3D della poesia...e dei racconti...

Le riflessioni si fanno sempre quando si arriva sul fondo o si rimira il baratro da pochi centimetri di distanza..

Forza e coraggio, noi uomini duri ci siamo abituati, nevvero??


Delfi e Darrow in azione!

Non lo so, sono abituato a dare risposte, ad essere d'aiuto. Sono tutti abituati a questo che non gli viene di pensare che possa avere qualche debolezza e che non riesca ad esternarla. Perfino il cardiologo, quando gli ho suggerito di sedarmi mi ha guardato dicendo che non serviva a me... anche la volta che ebbi l'angina andai al pronto soccorso e non riusci a dire che stavo male e mi misero in fila, per fortuna che c'era Katia e disse che rischiavo l'infarto e così mi portarono alle cure intensive - mentre scherzavo ironicamente.

Che dire forse oltre gli anni, la deformazione professionale di analizzare per descrivere concetti anche in forma astratta o le medicine che prendo. Ho abusato per troppo tempo del mio fisico ed ora il cuore si è stufato e lo dice. La prima volta che ho mostrato emozioni è stato dopo i 50 anni, evidentemente mostrare emozione non doveva essere un pregio. Se non avessi avuto un minimo di sentimenti irrazionali non sarebbe stato possibile avere delle emozioni e tanto meno esternarle stupidamente come faccio ora citandomi addosso.

In mezzo alle cianfrusaglie sonore ho trovato questa semplice e originale melodia del quale testo appartiene a tutti noi prima o poi e ci fa essere dei pulcini bagnati.


Dice questo...

Fiume (della) Luna, più largo che un miglio,
un giorno ti attraverserò con classe (stile)
oh creatore di sogni, distruttore di cuori
dovunque tu stia andando, io ti seguirò

due nomadi che vanno per vedere il mondo
che c'è cosi tanto mondo da vedere
siamo stati insieme dove finisce l'arcobaleno
aspettando dietro all'angolo, il mio amico Huckleberry

Fiume Luna, ed io!

Ecco, nell'angolo delle percezioni recepite queste stupidaggini che spero di non esternare più.

Si sta da soli qualche volta... specie quando serve qualcosa... che sta oltre l'arcobaleno.

Stupendo..

Egregio Signore, che viaggio lungo ed estenuante che stiamo facendo.
L'autostrada scorre veloce sotto di noi, mentre ci consumiamo in mille discorsi, e la pausa da un benzinaio ci informa che il mare e' vicino.

Se ne sente il profumo.

Egregio Signore, che parli di lavoro, di case, di fatti della vita..io ti guardo, mentre spio lo specchietto o mi accendo una sigaretta, tenendo il volante e occhieggiando la velocita'..

Hai quei capelli bianchi che non ricordo e ne rivedo mentre ripasso nella memoria dei lampi di giornate andate.

Egregio Signore, di cui non ricordo davvero nemmeno una stretta di mano con lei..

Figurarsi un abbrraccio o un bacio sulla fronte.

Egregio Signore, siamo assieme da una vita, ma ci siamo sempre dati del lei..

A memoria non saprei nemmeno dire esattamente il colore dei suoi occhi, la sua altezza o disegnarne un profilo.

Egregio Signore, mi sorprende ancora, oggi, dopo decenni, il pensiero che sei mio padre..

Ok

SergioAD ha scritto: Ok

eh...

pian piano conoscerai questa ragazza

Solo che ho temuto per lei quando lo letto questo messaggio...

È sparita del tutto l’insonnia quando ho iniziato a praticare la meditazione buddista a 21 anni, perché riuscivo a liberare la mente e a far tacere i pensieri!

Read more: http://atei.forumitalian.com/t3894p30-insonnia#ixzz1u7E5Dz7D

ed ho sperato che passasse inosservata!

SergioAD ha scritto:Solo che ho temuto per lei quando lo letto questo messaggio...

È sparita del tutto l’insonnia quando ho iniziato a praticare la meditazione buddista a 21 anni, perché riuscivo a liberare la mente e a far tacere i pensieri!

Read more: http://atei.forumitalian.com/t3894p30-insonnia#ixzz1u7E5Dz7D

ed ho sperato che passasse inosservata!

Non è passata inosservata. Come ti ho detto, sai poco di lei; leggi bene quello che ho grassettato e dimmi se corrisponde, a tuo parere, a verità allo stato attuale

La ricaduta buddista e' un classico di tutti gli ex credenti, o almeno quasi tutti, dai..

L'importante e' che uno non ne resti impigliato..Spica e' diventata una lince del pensiero critico, oggi non la piglia per il culo piu' nessuno..

Io l'ho frequentata abbastanza anche di persona ed e' una persona che trasmette davvero un senso di pace e semplicita'..

appunto

o almeno quasi tutti, dai..

Bene il quasi...

Io i giochi con la mente li ho fatti, li ho fatti al punto che con Katia ed il suo ginecologo facemmo (io a lei) il training autogeno durante il travaglio del primo figlio con l'idea di fare il parto sotto l'ipnosi, poi lo stronzo non mi fece entrare in sala parto perché mi aveva sentito dire "non scopo più" in continuazione!

Dopo 11 ore di "il tuo corpo sagoma il letto, respira come un cane, sei rilassata perché il tu corpo è pesante ma tu sei leggera, chi me l'ha fatto fa (questo non mi sembrava d'averlo detto)".

Comunque io mi gioco le palle che avresti avuto lo stesso rapporto con Claudio, una palla di sicuro. Proprio quando è sceso sul personale l'ho sentito questo.

SergioAD ha scritto:
Io i giochi con la mente li ho fatti, li ho fatti al punto che con Katia ed il suo ginecologo facemmo (io a lei) il training autogeno durante il travaglio del primo figlio con l'idea di fare il parto sotto l'ipnosi, poi lo stronzo non mi fece entrare in sala parto perché mi aveva sentito dire "non scopo più" in continuazione!

Ecco cosa ti succede a metterti con gente del genere

La storia della scala, di Hristo Smirnenski (un comunista bulgaro che poco prima di morire capì l'impossibilità del comunismo)

"Chi sei tu?" chiese Il Diavolo.

"Io sono plebeo di nascita e tutti gli straccioni sono miei fratelli. Com'è terribile il mondo, e com'è miserabile la gente!"

Era un giovanotto che parlava, con la testa alta e le mani strette a pugno. Si trovava di fronte alle Scale - un'alta scala bianca di marmo rosa screziato. Fissava nella distanza dove le folle grige della povertà si mescolavano come le torpide acque di un fiume in piena.
Le folle salivano e ribollivano, alzando una foresta di sottili braccia nere, fulminanti pianti di rabbia e indigniazione laceravano l'aria ed il loro eco spariva lentamente e solennemente come il distante rumore d'armi da fuoco.
Le folle crebbero sempre più vicino, seguite da nuvole di polvere gialla, singole sagome apparirono più distintamente contro l'orizzonte grigio. Un vecchio si avvicinava, piegato basso come se fosse cercando la sua giovinezza perduta. Una bambina a piedi nudi teneva i suoi stracci di vestiti e guardava le alte Scale con i suoi occhi fiordaliso. Guardava e sorrideva. E poi sottili figure grigie, tutte vestite di stracci, cantavano un lungo coro funebre. Qualcuno fischiava stridulante, qualcun'altro si metteva le mani in tasca, ridendo fortemente con la pazzia negl'occhi.

"Io sono plebeo di nascita e tutti gli straccioni sono miei fratelli. Com'è terribile il mondo, e com'è miserabile la gente! Ma voi, voi che siete là in cima..."

Era un giovanotto che parlava, con la testa alta e le mani strette a pugno.
"E allora odi quelli che sono in cima," chiese il diavolo, stilosamente pendendo verso il giovanotto.
"Avrò la mia rivincita su quei nobili e principi. Vendicherò crudelmente i miei fratelli - i miei fratelli con le faccie gialle come la sabbia e che gemitano più amaramente di una bufera di Dicembre. Guarda i loro corpi nudi e sanguinanti, ascolta i loro gemiti! Li vendicherò, lasciami passare!"
Il Diavolo sorrise: "Io sono il guardiano di quelli in cima e senza una bustarella non ti lascerò passare."
"Io non ho oro. Non ho niente con cui pagarti... Io sono povero, un giovane in stracci... Ma sono pronto a dare la mia vita!"
Il Diavolo sorrise ancora: "Oh nonono, io non chiedo così tanto. Dammi solo il tuo udito."
"Il mio udito? Certamente... Che non senta più niente, che..."
"Sentirai comunque," il Diavolo lo rassicurò, e fece spazio. "Passa!"

Il giovanotto si mise a correre e fece tre gradini in un solo salto quando la mano pelosa del Diavolo lo fermò.
"Basta così! Ora fermati e ascolta ai gemiti dei tuoi fratelli più in giù."
Il giovanotto si fermò e ascoltò.
"Che strano? Come mai hanno iniziato d'improvviso a cantare canzoni felici e a ridere tranquillamente?..." E poi si rimise a correre sù per le scale.

E ancora il Diavolo lo fermò. "Se vuoi scalare altri tre gradini, dovrò prendere i tuoi occhi."
Il giovanotto fece un gesto di disperazione. "Ma allora non potrò vedere i miei fratelli o quelli che vado a punire."
"Li vedrai comunque..." disse il Diavolo. "Ti darò occhi diversi, molto migliori di quelli che hai già!"
Il giovanotto salì su altri tre gradini, e guardò indietro.
"Guarda i corpi nudi e sanguinanti dei tuoi fratelli," richiese il Diavolo.
"Mio Dio, ma che strano! Come hanno fatto ad indossare vestiti così belli? E non più ferite sanguinanti, ma bensì splendide rose rosse decorano i loro corpi..."
Alla terza Scala il Diavolo prese la sua piccola paga. Ma il giovanotto procedette avanti, volontariamente dando tutto quello che aveva pur di raggiungere il suo scopo e punire i ben nutriti nobili e principi. Solo un altro gradino, solo un ultimo gradino rimaneva e poi sarebbe in Cima. E poi sì che avrebbe vendicato i suoi fratelli!

"Io sono plebeo di nascita e..."
"Giovanotto, solo un ultimo gradino rimane. Ancora un passo e potrai avere la tua vendetta. Ma per quest'ultimo passo richiedo sempre una doppia tassa: dammi il tuo cuore e dammi la tua memoria."
Il giovanotto protestò.
"Il mio cuore? No, questo è troppo!"
Il Diavolo rise profondamente e diabolicamente: "Io non sono così crudele come tu immagini. In cambio ti darò un cuore d'oro e una memoria nuova. Ma se rifiuti, allora non potrai mai vendicare i tuoi fratelli con le faccie gialle come la sabbia e che gemitano più amaramente di una bufera di Dicembre."
Il giovanotto vide ironia negli occhi verdi del Diavolo.
"Ma non ci sarà nessuno più miserabile di me. Mi stai prendendo tutta la mia natura umana."
"Al contrario, nessuno sarà più felice di te. Allora, accetti: solo il tuo cuore e la memoria?"
Il giovanotto pensò, il suo volto rannuvolatosi, gocce di sudore che scivolavano giù dalla sua fronte aggrottata, in rabbia strinse i pugni e attraverso denti stretti disse: "Va bene. Prendili!"

E come una feroce tempesta estiva di rabbia e ira, i suoi capelli scuri al vento, il giovanotto passò l'ultimo gradino. Ora era alla cima assoluta delle Scale. E un grande sorriso gli apparve improvvisamente in faccia, i suoi occhi ora risplendevano di una gioia tranquilla e le sue mani si rilassarono. Guardò i nobili gozzovigliare e guardò giù le folle ruggenti e ringhianti. Li fissò, ma non un muscolo del suo volto tremava: la sua faccia era radiante, felice e contenta. Le folle che vedeva più in giù erano vestite festivamente e i loro gemiti erano ora inni.

"Chi sei tu?" chiese il Diavolo, in una voce bassa e furba.
"Io sono un principe di nascita e gli dei sono i miei fratelli. Com'è meraviglioso il mondo, e come è felice la gente!"

Se e' vero, come e' certo, che fare il padre e' troppo difficile..che mi resta?
Non sono un gran campione, ma chissa', almeno come sparring partner posso andare..
Al limite incasso, se senti irresistibile dover picchiare..
E se le prendi come si deve, all'angolo so cucire..

..si puo' fare.

Dedicata a Paolo..

Bella, cosi bella che non si puo' dimenticare per il resto della vita. Di una bellezza che proviene dai sogni, dai disegni..dalle fiabe..

La piu' bella suora che uno si puo' immaginare, bassa, cosi bassa che ne udivo solo la voce dal di fuori dello spioncino senza vederla..

Che voce limpida e asciutta, una frustata che risuonava sul mio inverno, in un cortile innevato e silenzioso che sembrava non dover finire mai..

Vecchia, vecchissima che si pareva sgretolare come un foglio bruciato con un battito delle mani..un soffio che passa da sotto una finestrella sghemba imbuto di una bocca di lupo..

Il ricordo che ho e' quello di un mazzo di foglie gialle lanciate in aria e ricadutemi addosso, sul viso, sulla testa..

Due righe, due volte e ripetute senza l'azzardo di rileggere ne l'una ne l'altra per la paura di veder dissolvere questo momento, in cui la rivedo..e la risento..

termoli - campobasso
75 km di curve in un tempo che fu. La 128 di papa' va lenta come una tartaruga per non farmi vomitare ed ha il finestrino aperto; lui ha acceso una sigaretta ed ha il gomito di fuori io, al suo fianco, ho l'aria stanca ma soddisfatta dopo una giornata al mare con i cuginetti. All'improvviso una mercedes verde con quattro energumeni si affianca a noi e cerca piu volte di stringerci senza peraltro affondare il colpo . . Mio padre si fa attento e, cosa strana, non dice nulla: non inveisce, non si gira a guardarli, niente. quando pero' tornano a farsi sotto, li lascia venire alla sua altezza fa schizzare la sigaretta sulla faccia di uno dei quattro ceffi ed accelera approfittando del trambusto che si crea.
Punto i piedi in silenzio e con la destra mi appendo alla maniglia alta della portiera.. . . Nei rettilinei sento la mercedes che ci insegue ad un passo, ma la curva arriva prima del botto e prendiamo sempre del margine... e via cosi: sorpassi impossibili, frenate al limite, rumore dei motori, gomme che stridono, derapate, rapidi cambi di marce . . dopo un buon quarto d'ora un tornante si avvicina cosi in fretta che chiudo gli occhi ed alzo le spalle. . . e' un attimo: papa fa una magia delle sue da ex pilota di rally noi sterziamo e loro volano via nei campi.
"non dire niente alla mamma. . .", mi fa, si accende la
sigaretta come se niente fosse e buonanotte al secchio.


che cesso sto tablet. . .

qualcuno mi ha dato un verde..

gli dò l'antefatto allora...

Alcuni giorni prima, mio padre ed io torniamo a casa prima del solito. Sul pianerottolo due signore "e zingare", spingono l’uscio di casa per tentare di entrare…. Di là si sentono i gemiti di mia madre che si oppone con tutte le sue forze all’aggressione.

Mio padre urla un OH!….

La più giovane e smilza se la fila veloce come una gatta spaventata; l’altra, più corpulenta ed alta, gli si avvicina come un grosso orso, inveisce ed alza le mani.

Non l’avesse mai fatto!….

Papà furioso comincia a pestarla….

Lui la picchia con pugni, schiaffi e calci nel didietro, lei cade, rotola si rialza ed inveisce urlando… e lui ricomincia…e così via da casa mia, per le scale, in cortile, per la strada giù giù fino in piazza.

Sembra una scena tragicomica ben girata …la gente si scansa, si gira, si defila, commenta a bassa voce come meglio non farebbero delle buone comparse…. E pian pianino, comincia a formarsi a debita distanza un codazzo sempre più numeroso, caciaroso, compiaciuto, fino a che arrivati in piazza, lei gonfia e sanguinante, papà la prende e la scaraventa nella vasca della fontana.

Pluff….. Silenzio infinito….fermo immagine..Eee… scatta l’applauso. Papà si gira, fa l’inchino e se ne va.

Una roba che non ci si crede…. Bravo! Così si fa con questi ladri! Andassero a lavorare! Ecc ecc ecc.

Ah ecco, mi dico, allora hanno capito che è tutto vero….

ero io..bravissimo!

Paparino peperino eh Sabre...beato te...

Grazie, grazie, troppo bbuono....
Ti do l'epilogo

Sulla littorina Termoli  - Campobasso i pendolari tornano la sera nei paesi dell' interno. A partire da Casacalenda, l'ultima stazione importante prima del capoluogo, chi va in città resta quasi sempre solo a spulciare i giornali lasciati sui sedili e a farsi ogni sorta di seghe mentali. Era così anche quella sera.... Mio padre si chiedeva da un po' di giorni perché mai loro non fossero tornati. Sentiva, per esperienza, che la faccenda non poteva dirsi conclusa e si portava nelle tasche del cappotto un coltello puntuto dal manico rosso che usava in campagna, grande il giusto, efficace (testuali parole). Lo avevo tastato con le dita un giorno appendendo il mio cappotto accanto al suo.... Notai allora che non indossava le solite cose per l'ufficio ma abiti più comodi e maglioni leggeri a collo alto scuri con scarpe basse di cuoio nere un po' ....strane. Pensavo o forse speravo, che  mamma non avesse dato peso a tali cambiamenti  ma era troppo spesso in piedi e si dava un gran da fare.... Perfino mio fratello, troppo piccolo per capire, a volte mi guardava come per chiedermi " ma perché fa così?" ed io di rimando facevo spallucce. Quella sera, all'ennesima pesciatina del trenino due signori salgono furtivamente nel vagone. Uno si posiziona al centro a guardia dell'ingresso e l'altro controlla la situazione dei due scomparti vuoti.... Un cenno ed entrambi entrano in quello di papà chiudendosi dietro la porta. Non ho mai saputo di preciso cosa avvenne ma alla successiva pisciatina del treno papà era di nuovo solo a spulciarsi i giornali.  Al rientro ricordo che mamma disse senza preamboli : e' finita? 
Papà fece un cenno del capo sorridendo e chiaramente sollevato.

Suppongo che papà abbia fatto loro un certo discorso minaccioso dopo una pesante ripassatina perché non vi fu altro, che io sappia. 

Tempo dopo son tornate le camicie e le cravatte.

Rasp, certe situazioni non sono facili da vivere. Ero più o meno tranquillo perché sapevo di cosa mio padre fosse capace essendo stato per anni un soldato mercenario per giunta uno dei pochi "eroi"  decorati da vivo e non da morto......Ma questo andava loro "spiegato". 

Sabre03 ha scritto:
Rasp, certe situazioni non sono facili da vivere. Ero più o meno tranquillo perché sapevo di cosa mio padre fosse capace essendo stato per anni un soldato mercenario per giunta uno dei pochi "eroi"  decorati da vivo e non da morto......Ma questo andava loro "spiegato". 

azz...potevi dirlo prima eh

Potevo mica dire proprio a te di essere il figlio di Corto Maltese.....

Certe lacrime tagliano le guance come fossero coltelli..
certe bruciano come acido.
Certe lacrime graffiano come unghie affilate..
altre scendono in gola come pezzi di vetro...

Leggere, quasi invisibili.

delfi68 ha scritto:Certe lacrime tagliano le guance come fossero coltelli..
certe bruciano come acido.
Certe lacrime graffiano come unghie affilate..
altre scendono in gola come pezzi di vetro...

Leggere, quasi invisibili.

Del tempo perduto.
Delle cose non fatte e di quelle fatte ma che forse si potevano fare meglio..

Quando Manuele mi ha chiesto di tornare a Saturnia. Oggi..subito..Pà, una partenza pazza, come tanti anni fa??
Potevamo restarci più tempo.

... I migliori incontri si fanno in treno.

e i più intimi sotto la pioggia...

Diva ha scritto:... I migliori incontri si fanno in treno.

Spica ha scritto:e i più intimi sotto la pioggia...

Un verdone ad ambe


Per il secondo anche

per questo io non ho mai avuto problemi col meteo, nel senso di fare esclamazioni tipo "accidenti piove!". Un po' perché ho vissuto di peggio, ma soprattutto perché le mie giornate fortunate sono sempre state sotto la pioggia. O ci si avvicina inimamente sotto l'ombrello o comunque ci si rifugia in qualche bar, in casa o altri luoghi chiusi e ci si siede a tavolino, o sul divano, uno di fronte all'altro e ci si confidano pensieri initimi che mai si avrebbero detto "facendo le vasche in centro" (non so se si usa ovunque come espressione, intendo pirlare a vuoto avanti e indietro per le strade). Ci si guarda negli occhi. Lo so che è possibile anche col sole, ma la pioggia crea un'atmosfera di vicinanza e intimità obbligata quasi, almeno per me.... e così le mie giornate più profonde, con amici, non parlo di fidanzati, sono state sotto la pioggia!

Spica ha scritto:per questo io non ho mai avuto problemi col meteo, nel senso di fare esclamazioni tipo "accidenti piove!". Un po' perché ho vissuto di peggio, ma soprattutto perché le mie giornate fortunate sono sempre state sotto la pioggia. O ci si avvicina inimamente sotto l'ombrello o comunque ci si rifugia in qualche bar, in casa o altri luoghi chiusi e ci si siede a tavolino, o sul divano, uno di fronte all'altro e ci si confidano pensieri initimi che mai si avrebbero detto "facendo le vasche in centro" (non so se si usa ovunque come espressione, intendo pirlare a vuoto avanti e indietro per le strade). Ci si guarda negli occhi. Lo so che è possibile anche col sole, ma la pioggia crea un'atmosfera di vicinanza e intimità obbligata quasi, almeno per me.... e così le mie giornate più profonde, con amici, non parlo di fidanzati, sono state sotto la pioggia!

potremo allora vederci a Llorò

Ancora cosi. E forse lo sarà per sempre..

Questa notte ho ricevuto ancora quella telefonata. Sempre dalla bambina di un tempo..quella con cui scappavo di casa..sui treni, nelle macchine parcheggiate..in qualche casa prestata..

Ero cosi piccolo anch'io..e sono entrato nei suoi incubi giusto per starle vicino, senza sapere nemmeno bene cosa significava. Senza sapere che non avrei mai più potuto dimenticarla, lasciarla..

Lei continua a scappare di casa..sono oltre venticinque anni di fughe, di pianti, di illusioni, di tentativi..ma non c'è mai nulla da fare. E' sempre con quell'urlo al telefono che certe notti si arrende e ricerca il compagno di fughe di allora..

Alle volte, da ragazzi, non si comprende appieno cosa può essere una scelta..
Scappare per una strada con qualcuno, può significare accompagnarlo in quelle fughe per il resto della vita..

Ma non ho rimpianti...solo frustrazioni. Sempre li di fianco..semplice comparsa in un dramma, deludente complice che non ha nessuna capacità speciale se non quella di avere la resistenza di una rondine che vola per anni..

Ma quanto la amo..un'amore che non è quello che si può provare per una donna..credo sia più qualcosa che si avvicina all'amore per una sorella, una figlia..o addirittura se stessi..

Io non so cosa vede chiunque guardi il suo viso, il mio viso..adulti, maturi..quasi anziani..delle rughe, qualche capello bianco..modi e mode di anni fa, che alcuni nemmeno hanno mai conosciuto..

Ma noi vediamo sempre e solo il nostro viso di ragazzini diciasettenni riflesso nel vetro di un finestrino del treno, mentre fuori scorre il buio..

In fuga..

per quella persona allora sei un angelo che illumina improvvisamente il buio, come per molti altri

io ho incontrato alcuni angeli... angeli che sapevano raggiungere le profondità del mio animo, che spaccavano le catene che mi soffocavano il cuore...

che portavano parole di speranza, di comprensione e carezze affettuose..

c'è chi è fatto così... chi corre nel buio senza sapere dove è diretto, chi percorre una strada irta di spine...

chi sente l'animo spaccarsi in due e morire per sempre...

chi spera di addormentarsi la notte sperando sia l'ultima...

Ma un giorno arrivano gli angeli: persone che non voltano le spalle, che non temono la sofferenza più disumana e straziante

Angeli sen'ali, che... difficile definirli.... sono solo angeli...

Sono pochi, ma sanno portare la luce nel buio, sanno prenderti per mano senza spaventarsi del tuo tremore...

Non hanno paura del buio, questi angeli: sanno arrivare dove altri non vedono nemmeno, sanno arrivare nelle stanze segrete del dolore, sanno arrivare negli spazi più profondi del cuore...

e non ti abbandoneranno mai.

io li ho incontrati.

Grazia Francescato (ex boss dei Verdi) aveva scritto un libro sugli angeli
sono figure che a me non sono mai state simpatiche, anzi proprio antipatici

Spica ha scritto:per quella persona allora sei un angelo che illumina improvvisamente il buio, come per molti altri

...

e non ti abbandoneranno mai.

io li ho incontrati.

Beata te!

ma guardate che angeli era metaforico... intendevo dire che ci sono persone che arrivano dove altri voltano le spalle e io li considero come degli angeli.

micca intendevo che ho visto gli angeli davvero....

Spica ha scritto:ma guardate che angeli era metaforico... intendevo dire che ci sono persone che arrivano dove altri voltano le spalle e io li considero come degli angeli.

micca intendevo che ho visto gli angeli davvero....

L'avevo capito, per quello ti ho detto che sei beata ad averli incontrati. Ah, "beata" era in senso metaforico!

Darrow ha scritto:

Spica ha scritto:ma guardate che angeli era metaforico... intendevo dire che ci sono persone che arrivano dove altri voltano le spalle e io li considero come degli angeli.

micca intendevo che ho visto gli angeli davvero....

L'avevo capito, per quello ti ho detto che sei beata ad averli incontrati. Ah, "beata" era in senso metaforico!

Scrivevi "Fortunata" andava meglio

boss era metaforico

Io di angeli non ne ho incontrati... Sara' che quando ho qualche problema non lo condivido, ma cerco sempre di sbrigarmela da sola.

Rasputin ha scritto:

Darrow ha scritto:

Spica ha scritto:ma guardate che angeli era metaforico... intendevo dire che ci sono persone che arrivano dove altri voltano le spalle e io li considero come degli angeli.

micca intendevo che ho visto gli angeli davvero....

L'avevo capito, per quello ti ho detto che sei beata ad averli incontrati. Ah, "beata" era in senso metaforico!

Scrivevi "Fortunata" andava meglio

Era per rimanere in tema! Tanto Spica ha capito senz'altro!

(allora io non dovevo chiamarli angeli..)

Ok ok! tutto metaforico e terreno

comunque.... beh, da un lato non sono per nulla fortunata; dall'altro, aver vissuto al limite del sopportabile ha fatto sì che ora ho solo relazioni profonde e sincere... anche se ovviamente molto poche, ma preziosissime

"Hai visto la struggente storia d'un misero uomo appollaiato sull'albero proibito del giardino d'Eden Martin?"

"Purtroppo sì" gli rispondo ridendo.

"A me è piaciuto, soprattutto quel pezzo di Giancarlo Giannini, quando dice:

La vera merda non è il lunedì mattina
ma la domenica sera.

L'incapacità di vivere il presente,
il fetore della morte che m'assale le narici di fronte alla vita
e l'avvertire la fine già dal principio
sono ciò che mi traumatizza.

La droga era un comodo rifugio,
la depressione un luogo familiare,
la vita qualcosa di fuggito
ed io un vagabondo nel mondo".

"Minchia, l'hai imparato a memoria?" gli dico ridendo ancora e aggiungo "dài, quel film è uno stracciamento di coglioni assurdo", sperando che non insista gli chiedo di raccontarmi qualcosa della sua vita.

“Lascia perdere, ***, non ce la faccio più! Il lavoro è precario, le spese aumentano e mia moglie non si sopporta. Con tutta questa merda, o mi suicidio o inizio a pregare. Sai che ne avrei proprio voglia?”

Non vedevo Giuseppe da un paio di vite; come sono strane queste riunioni di classe, ritrovi gente con cui avevi condiviso tutto per cinque anni di vita e che sono scomparse per riapparire in un baleno in cui tornano gli odori, i sapori e le chiacchiere che avevi dimenticato.

“Di cosa?”

“Di pregare, Cristo. Ne ho proprio un bisogno fisico, come quando devi pisciare e ti avvicini a casa. Più te ne parlo e più ne ho bisogno. Una bella preghiera, sparata in endovena, mi farebbe proprio stare meglio”.

Giuseppe si drogava un bel po’ alle scuole superiori, tutti pensavamo che non avrebbe raggiunto i vent’anni. Invece, eccolo qui, il ragazzetto pieno di paranoie con cui andavo in giro in Vespa.

“Ma che ti sei fumato?”

“Niente, non fumo dalle superiori. Ho solo voglia di parlare con Dio”.

Io, invece, ho voglia di prenderlo per le spalle e scuoterlo (non Dio, Giuseppe, anche se anche a Dio una bella scrollatina non farebbe male, nell'ultimo millennio sembra essersi un po' assopito), siamo ad una cena, non ci vediamo da anni, ci stiamo divertendo: non è il momento per certi discorsi!

“Ma te non eri ateo, come me?”

“Certo, ma non riesco a sostituire la preghiera. Ho provato la meditazione, ma non funziona: forse non la tiro su bene, ma non mi fa nessun effetto. Non so come dirtelo, quando prego, tutto il peso che ho sulle spalle sembra più leggero, anche se rimane lì”.

“Ma sì, dài, vedi che tutto si risolve sempre”. Gli dico non sapendo cosa rispondere.

“Davvero lo pensi?” mi chiede con gli occhi pieni di speranza.

“Certo!” gli rispondo con una pacca sulla spalla – mi sa che sono diventato Dio.

Voce fuori campo: credi di aver sostituito il chilo di piombo che si portava sulle spalle con un chilo di paglia?

Cosa avrà voluto dire?

em.il.

Certe salite diventano faticose. All'improvviso..

delfi68 ha scritto:Certe salite diventano faticose. All'improvviso..

Stai citando Bartali?

rasp, megio bartali o coppi?? chi è più poetico?

Akka ha scritto:rasp, megio bartali o coppi?? chi è più poetico?

Paolo Conte:

però preferisco bartali, ha più un' aura da aristocratico

Akka ha scritto:

però preferisco bartali, ha più un' aura da aristocratico

Concordo. Inoltre odio Gino Paoli con tutta la mia forza