C'è aria di rivolta nel mondo
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Ludwig von Drake
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C'è aria di rivolta nel mondo
PECHINO - Wang Fujing, prima strada dei negozi occidentali a Pechino, non è mai stata così pulita. Scorre a due passi da Tienanmen e nel 1989 fu usata per ammassare i carri armati del regime comunista prima della strage degli studenti. Anche piazza Renmin, cuore di Shanghai, viene sommersa dall'acqua più volte al giorno. La Cina è afflitta dalla peggiore siccità degli ultimi cent'anni, ma le autorità non risparmiano autobotti. Fingere una maniacale pulizia dei luoghi pubblici, o aprire cantieri improvvisi attorno a siti sospetti, è il sistema che le autorità della seconda potenza mondiale adottano da due settimane per scacciare, con i pedoni, lo spettro di una rivoluzione. Nessuno, in Cina e all'estero, annusa oggi un'aria da ribellione nel Paese simbolo della crescita, in cui tutti disperatamente confidano. La potenza di Internet rovescia però le dittature dell'Africa mediterranea, il domino democratico si estende nel Medio Oriente e i leader della nazione più popolosa del pianeta, esempio unico di autoritarismo di mercato, temono che il virus della libertà contagi anche le terre estreme dell'Est.
E' la prima volta che una rivoluzione esordisce senza rivoluzionari, promossa solo dal loro fantasma elettronico. Ma per la leadership di Pechino, prossima alla pensione, la differenza non è sostanziale. E' l'ultima generazione di capi rieducati da Mao Zedong, che insegnava come sia una scintilla a bruciare la prateria. Si svuotano dunque i laghi della capitale, per annegare preventivamente l'evocata "rivoluzione dei gelsomini", come è stata definita per tirare un filo che colleghi la Cina alle prime insurrezioni del 2011, in Egitto e Tunisia. Il popolo del web e le forze dell'ordine assicurano che l'onda della protesta si è alzata domenica 20 febbraio. I cinesi estranei al partito e all'esercito per ora non se ne sono accorti, ma nei palazzi del potere il misterioso allarme scatena una sorprendente isteria. Il primo appello sulla Rete a "manifestare pacificamente per chiedere democrazia, libertà e giustizia" dava appuntamento ogni domenica alle 14 nel centro di una ventina di città-chiave. E' stato raccolto da poche centinaia di persone. Per il dissenso in esilio la ragione è semplice: la censura calata su Internet e sulla stampa governativa impedisce alla gente di sapere che anche in Cina, 62 anni dopo quella comunista partita dalle campagne, sta per scoppiare nell'etere una rivoluzione per cacciare i nipoti della Lunga Marcia. Anche per il potere il motivo per cui la ribellione cinese finora è essenzialmente mediatica, è elementare: nessuno o quasi vuole farla. La realtà è più complessa e spiega perché, in assenza di scontri, da un paio di settimane la Cina vive come se qualcuno stesse per infrangere la sua preziosa stabilità. Nella prima "domenica dei gelsomini" è stato difficile distinguere la folla impegnata nello shopping da quella scesa in strada per testimoniare un silenzioso dissenso.
Nessuno slogan, non uno striscione, nemmeno un insorto riconoscibile. A Pechino, fuori dal McDonald's su Wang Fujing, alcuni ragazzi hanno lanciato in aria tre mazzi di crisantemi bianchi. In questa stagione in Oriente i gelsomini non sono fioriti, ma è bastata l'esibizione generica di fiori per essere picchiati e arrestati dagli agenti. Tra gli spettatori c'era "per caso" anche l'ambasciatore americano in Cina, Jon Huntsman, prossimo candidato repubblicano alle presidenziali. Passava di lì per mano con la figlia e ai funzionari del partito è andato il sangue alla testa. In poche ore la nazione, tutta concentrata a battere ogni primato di arricchimento, è riprecipitata nelle atmosfere sinistre dell'89, o delle più recenti repressioni contro il Falun Gong, in Tibet e nello Xinjiang, o contro chi solo stima Liu Xiaobo, ultimo premio Nobel per la pace. La "Grande Muraglia di Fuoco" è ricalata sulla Rete, censurando decine di parole, tra cui "Huntsman", o "gelsomino". Il governo ha scatenato la propaganda contro "le forze straniere ostili" e per chiarire a ognuno un concetto: la Cina non è il Nord Africa e la sola idea di una rivoluzione è ridicola. Nessuno ha osato sostenere il contrario ma il fuoco, stranamente, non si è spento. Nuovi appelli anonimi alla rivolta domenicale, dalla settimana scorsa a ieri, si moltiplicano sul web. Venerdì una decina di avvocati e un centinaio di dissidenti storici, sono stati arrestati senza motivo. Domenica scorsa Pechino, Shanghai e le più importanti città cinesi sono state blindate e allagate dall'esercito. Poiché i dimostranti latitavano, pattuglie e milizie se la sono presa con i giornalisti stranieri, accorsi in massa, e con allibiti passanti. La tensione, pur in assenza di fatti, continua a salire: domenica prossima migliaia di cinesi sono invitati a occupare silenziosamente il centro di oltre cento città e la rivoluzione che non c'è per il governo è come se ci fosse.
Nessuno può razionalmente spiegare cosa in Cina stia accadendo, ma descrivere questo anomalo dissenso elettronico, soffocato con l'antica violenza, non significa testimoniare che qualcosa di importante non si stia verificando. Il Paese cresce, ma inizia a sentire il fiato delle contraddizioni capitaliste. Il regime è saldo, ma nel pieno di una conflittuale e lunga fase di passaggio personale del potere. L'incubo Corea del Nord, dove l'effetto-Libia può realmente far implodere la dittatura famigliare dei Kim, da mesi toglie il sonno a Pechino. Tra poche ore si aprirà la sessione annuale del parlamento, pronta a varare la più profonda riforma nazionale dall'epoca di Deng Xiaoping. Nuovi interessi, esclusi e forze armate bussano alla porta vecchia del partito, ultimamente incline alle promesse. Sono centinaia di milioni di individui, armati di rivendicazioni opposte. Distanza e distinzioni da Tripoli, dopo che l'e-vaso del diritto alla dignità si è rotto, possono non rivelarsi più determinanti. Mostrare al mondo come si spegne una scintilla anche se non c'è, a un secolo dalla prima rivoluzione repubblicana, è l'estrema via alla stabilità con caratteristiche cinesi.
http://www.repubblica.it/esteri/2011/03/02/news/cina_rivolta-13076725/
E' la prima volta che una rivoluzione esordisce senza rivoluzionari, promossa solo dal loro fantasma elettronico. Ma per la leadership di Pechino, prossima alla pensione, la differenza non è sostanziale. E' l'ultima generazione di capi rieducati da Mao Zedong, che insegnava come sia una scintilla a bruciare la prateria. Si svuotano dunque i laghi della capitale, per annegare preventivamente l'evocata "rivoluzione dei gelsomini", come è stata definita per tirare un filo che colleghi la Cina alle prime insurrezioni del 2011, in Egitto e Tunisia. Il popolo del web e le forze dell'ordine assicurano che l'onda della protesta si è alzata domenica 20 febbraio. I cinesi estranei al partito e all'esercito per ora non se ne sono accorti, ma nei palazzi del potere il misterioso allarme scatena una sorprendente isteria. Il primo appello sulla Rete a "manifestare pacificamente per chiedere democrazia, libertà e giustizia" dava appuntamento ogni domenica alle 14 nel centro di una ventina di città-chiave. E' stato raccolto da poche centinaia di persone. Per il dissenso in esilio la ragione è semplice: la censura calata su Internet e sulla stampa governativa impedisce alla gente di sapere che anche in Cina, 62 anni dopo quella comunista partita dalle campagne, sta per scoppiare nell'etere una rivoluzione per cacciare i nipoti della Lunga Marcia. Anche per il potere il motivo per cui la ribellione cinese finora è essenzialmente mediatica, è elementare: nessuno o quasi vuole farla. La realtà è più complessa e spiega perché, in assenza di scontri, da un paio di settimane la Cina vive come se qualcuno stesse per infrangere la sua preziosa stabilità. Nella prima "domenica dei gelsomini" è stato difficile distinguere la folla impegnata nello shopping da quella scesa in strada per testimoniare un silenzioso dissenso.
Nessuno slogan, non uno striscione, nemmeno un insorto riconoscibile. A Pechino, fuori dal McDonald's su Wang Fujing, alcuni ragazzi hanno lanciato in aria tre mazzi di crisantemi bianchi. In questa stagione in Oriente i gelsomini non sono fioriti, ma è bastata l'esibizione generica di fiori per essere picchiati e arrestati dagli agenti. Tra gli spettatori c'era "per caso" anche l'ambasciatore americano in Cina, Jon Huntsman, prossimo candidato repubblicano alle presidenziali. Passava di lì per mano con la figlia e ai funzionari del partito è andato il sangue alla testa. In poche ore la nazione, tutta concentrata a battere ogni primato di arricchimento, è riprecipitata nelle atmosfere sinistre dell'89, o delle più recenti repressioni contro il Falun Gong, in Tibet e nello Xinjiang, o contro chi solo stima Liu Xiaobo, ultimo premio Nobel per la pace. La "Grande Muraglia di Fuoco" è ricalata sulla Rete, censurando decine di parole, tra cui "Huntsman", o "gelsomino". Il governo ha scatenato la propaganda contro "le forze straniere ostili" e per chiarire a ognuno un concetto: la Cina non è il Nord Africa e la sola idea di una rivoluzione è ridicola. Nessuno ha osato sostenere il contrario ma il fuoco, stranamente, non si è spento. Nuovi appelli anonimi alla rivolta domenicale, dalla settimana scorsa a ieri, si moltiplicano sul web. Venerdì una decina di avvocati e un centinaio di dissidenti storici, sono stati arrestati senza motivo. Domenica scorsa Pechino, Shanghai e le più importanti città cinesi sono state blindate e allagate dall'esercito. Poiché i dimostranti latitavano, pattuglie e milizie se la sono presa con i giornalisti stranieri, accorsi in massa, e con allibiti passanti. La tensione, pur in assenza di fatti, continua a salire: domenica prossima migliaia di cinesi sono invitati a occupare silenziosamente il centro di oltre cento città e la rivoluzione che non c'è per il governo è come se ci fosse.
Nessuno può razionalmente spiegare cosa in Cina stia accadendo, ma descrivere questo anomalo dissenso elettronico, soffocato con l'antica violenza, non significa testimoniare che qualcosa di importante non si stia verificando. Il Paese cresce, ma inizia a sentire il fiato delle contraddizioni capitaliste. Il regime è saldo, ma nel pieno di una conflittuale e lunga fase di passaggio personale del potere. L'incubo Corea del Nord, dove l'effetto-Libia può realmente far implodere la dittatura famigliare dei Kim, da mesi toglie il sonno a Pechino. Tra poche ore si aprirà la sessione annuale del parlamento, pronta a varare la più profonda riforma nazionale dall'epoca di Deng Xiaoping. Nuovi interessi, esclusi e forze armate bussano alla porta vecchia del partito, ultimamente incline alle promesse. Sono centinaia di milioni di individui, armati di rivendicazioni opposte. Distanza e distinzioni da Tripoli, dopo che l'e-vaso del diritto alla dignità si è rotto, possono non rivelarsi più determinanti. Mostrare al mondo come si spegne una scintilla anche se non c'è, a un secolo dalla prima rivoluzione repubblicana, è l'estrema via alla stabilità con caratteristiche cinesi.
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
Ludwig von Drake- -------------
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
in italia ci vorrebbe una rivolta per far ricordare ai politici chi comanda veramente
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"religione: l' arte di prendere per il culo se stessi" Io
“se hai un problema e lo puoi risolvere, perché ti arrabbi? Se hai un problema e non lo puoi risolvere, perché ti arrabbi?”
"il medico mi ha detto di riempire di botte tutti i bigotti ............ ehm in verità mi ha detto di scaricare lo stress ma vabbè siamo lì"
Re: C'è aria di rivolta nel mondo
Odd, stavo parlando del lato del mondo che ha problemi più seri dell'Italia.
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perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
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Ludwig von Drake- -------------
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
lo avevo capito lud dicevo che forse e maglio che le fanno anche qui le rivolte
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“se hai un problema e lo puoi risolvere, perché ti arrabbi? Se hai un problema e non lo puoi risolvere, perché ti arrabbi?”
"il medico mi ha detto di riempire di botte tutti i bigotti ............ ehm in verità mi ha detto di scaricare lo stress ma vabbè siamo lì"
Re: C'è aria di rivolta nel mondo
No, in Italia non c'è bisogno di rivolta, del resto ci comanda lo statista migliore degli ultimi 150 anni...
kalab99- -----------
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
si certo infatti quanti sprechi dei NOSTRI soldi negli ultimi 150 anni
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"religione: l' arte di prendere per il culo se stessi" Io
“se hai un problema e lo puoi risolvere, perché ti arrabbi? Se hai un problema e non lo puoi risolvere, perché ti arrabbi?”
"il medico mi ha detto di riempire di botte tutti i bigotti ............ ehm in verità mi ha detto di scaricare lo stress ma vabbè siamo lì"
Re: C'è aria di rivolta nel mondo
No l'Italia no, per favore Sono molto contento comunque nel vedere questo risveglio di coscienza dei popoli, i quali diritti sono martoriati da troppo tempo.
Ultima modifica di Cosworth117 il Ven 4 Mar 2011 - 22:00 - modificato 1 volta. (Motivazione : ortografia)
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"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
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Cosworth117- -------------
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
Ci mancherebbe solo la rivolta popolare a confermare una volta per tutte quanto siamo arretrati. Poi stamm' a post'!
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Gesù è venuto per salvarci dal peccato, ma continuo a vedere peccatori. Thor ci protegge dai demoni e dai giganti di ghiaccio, e in effetti non se ne vedono in giro.
Ates- -----------
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
Perchè una rivolta sia utile dovrebbe avere due elementi:
a. la forza negativa della massa (ovvero la forza che tende a distruggere);
b. la forza positiva di un gruppo di illuminati che guida la massa (ovvero la forza che tende a creare).
In Italia non vedo realizzato il punto b.
a. la forza negativa della massa (ovvero la forza che tende a distruggere);
b. la forza positiva di un gruppo di illuminati che guida la massa (ovvero la forza che tende a creare).
In Italia non vedo realizzato il punto b.
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perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
Il punto b è la reale problematica.Ludwig von Drake ha scritto:Perchè una rivolta sia utile dovrebbe avere due elementi:
a. la forza negativa della massa (ovvero la forza che tende a distruggere);
b. la forza positiva di un gruppo di illuminati che guida la massa (ovvero la forza che tende a creare).
In Italia non vedo realizzato il punto b.
Si,vero,ma si stava opinando sulla massa,cerebrale o sbaglio?Errata Corrige...
I poli pos(+) e neg(-) sono anche quelli delle batterie,credo che oggi,si siano un tantino scaricate a tutti,me compreso,ma non la generosità,sempre che non sia una contraddizione in termini.
Si scrive tanto e si leggono da anni sempre le stesse "situazioni",però girando per le nostre città,è impressionante la mole di nuovi nati dalla stessa madre che,porella, nessuno le ha mai spiegato il significato di contraccettivo,preservativo o IGV,la quale pensa sia la ditta dove impiegheranno le sue continue gravidanze. E' lei quella che sempre incinta,mentre le altre devono andare in Spagna per la fecondazione assistita,lei ha IL canale preferenziale,quello di Si..Si..Sil..vi..o..oo..
Re: C'è aria di rivolta nel mondo
O magari pe' rimpiange quelli che c'erane prima...oddvod56 ha scritto:in italia ci vorrebbe una rivolta per far ricordare ai politici chi comanda veramente
Ci sono già io che diffondo catastrofismo apocalittico. Che ti ci metti pure tu?...
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"Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco" - (G.B. Decollato, I° secolo)
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Holubice- -------------
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Occupazione/Hobby : Rusp,hai rotto il ca$$0,vai a lavorare...!
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
Siete mai stati su delle belle spiagge sabbiose in zona battuta da forti venti?
Stiamo orbitando sullo scarpone italiano, scendiamo di quota su una bella spiaggia sarda, potete vedere la formazione di avvallamenti o meglio una sorta di miniduna.
Queste, seppur di altezza minore, non hanno niente da invidiare alle colleghe, più alte in grado, provenienti da territori posti in paesi ben più esotici.
Silicea, argillosa, pietrisco; entro un insieme di parametri il gioco non cambia molto, miss duna non è altro che un sistema costituito sotto l’azione dell’amico vettore vento che dispone i singoli elementi visti prima in una forma semilunare con una sorta di spigolo posto alla sommità.
Un impilarsi di miliardi di elementi in un sistema macroscopicamente ordinato, ma ad un certo punto subentra la transizione di fase….prima pochi elementi, poi intere regioni collassano causando la distruzione della torre che voleva arrivare al cielo, ecco arrivati alla transizioni di fase.
Perché è crollata?
Il deserto fondamentalmente è piatto, il vento ha un azione, ma perché un attimo prima aveva “costruito” questa struttura per poi un secondo farla crollare?
Mah abbiamo il corpo del delitto, ma manca il movente; direi di mettere in libertà Eolo, seppur con obbligo di firma e residenza.
La modifica (o meglio, una sommatoria di micro modifiche) avviene all’interno della duna stessa, s’accrescono prima in maniera minima, poi in maniera aritmetica, geometrica ed infine esponenziale; queste transizioni di fase sono descrivibili, con ampi limiti, con una matematica particolare: la matematica del caos.
Non vi annoio più, in pratica la rappresentazione grafica, o per i più masochisti il modello matematico, mostra un’ampia similarità fra tutte le diverse configurazioni.
Similarità….
Molte rivoluzioni sono partite per motivi sociali, per lo zeitgeist attuale, e politici diventati ormai diritti su cui non si riflette neppure più.
Il problema è sempre il solito, finché masse poco istruite si lasceranno guidare da “masse illuminate” si arriverà presto o tardi alla storia della biscia che chiamata a riportare da una fazione di rane la democrazia nello stagno in effetti la riporta….vi lascio immaginare come.
A livello pratico, almeno nella società occidentale, siamo in una condizione ottima (rispetto a 2/3 secoli): gran parte della popolazione ha accesso a un livello culturale discreto e mezzi d’informazione sicuramente superiori.
A questo punto, pian pian i vari lieviti che svolazzano in aria, frutti di guerre sotterranee e sfuggiti a repressioni alquanti forti potrebbero agire sulla massa, ovvero il ribaltamento del principio di autorità da qui la necessità di arrivare a decisioni collettive dopo una mediazione di tutte le parti, senza la necessità di un corpo politico.
Stiamo orbitando sullo scarpone italiano, scendiamo di quota su una bella spiaggia sarda, potete vedere la formazione di avvallamenti o meglio una sorta di miniduna.
Queste, seppur di altezza minore, non hanno niente da invidiare alle colleghe, più alte in grado, provenienti da territori posti in paesi ben più esotici.
Silicea, argillosa, pietrisco; entro un insieme di parametri il gioco non cambia molto, miss duna non è altro che un sistema costituito sotto l’azione dell’amico vettore vento che dispone i singoli elementi visti prima in una forma semilunare con una sorta di spigolo posto alla sommità.
Un impilarsi di miliardi di elementi in un sistema macroscopicamente ordinato, ma ad un certo punto subentra la transizione di fase….prima pochi elementi, poi intere regioni collassano causando la distruzione della torre che voleva arrivare al cielo, ecco arrivati alla transizioni di fase.
Perché è crollata?
Il deserto fondamentalmente è piatto, il vento ha un azione, ma perché un attimo prima aveva “costruito” questa struttura per poi un secondo farla crollare?
Mah abbiamo il corpo del delitto, ma manca il movente; direi di mettere in libertà Eolo, seppur con obbligo di firma e residenza.
La modifica (o meglio, una sommatoria di micro modifiche) avviene all’interno della duna stessa, s’accrescono prima in maniera minima, poi in maniera aritmetica, geometrica ed infine esponenziale; queste transizioni di fase sono descrivibili, con ampi limiti, con una matematica particolare: la matematica del caos.
Non vi annoio più, in pratica la rappresentazione grafica, o per i più masochisti il modello matematico, mostra un’ampia similarità fra tutte le diverse configurazioni.
Similarità….
Molte rivoluzioni sono partite per motivi sociali, per lo zeitgeist attuale, e politici diventati ormai diritti su cui non si riflette neppure più.
Il problema è sempre il solito, finché masse poco istruite si lasceranno guidare da “masse illuminate” si arriverà presto o tardi alla storia della biscia che chiamata a riportare da una fazione di rane la democrazia nello stagno in effetti la riporta….vi lascio immaginare come.
A livello pratico, almeno nella società occidentale, siamo in una condizione ottima (rispetto a 2/3 secoli): gran parte della popolazione ha accesso a un livello culturale discreto e mezzi d’informazione sicuramente superiori.
A questo punto, pian pian i vari lieviti che svolazzano in aria, frutti di guerre sotterranee e sfuggiti a repressioni alquanti forti potrebbero agire sulla massa, ovvero il ribaltamento del principio di autorità da qui la necessità di arrivare a decisioni collettive dopo una mediazione di tutte le parti, senza la necessità di un corpo politico.
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Re: C'è aria di rivolta nel mondo
Non sono certo di quanta aria di rivoluzione ci sia in Italia, con la crescita demografica che abbiamo i giovani non hanno voce - chi se ne frega dei giovani tanto parzialmente ci penseranno i genitori.
"Cosa pensano degli italiani all'estero", con questa chiave di ricerca viene fuori tanta roba, io non cito le cose troppo offensive ma quelle che hanno con senso con la voglia irresistibile di cambiare.
I più cafoni del mondo sono proprio gli abitanti del "bel Paese". I turisti italiani sono definiti dei cialtroni, capaci soltanto di correre dietro alle griffe, ai falsi miti della celebrità e imbevuti di tv-spazzatura. "Tre volte quest'anno - scrive l'editorialista nella rubrica, sotto il titolo 'Scusatemi, ma perché gli italiani sono così maleducati?' - mentre cercavo di scendere dal metrò sono stato ricacciato indietro da gente vestita in modo sciccoso che spingeva per entrare prima che i passeggeri fossero scesi: e tutte le volte si è trattato di gente che parlava fitto in italiano".Il giornalista poi aggiunge: "Come possiamo riconciliare l'Italia moderna, fatta di consumismo, televisione-spazzatura, smania per le firme e insensata adorazione delle celebrità, con l'Italia di Venezia, Da Vinci, Verdi e Medici?". L'imbestialito Parris arriva a questa sferzante e patriottica conclusione: "Dite che cosa vi pare della nostra turbolenta folla bevuta di birra ma, anche se ci mettete i tatuaggi e tutto il resto, avrebbe subito capito che tipo è Berlusconi". Insomma accuse pesanti. Quello che posso dire che non ha molto torto perchè anche io quando vado all'estero noto molti italiani che non si comportano molto bene ma è sbagliato fare di un'erba un fascio. Nonostante ciò è allarmante come, ancora una volta, l'italiano perda sempre più credibilità e fascino.
"Italiani codardi" è una conclusione eccessiva, naturalmente per me che sono italiano. Se avessimo la forza di rendere indipendenti i nostri giovani terminati gli studi allora otterremmo due risultati (almeno): 1) aumento del livello culturale come naturale reazione... studio = vita comoda e 2) riduzione della sensibilità verso il superficiale... lottare per i diritti = distribuzione della ricchezza.
Sicuramente questa rivoluzione "famigliare" farebbe cambiare molte cose, probabilmente si saprebbe se anche in Italia c'è aria di rivoluzione...
Il terzo risultato potrebbe essere una risposta saper distinguere gli interventi militari sulla base dell'effettivo ritorno dell'investimento... mi pare che noi non si vada oltre il 7% (ho detto mi pare e non so quanta gente mangia) ovvero "mandaci tu sorella in prima linea a stelle e strisce".
"Cosa pensano degli italiani all'estero", con questa chiave di ricerca viene fuori tanta roba, io non cito le cose troppo offensive ma quelle che hanno con senso con la voglia irresistibile di cambiare.
I più cafoni del mondo sono proprio gli abitanti del "bel Paese". I turisti italiani sono definiti dei cialtroni, capaci soltanto di correre dietro alle griffe, ai falsi miti della celebrità e imbevuti di tv-spazzatura. "Tre volte quest'anno - scrive l'editorialista nella rubrica, sotto il titolo 'Scusatemi, ma perché gli italiani sono così maleducati?' - mentre cercavo di scendere dal metrò sono stato ricacciato indietro da gente vestita in modo sciccoso che spingeva per entrare prima che i passeggeri fossero scesi: e tutte le volte si è trattato di gente che parlava fitto in italiano".Il giornalista poi aggiunge: "Come possiamo riconciliare l'Italia moderna, fatta di consumismo, televisione-spazzatura, smania per le firme e insensata adorazione delle celebrità, con l'Italia di Venezia, Da Vinci, Verdi e Medici?". L'imbestialito Parris arriva a questa sferzante e patriottica conclusione: "Dite che cosa vi pare della nostra turbolenta folla bevuta di birra ma, anche se ci mettete i tatuaggi e tutto il resto, avrebbe subito capito che tipo è Berlusconi". Insomma accuse pesanti. Quello che posso dire che non ha molto torto perchè anche io quando vado all'estero noto molti italiani che non si comportano molto bene ma è sbagliato fare di un'erba un fascio. Nonostante ciò è allarmante come, ancora una volta, l'italiano perda sempre più credibilità e fascino.
"Italiani codardi" è una conclusione eccessiva, naturalmente per me che sono italiano. Se avessimo la forza di rendere indipendenti i nostri giovani terminati gli studi allora otterremmo due risultati (almeno): 1) aumento del livello culturale come naturale reazione... studio = vita comoda e 2) riduzione della sensibilità verso il superficiale... lottare per i diritti = distribuzione della ricchezza.
Sicuramente questa rivoluzione "famigliare" farebbe cambiare molte cose, probabilmente si saprebbe se anche in Italia c'è aria di rivoluzione...
Il terzo risultato potrebbe essere una risposta saper distinguere gli interventi militari sulla base dell'effettivo ritorno dell'investimento... mi pare che noi non si vada oltre il 7% (ho detto mi pare e non so quanta gente mangia) ovvero "mandaci tu sorella in prima linea a stelle e strisce".
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