Cosmologia e dintorni
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Cosmologia e dintorni
Aumenta la tensione sulla costante di Hubble
L’ERRORE È SCESO SOTTO AL DUE PER CENTO
Aumenta la tensione sulla costante di Hubble
L’annuncio arriva dal team del premio Nobel Adam Riess: l’ultima stima ottenuta con metodi astrofisici è pari a 74.03 ± 1.42 km/s/Mpc. Raggiunta grazie alla misura precisa della distanza di 70 cefeidi della Grande Nube di Magellano, rafforza sempre più la significatività della discrepanza con le stime cosmologiche
di Marco Malaspina
venerdì 26 Aprile 2019 @ 18:34
Una regione della Grande Nube di Magellano, a 162mila anni luce da noi. Crediti: Nasa, Esa, Josh Lake
Sempre più precise, sempre più incompatibili. Così sono le stime del valore della costante di Hubble ottenute con metodi astrofisici (relative all’universo più recente) rispetto a quelle derivate da parametri cosmologici (relative all’universo primordiale). L’ultimo risultato al riguardo – firmato dal premio Nobel Adam Riess e in uscita su The Astrophysical Journal – è l’ennesimo affinamento della stima ottenuta con metodi astrofisici. Grazie alle misure con precisione senza precedenti della distanza di 70 variabili cefeidi della Grande Nube di Magellano, calcolate osservandole con la Wide Field Camera 3 del telescopio spaziale Hubble usando la tecnica Dash (drift and shift), il team guidato da Riess è giunto a stimare che la costante di Hubble è pari a 74.03 km/s/Mpc. Con un errore massimo – ed è questo il risultato di maggior rilievo – inferiore al due per cento: per l’esattezza, l’1.91 per cento, vale a dire, più o meno 1.42 km/s/Mpc.
Una stima – e un errore – che rendono sempre più incolmabile il divario fra la costante di Hubble stimata con metodi astrofisici e quella invece derivata da parametri cosmologici – prima fra tutte la stima di 67.4 km/s/Mpc ottenuta dal telescopio spaziale dell’Esa Planck misurando le anisotropie del fondo cosmico a microonde. Come osservano gli autori dell’articolo, a questo punto la probabilità che la discrepanza, di circa il 9 per cento, tra le misure del tasso odierno di espansione dell’universo e il valore atteso basato invece sull’espansione dell’universo primordiale sia frutto del caso è di appena uno su centomila: un miglioramento notevole rispetto alla significatività della stima dello scorso anno, pari a uno su tremila.
«La tensione di Hubble tra l’universo primordiale e quello di epoche successive potrebbe rappresentare lo sviluppo più interessante della cosmologia degli ultimi decenni», non manca di far notare Riess. «La discrepanza è aumentata e ha ormai raggiunto livelli per cui è davvero impossibile liquidarla come frutto del caso».
Dando dunque per assodato che questa discrepanza ci sia, com’è possibile spiegarla? Qui si entra per ora nel regno delle ipotesi. Una possibilità è che una delle due stime – quella astrofisica o quella cosmologica, o magari entrambe – sia sbagliata, certo. Dunque è importante continuare a raccogliere altre osservazioni, magari con metodi indipendenti, come quello che usa i quasar e il lensinggravitazionale oppure quello basato sulle onde gravitazionali. Ma è anche possibile che, invece, l’errore non sia nelle misure bensì nei modelli cosmologici – quelli secondo i quali il valore dell’espansione dell’universo dovrebbe essere uguale alla stima ottenuta dai dati del fondo cosmico a microonde. E questo secondo scenario potrebbe implicare la necessità di una cosiddetta “nuova fisica”. Una possibilità che gli scienziati cominciano a prendere sempre più in considerazione.
Per saperne di più:
- Leggi il preprint dell’articolo “Large Magellanic Cloud Cepheid Standards Provide a 1% Foundation for the Determination of the Hubble Constant and Stronger Evidence for Physics Beyond LambdaCDM”, di Adam G. Riess, Stefano Casertano, Wenlong Yuan, Lucas M. Macri e Dan Scolnic
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Re: Cosmologia e dintorni
La materia oscura esiste: smentite le osservazioni che ne mettevano in dubbio la presenza nelle galassie
29 aprile 2019
La materia oscura esiste: smentite le osservazioni che ne mettevano in dubbio la presenza nelle galassie
Comunicato stampa - Una ricerca SISSA chiarisce una tra le controversie recenti più intriganti riguardo alla forma di materia più diffusa nell’Universo, che non emette alcun tipo di radiazione elettromagnetica, e ne descrive la relazione con la materia ordinaria
Trieste, 29 aprile 2019. Tanto affascinante quanto misteriosa, la materia oscura rappresenta uno dei grandi enigmi dell’astrofisica e della cosmologia. Si suppone che costituisca circa il 90% della massa dell’Universo, ma la sua esistenza è stata dimostrata solo in modo indiretto e recentemente messa in discussione. Una nuova ricerca SISSA elimina i recenti dubbi sulla presenza della materia oscura all’interno delle galassie, smentendo le relazioni empiriche a sostegno di teorie alternative. Lo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal, fornisce inoltre nuovi spunti per la comprensione della natura della materia oscura e della sua relazione con quella ordinaria.
«Tre anni fa, alcuni colleghi della Case Western Reserve University hanno messo in forte discussione la nostra comprensione dell’universo e l’approfondito lavoro di molti ricercatori e ricercatrici, mettendo in dubbio l’esistenza della materia oscura nelle galassie» spiega Chiara Di Paolo, dottoranda in astrofisica alla SISSA. «Analizzando le curve di rotazione di 153 galassie rotanti, principalmente le “classiche” spirali, hanno ottenuto una relazione empirica tra l’accelerazione gravitazionale totale delle stelle (osservata) e la componente che osserveremmo in presenza della sola materia ordinaria nella classica teoria Newtoniana. Tale relazione empirica, che sembrava valida in tutte le galassie da loro analizzate e a qualunque raggio galattico, ha indotto a spiegare l’accelerazione gravitazionale senza chiamare necessariamente in causa la materia oscura, ma coinvolgendo per esempio teorie di gravità modificata come MOND (MOdified Newtonian Dynamics)».
UGC 477, galassia a bassa luminosità superficiale (LSB). Crediti: NASA/ESA
Di Paolo e collaboratori hanno voluto verificare questa relazione, analizzando le curve di rotazione di galassie diverse dalle “classiche” spirali: 72 galassie a bassa luminosità superficiale (LSB) e 34 galassie nane a dischi. Hanno prodotto risultati più estesi, trovando una relazione che, oltre all’accelerazione gravitazionale totale e alla sua componente ordinaria, coinvolge anche il raggio galattico e la morfologia delle galassie.
«Abbiamo studiato la relazione tra l’accelerazione totale e la sua componente ordinaria in 106 galassie, ottenendo risultati diversi da quanto precedentemente osservato» spiega Paolo Salucci, professore di astrofisica alla SISSA e tra gli autori della ricerca. «Questo non solo dimostra l’inesattezza della relazione empirica precedentemente descritta ma elimina i dubbi sull’esistenza della materia oscura nelle galassie. Inoltre, la nuova relazione trovata potrebbe fornire informazioni cruciali alla comprensione della natura di questa componente indefinita».
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Re: Cosmologia e dintorni
Getti impazziti dal buco nero a trottola
PROVENIENTI DAL SISTEMA BINARIO V404 CYGNI
Getti impazziti dal buco nero a trottola
V404 Cygni, sistema binario formato da una stella e da un buco nero, è particolare a causa di un evidente disallineamento tra il disco di materiale e il buco nero al centro. Quest’ultimo emette lampi di luce improvvisi e intensi, ma è la prima volta, però, che vediamo un getto di materia accelerato da un buco nero cambiare direzione in poche ore. Allo studio pubblicato su Nature ha partecipato anche Tomaso Belloni dell'Inaf di Brera
di Redazione Media Inaf
lunedì 29 Aprile 2019 @ 17:41
Rappresentazione artistica delle emissioni provenienti dal buco nero del sistema binario V404 Cygni. L’orologio indica l’evoluzione nel tempo di questi getti. Ogni segmento della figura (separato dalle lancette dell’orologio) mostra i getti visti in un momento diverso, orientati in diverse direzioni. Crediti: Icrar
Guidato da James Miller-Jonesdell’International Centre for Radio Astronomy Research (Icrar), un gruppo di ricercatori ha osservato nel dettaglio i getti che sfrecciano dal buco nero del sistema binario V404 Cygni, a quasi 8mila anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione del Cigno. Pubblicato oggi sulla rivista Nature, lo studio dimostra che questi getti si comportano in un modo mai visto prima: le due emissioni di materiale si muovono ad alta velocità, probabilmente a distanza di pochi minuti l’una dall’altra, espulse dal buco nero come “spray” di plasma seguendo traiettorie anomale. Allo studio ha partecipato anche Tomaso Belloni, ricercatore all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) di Brera.
Tra gli oggetti più estremi dell’universo, i buchi neri inglobano voracemente il materiale che gravita attorno a loro e che prima di essere inghiottito emette intensa radiazione in raggi X. Nel processo di accrescimento del buco nero, una piccola porzione di materiale viene espulsa violentemente – a velocità prossime a quella della luce – in potenti e luminosi getti di plasma caldo, che formano due colonne lungo l’asse di rotazione del buco nero.
V404 Cygni è un caso particolare a causa di un evidente disallineamento tra il disco di materiale e il buco nero. Quest’ultimo emette lampi di luce improvvisi e intensi, e questi picchi di attività corrispondono a fasi durante le quali attira a sé e inghiotte materiale dalla propria compagna. Il buco nero in V404 Cygni ha una massa di circa dieci volte quella del Sole ed è legato gravitazionalmente a una stella simile al Sole, da cui appunto sta risucchiando parte del materiale.
«La sorgente V404 Cygni, diventata brillantissima nel 2015 (dopo più di 25 anni di quiescenza, ndr) e osservata da satelliti e telescopi di tutto il mondo, si è di nuovo rivelata un sistema importante per la nostra comprensione dei fenomeni relativi ai buchi neri», dice Belloni «È la prima volta, però, che vediamo un getto di materia accelerato da un buco nero cambiare direzione in poche ore. È l’equivalente dell’asse di una trottola che ruota troppo lentamente e oscilla, solo che in questo caso la trottola è un buco nero e chi la fa oscillare è la Relatività generale di Einstein».
Rappresentazione artistica del sistema binario V404 Cygni, che consiste in una normale stella in orbita attorno a un buco nero. Il materiale della stella cade verso il buco nero e si muove verso l’interno in un disco di accrescimento, con potenti getti lanciati dalle regioni interne vicino al buco nero. Crediti: Icrar
Quando Miller-Jones e il suo team hanno studiato questo buco nero, hanno visto che i getti si comportano in un modo imprevisto. Normalmente i getti vengono espulsi direttamente dai poli dei buchi neri, mentre questi arrivano da direzioni diverse e vengono espulsi in momenti leggermente sfalsati cambiando direzione rapidamente (circa ogni due ore).
Secondo gli esperti, il motivo di questo bizzarro comportamento andrebbe ricercato nel disco di accrescimento, cioè il disco di materiale attorno al buco nero. Il disco del sistema V404 Cygni è largo 10 milioni di chilometri e durante la brillante esplosione del 2015 l’interno del disco si è gonfiato.
I ricercatori hanno sfruttato i dati del network di radiotelescopi Very Long Baseline Array (Vlba). Visto che i getti cambiano direzione velocemente, gli esperti hanno utilizzato un approccio diverso dal solito. I ricercatori hanno prodotto 103 immagini individuali, ciascuna di circa 70 secondi, unendole in un filmato. In questo modo sono stati in grado di osservare tutti i piccoli cambiamenti del percorso dei getti.
Per saperne di più:
- Leggi su Nature l’articolo “A rapidly-changing jet orientation in the stellar-mass black hole V404 Cygni”, di James C. A. Miller-Jones, Alexandra J. Tetarenko, Gregory R. Sivakoff, Matthew J. Middleton, Diego Altamirano, Gemma E. Anderson, Tomaso M. Belloni, Rob P. Fender, Peter G. Jonker, Elmar G. Körding, Hans A. Krimm, Dipankar Maitra, Sera Markoff, Simone Migliari, Kunal P. Mooley, Michael P. Rupen, David M. Russell, Thomas D. Russell, Craig L. Sarazin, Roberto Soria e Valeriu Tudose
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Re: Cosmologia e dintorni
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Re: Cosmologia e dintorni
Non lo so, le galassie in periferia accelerano, contrariamente a cio' che dice la fisica euclidea, cio' significa che la materia oscura é tra loro.Minsky ha scritto:La materia oscura esiste: smentite le osservazioni che ne mettevano in dubbio la presenza nelle galassie
29 aprile 2019
La materia oscura esiste: smentite le osservazioni che ne mettevano in dubbio la presenza nelle galassie
Comunicato stampa - Una ricerca SISSA chiarisce una tra le controversie recenti più intriganti riguardo alla forma di materia più diffusa nell’Universo, che non emette alcun tipo di radiazione elettromagnetica, e ne descrive la relazione con la materia ordinaria
Trieste, 29 aprile 2019. Tanto affascinante quanto misteriosa, la materia oscura rappresenta uno dei grandi enigmi dell’astrofisica e della cosmologia. Si suppone che costituisca circa il 90% della massa dell’Universo, ma la sua esistenza è stata dimostrata solo in modo indiretto e recentemente messa in discussione. Una nuova ricerca SISSA elimina i recenti dubbi sulla presenza della materia oscura all’interno delle galassie, smentendo le relazioni empiriche a sostegno di teorie alternative. Lo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal, fornisce inoltre nuovi spunti per la comprensione della natura della materia oscura e della sua relazione con quella ordinaria.
«Tre anni fa, alcuni colleghi della Case Western Reserve University hanno messo in forte discussione la nostra comprensione dell’universo e l’approfondito lavoro di molti ricercatori e ricercatrici, mettendo in dubbio l’esistenza della materia oscura nelle galassie» spiega Chiara Di Paolo, dottoranda in astrofisica alla SISSA. «Analizzando le curve di rotazione di 153 galassie rotanti, principalmente le “classiche” spirali, hanno ottenuto una relazione empirica tra l’accelerazione gravitazionale totale delle stelle (osservata) e la componente che osserveremmo in presenza della sola materia ordinaria nella classica teoria Newtoniana. Tale relazione empirica, che sembrava valida in tutte le galassie da loro analizzate e a qualunque raggio galattico, ha indotto a spiegare l’accelerazione gravitazionale senza chiamare necessariamente in causa la materia oscura, ma coinvolgendo per esempio teorie di gravità modificata come MOND (MOdified Newtonian Dynamics)».
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Di Paolo e collaboratori hanno voluto verificare questa relazione, analizzando le curve di rotazione di galassie diverse dalle “classiche” spirali: 72 galassie a bassa luminosità superficiale (LSB) e 34 galassie nane a dischi. Hanno prodotto risultati più estesi, trovando una relazione che, oltre all’accelerazione gravitazionale totale e alla sua componente ordinaria, coinvolge anche il raggio galattico e la morfologia delle galassie.
«Abbiamo studiato la relazione tra l’accelerazione totale e la sua componente ordinaria in 106 galassie, ottenendo risultati diversi da quanto precedentemente osservato» spiega Paolo Salucci, professore di astrofisica alla SISSA e tra gli autori della ricerca. «Questo non solo dimostra l’inesattezza della relazione empirica precedentemente descritta ma elimina i dubbi sull’esistenza della materia oscura nelle galassie. Inoltre, la nuova relazione trovata potrebbe fornire informazioni cruciali alla comprensione della natura di questa componente indefinita».
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Re: Cosmologia e dintorni
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Re: Cosmologia e dintorni
UNIVERSO INFINITO
Legge di Hubbl
Questa è una delle volte dove frettolosamente si definisce "legge" una apparente relazione rilevata. Vi spiego il perché.
Nel 1929 Edwin Hubble famoso astrofisico, propose all'attenzione della comunità scientifica, la relazione esistente fra la distanza dalle galassie esaminate ed il loro redshift misurato, fece notare la proporzione che valutò in 500 km/s/Mpc; quindi affermò che più le galassie sono distanti più il loro redshift è alto, si dedusse per questo motivo che l'universo è in uno stato d'espansione.
Adesso con strumenti più sofisticati si è arrivati a misurare il "corretto" redshift portandolo da 500 a circa 71km/s/Mpc ridimensionando il valore iniziale di sette volte, questo valore viene chiamato la costante di Hubble.
Proviamo a capire meglio questa proporzione o costante Ho, con i nuovi dati, quanto possono valere 71 km/s/Mpc per un raggio di luce? Noi sappiamo che la velocità della luce è di 300.000km/s, perciò 71 km sono la 4.225 parte di 300.000 km, invece un Mpc è un unità di misura astronomica, il suo valore è 3.260.000 anni luce; se noi moltiplichiamo 4.225 x 3.260.000 abbiamo 13.773.500.000 cioè 13,773 miliardi di anni luce perché un raggio di luce dall'ultravioletto dimezzi la sua frequenza passando all'infrarosso; ma 13,775 miliardi è esattamente la grandezza ipotizzata dell'Universo, la mia ipotesi, forse questa misura è solo strumentale, dato che i radiotelescopi utilizzati riescono ad arrivare a questa distanza e non oltre, forse quando tecnicamente riusciremmo ad arrivare oltre, di colpo il nostro universo si ingrandirà.
Probabilmente la risposta è un'altra, il raggio di luce nel percorrere 3.260.000 anni luce perde 71km di velocità (in frequenza), questa perdita di potenza rilevata (se esatta) può risultare normale, questa, conferma solamente la leggera ma reale consistenza dell'Etere. Quindi ripeto se sono veri i dati di 71 km/s/Mpc, la luce ultravioletta dopo 13,775 miliardi di anni perde la metà della sua potenza originale. Questo non è la conferma di un Universo in espansione, ma semplicemente la conferma dell'Etere come un fatto fisico tutto ancora da studiare.
Se avete letto il capitolo "fotone e la sorgente in movimento" compreso l'approfondimento sull'effetto doppler, allora sapete che l'effetto doppler misura e rileva un moto aggiuntivo della luce (si intende moto aggiuntivo convenzionalmente, però il moto può essere anche negativo quindi da sottrarre), ma non fa distinzione se il moto è della sorgente o del ricevente, quindi l'effetto doppler rileva un moto, ma questo moto potrebbe essere anche la semplice perdita di potenza della luce per l'effetto del lavoro per il tragitto percorso.
Forse i 71 km/s/Mpc (probabilmente saranno ulteriormente ridotti) non sono la costante della "legge di Hubble" ma potrebbero essere semplicemente la rilevazione sperimentale dell'Etere come fatto fisico.
Ipotesi diversa di Universo:
Se l'Universo non fosse ne statico, ne in espansione e ne in contrazione, ma semplicemente vivo in movimento, proviamo ad immaginare un Universo comandato dal semplice moto.
Per capire meglio vi faccio un esempio pratico; quando riscaldiamo una pentola piena d'acqua vediamo il liquido che bollendo si muove con un moto caotico ma direzionale dal basso verso l'alto ed il suo calore si disperde all'esterno della pentola, quando spengiamo la fiamma che sta sotto la pentola tutto ritorna con molta calma all'origine.
In un Universo infinito il comportamento è simile, ma diversamente dalla pentola riscaldata noi ipotizziamo che a comandare è il moto caotico non direzionale dei singoli atomi, questo moto è stato solo generato, non è diretto dalla forza gravitazionale ma solo condizionato, se la nostra Terra fosse un singolo elettrone di un atomo del liquido della pentola e il nucleo centrale è il Sole, in aggiunta non ci fosse la direzionalità del movimento dato dalla fiamma, il moto che noi vedremo con i nostri potenti telescopi, lo potremo facilmente confondere con un'espansione uniforme dell'universo, proprio perché noi siamo solo una parte infinitesimale di esso e ne vediamo solo una piccolissima parte (poche gocce d'acqua), noi saremmo certi che tutto l'universo intorno a noi si stia espandendo vorticosamente in modo uniforme, poi controllando meglio con potenti telescopi diremo che molto lontano c'è stata un'accelerazione dell'espansione perché vediamo grandi gruppi di atomi (ma leggi galassie) allontanarsi ancora più velocemente da noi, poi diremo che guardando meglio ancora molto più lontano li c'è stata una decelerazione perché altri ammassi di atomi invece rallentano da noi. Forse noi con i nostri telescopi riusciamo a vedere entro i 14 miliardi di anni luce miliardi e miliardi di galassie, che sono dei semplici atomi che stanno in poche goccia d'acqua, ma non riusciamo neanche ad immaginare quant'è grande la pentola e nemmeno quant'acqua contenga.
Se ripeto l'esempio fatto e l'atomo che ho utilizzato (sistema solare) fosse un atomo di una molecola di una foglia, qui noi non riusciremo mai a capire la grandezza reale della foglia dato che le nostre possibilità visive sono solo millimetriche, quindi non capiremo che siamo posizionati su una singola foglia di una grande quercia e non potremo neanche immaginare che l'imponente quercia sia un singolo albero di un immensa foresta.
Può essere la spiegazione plausibile? Non lo so.
Vi spiego meglio il concetto facendo un esempio, noi sappiamo che la Terra compie un orbita intorno al Sole, nell'eseguire l'orbita la Terra ha un percorso per un quarto parallelo alla galassia per un quarto si allontanerà da essa per il successivo quarto ritornerà parallelo e per l'ultimo quarto le andrà incontro se noi facciamo dei rilevamenti in queste diverse fasi avremmo dei dati discordi, adesso immaginate che la nostra Galassia come la Terra sta eseguendo un suo percorso orbitale che avrà una sua durata diciamo solo ipotetica di due miliardi di anni o forse molti più, magari adesso siamo appena entrati nella fase di allontanamento di questo grande ammasso di galassie quindi per i prossimi 500 milioni di anni avremmo sempre la stessa lettura, solo dopo avremmo una lettura che il nostro universo forse è statico.
Questa è solo un'ipotesi tutta da verificare ma secondo il mio punto di vista è molto più calzante della teoria del Big Bang.
Il comportamento che noi abbiamo, considerando l'universo in espansione perché generato da un Big Bang, è lo stesso comportamento che avrebbero gli uomini descritti da Platone nel mito della caverna, noi ci affidiamo a quel poco che vediamo le ombre, cioè immaginiamo l'Universo dominato dalla forza di attrazione gravitazionale, di conseguenza enunciamo una teoria certificata, questo perché abbiamo il bisogno di quantificare quello che vediamo, quindi siamo costretti a dare un tempo all'Universo. Noi non cerchiamo di capire la meccanica dei fenomeni o di valutare le contraddizioni delle teorie che esponiamo, come per esempio: la stima che si è fatta dell'età dell'universo valutato a circa 13-14 miliardi di anni, giusto giusto l'età della nostra “vista” strumentale, è come dire oltre il nostro l'orizzonte non c'è nulla (un classico limite umano già visto), senza pensare che il nostro Sole ci mette 200 milioni di anni per fare solo una semplice rotazione completa della nostra galassia, quindi ammettendo che la nostra galassia sia nata poco dopo l'Universo, il nostro Sole è riuscito ad eseguire a mala pena 50-60orbite complete dalla genesi dell'Universo, e nel frattempo la nostra galassia si è formata e deformata a spirale tutto in meno 60 giri un vero record universale.
Nell'universo non c'è nessuna direzione da rispettare e l'energia prodotta al suo interno non ha nessuna possibilità di disperdersi, perché è chiusa ermeticamente dal nulla che sta oltre l'Universo tutto questo come un “thermos per liquidi”, ma con risultati di gran lunga superiori, tutta l'energia è costretta anche se trasformata a rimanere all'interno dell'Universo, lasciando sempre inalterata la somma totale di tutto, cioè la somma della massa all'interno dell'Universo più l'energia prodotta sia in calore che in moto, questa somma totale anche se gli addendi tra loro possono variare è sempre rimasta inalterata dalla notte dei tempi ad oggi e rimarrà sempre inalterata. Se ci pensiamo bene, che noi ci siamo o no, o l'Universo sia simile ad oggi o molto diverso fa poca differenza, perché la somma totale di tutto sarà sempre la stessa. Proviamo a mettere da parte almeno le ipotesi se non hanno un fondamento logico.
Legge di Hubbl
Questa è una delle volte dove frettolosamente si definisce "legge" una apparente relazione rilevata. Vi spiego il perché.
Nel 1929 Edwin Hubble famoso astrofisico, propose all'attenzione della comunità scientifica, la relazione esistente fra la distanza dalle galassie esaminate ed il loro redshift misurato, fece notare la proporzione che valutò in 500 km/s/Mpc; quindi affermò che più le galassie sono distanti più il loro redshift è alto, si dedusse per questo motivo che l'universo è in uno stato d'espansione.
Adesso con strumenti più sofisticati si è arrivati a misurare il "corretto" redshift portandolo da 500 a circa 71km/s/Mpc ridimensionando il valore iniziale di sette volte, questo valore viene chiamato la costante di Hubble.
Proviamo a capire meglio questa proporzione o costante Ho, con i nuovi dati, quanto possono valere 71 km/s/Mpc per un raggio di luce? Noi sappiamo che la velocità della luce è di 300.000km/s, perciò 71 km sono la 4.225 parte di 300.000 km, invece un Mpc è un unità di misura astronomica, il suo valore è 3.260.000 anni luce; se noi moltiplichiamo 4.225 x 3.260.000 abbiamo 13.773.500.000 cioè 13,773 miliardi di anni luce perché un raggio di luce dall'ultravioletto dimezzi la sua frequenza passando all'infrarosso; ma 13,775 miliardi è esattamente la grandezza ipotizzata dell'Universo, la mia ipotesi, forse questa misura è solo strumentale, dato che i radiotelescopi utilizzati riescono ad arrivare a questa distanza e non oltre, forse quando tecnicamente riusciremmo ad arrivare oltre, di colpo il nostro universo si ingrandirà.
Probabilmente la risposta è un'altra, il raggio di luce nel percorrere 3.260.000 anni luce perde 71km di velocità (in frequenza), questa perdita di potenza rilevata (se esatta) può risultare normale, questa, conferma solamente la leggera ma reale consistenza dell'Etere. Quindi ripeto se sono veri i dati di 71 km/s/Mpc, la luce ultravioletta dopo 13,775 miliardi di anni perde la metà della sua potenza originale. Questo non è la conferma di un Universo in espansione, ma semplicemente la conferma dell'Etere come un fatto fisico tutto ancora da studiare.
Se avete letto il capitolo "fotone e la sorgente in movimento" compreso l'approfondimento sull'effetto doppler, allora sapete che l'effetto doppler misura e rileva un moto aggiuntivo della luce (si intende moto aggiuntivo convenzionalmente, però il moto può essere anche negativo quindi da sottrarre), ma non fa distinzione se il moto è della sorgente o del ricevente, quindi l'effetto doppler rileva un moto, ma questo moto potrebbe essere anche la semplice perdita di potenza della luce per l'effetto del lavoro per il tragitto percorso.
Forse i 71 km/s/Mpc (probabilmente saranno ulteriormente ridotti) non sono la costante della "legge di Hubble" ma potrebbero essere semplicemente la rilevazione sperimentale dell'Etere come fatto fisico.
Ipotesi diversa di Universo:
Se l'Universo non fosse ne statico, ne in espansione e ne in contrazione, ma semplicemente vivo in movimento, proviamo ad immaginare un Universo comandato dal semplice moto.
Per capire meglio vi faccio un esempio pratico; quando riscaldiamo una pentola piena d'acqua vediamo il liquido che bollendo si muove con un moto caotico ma direzionale dal basso verso l'alto ed il suo calore si disperde all'esterno della pentola, quando spengiamo la fiamma che sta sotto la pentola tutto ritorna con molta calma all'origine.
In un Universo infinito il comportamento è simile, ma diversamente dalla pentola riscaldata noi ipotizziamo che a comandare è il moto caotico non direzionale dei singoli atomi, questo moto è stato solo generato, non è diretto dalla forza gravitazionale ma solo condizionato, se la nostra Terra fosse un singolo elettrone di un atomo del liquido della pentola e il nucleo centrale è il Sole, in aggiunta non ci fosse la direzionalità del movimento dato dalla fiamma, il moto che noi vedremo con i nostri potenti telescopi, lo potremo facilmente confondere con un'espansione uniforme dell'universo, proprio perché noi siamo solo una parte infinitesimale di esso e ne vediamo solo una piccolissima parte (poche gocce d'acqua), noi saremmo certi che tutto l'universo intorno a noi si stia espandendo vorticosamente in modo uniforme, poi controllando meglio con potenti telescopi diremo che molto lontano c'è stata un'accelerazione dell'espansione perché vediamo grandi gruppi di atomi (ma leggi galassie) allontanarsi ancora più velocemente da noi, poi diremo che guardando meglio ancora molto più lontano li c'è stata una decelerazione perché altri ammassi di atomi invece rallentano da noi. Forse noi con i nostri telescopi riusciamo a vedere entro i 14 miliardi di anni luce miliardi e miliardi di galassie, che sono dei semplici atomi che stanno in poche goccia d'acqua, ma non riusciamo neanche ad immaginare quant'è grande la pentola e nemmeno quant'acqua contenga.
Se ripeto l'esempio fatto e l'atomo che ho utilizzato (sistema solare) fosse un atomo di una molecola di una foglia, qui noi non riusciremo mai a capire la grandezza reale della foglia dato che le nostre possibilità visive sono solo millimetriche, quindi non capiremo che siamo posizionati su una singola foglia di una grande quercia e non potremo neanche immaginare che l'imponente quercia sia un singolo albero di un immensa foresta.
Può essere la spiegazione plausibile? Non lo so.
Vi spiego meglio il concetto facendo un esempio, noi sappiamo che la Terra compie un orbita intorno al Sole, nell'eseguire l'orbita la Terra ha un percorso per un quarto parallelo alla galassia per un quarto si allontanerà da essa per il successivo quarto ritornerà parallelo e per l'ultimo quarto le andrà incontro se noi facciamo dei rilevamenti in queste diverse fasi avremmo dei dati discordi, adesso immaginate che la nostra Galassia come la Terra sta eseguendo un suo percorso orbitale che avrà una sua durata diciamo solo ipotetica di due miliardi di anni o forse molti più, magari adesso siamo appena entrati nella fase di allontanamento di questo grande ammasso di galassie quindi per i prossimi 500 milioni di anni avremmo sempre la stessa lettura, solo dopo avremmo una lettura che il nostro universo forse è statico.
Questa è solo un'ipotesi tutta da verificare ma secondo il mio punto di vista è molto più calzante della teoria del Big Bang.
Il comportamento che noi abbiamo, considerando l'universo in espansione perché generato da un Big Bang, è lo stesso comportamento che avrebbero gli uomini descritti da Platone nel mito della caverna, noi ci affidiamo a quel poco che vediamo le ombre, cioè immaginiamo l'Universo dominato dalla forza di attrazione gravitazionale, di conseguenza enunciamo una teoria certificata, questo perché abbiamo il bisogno di quantificare quello che vediamo, quindi siamo costretti a dare un tempo all'Universo. Noi non cerchiamo di capire la meccanica dei fenomeni o di valutare le contraddizioni delle teorie che esponiamo, come per esempio: la stima che si è fatta dell'età dell'universo valutato a circa 13-14 miliardi di anni, giusto giusto l'età della nostra “vista” strumentale, è come dire oltre il nostro l'orizzonte non c'è nulla (un classico limite umano già visto), senza pensare che il nostro Sole ci mette 200 milioni di anni per fare solo una semplice rotazione completa della nostra galassia, quindi ammettendo che la nostra galassia sia nata poco dopo l'Universo, il nostro Sole è riuscito ad eseguire a mala pena 50-60orbite complete dalla genesi dell'Universo, e nel frattempo la nostra galassia si è formata e deformata a spirale tutto in meno 60 giri un vero record universale.
Nell'universo non c'è nessuna direzione da rispettare e l'energia prodotta al suo interno non ha nessuna possibilità di disperdersi, perché è chiusa ermeticamente dal nulla che sta oltre l'Universo tutto questo come un “thermos per liquidi”, ma con risultati di gran lunga superiori, tutta l'energia è costretta anche se trasformata a rimanere all'interno dell'Universo, lasciando sempre inalterata la somma totale di tutto, cioè la somma della massa all'interno dell'Universo più l'energia prodotta sia in calore che in moto, questa somma totale anche se gli addendi tra loro possono variare è sempre rimasta inalterata dalla notte dei tempi ad oggi e rimarrà sempre inalterata. Se ci pensiamo bene, che noi ci siamo o no, o l'Universo sia simile ad oggi o molto diverso fa poca differenza, perché la somma totale di tutto sarà sempre la stessa. Proviamo a mettere da parte almeno le ipotesi se non hanno un fondamento logico.
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Minsky ha scritto:Spazio, scattata la prima foto del campo magnetico di un buco nero
Ma non era già stata fatta una cosa simile?
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Re: Cosmologia e dintorni
Sì, era stato fotografato il buco nero, ora ne è stato "fotografato" il campo magnetico.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Spazio, scattata la prima foto del campo magnetico di un buco nero
Ma non era già stata fatta una cosa simile?
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Minsky ha scritto:Sì, era stato fotografato il buco nero, ora ne è stato "fotografato" il campo magnetico.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Spazio, scattata la prima foto del campo magnetico di un buco nero
Ma non era già stata fatta una cosa simile?
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Ah, ok
sinceramente non afferro per intero la differenza.
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Re: Cosmologia e dintorni
Beh, l'articolo di Wired lo spiega abbastanza bene.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Sì, era stato fotografato il buco nero, ora ne è stato "fotografato" il campo magnetico.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Spazio, scattata la prima foto del campo magnetico di un buco nero
Ma non era già stata fatta una cosa simile?
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Ah, ok
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Re: Cosmologia e dintorni
sisi immagino ma come saprai il mio interesse per questi argomenti - benché io ne riconosca il fascino e l'importanza - rimane superficiale.
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Re: Cosmologia e dintorni
Minsky ha scritto:E se l’universo non avesse mai avuto un inizio?
Mi sembra un'ipotesi plausibile almeno tanto quanto le altre.
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Re: Cosmologia e dintorni
Sì. Ma se l'universo fosse sempre esistito, si porrebbe un paradosso ontologico irresolubile.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:E se l’universo non avesse mai avuto un inizio?
Mi sembra un'ipotesi plausibile almeno tanto quanto le altre.
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Minsky ha scritto:Sì. Ma se l'universo fosse sempre esistito, si porrebbe un paradosso ontologico irresolubile.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:E se l’universo non avesse mai avuto un inizio?
Mi sembra un'ipotesi plausibile almeno tanto quanto le altre.
Occorre farsene un problema?
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No, ma sarebbe comunque un pensiero molto inquietante, dal punto di vista filosofico.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Sì. Ma se l'universo fosse sempre esistito, si porrebbe un paradosso ontologico irresolubile.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:E se l’universo non avesse mai avuto un inizio?
Mi sembra un'ipotesi plausibile almeno tanto quanto le altre.
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Re: Cosmologia e dintorni
Questa è abbastanza fresca, l'ho ricevuta subito ma negli ultimi due giorni ho avuto da fare
La prima foto del buco nero al centro della Via Lattea
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Però il buco non é nero, si chiama così perché così appare nelle foto, ma vi sono milioni di gradi centigradi, materia viene catturata e materia viene rigettata fuori. Appunto Giordano Bruno l'aveva capito ed é stato ammazzato. L'universo é in movimento e cio' può fare male alle persone che preferivano la Terra al centro come in quelle palle di Natale di una volta e tutte le stelline e il sole attorno, che ci facciamo con un universo così immenso? ci confondiamo. In effetti é vero, a che ci serve? Quanti altri pianeti abitati ci sarannol? tutti con la storia della mela e del serpente? Elon Musk sta preparando alloggi su Marte per farci andare quando saremo troppo stretti qui, tanto vale ci costruisca un altro pianeta simile alla Terra e lo metta in orbita, sara' mai possibile?Rasputin ha scritto:Questa è abbastanza fresca, l'ho ricevuta subito ma negli ultimi due giorni ho avuto da fare
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Innanzi tutto parlano di un universo binario, poi qualcuno dice che ha sentito un altro rumore di fondo e si é formato un altro universo, o questo rumore veniva prima di quello che conosciamo noi. A Dio non costa niente riempire il cosmo di universi, ma che ci facciamo?Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Sì. Ma se l'universo fosse sempre esistito, si porrebbe un paradosso ontologico irresolubile.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:E se l’universo non avesse mai avuto un inizio?
Mi sembra un'ipotesi plausibile almeno tanto quanto le altre.
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Re: Cosmologia e dintorni
Minsky ha scritto:
Come si fa a vedere roba del genere ed essere credenti
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Re: Cosmologia e dintorni
Eh insomma. Un credente ti risponderebbe che proprio vedendo questo è inevitabile credere in un creatoreRasputin ha scritto:Minsky ha scritto:
Come si fa a vedere roba del genere ed essere credenti
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