Buddhismo
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Re: Buddhismo
@Paolo
però quando in passato ti si è dato dell'integralista o del "credente" (che ha una fede) dopo una tua infelice ed erronea supposizione, non hai reagito così tranquillamente
però quando in passato ti si è dato dell'integralista o del "credente" (che ha una fede) dopo una tua infelice ed erronea supposizione, non hai reagito così tranquillamente
mix- -------------
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Re: Buddhismo
Mix non so a quale episodio tu ti riferisca perciò non so cosa dirti.
@ zer. quanto tu stia parlando di emozioni che hanno poco di razionale. Io però mi sono sempre mantenuto su di un livello razionale. Non che l'emotività non conti nulla, ma è del tutto personale e perciò argomento assai difficile da discutere. Se poi su questa vogliamo fondare delle convinzioni o delle regole del vivere la cosa è ancora più complessa ed aleatoria.
@ zer. quanto tu stia parlando di emozioni che hanno poco di razionale. Io però mi sono sempre mantenuto su di un livello razionale. Non che l'emotività non conti nulla, ma è del tutto personale e perciò argomento assai difficile da discutere. Se poi su questa vogliamo fondare delle convinzioni o delle regole del vivere la cosa è ancora più complessa ed aleatoria.
Paolo- --------------
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Re: Buddhismo
secondo me paolo, a voler dare il corretto significato ai termini, ''ateismo'' è la non credenza in possibili divinità, null altro...poi un sottoinsieme dell ateismo in senso lato può essere considerato l' ''ateismo scientifico''(mi viene solo questo termine per indicare ciò che intendo, ma potrebbe dirsi anche ''razionalista'' o ''scientifico-razionalista'', credo...), cioè chi non da per vero nulla che non sia suscettibile di verifica empirica, e in ogni caso fino a prova contraria
e in questo non ci troverei nulla di male, il fatto è che tu mi pare vada ancora oltre, cioè cerchi di giustificare un dogma scientia-materialista che non può essere dimostrato
e in questo non ci troverei nulla di male, il fatto è che tu mi pare vada ancora oltre, cioè cerchi di giustificare un dogma scientia-materialista che non può essere dimostrato
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''Spero di non sconvolgere troppo i fisici sperimentali se aggiungo che una buona regola è anche quella di non riporre eccessiva fiducia nei risultati sperimentali finchè non siano confermati dalla teoria''
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Re: Buddhismo
Akka come sai qui si è discusso varie volte se un ateo può essere superstizioso o credere ai fantasmi, giusto per fare un esempio. Aggiungi poi il fatto che per me la parola ateo è illogica e priva di significato capisci che non è possibile limitarsi a dire che ateo è chi non crede in una divinità. Ovvero non credere ala divinità è condizione necessaria ma non sufficiente. E questo perchè non esiste una definizione certa e condivisa di cosa si debba intendere per divinità. C'è chi dice che è la natura. C'è chi sostiene che è tutto l'universo. Ti potrei portare mille altri esempi. Perciò dire che l'ateo è colui che è senza un dio è parziale e limitativo. Ti faccio notare che lo stesso è per il buddismo. Anche qui le cose non mi sembrano così semplici.
Da Wiki:
Un elemento importante del Buddhismo, riportato in tutti i Canoni, è la conferma dell'esistenza delle divinità come già proclamate dalla letteratura religiosa vedica (i deva, tuttavia, nel Buddhismo sono sottomessi alla legge del karma e la loro esistenza è condizionata dal saṃsāra). Così nel Majjhima Nikāya 100 II-212[8] dove al brahmano Sangarava che gli chiedeva se esistessero i Deva, il Buddha storico rispose: «I Deva esistono! È questo un fatto che io ho riconosciuto e su cui tutto il mondo è d'accordo».( Sempre nei testi che raccolgono i suoi insegnamenti, testi riconosciuti tra i più antichi in assoluto e conservati sia nel Canone pāli che nel Canone cinese Deva (deva= nāgarī देव, sanscrito vedico devá) è un termine sanscrito che come aggettivo indica ciò che è divino o celeste, mentre come sostantivo maschile indica la divinità o un dio. Raramente può indicare un demonio malvagio). e che la storiografia contemporanea inquadra nel termine Āgama-Nikāya, il Buddha storico consiglia a due brahmana che, dopo aver dato da mangiare a uomini santi, si debba dedicare questa azione alle divinità (Deva) locali che restituiranno l'onore concesso loro assicurando il benessere dell'individuo (Digha-nikāya, 2,88-89[9]). È evidente, a partire da questi due antichi brani, la certezza da parte del Buddha storico che le divinità esistessero e andassero onorate. A differenza, tuttavia, delle altre correnti religiose dell'epoca, il Buddha ritiene che le divinità non possano offrire all'uomo la salvezza dal Saṃsāra, né un significato ultimo della propria esistenza. Va precisato, peraltro, che non esiste, né è mai esistita alcuna scuola buddhista al mondo che affermi, o abbia affermato, l'inesistenza delle divinità. Tuttavia la totale mancanza di centralità delle divinità nelle pratiche religiose e nelle dottrine buddhiste di tutte le epoche ha fatto considerare, da parte di alcuni studiosi contemporanei, il Buddhismo come una religione 'atea.
Come vedi anche per il buddismo la questione non è certo come si vuol far credere. Non voglio entrare nel merito e tanto più giudicare la dottrina buddista, però come vedi anche qui le cose non sono così semplici!
Da Wiki:
Un elemento importante del Buddhismo, riportato in tutti i Canoni, è la conferma dell'esistenza delle divinità come già proclamate dalla letteratura religiosa vedica (i deva, tuttavia, nel Buddhismo sono sottomessi alla legge del karma e la loro esistenza è condizionata dal saṃsāra). Così nel Majjhima Nikāya 100 II-212[8] dove al brahmano Sangarava che gli chiedeva se esistessero i Deva, il Buddha storico rispose: «I Deva esistono! È questo un fatto che io ho riconosciuto e su cui tutto il mondo è d'accordo».( Sempre nei testi che raccolgono i suoi insegnamenti, testi riconosciuti tra i più antichi in assoluto e conservati sia nel Canone pāli che nel Canone cinese Deva (deva= nāgarī देव, sanscrito vedico devá) è un termine sanscrito che come aggettivo indica ciò che è divino o celeste, mentre come sostantivo maschile indica la divinità o un dio. Raramente può indicare un demonio malvagio). e che la storiografia contemporanea inquadra nel termine Āgama-Nikāya, il Buddha storico consiglia a due brahmana che, dopo aver dato da mangiare a uomini santi, si debba dedicare questa azione alle divinità (Deva) locali che restituiranno l'onore concesso loro assicurando il benessere dell'individuo (Digha-nikāya, 2,88-89[9]). È evidente, a partire da questi due antichi brani, la certezza da parte del Buddha storico che le divinità esistessero e andassero onorate. A differenza, tuttavia, delle altre correnti religiose dell'epoca, il Buddha ritiene che le divinità non possano offrire all'uomo la salvezza dal Saṃsāra, né un significato ultimo della propria esistenza. Va precisato, peraltro, che non esiste, né è mai esistita alcuna scuola buddhista al mondo che affermi, o abbia affermato, l'inesistenza delle divinità. Tuttavia la totale mancanza di centralità delle divinità nelle pratiche religiose e nelle dottrine buddhiste di tutte le epoche ha fatto considerare, da parte di alcuni studiosi contemporanei, il Buddhismo come una religione 'atea.
Come vedi anche per il buddismo la questione non è certo come si vuol far credere. Non voglio entrare nel merito e tanto più giudicare la dottrina buddista, però come vedi anche qui le cose non sono così semplici!
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Paolo- --------------
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Re: Buddhismo
La vita è semplice, siamo noi che la complichiamo tanto da non capirci neanche quando parliamo di cose semplici.
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
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Re: Buddhismo
su cui tutto il mondo è daccordo è una frase ambiguaPaolo, citando Wikipedia, ha scritto:I Deva esistono! È questo un fatto che io ho riconosciuto e su cui tutto il mondo è d'accordo
consapevole del contesto buddhista in cui viene espressa la frase io la intendo così:
.... su cui tutte le evidenze delle cose del mondo concorrono a dire che è così
2° step: a questo punto si dovrebbe andare a vedere che caratteristiche hanno questi Deva, se rappresentino le dinamiche generali che muovono l'Universo (causa/effetto, visione dualista delle cose, e tutte le altre generalizzazioni che quella cultura ha adottato per rappresentare le cose del mondo)
darne una lettura stringentemente riferita ai nostri paradigmi occidentali porta solo a confusione ed incomprensione delle cose che stanno alla base di quella definizione.
che ne pensano i traduttori professionisti del forum di questo approccio di lettura?
è corretto?
mix- -------------
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Re: Buddhismo
mix ha scritto:
che ne pensano i traduttori professionisti del forum di questo approccio di lettura?
è corretto?
Io sono un traduttore, non un esegeta
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Re: Buddhismo
il karma e il samsara sono illusione, quindi dire che i deva esistono ma che sono sottoposti al samsara equivale a dire che sono illusione pure essi, e quindi appartenenti ad uno strato fittizio della realtà
va be io non sono un gran conoscitore del buddismo, klaus te lo spiegerà molto meglio di me
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(*) sopra o sotto? ;-)
uff che fatica! ma cos'hai che non riesci a fletterti neppure un po'?Rasputin ha scritto:mix ha scritto:
che ne pensano i traduttori professionisti del forum di questo approccio di lettura?
è corretto?
Io sono un traduttore, non un esegeta
(*) pensi anche tu quello che penso io?
riferivo la domanda al fatto che se fai una traduzione da lingue lontane nello spazio (culturale) e nel tempo, devi per prima cosa conoscere meglio possibile la cultura in cui il brano, la frase, sono emerse
poi, se leggi una traduzione, considerare le difficoltà insite nell'operazione di traduzione e tenerne opportunamente conto.
mix- -------------
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Re: Buddhismo
mix ha scritto:
riferivo la domanda al fatto che se fai una traduzione da lingue lontane nello spazio (culturale) e nel tempo, devi per prima cosa conoscere meglio possibile la cultura in cui il brano, la frase, sono emerse
Mooolto difficile anche tra lingue contemporanee. Ma ti posso segnalare un vero (A mio parere) capolavoro in questo senso: la traduzione italiana del romanzo di Céline "Voyage au bout de la nuit" (Viaggio al termine della notte). Bastano le prime pagine per capire cosa hanno fatto i traduttori
mix ha scritto:poi, se leggi una traduzione, considerare le difficoltà insite nell'operazione di traduzione e tenerne opportunamente conto.
Ancora peggio, per poterlo fare occorre conoscere e capire la versione originale. Vuoi qualche esempio? Hai visto "L'aereo più pazzo del mondo"?
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Re: Buddhismo
mix ha scritto:su cui tutto il mondo è daccordo è una frase ambigua consapevole del contesto buddhista in cui viene espressa la frase io la intendo così:Paolo, citando Wikipedia, ha scritto:I Deva esistono! È questo un fatto che io ho riconosciuto e su cui tutto il mondo è d'accordo
.... su cui tutte le evidenze delle cose del mondo concorrono a dire che è così
Ti faccio notare che Paolo non ha scritto ma ha copia-incollato da Wiki quello che ha detto Budda !! Se non sei d'accordo con lui io non so cosa dire... vai a discutetene con Budda!
Però mi sembra che non ci siano molti dubbi su questo. Ti riporto la prima frase!
Un elemento importante del Buddhismo, riportato in tutti i Canoni, è la conferma dell'esistenza delle divinità .
Perchè non vi siano ambiguità ti faccio presente che i Canoni sono i testi sacri del buddismo, diciamo VT + NT dei cristiani. Sempre da Wiki:
I testi sacri del Buddhismo (tradizionalmente indicati come Tripiṭaka) sono attualmente raccolti in tre canoni: il Canone pāli (o Pāli Tipiṭaka), il Canone cinese (大藏經, Dàzàng jīng), e il Canone tibetano (composto dal Kanjyur e dal Tenjyur) così denominati in base alla lingua degli scritti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Canone_buddhista
Se non sei d'accordo su questo puoi sempre scrivere su Wiki e spiegare meglio tu come siano le cose!
mix ha scritto:
2° step: a questo punto si dovrebbe andare a vedere che caratteristiche hanno questi Deva, se rappresentino le dinamiche generali che muovono l'Universo (causa/effetto, visione dualista delle cose, e tutte le altre generalizzazioni che quella cultura ha adottato per rappresentare le cose del mondo)
darne una lettura stringentemente riferita ai nostri paradigmi occidentali porta solo a confusione ed incomprensione delle cose che stanno alla base di quella definizione.
che ne pensano i traduttori professionisti del forum di questo approccio di lettura?
è corretto?
Ti ho anche copia-incollato cosa dice Wiki dei Deva. Forse ti è sfuggito e te lo ripeto:
Deva (devanāgarī देव, sanscrito vedico devá) è un termine sanscrito che come aggettivo indica ciò che è divino o celeste, mentre come sostantivo maschile indica la divinità o un dio. Raramente [1] può indicare un demonio malvagio.
Ma non è certo mia intenzione dimostrare niente e tanto meno che il buddismo è una religione. Quello che voglio dire è che le cose non sono certo così semplici come si sostiene.
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Re: Buddhismo
riguardo alle traduzioni mi aveva colpito l'inizio di "La linea d'ombra" di Conrad, che secondo me è impossibile da tradurre decentemente dall'originale: troppo suggestivo l'abbinamento tra immagini mentali & musica delle parole che sembrano ricreare lo sciabordio delle onde del mareRasputin ha scritto:mix ha scritto:
riferivo la domanda al fatto che se fai una traduzione da lingue lontane nello spazio (culturale) e nel tempo, devi per prima cosa conoscere meglio possibile la cultura in cui il brano, la frase, sono emerse
Mooolto difficile anche tra lingue contemporanee. Ma ti posso segnalare un vero (A mio parere) capolavoro in questo senso: la traduzione italiana del romanzo di Céline "Voyage au bout de la nuit" (Viaggio al termine della notte). Bastano le prime pagine per capire cosa hanno fatto i traduttori
per Cèline mi devo limitare al tradotto non conoscendo il francese; però potrei provare a leggerne alcune pagine, mi tornerà in mente quando l'ho letto in italiano
mix ha scritto:poi, se leggi una traduzione, considerare le difficoltà insite nell'operazione di traduzione e tenerne opportunamente conto.
Ancora peggio, per poterlo fare occorre conoscere e capire la versione originale. Vuoi qualche esempio? Hai visto "L'aereo più pazzo del mondo"?[/quote]ho letto Forrest Gump in originale ed è stata una cosa bellissima, mi sono spagasciato (molto più che spanciato) dalle risate, mi facevano male i muscoli addominali.
non credo che una versione tradotta sia in grado di trasporre efficacemente tutti i modi di dire americani, presenti tanto frequentemente nell'originale
in che 3D siamo?
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Re: Buddhismo
Ti faccio notare che "ha scritto" lo mette automaticamente il programma di composizione dei post quando si trova davanti il tag | parentesi quadra | = | "nome utente" | chiusa parentesi |Paolo ha scritto:mix ha scritto:su cui tutto il mondo è daccordo è una frase ambigua consapevole del contesto buddhista in cui viene espressa la frase io la intendo così:Paolo, citando Wikipedia, ha scritto:I Deva esistono! È questo un fatto che io ho riconosciuto e su cui tutto il mondo è d'accordo
.... su cui tutte le evidenze delle cose del mondo concorrono a dire che è così
Ti faccio notare che Paolo non ha scritto ma ha copia-incollato da Wiki quello che ha detto Budda !!
io l'ho modificato nel nome utente aggiungendo " , citando Wikipedia, " in modo da chiarire la tua fonte, ma non sono arrivato alla finezza di modificare il programma di composizione dei post in modo da impedirgli la sua aggiunta automatica; dovevo arrivare fin lì?
"Buddha non esiste; se ne trovi uno distruggilo" dice una delle norme riportate da klausXXil computer di Paolo ha fatto in modo che sembri che ha scritto:Se non sei d'accordo con lui io non so cosa dire... vai a discutetene con Budda!
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Re: Buddhismo
mix ha scritto:
riguardo alle traduzioni mi aveva colpito l'inizio di "La linea d'ombra" di Conrad, che secondo me è impossibile da tradurre decentemente dall'originale: troppo suggestivo l'abbinamento tra immagini mentali & musica delle parole che sembrano ricreare lo sciabordio delle onde del mare
Letto, purtroppo solo in italiano. Notifico che il titolo originale è "The twilight zone", che letteralmente significa il cambio di luce al crepuscolo o all'alba, ed in senso lato "La zona grigia" (Almeno cosí lo tradurrei io).
mix ha scritto:per Cèline mi devo limitare al tradotto non conoscendo il francese; però potrei provare a leggerne alcune pagine, mi tornerà in mente quando l'ho letto in italiano
mix ha scritto:poi, se leggi una traduzione, considerare le difficoltà insite nell'operazione di traduzione e tenerne opportunamente conto.
Non hai capito: leggilo in italiano ed immaginati il lavoro dei traduttori! (Nemmeno io conosco il francese a sufficienza per leggere un libro del genere).
mix ha scritto:ho letto Forrest Gump in originale ed è stata una cosa bellissima, mi sono spagasciato (molto più che spanciato) dalle risate, mi facevano male i muscoli addominali.
non credo che una versione tradotta sia in grado di trasporre efficacemente tutti i modi di dire americani, presenti tanto frequentemente nell'originale
Esatto. La prima volta che ho visto "Crazy airplane" in lingua originale mi è successo lo stesso
mix ha scritto:in che 3D siamo?
Quello delle buddhanate
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Re: Buddhismo
specifico che ho letto solo un paio di pagine in originale, poi sono passato all'italiano: Conrad non mi piace. scrive benissimo ma quello che racconta non m'interessa, non mi stimola, m'annoia.Rasputin ha scritto:mix ha scritto:
riguardo alle traduzioni mi aveva colpito l'inizio di "La linea d'ombra" di Conrad, che secondo me è impossibile da tradurre decentemente dall'originale: troppo suggestivo l'abbinamento tra immagini mentali & musica delle parole che sembrano ricreare lo sciabordio delle onde del mare
Letto, purtroppo solo in italiano.
figurarsi se dovevo fare più fatica del minimo indispensabile
secondo me pensava al crepuscoloRasputin ha scritto:Notifico che il titolo originale è "The twilight zone", che letteralmente significa il cambio di luce al crepuscolo o all'alba, ed in senso lato "La zona grigia" (Almeno cosí lo tradurrei io).
comunque una situazione dove le cose prendono un aspetto diverso dal solito (e tendente al buio)
ah beh certo!Rasputin ha scritto:Non hai capito: leggilo in italiano ed immaginati il lavoro dei traduttori! (Nemmeno io conosco il francese a sufficienza per leggere un libro del genere).
Cèline è fuori da tutti i canoni del pensiero comune, non è certo agevole renderne senso e ritmo
però dev'essere anche un'immensa soddisfazione se ci riesce
io in passato ho fatto delle traduzioni (artigianali) per un'amica americana che voleva mettere in piedi un franchising di asili con insegnamento dell'americano; quando mi diceva che ero riuscito bene a rendere quello che desiderava la soddisfazione era notevole; figurati quando hai a che fare con un immenso della letteratura che emozione puoi provare se ti sembra o verifichi di aver fatto una buona traduzione.
giuro non volevo alzartela così facile, ma t'è venuta beneRasputin ha scritto:Quello delle buddhanatemix ha scritto:in che 3D siamo?
al primo accenno di warning chiudiamo l'OT, OK?
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Re: Buddhismo
Akka ha colto bene il senso dell'affermazione di Siddharta. Siddhartha Gautama non negava l'esistenza di divinità, ma le riteneva superflue per ciò che concerne il destino dell'uomo, non potendo far nulla,queste divinità, per "salvare" l'uomo dal samsara. In realtà, come era evidente nel racconto che postai qualche tempo fa sul discorso di Siddharta ad un ateo, un credente ed un uomo confuso, alla domanda "esiste un Dio", all'ateo rispose "certo che no", al fedele "certo che sì", all'uomo confuso "cosa cerchi di preciso?". In realtà per Siddharta ed il buddhismo in sè credere o non credere in una divinità non ha nessuna differenza, ma ha differenza nella tolleranza verso chi crede o no. Per questo Siddharta, non occupandosi minimamente della domanda "Gli dei esistono", semplicemente si pose in quella condizione, comune tutt'ora nei buddhisti che si può riassumere nella frase "le cose esistono dal momento in cui tu le pensi". Questo è "mara", semplice illusione.
Un giorno un brahamino vide Siddharta seduto sotto un albero, e colpito da quell'immagine consapevole e serena, avvicinandosi gli chiese:
"Sei tu per caso un Dio?"
E Siddharta rispose:
"no brahamana, non sono un dio"
"Sei tu per caso un angelo?"
"No davvero, brahamana"
"Sei uno spirito?"
"No,non lo sono"
"Allora, cosa sei"?
"Sono semplicemente sveglio".
Detto questo, i deva, anche in India, non sono quello che si intende in occidente. O meglio, sono delle emanazioni del Brahaman, il tutto e lo stesso brahaman, inconcepibile per la mente umana,, ha una sua raffigurazione, il dio Brahama. Ogni dio ha una sua compagna che di fatto è se stesso in forma femminile, non sono immortali e si succedono in quelle che sono le reincarnazioni, o meglio il samsara (il fiume che scorre, che è presente nel buddhismo, ma non come forma di reincarnazione dell'anima, atman, come spiegai). Quindi, in realtà, anche nell'induismo gli dei non esistono, in quanto reincarnati, in quanto semplici essenze vitali, che rappresentano una caratteristica del tutto. Non so se mi sono spiegato chiaramente.
Paolo, a me sinceramente che tu mi dia del credente o meno, non mi arreca offesa.Ne la vedo come tale. Sei vuoi crederlo che male c'è?Ed anche se lo ritieni, primo non mi cambia nulla, secondo non mi stai arrecando danno. Sei libero di forgiare i tuoi pensieri e le tue opinioni, indipendentemente da quello che ti dico.No? Anche se ti ho detto che a me della domanda "esiste Dio", non importa,è inutile. Un pò come il detto "parlare del sesso degli angeli", penso sia molto simile come concetto...
Comunque.
Il buddhismo ha ripreso la cosmologia indù, di cui ha assunto l'eredità. Il tempo vale come tempo cosmico, che non viene calcolato in anni, ma in eoni (kalpa).
Un kalpa significa la durata di tempo fra il sorgere e il declinare di un sistema cosmico e viene in genere indicato con diversi milioni di anni umani. Ogni sistema cosmico ha un determinato sviluppo dal suo sorgere alla dissoluzione definitiva. Esistono innumerevoli sistemi cosmici, perciò anche innumerevoli e paralleli mondi, rispetto ai quali il nostro non può vantare alcuna caratteristica di unicità o di superiorità. La serie di scomparse e ricomparse del mondo è infinita e ogni sistema cosmico è strutturato a strati, che vanno dalle regioni di materia grossolana e quelle di materia sottile, dove si trova la "regione dello non forme" (immaterialità). Ogni mondo è costituito da una serie infinita di fattori esistenziali dinamici (dharma), di cui alcuni assoluti e indistruttibili (come il nirvana o lo spazio vuoto), i restanti condizionati, invece, da altri, e perciò effimeri e instabili.
Nello stesso tempo il buddhismo successivo di alcune scuole mahamana (buddhismo tibetano, la scuola della terra Pura, ecc ) ammettono l'esistenza di cieli e inferi e suddividono ogni sistema cosmico in sei luoghi della vita, divisi a loro volta in tre regioni superiori e tre inferiori. I tre luoghi superiori formano la regione degli dei (deva), che stanno sopra l'uomo e, sostanziati di materia sottile, godono di una vita di maggior durata, ma sottostanno ugualmente al dolore e alla morte; poi si trova la regione degli ashura, che è sempre di natura celeste, ma costoro sono intesi come spiriti furenti in lotta contro gli dei; infine vi è la terza regione, cioè il mondo degli uomini.
Da questi tre mondi superiori sono separati i tre “destini più tetri" o le "condizioni misere"; essi si suddividono nel mondo degli spiriti (peta), che originariamente erano considerati soltanto dei defunti, ma che oggi comprendono anche demoni di ogni specie che dimorano nel mondo animale e infine, più in basso, nella regione degli inferi, che sono numerosi e sono suddivisi in caldi e freddi.
Il dolore è il destino di ogni vita e di tutti i luoghi. Lo 'stato privilegiato di grazia" è prerogativa dell'uomo, poichè per il buddhismo la rinascita come uomo è necessaria per l'acquisizione della conoscenza e la visione del dharma (legge cosmica). Solo l'uomo raggiunge questo stato quando ha acquisito la consapevolezza di non dover più rinascere nel dolore del mondo.Anche gli animali sono considerati alla stregua dell'essere umano, possedendo anch'essi la potenzialità della bodhi (illuminazione), ed è per questo che, condividendo come tutti gli esseri lo stesso destino, devono essere rispettati come gli stessi esseri umani. Tuttavia,nel limite della loro natura, non arriveranno alla profonda consapevolezza di cui è capace la mente umana. Questo non implica una gerarchia tra le forme di vita, proprio perchè l'essere Uomo, è un puro fatto casuale nel buddhismo.Diversamente dall'induismo, in cui la natura di un essere è determinato dal "karman", ossia le azioni positive e negative accumulate nella vita precedente.
A causa dello scarso interesse dimostrato nei confronti degli dei e del poco spazio dedicato alla loro trattazione, spesso è stato detto che il buddhismo originario è una dottrina atea. In effetti, il buddhismo non ha contestato l'esistenza di un dio personale, ma non attribuisce a questo fatto alcuna importanza e considera tempo sprecato quello dedicato alla speculazione sull'esistenza e sulle proprietà degli dei.
Al tempo stesso ha però definito il nirvana eterno e lo ha chiamato beatitudine, verità o massima realtà. Quando il Buddha, in tempi successivi, è stato sottoposto a un processo di trasfigurazione graduale fino a essere un'incarnazione del nirvana, è diventato,per ciò stesso, oggetto di venerazione religiosa in alcuni paesi di tradizione buddhista.
Quindi, il buddhismo puoi chiamarlo religione, puoi chiamarlo filosofia, puoi chiamarla dottrina, corpus di regole di vita.Puoi chiamarlo come vuoi. O non dargli nessuna caratteristica peculiare. E tutto questo e niente di questo.Dipende, come sempre, da che angolo di prospettiva guardi le cose. E sinceramente, va bene tutto, come va bene pensare cosa si vuole. Poco importa. L'importante è applicare ciò che si segue.
Vedi Rasputin perchè siamo diversi? Potrei in effetti esserti insegnante per alcune cose. Ma se tu stesso, che sei il vero maestro di te stesso, non afferra dove dovresti migliorare, è del tutto inutile.
;)
Un giorno un brahamino vide Siddharta seduto sotto un albero, e colpito da quell'immagine consapevole e serena, avvicinandosi gli chiese:
"Sei tu per caso un Dio?"
E Siddharta rispose:
"no brahamana, non sono un dio"
"Sei tu per caso un angelo?"
"No davvero, brahamana"
"Sei uno spirito?"
"No,non lo sono"
"Allora, cosa sei"?
"Sono semplicemente sveglio".
Detto questo, i deva, anche in India, non sono quello che si intende in occidente. O meglio, sono delle emanazioni del Brahaman, il tutto e lo stesso brahaman, inconcepibile per la mente umana,, ha una sua raffigurazione, il dio Brahama. Ogni dio ha una sua compagna che di fatto è se stesso in forma femminile, non sono immortali e si succedono in quelle che sono le reincarnazioni, o meglio il samsara (il fiume che scorre, che è presente nel buddhismo, ma non come forma di reincarnazione dell'anima, atman, come spiegai). Quindi, in realtà, anche nell'induismo gli dei non esistono, in quanto reincarnati, in quanto semplici essenze vitali, che rappresentano una caratteristica del tutto. Non so se mi sono spiegato chiaramente.
Paolo, a me sinceramente che tu mi dia del credente o meno, non mi arreca offesa.Ne la vedo come tale. Sei vuoi crederlo che male c'è?Ed anche se lo ritieni, primo non mi cambia nulla, secondo non mi stai arrecando danno. Sei libero di forgiare i tuoi pensieri e le tue opinioni, indipendentemente da quello che ti dico.No? Anche se ti ho detto che a me della domanda "esiste Dio", non importa,è inutile. Un pò come il detto "parlare del sesso degli angeli", penso sia molto simile come concetto...
Comunque.
Il buddhismo ha ripreso la cosmologia indù, di cui ha assunto l'eredità. Il tempo vale come tempo cosmico, che non viene calcolato in anni, ma in eoni (kalpa).
Un kalpa significa la durata di tempo fra il sorgere e il declinare di un sistema cosmico e viene in genere indicato con diversi milioni di anni umani. Ogni sistema cosmico ha un determinato sviluppo dal suo sorgere alla dissoluzione definitiva. Esistono innumerevoli sistemi cosmici, perciò anche innumerevoli e paralleli mondi, rispetto ai quali il nostro non può vantare alcuna caratteristica di unicità o di superiorità. La serie di scomparse e ricomparse del mondo è infinita e ogni sistema cosmico è strutturato a strati, che vanno dalle regioni di materia grossolana e quelle di materia sottile, dove si trova la "regione dello non forme" (immaterialità). Ogni mondo è costituito da una serie infinita di fattori esistenziali dinamici (dharma), di cui alcuni assoluti e indistruttibili (come il nirvana o lo spazio vuoto), i restanti condizionati, invece, da altri, e perciò effimeri e instabili.
Nello stesso tempo il buddhismo successivo di alcune scuole mahamana (buddhismo tibetano, la scuola della terra Pura, ecc ) ammettono l'esistenza di cieli e inferi e suddividono ogni sistema cosmico in sei luoghi della vita, divisi a loro volta in tre regioni superiori e tre inferiori. I tre luoghi superiori formano la regione degli dei (deva), che stanno sopra l'uomo e, sostanziati di materia sottile, godono di una vita di maggior durata, ma sottostanno ugualmente al dolore e alla morte; poi si trova la regione degli ashura, che è sempre di natura celeste, ma costoro sono intesi come spiriti furenti in lotta contro gli dei; infine vi è la terza regione, cioè il mondo degli uomini.
Da questi tre mondi superiori sono separati i tre “destini più tetri" o le "condizioni misere"; essi si suddividono nel mondo degli spiriti (peta), che originariamente erano considerati soltanto dei defunti, ma che oggi comprendono anche demoni di ogni specie che dimorano nel mondo animale e infine, più in basso, nella regione degli inferi, che sono numerosi e sono suddivisi in caldi e freddi.
Il dolore è il destino di ogni vita e di tutti i luoghi. Lo 'stato privilegiato di grazia" è prerogativa dell'uomo, poichè per il buddhismo la rinascita come uomo è necessaria per l'acquisizione della conoscenza e la visione del dharma (legge cosmica). Solo l'uomo raggiunge questo stato quando ha acquisito la consapevolezza di non dover più rinascere nel dolore del mondo.Anche gli animali sono considerati alla stregua dell'essere umano, possedendo anch'essi la potenzialità della bodhi (illuminazione), ed è per questo che, condividendo come tutti gli esseri lo stesso destino, devono essere rispettati come gli stessi esseri umani. Tuttavia,nel limite della loro natura, non arriveranno alla profonda consapevolezza di cui è capace la mente umana. Questo non implica una gerarchia tra le forme di vita, proprio perchè l'essere Uomo, è un puro fatto casuale nel buddhismo.Diversamente dall'induismo, in cui la natura di un essere è determinato dal "karman", ossia le azioni positive e negative accumulate nella vita precedente.
A causa dello scarso interesse dimostrato nei confronti degli dei e del poco spazio dedicato alla loro trattazione, spesso è stato detto che il buddhismo originario è una dottrina atea. In effetti, il buddhismo non ha contestato l'esistenza di un dio personale, ma non attribuisce a questo fatto alcuna importanza e considera tempo sprecato quello dedicato alla speculazione sull'esistenza e sulle proprietà degli dei.
Al tempo stesso ha però definito il nirvana eterno e lo ha chiamato beatitudine, verità o massima realtà. Quando il Buddha, in tempi successivi, è stato sottoposto a un processo di trasfigurazione graduale fino a essere un'incarnazione del nirvana, è diventato,per ciò stesso, oggetto di venerazione religiosa in alcuni paesi di tradizione buddhista.
Quindi, il buddhismo puoi chiamarlo religione, puoi chiamarlo filosofia, puoi chiamarla dottrina, corpus di regole di vita.Puoi chiamarlo come vuoi. O non dargli nessuna caratteristica peculiare. E tutto questo e niente di questo.Dipende, come sempre, da che angolo di prospettiva guardi le cose. E sinceramente, va bene tutto, come va bene pensare cosa si vuole. Poco importa. L'importante è applicare ciò che si segue.
Vedi Rasputin perchè siamo diversi? Potrei in effetti esserti insegnante per alcune cose. Ma se tu stesso, che sei il vero maestro di te stesso, non afferra dove dovresti migliorare, è del tutto inutile.
;)
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Re: Buddhismo
Comunque per chi è interessato a capire che effetto fa a meditare ascoltando (magari capendo le parole) di un mantra e della musicalità delle parole sanscrite, vi posto due dei pochi mantra completi che si possono trovare su youtube. Il Primo è il Mahamrityunjaya Mantra, ossia il mantra induista (di origine shivaista) della grande conquista sulla mortalità", le cui parole sono:
ॐ त्र्यम्बकम् यजामहे सुगन्धिम् पुष्टिवर्धनम् ।
उर्वारुकमिव बन्धनान् मृत्योर्मुक्षीय माम्रतात् ।।
Om tryambakaṃ yajāmahe sugandhiṃ puṣṭi-vardhanam
urvārukam iva bandhanān mṛtyormukṣīya māmṛtāt
In italiano " Tre occhi in uno, medito su questo, ciò che incrementa le fragranze ed il nutrimento. Dal Benessere alla malattia, attraverso la schiavitù e la morte, quello che porta alla libertà vera.
Il secondo è il mantra buddhista del sutra del cuore, però interpretato secondo le scale indiane e non cinesi, quindi con una musicalità che riflette le radici di provenienza. Il testo l'ho già postato, ( lo trovate qui http://www.lameditazionecomevia.it/sutracuore.htm) e il commentario è fatto bene su wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Sutra_del_Cuore.
La pratica che seguo è di meditare almeno un paio di ore, precedute o seguite da esercizi fisici. é quello che siddharta diceva "dello scorgere l'illuminazione nella meditazione".Una finestra di consapevolezza.
Ah dimenticavo.Spesso si mette una figura del Buddha davanti a se, come nel video, per evitare di distrarsi e focalizzarsi sull'oggetto. A questo serve la statua, altri usano una ciotola, una conchiglia, o qualsiasi altro simbolo buddhista.
ॐ त्र्यम्बकम् यजामहे सुगन्धिम् पुष्टिवर्धनम् ।
उर्वारुकमिव बन्धनान् मृत्योर्मुक्षीय माम्रतात् ।।
Om tryambakaṃ yajāmahe sugandhiṃ puṣṭi-vardhanam
urvārukam iva bandhanān mṛtyormukṣīya māmṛtāt
In italiano " Tre occhi in uno, medito su questo, ciò che incrementa le fragranze ed il nutrimento. Dal Benessere alla malattia, attraverso la schiavitù e la morte, quello che porta alla libertà vera.
Il secondo è il mantra buddhista del sutra del cuore, però interpretato secondo le scale indiane e non cinesi, quindi con una musicalità che riflette le radici di provenienza. Il testo l'ho già postato, ( lo trovate qui http://www.lameditazionecomevia.it/sutracuore.htm) e il commentario è fatto bene su wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Sutra_del_Cuore.
La pratica che seguo è di meditare almeno un paio di ore, precedute o seguite da esercizi fisici. é quello che siddharta diceva "dello scorgere l'illuminazione nella meditazione".Una finestra di consapevolezza.
Ah dimenticavo.Spesso si mette una figura del Buddha davanti a se, come nel video, per evitare di distrarsi e focalizzarsi sull'oggetto. A questo serve la statua, altri usano una ciotola, una conchiglia, o qualsiasi altro simbolo buddhista.
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Re: Buddhismo
klaus54 ha scritto:
Quindi, il buddhismo puoi chiamarlo religione, puoi chiamarlo filosofia, puoi chiamarla dottrina, corpus di regole di vita.Puoi chiamarlo come vuoi. O non dargli nessuna caratteristica peculiare. E tutto questo e niente di questo.Dipende, come sempre, da che angolo di prospettiva guardi le cose. E sinceramente, va bene tutto, come va bene pensare cosa si vuole. Poco importa. L'importante è applicare ciò che si segue.
Vedi Rasputin perchè siamo diversi? Potrei in effetti esserti insegnante per alcune cose. Ma se tu stesso, che sei il vero maestro di te stesso, non afferra dove dovresti migliorare, è del tutto inutile.
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Klaus, io accetto insegnamenti da chiunque, una delle volte più importanti della mia vita è stata una cosa che mia figlia mi ha insegnato quando aveva 2 anni con un semplice gesto e non me la dimenticherò mai.
Il fatto è che chiamare buddhismo una semplice serie di regole del buon senso e decorarle con rituali, mantra, ecc. mi pare assolutamente (E quanto meno) superfluo.
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Re: Buddhismo
klaus54 ha scritto:
Paolo, a me sinceramente che tu mi dia del credente o meno, non mi arreca offesa.Ne la vedo come tale. Sei vuoi crederlo che male c'è?Ed anche se lo ritieni, primo non mi cambia nulla, secondo non mi stai arrecando danno. Sei libero di forgiare i tuoi pensieri e le tue opinioni, indipendentemente da quello che ti dico.No? Anche se ti ho detto che a me della domanda "esiste Dio", non importa,è inutile. Un pò come il detto "parlare del sesso degli angeli", penso sia molto simile come concetto...
Sono assolutamente d'accordo con te. Infatti non era mia intenzione offenderti e tanto meno criticare le tue posizioni. Ho solo espresso una mia valutazione ricavata da quanto tu scrivi. Diciamo un'analisi psicologica! Quello che mi ha meravigliato è stata questa alzata di scudi da parte di altri utenti del forum come se avessi detto una assurdità, o un' offesa! Non ho capito perchè!
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Re: Buddhismo
Volevo illustrarvi una dottrina molto difficile da comprendere che è fulcro dell'insegnamento centrale di Siddharta, la " pratītya-samutpāda", spiegata abbastanza semplicemente in questo video.
Il sutra dice,traslitterato:
"imasmiṃ sati idaṃ hoti
imass' uppādā idaṃ uppajjati
imasmiṃ asati idaṃ na hoti
imassa nirodhā idaṃ nirujjhati"
Ossia, in italiano:
"Questo che sta per essere, sarà quello che sarà.
Sul divenire di questo, quello diverrà.
Questo che non sta per essere,sarà quello che non sarà.
Alla cessazione di questo,cesserà anche quello"
la traduzione italiana non rende i termini ne la consequenzialità delle lettere in sanscrito nè il suono prodotto leggendolo, mi spiace. Comunque ecco il video:
Il sutra dice,traslitterato:
"imasmiṃ sati idaṃ hoti
imass' uppādā idaṃ uppajjati
imasmiṃ asati idaṃ na hoti
imassa nirodhā idaṃ nirujjhati"
Ossia, in italiano:
"Questo che sta per essere, sarà quello che sarà.
Sul divenire di questo, quello diverrà.
Questo che non sta per essere,sarà quello che non sarà.
Alla cessazione di questo,cesserà anche quello"
la traduzione italiana non rende i termini ne la consequenzialità delle lettere in sanscrito nè il suono prodotto leggendolo, mi spiace. Comunque ecco il video:
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Re: Buddhismo
Ma al tuo (Mal) velato proselitismo non rinunci eh
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Re: Buddhismo
Proselitismo?Questa è una teoria filosofica.Se non guardi nemmeno cosa posto...
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Re: Buddhismo
klaus54 ha scritto:Proselitismo?Questa è una teoria filosofica.Se non guardi nemmeno cosa posto...
Non è una teoria, sei uno scienziato e dovresti conoscere bene il siggnificato del termine.
È una congettura.
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Re: Buddhismo
Sull'universo si congettura,mettiamola così se vuoi. Non parla di nulla di trascendentale,nè di Gesù.Te lo prometto...
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Re: Buddhismo
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Re: Buddhismo
Klaus solo per dirti quanto siamo lontani nel valutare le cose. Tu mi illustri una dottrina che dice:
Ossia, in italiano:
"Questo che sta per essere, sarà quello che sarà.
Sul divenire di questo, quello diverrà.
Questo che non sta per essere,sarà quello che non sarà.
Alla cessazione di questo,cesserà anche quello"
Io ritengo invece che il tempo non esista e sia solo una elaborazione del nostro cervello. Tu inveci mi parli di divenire.
Ossia, in italiano:
"Questo che sta per essere, sarà quello che sarà.
Sul divenire di questo, quello diverrà.
Questo che non sta per essere,sarà quello che non sarà.
Alla cessazione di questo,cesserà anche quello"
Io ritengo invece che il tempo non esista e sia solo una elaborazione del nostro cervello. Tu inveci mi parli di divenire.
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Re: Buddhismo
Potremmo discuterne insieme per ore e ore,perchè anche qui molte cose abbiamo in comune. (ho sgamato delle cose che Rasputin non sa che facciano parte del buddhismo, ma non le ho dette apposta ;)).Sarebbe interessante,ovviamente rimarrebbe tutto su un piano speculativo filosofico.Se ti va un giorno ne parliamo.Ora sono davvero cotto e domani mi aspetta una giornata interminabile...
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Re: Buddhismo
klaus54 ha scritto:Potremmo discuterne insieme per ore e ore,perchè anche qui molte cose abbiamo in comune. (ho sgamato delle cose che Rasputin non sa che facciano parte del buddhismo, ma non le ho dette apposta ;)).Sarebbe interessante,ovviamente rimarrebbe tutto su un piano speculativo filosofico.Se ti va un giorno ne parliamo.Ora sono davvero cotto e domani mi aspetta una giornata interminabile...
Ne discuto volentieri. Queste possono essere cose interessanti. Le altre sono delle banalità!
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Re: Buddhismo
klaus54 ha scritto:Potremmo discuterne insieme per ore e ore,perchè anche qui molte cose abbiamo in comune. (ho sgamato delle cose che Rasputin non sa che facciano parte del buddhismo, ma non le ho dette apposta ;)).Sarebbe interessante,ovviamente rimarrebbe tutto su un piano speculativo filosofico.Se ti va un giorno ne parliamo.Ora sono davvero cotto e domani mi aspetta una giornata interminabile...
Il buddismo non è nè teoria nè congettura. Il buddismo è l'esperienza del qui adesso. E' un modo per stare concentrati su ciò che si è e si fa.
Nelle parole ti perdi, senza le parole vai in confusione. Il buddismo, come tutte le antiche pratiche meditative, nesce in una cultura orale e viene tramandato solo per esperienza diretta, empirica personale, da maestro ad alievo.
Sei daccordo su questo?
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Re: Buddhismo
Sono perfettamente d'accordo. Come un figlio ha bisogno dei genitori, il buddhista ha bisogno di un maestro che indichi la via da seguire. L'allievo è il solo che può superare il maestro nel cammino.
Non sono un ipocrita nè voglio esserlo. Nel buddhismo esistono riti e pratiche da seguire. Ed in questo non voglio dire che siano corrette o sbagliate,come ho sempre detto è un accordarsi in modo soggettivo a delle usanze che se si integrano con il proprio modo di essere e se esse vengono accettate e si conciliano con se stessi sono un bene,altrimenti è giusto scartarle e non seguirle. Ed in questo sta la tolleranza del buddhismo.
E sono d'accordo che le parole sono illusione, uno schema imposto dalla nostra mente per interpretare in modo consono al nostro intelletto il mondo. Purtroppo sono limitate.
Ho studiato il devanagari, nelle lingue antiche in significato della sillaba in se,la stessa frase non ha senso, quanto ha senso il suo suono. Purtroppo non esiste un metro di paragone nelle lingue occidentali, se non nel katarevousa (il greco antico) metrico, quello usato nel teatro, per intenderci.
Una frase così:
Che traslitterata si legge:
oṃ mu ni mu ni ma hā mu ni śā kya mu ni svā hā
oṃ muni muni mahāmuni śākyamuni svāhā
e che letteralmente è un saluto a Sakyamuni ("figlio della stirpe Sakya", una specie di "cognome" di Siddharta, il nome intero è Siddharta Gautama Sakyamuni Buddha, intraducibile l'om, svaha vuol dire salute a te, da Svasti, salute) non ha un gran senso se privato del suono, e della fonesi stessa del suono. Non ha senso se non si conosce cosa si intende per Trykaya (Dharmakāya, Saṃbhogakāya, Nirmāṇakāya) e quindi non si intende cosa rappresenti in se la figura del Buddha, che è molto complesso e va oltre la mera raffigurazione,peraltro essa stessa piena di significati metaforici nella postura e nell'espressione.
Come non ha senso questo:
Se rimane sul piano "letterale" e semantico, ma non si esplora il significante. In questo l'occidente e l'oriente hanno un grande gap. E penso a favore, opinione peraltro opinabile, dell'oriente.
Che poi un "ateo-razional-scientista", le reputi baggianate, a me e ad un buddhista in genere nulla importa, perchè non è scopo l'essere metro di paragone, migliore o peggiore, di un modo di pensare. Solo con la pratica, come esattamente dici, si possono desumere benefici e perchè no, pecche, di una pratica quale il "buddhismo", che in se non vuol dire nulla. Dichiararsi "buddhisti" o essere chiamati tale, in realtà ha poco senso. Un pò come essere chiamati "kantiani", "comtiani", "marxisti"...
Che poi qualcuno mi dica che ho le "stampelle",anche questo poco importa. Con queste stampelle ho superato cose che mi avrebbero portato alle deriva, in un vero inferno psicologico, e che invece ho affrontato razionalmente, modulando e osservando le mie emozioni, e riuscendo ad essere sereno. Le stampelle sono fatte per sorreggere chi è in difficoltà, poi queste vengono riposte in un angolo. E si cammina felicemente da soli.Senza aver paura di cadere. Un buddhista è consapevole che queste sono solo costruzioni mentali, le stesse pratiche che segue, lo stesso insieme di regole da seguire. Non c'è bisogno di affermarlo pensando di aver trovato la soluzione alle cose.
E sono convinto solo di una cosa. Che per comprendere gli altri e avere "empatia" di tutto ciò che ci circonda, bisogna prima sondare se stessi ed il proprio abisso. Con tale atteggiamento, rispecchiandosi negli altri, si è capaci di scorgere oltre il proprio naso.
Dal canto mio, avendo una storia differente dagli altri 7 miliardi di esseri umani posso solo trarre delle piccole osservazioni della mia vita fino ad adesso. Ho studiato 10 anni tra medicina e specializzazione, ho studiato da 10 anni i nykaya e il sanscrito. Nella vita lavorativa applico la scienza, nella vita personale il buddhismo come metodo di relazione con gli altri. Ho coltivato sia la scienza occidentale, sebbene medica e quindi empirica ma basata sulle scienze di base tradizionali, sia il pensiero orientale, su due binari, paralleli e nella stessa direzione. Posso dire che aver integrato le due forme mentali mi ha solo aperto la mente, non ho coltivato pregiudizi, esamino le cose con occhio scientifico, mi rapporto agli altri con tolleranza e senza pregiudizi. Se poi qualcuno vuole mettere al rogo tale metodo di vita, faccia pure. Non è molto diverso dall'inquisitore spagnolo del 14° secolo.
Notte.
Non sono un ipocrita nè voglio esserlo. Nel buddhismo esistono riti e pratiche da seguire. Ed in questo non voglio dire che siano corrette o sbagliate,come ho sempre detto è un accordarsi in modo soggettivo a delle usanze che se si integrano con il proprio modo di essere e se esse vengono accettate e si conciliano con se stessi sono un bene,altrimenti è giusto scartarle e non seguirle. Ed in questo sta la tolleranza del buddhismo.
E sono d'accordo che le parole sono illusione, uno schema imposto dalla nostra mente per interpretare in modo consono al nostro intelletto il mondo. Purtroppo sono limitate.
Ho studiato il devanagari, nelle lingue antiche in significato della sillaba in se,la stessa frase non ha senso, quanto ha senso il suo suono. Purtroppo non esiste un metro di paragone nelle lingue occidentali, se non nel katarevousa (il greco antico) metrico, quello usato nel teatro, per intenderci.
Una frase così:
Che traslitterata si legge:
oṃ mu ni mu ni ma hā mu ni śā kya mu ni svā hā
oṃ muni muni mahāmuni śākyamuni svāhā
e che letteralmente è un saluto a Sakyamuni ("figlio della stirpe Sakya", una specie di "cognome" di Siddharta, il nome intero è Siddharta Gautama Sakyamuni Buddha, intraducibile l'om, svaha vuol dire salute a te, da Svasti, salute) non ha un gran senso se privato del suono, e della fonesi stessa del suono. Non ha senso se non si conosce cosa si intende per Trykaya (Dharmakāya, Saṃbhogakāya, Nirmāṇakāya) e quindi non si intende cosa rappresenti in se la figura del Buddha, che è molto complesso e va oltre la mera raffigurazione,peraltro essa stessa piena di significati metaforici nella postura e nell'espressione.
Come non ha senso questo:
Se rimane sul piano "letterale" e semantico, ma non si esplora il significante. In questo l'occidente e l'oriente hanno un grande gap. E penso a favore, opinione peraltro opinabile, dell'oriente.
Che poi un "ateo-razional-scientista", le reputi baggianate, a me e ad un buddhista in genere nulla importa, perchè non è scopo l'essere metro di paragone, migliore o peggiore, di un modo di pensare. Solo con la pratica, come esattamente dici, si possono desumere benefici e perchè no, pecche, di una pratica quale il "buddhismo", che in se non vuol dire nulla. Dichiararsi "buddhisti" o essere chiamati tale, in realtà ha poco senso. Un pò come essere chiamati "kantiani", "comtiani", "marxisti"...
Che poi qualcuno mi dica che ho le "stampelle",anche questo poco importa. Con queste stampelle ho superato cose che mi avrebbero portato alle deriva, in un vero inferno psicologico, e che invece ho affrontato razionalmente, modulando e osservando le mie emozioni, e riuscendo ad essere sereno. Le stampelle sono fatte per sorreggere chi è in difficoltà, poi queste vengono riposte in un angolo. E si cammina felicemente da soli.Senza aver paura di cadere. Un buddhista è consapevole che queste sono solo costruzioni mentali, le stesse pratiche che segue, lo stesso insieme di regole da seguire. Non c'è bisogno di affermarlo pensando di aver trovato la soluzione alle cose.
E sono convinto solo di una cosa. Che per comprendere gli altri e avere "empatia" di tutto ciò che ci circonda, bisogna prima sondare se stessi ed il proprio abisso. Con tale atteggiamento, rispecchiandosi negli altri, si è capaci di scorgere oltre il proprio naso.
Dal canto mio, avendo una storia differente dagli altri 7 miliardi di esseri umani posso solo trarre delle piccole osservazioni della mia vita fino ad adesso. Ho studiato 10 anni tra medicina e specializzazione, ho studiato da 10 anni i nykaya e il sanscrito. Nella vita lavorativa applico la scienza, nella vita personale il buddhismo come metodo di relazione con gli altri. Ho coltivato sia la scienza occidentale, sebbene medica e quindi empirica ma basata sulle scienze di base tradizionali, sia il pensiero orientale, su due binari, paralleli e nella stessa direzione. Posso dire che aver integrato le due forme mentali mi ha solo aperto la mente, non ho coltivato pregiudizi, esamino le cose con occhio scientifico, mi rapporto agli altri con tolleranza e senza pregiudizi. Se poi qualcuno vuole mettere al rogo tale metodo di vita, faccia pure. Non è molto diverso dall'inquisitore spagnolo del 14° secolo.
Notte.
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Re: Buddhismo
Il buddhismo è una pratica.Paganini ha scritto:klaus54 ha scritto:Potremmo discuterne insieme per ore e ore,perchè anche qui molte cose abbiamo in comune. (ho sgamato delle cose che Rasputin non sa che facciano parte del buddhismo, ma non le ho dette apposta ;)).Sarebbe interessante,ovviamente rimarrebbe tutto su un piano speculativo filosofico.Se ti va un giorno ne parliamo.Ora sono davvero cotto e domani mi aspetta una giornata interminabile...
Il buddismo non è nè teoria nè congettura. Il buddismo è l'esperienza del qui adesso. E' un modo per stare concentrati su ciò che si è e si fa.
Nelle parole ti perdi, senza le parole vai in confusione. Il buddismo, come tutte le antiche pratiche meditative, nesce in una cultura orale e viene tramandato solo per esperienza diretta, empirica personale, da maestro ad alievo.
Sei daccordo su questo?
Anche lo yoga è una pratica.
Si potrebbe stare per secoli a discutere dei fondamenti filosofici di tali pratiche.
Io trovo che sia piú interessante vederne gli eventuali effetti pratici.
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
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Re: Buddhismo
Ma non ti ha mai sfiorato il pensiero che le "pappardelle" (scusa Klaus lo dico bonariamente, ma tanto so che non te la prendi e capisci mica sei come quel di Mix! ) di Klaus possano avere solo l'effetto di allontanare dal buddhismo?Rasputin ha scritto:
Ma al tuo (Mal) velato proselitismo non rinunci eh
Io che personalmente non ero mal disposto verso questa religione/filosofia/a-sto-punto-non-so-più-che-cazzo-è, ora dopo l'ennesima prolegomena salmodiante mi è venuto a noia e l'ho scaraventato nella "cartella" delle cose da non prendere in considerazione se non si vuole perdere tempo!
Chissà quanti come me avranno subito questa "malìa"!
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
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Re: Buddhismo
Ecco, allora ti consiglio di guardarti questo:Ludwig von Drake ha scritto:
Il buddhismo è una pratica.
Anche lo yoga è una pratica.
Si potrebbe stare per secoli a discutere dei fondamenti filosofici di tali pratiche.
Io trovo che sia piú interessante vederne gli eventuali effetti pratici.
e anche questo:
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
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Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: Buddhismo
Eh sì Darrow.Anche un goffo e buon panda può diventare un grande guerriero ;)
Comunque gli effetti pratici potrei riassumerli con questa bella poesia di Tagore:
Non prego di essere
esente dai pericoli
ma di essere
senza paura nell'affrontarli.
Non chiedo che
il mio dolore sia alleviato
ma chiedo al cuore
di affrontarlo.
Non cerco alleati
sul campo di battaglia nella vita
ma cerco la mia forza.
Non imploro con ansiosa paura
di essere salvato
ma spero di avere la pazienza
per conquistare la mia libertà.
Hai la foto di un wrestler, uscendo da argomento?
Comunque gli effetti pratici potrei riassumerli con questa bella poesia di Tagore:
Non prego di essere
esente dai pericoli
ma di essere
senza paura nell'affrontarli.
Non chiedo che
il mio dolore sia alleviato
ma chiedo al cuore
di affrontarlo.
Non cerco alleati
sul campo di battaglia nella vita
ma cerco la mia forza.
Non imploro con ansiosa paura
di essere salvato
ma spero di avere la pazienza
per conquistare la mia libertà.
Hai la foto di un wrestler, uscendo da argomento?
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Siamo ciò che pensiamo.Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente.
klaus54- -------------
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Re: Buddhismo
http://www.google.com/search?q=wrestler&ie=utf-8&oe=utf-8&client=ubuntu&channel=fsklaus54 ha scritto:Hai la foto di un wrestler, uscendo da argomento?
a metà pagina
mix- -------------
- Numero di messaggi : 6549
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Re: Buddhismo
Documentario della BBC, titolo "Gesù fu un monaco buddhista". In inglese.
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klaus54- -------------
- Numero di messaggi : 721
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