Le risposte a cazzo di cane del Papa

don alberto ha scritto:

Fux89 ha scritto:

Minsky ha scritto:

ANSA ha scritto:
Papa: malattie? Fede, non solo medicina

"non solo medicina"
è una solita semplificazione redazionale

Non so se qualcuno di voi lo sa, ma è stato fatto un vero e proprio 'esperimento' al riguardo:

La preghiera aiuta i malati a riprendersi?

Gli esiti son spiegati lì dentro.

Scusami ma quando ho risposto c'era solo la similitudine (gustosa) al kerosene di Rasputin, ma fa poca differenza: le prove di cui parli sono costituite essenzialmente di affermazioni dei malati. Anche io stamattina mi sento meglio per merito della madonna di fatima. Se questa la vuoi chiamar prova..
Ben diverso è il discorso dello scuotimento del sistema immunitario che può provocare la ferma convinzione che la preghiera porti miracoli. E' in quel caso che funziona, ma come sai, se sai il trucco, il prestigiatore è spacciato. Tu sai il trucco?

BestBeast ha scritto:Ti rivelo un segreto. Quello che stringi nella mano destra, in realtà non è un mouse, ma un potente amuleto costruito a taiwan in grado di tener lontane le tigri. Se non vedi tigri intorno a te, significa che sta funzionando.

FUCK io ho il touchpad e mo, cavolo mi cago sotto per le tigri

BestBeast ha scritto:[...] le prove di cui parli sono costituite essenzialmente di affermazioni dei malati. Anche io stamattina mi sento meglio per merito della madonna di fatima. Se questa la vuoi chiamar prova..

Non mi riferivo a questo tipo di prove.

BestBeast ha scritto:Ben diverso è il discorso dello scuotimento del sistema immunitario che può provocare la ferma convinzione che la preghiera porti miracoli. E' in quel caso che funziona, ma come sai, se sai il trucco, il prestigiatore è spacciato. Tu sai il trucco?

Ecco uno studio:

Un gruppo di pazienti sottoposti a intervento per insufficienza epatica grave ha risposto a un questionario, dichiarando il proprio atteggiamento religioso. I risultati dell’indagine dell’Ifc-Cnr di Pisa, pubblicati su ‘Liver Transplantation’, dimostrano che credere in Dio si associa a una migliore sopravvivenza dei malati

La religiosità, intesa come ‘cercare l’aiuto di Dio’, ‘avere fede in Dio’, ‘affidarsi a Dio’, ‘cercare di vedere anche nella malattia la mano di Dio’, può migliorare la prognosi di pazienti con insufficienza epatica grave, sottoposti a trapianto di fegato? Per dare una risposta in termini prognostici a tale quesito è stato somministrato a un gruppo di 179 candidati, sottoposti a trapianto fra il 2004 e il 2007, un questionario sulla religiosità composto da 10 items.
I risultati dimostrano l’ipotesi che la fede in Dio è associata in modo significativo con la sopravvivenza dei pazienti. La ricerca dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), in collaborazione con il Dipartimento di Trapiantologia epatica dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, è stata pubblicata sulla rivista scientifica americana ‘Liver Transplantation’.
“I candidati al trapianto di fegato vengono sottoposti di routine a una valutazione psicologica”, spiega Franco Bonaguidi, psicologo presso l’Ifc-Cnr, “che ha lo scopo di aiutarli ad affrontare questo momento particolarmente difficile e a identificare eventuali controindicazioni all’intervento. Poiché i pazienti riferivano un profondo ritorno alla religione e alla spiritualità, la nostra ricerca ha indagato tale aspetto, indipendentemente dal credo religioso e dalla partecipazione alle funzioni ecclesiastiche”.
Durante il follow-up di 4 anni successivo al trapianto, 18 pazienti sono morti. “Per comprendere quali fattori fossero stati in grado di predire la mortalità dei pazienti, abbiamo utilizzato un’analisi statistica nota come modello di Cox”, prosegue Bonaguidi, “prendendo in esame fattori come l’età dei pazienti, il sesso, il livello di istruzione e occupazione, il tipo e la gravità della malattia, l’età del donatore e alcune variabili legate all’intervento chirurgico, come il sanguinamento peri-operatorio. Infine, abbiamo testato con lo stesso rigore scientifico il ruolo della religiosità”. In particolare, le risposte sono state esaminate mediante un’analisi fattoriale “che ha permesso di evidenziare, attraverso una procedura matematica, le principali componenti della religiosità, definite come ricerca ‘attiva’ di Dio, attesa ‘passiva’ di Dio e generico atteggiamento fatalistico”.
risultati dello studio mostrano che “le uniche variabili in grado di predire la mortalità dei pazienti dopo il trapianto sono la durata della degenza in terapia intensiva e, quale fattore negativo, l’assenza di ricerca di Dio, con un rischio relativo rispettivamente di 1.05 e 3.01”, continua il ricercatore dell’Ifc-Cnr. “Ciò significa che i pazienti che non dichiaravano tale ‘ricerca di Dio’ durante il follow-up avevano un rischio di morte di tre volte superiore a coloro che l’hanno dichiarata. Esprimendo gli eventi letali e la sopravvivenza con il metodo Kaplan-Meier, a quattro anni dal trapianto era ancora in vita il 93,4% dei pazienti con ricerca attiva di Dio, con una mortalità del 6,6% e un vantaggio appunto triplo sugli altri (79.5% in vita, 20,5% di mortalità). La differenza è statisticamente notevole, mentre la probabilità di ‘falso positivo’, cioè che sia stata rilevata una differenza inesistente, è del 2.6%, nettamente inferiore alla soglia convenzionale del 5%”.
importante anche il contesto da cui questi risultati provengono. “Un’unità operativa ad alta tecnologia, il Centro trapianti di fegato dell’università di Pisa del prof. Franco Filipponi, dove la valutazione psicologica del vissuto di malattia è paradossalmente più sentita e valorizzata quale risorsa di guarigione”, conclude Bonaguidi. “Va precisato però che la ‘ricerca attiva di Dio’ non si identifica con una religione confessionale, ma è un aspetto intimo della personalità che porta a vedere l’incontro con la malattia grave quale un momento di rielaborazione della propria esistenza, dei propri valori e di rivalutazione della componente spirituale e trascendente”.

http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=2118

Non è l'unico, ma almeno è un punto di partenza.

Il papa mercoledi ha preso a "frustate un paio di demoni

ROMA – “Alla vista del Papa hanno cominciato a urlare, a rotolarsi per terra, a sbavare. Papa Ratzinger li ha notati. Si è avvicinato di qualche passo e li ha benedetti. Per loro è stato come ricevere una potente frustata. Sono volati all’indietro di qualche metro tra lo sgomento generale”. Lo scrive La Stampa e lo raccontano due assistenti di padre Gabriele Amorth, esorcista ufficiale della diocesi di Roma. Il racconto ha il tono dell’ufficialità e il “fatto-prodigio” sarebbe avvenuto durante una delle udienze, pubbliche, di papa Ratzinger. Singolare che di tanti, potenziali testimoni, nessuno abbia raccontato l’accaduto. Vedere persone che sbavano e si rotolano di fronte al Pontefice è un fatto già di per se singolare, ma il fatto che volino di qualche metro dopo esser state benedette è senz’altro una notizia. Ma padre Amorth, in teme di esorcismi, è un’autorità, e come tale va considerato il suo racconto.

http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alessandro-camilli-opinioni/vaticano-udienze-papa-diavolo-posseduti-esorcismi-1108247/

*Valerio* ha scritto:Il papa mercoledi ha preso a "frustate un paio di demoni

A me, basta vederlo in TV o al limite anche in fotografia, papa Ratzinger, perché mi venga da sbavare per la rabbia... sarò indemoniato?

Questi malati mentali hanno guardato troppo Dragon Ball.

Possibile che con tutta la gente presente non ci sia un video? Sono scemi

@Ludwig

Effetto placebo.

Per ottenerlo, non è necessaria alcuna religione.

Questi dati dimostrano quello che di cui abbiamo già parlato, che cosa dovrei farci, prenderli come prova dell'esistenza di dio? Oppure sono uno spunto per adottare la religione come farmaco post-operatorio? (oltre chè come anestetico cerebrale).

BestBeast ha scritto:Questi dati dimostrano quello che di cui abbiamo già parlato, che cosa dovrei farci, prenderli come prova dell'esistenza di dio? Oppure sono uno spunto per adottare la religione come farmaco post-operatorio? (oltre chè come anestetico cerebrale).

O come malattia mentale:

http://atei.forumitalian.com/t3696p460-la-liberta-di-religione-e-un-diritto-umano#113523

vieni che c'è bisopgno di te

BestBeast ha scritto:Questi dati dimostrano quello che di cui abbiamo già parlato, che cosa dovrei farci, prenderli come prova dell'esistenza di dio? [...]

Assolutamente no.

Il dilemma avrebbe dovuto essere ben altro.

Ludwig von Drake ha scritto:

Un gruppo di pazienti sottoposti a intervento per insufficienza epatica grave ha risposto a un questionario, dichiarando il proprio atteggiamento religioso. I risultati dell’indagine dell’Ifc-Cnr di Pisa, pubblicati su ‘Liver Transplantation’, dimostrano che credere in Dio si associa a una migliore sopravvivenza dei malati

La religiosità, intesa come ‘cercare l’aiuto di Dio’, ‘avere fede in Dio’, ‘affidarsi a Dio’, ‘cercare di vedere anche nella malattia la mano di Dio’, può migliorare la prognosi di pazienti con insufficienza epatica grave, sottoposti a trapianto di fegato? Per dare una risposta in termini prognostici a tale quesito è stato somministrato a un gruppo di 179 candidati, sottoposti a trapianto fra il 2004 e il 2007, un questionario sulla religiosità composto da 10 items.
I risultati dimostrano l’ipotesi che la fede in Dio è associata in modo significativo con la sopravvivenza dei pazienti. La ricerca dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), in collaborazione con il Dipartimento di Trapiantologia epatica dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, è stata pubblicata sulla rivista scientifica americana ‘Liver Transplantation’.
“I candidati al trapianto di fegato vengono sottoposti di routine a una valutazione psicologica”, spiega Franco Bonaguidi, psicologo presso l’Ifc-Cnr, “che ha lo scopo di aiutarli ad affrontare questo momento particolarmente difficile e a identificare eventuali controindicazioni all’intervento. Poiché i pazienti riferivano un profondo ritorno alla religione e alla spiritualità, la nostra ricerca ha indagato tale aspetto, indipendentemente dal credo religioso e dalla partecipazione alle funzioni ecclesiastiche”.
Durante il follow-up di 4 anni successivo al trapianto, 18 pazienti sono morti. “Per comprendere quali fattori fossero stati in grado di predire la mortalità dei pazienti, abbiamo utilizzato un’analisi statistica nota come modello di Cox”, prosegue Bonaguidi, “prendendo in esame fattori come l’età dei pazienti, il sesso, il livello di istruzione e occupazione, il tipo e la gravità della malattia, l’età del donatore e alcune variabili legate all’intervento chirurgico, come il sanguinamento peri-operatorio. Infine, abbiamo testato con lo stesso rigore scientifico il ruolo della religiosità”. In particolare, le risposte sono state esaminate mediante un’analisi fattoriale “che ha permesso di evidenziare, attraverso una procedura matematica, le principali componenti della religiosità, definite come ricerca ‘attiva’ di Dio, attesa ‘passiva’ di Dio e generico atteggiamento fatalistico”.
risultati dello studio mostrano che “le uniche variabili in grado di predire la mortalità dei pazienti dopo il trapianto sono la durata della degenza in terapia intensiva e, quale fattore negativo, l’assenza di ricerca di Dio, con un rischio relativo rispettivamente di 1.05 e 3.01”, continua il ricercatore dell’Ifc-Cnr. “Ciò significa che i pazienti che non dichiaravano tale ‘ricerca di Dio’ durante il follow-up avevano un rischio di morte di tre volte superiore a coloro che l’hanno dichiarata. Esprimendo gli eventi letali e la sopravvivenza con il metodo Kaplan-Meier, a quattro anni dal trapianto era ancora in vita il 93,4% dei pazienti con ricerca attiva di Dio, con una mortalità del 6,6% e un vantaggio appunto triplo sugli altri (79.5% in vita, 20,5% di mortalità). La differenza è statisticamente notevole, mentre la probabilità di ‘falso positivo’, cioè che sia stata rilevata una differenza inesistente, è del 2.6%, nettamente inferiore alla soglia convenzionale del 5%”.
importante anche il contesto da cui questi risultati provengono. “Un’unità operativa ad alta tecnologia, il Centro trapianti di fegato dell’università di Pisa del prof. Franco Filipponi, dove la valutazione psicologica del vissuto di malattia è paradossalmente più sentita e valorizzata quale risorsa di guarigione”, conclude Bonaguidi. “Va precisato però che la ‘ricerca attiva di Dio’ non si identifica con una religione confessionale, ma è un aspetto intimo della personalità che porta a vedere l’incontro con la malattia grave quale un momento di rielaborazione della propria esistenza, dei propri valori e di rivalutazione della componente spirituale e trascendente”.

http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=2118

Non è l'unico, ma almeno è un punto di partenza.

non posso - o meglio dovrei davvero mettermi a studiare il caso - sparare sentenze incaute su questo studio, ma mi permetto di osservare un paio di cose.

a 180 trapiantati è stato fatto riempire un test di "ricerca di dio".
dopo 4 anni il 10% era morto. un mia prima osservazione è che questa è una percentuale - fortunatamente!! e certo non per intervento "divino" - piuttosto bassina e poco utile per estrapolare risposte solide in un contesto multivariato complesso come quello preso in esame (vedasi l'elenco delle variabili considerate).
per ovviare a ciò è stato scelto un test piuttosto "fiacco" e "generoso", considerato come test di "orientamento" ma certo non di potenza sufficiente a generare risposte su cui poter poi basare congetture scientificamente rilevanti.
il risultato applicato alla religiosità, se fosse solido, sarebbe s-t-r-a-o-r-d-i-n-a-r-i-o... il TRIPLO di possibilità di sopravvivenza... dovrebbero obbligare tutti gli epatopatici a credere per legge!
MA la possibilità che il risultato sia un artefatto statistico, cosa di cui ogni studioso coscienzioso deve tenere in gran conto, è molto, molto alta. con n così bassi (una delle due categorie di accoppiamento, vivo-morto, ha soltanto 18 casi) non mi stupirei se, dopo aver fatto compilare un questionario sulla preferenza di bevande gassate, fosse venuto fuori che i bevitori di Fanta avevano il triplo di possibilità di sopravvivere dei bevitori di Coca-Cola.

La statistica non parametrica, e quella modellistica in particolare, dovrebbe essere trattata con assai maggior prudenza. Non so se è dovuto a un errore di trascrizione, ma il termine "differenza statisticamente notevole" anziché "significativa" è un grave indizio o di cialtroneria o di coscienza sporca (due termini eccessivi che gli stesori dell'articolo non meritano, chiedo scusa, li ho usati solo per rendere bene l'idea).

Un'altra osservazione, molto più speculativa e meno tecnica, è questa. Non è certo il primo caso noto di azione "guaritrice" della forza di volontà, il nostro cervello noi lo conosciamo ancora poco, è un gran produttore di impulsi e di molecole, molte porte cognitive sono ancora da scoprire (e questo mi fa solo piacere, non sento certo il bisogno di sostituire a questo work in progress della conoscenza un libro (ad esempio) riptrovato nello stato di new york e scritto in geroglifico finto).
Quindi ben vengano ricerche in questo campo.
Però se si considera il gruppo dei "fortemente motivati", ossia quelli che maggiormente sopravviverebbero, è assai probabile che siano in larga maggioranza credenti, ma solo per un "bias", cioè per una caratteristica distorsiva del campione esterna all'indagine: ossia perché essendo italiani sono di per sé in larga maggioranza credenti. cerco di spiegarmi meglio. in un campione di 180 italiani è molto più probabile che chi non cercava Dio fosse uno sfiduciato e non un non credente. In questo caso essendo sfiduciato e fiacco non avrebbe quella forza di volontà che spesso aiuta in una degenza; credenza e non credenza in dio sarebbero in realtà il sottoprodotto di presenza o assenza di forza di volontà applicato su un campione non omogeneo, composto preponderantemente da credenti.

Ludwig von Drake ha scritto:

http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=2118

Ma il vice presidente del cnr non era quello che disse su radio maria che il terremoto in gappone era il castigo divino??
Quanto possono essere attendibili certi studi??

Comunque nel frattempo sono incappato in altre informazioni.

Pare che l'intensità della fede religiosa sia correlata con l'attività delle vie dopaminergiche, quelle responsabili di Parkinson e schizofrenia.

In pratica, se non capisco male, quelli col Parkinson hanno meno fede, quelli con la schizofrenia (iperattività della via mesolimbica, che si occupa di trovare associazioni e correlazioni) tendono ad essere più credenti.

Fonti:

http://www.uw-anxietylab.com/uploads/7/6/0/4/7604142/ocd_and_protestant_religiosity.pdf

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19958570

http://www.smw.ch/docs/pdf200x/2004/25/smw-10322.PDF

Molto interessante quanto scrivi, Alberto. Leggendoti mi è venuto in mente che anche le persone che dicono di avere fede in Dio non vivono la fede allo stesso modo - anche questo dovrebbe andare ad alterare i valori dello studio.

Rasputin, ti chiedo di evitare di mischiare discussioni tra loro parallele e di inserire messaggi OT, è già complicato discutere di un argomento alla volta.

Ludwig von Drake ha scritto:Molto interessante quanto scrivi, Alberto. Leggendoti mi è venuto in mente che anche le persone che dicono di avere fede in Dio non vivono la fede allo stesso modo - anche questo dovrebbe andare ad alterare i valori dello studio.

Rasputin, ti chiedo di evitare di mischiare discussioni tra loro parallele e di inserire messaggi OT, è già complicato discutere di un argomento alla volta.

Ho sbagliato thread comunque ho inserito i link in quello giusto, puoi rispondere di là se vuoi

Minsky ha scritto:

*Valerio* ha scritto:Il papa mercoledi ha preso a "frustate un paio di demoni

A me, basta vederlo in TV o al limite anche in fotografia, papa Ratzinger, perché mi venga da sbavare per la rabbia... sarò indemoniato?

io invece se qualcuno volesse partecipare, proporrei una colletta per raccogliere fondi per ingaggiare un sicario per Brosio:twisted:

io sono disposto a sborsare un centone

Rasputin ha scritto:
Effetto placebo.

Per ottenerlo, non è necessaria alcuna religione.

Si viene inculati su tante cose e dobbiamo pregare per essere inculati ulteriormente?

mecca domenico ha scritto:

Rasputin ha scritto:
Effetto placebo.

Per ottenerlo, non è necessaria alcuna religione.

Si viene inculati su tante cose e dobbiamo pregare per essere inculati ulteriormente?

Appunto

ANSA ha scritto:
Papa: pedofilia mina credibilità Chiesa

CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU - Lo scandalo della pedofilia ha ''minato la credibilità del messaggio della Chiesa'', e ''rimane un mistero'' come sacerdoti e religiosi abbiano potuto ''offendere in tale maniera''. Lo ha affermato Benedetto XVI nel videomessaggio trasmesso questo pomeriggio a chiusura del 50/o Congresso eucaristico internazionale svoltosi a Dublino, capitale di un Paese in cui la Chiesa è stata fortemente colpita dalla piaga degli abusi sessuali sui minori.

Sempre spassoso il pagliaccio

Minsky ha scritto:

ANSA ha scritto:
Papa: pedofilia mina credibilità Chiesa

CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU - Lo scandalo della pedofilia ha ''minato la credibilità del messaggio della Chiesa'', e ''rimane un mistero'' come sacerdoti e religiosi abbiano potuto ''offendere in tale maniera''. Lo ha affermato Benedetto XVI nel videomessaggio trasmesso questo pomeriggio a chiusura del 50/o Congresso eucaristico internazionale svoltosi a Dublino, capitale di un Paese in cui la Chiesa è stata fortemente colpita dalla piaga degli abusi sessuali sui minori.

Mistero della fede.

A questa gente certo non manca il coraggio (il cervello invece si...).

alberto ha scritto:

Ludwig von Drake ha scritto:


La religiosità, intesa come ‘cercare l’aiuto di Dio’, ‘avere fede in Dio’, ‘affidarsi a Dio’, ‘cercare di vedere anche nella malattia la mano di Dio’, può migliorare la prognosi di pazienti con insufficienza epatica grave, sottoposti a trapianto di fegato? Per dare una risposta in termini prognostici a tale quesito è stato somministrato a un gruppo di 179 candidati, sottoposti a trapianto fra il 2004 e il 2007, un questionario sulla religiosità composto da 10 items.

Non è l'unico, ma almeno è un punto di partenza.

non posso - o meglio dovrei davvero mettermi a studiare il caso - sparare sentenze incaute su questo studio, ma mi permetto di osservare un paio di cose.

Mi sembra assolutamente condivisibile il ragionamento di alberto e condivido la sua premessa riportata nel post.
Quello che posso dire è che sparare una notizia del genere solo basandosi su 180 pazienti è quantomeno audace per degli scienziati.
Al massimo quella piccola indagine poteva essere usata per convincere e ottenere fondi e fare una vera indagine scientifica su migliaia e migliaia di casi con domande più puntuali.
Che indagine è 180 pazienti su una cosa così?
Provate a fare una previsione di exit-poll delle prossime votazioni basandovi solo su 180 interviste...
Aspetto dati più significativi...

Grazie.
Ciao.

Non so chi è più imbecille, se i disperati che nel 2012 ancora chiedono aiuto a un nazista menefreghista con amici immaginari o il nazista che gli risponde...

6 milioni di anni di evoluzione e ancora a questo punto siamo.

Rasputin ha scritto:

Minsky ha scritto:

ANSA ha scritto:
Papa: pedofilia mina credibilità Chiesa

CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU - Lo scandalo della pedofilia ha ''minato la credibilità del messaggio della Chiesa'', e ''rimane un mistero'' come sacerdoti e religiosi abbiano potuto ''offendere in tale maniera''. Lo ha affermato Benedetto XVI nel videomessaggio trasmesso questo pomeriggio a chiusura del 50/o Congresso eucaristico internazionale svoltosi a Dublino, capitale di un Paese in cui la Chiesa è stata fortemente colpita dalla piaga degli abusi sessuali sui minori.

Mistero della fede.

resta un mistero come nessuno si accorga che il problema sono le vittime, non i carnefici.

Wishop ha scritto:Non so chi è più imbecille, se i disperati che nel 2012 ancora chiedono aiuto a un nazista menefreghista con amici immaginari o il nazista che gli risponde...

6 milioni di anni di evoluzione e ancora a questo punto siamo.

la domanda è retorica, è fin troppo ovvio che il nazista è tuttaltro che imbecille, semmai sfrutta l'imbecillità (più specificamente: paure, soffernze, traumi, bisogni) dei miliardi di coglioni che popolano il pianeta...
l'evoluzione prevede l'avanzamento del migliore, infatti i tonaconi sono in posizione dominante e i coglioni a 90 gradi, quindi il processo ha avuto i suoi giusti effetti

Diva ha scritto:A questa gente certo non manca il coraggio (il cervello invece si...).

sarebbe bello concordare, nel senso che avrebbe effetti migliori sulla realtà; purtroppo, a me sembra vero il contrrio, ossia manca il coraggio di ribellarsi alla dittatura del senso-di-colpa e di svuotare le chiese la domenica; il cervello che resta (ossia poco) basta e avanza per le funzioni primarie