "la vita evolve a partire dalla materia/energia inanimate?"
secondo me la definizione di Monod è ottima a descrivere una situazione già matura, di diffusione biologica ben consolidata.
non è completa se si ipotizzano le fasi iniziali.
come emergono le strutture che hanno permesso l'inizio del processo biologico?
mi pare problematico il terzo punto.
come concettualizzare un "pacchetto di informazioni" nel caso del brodo primordiale?
dove le uniche informazioni presenti erano le leggi fisico-chimiche.
che non hanno bisogno di altro supporto ideale che la materia stessa, tal quale, in fondo.
per le origini della vita secondo me c'è molto di più da dire.
secondo me ci sono vari piani di interpretazione della definizione "essere vivente".
se non li si definisce prima, questi piani, tutte le affermazioni sono indecidibili.
la solita questione del "dipende".
la morte è solo una soluzione premiante sul tavolo della selezione naturale: permette di rinnovare in tempi opportunamente veloci il parco individui di una specie.
in via teorica un'organizzazione vivente senza competitori rischia poco a non prevedere una riproduzione del suo schema. le è sufficiente accrescersi fino alla dimensione ottimale in cui massimizza il suo bilancio di materia ed energia inglobate.
deve solo confrontarsi con i cambiamenti ambientali.
a cui alla fin fine neppure la soluzione della riproduzione e quella della morte rispondono in modo definitivamente positivo.
quando il Sole si espanderà la variazione ambientale sarà eccessiva per ogni tipo di organizzazione biologica, probabilmente.
lascio consapevolmente aperta la struttura di questo post
che confonde più che chiarire.
più avanti chiarirò la mia posizione al riguardo dell'argomento.
posizione (opinabile) che risponde alla domanda "la vita evolve a partire dalla materia/energia inanimate?"
secondo me la definizione di Monod è ottima a descrivere una situazione già matura, di diffusione biologica ben consolidata.
non è completa se si ipotizzano le fasi iniziali.
come emergono le strutture che hanno permesso l'inizio del processo biologico?
mi pare problematico il terzo punto.
come concettualizzare un "pacchetto di informazioni" nel caso del brodo primordiale?
dove le uniche informazioni presenti erano le leggi fisico-chimiche.
che non hanno bisogno di altro supporto ideale che la materia stessa, tal quale, in fondo.
per le origini della vita secondo me c'è molto di più da dire.
Ultima modifica di mix il Ven 8 Nov 2013 - 2:13 - modificato 1 volta.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Già ho abbondatemente spiegato che semplificavo che mi sembrava che il tema fosse altro in quel momento.Jarni ha scritto:Ho detto sempre ma intendevo "in ogni caso", una definizione di vita deve valere per ogni caso contemporaneo.Il Distruttore Hara ha scritto:Ma cosa stai dicendo, e come si dovrebbe fare, o come si definiscono altrimenti le stelle o le particelle?
La definizione di vita "deve valere sempre"? Cosa diavolo significa?
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Dire "è vita tutto ciò che nasce, si nutre e muore" è una definizione che fallisce per alcuni organismi, così come ha successo per alcuni oggetti artificiali.
Ho ripostato anche qui la definizione corretta di vita allo stato dell'arte. Se non la vuoi accettare, o non ne proponi un'altra strutturata, completa e convisibile si rischia di non capirci mai su niente.
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Re: Cosa si intende per "vivo"?
Lo sapevo che non saresti riuscito a resisteremix ha scritto:il caos dilaga, vedo. quasi quasi contribuisco.
secondo me la definizione di Monod è ottima a descrivere una situazione già matura, di diffusione biologica ben consolidata.
non è completa se si ipotizzano le fasi iniziali.
come emergono le strutture che hanno permesso l'inizio del processo biologico?
mi pare problematico il terzo punto.
come concettualizzare un "pacchetto di informazioni" nel caso del brodo primordiale?
dove le uniche informazioni presenti erano le leggi fisico-chimiche.
che non hanno bisogno di altro supporto ideale che la materia stessa, tal quale, in fondo.
per le origini della vita secondo me c'è molto di più da dire.
Sono d'accordo, l'intento di monod era di risolvere l'apparente contraddizzione epistemologica tra l'oggettiva teleonomia della vita e il rifiuto scentifico di ogni causa non naturale.
E sull'origine vi sono altri studi eccetera.
Ma che c'incastra l'origine della vita col 3D "cosa intendiamo per vita"?
Ps mi spiace ma ho già chiamato i giri, carte a me per l'ultimo
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