Origine della capacità di ragionare
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Origine della capacità di ragionare
Che origine potrebbe avere la capacità di ragionare che oggi ha l'omo? Non è certo facile rispondere.
Il problema è sicuramente molto complesso, e per formulare una ipotesi che non sia solo suggestiva, ma che abbia una certa logicità e scientificità sarebbero necessari approfonditi studi di antropologia collegati alla evoluzione dell’uomo. Mi limito solo a formulare una ipotesi che, pur basata su elementi scientifici, tiene in considerazione solo il processo "logico evolutivo" che poterebbe essere alla base della nostra capacità di ragionare, con tutte le ulteriori facoltà che questa capacità ci consente di avere.
Da reperti fossili si è potuto stabilire, con buona e attendibile precisione, che i primi mammiferi sono comparsi sulla terra nel periodo dominato dai grandi rettili e dinosauri. I primi mammiferi erano animali poco più grandi degli odierni topi, molto simili ad un piccolo gatto o coniglio. Probabilmente si nutrivano di piccoli insetti o dei frutti delle piante. Il mondo in quell’epoca, come abbiamo detto, era popolato principalmente da rettili e dinosauri tutti di dimensioni molto maggiori dei primi mammiferi. E’ evidente che i mammiferi erano delle prede per questi animali con cui non potevano competere né per dimensione né per forza fisica. Questa situazione ha condizionato la vita di questi animali che, per sopravvivere, erano costretti a muovesi principalmente di notte, e sempre con la massima attenzione a tutto quello che vi era intorno a loro, atteggiamento invece del tutto ignorato e sconosciuto dai grandi rettili predatori.
Questa continua pressione selettiva, che secondo l’evoluzione darwiniana, eliminava i meno “accorti” per far sopravvivere chi era in grado di percepire in modo attento ogni movimento o segnale intorno a loro, ha spinto sempre più i primi mammiferi verso capacità cognitive che non avevano i dinosauri o i rettili. E’ stato provato, con un esperimento effettuato da studiosi russi negli anni ’50, che i tempi evolutivi, quanto meno del carattere, possono essere anche molto brevi. Hanno così dimostrato che se si incrociano per varie generazioni gli esemplari di volpi siberiane, animali selvatici ed aggressivi, utilizzando solo i cuccioli che dimostravano di avere un carattere più socievole, nel giro di circa sei anni sono stati in grado di avere esemplari di volpi del tutto mansuete e socievoli, con cui potevi giocare come con un gatto domestico. Tenendo conto che l’evoluzione delle varie specie è avvenuta in milioni di anni, è evidente che sono state possibili mutazioni che potrebbero essere considerate impossibili dal punto di vista evolutivo. I primi mammiferi hanno così acquisito capacità sempre più evolute di controllo del mondo esterno, che li ha spinti verso quella che oggi possiamo definire intelligenza.
Ad un certo punto della storia del nostro pianeta avviene un fenomeno ancora oggi difficile da spiegare. I dinosauri si estinguono in breve tempo, e sparisco dal mondo animale del nostro pianeta. Vi sono varie ipotesi sul perché, e una delle più accreditate è che tale estinzione sia stata causata dall’impatto sulla Terra di un asteroide di dimensione tale da provocare oltre all’immediata e competa distruzione di una vasta area ove era avvenuto l’impatto, anche un mutamento climatico dovuto alla enorme quantità di ceneri e fumi che hanno oscurato per moti anni il cielo, causando una specie di breve glaciazione. In condizioni così difficili i grandi rettili, cosi come i dinosauri che hanno bisogno di enormi risorse per vivere, si sono rapidamente estinti, dando la possibilità ai mammiferi di prendere il sopravvento e diffondersi ovunque, anche grazie alla loro elevata capacità di adattamento, alla loro intelligenza e alla necessità di poche risorse per vivere.
Così il piccolo mammifero aveva la possibilità di muoversi liberamente e progressivamente si è diffuso in tutte le parti allora abitabili del globo. Nei millenni si sono differenziate molte specie, e, tramite una selezione naturale darwiniana, si è arrivati fino alle prime scimmie. Tutte quelle capacità che i primi mammiferi hanno dovuto affinare e sviluppare, si sono trasmesse geneticamente ai discendenti. Poiché queste capacità erano caratteristiche vincenti nella selezione naturale, l’evoluzione ha fatto si che proseguissero solo i soggetti più dotati che, incrociandosi tra loro, hanno dato vita a elementi sempre più capaci, perciò intelligenti. Dal Primate poi si è passati ai primi uomini che, anche se in forma molto primitiva, hanno iniziato manifestando quelle capacità che poi, sempre più affinandosi e sviluppandosi, hanno dato origine ad un uomo, il Sapiens, che è il nostro lontano progenitore. Una ricostruzione molto sintetica che serve solo ad illustrare anche in modo schematico la logica del processo evolutivo che può essere messo alla base della evoluzione dell’uomo.
Il problema è sicuramente molto complesso, e per formulare una ipotesi che non sia solo suggestiva, ma che abbia una certa logicità e scientificità sarebbero necessari approfonditi studi di antropologia collegati alla evoluzione dell’uomo. Mi limito solo a formulare una ipotesi che, pur basata su elementi scientifici, tiene in considerazione solo il processo "logico evolutivo" che poterebbe essere alla base della nostra capacità di ragionare, con tutte le ulteriori facoltà che questa capacità ci consente di avere.
Da reperti fossili si è potuto stabilire, con buona e attendibile precisione, che i primi mammiferi sono comparsi sulla terra nel periodo dominato dai grandi rettili e dinosauri. I primi mammiferi erano animali poco più grandi degli odierni topi, molto simili ad un piccolo gatto o coniglio. Probabilmente si nutrivano di piccoli insetti o dei frutti delle piante. Il mondo in quell’epoca, come abbiamo detto, era popolato principalmente da rettili e dinosauri tutti di dimensioni molto maggiori dei primi mammiferi. E’ evidente che i mammiferi erano delle prede per questi animali con cui non potevano competere né per dimensione né per forza fisica. Questa situazione ha condizionato la vita di questi animali che, per sopravvivere, erano costretti a muovesi principalmente di notte, e sempre con la massima attenzione a tutto quello che vi era intorno a loro, atteggiamento invece del tutto ignorato e sconosciuto dai grandi rettili predatori.
Questa continua pressione selettiva, che secondo l’evoluzione darwiniana, eliminava i meno “accorti” per far sopravvivere chi era in grado di percepire in modo attento ogni movimento o segnale intorno a loro, ha spinto sempre più i primi mammiferi verso capacità cognitive che non avevano i dinosauri o i rettili. E’ stato provato, con un esperimento effettuato da studiosi russi negli anni ’50, che i tempi evolutivi, quanto meno del carattere, possono essere anche molto brevi. Hanno così dimostrato che se si incrociano per varie generazioni gli esemplari di volpi siberiane, animali selvatici ed aggressivi, utilizzando solo i cuccioli che dimostravano di avere un carattere più socievole, nel giro di circa sei anni sono stati in grado di avere esemplari di volpi del tutto mansuete e socievoli, con cui potevi giocare come con un gatto domestico. Tenendo conto che l’evoluzione delle varie specie è avvenuta in milioni di anni, è evidente che sono state possibili mutazioni che potrebbero essere considerate impossibili dal punto di vista evolutivo. I primi mammiferi hanno così acquisito capacità sempre più evolute di controllo del mondo esterno, che li ha spinti verso quella che oggi possiamo definire intelligenza.
Ad un certo punto della storia del nostro pianeta avviene un fenomeno ancora oggi difficile da spiegare. I dinosauri si estinguono in breve tempo, e sparisco dal mondo animale del nostro pianeta. Vi sono varie ipotesi sul perché, e una delle più accreditate è che tale estinzione sia stata causata dall’impatto sulla Terra di un asteroide di dimensione tale da provocare oltre all’immediata e competa distruzione di una vasta area ove era avvenuto l’impatto, anche un mutamento climatico dovuto alla enorme quantità di ceneri e fumi che hanno oscurato per moti anni il cielo, causando una specie di breve glaciazione. In condizioni così difficili i grandi rettili, cosi come i dinosauri che hanno bisogno di enormi risorse per vivere, si sono rapidamente estinti, dando la possibilità ai mammiferi di prendere il sopravvento e diffondersi ovunque, anche grazie alla loro elevata capacità di adattamento, alla loro intelligenza e alla necessità di poche risorse per vivere.
Così il piccolo mammifero aveva la possibilità di muoversi liberamente e progressivamente si è diffuso in tutte le parti allora abitabili del globo. Nei millenni si sono differenziate molte specie, e, tramite una selezione naturale darwiniana, si è arrivati fino alle prime scimmie. Tutte quelle capacità che i primi mammiferi hanno dovuto affinare e sviluppare, si sono trasmesse geneticamente ai discendenti. Poiché queste capacità erano caratteristiche vincenti nella selezione naturale, l’evoluzione ha fatto si che proseguissero solo i soggetti più dotati che, incrociandosi tra loro, hanno dato vita a elementi sempre più capaci, perciò intelligenti. Dal Primate poi si è passati ai primi uomini che, anche se in forma molto primitiva, hanno iniziato manifestando quelle capacità che poi, sempre più affinandosi e sviluppandosi, hanno dato origine ad un uomo, il Sapiens, che è il nostro lontano progenitore. Una ricostruzione molto sintetica che serve solo ad illustrare anche in modo schematico la logica del processo evolutivo che può essere messo alla base della evoluzione dell’uomo.
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
Paolo- --------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Mi pare che tu abbia tralasciato il finale: come l'Homo sapiens sia diventato Homo sapiens sapiens. Le funzioni cognitive superiori sono molto più sviluppate nell'uomo moderno, anche se le cause di questo sviluppo sono ancora dibattute (nascita del linguaggio articolato?).
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Steerpike- -----------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Behh questa mia ipotesi non ha la pretesa di avere rigore scientifico. Quello che ritengo più importante è trasmettere una idea, ovvero quella di dare una spiegazioni logica a come si potrebbe essere nato negli animali prima e nell'umo di conseguenza quella che oggi definiamo intelligenza. Ritengo che nel momento in cui si è arrivati all'uomo Sapiens poi l'evoluzione fino a noi sia più lineare. Il vero problema è il primo step. Per la verità non ho una conoscenza così approfondita dell'argomento. Uno come Were mi aggiungerebbe date e periodi ...ma io avrei dovuto mettermi li a fare ricerche e non ne avevo molta voglia.
Però, questa mia esposizione vuole anche significare che l'uomo potrebbe benissimo non essere l'ultimo animale della evoluzione delle specie. I dinosauri hanno dominato il mondo per centinaia di milioni di anni e poi sono spariti per dar spazio poi ai mammiferi. Noi siamo qui da pochissimo al loro confronto. Chissà se l'uomo avrà un successore?
Però, questa mia esposizione vuole anche significare che l'uomo potrebbe benissimo non essere l'ultimo animale della evoluzione delle specie. I dinosauri hanno dominato il mondo per centinaia di milioni di anni e poi sono spariti per dar spazio poi ai mammiferi. Noi siamo qui da pochissimo al loro confronto. Chissà se l'uomo avrà un successore?
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Re: Origine della capacità di ragionare
Io ho letto che all'orogine dell'organizzazione logica attuale ci sia si il linguaggio, ma preceduto appena poco prima dal Pittogramma, (fosse anche solo l'impronta di una mano) ossia una rappresentazione semantica di un "oggetto" noto.
Mi pare che nessun animale al mondo rappresenti cio' che sa o vede attraverso una raffigurazione creativa.
Prima di parlare potrebbe essere nato un disegno a indicare un animale o un oggetto..da li in poi la comunicazione si e' strutturata e stratificata..
Ma e' una teoria come un'altra.
Credo che in antropologia ci siano studi scientifici precisi che varrebbe la pena di trovare e linkare.
Mi pare che nessun animale al mondo rappresenti cio' che sa o vede attraverso una raffigurazione creativa.
Prima di parlare potrebbe essere nato un disegno a indicare un animale o un oggetto..da li in poi la comunicazione si e' strutturata e stratificata..
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delfi68- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Steerpike ha scritto:Mi pare che tu abbia tralasciato il finale: come l'Homo sapiens sia diventato Homo sapiens sapiens. Le funzioni cognitive superiori sono molto più sviluppate nell'uomo moderno, anche se le cause di questo sviluppo sono ancora dibattute (nascita del linguaggio articolato?).
"For millions of years mankind lived just like the animals
Then something happened which unleashed the power of our imagination.
We learned to talk"
(S. Hawkings)
Qui la registrazione originale della voce, all'inizio dal min. 1'15":
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Re: Origine della capacità di ragionare
La mia opinione è la seguente. Si dovrebbero fare esperimenti sui catto-troll che arrivano in questo forum di tanto in tanto. Non sanno ragionare e il loro cervello è quindi neutro, ottimo per fare esperimenti da 0. È come fare esperimenti sui primati di milioni di anni fà. Si possono stimolare alcune parti del loro cervello così da vedere se qualche neurone possa trasmettere qualche impulso, così la scienza inizierebbe a vedere da dove ha origine il tutto.
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"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
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Re: Origine della capacità di ragionare
..in effetti, non so bene come, dovremmo usuffruire della splendida oppurtunita' di avere di tanto in tanto per le mani dei cattoli fanatici e convinti.
Credo che un bravo psicologo potrebbe condurre degli esperimenti sul loro processo logico ed elaborazione delle informazioni..
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delfi68- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Infatti, molti ritengono che una mutazione della laringe utile per un linguaggio articolato abbia permesso il balzo in avanti.delfi68 ha scritto:Io ho letto che all'orogine dell'organizzazione logica attuale ci sia si il linguaggio, ma preceduto appena poco prima dal Pittogramma, (fosse anche solo l'impronta di una mano) ossia una rappresentazione semantica di un "oggetto" noto.
Steerpike- -----------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Ecco. Il potenziale è lo stesso da quando siamo diventati Sapiens Sapiens mentre la capacità intesa come processo che include metodi segue la "capacità evolutiva", ne abbiamo parlato spesso, ultimamente con quella roba sulle discipline. Avete notato che i nostri thread sono spesso raggruppabili per associazione di idee?
Secondo me non solo perché ci sono toni, parole o emotività, che sono associabili.
La prima frase scientifica che ricordo mi venne detta al quarto anno di scuola, "matter is anything that has weight and occupies space" , la materia è qualsiasi cosa che ha peso e occupa spazio. Invece la più significativa la scoprii al quinto anno scolastico, "necessity is mother of invention", la necessità è la madre dell'invenzione.
Insomma, non mi sento cambiato da quando avevo l'età delle pubertà so di sapere più cose anzi i miei ricordi iniziano a 3 anni quello che ricordo ha lo stesso sapore. A 5 anni per errore bruciai la mia stanza e per evitare punizioni dissi che volevo vedere i pompieri! Mi premiarono ma non sapevano che avevo fatto un passo avanti a loro.
Secondo me non solo perché ci sono toni, parole o emotività, che sono associabili.
La prima frase scientifica che ricordo mi venne detta al quarto anno di scuola, "matter is anything that has weight and occupies space" , la materia è qualsiasi cosa che ha peso e occupa spazio. Invece la più significativa la scoprii al quinto anno scolastico, "necessity is mother of invention", la necessità è la madre dell'invenzione.
Insomma, non mi sento cambiato da quando avevo l'età delle pubertà so di sapere più cose anzi i miei ricordi iniziano a 3 anni quello che ricordo ha lo stesso sapore. A 5 anni per errore bruciai la mia stanza e per evitare punizioni dissi che volevo vedere i pompieri! Mi premiarono ma non sapevano che avevo fatto un passo avanti a loro.
SergioAD- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Io modificherei la frase, non sono un fisico ma cosí a naso direi "Materia è qualsiasi cosa che abbia massa"
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Re: Origine della capacità di ragionare
Certo è detta anche come dici ma nel mio testo era così... e non ti dico le pippe che mi sono fatto farlo ridire dal teacher che avere "peso implica occupare spazio" e pertanto basta che abbia peso (o massa) oppure occupi spazio perché sia materia.
SergioAD- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Rasputin ha scritto:Io modificherei la frase, non sono un fisico ma cosí a naso direi "Materia è qualsiasi cosa che abbia massa"
Bhh c'è il problema dei fotoni.
La definizione corretta è che la materia è un modo di essere dell'energia.
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Re: Origine della capacità di ragionare
Paolo ha scritto:Rasputin ha scritto:Io modificherei la frase, non sono un fisico ma cosí a naso direi "Materia è qualsiasi cosa che abbia massa"
Bhh c'è il problema dei fotoni.
La definizione corretta è che la materia è un modo di essere dell'energia.
ok
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Re: Origine della capacità di ragionare
queste sono tra le prima "opere d'arte" (che possiedono un aspetto simbolico/semantico oltre che pratico) umane delle quale abbiamo notizia:
l'amigdala o bifacciale.
la simmetria di questi oggetti (e il concepimento di tale concetto) non sembra essere finalizzata a motivi puramente pratici.
un sito interessante:
http://originsnet.org/home.html
e un articoletto che però devo ancora finire di leggere
http://www.fas.harvard.edu/~sanskrit/2010/oct8-9/papers/(12)Harrod%20IACM%202010.pdf
un'altra teoria interessante ma piuttosto controversa è quella della mente bicamerale:
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Origin_of_Consciousness_in_the_Breakdown_of_the_Bicameral_Mind
l'amigdala o bifacciale.
la simmetria di questi oggetti (e il concepimento di tale concetto) non sembra essere finalizzata a motivi puramente pratici.
un sito interessante:
http://originsnet.org/home.html
e un articoletto che però devo ancora finire di leggere
http://www.fas.harvard.edu/~sanskrit/2010/oct8-9/papers/(12)Harrod%20IACM%202010.pdf
un'altra teoria interessante ma piuttosto controversa è quella della mente bicamerale:
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Origin_of_Consciousness_in_the_Breakdown_of_the_Bicameral_Mind
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alec- -----------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Viene bene dire opera d'arte, un manufatto che ci ha permesso di essere predatori e di disporre meglio del nostro tempo, una scintilla per iniziare il nostro percorso evolutivo.
Alec, non sto assolutamente facendo insinuazioni sulle scelte dei vegetariani e vegani perché fanno parte comunque della nostra evoluzione e come nutrirsi che resti nel thread dedicato.
L'amigdala somiglia ad un grosso dente canino e quanta differenza deve aver fatto piombare dall'alto, affamati, su una grossa preda e salire verso la cima della catena alimentare.
E' stato anche il primo passo trasumanista, H+ sembra essere il nostro destino.
Non sono intervento sull'interazione dei fotoni con la materia perché la definizione che ho messo era la primissima frase del libro di scienza del quarto anno scolastico, in Italia equivale alla quarta elementare. Serviva per indicare un mio stato emotivo di tanti anni fa più che la capacità d'insegnamento dell'autore. Mentre il termine "massa" viene spesso usato al posto di "peso", l'iterazione tra la materia ed il fotone veniva trattata dopo nello stesso testo ma non nei termini di energia.
Alec, non sto assolutamente facendo insinuazioni sulle scelte dei vegetariani e vegani perché fanno parte comunque della nostra evoluzione e come nutrirsi che resti nel thread dedicato.
L'amigdala somiglia ad un grosso dente canino e quanta differenza deve aver fatto piombare dall'alto, affamati, su una grossa preda e salire verso la cima della catena alimentare.
E' stato anche il primo passo trasumanista, H+ sembra essere il nostro destino.
Non sono intervento sull'interazione dei fotoni con la materia perché la definizione che ho messo era la primissima frase del libro di scienza del quarto anno scolastico, in Italia equivale alla quarta elementare. Serviva per indicare un mio stato emotivo di tanti anni fa più che la capacità d'insegnamento dell'autore. Mentre il termine "massa" viene spesso usato al posto di "peso", l'iterazione tra la materia ed il fotone veniva trattata dopo nello stesso testo ma non nei termini di energia.
SergioAD- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Forse è meglio "materia è qualsiasi cosa sia costituita da particelle con spin non intero (fermioni)".Rasputin ha scritto:Io modificherei la frase, non sono un fisico ma cosí a naso direi "Materia è qualsiasi cosa che abbia massa"
Steerpike- -----------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Steerpike ha scritto:Forse è meglio "materia è qualsiasi cosa sia costituita da particelle con spin non intero (fermioni)".Rasputin ha scritto:Io modificherei la frase, non sono un fisico ma cosí a naso direi "Materia è qualsiasi cosa che abbia massa"
Rettifico una parte della frase: non solo non sono un fisico, ma ci capisco poco più di una mazza...
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Rasputin- ..............
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Re: Origine della capacità di ragionare
Non ti preoccupare, nemmeno io.Rasputin ha scritto:Steerpike ha scritto:Forse è meglio "materia è qualsiasi cosa sia costituita da particelle con spin non intero (fermioni)".Rasputin ha scritto:Io modificherei la frase, non sono un fisico ma cosí a naso direi "Materia è qualsiasi cosa che abbia massa"
Rettifico una parte della frase: non solo non sono un fisico, ma ci capisco poco più di una mazza...
Steerpike- -----------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Steerpike ha scritto:Non ti preoccupare, nemmeno io.Rasputin ha scritto:
Rettifico una parte della frase: non solo non sono un fisico, ma ci capisco poco più di una mazza...
e comunque "mazza" è sicuramente un fatto fisico
anteo- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
anteo ha scritto:Steerpike ha scritto:Non ti preoccupare, nemmeno io.Rasputin ha scritto:
Rettifico una parte della frase: non solo non sono un fisico, ma ci capisco poco più di una mazza...
e comunque "mazza" è sicuramente un fatto fisico
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Re: Origine della capacità di ragionare
solo per puntalcazzismoSergioAD ha scritto:Viene bene dire opera d'arte, un manufatto che ci ha permesso di essere predatori e di disporre meglio del nostro tempo, una scintilla per iniziare il nostro percorso evolutivo.
su l'idea di +tempo == + spazio per pensare sono molto d'accordo
sull'amigdala come strumento per predatori un po' meno.
prima c'erano i pastoni appuntiti ed induriti col fuoco; poi altri strumenti non simmetrici e privi di altre considerazioni "estetiche"
i bifacciali posso essere utilizzati per vari scopi
1. Butchering hunted or scavenged animals
2. Digging for tubers, animals, water
3. Removing tree bark
4. Throwing at prey
5. Source for flake tools
come faceva notare anche un famoso designer del quale non ricordo il nome; probabilmente una delle prime invenzioni che permisero ai cacciatori-raccoglitori di acquistare tempo fu il concetto di "borsa" che permise loro di riportare dalle spedizioni più risorse di quanto era naturalmente possibile fare utilizzando solo mani e braccia.
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alec- -----------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Niente puntalcazzismo! Il piacere della conversazione è superiore!
Il bastone di 5 cm appuntito e fatto indurire sul fuoco doveva essere uno degli strumenti più importanti, forse il più importante.
Dal testo di James B. Harrod che hai incluso, Table 4. Meme #1B Oldowan: The First Ethos a pagina 14. Mi ha fatto pensare che quest'uomo doveva osservare i suoi predatori...
Homotherium, scimitar‐tooth cat, long‐legged pursuit predator, presumably left large amounts of carrion -> lion
Megantereon, dirk‐tooth cat, short powerful forelimbs; ambush, drag & tree cache predator, presumably left large amounts of carrion -> leopard
Poi c'era il cane etrusco, gli avvoltoi e le iene...
Sicuramente avrà usato le ossa ed anche i denti che trovava, pensa i denti a sciabola come dovevano farlo sentire forte colpendo dall'alto in basso.
Ma per sfondare un cranio di una grossa preda (loro erano alti meno di un metro) doveva piombare dall'alto e penetrare la testa con un colpi forti e secchi.
Sono osservazioni addizionali naturalmente.
Un utensile triangolare nelle loro mani poteva farli somigliare ai loro predatori. Fissato ad un bastone rende di più l'idea. Insomma poteva essere uno strumento versatile ah ah almeno per il mio trisavolo rompicoglioni con le manie delle interdiscipline.
sull'amigdala come strumento per predatori un po' meno.
prima c'erano i pastoni appuntiti ed induriti col fuoco; poi altri strumenti non simmetrici e privi di altre considerazioni "estetiche"
i bifacciali posso essere utilizzati per vari scopi
Il bastone di 5 cm appuntito e fatto indurire sul fuoco doveva essere uno degli strumenti più importanti, forse il più importante.
Dal testo di James B. Harrod che hai incluso, Table 4. Meme #1B Oldowan: The First Ethos a pagina 14. Mi ha fatto pensare che quest'uomo doveva osservare i suoi predatori...
Homotherium, scimitar‐tooth cat, long‐legged pursuit predator, presumably left large amounts of carrion -> lion
Megantereon, dirk‐tooth cat, short powerful forelimbs; ambush, drag & tree cache predator, presumably left large amounts of carrion -> leopard
Poi c'era il cane etrusco, gli avvoltoi e le iene...
Sicuramente avrà usato le ossa ed anche i denti che trovava, pensa i denti a sciabola come dovevano farlo sentire forte colpendo dall'alto in basso.
Ma per sfondare un cranio di una grossa preda (loro erano alti meno di un metro) doveva piombare dall'alto e penetrare la testa con un colpi forti e secchi.
Sono osservazioni addizionali naturalmente.
Un utensile triangolare nelle loro mani poteva farli somigliare ai loro predatori. Fissato ad un bastone rende di più l'idea. Insomma poteva essere uno strumento versatile ah ah almeno per il mio trisavolo rompicoglioni con le manie delle interdiscipline.
SergioAD- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
Le prime forme ominidi che mostrano una certa "padronanza intellettiva" sono le forme di Homo habilis. Sono forme ominidi che sono evolutivamente affini, per quanto concerne il fisico, alle forme gracili delle austrolipitecine (tipi afarensis o africanus), però mostrano una capacità cranica leggermente superiore. Inoltre, in associazione ai resti fossili degli habilis si trovano sempre i chopper, ovvero dei rudimentali strumenti litici che hanno la caratterisitica di essere lavorati su un solo lato, mentre l'altro lato di impugnatura e rotondeggiante. Ricordo che il periodo è circa 2-1,5 mln di anni fa. C'è chi associa questi strumenti litici anche agli Australopithecus, solo che al momento le evidenze di scavo non hanno messo mai in luce tale associazione (dai scavi è sempre emerso che i choppers sono presenti dove ci sono i resti degli habilis in associazione ai resti degli Australopitecus, ma mai dove ci sono solo gli Australopithecus).
La cosa certa è che la capacità di lavorare strumenti sia emersa circa 2 mln di anni fa con la comparsa delle prime forme del genere Homo. Ovviamente la capacità di costruire strumenti vuol dire capacità di progettare mentalmente e di rappresentare nello spazio il prodotto finito, quindi il cervello in questa fase subisce importantissime variazioni (la mutazione propone e la selezione dispone). A catalizzare tale processo ha influito sicuramente l'aumento nel consumo della carne che contraddistingue Homo habilis dalle forme di Australopithecus; le proteine della carne e soprattutto i grassi, hanno accelerato tale processo di sviluppo cerebrale. Inoltre, l'utilizzo delle mani nel progettare il chopper presuppone, come detto, la capacità del cervello di immaginare il prodotto finito e soprattutto la capacità di creare sequenza ripetitive e quindi un prassi da rispettare nelle azioni per ottenere il prodotto litico. Le aree del cervello deputate a tale compito sono pressocchè le stesse di quelle deputate al linguaggio (Broca e Wernike). Da studi di neurobiologia su persone affette da afasia e aprassia, sembrerebbe che sia nata prima la capacità di sviluppare prassi mentali per la costruzione di strumenti e poi la sintassi (il linguaggio), quindi la capacità di costruire strumenti non richiederebbe necessarimanete un linguaggio, ma l'uso di strumenti e quindi lo sviluppo di processi mentali che determinano la prassi della costruzione, ha creato i presupposti per sviluppare successivamente il linguaggio. In questo caso si parla di ex-attamenti, ovvero strutture biologiche pre-esistenti perchè utili per fare qualcosa, successivmanete divengono indispensabili per altre funzioni.
Sulla spinta sinergica della carne, della costruzione di strumenti e delle prime bozze di comunicazioni, lo sviluppo intellettivo del cervello dei primi Homo ha preso letteralmente il volo verso le forme più recenti tipo ergaster (forma africana di erectus) ed erctus sensu lato (forma asiatica), in cui il cervello è decisamente più sviluppato e i prodotti litici più complessi; infatti, con le forme erectus-ergaste compaioni le amigdale che sono lavorate su due lati.
La cosa certa è che la capacità di lavorare strumenti sia emersa circa 2 mln di anni fa con la comparsa delle prime forme del genere Homo. Ovviamente la capacità di costruire strumenti vuol dire capacità di progettare mentalmente e di rappresentare nello spazio il prodotto finito, quindi il cervello in questa fase subisce importantissime variazioni (la mutazione propone e la selezione dispone). A catalizzare tale processo ha influito sicuramente l'aumento nel consumo della carne che contraddistingue Homo habilis dalle forme di Australopithecus; le proteine della carne e soprattutto i grassi, hanno accelerato tale processo di sviluppo cerebrale. Inoltre, l'utilizzo delle mani nel progettare il chopper presuppone, come detto, la capacità del cervello di immaginare il prodotto finito e soprattutto la capacità di creare sequenza ripetitive e quindi un prassi da rispettare nelle azioni per ottenere il prodotto litico. Le aree del cervello deputate a tale compito sono pressocchè le stesse di quelle deputate al linguaggio (Broca e Wernike). Da studi di neurobiologia su persone affette da afasia e aprassia, sembrerebbe che sia nata prima la capacità di sviluppare prassi mentali per la costruzione di strumenti e poi la sintassi (il linguaggio), quindi la capacità di costruire strumenti non richiederebbe necessarimanete un linguaggio, ma l'uso di strumenti e quindi lo sviluppo di processi mentali che determinano la prassi della costruzione, ha creato i presupposti per sviluppare successivamente il linguaggio. In questo caso si parla di ex-attamenti, ovvero strutture biologiche pre-esistenti perchè utili per fare qualcosa, successivmanete divengono indispensabili per altre funzioni.
Sulla spinta sinergica della carne, della costruzione di strumenti e delle prime bozze di comunicazioni, lo sviluppo intellettivo del cervello dei primi Homo ha preso letteralmente il volo verso le forme più recenti tipo ergaster (forma africana di erectus) ed erctus sensu lato (forma asiatica), in cui il cervello è decisamente più sviluppato e i prodotti litici più complessi; infatti, con le forme erectus-ergaste compaioni le amigdale che sono lavorate su due lati.
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Re: Origine della capacità di ragionare
Molto interessante. Conferma la correlazione tra linguaggio e abilità nel ragionamento astratto.Giampy ha scritto:
Le aree del cervello deputate a tale compito sono pressocchè le stesse di quelle deputate al linguaggio (Broca e Wernike). Da studi di neurobiologia su persone affette da afasia e aprassia, sembrerebbe che sia nata prima la capacità di sviluppare prassi mentali per la costruzione di strumenti e poi la sintassi (il linguaggio), quindi la capacità di costruire strumenti non richiederebbe necessarimanete un linguaggio, ma l'uso di strumenti e quindi lo sviluppo di processi mentali che determinano la prassi della costruzione, ha creato i presupposti per sviluppare successivamente il linguaggio.
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Re: Origine della capacità di ragionare
Steerpike ha scritto:Molto interessante. Conferma la correlazione tra linguaggio e abilità nel ragionamento astratto.Giampy ha scritto:
Le aree del cervello deputate a tale compito sono pressocchè le stesse di quelle deputate al linguaggio (Broca e Wernike). Da studi di neurobiologia su persone affette da afasia e aprassia, sembrerebbe che sia nata prima la capacità di sviluppare prassi mentali per la costruzione di strumenti e poi la sintassi (il linguaggio), quindi la capacità di costruire strumenti non richiederebbe necessarimanete un linguaggio, ma l'uso di strumenti e quindi lo sviluppo di processi mentali che determinano la prassi della costruzione, ha creato i presupposti per sviluppare successivamente il linguaggio.
L'afasia (quando non si riesce a formulare o a comprendere il linguaggio), è la rottura che c'è fra pensiero e linguaggio e può riguardare la sfera uditiva, vocale, scritta, lessicale o grammaticale. Le aree cerebrali deputate a sottendere i processi del linguaggio sono l'area di Broca e di Wernike (non pensiamo però che queste due aree sono ben definite e presentano dei confini netti con il resto del cervello, come tutto il cervello hanno strette connessioni con altre aree limitrofe e lontane e i contorni sono assai sfumeti). Sintetizzando, l'area di Broca è l'area motoria del linguaggio, una regione premotoria e quindi coinvolta nell'organizzazione e nella costruzione del linguaggio, mentre l'area di Wernike dà accesso al lessico e fa da interfaccia fra lingua-singificato.pensiero. Quando uno dice " ho il nome sulla punta della lingua..." vuol dire che c'è un afasia di Wernike, mentre per avere gravi disturbi nella "motoria" del linguaggio parlato devono esserci gravi lesioni nell'area di Broca.
Lesioni all'area di Broca possono creare disturbi sia nella capacità di articolare il linguaggio, sia nella capacità di sviluppare azioni che richiedano una certa sequenzialità, mentre lesioni all'are di Wernike determinano spesso disturbi nell'elaborazione astratta del linguaggio ma non nello sviluppare azioni che richiedano un acerta prassi o sequenzialità. Casi di aprassia, quindi, portano a disturbi di afasia, ma casi di afasia non è assolutamente detto che portino a casi di aprassia. Quindi, sembrerebbe che la capacità di elaborazione degli strumenti (sequenzialità della costruzione e ordine mentale delle azioni) sia nata prima del linguaggio. Nel cervello sono sorte delle aree che successivamente (ex-attamenti), per caratterisitche morfologiche e funzionali, sono servite poi a creare le basi del linguaggio.
Il linguaggio e l'uso degli strumenti possono quindi essere considerati come manifestazioni che coinvolgono reti di strutture connesse e sovrapposte, più o meno omologhe a quelle dei primati. Nessuna si è evoluta separatamente ma sicuramente in sinergia, molto probabilmente è nata prima l'area di Broca e poi quella di Wernike
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Re: Origine della capacità di ragionare
Giampy ha scritto:Steerpike ha scritto:Molto interessante. Conferma la correlazione tra linguaggio e abilità nel ragionamento astratto.Giampy ha scritto:
Le aree del cervello deputate a tale compito sono pressocchè le stesse di quelle deputate al linguaggio (Broca e Wernike). Da studi di neurobiologia su persone affette da afasia e aprassia, sembrerebbe che sia nata prima la capacità di sviluppare prassi mentali per la costruzione di strumenti e poi la sintassi (il linguaggio), quindi la capacità di costruire strumenti non richiederebbe necessarimanete un linguaggio, ma l'uso di strumenti e quindi lo sviluppo di processi mentali che determinano la prassi della costruzione, ha creato i presupposti per sviluppare successivamente il linguaggio.
L'afasia (quando non si riesce a formulare o a comprendere il linguaggio), è la rottura che c'è fra pensiero e linguaggio e può riguardare la sfera uditiva, vocale, scritta, lessicale o grammaticale. Le aree cerebrali deputate a sottendere i processi del linguaggio sono l'area di Broca e di Wernike (non pensiamo però che queste due aree sono ben definite e presentano dei confini netti con il resto del cervello, come tutto il cervello hanno strette connessioni con altre aree limitrofe e lontane e i contorni sono assai sfumeti). Sintetizzando, l'area di Broca è l'area motoria del linguaggio, una regione premotoria e quindi coinvolta nell'organizzazione e nella costruzione del linguaggio, mentre l'area di Wernike dà accesso al lessico e fa da interfaccia fra lingua-singificato.pensiero. Quando uno dice " ho il nome sulla punta della lingua..." vuol dire che c'è un afasia di Wernike, mentre per avere gravi disturbi nella "motoria" del linguaggio parlato devono esserci gravi lesioni nell'area di Broca.
Lesioni all'area di Broca possono creare disturbi sia nella capacità di articolare il linguaggio, sia nella capacità di sviluppare azioni che richiedano una certa sequenzialità, mentre lesioni all'are di Wernike determinano spesso disturbi nell'elaborazione astratta del linguaggio ma non nello sviluppare azioni che richiedano un acerta prassi o sequenzialità. Casi di aprassia, quindi, portano a disturbi di afasia, ma casi di afasia non è assolutamente detto che portino a casi di aprassia. Quindi, sembrerebbe che la capacità di elaborazione degli strumenti (sequenzialità della costruzione e ordine mentale delle azioni) sia nata prima del linguaggio. Nel cervello sono sorte delle aree che successivamente (ex-attamenti), per caratterisitche morfologiche e funzionali, sono servite poi a creare le basi del linguaggio.
Il linguaggio e l'uso degli strumenti possono quindi essere considerati come manifestazioni che coinvolgono reti di strutture connesse e sovrapposte, più o meno omologhe a quelle dei primati. Nessuna si è evoluta separatamente ma sicuramente in sinergia, molto probabilmente è nata prima l'area di Broca e poi quella di Wernike
Molto interessante, grazie .
anteo- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
E si Giampy è uno forte... Ah ah aveva un avatar molto bello anzi mi pare che sono stati due gli avatar antecedenti a questa morbosa novizia che raccoglie feromoni vecchi 2000 anni, povero quel cristo in croce... se potesse schiodarsi l'acchiapperebbe per le orecchie!
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Re: Origine della capacità di ragionare
Sesso (vita) e morte insieme fanno un ossimoro dal sapore forte.
E nel sentire (da cui deriva la capacità di ragionare, cioè di ri-ordinare) forte significa, vicino, intenso, chiaro.
E nel sentire (da cui deriva la capacità di ragionare, cioè di ri-ordinare) forte significa, vicino, intenso, chiaro.
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Re: Origine della capacità di ragionare
Un VERDE per la sceneggiatura grandiosamente evocativa!SergioAD ha scritto:E si Giampy è uno forte... Ah ah aveva un avatar molto bello anzi mi pare che sono stati due gli avatar antecedenti a questa morbosa novizia che raccoglie feromoni vecchi 2000 anni, povero quel cristo in croce... se potesse schiodarsi l'acchiapperebbe per le orecchie!
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Re: Origine della capacità di ragionare
Approposito.nell'iconografia classica si vede sempre che iniziano a schiodare Gesu' dalle mani..
..aaahhhh...Sbang!!..coglioni.., prima i piedi, prima i piedi!!!
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delfi68- -------------
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Re: Origine della capacità di ragionare
delfi68 ha scritto:Approposito.nell'iconografia classica si vede sempre che iniziano a schiodare Gesu' dalle mani..
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Re: Origine della capacità di ragionare
Grazie dell'aprofondimento.Giampy ha scritto:Steerpike ha scritto:Molto interessante. Conferma la correlazione tra linguaggio e abilità nel ragionamento astratto.Giampy ha scritto:
Le aree del cervello deputate a tale compito sono pressocchè le stesse di quelle deputate al linguaggio (Broca e Wernike). Da studi di neurobiologia su persone affette da afasia e aprassia, sembrerebbe che sia nata prima la capacità di sviluppare prassi mentali per la costruzione di strumenti e poi la sintassi (il linguaggio), quindi la capacità di costruire strumenti non richiederebbe necessarimanete un linguaggio, ma l'uso di strumenti e quindi lo sviluppo di processi mentali che determinano la prassi della costruzione, ha creato i presupposti per sviluppare successivamente il linguaggio.
L'afasia (quando non si riesce a formulare o a comprendere il linguaggio), è la rottura che c'è fra pensiero e linguaggio e può riguardare la sfera uditiva, vocale, scritta, lessicale o grammaticale. Le aree cerebrali deputate a sottendere i processi del linguaggio sono l'area di Broca e di Wernike (non pensiamo però che queste due aree sono ben definite e presentano dei confini netti con il resto del cervello, come tutto il cervello hanno strette connessioni con altre aree limitrofe e lontane e i contorni sono assai sfumeti). Sintetizzando, l'area di Broca è l'area motoria del linguaggio, una regione premotoria e quindi coinvolta nell'organizzazione e nella costruzione del linguaggio, mentre l'area di Wernike dà accesso al lessico e fa da interfaccia fra lingua-singificato.pensiero. Quando uno dice " ho il nome sulla punta della lingua..." vuol dire che c'è un afasia di Wernike, mentre per avere gravi disturbi nella "motoria" del linguaggio parlato devono esserci gravi lesioni nell'area di Broca.
Lesioni all'area di Broca possono creare disturbi sia nella capacità di articolare il linguaggio, sia nella capacità di sviluppare azioni che richiedano una certa sequenzialità, mentre lesioni all'are di Wernike determinano spesso disturbi nell'elaborazione astratta del linguaggio ma non nello sviluppare azioni che richiedano un acerta prassi o sequenzialità. Casi di aprassia, quindi, portano a disturbi di afasia, ma casi di afasia non è assolutamente detto che portino a casi di aprassia. Quindi, sembrerebbe che la capacità di elaborazione degli strumenti (sequenzialità della costruzione e ordine mentale delle azioni) sia nata prima del linguaggio. Nel cervello sono sorte delle aree che successivamente (ex-attamenti), per caratterisitche morfologiche e funzionali, sono servite poi a creare le basi del linguaggio.
Il linguaggio e l'uso degli strumenti possono quindi essere considerati come manifestazioni che coinvolgono reti di strutture connesse e sovrapposte, più o meno omologhe a quelle dei primati. Nessuna si è evoluta separatamente ma sicuramente in sinergia, molto probabilmente è nata prima l'area di Broca e poi quella di Wernike
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