Sindrome del “VERO CREDENTE”
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
Akka ha scritto:
pure io credo che inneggiare al rasoio, all' onere della prova da parte di...e tutti questi ''motti'' atei siano una riduzione un po' brutale della realtà
Tu fai un errore di valutazione. Quello che tu indichi rasoio, onere o altro simile non sono di per se delle verità, ma solo strumenti che vengono utilizzati per dare una spiegazione logica alla realtà. Questo non vuol dire che sono gli unici. E' come per la matematica. Ce ne sono tante. Però dire che la logica del rasoio o della prova non sono giuste è come dire che 2+2 non fa 4. Perciò o condividiamo le regole della logica che devono essere poste alla base dei nostri ragionamenti o non ci capiremo mai.
Akka ha scritto:
questo mette in evidenza l' impossibilità di avere una visione oggettiva del mondo, la filosofia come noto ha cercato di uscire da questo problema attraverso la metafisica, che sarebbe appunto la visione del mondo, di cui noi stessi facciamo parte, da un punto di vista privilegiato e in qualche modo ''oltre la fisica'', solo allora sarebbe possibile conoscere il mondo in modo oggettivo, altrimenti si sarebbe ''schiavi'' delle stesse leggi fisiche che pretenderemmo di descrivere
Ma cosa vuol dire "visione oggettiva"? Noi conosciamo il mondo formandoci dei concetti. Senza di essi non ci sarebbe ragionamento. Infatti il ragionamento altro non è che una elaborazione più o meno complessa di concetti. Però per definizione stessa il concetto esso si forma tramite l'acquisizione di informazioni provenienti dal mondo fisico che ci circonda solo ed esclusivamente tramite i nostri sensi. L'uomo non ha altra capacità di conoscere ma, cosa importantissima, non ha nemmeno la capacità di creare alcun nuovo concetto, o meglio idea, senza utilizzare elementi a lui noti. Anche gli esseri più fantasiosi sono composti di elementi a noi noti assemblati però arbitrariamente.
Non esiste alcuna dimostrazione al mondo che possa esistere qualcosa al di fuori di questo!!
Akka ha scritto:
il problema di questa visione delle cose, a mio avviso, è che è deprimente, priva l' uomo della sua dignità e in un cero senso(passatemi il termine) ''sacralità'',
Di questo mi dispiace. Se vuoi ti consiglio dei buoni antidepressivi per tirarti su!! Ma se la realtà è questa non puoi farci niente. Non è che siccome a te non va allora le cose cambiano. E poi io vedo la cosa molto più accettabile così che non rifugiarsi in un mondo fantastico. Poi però vedi tu!!
Akka ha scritto:
ora, mi pare, che molti utenti del forum, cerchino di fare della scienza quel ''punto di vista oggettivo'' cui i filosofi anelavano, vuoi per uscire da questo relativismo difficilmente digeribile, vuoi per un desiderio di ''punti fermi'', o che altro non so... la visione pan-scientifica(in cui è vero solo ciò che dice la scienza, quale scienza poi?) del mondo è una chimera
L'avremo scritto mille volte. La scienza è solo uno strumento per conoscere la verità. Che poi ci riesca o meno è un altro conto. Però io ritengo che sia il migliore di cui oggi disponiamo. Se non sei d'accordo dimmi il perchè e indicami però un metodo alternativo!
Akka ha scritto:
per chiudere spendo due parole proprio su questa benemerita ''componente emotiva'' che spesso su questo forum si vorrebbe escludere dalle considerazioni oggettive e razionali sul mondo, il che a me pare del tutto impossibile; noi viviamo e agiamo solo grazie a questa componente emotiva, persino chi si dedica alla scienza, alla logica, alla matematica pura, lo fa perchè vi è una componente emotiva in quello che fa, la razionalità pura non esiste, è una astrazione nostra quella di volere dividere così nettamente razionalità da emotività, se noi ci dedichiamo ad attività che richiedono logica e razionalità lo facciamo solo perchè emotivamente ne sentiamo il bisogno, quindi anche l' amotività è razionale e anche la razionalità è emozionale...
Che la componete emotiva sia parte integrante del nostro vivere è ovvio. Che però questa venga utilizzata per spiegare determinati fenomeni no! Il fatto che un tramonto si bello e ci emozioni non la prova della esistenza di dio!!
Paolo- --------------
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
è che da quando ci siamo messi a rimuginare su noi stessi gli strumenti di potere sono sempre stati nelle mani di chi poteva "ingannare" il prossimo con la propria superiorità culturale, spacciando Conoscenza relativa per assoluta...Tomhet ha scritto:Ma secondo voi che senso ha imparare? Se quello che impari è relativo, se quello che dici vale quanto tutto il resto, se la mia ignoranza vale quanto la tua falsa conoscenza, che è falsa perché è relativa a te e non è oggettiva, perché ci sono professori ed alunni? Perché si va a scuola a parte per imparare a leggere e a scrivere?
Così, tanto per provare a designare un qualche limite.
poi si è compiuto il grande passo di riuscire a verificare e falsificare le affermazioni di conoscenza, e si è riusciti a controllare con un discreto margine di affidabilità ciò che era invenzione o più semplicemente errato da ciò sul quale poter continuare ad approfondire.
solo che oggi si tenta di rimescolare questi strumenti introducendone alcuni estranei ai processi conoscitivi e spacciandoli per altrettanto validi e affidabili, creando la confusione che hai appena descritto.
Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
provate a costruire un boeing che voli con l'emotività, poi sarò tutto orecchie.
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fede significa creare una virtù dall'incoscienza (Bill Maher)
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui. (B. Russel)
Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
La costruzione della società tecnologica è nata proprio nella constatazione che non c'era alcun Dio a dare una mano, l'umanità se la doveva cavare trovando soluzioni pratiche che servissero a sopravvivere e tirare avanti decentemente.
silvio- -------------
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
scusa ma non ti seguo, chi ha mai detto che è possibile costruire boing con la sola emotività?
comunque seguendo la tua linea ti chiedo è possibile costruire un boing con la sola razionalità? io penso di no, serve quantomeno il desiderio di costruirlo, oppure il desiderio dei soldi che può fruttarmi la costruzione di un boing
il desiderio è sempre, almeno credo, una mediazione tra emotività e razionalità, mai l' una o l' altra separatamente....
comunque seguendo la tua linea ti chiedo è possibile costruire un boing con la sola razionalità? io penso di no, serve quantomeno il desiderio di costruirlo, oppure il desiderio dei soldi che può fruttarmi la costruzione di un boing
il desiderio è sempre, almeno credo, una mediazione tra emotività e razionalità, mai l' una o l' altra separatamente....
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''Spero di non sconvolgere troppo i fisici sperimentali se aggiungo che una buona regola è anche quella di non riporre eccessiva fiducia nei risultati sperimentali finchè non siano confermati dalla teoria''
Akka- -------------
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
se non hai una fede completa ed assoluta nella razionalità allora ti mettono nella categoria opposta; funzionano così i fanatismi, per polarizzazioni assolute; non ammettono le sfumature nelle cose. non si relazionano bene con la complessità. vogliono cose nette, o tutto bianco o tutto nero.Akka ha scritto:scusa ma non ti seguo, chi ha mai detto che è possibile costruire boing con la sola emotività?
comunque seguendo la tua linea ti chiedo è possibile costruire un boing con la sola razionalità? io penso di no, serve quantomeno il desiderio di costruirlo, oppure il desiderio dei soldi che può fruttarmi la costruzione di un boing
il desiderio è sempre, almeno credo, una mediazione tra emotività e razionalità, mai l' una o l' altra separatamente....
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
Guadagni economici. Musica, arte, moda, religioni, etc... viste dallo specifico per le facoltà: di produzione, della gestione del successo, della raccolta dei dati storici, etc... si insegna all'università (tutte facoltà che personalmente non amo troppo in quanto io sono per le materie tecniche, condizionato dai miei che mi hanno impedito di andare al conservatorio - capita l'emotività?)Tomhet ha scritto:Ma secondo voi che senso ha imparare? Se quello che impari è relativo, se quello che dici vale quanto tutto il resto, se la mia ignoranza vale quanto la tua falsa conoscenza, che è falsa perché è relativa a te e non è oggettiva, perché ci sono professori ed alunni? Perché si va a scuola a parte per imparare a leggere e a scrivere?
Così, tanto per provare a designare un qualche limite.
Ottimo - Ci vogliono ingegneri avionici, meccanici, elettronici, della comunicazione e fisici.renus ha scritto:provate a costruire un boeing che voli con l'emotività, poi sarò tutto orecchie.
Poi c'è l'attività di gestione e supporto del progetto, insomma non ce ne frega in cazzo e non vogliamo emotività, concordo 100%.
Poi se a qualcuno sono servite le capacità emotive per partecipare (inizialmente il tecnico puro osteggia con forza) - con questa domanda frega e vince (resto contrario io) "per la produttività che chiedi tu io devo essere pagato come dico io... e ciò comprende ascoltare musica mentre lavoro al limite con gli auricolari."
Quando incontri figure professionali insostituibili cedi alle loro emotività (e scopri che anche le tue condizioni erano dovute a stati emozionali).
Se appaio giocare con la dialettica vi dico che non lo sto facendo - molto spesso le opinioni sono condizionate dall'emotività.
Poi è vero che l'emozione è un meccanismo studiato e manipolato per fare venire fuori quello che serve e allora vengono pagati profumatamente quelli della musica, arte, moda, religioni, etc... (che a me non servono... non servono ma tollero.)
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
L'arte del continuare a non centrare le cose e sparare nella nebbia.mix ha scritto:se non hai una fede completa ed assoluta nella razionalità allora ti mettono nella categoria opposta; funzionano così i fanatismi, per polarizzazioni assolute; non ammettono le sfumature nelle cose. non si relazionano bene con la complessità. vogliono cose nette, o tutto bianco o tutto nero.Akka ha scritto:scusa ma non ti seguo, chi ha mai detto che è possibile costruire boing con la sola emotività?
comunque seguendo la tua linea ti chiedo è possibile costruire un boing con la sola razionalità? io penso di no, serve quantomeno il desiderio di costruirlo, oppure il desiderio dei soldi che può fruttarmi la costruzione di un boing
il desiderio è sempre, almeno credo, una mediazione tra emotività e razionalità, mai l' una o l' altra separatamente....
Se si arriva a poter sovrapporre i risultati della conoscenza nella storia è perché ognuno dei gradini che ti portano al Boeing è misurabile, falsificabile e divulgabile, e può fare da base solida per gli step successivi.
Il mio post segue a quello che c'è prima.
La storia delle arti chiamate in causa come emotività ha poi sempre quel difettuccio generalizzante... Mmm vediamo, perché Hendrix non è potuto esistere nel 1600? Ad esempio...? Sarà mica che anche il linguaggio artistico si fonda su ciò che lo precede e ne sfrutta canoni e regole sempre più "complessi" che possiamo codificare consciamente o inconsciamente grazie al nosto livello culturale pregresso?
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
che risponde al capriccio elitario di concentrare fino all'ermeticità le cose e spararsi sull'ombelicorenus ha scritto:L'arte del continuare a non centrare le cose e sparare nella nebbia.mix ha scritto:se non hai una fede completa ed assoluta nella razionalità allora ti mettono nella categoria opposta; funzionano così i fanatismi, per polarizzazioni assolute; non ammettono le sfumature nelle cose. non si relazionano bene con la complessità. vogliono cose nette, o tutto bianco o tutto nero.
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
essere sintetici non significa essere ermetici... anche perché subito dopo te lo spiego e subito prima te la racconto.mix ha scritto:che risponde al capriccio elitario di concentrare fino all'ermeticità le cose e spararsi sull'ombelicorenus ha scritto:L'arte del continuare a non centrare le cose e sparare nella nebbia.mix ha scritto:se non hai una fede completa ed assoluta nella razionalità allora ti mettono nella categoria opposta; funzionano così i fanatismi, per polarizzazioni assolute; non ammettono le sfumature nelle cose. non si relazionano bene con la complessità. vogliono cose nette, o tutto bianco o tutto nero.
al contrario di quello che stai facendo tu.
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
e per fare ingegneri avionici, meccanici, elettronici, della comunicazione e fisiciSergioAD ha scritto:Ottimo - Ci vogliono ingegneri avionici, meccanici, elettronici, della comunicazione e fisici.renus ha scritto:provate a costruire un boeing che voli con l'emotività, poi sarò tutto orecchie.
Poi c'è l'attività di gestione e supporto del progetto, insomma non ce ne frega in cazzo e non vogliamo emotività, concordo 100%.
efficaci, collaborativi, motivati, gestibili o autogestiti, socialmente adattati, ..... , e tutto quel che serve per un'impresa complessa come costruire un aereo a reazione da centinaia di posti c'entra in buona misura un armonico sviluppo delle funzioni istintive delle persone coinvolte?
lo stesso uso della parola "boeing" ad identificare un jet complesso è un impercettibile segno che il gruppo, l'azienda, (la tribù), è riconosciuta generalmente come punto di riferimento mondiale nel suo campo, (ambiente), trasmettendo indirettamente riconoscimento sociale alle persone che di tale azienda (tribù) fanno, con orgoglio (emozione), parte e che li ha sicuramente aiutati ad ottenere i buoni risultati conseguiti e riconosciuti implicitamente dall'uso del nome aziendale per identificare il prodotto tout court e genericamente
a me il piacere, l'emozione, l'appagamento estetico, come decine di altri aspetti delle mie funzioni istintive, servono e sono molto grato, sento simpatia ed empatia verso le persone che mi permettono di soddisfare questi miei bisogni profondi oppure condividono le medesime emozioni, sensazioni, gusti.SergioAD ha scritto:Poi è vero che l'emozione è un meccanismo studiato e manipolato per fare venire fuori quello che serve e allora vengono pagati profumatamente quelli della musica, arte, moda, religioni, etc... (che a me non servono... non servono ma tollero.)
ciò non mi rende schiavo di mitologie, idolatrie, et similia
dove sta il collegamento logico emotività - religione ?
perché questo abbinamento temo sia una componente sottostante all'avversione per i discorsi collegati ad una parte così importante della vita quotidiana di ogni persona come sono le funzioni irrazionali (non la religione!)
funzioni emotive che poi però vediamo abbondantemente all'opera nello svolgersi della partecipazione ad ogni evento umano, come per esempio vicino e diretto, quella in questo forum. o NO?
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
ghe sbiro che divagazione romantica...mix ha scritto:e per fare ingegneri avionici, meccanici, elettronici, della comunicazione e fisiciSergioAD ha scritto:Ottimo - Ci vogliono ingegneri avionici, meccanici, elettronici, della comunicazione e fisici.renus ha scritto:provate a costruire un boeing che voli con l'emotività, poi sarò tutto orecchie.
Poi c'è l'attività di gestione e supporto del progetto, insomma non ce ne frega in cazzo e non vogliamo emotività, concordo 100%.
efficaci, collaborativi, motivati, gestibili o autogestiti, socialmente adattati, ..... , e tutto quel che serve per un'impresa complessa come costruire un aereo a reazione da centinaia di posti c'entra in buona misura un armonico sviluppo delle funzioni istintive delle persone coinvolte?
lo stesso uso della parola "boeing" ad identificare un jet complesso è un impercettibile segno che il gruppo, l'azienda, (la tribù), è riconosciuta generalmente come punto di riferimento mondiale nel suo campo, (ambiente), trasmettendo indirettamente riconoscimento sociale alle persone che di tale azienda (tribù) fanno, con orgoglio (emozione), parte e che li ha sicuramente aiutati ad ottenere i buoni risultati conseguiti e riconosciuti implicitamente dall'uso del nome aziendale per identificare il prodotto tout court e genericamente
che non c'entri una cippa e sia una monata galattica poi resta in secondo piano...
ma di che stiamo parlando?
[/quote]mix ha scritto:a me il piacere, l'emozione, l'appagamento estetico, come decine di altri aspetti delle mie funzioni istintive, servono e sono molto grato, sento simpatia ed empatia verso le persone che mi permettono di soddisfare questi miei bisogni profondi oppure condividono le medesime emozioni, sensazioni, gusti.SergioAD ha scritto:Poi è vero che l'emozione è un meccanismo studiato e manipolato per fare venire fuori quello che serve e allora vengono pagati profumatamente quelli della musica, arte, moda, religioni, etc... (che a me non servono... non servono ma tollero.)
ciò non mi rende schiavo di mitologie, idolatrie, et similia
dove sta il collegamento logico emotività - religione ?
perché questo abbinamento temo sia una componente sottostante all'avversione per i discorsi collegati ad una parte così importante della vita quotidiana di ogni persona come sono le funzioni irrazionali (non la religione!)
funzioni emotive che poi però vediamo abbondantemente all'opera nello svolgersi della partecipazione ad ogni evento umano, come per esempio vicino e diretto, quella in questo forum. o NO?
eh, si... una lettura profondamente complessa e analitica del fenomeno... non c'è dubbio... oserei definirla quasi diabetica...
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
d i p e n d erenus ha scritto:essere sintetici non significa essere ermetici... anche perché subito dopo te lo spiego e subito prima te la racconto.mix ha scritto:che risponde al capriccio elitario di concentrare fino all'ermeticità le cose e spararsi sull'ombelicorenus ha scritto:L'arte del continuare a non centrare le cose e sparare nella nebbia.mix ha scritto:se non hai una fede completa ed assoluta nella razionalità allora ti mettono nella categoria opposta; funzionano così i fanatismi, per polarizzazioni assolute; non ammettono le sfumature nelle cose. non si relazionano bene con la complessità. vogliono cose nette, o tutto bianco o tutto nero.
al contrario di quello che stai facendo tu.
io posso sintetizzare fino all'ermeticità oppure essere prolisso all'eccesso a seconda delle circostanze
a me piace così, e ciò è tutto quel che serve a motivare le mie scelte, finché non si trovano reciprochi accordi di collaborazione
che in presenza di persone intelligenti non mi è mai, assolutamente mai, mancato di trovare.
ciò non significa il contrario: che necessariamente le persone intelligenti trovano desiderabile la collaborazione con me, molto naturalmente. vietato travisare.
ma poiché i contatti sociali sono esorbitanti nella mia personale esperienza, non trovo intelligente, utile e neppure gradevole, cercare di piacere a tutti, ma per i miei gusti è molto meglio selezionare rapidamente e drasticamente le persone con cui stabilire collaborazioni di idee, emozioni, sentimenti, esperienze, visto che le risorse (tempo, sopratutto) per intrattenere significative relazioni interpersonali sono così limitate
poiché io mi conosco e mi annoierebbe parlare oltre di un argomento che non mi può portare nessuna informazione supplementare, ti inviterei ad evitare, molto gentilmente, di riproporre nei tuoi post l'argomento della mia persona, e limitarti ai miei comportamenti, azioni, ...... , quant'altro, che in caso di dimostrazione di inadeguatezza per qualsivoglia motivazione, posso sempre adeguare alle esigenze di singoli oppure gruppi, se voglio.
grazie anticipatamente
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
non sono vere e proprie risposteRasputin ha scritto:Renus ma stai ancora a rispondere alle puttanate di questo qui
edit: mix, ma con chi stai parlando? non ti ho mica chiesto nulla, ho solo scritto in merito ad alcune boiate che ho letto, che le abbia postate tu per me è irrilevante
Ultima modifica di renus il Lun 5 Nov 2012 - 11:29 - modificato 1 volta.
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
renus ha scritto:non sono vere e proprie risposteRasputin ha scritto:Renus ma stai ancora a rispondere alle puttanate di questo qui
dai che gli teniamo attiva la dissenteria
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
bentornatoRasputin ha scritto:Renus ma stai ancora a rispondere alle puttanate di questo qui
vedo che riparti con buoni propositi
la vacanza non sembra servita a nulla
forse è stata troppo breve
sono soddisfattissimo che finalmente ogni riferimento a me sia completamente sparito dai contenuti del tuo profilo
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
essere prolisso o sintetizzare nel tuo caso specifico sono termini fuori contesto... nessuno sta parlando dei propri problemi di socializzazione, si cerca di oggettivizzare gli argomenti altrimenti ci si fa due maroni... per queste confessioni vai su canali più gossippari.
edit: ecco, ora cominci anche a pisciare controvento... scrivi in pm altrimenti alla prossima segnalo come provocazioni gratuite queste cagate inutili.
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
Comunque per chi volesse una panoramica delle puttanate del nostro, basta che vada sul suo profino poi su statistiche > find all messages
Poi chi dice che nella mia firma sono spariti i riferimenti allo stesso? Basta un po' di esegesi moderatoria e vualà
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Ultima modifica di Rasputin il Lun 5 Nov 2012 - 11:43 - modificato 1 volta.
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
stai dicendo che le parole delle tue risposte hanno riferimenti irrilevanti nella realtàrenus ha scritto:non sono vere e proprie risposteRasputin ha scritto:Renus ma stai ancora a rispondere alle puttanate di questo qui
edit: mix, ma con chi stai parlando? non ti ho mica chiesto nulla, ho solo scritto in merito ad alcune boiate che ho letto, che le abbia postate tu per me è irrilevante
perché è dal tuo post che ho grassettato e amplificato la grandezza del riferimento diretto a me, non me lo sono inventato.
se vuoi ribattere a quelle che tu ritieni boiate restare su di esse e non spostare l'attenzione sulla persona che tali assunti ha postato dovrebbe essere automatico
OK, una svista è sempre possibile (o a te non succede mai?), quando succede sarebbe sufficiente dire "ho sbagliato, ritiro le parole in eccesso", (ma si sa, ne ammazza più l'orgoglio del petrolio )
dispiace interrompere questo divertente interludio, ma il cazzeggio deve ora cedere il posto ad una cosa immensamente più importante: il cambio gomme invernale su un'auto
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
è evidente da queste parole che non puoi immaginare quale sia la tua importanza nel mio immaginarioRasputin ha scritto:renus ha scritto:non sono vere e proprie risposteRasputin ha scritto:Renus ma stai ancora a rispondere alle puttanate di questo qui
dai che gli teniamo attiva la dissenteria
per fortuna ho una naturale e regolare attività defecatoria e non ho nessun pensiero per essa (neppure quando la sto mettendo in opera), figurati se può essere una mia preoccupazione durante altri momenti della giornata: non mi viene generalmente mai in mente cosa che pare non succeda a te.
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
mix ha scritto:
ho una naturale e regolare attività defecatoria e non ho nessun pensiero per essa (neppure quando la sto mettendo in opera),
si stanno notando ambe cose
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
stessa cosa per ogni utente di questo forum, nulla di diverso che la normalitàRasputin ha scritto:Comunque per chi volesse una panoramica delle puttanate del nostro, basta che vada sul suo profino poi su statistiche > find all messages
secondo me così sottovaluti molto le capacità dei lettori di questo forum, in modo quasi offensivo
per fortuna non ci sono riferimenti diretti a nessuna persona
T A C K T è scattata la tagliolaRasputin ha scritto:Poi chi dice che nella mia firma sono spariti i riferimenti allo stesso? Basta un po' di esegesi moderatoria e vualà
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
se lo dici tu, che così facendo ti assumi la parte dell'esperto del ramo, non mi resta che crederci fideisticamenteRasputin ha scritto:mix ha scritto:
ho una naturale e regolare attività defecatoria e non ho nessun pensiero per essa (neppure quando la sto mettendo in opera),
si stanno notando ambe cose
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
OK, fammi vedere come si fa.renus ha scritto:edit: ecco, ora cominci anche a pisciare controvento... scrivi in pm altrimenti alla prossima segnalo come provocazioni gratuite queste cagate inutili.
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
mix ha scritto:
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
Non è particolarmente necessaria dell'esegesi moderatoria per invitarvi ad ignorarvi reciprocamente, visto che è perfettamente inutile alla trattazione del topic che continuiate a battibeccare in maniera sterile e anzi nociva all'altrui pazienza.
Sia il migliore colui che ignora, per una volta.
Questo è un parere spassionato di tata Avalon, non è una segnalazione di moderazione - ma nel caso ne sentiate una mancanza cocente provvederemo, qualora non coglieste l'invito.
Sia il migliore colui che ignora, per una volta.
Questo è un parere spassionato di tata Avalon, non è una segnalazione di moderazione - ma nel caso ne sentiate una mancanza cocente provvederemo, qualora non coglieste l'invito.
Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
Tomhet ha scritto:Ma secondo voi che senso ha imparare? Se quello che impari è relativo, se quello che dici vale quanto tutto il resto, se la mia ignoranza vale quanto la tua falsa conoscenza, che è falsa perché è relativa a te e non è oggettiva, perché ci sono professori ed alunni? Perché si va a scuola a parte per imparare a leggere e a scrivere?
Così, tanto per provare a designare un qualche limite.
Quanto ti quoto ragazzo mio
Io davvero non capisco,
perche' per costoro il problema non e' che non e' abbastanza convincente, o che non sia oggettivo, il problema e' che cosi' non gli piace. Allora di piantare il paletto e proseguire andando oltre, proprio non se ne parla, rimescoliamola ancora una volta per vedere se trovo un senso che mi soddisfa di piu', andiamo a cercare anche nelle pseudo scienze o in tutto cio' che puo' dare una risposta alternativa.
Perche' non coinvolgere anche l'astrologia e l'alchimia!
Qual'e' il vostro problema? Discernere? Semplificare? Escludere?
Ho la sensazione che il problema, il vero nocciolo della questione, sia tutta qua.
On this peppercorn floating in space there are about 7 billion of us right now. We are born, we live, we die.
So, what is the meaning of our lives while we are on this planet? The fact is that we are an accidental species - one out of millions of evolved species - living on a tiny speck of a planet in a gigantic universe whose size is incomprehensible. This is our reality. Our species could disappear tomorrow for all we know because of an asteroid strike or a nuclear war. The universe would not care. So what is our meaning?
It would be easy to say that our lives have no meaning. But this is untrue. The unique thing about humans is that humans are conscious, intelligent, thinking beings. Humans create meaning. It is the most important thing that we do. Yes we create tools. Yes, we gather knowledge. Yes, we do math and music and so on. We are called Homo Sapiens - the wise apes. But we really might better be called "The apes that create meaning", because we bring meaning into existence with our intelligence and our thinking. We create meaning through conscious choice and conscious acts.
Here is an example. Pull a $20 bill (or its equivalent in your nation) out of your wallet. Examine it rationally. It is a piece of paper with some ink on it. In reality it is a nearly worthless piece of paper. But in our society, this piece of paper has real meaning. If I drop a scrap of newspaper of the same size on the ground, it will be ignored. If I drop a $20 bill on the ground, it will get scooped up instantly. The two objects are almost exactly the same except for the arrangement of the ink molecules on the paper. Yet one scrap of paper can buy $20 worth of food, and the other is worthless.
Our entire monetary system is an abstraction - meaning created by human beings out of thin air and embodied as little scraps of paper, or arrangements of bits in computer memory. Yet this abstraction has so much meaning now that people can die for lack of these scraps of paper. For the tens of thousands of people who die of starvation every day, this abstraction is deadly.
Human beings create meaning. Therefore you can create meaning in your life.
Continua qui, e Masada nella nostra conversazione privata lo conosce gia'.
http://decidingtobebetter.com/meaning-of-life.htm
E' cosi' troppo amaro questo boccone?
Halloween e' gia' passato, per me e' comunque un dolcetto questo scherzetto.
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*Valerio*- -------------
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
Bel post Valerio, credo che alcuni semplicemente cerchino nella scatola sbagliata e si ostinino a pensare che sia quella preconfezionata da altri ad essere quella giusta.
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"Quando una storia è troppo bella per essere vera, non è vera." (Bastardi senza gloria)
fede significa creare una virtù dall'incoscienza (Bill Maher)
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui. (B. Russel)
Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
*Valerio* ha scritto:Tomhet ha scritto:Ma secondo voi che senso ha imparare? Se quello che impari è relativo, se quello che dici vale quanto tutto il resto, se la mia ignoranza vale quanto la tua falsa conoscenza, che è falsa perché è relativa a te e non è oggettiva, perché ci sono professori ed alunni? Perché si va a scuola a parte per imparare a leggere e a scrivere?
Così, tanto per provare a designare un qualche limite.
Quanto ti quoto ragazzo mio
Io davvero non capisco,
perche' per costoro il problema non e' che non e' abbastanza convincente, o che non sia oggettivo, il problema e' che cosi' non gli piace. Allora di piantare il paletto e proseguire andando oltre, proprio non se ne parla, rimescoliamola ancora una volta per vedere se trovo un senso che mi soddisfa di piu', andiamo a cercare anche nelle pseudo scienze o in tutto cio' che puo' dare una risposta alternativa.
Perche' non coinvolgere anche l'astrologia e l'alchimia!
Qual'e' il vostro problema? Discernere? Semplificare? Escludere?
Ho la sensazione che il problema, il vero nocciolo della questione, sia tutta qua.
Si, hai colto il nociolo.
Colgo l'occasione di questo post per chiarire la mia posizione.
Dopo mesetti che mi confronto con le opinioni di alcuni del forum sembrano ormai chiare a tutti le mie posizioni, ma pare non le ragioni delle stesse.
Per prima cosa chiedo di comprendere la difficoltà e la densità di alcune risposte che richiedono tempo.
Ho infatti due mp a cui rispondere, uno a valerio e uno a renus, che in due post ormai hanno centrato definitivamente la questione.
Magari evito gli mp e me la sbrigo con questo.
Chiaramente la mia posizione è di agnostico anomalo.
Dopo 4 anni di agnosticismo inteso come disinteresse sulla questione su dio (come non influente, non investigabile...) mi son dato un paio di anni per uscire dall'impasse agnostico e valutare se possa essere considerabile "ragionevole"(badate, non razionale, ma "ragionevole") credere nella possibilità dell'esistenza di un dio, come "ragionevolmente" possa-debba essere questo "dio", o se invece la questione su dio non sia per nulla "ragionevole" o magari risolvibile, e quindi parimenti non abbracciabile nè la fede in dio nè la certezza della sua non esistenza.
Una possibile conclusione potrebbe essere anche che non sia abbracciabile affatto l'ipotesi dell'esistenza di dio perchè postulato che non si regge su nulla, "unicorno rosa", "sasso" nella tasca che non ti decidi a mostrare perchè non c'è...
Chiaramente per considerare questo tema mi sto rivedendo alcuni contenuti filosofici di discipline che studiano cosa sia e se esista la verità, come l'uomo conosca la realtà,... cose, insomma, come l'epistemologia (popper, kuhn...), la fenomenologia (husserl, heidegger...), l'ermeneutica (gadamer, heidegger...)...
Centrali sono quindi le prospettive sulla correlazione soggetto-oggetto (fenomenologia, costruttivismo, ... pirsig... heisenberg...); la storicità dell'esperienza culturale dell'animale sociale uomo e quindi le scienze sociali (g.h.mead, goffman, w.dilthey, bateson...); l'interpretazione della realtà in schemi logici e modelli razionali, quindi le basi della logica (aristotele, wittgenstein...), della matematica base delle scienze esatte (russell, godel...)...
Ho citato specificatamente non per fare il figo, ma per chi volesse capire di più e avesse tempo e voglia di leggere (alcune cose le ho già postate in altri 3d, credo sian robe che si possano capire anche da autodidatti -alcuni del forum dibattendo han dimostrato di averle capite- soprattutto se si ha già una spolverata di filosofia): può davvero bastare, credo, leggere la parte su wiki di quegli argomenti per intuire in che senso siano essenziali per indagare se la questione su dio sia "ragionevole" o no.
Discriminante sarà ovviamente la questione su cosa sia considerabile razionale/irrazionale, "ragionevole".
Ho chiaramente una gigantesca lacuna: l'aspetto biologico, fisico-chimico della questione.
Prima o poi dovrò affrontare a questo, anche se una spolverata ce l'ho, molto oltre il livello wiki in alcuni casi.
Certamente chi io considero "riduzionista-scientista-biologista" ha spesso più conoscenze da questa prospettiva della questione, mentre io da quella filosofica-scienze sociali.
*Valerio* ha scritto:
Qual'e' il vostro problema? Discernere? Semplificare? Escludere?
Quello sopra spiegato è il problema.
Direi discernere.
Più sinteticamente di così non potevo spiegarlo.
___________________
Masada- -----------
- Numero di messaggi : 1558
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
ho letto l'articolo di Longo e ringrazio Masdada per averlo postato.
metto in spoiler le mie osservazioni.
in sintesi:
la complessità sta modificando i parametri di ricerca e di conoscenza. Ci sono novità sul piano della materia e dello studio delle emozioni. Questo per me non è un qualcosa che "dimostra" la fallacia del metodo scientifico ma anzi ne denota l'onestà e il candore di approccio. Descrivere gli scienziati come dei fanatici scientisti è falso e poco utile. La nostra irrazionalità e gli elementi emotivi che ci caratterizzano son un campo meraviglioso di indagine e di speculazione, che utilizza i dati oggettivi forniti dalla ricerca scientifica. Si vedono contrapposizioni dove non ve ne sono. Il problema è che due piani diversi vengono mescolati. Ci sono le scienze, che ci fanno conoscere. E poi ci sono le discipline che elucubrano su ciò che conosciamo.
metto in spoiler le mie osservazioni.
in sintesi:
la complessità sta modificando i parametri di ricerca e di conoscenza. Ci sono novità sul piano della materia e dello studio delle emozioni. Questo per me non è un qualcosa che "dimostra" la fallacia del metodo scientifico ma anzi ne denota l'onestà e il candore di approccio. Descrivere gli scienziati come dei fanatici scientisti è falso e poco utile. La nostra irrazionalità e gli elementi emotivi che ci caratterizzano son un campo meraviglioso di indagine e di speculazione, che utilizza i dati oggettivi forniti dalla ricerca scientifica. Si vedono contrapposizioni dove non ve ne sono. Il problema è che due piani diversi vengono mescolati. Ci sono le scienze, che ci fanno conoscere. E poi ci sono le discipline che elucubrano su ciò che conosciamo.
- Spoiler:
- Introduzione
L’introduzione è a mio avviso piuttosto tendenziosa e banalizza fortemente i processi cognitivi legati alla ricerca scientifica. Il ricercatore non ha alcuna visione “finalistica assoluta” della propria attività, è cosciente di essere davanti non a un’intera scalinata ma a un gradino. A volte egli si imbatte nella “fine” di quella scala e in quel momento e solo in quello pone la parola fine su quel filone di ricerca, sepre con l’animo pronto però a toglierla di nuovo se altri dati, altri saperi riaprono quella via.
Una delle ossessioni dell’Occidente mi dispiace ma non è la razionalità perfetta (desiderio alquanto elitario e limitato direi), semmai è quella di fornirsi SEMPRE di risposte, anche quando queste non sono disponibili. Senza risposta si avverte il vuoto, e questo vuoto DEVE essere riempito. Io da uomo di scienza ho sempre rigettato interamente questa visione del mondo e del cammino dell’uomo.
Su questo equivoco si è sempre giocato alla “caccia al presuntuoso”. Io vorrei davvero chiedere a tutti chi sia davvero superstizioso, chi sa di non sapere ma cerca risposte con ciò che la sua mente gli mette a disposizione, o chi si arroga il diritto-dovere di fornire COMUNQUE una risposta?
Realtà e rappresentazione
Io non conosco scienziati (scusate, già il termine è un po’ ridicolo... comunque ricercatori in campo
SCIENTIFICO: dati, materia, campionamento, analisi, ipotesi zero, statistica. Chiedo scusa, e per me non è sminuire ma solo definire con chiarezza: un filosofo NON E’ un uomo di scienza, può essere un grande pensatore ma non un uomo di scienza, così come un pianista non è un idraulico e viceversa) che “non conoscono la miseria dell’ignorabimus”. La previsione del futuro viene lasciata agli oroscopi o agli analisti finanziari. Si applica il metodo scientifico per allargare la conoscenza dell’uomo e per dargli sempre più strumenti per gestire, migliorare e controllare la propria vita e i fenomeni che interagiscono con essa. Nessuna traccia di presunta onniscienza. Tra l’altro, se l’avvicinamento è asintotico, esclude di per sé l’”onniscienza”. Ossimoro. L’uso della maiuscola sulla parola verità (Verità) è quanto di più antiscientifico si possa immaginare.
Non c’è niente da sorridere su Talete, visto che 2600 anni dopo c’è ancora un pensiero dominante che agisce allo stesso modo, ossia di fronte all’ignoranza si arma di risposte fittizie che possano colmare il buco.
Il libro della Natura.
2200 anni separano Talete da Galileo. Cosa fa Galileo? La stessa cosa di Talete, ossia propone LA risposta. Non si tratta di ingenuità primitiva, si sta parlando di grandissime menti dell’umanità che si trovavano di fronte a una incredibile porta aperta di fronte a loro, affacciata su un immenso scenario in gran parte oscuro. Le possibilità sono due: entrare o chiudere la porta facendo finta di non averla neanche vista. Per me l’atteggiamento religioso “medio” è questo: chiudo la porta e mi faccio bastare le basi primitive di comprensione del mondo che qualche furbone ha messo in un gran (grosso) libro che mi fornisce le risposte (e il loro contrario ma questo è un altro discorso) e anche le regole del gioco del vivere. Comodo e senza particolare sforzo. Chi si mette invece in cammino oltre la porta può avere altri due atteggiamenti: andare a tentoni, passo per passo, definendo la realtà che lo circonda MAN MANO che la riconosce e la “impara” oppure “postulando”, ossia dichiarando itinerario da seguire e traguardo da raggiungere. Questo secondo atteggiamento NON E’ un atteggiamento da uomo di scienza ma solo da primitivo stregone. Che poi ci si possa mettere a “giocare” creando scenari è non solo giustificabile ma auspicabile, poiché la definizione degli scenari innesca ricerche direzionate che spesso possono rivelarsi molto efficaci nella determinazione del progetto di ricerca, MA devono restare quello che sono, giochi di creazione.
Il metodo scientifico
Nel primo paragrafo i fisici vengono separati dai biologi, e questi ultimi accomunati a sociologi e psicologi... questo è davvero un grosso errore. In particolare si separano due materie che sono invece strettissimamente correlate l’una all’altra; il primo anno di biologia si fanno matematica e fisica, e questi due pilastri restano a sorreggere tutto il corso degli studi e poi quello della propria attività di ricerca. Non ho scritto il terzo pilastro, la chimica, perché ritengo che per “fisica” si sia voluto accomunare anche questo ramo scientifico. Resta il fatto che biologia = fisica + chimica + matematica. Non so di quale “biologia” possa parlare Longo.
In fondo dice una cosa su cui sono d’accordo. Una importante acquisizione cognitiva dell’uomo moderno è il concetto di complessità. Chi si è occupato di fenomeni biologici (io ho studiato la migrazione degli uccelli) sa certamente che un approccio multivariato e/o “cluster” è una conditio sine qua non per poter descrivere adeguatamente il fenomeno stesso. Ma c’è un’ombra che non mi fa sposare in pieno quanto detto da Longo. La fisica quantistica NON cancella Einstein così come Einstein non aveva cancellato Newton. Apre degli scenari che, IN CONDIZIONI MOLTO PARTICOLARI E IN AMBITI DIMENSIONALI “ESTREMI”, hanno bisogno di una fisica diversa, governata da altre leggi. E’ troppo facile dire che la quantistica rimette tutto in discussione: aggiunge ulteriori elementi e va a confrontarsi con gli aspetti meno adamantini delle teorie preesistenti suggerendone le risposte. Invece si afferma che dalla quantistica si evince che dobbiamo riformulare interamente il nostro rapporto con la realtà...
Caso e determinismo
“in fisica si formulano teorie che preludono a...” e da questo assunto si parte col ragionamento. La trovo una base molto debole. Matematica, fisica, astronomia, neuroscienze, microbiologia, sono scienze di “confine” sempre di fronte a una delle porte di cui parlavo prima. Il fissismo ormai è una impostazione abbandonata da tempo, ma ad essa non si è sostituita la FANTASIA, ma la verifica di nuovi modelli sperimentali. Heisenberg e il suo principio di indeterminazione non sono la porta aperta alle speculazioni emotive, quanto un nuovo sistema di coordinate all’interno del quale collocare percezioni e gradi di oggettività. Ripeto, è l’approccio che è diametralmente opposto. La consapevolezza dell’esistenza reale di un grado di indeterminazione non mi induce affatto ad applicarlo ad ogni linea di ricerca e ad ogni ipotesi, rende “solo” (in realtà il passo è enorme) più cauta l’assolutezza delle mie risposte. Non è la scienza che “fallisce” il suo (?) obbiettivo di Verità, è la scienza che, al contrario di fedi e credenze E SPECULAZIONI, non si erge ad unico baluardo e ad unica chiave di lettura dell’universo ma sa piegarsi, tornare su sé stessa, ripensarsi, rimboccarsi le maniche e ripartire da un punto diverso da quello che fino ad allora aveva rappresentato il porto sicuro da cui iniziare i viaggi verso la conoscenza.
Il mondo dell’informazione
In questo paragrafo vengono dette alcune cose condivisibili, ad esempio il forte legame tra il reale e l’informazione su di esso. Tutto bene? No. Forse è una mia erronea impressione ma sembra che si voglia per forza far passare il concetto che senza informazione la realtà non esista. L’uomo si prende anche questo onere/onore? Non credo che gli spetti. E cosa dire del “significato”? Se per significato intendo il modo con cui riesco a descrivere un oggetto o un evento, ok. Ma se a questo oggetto/evento attribuisco invece un “ruolo”, un “fine”, ecco che allora di nuovo siamo andati verso la speculazione fine a sé stessa.
La complessità.
Sul fatto che l’uomo si trovi di fronte a una sempre maggiore complessità direi che non ci piove. Questa complessità genera un inrteressantissimo intreccio di cause, sinergie e interazioni che stanno formando il nuovo mondo che proviamo a conoscere e riconoscere, molto più intrecciato e meno monolitico del precedente. In questo però calarci sopra il costruttivismo come “quindi” è del tutto artificiale, questa visione tutta incentrata sul soggetto non rende merito all’oggetto, ci pone di nuovo su un piedistallo troppo alto per quello che veramente siamo.
E’ vero, la nostra percezione fa parte della realktà, di quello cioè che ci arriva come tale; ma “là fuori” c’è comunque una realtà, che sostanzialmente se ne frega di noi e di quello che pensiamo. E’ solo per noi che noi acquisiamo tutto questo rilievo, al di fuori di noi si muove un mondo a cui siamo del tutto indifferenti.
L’accenno alla coevoluzione è fuorviante e un po’ strumentale... dire che una specie interagisce con l’ambiente modificandolo è un paesaggio ben delineato in cui le interazioni sono tutte in evidenza, nessuno spazio alla fantasia. In fondo si ritorna al senso della vita... Intendiamoci, per me ad esempio la vità è PIENA di senso, in ogni cosa che faccio. Semplicemente non le do una “finalità”.
Il senso e la narrazione
Quello che è qui scritto nella prima parte mi piace molto, ma trovo a tratti una contraddizione di fondo. Se la realtà equivale alla narrazione perché poi si afferma che il “mondo” resta poi comunque al suo posto, deposito inesauribile di forme ecc.
Si dice “guai se le nostre semplificazioni e la volontà di formalizzare (come se questa non fosse una modalità di narrazione...) finissero col far sparire il mondo. Giusto, giusto. Altrettanto giusto è: guai se a colpi di costruttivismo perdessimo di vista l’OGGETTIVITA’ dell’esistere! (e infatti in fondo all’elenco è costretto a mettere “anche ai racconti”).
Poi c’è di nuovo una sparata su questi scienziati malvagi che vogliono impadronirsi della Verità... ma chi?? Ma quando mai??
...e dai con questa Verità maiuscola...
Il ritorno della storia
Non so, di nuovo vedo una visione del razionalismo come di una specie di malattia... ma chi è che vuole questo (cito): “Alcuni vorrebbero ridurre la vita umana a un seguito di operazioni esatte, logiche e razionali, vorrebbero cioè eliminare le attività superflue (rispetto a che cosa?), ingiustificabili (secondo quali ragioni?), imprecise (rispetto a quale metro?). Crearsi un mostruoso nemico brutto e cattivo per poter più facilmente portare avanti le proprie tesi è prassi comune ma non encomiabile.
Il rasoio di Occam – parlo per me – è solo un modo per pormi di fronte a un enunciato e per sfrondarlo di elementi ridondanti che ostacolano la mia comprensione. Parlare della logica criticando Occam è come criticare una cena perché gli stuzzicadenti non erano di pregio. Tralascio per gesto di “pietas” il paragone con rinoceronte – ippopotamo.
Il tempo e gli eventi
Interessante e privo di particolari punti di dissenso da parte mia. Il dibattito sul tempo è apertissimo. Mi permetto solo di far notare questo, ossia che tutto ciò di cui poi discettiamo proviene dallo studio scientifico, dai suoi lenti ma sicuri passi in avanti. Non sono uno scientista perché ho troppo sottomano l’umanità per esserlo, e sopratutto so di non sapere. Ma sono grato a chi dedica la vita a farmi “conoscere”, permettendomi poi di poter elucubrare su ciò che conosciamo. Ecco, questa mi sembra una differenza importante. Ci sono le scienze, che ci fanno conoscere. E poi ci sono le discipline che elucubrano su ciò che conosciamo. Non ne nego l’importanza, ma le colloco in un altro scaffale.
La contingenza
Forse sono stanco ma non trovo punti nuovi da commentare. Si raccontano posizioni già espresse. Che le scienze si occupino solo delle invarianze è naturalmente una completa fantasia del Longo.
L’autopoiesi
“Oggi le scienze non rifiutano più la storia.” In questa frase secondo me giace una importantissima condizione, che è quella dell’ONESTA’ della scienza e della sua strutturale apertura al cambiamento e alla riflessione. A volte si dice “fede nella scienza”: che stupidaggine! Dirlo e farlo. La scienza non esiste, la scienza siamo noi. Non c’è alcun bisogno di avere “fede”, la scienza dà ciò che sa e dice di non sapere ciò che non sa.
L’emozione del pensare.
Ecco, le ragioni del cuore che la ragione non comprende (non infierirò dicendo che il cuore è “solo” un muscolo) sono forse il puntum dolens. Esistono i sentimenti? Cappero, sì! Riesco a “usarli” durante un processo cognitivo? Io dico di no, e mi tengo le mie rabbie e le mie gioie le tengo qui con me, ma non riesco a inserirle in un contesto nel quale a mio avviso devo provare a spogliarmene per poter essere più obbiettivo e distaccato nei confronti del fenomeno che sto studiando. Forse è tutto qui, in una possibilità o meno data ai sentimenti di entrare nel processo di analisi della realtà.
Mi pare AL MOMENTO fuori discussione il fatto che NON abbiamo elementi per poterli usare, ma non vedo un ostacolo insormontabile al poterli usare in futuro, quando – magari grazie alle neuroscienze – potremo dare nomi diversi a quelli plurimillenari e in molti casi inadeguati che ancora oggi utilizziamo.
___________________
fine.
alberto- -----------
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Re: Sindrome del “VERO CREDENTE”
Alberto ottima analisi! Sei un grande. Complimenti e trenta e lode
Io ho fatto una analisi molto più terra terra! Ovvero se abbia senso prendere in considerazione chi, dichiarandosi un esperto della materia che sta esponendo, fa quelle considerazioni sia sulla arroganza dei fisici che sul metodo di Occam? Su questo poi ha scritto una castroneria grande come una casa!!! Io penso che chi è veramente capace non si può permettere di fare degli svarioni così. Ergo.......
Io ho fatto una analisi molto più terra terra! Ovvero se abbia senso prendere in considerazione chi, dichiarandosi un esperto della materia che sta esponendo, fa quelle considerazioni sia sulla arroganza dei fisici che sul metodo di Occam? Su questo poi ha scritto una castroneria grande come una casa!!! Io penso che chi è veramente capace non si può permettere di fare degli svarioni così. Ergo.......
___________________
La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
Paolo- --------------
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