3D della poesia...e dei racconti...
+40
alberto
san.guasto
cosmos
Griiper McCloubit
Lyallii
cofee
primaverino
massi76
Niques
iosonoateo
jillo
lupetta
Masada
Armycast
Akka
mix
Sabre03
PaperJack
Spica
Steerpike
sognista
loonar
Minsky
Sally
don alberto
EVO
silvio
Ludwig von Drake
chef75
Muriel
ros79
Ates
Cosworth117
elda salvadori
Avalon
davide
*Valerio*
SergioAD
Rasputin
delfi68
44 partecipanti
Pagina 3 di 16
Pagina 3 di 16 • 1, 2, 3, 4 ... 9 ... 16
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
..ecco, mi stanno strappando dal computer e devo salire in sala a festeggiare, sono tutti ubriachi..sono tutti delle belle persone con una voglia matta di vivere e divertirsi, sta sera io pure, saro' dei loro..finche' mi tengono le gambe..
Un inno pieno d'energia che riflette la bene questa strana gente..
Un inno pieno d'energia che riflette la bene questa strana gente..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Quando io ero l'uomo delle Gazzelle, e Amara viaggiava in treno..
Quando Madama Pioggia componeva di notte.
L'unica persona che e' sempre presente, in ogni ricordo della vita, la stessa persona che guardiamo allo specchio alla mattina.
Siamo sempre e solo noi stessi. Compagni indissolubili della nostra vita.
Una compagnia a volte discutibile, ma assolutamente inamovibile..
Quando Madama Pioggia componeva di notte.
L'unica persona che e' sempre presente, in ogni ricordo della vita, la stessa persona che guardiamo allo specchio alla mattina.
Siamo sempre e solo noi stessi. Compagni indissolubili della nostra vita.
Una compagnia a volte discutibile, ma assolutamente inamovibile..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Si, il deserto è da vedere, noi ci andiamo anche a capodanno in carovane ma purtroppo solo quando spengono le luci per contare gli ultimi secondi dell'anno che passa siamo rimasti tutti a bocca aperta per vedersi illuminati dalle stelle!
Ogni tanto mi collego su internet per avere un idea e poi si va a vedere, binocolo con cavalletto (ci sarebbe quello stabilizzato che annulla i tremolii provocati dal battito del cuore, ma non abbiamo deciso di comprarlo ancora), laser verde per indicare, stampa delle costellazioni e relative leggende, lucetta. Il tempo non conta se non fosse che il cielo gira per effetto della rotazione terrestre che lo scandisce. Qui si vede Canopo, la seconda stella più brillante, invisibile alle latitudini italiane.
Il colore della sabbia è rosso, giallo, marrone, quasi bianco o grigio scuro. Si può andare col il fuoristrada sul lato delle dune dove ha battuto il vento perché è duro mentre dalla parte opposta è talmente soffice che non si può stare in piedi e da quelle parti si rimane insabbiati eh eh. Il deserto non è “deserto” ma è pieno di vita che si anima di notte, presenze timide e schive che non tutti notano. Il vento? Una leggera brezza va bene altrimenti non è molto divertente. Tutto questo non si fa d'estate ah ah. Però non è proprio necessario andare nel deserto per ammirare il cielo, in Italia ci sono tanti astrofili che si divertono sicuramente molto.
Poi solo io ed io solo sono riuscito a trovare un cartello in mezzo al deserto che mi intimava di non andare oltre, mi ero insabbiato proprio lì! Ed ero lì per caso! In attesa dell'intervento, Katia sempre piena si salviette umide me ne offre una ma era una porzione di ketchup. Mi sono dovuto lavare le mani col succo di pesca. I figli si sbudellano, i nipoti chiedono se ci si pulisce bene anche col succo di banana. Tutti vogliono succo di frutta poi fanno fuori 5 litri d'acqua. I poliziotti del salvataggio vogliono per forza darmi la mano e la mia è rossa ed appiccicosa. Ma lei di dov'è signore? Moi? JE SUIS FRANCAIS.
Infine, a me è successo ma lo volevo, ho preso tutto il pacchetto della vita un poco al limite, fortunatamente sempre con Katia, cose molto belle, altre pericolose o bizzarre anche se sempre a lieto fine.
Credo che Chiunque di noi qui abbia il desiderio di alzare lo sguardo per Sognare riesca a farlo senza rimpianti, i rimorsi si accettano per come tutto corre velocemente. Le Stelle disegnano in Cielo ogni notte e per ognuno di noi dei Sogni da vivere... e ci aspettano sempre.
Ogni tanto mi collego su internet per avere un idea e poi si va a vedere, binocolo con cavalletto (ci sarebbe quello stabilizzato che annulla i tremolii provocati dal battito del cuore, ma non abbiamo deciso di comprarlo ancora), laser verde per indicare, stampa delle costellazioni e relative leggende, lucetta. Il tempo non conta se non fosse che il cielo gira per effetto della rotazione terrestre che lo scandisce. Qui si vede Canopo, la seconda stella più brillante, invisibile alle latitudini italiane.
Il colore della sabbia è rosso, giallo, marrone, quasi bianco o grigio scuro. Si può andare col il fuoristrada sul lato delle dune dove ha battuto il vento perché è duro mentre dalla parte opposta è talmente soffice che non si può stare in piedi e da quelle parti si rimane insabbiati eh eh. Il deserto non è “deserto” ma è pieno di vita che si anima di notte, presenze timide e schive che non tutti notano. Il vento? Una leggera brezza va bene altrimenti non è molto divertente. Tutto questo non si fa d'estate ah ah. Però non è proprio necessario andare nel deserto per ammirare il cielo, in Italia ci sono tanti astrofili che si divertono sicuramente molto.
Poi solo io ed io solo sono riuscito a trovare un cartello in mezzo al deserto che mi intimava di non andare oltre, mi ero insabbiato proprio lì! Ed ero lì per caso! In attesa dell'intervento, Katia sempre piena si salviette umide me ne offre una ma era una porzione di ketchup. Mi sono dovuto lavare le mani col succo di pesca. I figli si sbudellano, i nipoti chiedono se ci si pulisce bene anche col succo di banana. Tutti vogliono succo di frutta poi fanno fuori 5 litri d'acqua. I poliziotti del salvataggio vogliono per forza darmi la mano e la mia è rossa ed appiccicosa. Ma lei di dov'è signore? Moi? JE SUIS FRANCAIS.
Infine, a me è successo ma lo volevo, ho preso tutto il pacchetto della vita un poco al limite, fortunatamente sempre con Katia, cose molto belle, altre pericolose o bizzarre anche se sempre a lieto fine.
Credo che Chiunque di noi qui abbia il desiderio di alzare lo sguardo per Sognare riesca a farlo senza rimpianti, i rimorsi si accettano per come tutto corre velocemente. Le Stelle disegnano in Cielo ogni notte e per ognuno di noi dei Sogni da vivere... e ci aspettano sempre.
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6906
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Vivere insieme e non conoscersi... davvero bizzarro.
In fin dei conti, se ci pensi bene, noi siamo sempre un qualcun'altro, siamo il riflesso di cio' che si vede negli occhi della gente, siamo padri, madri, figli, colleghi... siamo facce che s'incontrano sul bus o all'ufficio postale... siamo nomi senza volto su un elenco del telefono... ma chi siamo per davvero non ci e' dato saperlo... nonostante le occasioni per conoscersi non ci manchino. Si nasce e e si rimane profondamente soli per tutta la vita, il guaio e' che siamo sempre e dannatamente proiettati verso l'esterno... sempre impegnati ad essere qualcuno per gli altri, diventiamo qualcuno anche per noi stessi...
Ma siamo fatti cosi e forse la ricerca di un'autenticita' e' inutile... come per chi cerca la realta' al di fuori dei sensi, dove tutto puo' essere e non ci sono certezze. Beata illusione della verita'... ma dovevamo capirlo gia' quando per la prima volta ci siamo accorti che le nostre braccia sono abbastanza lunghe per poter stringere chiunque, tranne noi stessi.
In fin dei conti, se ci pensi bene, noi siamo sempre un qualcun'altro, siamo il riflesso di cio' che si vede negli occhi della gente, siamo padri, madri, figli, colleghi... siamo facce che s'incontrano sul bus o all'ufficio postale... siamo nomi senza volto su un elenco del telefono... ma chi siamo per davvero non ci e' dato saperlo... nonostante le occasioni per conoscersi non ci manchino. Si nasce e e si rimane profondamente soli per tutta la vita, il guaio e' che siamo sempre e dannatamente proiettati verso l'esterno... sempre impegnati ad essere qualcuno per gli altri, diventiamo qualcuno anche per noi stessi...
Ma siamo fatti cosi e forse la ricerca di un'autenticita' e' inutile... come per chi cerca la realta' al di fuori dei sensi, dove tutto puo' essere e non ci sono certezze. Beata illusione della verita'... ma dovevamo capirlo gia' quando per la prima volta ci siamo accorti che le nostre braccia sono abbastanza lunghe per poter stringere chiunque, tranne noi stessi.
Sally- -------------
- Numero di messaggi : 4876
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
quando per la prima volta ci siamo accorti che le nostre braccia sono abbastanza lunghe per poter stringere chiunque, tranne noi stessi.
Non ho parole..un post fantastico...
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Diva ha scritto:Vivere insieme e non conoscersi... davvero bizzarro.
In fin dei conti, se ci pensi bene, noi siamo sempre un qualcun'altro, siamo il riflesso di cio' che si vede negli occhi della gente, siamo padri, madri, figli, colleghi... siamo facce che s'incontrano sul bus o all'ufficio postale... siamo nomi senza volto su un elenco del telefono... ma chi siamo per davvero non ci e' dato saperlo... nonostante le occasioni per conoscersi non ci manchino. Si nasce e e si rimane profondamente soli per tutta la vita, il guaio e' che siamo sempre e dannatamente proiettati verso l'esterno... sempre impegnati ad essere qualcuno per gli altri, diventiamo qualcuno anche per noi stessi...
Ma siamo fatti cosi e forse la ricerca di un'autenticita' e' inutile... come per chi cerca la realta' al di fuori dei sensi, dove tutto puo' essere e non ci sono certezze. Beata illusione della verita'... ma dovevamo capirlo gia' quando per la prima volta ci siamo accorti che le nostre braccia sono abbastanza lunghe per poter stringere chiunque, tranne noi stessi.
Bellissima
verde
___________________
La vita è incontrarsi e illuminare il buio
*Valerio*- -------------
- Numero di messaggi : 6928
Età : 51
Località : Bologna
Occupazione/Hobby : Pc-barbecue-divano-gnocca
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 15.11.08
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Sui cadaveri..
Certe volte penso ai cadaveri che ho visto in vita mia..
Le loro facce grige, le unghie viola, gli occhi velati come dalla nebbia di Milano...
Mi ricordo di una giovane ragazza che mori' proprio mentre la deponevamo
sul suo letto di casa, dimessa dall'ospedale per andare a morire a casa...com'era bollente..e come sbiancarono in fretta le sue labbra...mi consolava solo la violacea idea che il tumore che la stroncava stava lui pure morendo con lei..
..no non facevo l'impresario funebre, mi occupavo di ambulanze per conto di un mio parente.
Ma mi ricordo anche degli stessi cadaveri un po prima che lo divenissero..le ultime quattro chiacchere da un letto sudato..qualche loro ricordo, un rammarico, un rimpianto e un impeto di rivolta, di resitenza all'oltraggio che la morte gia' attentava al loro corpo..
Inutile resistere.
..quando ci penso mi passa la voglia di scherzare..
Nei cadaveri non c'e' traccia di vita, nemmeno di umanita', nessun segno
di sentimento e di interesse alcuno per chi gli sta attorno...
Vedere un
signore, o una signora, cosi distaccata e insensibile a tutto,
semplicemente sdraiati e assenti..e' una cosa davvero inusuale, nessun
rumore li risveglia!
Mi rendevo perfettamente conto di come le loro ultime volonta' fossero distanti mille anni luce da quel posto..
..a pensarci bene, preferirei un funerale assolutamente muto, senza il benche' minimo mormorio..ne musica ne preghiere ne sussurri..nulla. Un funerale in perfetta sintonia con la mia assenza.
La Morte non e' assolutamente all'altezza della vita..(autocitaz.)
Certe volte penso ai cadaveri che ho visto in vita mia..
Le loro facce grige, le unghie viola, gli occhi velati come dalla nebbia di Milano...
Mi ricordo di una giovane ragazza che mori' proprio mentre la deponevamo
sul suo letto di casa, dimessa dall'ospedale per andare a morire a casa...com'era bollente..e come sbiancarono in fretta le sue labbra...mi consolava solo la violacea idea che il tumore che la stroncava stava lui pure morendo con lei..
..no non facevo l'impresario funebre, mi occupavo di ambulanze per conto di un mio parente.
Ma mi ricordo anche degli stessi cadaveri un po prima che lo divenissero..le ultime quattro chiacchere da un letto sudato..qualche loro ricordo, un rammarico, un rimpianto e un impeto di rivolta, di resitenza all'oltraggio che la morte gia' attentava al loro corpo..
Inutile resistere.
..quando ci penso mi passa la voglia di scherzare..
Nei cadaveri non c'e' traccia di vita, nemmeno di umanita', nessun segno
di sentimento e di interesse alcuno per chi gli sta attorno...
Vedere un
signore, o una signora, cosi distaccata e insensibile a tutto,
semplicemente sdraiati e assenti..e' una cosa davvero inusuale, nessun
rumore li risveglia!
Mi rendevo perfettamente conto di come le loro ultime volonta' fossero distanti mille anni luce da quel posto..
..a pensarci bene, preferirei un funerale assolutamente muto, senza il benche' minimo mormorio..ne musica ne preghiere ne sussurri..nulla. Un funerale in perfetta sintonia con la mia assenza.
La Morte non e' assolutamente all'altezza della vita..(autocitaz.)
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
A proposito di incidenti in montagna e di chi ci rimane...
Ettore Zapparoli
Ettore Zapparoli, alpinista solitario, musicista e scrittore, scomparso il 18 agosto
1951 nel corso di un tentativo alla Punta Zumstein nel Monte Rosa, mi affascina profondamente per la sua indomabile voglia di scoperta.
Non era un uomo votato al martirio per la montagna: la mattina del tragico giorno in cui è precipitato, aveva prenotato un piatto di fettuccine coi funghi al rifugio Zamboni-Zappa.
Però aveva anche ammonito: «se dovessi morire sulla Est del Rosa non venite a cercarmi: non mi trovereste mai.»
A lui e agli altri scalatori di cui la grande montagna di ghiaccio custodisce i resti mortali è stata dedicata questa poesia (di autore sconosciuto).
I violini del vento
Dormire così alti nel
silenzio delle aquile,
così puri in luce di cristallo.
Sonno meraviglioso, coi
violini del vento, nell'urna
del ghiacciaio
che s'incendia di sole, che si
sbianca di luna.
Che nessuno vi strappi all'azzurro segreto,
ai trasparenti sogni di vette
tra le stelle.
Ettore Zapparoli
Ettore Zapparoli, alpinista solitario, musicista e scrittore, scomparso il 18 agosto
1951 nel corso di un tentativo alla Punta Zumstein nel Monte Rosa, mi affascina profondamente per la sua indomabile voglia di scoperta.
Non era un uomo votato al martirio per la montagna: la mattina del tragico giorno in cui è precipitato, aveva prenotato un piatto di fettuccine coi funghi al rifugio Zamboni-Zappa.
Però aveva anche ammonito: «se dovessi morire sulla Est del Rosa non venite a cercarmi: non mi trovereste mai.»
A lui e agli altri scalatori di cui la grande montagna di ghiaccio custodisce i resti mortali è stata dedicata questa poesia (di autore sconosciuto).
I violini del vento
Dormire così alti nel
silenzio delle aquile,
così puri in luce di cristallo.
Sonno meraviglioso, coi
violini del vento, nell'urna
del ghiacciaio
che s'incendia di sole, che si
sbianca di luna.
Che nessuno vi strappi all'azzurro segreto,
ai trasparenti sogni di vette
tra le stelle.
___________________
Semino dove non mieterò e spargo dove non raccoglierò
Minsky- --------------
- Numero di messaggi : 27846
Età : 70
Località : Codroipo
Occupazione/Hobby : ateo guerriero
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 06.10.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Minsky ha scritto:A proposito di incidenti in montagna e di chi ci rimane...
Ettore Zapparoli
Ettore Zapparoli, alpinista solitario, musicista e scrittore, scomparso il 18 agosto
1951 nel corso di un tentativo alla Punta Zumstein nel Monte Rosa, mi affascina profondamente per la sua indomabile voglia di scoperta.
Non era un uomo votato al martirio per la montagna: la mattina del tragico giorno in cui è precipitato, aveva prenotato un piatto di fettuccine coi funghi al rifugio Zamboni-Zappa.
Però aveva anche ammonito: «se dovessi morire sulla Est del Rosa non venite a cercarmi: non mi trovereste mai.»
A lui e agli altri scalatori di cui la grande montagna di ghiaccio custodisce i resti mortali è stata dedicata questa poesia (di autore sconosciuto).
I violini del vento
Dormire così alti nel
silenzio delle aquile,
così puri in luce di cristallo.
Sonno meraviglioso, coi
violini del vento, nell'urna
del ghiacciaio
che s'incendia di sole, che si
sbianca di luna.
Che nessuno vi strappi all'azzurro segreto,
ai trasparenti sogni di vette
tra le stelle.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cerro_Torre#Prima_ascensione
Cesare e mio padre erano amici. Ma alla luce dei fatti, continuo ad essere contento di avere rinnegato il mio cognome.
___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Non è nè una poesia, nè un racconto, solo un pensiero:
UN PENSIERO SULLA MORTE
Quante persone hai visto morire? Esalare l'ultimo respiro sotto i tuoi occhi?
E' un'esperienza che ti cambia senza che tu te ne accorga.
La morte è silenziosa. Il dolore e il vuoto creato dalla perdita sono un boato che non lascia più le tue orecchie, se non quando rivedi quegli occhi chiusi.
Alle volte ho cercato in giro, mi sono dato un occhiata per farmi vedere, per dirgli "hey, lo stiamo facendo per te, torna!" ma poi la linea diventa piatta. Ti accorgi che non ti stava ascoltando, che non gliene importava più. Importava solo a te.
Mi ha aiutato tanto, vedere la morte, a vedere la vita e trovarla sufficiente. In quella vita che finisce, in quel silenzio c'è tutto! Quello che non ci basta e' solo un'aggiunta inutile, per non sentire quel boato!
UN PENSIERO SULLA MORTE
Quante persone hai visto morire? Esalare l'ultimo respiro sotto i tuoi occhi?
E' un'esperienza che ti cambia senza che tu te ne accorga.
La morte è silenziosa. Il dolore e il vuoto creato dalla perdita sono un boato che non lascia più le tue orecchie, se non quando rivedi quegli occhi chiusi.
Alle volte ho cercato in giro, mi sono dato un occhiata per farmi vedere, per dirgli "hey, lo stiamo facendo per te, torna!" ma poi la linea diventa piatta. Ti accorgi che non ti stava ascoltando, che non gliene importava più. Importava solo a te.
Mi ha aiutato tanto, vedere la morte, a vedere la vita e trovarla sufficiente. In quella vita che finisce, in quel silenzio c'è tutto! Quello che non ci basta e' solo un'aggiunta inutile, per non sentire quel boato!
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Verde.
E' vero, la morte e' cosi. Non fa il rumore che ti aspetteresti... Dopo una vita passata a parlarne, quando arriva e' solo silenzio.
E' vero, la morte e' cosi. Non fa il rumore che ti aspetteresti... Dopo una vita passata a parlarne, quando arriva e' solo silenzio.
Sally- -------------
- Numero di messaggi : 4876
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Verdone a Darrow
___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Qualche volta si incontra un altro essere umano che ha la forza di una mareggiata. Che ci travolge e ci solleva dal suolo, ci permette di volare e provare grandi emozioni..
Fa nulla che poi ci si fa male..
Ci sono esseri umani che ci permettono di sentire emozioni violente, fortissime ed indimenticabili..
Fa nulla che poi sto cosi male..
Dove in costoro sta la differenza..perche' succede?
E ritrovarsi dopo anni con la gola che sistringe e gli occhi iniziano a bruciare, senza saper piu' parlare..
La vita e' la cosa piu' bella che mi sia mai capitata..
Dedicata a un essere umano che doveva essere solo..una donna..
Fa nulla che poi ci si fa male..
Ci sono esseri umani che ci permettono di sentire emozioni violente, fortissime ed indimenticabili..
Fa nulla che poi sto cosi male..
Dove in costoro sta la differenza..perche' succede?
E ritrovarsi dopo anni con la gola che sistringe e gli occhi iniziano a bruciare, senza saper piu' parlare..
La vita e' la cosa piu' bella che mi sia mai capitata..
Dedicata a un essere umano che doveva essere solo..una donna..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
elda salvadori ha scritto:questa l'ho appena finita se qualcuno la può migliorare si vede che viene fuori.
tu che di lui sei il vice e senza una ragione
vorresti tutti chini senza esprimer opinione
parli di un uomo in croce con minimi indumenti
e poi ti sovraccarichi di costosi paramenti
ti affacci alla finestra e parli di valori
e copri in vaticano i preti stupratori
prova ad interrogarti e dare più valore
ai racconti di orfanelli passati dalle suore
almeno abbi il buon sensodi donare le ricchezze
a chi ha avuto dalla chiesa ormai troppe schifezze
trovandoti colpito da incurabile malattia
siam certi imploreresti di aver l'eutanasia
e se dopo la morte Dio ci fosse veramente
vorresti essere al posto della povera gente
Peccato che ci sianmo persi questa utente...
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
delfi68 ha scritto:elda salvadori ha scritto:questa l'ho appena finita se qualcuno la può migliorare si vede che viene fuori.
tu che di lui sei il vice e senza una ragione
vorresti tutti chini senza esprimer opinione
parli di un uomo in croce con minimi indumenti
e poi ti sovraccarichi di costosi paramenti
ti affacci alla finestra e parli di valori
e copri in vaticano i preti stupratori
prova ad interrogarti e dare più valore
ai racconti di orfanelli passati dalle suore
almeno abbi il buon sensodi donare le ricchezze
a chi ha avuto dalla chiesa ormai troppe schifezze
trovandoti colpito da incurabile malattia
siam certi imploreresti di aver l'eutanasia
e se dopo la morte Dio ci fosse veramente
vorresti essere al posto della povera gente
Peccato che ci sianmo persi questa utente...
Sí. Non sono sicuro ma devo avere il suo indirizzo da qualche parte, se lo trovo provo a risvegliarla...
___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Abbracci.
Abbracci concessi, con le braccia giunte, a racchiudere, a proteggere
Sentire le spalle ricurve e stanche, i capelli, la fronte sudata e l'odore del suo respiro
Abbracci ricevuti, avvolta da una coperta di pace
Con il viso su un maglione che sa di tabacco e di pioggia
Abbracciato, tra le mani aperte.
Il mio respiro spezzato, il volto pesante che coglie i fremiti delle dita
Tra i capelli, sulla fronte, mani che premono occhi dolenti.
Ricordo di un abbraccio. Lunghissime braccia pesanti
Appoggita su un petto enorme, un vulcano che respira e batte un ritmo sereno.
Bambina raccolta tra le fronde di quercia di quel padre di un tempo.
Ultimo abbraccio. Piccolo corpo fragile e leggero.
Di una sera d'inverno recitando una nenia appena soffiata
Un filo di voce per addormentare la bambina piccola e profumata.
Il sussulto di un sogno, la sua mano sul mio viso.
Aggrappato a quell'abbraccio distante da tutto, mentre accolgo la morte che sta giungendo.
buio
silenzio
fine
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Ho bisogno di quei pomeriggi
quando il sole ci colorava come leopardi
sotto le foglie verdi e luminose
nel silenzio di attimi, fra un coro di cicale
e una bici cigolante nella via
e non si sudava perchè tutto era infinito,
la merenda non sarebbe arrivata mai
e se lo avesse fatto
sarebbe stata un rintocco
del campanile della morte e del dolore,
che cominciavano a farsi strada
dentro i nostri corpi fragili
e ancora senza peso,
fatti di sensazioni e di scoperta.
quando il sole ci colorava come leopardi
sotto le foglie verdi e luminose
nel silenzio di attimi, fra un coro di cicale
e una bici cigolante nella via
e non si sudava perchè tutto era infinito,
la merenda non sarebbe arrivata mai
e se lo avesse fatto
sarebbe stata un rintocco
del campanile della morte e del dolore,
che cominciavano a farsi strada
dentro i nostri corpi fragili
e ancora senza peso,
fatti di sensazioni e di scoperta.
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
scaffale vuoto di dubbia consistenza
che cedi al rumore di un colpo ben dato
da dietro quel muro
un corpo adirato
che vuol dimostrare la sua bieca esistenza
gettando squarci di inutili frammenti
che un giorno diverranno detriti pungenti.
che cedi al rumore di un colpo ben dato
da dietro quel muro
un corpo adirato
che vuol dimostrare la sua bieca esistenza
gettando squarci di inutili frammenti
che un giorno diverranno detriti pungenti.
___________________
"Che cos'ho in comune con gli ebrei? Non ho neppure niente in comune con me stesso"
F.Kafka
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
Età : 44
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Vi adoro..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Non so se sono abbastanza fatto per raccontare..ma ci provo.
questa sottofondo..
L'oratorio di Piazza Caserta al quartiere di Pratocentenaro..tra l'isola e niguarda. Milano.
Sono sicuro che i pomeriggi di giugno, tra le vacanze e la chiusura delle scuole di quando ero bambino, erano pomeriggi piu' caldi..torridi.
Alla mattina presto in quelle mattine d'estate, quando l'aria era fresca ma gia' si usciva con le maniche corte, mi portavano a casa della nonna in via Fiuggi.
La casa era affacciata sul grandissimo prato abbracciato dalla via Veglia, un pratone immenso che era la discarica delle macerie della guerra..
Dopo il caffelatte scendevo a gironzolare tra l'erba alta, a mordicchiare un lungo filo d'erba come avevo visto fare a mio nonno..puah..che saporaccio ha l'erba masticata..
Le caviglie ossute che mi spuntavano dalle scarpette da poco si facevano subito nere di terra e polvere..
Alle volte ero un aereo, altre un grande camion della terra, poi un motoscafo..in tutti i modi ho girato il mondo immaginario di quel prato grezzo. Gli alberi come dei giganti di guardia ai passaggi obbligati dei sentieri che serpeggiavano tra l'erba..
Tutta la mattina era una semplice attesa, tempo da impegnare in attesa del pomeriggio quando apriva finalmente l'oratorio!
Una marea di bambini con cui sceneggiare i giochi piu' fantastici, dove il regista era il prete, noi delle comparse, la bandiera o il pallone gli attori principali!
Sempre piu' impolverato, sempre piu' graffiato e quella dannata suola che si stacca sempre sul piu' bello..sembrava il becco di una papera che bercia ad ogni passo..
Certe volte, nei sogni, ancora oggi mi capita di correre esentire che la suola della scarpa s'e' nuovamente scollata..dannata papera sghemba!..mi ricordo solo quello, ma sono sicuro di aver sognato anche tuttoil resto, il grande prato, l'oratorio, il pallone econ il fiatone per aver giocato a "bandiera" o "palla prigioniera".
La vita sara' pure senza un fine superiore..ma certe sere a me basta anche il misero fine di potermela ricordare..al limite sognare.
questa sottofondo..
L'oratorio di Piazza Caserta al quartiere di Pratocentenaro..tra l'isola e niguarda. Milano.
Sono sicuro che i pomeriggi di giugno, tra le vacanze e la chiusura delle scuole di quando ero bambino, erano pomeriggi piu' caldi..torridi.
Alla mattina presto in quelle mattine d'estate, quando l'aria era fresca ma gia' si usciva con le maniche corte, mi portavano a casa della nonna in via Fiuggi.
La casa era affacciata sul grandissimo prato abbracciato dalla via Veglia, un pratone immenso che era la discarica delle macerie della guerra..
Dopo il caffelatte scendevo a gironzolare tra l'erba alta, a mordicchiare un lungo filo d'erba come avevo visto fare a mio nonno..puah..che saporaccio ha l'erba masticata..
Le caviglie ossute che mi spuntavano dalle scarpette da poco si facevano subito nere di terra e polvere..
Alle volte ero un aereo, altre un grande camion della terra, poi un motoscafo..in tutti i modi ho girato il mondo immaginario di quel prato grezzo. Gli alberi come dei giganti di guardia ai passaggi obbligati dei sentieri che serpeggiavano tra l'erba..
Tutta la mattina era una semplice attesa, tempo da impegnare in attesa del pomeriggio quando apriva finalmente l'oratorio!
Una marea di bambini con cui sceneggiare i giochi piu' fantastici, dove il regista era il prete, noi delle comparse, la bandiera o il pallone gli attori principali!
Sempre piu' impolverato, sempre piu' graffiato e quella dannata suola che si stacca sempre sul piu' bello..sembrava il becco di una papera che bercia ad ogni passo..
Certe volte, nei sogni, ancora oggi mi capita di correre esentire che la suola della scarpa s'e' nuovamente scollata..dannata papera sghemba!..mi ricordo solo quello, ma sono sicuro di aver sognato anche tuttoil resto, il grande prato, l'oratorio, il pallone econ il fiatone per aver giocato a "bandiera" o "palla prigioniera".
La vita sara' pure senza un fine superiore..ma certe sere a me basta anche il misero fine di potermela ricordare..al limite sognare.
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
L’estate stava per iniziare,
stava arrivando la libertà
non per me, rimasi chiuso
a guardarmi le mani
e il ricordo del suo piccolo seno
su di loro e di quanto mi piacesse
e di come scivolò via veloce
fra le mie titubanze, le mie distrazioni
e le mie incomprensioni,
lasciandomi a cercare una pace disfatta,
sotto le pale vorticanti e indifferenti
che non rinfrescavano
il calore dal sapore di colera.
stava arrivando la libertà
non per me, rimasi chiuso
a guardarmi le mani
e il ricordo del suo piccolo seno
su di loro e di quanto mi piacesse
e di come scivolò via veloce
fra le mie titubanze, le mie distrazioni
e le mie incomprensioni,
lasciandomi a cercare una pace disfatta,
sotto le pale vorticanti e indifferenti
che non rinfrescavano
il calore dal sapore di colera.
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Diva ha scritto:Vivere insieme e non conoscersi... davvero bizzarro.
In fin dei conti, se ci pensi bene, noi siamo sempre un qualcun'altro, siamo il riflesso di cio' che si vede negli occhi della gente, siamo padri, madri, figli, colleghi... siamo facce che s'incontrano sul bus o all'ufficio postale... siamo nomi senza volto su un elenco del telefono... ma chi siamo per davvero non ci e' dato saperlo... nonostante le occasioni per conoscersi non ci manchino. Si nasce e e si rimane profondamente soli per tutta la vita, il guaio e' che siamo sempre e dannatamente proiettati verso l'esterno... sempre impegnati ad essere qualcuno per gli altri, diventiamo qualcuno anche per noi stessi...
Ma siamo fatti cosi e forse la ricerca di un'autenticita' e' inutile... come per chi cerca la realta' al di fuori dei sensi, dove tutto puo' essere e non ci sono certezze. Beata illusione della verita'... ma dovevamo capirlo gia' quando per la prima volta ci siamo accorti che le nostre braccia sono abbastanza lunghe per poter stringere chiunque, tranne noi stessi.
bellissima, intensa, dolce, amara e molto vera.
___________________
Ciao, mi sono intrippato a s-ragionare su come essere felici ;-) quindi se ti capita di farci un salto, qualunque opinione *anche critica* sarà un favore che mi fai!
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
..si, bella..e tutto il resto.. ma non te la da...
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
NON FARE IL CRETINO*!!!!!!!!!!!!!!
...... Che qui ci passa a leggere anche la mia compagna, cazzo!!!!!
Comunque non è la prima volta che ammiro le parole della Diva, lo ammetto. Mi colpiscono quanto quelle di Darrow.
... Ehm, questo significherà qualcosa, secondo te?
(naturalmente lungi da me pensarlo di te, anche perché forse, per molti da queste parti, non c'è insulto più
grave... perché lo sai che viene da... Cretienne? )
...... Che qui ci passa a leggere anche la mia compagna, cazzo!!!!!
Comunque non è la prima volta che ammiro le parole della Diva, lo ammetto. Mi colpiscono quanto quelle di Darrow.
... Ehm, questo significherà qualcosa, secondo te?
(naturalmente lungi da me pensarlo di te, anche perché forse, per molti da queste parti, non c'è insulto più
grave... perché lo sai che viene da... Cretienne? )
___________________
Ciao, mi sono intrippato a s-ragionare su come essere felici ;-) quindi se ti capita di farci un salto, qualunque opinione *anche critica* sarà un favore che mi fai!
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Su consiglio di Sognista copio-incollo un racconto da un altro thread.
Mentre lo scrivevo sentivo la voce di Ascanio Celestini che lo leggeva, l'ispirazione stilistica è palese.
Mentre lo scrivevo sentivo la voce di Ascanio Celestini che lo leggeva, l'ispirazione stilistica è palese.
Ma...
... prendiamo un paesetto di 1000 abitanti, uno di quei paesetti in cui si conoscono quasi tutti, ma non tutti tutti, qualcuno lo saluti solo per strada e non sai come si chiama né che mestiere fa o di chi è parente.
In questo paesetto uno di loro fa il Sindaco e si chiama Piero. Poi c'è la dottoressa che si chiama Giovanna, siccome è un paesino immaginario non c'è né una chiesa, né un prete, almeno nell'immaginazione faccio come mi pare!
C'è anche l'allenatore della squadra di pallacanestro, orgoglio del paesino, grazie ai successi riportati nei tornei provinciali e regionali. L'allenatore si chiama Arturo.
Il bar del paese, il più frequentato, anche perchè è l'unico, è il Bar della Musica. Il padrone e barista capo è Filippo, Phil per gli amici. Filippo da giovane ha viaggiato tanto e quando è tornato nel suo paese natale ha voluto unire le sue passioni, nate durante i suoi viaggi: incontrare gente, bere e ascoltare e fare musica. Per questo ha aperto questo bar dove chi vuole la sera può cantare e suonare, in spettacoli gratis aperti a tutto il paese.
Simona è una ragazza di 19 anni, frequenta il Bar della Musica da sempre, visto che i suoi sono appassionati degli spettacolini serali più che della televisione. Simona sa cantare benissimo e scrive delle splendide poesie che poi trasforma in canzoni. Nel paesino è sulla bocca di tutti, anche di chi non l'ha mai sentita al Bar perchè la sera vede sempre la tv, ma lo stesso vorrebbe che andasse a X-Factor, così potrebbe finalmente sentirla.
Un giorno, un tristissimo giorno Annibale cadde dal suo tetto e morì sul colpo. Ah, non vi avevo parlato di Annibale! Annibale era un operaio della fabbrica di materiale edile che si trova sulla Nazionale che va verso la grande città. Annibale si alzava tutti le mattine alle 6.30, faceva colazione, salutava sua moglie e andava a lavoro. La domenica no, però. La domenica stava a casa con la moglie o andava a trovare i parenti. Annibale aveva poco tempo per sé, sempre a lavoro, poi stanco a casa si addormentava davanti alla tv. Quando è morto al funerale c'erano tutti i parenti, la moglie che aspettava un bambino era distrutta, non poteva darsi pace perchè era stata lei a dirgli di andare a sistemare l'antenna sul tetto, che voleva vedere se alle selezioni di X-Factor c'era anche Simona. Si odiava e odiava anche Simona, anche se non la conosceva di persona, che al Bar ci aveva messo piede l'ultima volta quando era una ragazzina.
Quando passò il corteo funebre diretto verso il cimitero, tutti i paesani si arrestavano e bisbigliavano fra loro: "ma chi è morto?" "Annibale" "Chi?" "Ah, sì, l'operaio della fabbrica!" "Ma chi? Non ce l'ho mica presente!"...
Poi riprendevano le loro attività, chi più triste, chi no.
Un altro giorno, un altro tristissimo giorno, Simona scivolò con il suo motorino su un sasso e siccome era appena stata dal parrucchiere in città, aveva pensato di non mettere il casco. Cadde e morì sul colpo.
Quando passò il corteo funebre diretto verso il cimitero, tutto il paese sapeva già che la piccola Simona era morta, anche chi magari l'aveva vista solo qualche anno prima, magari giocando nel parco, come una qualsiasi bimba e adesso anche se era una qualsiasi ragazza, era anche Simona la cantante del Bar della Musica. Non dico che ci fu lutto paesano, ma in sostanza fu lo stesso. Tutti avevano un pensiero per Simona, chi l'amava e soffriva la sua perdita come i suoi genitori e il ragazzo, chi l'ammirava come gli avventori del Bar e Filippo, chi sperava su di lei come Piero il sindaco, chi l'avrebbe voluta in squadra o almeno a cantare l'inno durante le partite come Arturo, chi l'aveva vista crescere e l'aveva curata per le poche ma normali malattie come Giovanna, chi l'odiava come la moglie di Annibale, chi rifletteva solo sulla morte associandola ad una persona che in qualche modo aveva incrociato la sua strada con la propria.
Poi dopo qualche giorno il paesino continuò con le sue storie, le sue vite e le sue morti.
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Molto ben congegnato, i personaggi compaiono con molta naturalezza anche se poi concorrono a formare la trama della tesi, che è estremamente interessante e non scontata.
___________________
Ciao, mi sono intrippato a s-ragionare su come essere felici ;-) quindi se ti capita di farci un salto, qualunque opinione *anche critica* sarà un favore che mi fai!
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Dedicata all'assistente capo..
SBAM..
E' stato un enorme e indimenticabile SBAM, quando il portone blindato della cella mi si e' chiuso alle
spalle la prima volta..dopo un po mi appoggiai al metallo pesante con i
palmi delle mani ed elaboravo l'orrore del suo peso. Chiuso a chiave dal
di fuori senza avere nessun diritto di chiederne l'apertura.
Prova a rifletterci un minuto soltanto..
Dopodiche, quella che sembrava una capsula di cemento sepolta cento
metri sotto terra, si rivelo' una cella di un alveare impazzito..
Il silenzio non e' mai esistito per anni!
Le grida e gli arredi in pezzi, legno distrutto, le porte dei wc
interni delle celle sbattute con una forza pazzesca da qualche detenuto
impazzito sono i ricordi della mia vita che piu' mi fanno orrore
oggi..pensa cosa erano allora!
Chiuso in un cubo di cemento, che anche a spaccarsi la testa non sarebbe stato aperto fino a che fossi moribondo..o morto.
Immobile accovacciato su una branda e la fuori l'inferno di un carcere immenso che sbatte, salta, urla, brucia e muore..
Appena poi sono stato aggregato ad altri detenuti, la follia si e'
espressa in modo esponeziale..tre, quattro, cinque..fino ad otto siamo
stati rinchiusi in pochi metri quadri. Non si poteva stare in piedi in
piu' di due tre alla volta, la giornata di 22 ore passata
prevalentemente sulla branda, arrovellandomi le budella, cercando di
svenire in un sonno profondo che non arrivava mai!
Russare, tossire, parlottare, inveire e sbattere cose, porte, oggetti,
mille e mille sigarette accese giorno e notte, mille storie, mille
odori, mille chiacchere inutili..le elucubrazioni folli di ognuno di noi
sparse per una piccola cella..
Mantenere la calma..mantenere la calma e ritagliarmi un isola, un
piccolo spazio di pochi centimetri sulle sbarre della porta dove poter
mettere fuori almeno le mani e gli avambracci.
Le mani fuori dalla cella..le mie mani fuori dalla cella e rincuorarmi
cosi nel vedere una piccola parte di me oltre la porta. Richiudere,
appollaiato sul trespolo di quattro sbarre, il mio tabacco nella
cartina..accendere e assaporare il fumo per poi seguirlo zufolare
fuori..fuori..e soffiare il fumo fuori dalla cella era un alito di
liberta'.
Arrivare a provare piacere per un rigagnolo di fumo e per le mani appena poco fuori dalla cella..
A quel punto, le grida e i rumori non hanno piu' nessuna importanza..la
morte che passa in corridoio sotto un lenzuolo, distesa su una barella
mi attraversa come la luce attraversa un prisma, rifrangendosi smembrata
e irriconoscibile in mille direzioni diverse..
Anche quando mi si e' presentata vicino al letto..immobile ad osservarla
mentre ondeggiava appesa, mentre la tirano giu', goffa e sgraziata, pesante e gocciolante. Un paio di ore in cortile..un paio di ore in piu' regalatemi da un
Assistente Capo
perbene con il quale fare due passi a respirare.
Ma il silenzio mai. Anche nel punto piu' lontano del cortile giungono i rumori..ma oramai chi li sente piu'..
La vita assume svariati colori, sfumature e rumori terribili
ma e' possibile salvarsi puntando a delle lunghezze d'onda siderali . Tutto diventa
lontano, esplosioni su saturno, frane su marte, scricchiolii su
mercurio..rumori che uno non sente piu'..
La vita puo' essere vissuta in vari modi, imparando persino a sintonizzarsi su bande irraggiungibili.
(ASCA) - Roma, 16 dic - ''Un Assistente Capo in servizio al
Reparto G9 di Roma Rebibbia, 43 anni, sposato e con due
figli, si e' tolto la vita
SBAM..
E' stato un enorme e indimenticabile SBAM, quando il portone blindato della cella mi si e' chiuso alle
spalle la prima volta..dopo un po mi appoggiai al metallo pesante con i
palmi delle mani ed elaboravo l'orrore del suo peso. Chiuso a chiave dal
di fuori senza avere nessun diritto di chiederne l'apertura.
Prova a rifletterci un minuto soltanto..
Dopodiche, quella che sembrava una capsula di cemento sepolta cento
metri sotto terra, si rivelo' una cella di un alveare impazzito..
Il silenzio non e' mai esistito per anni!
Le grida e gli arredi in pezzi, legno distrutto, le porte dei wc
interni delle celle sbattute con una forza pazzesca da qualche detenuto
impazzito sono i ricordi della mia vita che piu' mi fanno orrore
oggi..pensa cosa erano allora!
Chiuso in un cubo di cemento, che anche a spaccarsi la testa non sarebbe stato aperto fino a che fossi moribondo..o morto.
Immobile accovacciato su una branda e la fuori l'inferno di un carcere immenso che sbatte, salta, urla, brucia e muore..
Appena poi sono stato aggregato ad altri detenuti, la follia si e'
espressa in modo esponeziale..tre, quattro, cinque..fino ad otto siamo
stati rinchiusi in pochi metri quadri. Non si poteva stare in piedi in
piu' di due tre alla volta, la giornata di 22 ore passata
prevalentemente sulla branda, arrovellandomi le budella, cercando di
svenire in un sonno profondo che non arrivava mai!
Russare, tossire, parlottare, inveire e sbattere cose, porte, oggetti,
mille e mille sigarette accese giorno e notte, mille storie, mille
odori, mille chiacchere inutili..le elucubrazioni folli di ognuno di noi
sparse per una piccola cella..
Mantenere la calma..mantenere la calma e ritagliarmi un isola, un
piccolo spazio di pochi centimetri sulle sbarre della porta dove poter
mettere fuori almeno le mani e gli avambracci.
Le mani fuori dalla cella..le mie mani fuori dalla cella e rincuorarmi
cosi nel vedere una piccola parte di me oltre la porta. Richiudere,
appollaiato sul trespolo di quattro sbarre, il mio tabacco nella
cartina..accendere e assaporare il fumo per poi seguirlo zufolare
fuori..fuori..e soffiare il fumo fuori dalla cella era un alito di
liberta'.
Arrivare a provare piacere per un rigagnolo di fumo e per le mani appena poco fuori dalla cella..
A quel punto, le grida e i rumori non hanno piu' nessuna importanza..la
morte che passa in corridoio sotto un lenzuolo, distesa su una barella
mi attraversa come la luce attraversa un prisma, rifrangendosi smembrata
e irriconoscibile in mille direzioni diverse..
Anche quando mi si e' presentata vicino al letto..immobile ad osservarla
mentre ondeggiava appesa, mentre la tirano giu', goffa e sgraziata, pesante e gocciolante. Un paio di ore in cortile..un paio di ore in piu' regalatemi da un
Assistente Capo
perbene con il quale fare due passi a respirare.
Ma il silenzio mai. Anche nel punto piu' lontano del cortile giungono i rumori..ma oramai chi li sente piu'..
La vita assume svariati colori, sfumature e rumori terribili
ma e' possibile salvarsi puntando a delle lunghezze d'onda siderali . Tutto diventa
lontano, esplosioni su saturno, frane su marte, scricchiolii su
mercurio..rumori che uno non sente piu'..
La vita puo' essere vissuta in vari modi, imparando persino a sintonizzarsi su bande irraggiungibili.
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Delfi, il verde che ti assegno non ha a che fare con i miei sentimenti, sarebbe stato imbarazzante se non avessi potuto scrivere queste righe.
Immagino che la poesia che associ a quello che racconti nel momento che la vivevi ti doveva sembrare vicina la perdita definitiva della ragione.
Condizioni di vita estrema impossibili da comprendere e che sono diventate vita di tutti i giorni. Come doveva essere facile perdere la testa.
Quando il dolore diviene insopportabile se la poesia misura la dignità che resta ci si sente davvero impotenti per quella che invece non c'è più.
Anche le persone che esternano la loro benevolenza, il gesto di bontà a chi ha perduto la propria dignità lavoreranno sulla loro coscienza.
E' importate credere che si migliora tutti sempre, un sali scendi con una curva di tendenza positiva e se vi sembra banale non lo è affatto!
Immagino che la poesia che associ a quello che racconti nel momento che la vivevi ti doveva sembrare vicina la perdita definitiva della ragione.
Condizioni di vita estrema impossibili da comprendere e che sono diventate vita di tutti i giorni. Come doveva essere facile perdere la testa.
Quando il dolore diviene insopportabile se la poesia misura la dignità che resta ci si sente davvero impotenti per quella che invece non c'è più.
Anche le persone che esternano la loro benevolenza, il gesto di bontà a chi ha perduto la propria dignità lavoreranno sulla loro coscienza.
E' importate credere che si migliora tutti sempre, un sali scendi con una curva di tendenza positiva e se vi sembra banale non lo è affatto!
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6906
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Quando il dolore diviene insopportabile se la poesia misura la dignità
che resta ci si sente davvero impotenti per quella che invece non c'è
più.
Che frase meravigliosa che hai scritto, li dentro ci intravedo una bellissima intuizione..non l'avrei potuta afferrare per secoli, e tu l'hai graffiata li in un secondo!
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Una riflessione sulla letterarietà dell'Amore, quello con la "A" maiuscola, così diverso da quello fisico, quotidiano e organico eppure così capace di rendersi autentico.
[Imperdibile la strip a fumetti finale]
http://www.finzionimagazine.it/extra/strip-club/rerum-vulgarium-fragmenta/
[Imperdibile la strip a fumetti finale]
http://www.finzionimagazine.it/extra/strip-club/rerum-vulgarium-fragmenta/
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
La prima canzone imparata a memoria e recitata dalla mia bambina...con inchino finale!
E io c'ero...
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
In bilico.
Sotto il filo gente che guarda,
trasformo un peso sullo stomaco in cornicione
da dove non guardare in basso.
Vertigini che mi nauseano
riflessi nei volti, che mi fissano,
persi nella folla.
Niente da fare,
niente da dire,
niente di niente
o
banalità del vivere.
Sotto il filo gente che guarda,
trasformo un peso sullo stomaco in cornicione
da dove non guardare in basso.
Vertigini che mi nauseano
riflessi nei volti, che mi fissano,
persi nella folla.
Niente da fare,
niente da dire,
niente di niente
o
banalità del vivere.
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Intensa..rende l'idea..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Volevo scrivere una cosa sui sogni ad occhi aperti...
Ma quando sono arrivato a riflettere che il regalo piu' bello e' quello ancora incartato, un regalo che possiamo immaginare..ecco che mi e' tornato in mente uno dei piu' dolci racconti che ho letto in vita mia, e da qualche parte, nei cassetti della stanza che sto visitando sta sera, era conservata la casetta della pecora.. Quella in cui il Piccolo Principe aveva finalmente la pecora giusta..e la osservava dormire.
Allora non serve che io scriva, mi sa che e' meglio aprire le braccia e lasciarsi sollevare dalla fiaba..
I
Un tempo lontano,
quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato
“Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno.
Rappresentava un
serpente boa nell’atto di inghiottire un animale.
Eccovi la copia
del disegno.
C’era scritto: “I
boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla.
Dopo di che non
riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione
richiede”.
Meditai a lungo
sulle avventure della jungla.
E a mia volta riuscii
a tracciare il mio primo disegno.
Il mio disegno numero
uno. Era cosi’:
Mostrai il mio capolavoro
alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava.
Ma mi risposero:
“ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”
.
Il mio disegno non
era il disegno di un cappello.
Era il disegno di
un boa che digeriva un elefante.
Affinche’ vedessero
chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Bisogna sempre spiegargliele
le cose, ai grandi.
Il mio disegno numero
due si presentava cosi’:
Questa volta mi risposero
di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi
invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica.
Fu cosi’ che a sei
anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera
di pittore.
Il fallimento del
mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disarmato.
I grandi non capiscono
mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.
Allora scelsi un’altra
professione e imparai a pilotare gli aeroplani.
Ho volato un po’
sopra tutto il mondo: e veramente la geografia mi e’ stata molto utile.
A colpo d’occhio
posso distinguere la Cina dall’Arizona, e se uno si perde nella notte,
questa sapienza e’ di grande aiuto.
Ho conosciuto molte
persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi.
Li ho conosciuti
intimamente, li ho osservati proprio da vicino.
Ma l’opinione che
avevo di loro non e’ molto migliorata.
Quando ne incontravo
uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio disegno
numero uno, che ho sempre conservato.
Cercavo di capire
cosi’ se era veramente una persona comprensiva.
Ma, chiunque fosse,
uomo o donna, mi rispondeva: “E’ un cappello”.
E allora non parlavo
di boa, di foreste primitive, di stelle.
Mi abbassavo al
suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte.
E lui era tutto
soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.
…In
che modo avresti fatto tu il disegno del serpente boa ?
…Metti
alla prova i tuoi genitori e vedi se indovinano di che si tratta.
…Se
poi me lo spedisci, lo pubblico in questa pagina.
II
Cosi’ ho trascorso
la mia vita solo, senza nessuno cui poter parlare, fino a sei anni fa quando
ebbi un incidente col mio aeroplano, nel deserto del Sahara. Qualche cosa
si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me ne’ un meccanico, ne’
dei passeggeri, mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto.
Era una questione
di vita o di morte, perche’ avevo acqua da bere soltanto per una settimana.
La prima notte,
dormii sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana. Ero
piu’ isolato che un marinaio abbandonato in mezzo all’oceano, su una zattera,
dopo un naufragio.
Potete immaginare
il mio stupore di essere svegliato all’alba da una strana vocetta: “Mi
disegni, per favore, una pecora?”
“Cosa?”
“Disegnami una pecora”.
Balzai in piedi
come fossi stato colpito da un fulmine.
Mi strofinai gli
occhi piu’ volte guardandomi attentamente intorno.
E vidi una straordinaria
personcina che mi stava esaminando con grande serieta’.
Qui potete vedere il
miglior ritratto che riuscii a fare di lui, piu’ tardi.
Ma il mio disegno
e’ molto meno affascinante del modello.
La colpa non e’
mia, pero’. Con lo scoraggiamento che hanno dato i grandi, quando avevo
sei anni, alla mia carriera di pittore, non ho mai imparato a disegnare
altro che serpenti boa dal di fuori o serpenti boa dal di dentro.
Ora guardavo fisso
l’improvvisa apparizione con gli occhi fuori dall’orbita per lo stupore.
Dovete pensare che
mi trovavo a mille miglia da una qualsiasi regione abitata, eppure il mio
ometto non sembrava smarrito in mezzo alle sabbie, ne' tramortito per la
fatica, o per la fame, o per la sete, o per la paura.
Niente di lui mi
dava l’impressione di un bambino sperduto nel deserto, a mille miglia da
qualsiasi abitazione umana.
Quando finalmente
potei parlare gli domandai: “Ma che cosa fai qui?”
Con tutta risposta,
egli ripete’ lentamente come si trattasse di cosa di molta importanza:
“Per piacere, disegnami
una pecora…”
Quando un mistero
e’ cosi’ sovraccarico, non si osa disubbidire.
Per assurdo che
mi sembrasse, a mille miglia da ogni abitazione umana, e in pericolo di
morte, tirai fuori dalla tasca un foglietto di carta e la penna stilografica.
Ma poi ricordai
che i miei studi si erano concentrati sulla geografia, sulla storia, sull’aritmetica
e sulla grammatica e gli dissi, un po’ di malumore, che non sapevo disegnare.
Mi rispose:
“Non importa. Disegnami
una pecora…”
Non avevo mai disegnato
una pecora e allora feci per lui uno di quei disegni che avevo fatto tante
volte: quello del boa dal di dentro; e fui sorpreso di sentirmi rispondere:
“No, no, no! Non
voglio l’elefante dentro il boa. Il boa e’ molto pericoloso e l’elefante
molto ingombrante. Dove vivo io tutto e’ molto piccolo. Ho bisogno di una
pecora: disegnami una pecora”.
Feci il disegno.
Lo guardo’ attentamente,
e poi disse: “No! Questa pecora e’ malaticcia. Fammene un’altra”.
Feci un altro disegno.
Il mio amico mi sorrise
gentilmente, con indulgenza.
“Lo puoi vedere
da te”, disse, “che questa non e’ una pecora.
E’ un ariete. Ha
le corna”.
Rifeci il disegno
una terza volta, ma fu rifiutato come i precedenti.
“Questa e’ troppo vecchia.
Voglio una pecora che possa vivere a lungo”.
Questa volta la
mia pazienza era esaurita, avevo fretta di rimettere a posto il mio motore.
Buttai giu’ un quarto disegno.
E tirai fuori questa
spiegazione:
“Questa e’ soltanto
la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro”.
Fui molto sorpreso di
vedere il viso del mio piccolo giudice illuminarsi. “Questo e’ proprio
quello che volevo.
Pensi che questa
pecora dovra’ avere una gran quantita’ d’erba?”
“Perche’?”
“Perche’ dove vivo
io, tutto e’ molto piccolo…”
“Ci sara’ certamente
abbastanza erba per lei, e’ molto piccola la pecora che ti ho data”.
Si chino’ sul disegno:
“Non cosi’ piccola
che – oh, guarda! – si e’ messa a dormire…”
E fu cosi’ che feci
la conoscenza del piccolo principe.
Ci misi molto tempo
a capire da dove venisse.
Il piccolo principe,
che mi faceva una domanda dopo l'altra, pareva che non sentisse mai le
mie.
Cosi', quando vide
per la prima volta il mio aeroplano (non lo disegnero' perche' sarebbe
troppo complicato per me), mi domando':
"Che cos'e' questa
cosa?"
"Non e' una cosa
- vola. E' un aeroplano. E' il mio aeroplano".
Ero molto fiero
di fargli sapere che volavo.
Allora grido':
"Come? Sei caduto
dal cielo!"
"Si", risposi modestamente.
"Ah! Questa e' buffa..."
E il piccolo principe
scoppio in una bella risata che mi irrito'.
Voglio che le mie
disgrazie siano prese sul serio.
Poi riprese: "Allora
anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?"
Intravvidi una luce,
nel mistero della sua presenza, e lo interrogai bruscamente:
"Tu vieni dunque
da un altro pianeta?"
Ma non mi rispose.
Scrollo' gentilmente il capo osservando l'aeroplano.
"Certo che su quello
non puoi venire da molto lontano..."
E si immerse in
una lunga meditazione.
Poi, tirando fuori
dalla tasca la mia pecora, sprofondo' nella contemplazione del suo tesoro.
Vi potete bene immaginare
come io fossi incuriosito da quella mezza confidenza su "gli altri pianeti".
Cercai dunque di
tirargli fuori qualche altra cosa:
"Da dove vieni,
ometto? Dov'e' la tua casa? Dove vuoi portare la mia pecora?"
Mi rispose dopo un
silenzio meditativo:
"Quello che c'e'
di buono, e' che la cassetta che mi hai dato, le servira' da casa per la
notte".
"Certo. E se sei
buono ti daro' pure una corda per legare la pecora durante il giorno. E
un paletto".
La mia proposta scandalizzo'
il piccolo principe.
"Legarla? Che buffa
idea!"
"Ma se non la leghi
andra' in giro e si perdera'..."
Il mio amico scoppio'
in una nuova risata:
"Ma dove vuoi che
vada!"
"Dappertutto. Dritto
davanti a se'..."
E il piccolo principe
mi rispose gravemente:
"Non importa, e'
talmente piccolo da me!"
E con un po' di
malinconia, forse, aggiunse:
"Dritto davanti
a se' non si puo' andare molto lontano..."
...
"Se non la leghi andra' in giro e si perdera'"...
Chissa',
magari la pecora invece sarebbe rimasta sempre accanto al suo nuovo amico...
Secondo
voi, cosa significa "Dritto avanti a se' non si puo' andare molto lontano?"
...
IV
Avevo cosi' saputo
una seconda cosa molto importante!
Che il suo pianeta
nativo era poco piu' grande di una casa.
Tuttavia questo
non poteva stupirmi molto.
Sapevo benissimo
che, oltre ai grandi pianeti come la Terra, Giove, Marte, Venere ai quali
si e' dato un nome, ce ne sono centinaia ancora che sono a volte cosi'
piccoli che si arriva si' e no a vederli col telescopio.
Quando un astronomo
scopre uno di questi, gli da' per nome un numero.
Lo chiama per esempio:
"l'asteroide 3251".
Ho serie ragioni
per credere che il pianeta da dove veniva il piccolo principe e' l'asteroide
B 612.
Questo asteroide
e' stato visto una sola volta al telescopio da un astronomo turco.
Aveva fatto allora
una grande dimostrazione della sua scoperta a un Congresso Internazionale
d'Astronomia.
Ma in costume com'era,
nessuno lo aveva preso sul serio. I grandi sono fatti cosi'.
Fortunatamente per
la reputazione dell'asteroide B 612 un dittatore turco impose al suo popolo,
sotto pena di morte, di vestire all'europea.
L'astronomo rifece
la sua dimostrazione nel 1920, con un abito molto elegante.
E questa volta tutto
il mondo fu con lui.
Se vi ho raccontato
tanti particolari sull'asteroide B 612 e se vi ho rivelato il suo numero,
e' proprio per i grandi che amano le cifre.
Quando voi gli parlate
di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali.
Non si domandano
mai: "Qual'e' il tono della sua voce?
Quali sono i suoi
giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?"
Ma vi domandano:
"Che eta' ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?"
Allora soltanto credono di conoscerlo. Se voi dite ai grandi:
"Ho visto una bella
casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto""
loro non arrivano a immaginarsela.
Bisogna dire: "Ho
visto una casa di centomila lire", e allora esclamano: "Com'e' bella".
Cosi' se voi gli
dite: "La prova che il piccolo principe e' esistito, sta nel fatto che
era bellissimo, che rideva e che voleva una pecora.
Quando uno vuole
una pecora e' la prova che esiste".
Be', loro alzeranno
le spalle, e vi tratteranno come un bambino.
Ma se voi invece
gli dite: "Il pianeta da dove veniva e' l'asteroide B 612" allora ne sono
subito convinti e vi lasciano in pace con le domande.
Sono fatti cosi'.
Non c'e' da prendersela.
I bambini devono
essere indulgenti coi grandi.
Ma certo, noi che
comprendiamo la vita, noi che ce ne infischiamo dei numeri!
Mi sarebbe piaciuto
cominciare questo racconto come una storia di fate.
Mi sarebbe piaciuto
dire:
"C'era una volta
un piccolo principe che viveva su di un pianeta poco piu' grande di lui
e aveva bisogno di un amico..."
Per coloro che comprendono
la vita, sarebbe stato molto piu' vero.
Perche' non mi piace
che si legga il mio libro alla leggera. E' un grande dispiacere per me
confidare questi ricordi. Sono gia' sei anni che il mio amico se ne e'
andato con la sua pecora e io cerco di descriverlo per non dimenticarlo.
E' triste dimenticare
un amico.
E posso anch'io diventare
come i grandi che non s'interessano piu' che di cifre.
Ed e' anche per
questo che ho comperato una scatola coi colori e con le matite.
Non e' facile rimettersi
al disegno alla mia eta' quando non si sono fatti altri tentativi che quello
di un serpente boa dal di fuori e quello di un serpente boa dal di dentro,
e all'eta' di sei anni.
Mi studiero' di fare
ritratti somigliantissimi.
Ma non sono affatto
sicuro di riuscirci.
Un disegno va bene,
ma l'altro non assomiglia per niente.
Mi sbaglio anche
sulla statura.
Qui il piccolo principe
e' troppo grande.
La' e' troppo piccolo.
Esito persino sul colore del suo vestito.
E allora tento e
tentenno, bene o male.
E finiro' per sbagliarmi
su certi particolari piu' importanti.
Ma questo bisogna
perdonarmelo.
Il mio amico non
mi dava mai delle spiegazioni. Forse credeva che fossi come lui.
Io, sfortunatamente,
non sapevo vedere le pecore attraverso le casse.
Puo' darsi che io
sia un po' come i grandi.
Devo essere invecchiato.
Ogni giorno imparavo
qualche cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio.
Veniva da se', per
qualche riflessione.
Fu cosi' che al
terzo giorno conobbi il dramma dei baobab.
Anche questa volta
fu merito della pecora, perche' bruscamente il piccolo principe mi interrogo',
come preso da un grave dubbio:
"E' proprio vero
che le pecore mangiano gli arbusti?"
"Si, e' vero".
"Ah! Sono contento".
Non capii perche'
era cosi' importante che le pecore mangiassero gli arbusti.
Ma il piccolo principe
continuo':
"Allora mangiano
anche i baobab?"
Feci osservare al
piccolo principe che i baobab non sono degli arbusti, ma degli alberi grandi
come chiese e che se anche non avesse portato con se' una mandria di elefanti,
non sarebbe venuto a capo di un solo baobab.
L'idea della mandria
di elefanti fece ridere il piccolo principe:
"Bisognerebbe metterli
gli uni su gli altri..."
Ma osservo' saggiamente:
"I baobab prima
di diventar grandi cominciano con l'essere piccoli".
"E' esatto! Ma perche'
vuoi che le tue pecore mangino i piccoli baobab?"
"Be'! Si capisce",
mi rispose come se si trattasse di una cosa evidente.
E mi ci volle un
grande sforzo d'intelligenza per capire da solo questo problema.
Infatti, sul pianeta
del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e
quelle cattive.
Di conseguenza:
dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive.
Ma i semi sono invisibili.
Dormono nel segreto
della terra fino a che all'uno o all'altro pigli la fantasia di risvegliarsi.
Allora di stira,
e sospinge da principio timidamente verso il sole un bellissimo ramoscello
inoffensivo.
Ma se si tratta
di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si e' riconosciuta.
C'erano dei terribili
semi sul pianeta del piccolo principe: erano i semi dei baobab.
Il suolo ne era
infestato. Ora, un baobab, se si arriva troppo tardi, non si riesce piu'
a sbarazzarsene.
Ingombra tutto il
pianeta. Lo trapassa con le sue radici.
E se il pianeta
e' troppo piccolo e i baobab troppo numerosi, lo fanno scoppiare.
"E' una questione
di disciplina", mi diceva piu' tardi il piccolo principe.
"Quando si ha finito
di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna
costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai
rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli.
E' un lavoro molto
noioso, ma facile".
"E un giorno mi
consiglio' di fare un bel disegno per far entrare bene questa idea nella
testa dei bambini del mio paese.
"Se un giorno viaggeranno
", mi diceva, "questo consiglio gli potra' servire.
Qualche volta e'
senza inconvenienti rimettere a piu' tardi il proprio lavoro.
Ma se si tratta
dei baobab e' sempre una catastrofe.
Ho conosciuto un
pianeta abitato da un pigro.
Aveva trascurato
gli arbusti..."
E sull'indicazione
del piccolo principe ho disegnato quel pianeta.
Non mi piace prendere
il tono del moralista.
Ma il pericolo dei
baobab e' cosi' poco conosciuto, e i rischi che correrebbe chi si smarrisse
su un asteroide, cosi' gravi, che una volta tanto ho fatto eccezione.
E dico: "Bambini!
Fate attenzione ai baobab!"
E per avvertire
i miei amici di un pericolo che hanno sempre sfiorato, come me stesso,
senza conoscerlo, ho tanto lavorato a questo disegno.
La lezione che davo,
giustificava la fatica.
Voi mi domanderete forse:
Perche' non ci sono in questo libro altri disegni altrettanto grandiosi
come quello dei baobab?
La risposta e' molto
semplice:
Ho cercato di farne
uno, ma non ci sono riuscito.
Quando ho disegnato
i baobab ero animato dal sentimento dell'urgenza.
......I
bambini devono vivere circondati solo da cose buone: quelle attorno a te
quali sono?
VI
Oh, piccolo principe,
ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica.
Per molto tempo
tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti.
Ho appreso questo
nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto:
"Mi piacciono tanto
i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto..."
"Ma bisogna aspettare..."
"Aspettare che?"
"Che il sole tramonti..."
Da prima hai avuto
un'aria molto sorpresa, e poi hai riso di te stesso e mi hai detto:
"Mi credo sempre
a casa mia!..."
Infatti. Quando
agli Stati Uniti e' mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta
sulla Francia.
Basterebbe poter
andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto. Sfortunatamente
la Francia e' troppo lontana.
Ma sul tuo piccolo
pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo.
E guardavi il crepuscolo
tutte le volte che volevi...
"Un giorno ho visto
il sole tramontare quarantatre' volte!"
E piu' tardi hai
soggiunto:
"Sai... quando si
e' molto tristi si amano i tramonti..."
"Il giorno delle
quarantatre' volte eri tanto triste?"
Ma il piccolo principe
non rispose.
..segue..
http://digilander.libero.it/Gretablu/il_piccolo_principe/pp05.html
Ma quando sono arrivato a riflettere che il regalo piu' bello e' quello ancora incartato, un regalo che possiamo immaginare..ecco che mi e' tornato in mente uno dei piu' dolci racconti che ho letto in vita mia, e da qualche parte, nei cassetti della stanza che sto visitando sta sera, era conservata la casetta della pecora.. Quella in cui il Piccolo Principe aveva finalmente la pecora giusta..e la osservava dormire.
Allora non serve che io scriva, mi sa che e' meglio aprire le braccia e lasciarsi sollevare dalla fiaba..
I
Un tempo lontano,
quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato
“Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno.
Rappresentava un
serpente boa nell’atto di inghiottire un animale.
Eccovi la copia
del disegno.
C’era scritto: “I
boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla.
Dopo di che non
riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione
richiede”.
Meditai a lungo
sulle avventure della jungla.
E a mia volta riuscii
a tracciare il mio primo disegno.
Il mio disegno numero
uno. Era cosi’:
Mostrai il mio capolavoro
alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava.
Ma mi risposero:
“ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”
.
Il mio disegno non
era il disegno di un cappello.
Era il disegno di
un boa che digeriva un elefante.
Affinche’ vedessero
chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Bisogna sempre spiegargliele
le cose, ai grandi.
Il mio disegno numero
due si presentava cosi’:
Questa volta mi risposero
di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi
invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica.
Fu cosi’ che a sei
anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera
di pittore.
Il fallimento del
mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disarmato.
I grandi non capiscono
mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.
Allora scelsi un’altra
professione e imparai a pilotare gli aeroplani.
Ho volato un po’
sopra tutto il mondo: e veramente la geografia mi e’ stata molto utile.
A colpo d’occhio
posso distinguere la Cina dall’Arizona, e se uno si perde nella notte,
questa sapienza e’ di grande aiuto.
Ho conosciuto molte
persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi.
Li ho conosciuti
intimamente, li ho osservati proprio da vicino.
Ma l’opinione che
avevo di loro non e’ molto migliorata.
Quando ne incontravo
uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio disegno
numero uno, che ho sempre conservato.
Cercavo di capire
cosi’ se era veramente una persona comprensiva.
Ma, chiunque fosse,
uomo o donna, mi rispondeva: “E’ un cappello”.
E allora non parlavo
di boa, di foreste primitive, di stelle.
Mi abbassavo al
suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte.
E lui era tutto
soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.
…In
che modo avresti fatto tu il disegno del serpente boa ?
…Metti
alla prova i tuoi genitori e vedi se indovinano di che si tratta.
…Se
poi me lo spedisci, lo pubblico in questa pagina.
II
Cosi’ ho trascorso
la mia vita solo, senza nessuno cui poter parlare, fino a sei anni fa quando
ebbi un incidente col mio aeroplano, nel deserto del Sahara. Qualche cosa
si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me ne’ un meccanico, ne’
dei passeggeri, mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto.
Era una questione
di vita o di morte, perche’ avevo acqua da bere soltanto per una settimana.
La prima notte,
dormii sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana. Ero
piu’ isolato che un marinaio abbandonato in mezzo all’oceano, su una zattera,
dopo un naufragio.
Potete immaginare
il mio stupore di essere svegliato all’alba da una strana vocetta: “Mi
disegni, per favore, una pecora?”
“Cosa?”
“Disegnami una pecora”.
Balzai in piedi
come fossi stato colpito da un fulmine.
Mi strofinai gli
occhi piu’ volte guardandomi attentamente intorno.
E vidi una straordinaria
personcina che mi stava esaminando con grande serieta’.
Qui potete vedere il
miglior ritratto che riuscii a fare di lui, piu’ tardi.
Ma il mio disegno
e’ molto meno affascinante del modello.
La colpa non e’
mia, pero’. Con lo scoraggiamento che hanno dato i grandi, quando avevo
sei anni, alla mia carriera di pittore, non ho mai imparato a disegnare
altro che serpenti boa dal di fuori o serpenti boa dal di dentro.
Ora guardavo fisso
l’improvvisa apparizione con gli occhi fuori dall’orbita per lo stupore.
Dovete pensare che
mi trovavo a mille miglia da una qualsiasi regione abitata, eppure il mio
ometto non sembrava smarrito in mezzo alle sabbie, ne' tramortito per la
fatica, o per la fame, o per la sete, o per la paura.
Niente di lui mi
dava l’impressione di un bambino sperduto nel deserto, a mille miglia da
qualsiasi abitazione umana.
Quando finalmente
potei parlare gli domandai: “Ma che cosa fai qui?”
Con tutta risposta,
egli ripete’ lentamente come si trattasse di cosa di molta importanza:
“Per piacere, disegnami
una pecora…”
Quando un mistero
e’ cosi’ sovraccarico, non si osa disubbidire.
Per assurdo che
mi sembrasse, a mille miglia da ogni abitazione umana, e in pericolo di
morte, tirai fuori dalla tasca un foglietto di carta e la penna stilografica.
Ma poi ricordai
che i miei studi si erano concentrati sulla geografia, sulla storia, sull’aritmetica
e sulla grammatica e gli dissi, un po’ di malumore, che non sapevo disegnare.
Mi rispose:
“Non importa. Disegnami
una pecora…”
Non avevo mai disegnato
una pecora e allora feci per lui uno di quei disegni che avevo fatto tante
volte: quello del boa dal di dentro; e fui sorpreso di sentirmi rispondere:
“No, no, no! Non
voglio l’elefante dentro il boa. Il boa e’ molto pericoloso e l’elefante
molto ingombrante. Dove vivo io tutto e’ molto piccolo. Ho bisogno di una
pecora: disegnami una pecora”.
Feci il disegno.
Lo guardo’ attentamente,
e poi disse: “No! Questa pecora e’ malaticcia. Fammene un’altra”.
Feci un altro disegno.
Il mio amico mi sorrise
gentilmente, con indulgenza.
“Lo puoi vedere
da te”, disse, “che questa non e’ una pecora.
E’ un ariete. Ha
le corna”.
Rifeci il disegno
una terza volta, ma fu rifiutato come i precedenti.
“Questa e’ troppo vecchia.
Voglio una pecora che possa vivere a lungo”.
Questa volta la
mia pazienza era esaurita, avevo fretta di rimettere a posto il mio motore.
Buttai giu’ un quarto disegno.
E tirai fuori questa
spiegazione:
“Questa e’ soltanto
la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro”.
Fui molto sorpreso di
vedere il viso del mio piccolo giudice illuminarsi. “Questo e’ proprio
quello che volevo.
Pensi che questa
pecora dovra’ avere una gran quantita’ d’erba?”
“Perche’?”
“Perche’ dove vivo
io, tutto e’ molto piccolo…”
“Ci sara’ certamente
abbastanza erba per lei, e’ molto piccola la pecora che ti ho data”.
Si chino’ sul disegno:
“Non cosi’ piccola
che – oh, guarda! – si e’ messa a dormire…”
E fu cosi’ che feci
la conoscenza del piccolo principe.
Ci misi molto tempo
a capire da dove venisse.
Il piccolo principe,
che mi faceva una domanda dopo l'altra, pareva che non sentisse mai le
mie.
Cosi', quando vide
per la prima volta il mio aeroplano (non lo disegnero' perche' sarebbe
troppo complicato per me), mi domando':
"Che cos'e' questa
cosa?"
"Non e' una cosa
- vola. E' un aeroplano. E' il mio aeroplano".
Ero molto fiero
di fargli sapere che volavo.
Allora grido':
"Come? Sei caduto
dal cielo!"
"Si", risposi modestamente.
"Ah! Questa e' buffa..."
E il piccolo principe
scoppio in una bella risata che mi irrito'.
Voglio che le mie
disgrazie siano prese sul serio.
Poi riprese: "Allora
anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?"
Intravvidi una luce,
nel mistero della sua presenza, e lo interrogai bruscamente:
"Tu vieni dunque
da un altro pianeta?"
Ma non mi rispose.
Scrollo' gentilmente il capo osservando l'aeroplano.
"Certo che su quello
non puoi venire da molto lontano..."
E si immerse in
una lunga meditazione.
Poi, tirando fuori
dalla tasca la mia pecora, sprofondo' nella contemplazione del suo tesoro.
Vi potete bene immaginare
come io fossi incuriosito da quella mezza confidenza su "gli altri pianeti".
Cercai dunque di
tirargli fuori qualche altra cosa:
"Da dove vieni,
ometto? Dov'e' la tua casa? Dove vuoi portare la mia pecora?"
Mi rispose dopo un
silenzio meditativo:
"Quello che c'e'
di buono, e' che la cassetta che mi hai dato, le servira' da casa per la
notte".
"Certo. E se sei
buono ti daro' pure una corda per legare la pecora durante il giorno. E
un paletto".
La mia proposta scandalizzo'
il piccolo principe.
"Legarla? Che buffa
idea!"
"Ma se non la leghi
andra' in giro e si perdera'..."
Il mio amico scoppio'
in una nuova risata:
"Ma dove vuoi che
vada!"
"Dappertutto. Dritto
davanti a se'..."
E il piccolo principe
mi rispose gravemente:
"Non importa, e'
talmente piccolo da me!"
E con un po' di
malinconia, forse, aggiunse:
"Dritto davanti
a se' non si puo' andare molto lontano..."
...
"Se non la leghi andra' in giro e si perdera'"...
Chissa',
magari la pecora invece sarebbe rimasta sempre accanto al suo nuovo amico...
Secondo
voi, cosa significa "Dritto avanti a se' non si puo' andare molto lontano?"
...
IV
Avevo cosi' saputo
una seconda cosa molto importante!
Che il suo pianeta
nativo era poco piu' grande di una casa.
Tuttavia questo
non poteva stupirmi molto.
Sapevo benissimo
che, oltre ai grandi pianeti come la Terra, Giove, Marte, Venere ai quali
si e' dato un nome, ce ne sono centinaia ancora che sono a volte cosi'
piccoli che si arriva si' e no a vederli col telescopio.
Quando un astronomo
scopre uno di questi, gli da' per nome un numero.
Lo chiama per esempio:
"l'asteroide 3251".
Ho serie ragioni
per credere che il pianeta da dove veniva il piccolo principe e' l'asteroide
B 612.
Questo asteroide
e' stato visto una sola volta al telescopio da un astronomo turco.
Aveva fatto allora
una grande dimostrazione della sua scoperta a un Congresso Internazionale
d'Astronomia.
Ma in costume com'era,
nessuno lo aveva preso sul serio. I grandi sono fatti cosi'.
Fortunatamente per
la reputazione dell'asteroide B 612 un dittatore turco impose al suo popolo,
sotto pena di morte, di vestire all'europea.
L'astronomo rifece
la sua dimostrazione nel 1920, con un abito molto elegante.
E questa volta tutto
il mondo fu con lui.
Se vi ho raccontato
tanti particolari sull'asteroide B 612 e se vi ho rivelato il suo numero,
e' proprio per i grandi che amano le cifre.
Quando voi gli parlate
di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali.
Non si domandano
mai: "Qual'e' il tono della sua voce?
Quali sono i suoi
giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?"
Ma vi domandano:
"Che eta' ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?"
Allora soltanto credono di conoscerlo. Se voi dite ai grandi:
"Ho visto una bella
casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto""
loro non arrivano a immaginarsela.
Bisogna dire: "Ho
visto una casa di centomila lire", e allora esclamano: "Com'e' bella".
Cosi' se voi gli
dite: "La prova che il piccolo principe e' esistito, sta nel fatto che
era bellissimo, che rideva e che voleva una pecora.
Quando uno vuole
una pecora e' la prova che esiste".
Be', loro alzeranno
le spalle, e vi tratteranno come un bambino.
Ma se voi invece
gli dite: "Il pianeta da dove veniva e' l'asteroide B 612" allora ne sono
subito convinti e vi lasciano in pace con le domande.
Sono fatti cosi'.
Non c'e' da prendersela.
I bambini devono
essere indulgenti coi grandi.
Ma certo, noi che
comprendiamo la vita, noi che ce ne infischiamo dei numeri!
Mi sarebbe piaciuto
cominciare questo racconto come una storia di fate.
Mi sarebbe piaciuto
dire:
"C'era una volta
un piccolo principe che viveva su di un pianeta poco piu' grande di lui
e aveva bisogno di un amico..."
Per coloro che comprendono
la vita, sarebbe stato molto piu' vero.
Perche' non mi piace
che si legga il mio libro alla leggera. E' un grande dispiacere per me
confidare questi ricordi. Sono gia' sei anni che il mio amico se ne e'
andato con la sua pecora e io cerco di descriverlo per non dimenticarlo.
E' triste dimenticare
un amico.
E posso anch'io diventare
come i grandi che non s'interessano piu' che di cifre.
Ed e' anche per
questo che ho comperato una scatola coi colori e con le matite.
Non e' facile rimettersi
al disegno alla mia eta' quando non si sono fatti altri tentativi che quello
di un serpente boa dal di fuori e quello di un serpente boa dal di dentro,
e all'eta' di sei anni.
Mi studiero' di fare
ritratti somigliantissimi.
Ma non sono affatto
sicuro di riuscirci.
Un disegno va bene,
ma l'altro non assomiglia per niente.
Mi sbaglio anche
sulla statura.
Qui il piccolo principe
e' troppo grande.
La' e' troppo piccolo.
Esito persino sul colore del suo vestito.
E allora tento e
tentenno, bene o male.
E finiro' per sbagliarmi
su certi particolari piu' importanti.
Ma questo bisogna
perdonarmelo.
Il mio amico non
mi dava mai delle spiegazioni. Forse credeva che fossi come lui.
Io, sfortunatamente,
non sapevo vedere le pecore attraverso le casse.
Puo' darsi che io
sia un po' come i grandi.
Devo essere invecchiato.
Ogni giorno imparavo
qualche cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio.
Veniva da se', per
qualche riflessione.
Fu cosi' che al
terzo giorno conobbi il dramma dei baobab.
Anche questa volta
fu merito della pecora, perche' bruscamente il piccolo principe mi interrogo',
come preso da un grave dubbio:
"E' proprio vero
che le pecore mangiano gli arbusti?"
"Si, e' vero".
"Ah! Sono contento".
Non capii perche'
era cosi' importante che le pecore mangiassero gli arbusti.
Ma il piccolo principe
continuo':
"Allora mangiano
anche i baobab?"
Feci osservare al
piccolo principe che i baobab non sono degli arbusti, ma degli alberi grandi
come chiese e che se anche non avesse portato con se' una mandria di elefanti,
non sarebbe venuto a capo di un solo baobab.
L'idea della mandria
di elefanti fece ridere il piccolo principe:
"Bisognerebbe metterli
gli uni su gli altri..."
Ma osservo' saggiamente:
"I baobab prima
di diventar grandi cominciano con l'essere piccoli".
"E' esatto! Ma perche'
vuoi che le tue pecore mangino i piccoli baobab?"
"Be'! Si capisce",
mi rispose come se si trattasse di una cosa evidente.
E mi ci volle un
grande sforzo d'intelligenza per capire da solo questo problema.
Infatti, sul pianeta
del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e
quelle cattive.
Di conseguenza:
dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive.
Ma i semi sono invisibili.
Dormono nel segreto
della terra fino a che all'uno o all'altro pigli la fantasia di risvegliarsi.
Allora di stira,
e sospinge da principio timidamente verso il sole un bellissimo ramoscello
inoffensivo.
Ma se si tratta
di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si e' riconosciuta.
C'erano dei terribili
semi sul pianeta del piccolo principe: erano i semi dei baobab.
Il suolo ne era
infestato. Ora, un baobab, se si arriva troppo tardi, non si riesce piu'
a sbarazzarsene.
Ingombra tutto il
pianeta. Lo trapassa con le sue radici.
E se il pianeta
e' troppo piccolo e i baobab troppo numerosi, lo fanno scoppiare.
"E' una questione
di disciplina", mi diceva piu' tardi il piccolo principe.
"Quando si ha finito
di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna
costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai
rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli.
E' un lavoro molto
noioso, ma facile".
"E un giorno mi
consiglio' di fare un bel disegno per far entrare bene questa idea nella
testa dei bambini del mio paese.
"Se un giorno viaggeranno
", mi diceva, "questo consiglio gli potra' servire.
Qualche volta e'
senza inconvenienti rimettere a piu' tardi il proprio lavoro.
Ma se si tratta
dei baobab e' sempre una catastrofe.
Ho conosciuto un
pianeta abitato da un pigro.
Aveva trascurato
gli arbusti..."
E sull'indicazione
del piccolo principe ho disegnato quel pianeta.
Non mi piace prendere
il tono del moralista.
Ma il pericolo dei
baobab e' cosi' poco conosciuto, e i rischi che correrebbe chi si smarrisse
su un asteroide, cosi' gravi, che una volta tanto ho fatto eccezione.
E dico: "Bambini!
Fate attenzione ai baobab!"
E per avvertire
i miei amici di un pericolo che hanno sempre sfiorato, come me stesso,
senza conoscerlo, ho tanto lavorato a questo disegno.
La lezione che davo,
giustificava la fatica.
Voi mi domanderete forse:
Perche' non ci sono in questo libro altri disegni altrettanto grandiosi
come quello dei baobab?
La risposta e' molto
semplice:
Ho cercato di farne
uno, ma non ci sono riuscito.
Quando ho disegnato
i baobab ero animato dal sentimento dell'urgenza.
......I
bambini devono vivere circondati solo da cose buone: quelle attorno a te
quali sono?
VI
Oh, piccolo principe,
ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica.
Per molto tempo
tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti.
Ho appreso questo
nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto:
"Mi piacciono tanto
i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto..."
"Ma bisogna aspettare..."
"Aspettare che?"
"Che il sole tramonti..."
Da prima hai avuto
un'aria molto sorpresa, e poi hai riso di te stesso e mi hai detto:
"Mi credo sempre
a casa mia!..."
Infatti. Quando
agli Stati Uniti e' mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta
sulla Francia.
Basterebbe poter
andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto. Sfortunatamente
la Francia e' troppo lontana.
Ma sul tuo piccolo
pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo.
E guardavi il crepuscolo
tutte le volte che volevi...
"Un giorno ho visto
il sole tramontare quarantatre' volte!"
E piu' tardi hai
soggiunto:
"Sai... quando si
e' molto tristi si amano i tramonti..."
"Il giorno delle
quarantatre' volte eri tanto triste?"
Ma il piccolo principe
non rispose.
..segue..
http://digilander.libero.it/Gretablu/il_piccolo_principe/pp05.html
......I
bambini devono vivere circondati solo da cose buone: quelle attorno a te
quali sono?
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Azz prima fai i doppioni poi mi scarichi il lavoro eh
vediamo
___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
eehh...e' l'eta'..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
fatto vecchio scoreggione
___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
grazie..e scusa ma dieci dita su due mani sono troppe..alle volte ne perdo il controllo e aprono 3D a cazzo di cane..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Ma ribumpiamo questo bel 3D..si sa mai che qualcuno e' in vena di raccontare..
http://atei.forumitalian.com/t1625p80-3d-della-poesiae-dei-racconti#93905
http://atei.forumitalian.com/t1625p80-3d-della-poesiae-dei-racconti#93905
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
SergioAD ha scritto:Io è da qualche tempo che combatto con due colleghi che chiamo il gatto e la volpe. Insomma per farla breve alla fine c'è stata una precipitazione della mia condizione di salute.
Domani dice che mi prepareranno e dopo domani praticheranno una incisione sul mio inguine destro, perforeranno la mia aorta femorale ed infileranno un catetere radiografico fornito di liquido radio opaco che mi darà sensazioni di calore e nausea.
Da li cercando di non provocare coaguli andranno su e si infileranno direttamente nelle mie coronarie, che credevo protette dalla mia gabbia toracica. Visualizzeranno sul monitor che la sezione delle coronarie non abbia restringimenti superiori al 70%.
In caso affermativo lo stesso sondino è fornito di un palloncino che questi gonfieranno comprimendo sulle pareti le calcificazioni che hanno ridotto la sezione della coronaria, dopodiché rilasceranno un cilindro metallico a maglie per tenere "aperto".
Dico, "usate l'ombrellino per intercettare eventuali mini trombi?", dice "no!"... come no? Io avevo anche pensato ad un sistema per intercettare i micro trombi che si liberano con la compressione e che provocano l'infarto ad oltre 30% dei pazienti nei due anni successivi! In Olanda qualcuno dice 50%! Ma lui dice che oggi non si usa più il l'ombrellino ma si dissolvono con liquidi adatti...
Mi metteranno il Viacal! Dico vado a Roma tra 20 giorni... Dice No! Oh? Come no? Chissà se è meglio che vada nel braccio attraverso l'aorta nel cuore?
Insomma quella pizza finalmente, almeno ogni tanto la prenderò senza freni inibitori!
Quando di tratta di trombi, trombate arrivano gli auguri dei miei amici, ah ah.
Grazie amici miei, sinceramente!
Mi hanno fatto firmare 5 fogli:Quel n.3 relativamente 25/100 mi ha fatto incazzare. Il garzone indiano con laurea australiana mi ha fatto capire che non serve intercettare i coaguli che schizzano quando viene compressa la calcificazione perché li sciolgono. Ma il palloncino migliorava quel 25%, qualcosa non torna ma domani mi ficca le mani nel petto ed ho deciso di farla. Ah ah! Medicina è statistica anche nella procedura... Ingegneria no... lo determina il "cliente" ed il tipo di lavoro.
- per consentire l'anestesia;
- per consentire l'eventuale trasfusione;
- per farmi sapere che le angiografia, l'eventuale angioplastica causa 1/10000 gravi problemi cutanei, 1/1000 infarto durante l'intervento, 25/100 tra sei mesi si ripresenta la coronaropatia, non ricordo cos'altro;
- per consentire il test del HIV;
- non ricordo... forse che consento;
Si si, mi hanno preparato per il 14/03/2012 alle 9 di mattina. Prelievi, firme e raccomandazioni... i paramedici delle Filippine - si può sperimentare l'imprinting comune, basta lo sguardo per capirsi, farò le foto...
Ed ecco com'è andata...
In attesa di essere chiamato...
Volendo si sta separati tra uomini e donne, io mi sono messo sul lato delle donne e Katia su quello degli uomini.
Quel letto ha il telecomando che devi chiamare qualcuno!
Questa è la seconda finestra...
E questo ciò che si vede dalle finestre...
Belin! Nessun camicione o pigiama della mia taglia! Col camicione sarebbe stato molto pericoloso piegarsi in avanti e col pigiama allacciarsi i bottoni... niente roba personale e vaffanculo allora ho deciso camicione sopra e pantaloni pigiami sotto...
M'hanno fatto la barba, m'hanno fatto e che impressione quella macchinetta sullo scroto zzzz zac zac zzmmmm, ulteriore nessuno commento!
M'hanno infilato un catetere sul torso della mano sinistra e mi chiede se fa male allora chiedo che succede se dico di si? Dice che fa un altro buco! fa un altro buco capito!
Sedia a rotelle con lenzuola coprenti che ero sbottonato e col lato destro senza peli... c'era un Inglese, dico una battuta da senso dell'umore Inglese chiedendo di premere il bottone "G" piano terra per scappare via! L'anglosassone l'ha premuto! Dico grazie adesso blocchi l'infermiera! Quanto mi sentivo solo, meno male che Katia rideva.
Il mattino appena sveglio mi ero detto, "stai a vedere che non si vede nulla, la coronaria sarà immersa nel muscolo cardiaco e non si potrà fare nulla!"
C'erano tre monitor sulla mia sinistra per il cardiogramma e due su quella destra, uno per le funzioni vitali e l'altro probabilmente per i film di Bollywood . Per fortuna mi chiede se preferisco la femorale oppure radiale, dico radiale. Tintura di iodio gelata dappertutto lo stesso, anestesia locale, sedazione leggera che quasi canto "yesterday". Non gli parlo ricordandomi quello che aveva detto Mimmo e che faccio spesso ai medici...
"Sergio", dice, "non c'è nulla vero?" gli chiedo io... ed invece ci sono tre cose.
Una è trascurabile, si tratta di un restringimento del 50% che non gliene frega niente a nessuno.
Una è relativa ad un significativo ponte miocardico (quello che avevo immaginato appena sveglio ovvero la coronaria infilata nel muscolo cardiaco che fa da controreazione al flusso/deflusso del sangue. Che si fa?
Una è relativa ad un serio restringimento della coronaria, tra 70 e 75%. Che si fa?
No! Lo stava chiedendo lui a me! Si era forse ricordato di quella storia dell'ombrellino e della statistica che avevo tirato fuori io (dall'internet) - insomma a questo punto non lo voglio lo stent (il reticolato cilindrico che avrebbe tenuto aperte le coronarie) e decide di darmi una cura più forte per vedere come va (suppongo ridurre le funzioni vitali per vivere di più, suppongo. Ora studierò sta cosa) e rimandare di 10 giorni l'eventuale angioplastica.
Strozzamento...
Rilascio...
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6906
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
..ma metti lo stend!!! fifone..funziona benissimo, sempre se non si smolla e ti si fionda nel polmone!!! hahahhaaa..fatti coraggio!!!!
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Si tratta di pesare i due rischi evidentemente adesso la probabilità che mi venga l'infarto "naturale" è inferiore rispetto a quello da "stent". Avrei fatto (probabilmente, ah ah) dello sport per scendere 20 Kg. senza fretta, avrei dovuto fare della canoa però entro il mese prossimo torno in Italia e devo aspettare un po'.
M'hanno fatto incazzare, altri fregato una casa, altri fatto vere coglionate ed è successo sto casino... non sono ipocondriaco ma incazzato. Se non funziona la "cura" metteremo gli stent, mettici anche che i figli vorrebbero che lo facessi in Italia.
In effetti guardavo attentamente il personale di servizio più che i paramedici - chi tocca i sacchetti dei rifiuti coi guanti poi se tocca le maniglie delle porte lo deve fare con guanti nuovi o disinfettare prima di uscire, ma no è successo questo.
M'hanno fatto incazzare, altri fregato una casa, altri fatto vere coglionate ed è successo sto casino... non sono ipocondriaco ma incazzato. Se non funziona la "cura" metteremo gli stent, mettici anche che i figli vorrebbero che lo facessi in Italia.
In effetti guardavo attentamente il personale di servizio più che i paramedici - chi tocca i sacchetti dei rifiuti coi guanti poi se tocca le maniglie delle porte lo deve fare con guanti nuovi o disinfettare prima di uscire, ma no è successo questo.
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6906
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Un vecchio ispettore che va in pensione..e un po si porta via un pezzo della mia vita.
L'odore delle cento sigarette, consumate in quel loro fumo azzurro, tra semafori, incroci..luci che pennellano di bianco la nebbia tenue della mia Milano. Le sere d'inverno a cercarlo nello specchietto retrovisore tra le auto che seguono..
Un ruolo impreciso tra chi è preda e chi cacciatore. E sempre sullo sfondo i viali della mia città che scorrono, a tratti nervosamente o molto lentamente.
Milano nel palmo della mano, caleidoscopio di colori, di volti e di colori. Cento locali, bar, discoteche..piccoli monolocali, giardinetti e i vialoni del parco Lambro. Appoggiato ad ordinare una birra al chiosco di via Teodosio tra occhiaie, barbe malfatte, sguardi truci e un via vai di gente sfuggente attorno a questo o quello spacciatore...
Le notti del vecchio bar Ebony, del Los Ermanos della Costa in quella piazzetta Morbegno centro del mondo selvatico della mia Milano degli anni novanta..automobili imballate, scooteroni smarmittati e un'umanità inconsapevole della sua propria storia che sta scrivendo tra gli atti di un tribunale e sul taccuino dell'ispettore..
Appunti di una vita, di una storia..di amori, guerre e una follia incontenibile di una famiglia improbabile..del freddo e dell'umidità delle notti d'autunno. Io a sbirciare lo specchietto e tu tra le auto..
Sempre la sera, sempre la notte, sempre quelle auto che sanno di fumo, il rito del tirar su coca e spegnerla tra un J&B e l'immancabile Marlboro..abbracciato nel mio giubbotto nero con i pensieri dispersi tra la circonvallazzione e viale Monza...
Strana la vita, che fino a ieri mi tallonavi con il colpo in canna, e oggi mi telefoni quasi commosso, quasi come se fosse l'ultima volta che riagguanti il bandito, che gli parli, che gli regali un monito e un consiglio paterno, con la voce bassa, triste...come se non volessi lasciarmi andare per davvero...per sempre.
Buona pensione, ispettore..Milano è sempre tua, è sempre mia...la nostra Milano non ce la può portare via nessuno, tranquillo..
Ah..e grazie, grazie di tutto, sopratutto, quella sera, per avermi fermato in tempo.
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Rinnovo gli auguri.SergioAD ha scritto:[spoiler]SergioAD ha scritto:Io è da qualche tempo che combatto con due colleghi che chiamo il gatto e la volpe. Insomma per farla breve alla fine c'è stata una precipitazione della mia condizione di salute.
Domani dice che mi prepareranno e dopo domani praticheranno una incisione sul mio inguine destro, perforeranno la mia aorta femorale ed infileranno un catetere radiografico fornito di liquido radio opaco che mi darà sensazioni di calore e nausea.
Da li cercando di non provocare coaguli andranno su e si infileranno direttamente nelle mie coronarie, che credevo protette dalla mia gabbia toracica. Visualizzeranno sul monitor che la sezione delle coronarie non abbia restringimenti superiori al 70%.
In caso affermativo lo stesso sondino è fornito di un palloncino che questi gonfieranno comprimendo sulle pareti le calcificazioni che hanno ridotto la sezione della coronaria, dopodiché rilasceranno un cilindro metallico a maglie per tenere "aperto".
Dico, "usate l'ombrellino per intercettare eventuali mini trombi?", dice "no!"... come no? Io avevo anche pensato ad un sistema per intercettare i micro trombi che si liberano con la compressione e che provocano l'infarto ad oltre 30% dei pazienti nei due anni successivi! In Olanda qualcuno dice 50%! Ma lui dice che oggi non si usa più il l'ombrellino ma si dissolvono con liquidi adatti...
Mi metteranno il Viacal! Dico vado a Roma tra 20 giorni... Dice No! Oh? Come no? Chissà se è meglio che vada nel braccio attraverso l'aorta nel cuore?
Insomma quella pizza finalmente, almeno ogni tanto la prenderò senza freni inibitori!
Quando di tratta di trombi, trombate arrivano gli auguri dei miei amici, ah ah.
Grazie amici miei, sinceramente!
Mi hanno fatto firmare 5 fogli:Quel n.3 relativamente 25/100 mi ha fatto incazzare. Il garzone indiano con laurea australiana mi ha fatto capire che non serve intercettare i coaguli che schizzano quando viene compressa la calcificazione perché li sciolgono. Ma il palloncino migliorava quel 25%, qualcosa non torna ma domani mi ficca le mani nel petto ed ho deciso di farla. Ah ah! Medicina è statistica anche nella procedura... Ingegneria no... lo determina il "cliente" ed il tipo di lavoro.
- per consentire l'anestesia;
- per consentire l'eventuale trasfusione;
- per farmi sapere che le angiografia, l'eventuale angioplastica causa 1/10000 gravi problemi cutanei, 1/1000 infarto durante l'intervento, 25/100 tra sei mesi si ripresenta la coronaropatia, non ricordo cos'altro;
- per consentire il test del HIV;
- non ricordo... forse che consento;
Si si, mi hanno preparato per il 14/03/2012 alle 9 di mattina. Prelievi, firme e raccomandazioni... i paramedici delle Filippine - si può sperimentare l'imprinting comune, basta lo sguardo per capirsi, farò le foto...
Ed ecco com'è andata...
In attesa di essere chiamato...
Volendo si sta separati tra uomini e donne, io mi sono messo sul lato delle donne e Katia su quello degli uomini.
Quel letto ha il telecomando che devi chiamare qualcuno!
Questa è la seconda finestra...
E questo ciò che si vede dalle finestre...
Belin! Nessun camicione o pigiama della mia taglia! Col camicione sarebbe stato molto pericoloso piegarsi in avanti e col pigiama allacciarsi i bottoni... niente roba personale e vaffanculo allora ho deciso camicione sopra e pantaloni pigiami sotto...
M'hanno fatto la barba, m'hanno fatto e che impressione quella macchinetta sullo scroto zzzz zac zac zzmmmm, ulteriore nessuno commento!
M'hanno infilato un catetere sul torso della mano sinistra e mi chiede se fa male allora chiedo che succede se dico di si? Dice che fa un altro buco! fa un altro buco capito!
Sedia a rotelle con lenzuola coprenti che ero sbottonato e col lato destro senza peli... c'era un Inglese, dico una battuta da senso dell'umore Inglese chiedendo di premere il bottone "G" piano terra per scappare via! L'anglosassone l'ha premuto! Dico grazie adesso blocchi l'infermiera! Quanto mi sentivo solo, meno male che Katia rideva.
Il mattino appena sveglio mi ero detto, "stai a vedere che non si vede nulla, la coronaria sarà immersa nel muscolo cardiaco e non si potrà fare nulla!"
C'erano tre monitor sulla mia sinistra per il cardiogramma e due su quella destra, uno per le funzioni vitali e l'altro probabilmente per i film di Bollywood . Per fortuna mi chiede se preferisco la femorale oppure radiale, dico radiale. Tintura di iodio gelata dappertutto lo stesso, anestesia locale, sedazione leggera che quasi canto "yesterday". Non gli parlo ricordandomi quello che aveva detto Mimmo e che faccio spesso ai medici...
"Sergio", dice, "non c'è nulla vero?" gli chiedo io... ed invece ci sono tre cose.
Una è trascurabile, si tratta di un restringimento del 50% che non gliene frega niente a nessuno.
Una è relativa ad un significativo ponte miocardico (quello che avevo immaginato appena sveglio ovvero la coronaria infilata nel muscolo cardiaco che fa da controreazione al flusso/deflusso del sangue. Che si fa?
Una è relativa ad un serio restringimento della coronaria, tra 70 e 75%. Che si fa?
No! Lo stava chiedendo lui a me! Si era forse ricordato di quella storia dell'ombrellino e della statistica che avevo tirato fuori io (dall'internet) - insomma a questo punto non lo voglio lo stent (il reticolato cilindrico che avrebbe tenuto aperte le coronarie) e decide di darmi una cura più forte per vedere come va (suppongo ridurre le funzioni vitali per vivere di più, suppongo. Ora studierò sta cosa) e rimandare di 10 giorni l'eventuale angioplastica.
Strozzamento...
Rilascio...
[/spolier]
Steerpike- -----------
- Numero di messaggi : 2509
Località : ∫ -(∂ℋ/∂p) dt
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 01.02.12
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Grazie amico mio!
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6906
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
SergioAD ha scritto:
Volendo si sta separati tra uomini e donne, io mi sono messo sul lato delle donne e Katia su quello degli uomini.
1000 punti!!! e un verdone, ovvio
___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Grazie!
Ad uno avevo chiesto se la moglie oppure la figlia stessero annegando che cosa avrei dovuto fare io come soccorritore... ha detto lasciarle annegare.
Secondo me non è vero ma è vero che gli avrebbe reso la vita impossibile per essersi messe in condizione di aver bisogno di aiuto dagli uomini.
Ad uno avevo chiesto se la moglie oppure la figlia stessero annegando che cosa avrei dovuto fare io come soccorritore... ha detto lasciarle annegare.
Secondo me non è vero ma è vero che gli avrebbe reso la vita impossibile per essersi messe in condizione di aver bisogno di aiuto dagli uomini.
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6906
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
SergioAD ha scritto:Grazie!
Ad uno avevo chiesto se la moglie oppure la figlia stessero annegando che cosa avrei dovuto fare io come soccorritore... ha detto lasciarle annegare.
Secondo me non è vero ma è vero che gli avrebbe reso la vita impossibile per essersi messe in condizione di aver bisogno di aiuto dagli uomini.
Annegarle attivamente per sicurezza, specie se musulmane. (Sono di ritorno da un lavoro fuori sede un po' stressante ed ho poco margine di tolleranza ah ah)
___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Ci sono momenti che senti tutto il vuoto, fra un atomo e l'altro, che ti compone. Senti più di appartenere al nulla, che all'energia che ti tiene insieme. Senti di star perdendo i legami. Poi pensi a cosa ti rimane, fai un bilancio sommario, ti dai una ragione per non cedere alla tentazione di mollare e continui a vivere. Ma hai assaggiato quel vuoto, quel sapore d'infinito ti si appoggia sulla testa e fa fatica a stemperarsi. Rimane lì attorno per molto, per sempre, torna fuori quando meno te l'aspetti. Mentre balli mezzo ubriaco, mentre sorseggi un cocktail di pomeriggio assaporando il passeggio pomeridiano dei turisti balneari, mentre vedi il sole sprofondare dietro una montagna e il buio e spezzato solo dai fari dell'auto dei tuoi amici che ti aspettano.
Alla fine ti ritrovi a continuare, perché bisogna farlo, perché ti sei convinto che tanto vale andare fino in fondo, ma intanto pensi che farebbero meglio a buttare la spugna, perché tu l'hai già fatto da un pezzo, stai in piedi solo per onorare il contratto, che non si dica che lasci le cose a metà. Per questo fai tutte quelle stupidaggini che ti fanno continuare ad andar dritto e ti perdi l'ebbrezza di sbandare. In bilico fra i binari, indeciso a prendere il volo, per paura di cadere, ti costringi a sopportare la nausea.
Così fra un mal di testa e un conato, trascini i tuoi passi sempre più vicino all'abisso, quell'abisso che non temi più, ma che ti aspetta sorridendo, come un vecchio amico che non ti ha mai dimenticato e che non aspettava altro che riabbracciarti.
Alla fine ti ritrovi a continuare, perché bisogna farlo, perché ti sei convinto che tanto vale andare fino in fondo, ma intanto pensi che farebbero meglio a buttare la spugna, perché tu l'hai già fatto da un pezzo, stai in piedi solo per onorare il contratto, che non si dica che lasci le cose a metà. Per questo fai tutte quelle stupidaggini che ti fanno continuare ad andar dritto e ti perdi l'ebbrezza di sbandare. In bilico fra i binari, indeciso a prendere il volo, per paura di cadere, ti costringi a sopportare la nausea.
Così fra un mal di testa e un conato, trascini i tuoi passi sempre più vicino all'abisso, quell'abisso che non temi più, ma che ti aspetta sorridendo, come un vecchio amico che non ti ha mai dimenticato e che non aspettava altro che riabbracciarti.
loonar- ----------
- Numero di messaggi : 17345
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 10.03.11
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Le riflessioni si fanno sempre quando si arriva sul fondo o si rimira il baratro da pochi centimetri di distanza..
Forza e coraggio, noi uomini duri ci siamo abituati, nevvero??
Delfi e Darrow in azione!
Forza e coraggio, noi uomini duri ci siamo abituati, nevvero??
Delfi e Darrow in azione!
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: 3D della poesia...e dei racconti...
Non lo so, sono abituato a dare risposte, ad essere d'aiuto. Sono tutti abituati a questo che non gli viene di pensare che possa avere qualche debolezza e che non riesca ad esternarla. Perfino il cardiologo, quando gli ho suggerito di sedarmi mi ha guardato dicendo che non serviva a me... anche la volta che ebbi l'angina andai al pronto soccorso e non riusci a dire che stavo male e mi misero in fila, per fortuna che c'era Katia e disse che rischiavo l'infarto e così mi portarono alle cure intensive - mentre scherzavo ironicamente.
Che dire forse oltre gli anni, la deformazione professionale di analizzare per descrivere concetti anche in forma astratta o le medicine che prendo. Ho abusato per troppo tempo del mio fisico ed ora il cuore si è stufato e lo dice. La prima volta che ho mostrato emozioni è stato dopo i 50 anni, evidentemente mostrare emozione non doveva essere un pregio. Se non avessi avuto un minimo di sentimenti irrazionali non sarebbe stato possibile avere delle emozioni e tanto meno esternarle stupidamente come faccio ora citandomi addosso.
In mezzo alle cianfrusaglie sonore ho trovato questa semplice e originale melodia del quale testo appartiene a tutti noi prima o poi e ci fa essere dei pulcini bagnati.
Dice questo...
Fiume (della) Luna, più largo che un miglio,
un giorno ti attraverserò con classe (stile)
oh creatore di sogni, distruttore di cuori
dovunque tu stia andando, io ti seguirò
due nomadi che vanno per vedere il mondo
che c'è cosi tanto mondo da vedere
siamo stati insieme dove finisce l'arcobaleno
aspettando dietro all'angolo, il mio amico Huckleberry
Fiume Luna, ed io!
Ecco, nell'angolo delle percezioni recepite queste stupidaggini che spero di non esternare più.
Si sta da soli qualche volta... specie quando serve qualcosa... che sta oltre l'arcobaleno.
Che dire forse oltre gli anni, la deformazione professionale di analizzare per descrivere concetti anche in forma astratta o le medicine che prendo. Ho abusato per troppo tempo del mio fisico ed ora il cuore si è stufato e lo dice. La prima volta che ho mostrato emozioni è stato dopo i 50 anni, evidentemente mostrare emozione non doveva essere un pregio. Se non avessi avuto un minimo di sentimenti irrazionali non sarebbe stato possibile avere delle emozioni e tanto meno esternarle stupidamente come faccio ora citandomi addosso.
In mezzo alle cianfrusaglie sonore ho trovato questa semplice e originale melodia del quale testo appartiene a tutti noi prima o poi e ci fa essere dei pulcini bagnati.
Dice questo...
Fiume (della) Luna, più largo che un miglio,
un giorno ti attraverserò con classe (stile)
oh creatore di sogni, distruttore di cuori
dovunque tu stia andando, io ti seguirò
due nomadi che vanno per vedere il mondo
che c'è cosi tanto mondo da vedere
siamo stati insieme dove finisce l'arcobaleno
aspettando dietro all'angolo, il mio amico Huckleberry
Fiume Luna, ed io!
Ecco, nell'angolo delle percezioni recepite queste stupidaggini che spero di non esternare più.
Si sta da soli qualche volta... specie quando serve qualcosa... che sta oltre l'arcobaleno.
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6906
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Pagina 3 di 16 • 1, 2, 3, 4 ... 9 ... 16
Argomenti simili
» racconti religiosi
» La Preghiera dell'Ignorante (poesia)
» Fiabe, racconti & Insegnamenti
» Mosè e i "racconti" della creazione
» La poesia più bella mai scritta.
» La Preghiera dell'Ignorante (poesia)
» Fiabe, racconti & Insegnamenti
» Mosè e i "racconti" della creazione
» La poesia più bella mai scritta.
Pagina 3 di 16
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Oggi alle 14:32 Da Minsky
» Apple Vs Samsung
Lun 11 Nov 2024 - 21:11 Da Rasputin
» Smartphone o dumbphone? C'è ancora chi lo rifiuta?
Lun 11 Nov 2024 - 21:10 Da Rasputin
» L'Albo dei Grandi dell'Umanità
Mar 5 Nov 2024 - 18:54 Da Rasputin
» Mi Maometto di traverso. Notizie dall'islam
Lun 4 Nov 2024 - 22:10 Da Rasputin
» Contante al bando "Costa troppo e favorisce l'evasione"
Mer 30 Ott 2024 - 19:32 Da Rasputin
» Estinzione del "Partito Democratico"
Dom 27 Ott 2024 - 17:42 Da marisella
» "Salutava sempre"
Sab 26 Ott 2024 - 18:23 Da Rasputin
» Kona 2015-2024
Ven 25 Ott 2024 - 23:41 Da Rasputin
» Linux e dintorni
Mer 23 Ott 2024 - 20:08 Da SergioAD
» prove e conseguenze del riscaldamento globale di origine antropica
Lun 21 Ott 2024 - 22:40 Da Rasputin
» citazioni dei forumisti e di personaggi famosi
Lun 21 Ott 2024 - 11:56 Da Minsky
» La Sindone dei Morti Viventi
Sab 19 Ott 2024 - 16:44 Da Minsky
» Pandemia di Sars-CoV-2 (III parte)
Sab 12 Ott 2024 - 22:55 Da Rasputin
» Inspecteur Jacques Clouseau
Mer 9 Ott 2024 - 20:52 Da Rasputin
» SLOGAN contro la religione
Lun 7 Ott 2024 - 12:10 Da Rasputin
» Bestemmie in allegria
Lun 7 Ott 2024 - 11:20 Da Rasputin
» Ritagli di giornale
Sab 5 Ott 2024 - 22:24 Da Rasputin
» Jokes - jokes - jokes (II parte)
Sab 5 Ott 2024 - 22:13 Da Rasputin
» Papa
Ven 4 Ott 2024 - 12:37 Da Minsky