Riflessione sul ruolo delle religioni
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Riflessione sul ruolo delle religioni
http://www.ted.com/talks/kwame_anthony_appiah_is_religion_good_or_bad_this_is_a_trick_question
Personalmente non sono d'accordo, ma trovo che ci siano punti interessanti nel suo ragionamento. Che ne pensate?
Personalmente non sono d'accordo, ma trovo che ci siano punti interessanti nel suo ragionamento. Che ne pensate?
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Steerpike- -----------
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Steerpike ha scritto:http://www.ted.com/talks/kwame_anthony_appiah_is_religion_good_or_bad_this_is_a_trick_question
Personalmente non sono d'accordo, ma trovo che ci siano punti interessanti nel suo ragionamento. Che ne pensate?
Io rimango del mio parere: dire che c'è del buono anche nelle religioni è come concedere le attenuanti ad un pluriomicida perché ama gli animali/aiuta le vecchiette ad attraversare la strada ecc
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Tutto quello che si trova nelle religioni (allusioni al "bene", fratellanze, comunanze, etc.) si trova anche senza, non capisco a cosa serva creare addirittura un termine ad hoc se non a stimolare la gente come nell'esempio della carota e dell'asino, si può dire; e la cosa orrenda è che alcuni sono convinti che non lo facciano per trovare pace con se stessi o future promesse di un premio (che mai avranno, tbh)
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Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Un riassuntino in itaGliano a mio beneficio, faciliterebbe l'eventuale replica.
primaverino- -------------
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Questo aiuta parecchio: https://www.ted.com/talks/kwame_anthony_appiah_is_religion_good_or_bad_this_is_a_trick_question/transcript?language=itprimaverino ha scritto:Un riassuntino in itaGliano a mio beneficio, faciliterebbe l'eventuale replica.
Nel merito, mi pare un discorso molto involuto e oscuro, che vuole dire in sostanza? Che la religione non esiste perché si manifesta in varianti troppo dissimili per essere categorizzate? Ma lo risolvo io il dilemma filosofico. La religione è un'idiozia per imbecilli. Questa definizione le comprende tutte.
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Minsky- --------------
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Minsky ha scritto:Questo aiuta parecchio: https://www.ted.com/talks/kwame_anthony_appiah_is_religion_good_or_bad_this_is_a_trick_question/transcript?language=itprimaverino ha scritto:Un riassuntino in itaGliano a mio beneficio, faciliterebbe l'eventuale replica.
Nel merito, mi pare un discorso molto involuto e oscuro, che vuole dire in sostanza? Che la religione non esiste perché si manifesta in varianti troppo dissimili per essere categorizzate? Ma lo risolvo io il dilemma filosofico. La religione è un'idiozia per imbecilli. Questa definizione le comprende tutte.
Si, in effetti non rappresenta il massimo delle chiarezza.
D'altro canto va pur detto che il tuo punto di vista (assai più chiaro) è altrettanto singolare, ancorché condiviso da moltissimi.
Tuttavia il dilemma filosofico non riguarda tanto le religioni organizzate latu sensu. bensì il sentore personale di ognuno di noi; su questo stesso forum ci sono persone che si domandano se la "spiritualità" esista o meno (e le risposte sono perlopiù negative, come è logico supporre dato il contesto discorsivo in cui ci troviamo) ma il punto nodale mi pare "altro" da ciò, ovvero quale ruolo possano giocare le religioni in ambito sociale. Tale ruolo sociale è conclamato (e pure in termini negativi, se non erro) ergo non si può prescindere dal medesimo solo per antipatia personale o convinzione di appartenere ad una schiera di pochi eletti (i sedicenti "pensanti") in relazione al resto dell'umanità presuntivamente obnubilata in tal senso.
(to be continued...)
primaverino- -------------
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Il problema è posto in modo errato. E' come domandarsi se un coltello è uno strumento buono o cattivo. In mano a Jack lo squartatore è cattivo in mano a Masterchef, lo stesso coltello, è buono! La religione altro non è che una sovrastruttura socio culturale che i popoli hanno creato per dare una giustificazione al loro operato, per risolvere i problemi del vivere di quel momento, per spiegare quello che non erano capaci di capire. Mutando queste condizioni muta anche la religione. E non viceversa.
Il cristianesimo per esempio, altro non è stato che l'espressione di un determinato momento storico ed ha interpretato un sentimento assai diffuso di riscatto delle popolazione oppressa dalla dominazione romana. Poi si è evoluto secondo le situazioni sociali passando da religione di pace a religione di guerra e di oppressione che ha portato alle crociate e alla inquisizione. Il cristianesimo poi si è anche modificato adattandosi alle culture e alle mentalità delle varie popolazioni. Sono così nati i protestanti, i calvinisti, gli ortodossi e mille altre dottrine secondo le esigenze socio culturali dei vari popoli.
E' infatti un'illusione quella di credere che una certa dottrina possa condizionare le esigenze (intese in senso lato) di un popolo. E' impensabile ritenere che un comandamento possa modificare e condizionare il comportamento sia di una persona che di una popolazione. E questo perchè la religione è figlia, ovvero deriva e interpreta una determinata realtà sociale. Durante il fascismo gli italiani erano cattolici credenti e praticanti al 99,99% (o quasi), però non hanno esitato a massacrare e uccidere col gas migliaia di eritrei che a noi non avevano fatto assolutamente niente di male. E questo con la benedizione della chiesa (vedi i cappellani militari). E che dire dell'America! Sul dollaro scrivono "in god we trust" e poi fanno le guerre e hanno la pena di morte.
La morale è figlia delle situazioni e degli eventi sociali e non della religione che invece è al servizio della morale stessa.
E non è corretto poi pensare che sia l'uomo che, data la sua indole malvagia, venga meno al dettato religioso. Sono i dettami religiosi errati e inattuabili. Prendiamo in esame solo qualche caposaldo del credo cristiano. Ama il prossimo tuo come te stesso. Ma come si fa a pensare che un sentimento possa realizzarsi a comando? Non uccidere, porgi l'altra guancia. E allora cosa facciamo con quelli dell' ISI ? Li lasciamo fare e porgiamo l'altra gola?
Il cristianesimo per esempio, altro non è stato che l'espressione di un determinato momento storico ed ha interpretato un sentimento assai diffuso di riscatto delle popolazione oppressa dalla dominazione romana. Poi si è evoluto secondo le situazioni sociali passando da religione di pace a religione di guerra e di oppressione che ha portato alle crociate e alla inquisizione. Il cristianesimo poi si è anche modificato adattandosi alle culture e alle mentalità delle varie popolazioni. Sono così nati i protestanti, i calvinisti, gli ortodossi e mille altre dottrine secondo le esigenze socio culturali dei vari popoli.
E' infatti un'illusione quella di credere che una certa dottrina possa condizionare le esigenze (intese in senso lato) di un popolo. E' impensabile ritenere che un comandamento possa modificare e condizionare il comportamento sia di una persona che di una popolazione. E questo perchè la religione è figlia, ovvero deriva e interpreta una determinata realtà sociale. Durante il fascismo gli italiani erano cattolici credenti e praticanti al 99,99% (o quasi), però non hanno esitato a massacrare e uccidere col gas migliaia di eritrei che a noi non avevano fatto assolutamente niente di male. E questo con la benedizione della chiesa (vedi i cappellani militari). E che dire dell'America! Sul dollaro scrivono "in god we trust" e poi fanno le guerre e hanno la pena di morte.
La morale è figlia delle situazioni e degli eventi sociali e non della religione che invece è al servizio della morale stessa.
E non è corretto poi pensare che sia l'uomo che, data la sua indole malvagia, venga meno al dettato religioso. Sono i dettami religiosi errati e inattuabili. Prendiamo in esame solo qualche caposaldo del credo cristiano. Ama il prossimo tuo come te stesso. Ma come si fa a pensare che un sentimento possa realizzarsi a comando? Non uccidere, porgi l'altra guancia. E allora cosa facciamo con quelli dell' ISI ? Li lasciamo fare e porgiamo l'altra gola?
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
D'accordo, ma ci sono anche "idiozie per imbecilli" che non sono religioni.Minsky ha scritto:
Nel merito, mi pare un discorso molto involuto e oscuro, che vuole dire in sostanza? Che la religione non esiste perché si manifesta in varianti troppo dissimili per essere categorizzate? Ma lo risolvo io il dilemma filosofico. La religione è un'idiozia per imbecilli. Questa definizione le comprende tutte.
Il punto che vorrei salvare nell'argomentazione del tizio è che forse, nel riflettere sulle religioni, ci facciamo influenzare dalle peculiarità specifiche di quella cristiana, e che per coprire tutte le religioni (che comunque secondo me, e contrariamente alla tesi del talk, formano un gruppo di tradizioni ben definito ed individuabile) bisogni forse considerarle in maniera più simile a quanto mi sembra abbia suggerito Paolo.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Steerpike ha scritto:
D'accordo, ma ci sono anche "idiozie per imbecilli" che non sono religioni.
Certamente, si tratta di una banale questione di insiemistica. Però, riflettendo bene, potresti fare qualche esempio che con il concetto di religione - ovvero a mio parere di superstizione altamente istituzionalizzata - non abbia qualche denominatore comune?
Steerpike ha scritto:Il punto che vorrei salvare nell'argomentazione del tizio è che forse, nel riflettere sulle religioni, ci facciamo influenzare dalle peculiarità specifiche di quella cristiana, e che per coprire tutte le religioni (che comunque secondo me, e contrariamente alla tesi del talk, formano un gruppo di tradizioni ben definito ed individuabile) bisogni forse considerarle in maniera più simile a quanto mi sembra abbia suggerito Paolo.
Possibile. Ma secondo me occorre prestare attenzione a non minimizzarne la pericolosità nel processo.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Dissento. Io la vedo in modo opposto, cioè come la vedo io, la religione non ha origine nella società, ma da chi controlla la società, dal potere. La religione è sempre stata strumento del potere, in ogni epoca e in ogni parte del mondo, persino nel Tibet pre-invasione le caste religiose governavano il Paese per mezzo del "mite" buddhismo. Nel caso del cristianesimo, l'evidenza di quanto sostengo è eclatante. Anche senza sposare analisi un po' temerarie come quelle di Atwill (che peraltro mi sembrano piuttosto ben fondate), basta anche tener per buona la storiografia tradizionale per leggervi a chiare lettere la cronaca di un esercizio di potere, costantemente accentrato in poche mani, e la sistematica manipolazione del popolo attraverso gli strumenti coercitivi mentali e materiali che la religione nelle diverse epoche metteva a disposizione. Oggi che gli strumenti materiali (torture, roghi...) sono venuti meno, la pressione in occidente si è enormemente allentata (ma è diventata più subdola, vedi operazioni di marketing espletate per mezzo di un personaggio somigliantissimo ad un popolare attore comico), ma il discorso invece è ben diverso per altri ambiti (islam) dove invece i mezzi violenti sono ancora in uso. Lo "scollamento" tra lettera e azione della morale religiosa che hai notato tu, non deriva da altro che dall'assenza reale di un qualunque fondamento ideologico. Le religioni non hanno fondamenti ideologici, non possono averne perché sono pura invenzione, menzogna e delirio. Come ho già ampiamente dimostrato in altre occasioni, dal nonsenso segue qualunque follia. Religioni come il cristianesimo si adattano alla società civile solo quando sono costrette ad adattarsi, da un atto di forza che le spezzerebbe se non si piegassero. È la solita strategia del potere che finge di accondiscendere alle istanze del popolo per non perdere il controllo. Devo citare Tomasi di Lampedusa? Vedi che sto esponendo concetti persino banali. Porta Pia sembrava l'inizio della fine per il cristianesimo, ma il potere non si sarebbe mai giocato un'arma così efficace per dominare le masse, e infatti non appena la reazione ha ripreso forza, il patto infame è stato prontamente siglato; e, assurdamente, ancor oggi non ce ne siamo liberati.Paolo ha scritto:Il problema è posto in modo errato. E' come domandarsi se un coltello è uno strumento buono o cattivo. In mano a Jack lo squartatore è cattivo in mano a Masterchef, lo stesso coltello, è buono! La religione altro non è che una sovrastruttura socio culturale che i popoli hanno creato per dare una giustificazione al loro operato, per risolvere i problemi del vivere di quel momento, per spiegare quello che non erano capaci di capire. Mutando queste condizioni muta anche la religione. E non viceversa.
Il cristianesimo per esempio, altro non è stato che l'espressione di un determinato momento storico ed ha interpretato un sentimento assai diffuso di riscatto delle popolazione oppressa dalla dominazione romana. Poi si è evoluto secondo le situazioni sociali passando da religione di pace a religione di guerra e di oppressione che ha portato alle crociate e alla inquisizione. Il cristianesimo poi si è anche modificato adattandosi alle culture e alle mentalità delle varie popolazioni. Sono così nati i protestanti, i calvinisti, gli ortodossi e mille altre dottrine secondo le esigenze socio culturali dei vari popoli.
E' infatti un'illusione quella di credere che una certa dottrina possa condizionare le esigenze (intese in senso lato) di un popolo. E' impensabile ritenere che un comandamento possa modificare e condizionare il comportamento sia di una persona che di una popolazione. E questo perchè la religione è figlia, ovvero deriva e interpreta una determinata realtà sociale. Durante il fascismo gli italiani erano cattolici credenti e praticanti al 99,99% (o quasi), però non hanno esitato a massacrare e uccidere col gas migliaia di eritrei che a noi non avevano fatto assolutamente niente di male. E questo con la benedizione della chiesa (vedi i cappellani militari). E che dire dell'America! Sul dollaro scrivono "in god we trust" e poi fanno le guerre e hanno la pena di morte.
La morale è figlia delle situazioni e degli eventi sociali e non della religione che invece è al servizio della morale stessa.
E non è corretto poi pensare che sia l'uomo che, data la sua indole malvagia, venga meno al dettato religioso. Sono i dettami religiosi errati e inattuabili. Prendiamo in esame solo qualche caposaldo del credo cristiano. Ama il prossimo tuo come te stesso. Ma come si fa a pensare che un sentimento possa realizzarsi a comando? Non uccidere, porgi l'altra guancia. E allora cosa facciamo con quelli dell' ISI ? Li lasciamo fare e porgiamo l'altra gola?
I "dettami religiosi", in conclusione, non sono "errati e inattuabili", sono semplicemente irrilevanti. Sono completamente riformabili, a seconda della convenienza. Si chiama "esegesi", in termini usati dal clero. Che è come dire, non è dio che fa quel cazzo che vuole, sono i preti di dio che fanno quel cazzo che vogliono.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
- Spoiler:
- Minsky ha scritto:
Dissento. Io la vedo in modo opposto, cioè come la vedo io, la religione non ha origine nella società, ma da chi controlla la società, dal potere. La religione è sempre stata strumento del potere, in ogni epoca e in ogni parte del mondo, persino nel Tibet pre-invasione le caste religiose governavano il Paese per mezzo del "mite" buddhismo. Nel caso del cristianesimo, l'evidenza di quanto sostengo è eclatante. Anche senza sposare analisi un po' temerarie come quelle di Atwill (che peraltro mi sembrano piuttosto ben fondate), basta anche tener per buona la storiografia tradizionale per leggervi a chiare lettere la cronaca di un esercizio di potere, costantemente accentrato in poche mani, e la sistematica manipolazione del popolo attraverso gli strumenti coercitivi mentali e materiali che la religione nelle diverse epoche metteva a disposizione. Oggi che gli strumenti materiali (torture, roghi...) sono venuti meno, la pressione in occidente si è enormemente allentata (ma è diventata più subdola, vedi operazioni di marketing espletate per mezzo di un personaggio somigliantissimo ad un popolare attore comico), ma il discorso invece è ben diverso per altri ambiti (islam) dove invece i mezzi violenti sono ancora in uso. Lo "scollamento" tra lettera e azione della morale religiosa che hai notato tu, non deriva da altro che dall'assenza reale di un qualunque fondamento ideologico. Le religioni non hanno fondamenti ideologici, non possono averne perché sono pura invenzione, menzogna e delirio. Come ho già ampiamente dimostrato in altre occasioni, dal nonsenso segue qualunque follia. Religioni come il cristianesimo si adattano alla società civile solo quando sono costrette ad adattarsi, da un atto di forza che le spezzerebbe se non si piegassero. È la solita strategia del potere che finge di accondiscendere alle istanze del popolo per non perdere il controllo. Devo citare Tomasi di Lampedusa? Vedi che sto esponendo concetti persino banali. Porta Pia sembrava l'inizio della fine per il cristianesimo, ma il potere non si sarebbe mai giocato un'arma così efficace per dominare le masse, e infatti non appena la reazione ha ripreso forza, il patto infame è stato prontamente siglato; e, assurdamente, ancor oggi non ce ne siamo liberati.Paolo ha scritto:Il problema è posto in modo errato. E' come domandarsi se un coltello è uno strumento buono o cattivo. In mano a Jack lo squartatore è cattivo in mano a Masterchef, lo stesso coltello, è buono! La religione altro non è che una sovrastruttura socio culturale che i popoli hanno creato per dare una giustificazione al loro operato, per risolvere i problemi del vivere di quel momento, per spiegare quello che non erano capaci di capire. Mutando queste condizioni muta anche la religione. E non viceversa.
Il cristianesimo per esempio, altro non è stato che l'espressione di un determinato momento storico ed ha interpretato un sentimento assai diffuso di riscatto delle popolazione oppressa dalla dominazione romana. Poi si è evoluto secondo le situazioni sociali passando da religione di pace a religione di guerra e di oppressione che ha portato alle crociate e alla inquisizione. Il cristianesimo poi si è anche modificato adattandosi alle culture e alle mentalità delle varie popolazioni. Sono così nati i protestanti, i calvinisti, gli ortodossi e mille altre dottrine secondo le esigenze socio culturali dei vari popoli.
E' infatti un'illusione quella di credere che una certa dottrina possa condizionare le esigenze (intese in senso lato) di un popolo. E' impensabile ritenere che un comandamento possa modificare e condizionare il comportamento sia di una persona che di una popolazione. E questo perchè la religione è figlia, ovvero deriva e interpreta una determinata realtà sociale. Durante il fascismo gli italiani erano cattolici credenti e praticanti al 99,99% (o quasi), però non hanno esitato a massacrare e uccidere col gas migliaia di eritrei che a noi non avevano fatto assolutamente niente di male. E questo con la benedizione della chiesa (vedi i cappellani militari). E che dire dell'America! Sul dollaro scrivono "in god we trust" e poi fanno le guerre e hanno la pena di morte.
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E non è corretto poi pensare che sia l'uomo che, data la sua indole malvagia, venga meno al dettato religioso. Sono i dettami religiosi errati e inattuabili. Prendiamo in esame solo qualche caposaldo del credo cristiano. Ama il prossimo tuo come te stesso. Ma come si fa a pensare che un sentimento possa realizzarsi a comando? Non uccidere, porgi l'altra guancia. E allora cosa facciamo con quelli dell' ISI ? Li lasciamo fare e porgiamo l'altra gola?
I "dettami religiosi", in conclusione, non sono "errati e inattuabili", sono semplicemente irrilevanti. Sono completamente riformabili, a seconda della convenienza. Si chiama "esegesi", in termini usati dal clero. Che è come dire, non è dio che fa quel cazzo che vuole, sono i preti di dio che fanno quel cazzo che vogliono.
Verdone a Minsky.
In effetti la si potrebbe vedere come una confutazione del principio "Un mezzo non è buono o cattivo, lo è l'uso che se ne fa"
Ebbene, pare non sia sempre vero
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Minsk quanto tu hai espresso è semplicemente in passo successivo da quanto io ho esposto. Non condivido la tua posizione secondo la quale sarebbe il potere ad aver inventato le religioni. Per me il potere l'ha semplicemente utilizzata per il suo fine, ovvero quello di legittimare il potere stesso conferendogli un origine divina e perciò erano legittimati a fare qualunque cosa.
Poi per la verità non vedo perchè una morale dovrebbe essere legittimata da un ideale. Siamo sempre alle solite. Gli ideali come comunismo o nazismo non sono stati inventati a tavolino da chi vuole poi esercitare il potere. Hitler o Stalin hanno solo interpretato e rappresentato un sentimento sociale e culturale già presente nella realtà sociale. Di fatto non hanno inventato nulla, ma solo cavalcato sentimenti largamente presenti nelle popolazioni. Nè più nè meno come le religioni.
Il fatto poi che i dettami religiosi siano irrilevanti non esclude che siano errati e inattuabili!
Poi per la verità non vedo perchè una morale dovrebbe essere legittimata da un ideale. Siamo sempre alle solite. Gli ideali come comunismo o nazismo non sono stati inventati a tavolino da chi vuole poi esercitare il potere. Hitler o Stalin hanno solo interpretato e rappresentato un sentimento sociale e culturale già presente nella realtà sociale. Di fatto non hanno inventato nulla, ma solo cavalcato sentimenti largamente presenti nelle popolazioni. Nè più nè meno come le religioni.
Il fatto poi che i dettami religiosi siano irrilevanti non esclude che siano errati e inattuabili!
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Certo che non lo esclude, lo implica. Ciò che intendevo è che l'irrilevanza precede l'errore. Ossia, c'è una tara di base nella religione che esclude la possibilità di ottenere qualunque conseguenza positiva dai dettami religiosi, anche ammesso che, del tutto fortuitamente, essi fossero "corretti" (nel senso di adeguati alle circostanze sociali).Paolo ha scritto:Minsk quanto tu hai espresso è semplicemente in passo successivo da quanto io ho esposto. Non condivido la tua posizione secondo la quale sarebbe il potere ad aver inventato le religioni. Per me il potere l'ha semplicemente utilizzata per il suo fine, ovvero quello di legittimare il potere stesso conferendogli un origine divina e perciò erano legittimati a fare qualunque cosa.
Poi per la verità non vedo perchè una morale dovrebbe essere legittimata da un ideale. Siamo sempre alle solite. Gli ideali come comunismo o nazismo non sono stati inventati a tavolino da chi vuole poi esercitare il potere. Hitler o Stalin hanno solo interpretato e rappresentato un sentimento sociale e culturale già presente nella realtà sociale. Di fatto non hanno inventato nulla, ma solo cavalcato sentimenti largamente presenti nelle popolazioni. Nè più nè meno come le religioni.
Il fatto poi che i dettami religiosi siano irrilevanti non esclude che siano errati e inattuabili!
Quello che sottolinei tu riguardo agli ideali, ossia ai movimenti sociali, è esatto, ma si tratta di fenomeni completamente diversi dalle religioni. La religione intrinsecamente non parla di giustizia sociale, al contrario tipicamente demanda l'amministrazione della giustizia ad un altro mondo ipotetico, e - vedi nello specifico il cristianesimo - esorta alla sottomissione ed all'accondiscendenza verso il potere. Cosa ci può essere di più conveniente per il potere? Forse giusto dare l'illusione al popolo che poter coltivare la religione sia una "conquista", l'esercizio di un "diritto" del popolo stesso... la beffa finale, insomma. Nel caso del cristianesimo è palese la costruzione artificiosa della dottrina, costruita pezzo a pezzo come il mostro di Frankenstein cannibalizzando i rottami delle religioni precedenti, in modo da confezionare un prodotto che - nonostante sia "esteticamente" orribile - ha accattivato le masse blandendo la loro voglia di storie fantasiose ma familiari. Come ho scritto sopra, a me le tesi di Atwill sembrano molto convincenti; forse non è stata una vera e propria costruzione a tavolino come la presenta lui, ma non c'è dubbio che il cristianesimo sia nato veramente, come oggi e nella storia lo conosciamo, ad opera di chi deteneva il potere. Insomma, quell'assemblaggio di dogmi farneticanti non l'ha inventato il popolo, l'hanno inventato i "dottori della chiesa", un gruppetto di dementi ben remunerati per fare questo lavoro!
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Concordo Minsk sulla tua posizione circa il ruolo delle religioni nell'esercizio del potere. Sin dal mio primo intervento su questo forum, ho sempre espresso il convincimento che l'origine di quello che abbiamo definito come sentimento religioso sia da ricercarsi nel bisogno atavico dell'uomo di avere un capo. Prima il capo branco, poi il capo tribù poi via via fino al re o al papa. La religione altro non è che l'insieme di regole che permettono di esercitare questo potere.
Ma, al di la di quale possa essere l'origine, non c'è dubbio che la religione, così come la si vede oggi, sia l'espressione di un potere. Ma non tanto del potere inteso solo in senso politico. Io penso che i potenti, dai sovrani, ai papi per arrivare fino anche al parroco di paese da noi, e non so quale figura religiosa in altre dottrine, abbiano utilizzato questo potente strumento per esercitare il loro potere, e per affermare se stessi.
E questo altro non è che la diretta conseguenza di chi, per incapacità intellettuale, per incapacità critica, per pigrizia mentale, non avendo la capacità di affermare il suo "io" tende a immedesimarsi in qualcosa d'altro sentendosene così parte. Il debole, privo di proprie capacità e di proprie convinzioni, incapace di sostenere una sua propria posizione, per imporsi utilizza questo strumento, ovvero la religione, per poter affermare se stesso.
Questo spiega perchè la Chiesa voglia imporre le sue regole, un tempo con la violenza, oggi con la politica. Spiega anche perchè un credente si sente offeso e si arroga il diritto di vendicarsi se qualcuno offende il suo credo. Come se dio, per definizione onnipotente, avesse bisogno di questo o quel personaggio (religiosi vari, fanatici di tutti i tipi) per vendicarsi di torti subiti!!! Se io compio un atto che offende dio, non vedo il motivo per il quale qualcuno si senta in diritto di esercitare una sua vendetta. Non vedo perchè se io infrango la legge divina qualcuno si senta autorizzato ad applicare una qualche forma di giustizia terrena per punirmi. E' pur sempre un atto che, nel peggiore delle ipotesi, riguarda me e una presunta divinità. Sarà una questione che me la dovrò vedere io con quel dio. Ma il prete o il credente ben pensante, o il fanatico religioso che cazzo c'entrano? Tutt'al più mi posso mettere in guardia dal non farlo, ma arrivare a lapidarmi perchè ho bestemmiato non ne capisco la logica.
E' su questa leva psicologica che i poteri hanno fatto forza per imporsi. Poi molto probabilmente loro stessi si sono si immedesimano in tutto questo, diventando anch'essi parte del medesimo sistema.
Io penso che possa essere questa la chiave di lettura delle religioni imposte. Che non differiscono molto dalle ideologie imposte come fascismo, nazismo o comunismo. Non credo che i potenti a tavolino abbiano pianificato la realizzazione di una religione. Di sicuro l'hanno manipolata adattandola alle loro esigenze, inventandosi questo o quel dogma. Ma non certo creando dal niente una dottrina religiosa.
Ma, al di la di quale possa essere l'origine, non c'è dubbio che la religione, così come la si vede oggi, sia l'espressione di un potere. Ma non tanto del potere inteso solo in senso politico. Io penso che i potenti, dai sovrani, ai papi per arrivare fino anche al parroco di paese da noi, e non so quale figura religiosa in altre dottrine, abbiano utilizzato questo potente strumento per esercitare il loro potere, e per affermare se stessi.
E questo altro non è che la diretta conseguenza di chi, per incapacità intellettuale, per incapacità critica, per pigrizia mentale, non avendo la capacità di affermare il suo "io" tende a immedesimarsi in qualcosa d'altro sentendosene così parte. Il debole, privo di proprie capacità e di proprie convinzioni, incapace di sostenere una sua propria posizione, per imporsi utilizza questo strumento, ovvero la religione, per poter affermare se stesso.
Questo spiega perchè la Chiesa voglia imporre le sue regole, un tempo con la violenza, oggi con la politica. Spiega anche perchè un credente si sente offeso e si arroga il diritto di vendicarsi se qualcuno offende il suo credo. Come se dio, per definizione onnipotente, avesse bisogno di questo o quel personaggio (religiosi vari, fanatici di tutti i tipi) per vendicarsi di torti subiti!!! Se io compio un atto che offende dio, non vedo il motivo per il quale qualcuno si senta in diritto di esercitare una sua vendetta. Non vedo perchè se io infrango la legge divina qualcuno si senta autorizzato ad applicare una qualche forma di giustizia terrena per punirmi. E' pur sempre un atto che, nel peggiore delle ipotesi, riguarda me e una presunta divinità. Sarà una questione che me la dovrò vedere io con quel dio. Ma il prete o il credente ben pensante, o il fanatico religioso che cazzo c'entrano? Tutt'al più mi posso mettere in guardia dal non farlo, ma arrivare a lapidarmi perchè ho bestemmiato non ne capisco la logica.
E' su questa leva psicologica che i poteri hanno fatto forza per imporsi. Poi molto probabilmente loro stessi si sono si immedesimano in tutto questo, diventando anch'essi parte del medesimo sistema.
Io penso che possa essere questa la chiave di lettura delle religioni imposte. Che non differiscono molto dalle ideologie imposte come fascismo, nazismo o comunismo. Non credo che i potenti a tavolino abbiano pianificato la realizzazione di una religione. Di sicuro l'hanno manipolata adattandola alle loro esigenze, inventandosi questo o quel dogma. Ma non certo creando dal niente una dottrina religiosa.
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
lupetta ha scritto:perchè la religione è ritenuta ancora un "bene"?
Beh, non da tutti. Comunque a me la risposta pare ovvia
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
l'esistenza della santa inquisizione dovrebbe bastare, già da sola, per considerare la religione cattolica (in questo caso), al pari del nazismo, per non parlare della condizione della donna nei paesi islamici, ancora nel 2015.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
lupetta ha scritto:perchè la religione è ritenuta ancora un "bene"?
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Justine ha scritto:lupetta ha scritto:perchè la religione è ritenuta ancora un "bene"?
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Non so, il romanticismo? Dipendi da cosa intendi con "altamente istituzionalizzata".Rasputin ha scritto:Steerpike ha scritto:
D'accordo, ma ci sono anche "idiozie per imbecilli" che non sono religioni.
Certamente, si tratta di una banale questione di insiemistica. Però, riflettendo bene, potresti fare qualche esempio che con il concetto di religione - ovvero a mio parere di superstizione altamente istituzionalizzata - non abbia qualche denominatore comune?
Ad ogni modo, mi chiedo se in alcuni casi non si possano considerare le religioni, più che come "superstizioni istituzionalizzate", come un modo in cui una società giustifica le sue usanze e tradizioni non altrimenti motivate. Non so se mi spiego.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
A volte, però, alcuni istituzionalizzazioni funzionano "meglio o peggio" di altre; ad esempio la tipica psicostasia che si adottava in Egitto ai tempi della celebrazione del rito funebre è ancora praticata?
In pratica sono memi, per usare il linguaggio di Dawkins, che vengono riassorbiti e modulati a seconda delle culture, ma che tutti sembrano far capo a questa curiosa volontà di essere visti come "buone, povere creature"
In pratica sono memi, per usare il linguaggio di Dawkins, che vengono riassorbiti e modulati a seconda delle culture, ma che tutti sembrano far capo a questa curiosa volontà di essere visti come "buone, povere creature"
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Steerpike ha scritto:Non so, il romanticismo? Dipendi da cosa intendi con "altamente istituzionalizzata".Rasputin ha scritto:Steerpike ha scritto:
D'accordo, ma ci sono anche "idiozie per imbecilli" che non sono religioni.
Certamente, si tratta di una banale questione di insiemistica. Però, riflettendo bene, potresti fare qualche esempio che con il concetto di religione - ovvero a mio parere di superstizione altamente istituzionalizzata - non abbia qualche denominatore comune?
Ad ogni modo, mi chiedo se in alcuni casi non si possano considerare le religioni, più che come "superstizioni istituzionalizzate", come un modo in cui una società giustifica le sue usanze e tradizioni non altrimenti motivate. Non so se mi spiego.
Uhm...romanticismo a parte (Mi pare un paragone un po' stiracchiato, sopratutto se si considera che le religioni, specie quelle "Altamente istituzionalizzate" ovvero riconosciute anche da governi legislature ecc sono vere e proprie industrie) non mi pare che in nome del romanticismo si abbia mai impiccato nessuno, per fare un esempio...
Quanto al "Modo in cui una società giustifica le sue usanze e tradizioni non altrimenti motivate" secondo me ne sottovaluti la pericolosità. Con quel sistema una società può arrivare a giustificare qualsiasi cosa (Che praticamente è quello che fanno le religioni)
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Giusto ieri discutevo sul fatto per il quale la più grande trovata di "dio" è stata proprio quella di non esistere e riuscire comunque a far parlare di sé.
E' come il concetto di fama, insussistente ma molto ricco (in tutti i sensi, meno la genuinità) di implicazioni.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Se ho capito bene, mi hai chiesto un esempio di un'"idiozia per imbecilli" che non sia istituzionalizzata in modo simile alle religioni (comunque, quella cattolica è forse il caso più estremo: altre religioni sono molto meno centralizzate).Rasputin ha scritto:
Uhm...romanticismo a parte (Mi pare un paragone un po' stiracchiato, sopratutto se si considera che le religioni, specie quelle "Altamente istituzionalizzate" ovvero riconosciute anche da governi legislature ecc sono vere e proprie industrie) non mi pare che in nome del romanticismo si abbia mai impiccato nessuno, per fare un esempio...
Nel caso del romanticismo, non abbiamo un'istituzione che fa danni in nome del meme, ma tanti singoli che credono nel meme e fanno danni di conseguenza.
Certamente; quello che vorrei capire è quanto un'usanza supportata da una religione sia più "forte", difficile da sradicare, di un'usanza supportata dalle semplice irrazionalità disorganizzata.Rasputin ha scritto:
Con quel sistema una società può arrivare a giustificare qualsiasi cosa (Che praticamente è quello che fanno le religioni)
Non so se riesco a farmi capire. Per un comune, impedire gli schiamazzi notturni delle campane sarà probabilmente più difficile che impedire che vengano attaccati lucchetti ai ponti; ma di quanto?
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
La religione (che alcuni senza tante osservanze politically correct hanno definito "malattia mentale") gode di uno speciale statuto di sovranità per cui se affermo di poter fare questo e quello in nome di tale divinità, incluso giurare, rimettere all'ordalia la vita di una persona, etc. è ok.
Se naturalmente promulgo gli stessi eventi utilizzando però come pretesto le mie action figures di Devilman, Sailor Moon o Calendar Man, vengo rinchiusa da qualche parte.
La differenza? L'accettazione a livello comunitario di un meme iniziale dotato di determinate caratteristiche; perdono di questo & quel peccato, bontà (?), favoreggiamento di un popolo, risoluzione di determinate controversie geopolitiche, etc.
Probabilmente il Calendar Man di turno non viene chiamato a dirimere determinate controversie perché nei suoi "testi sacri" non si è mai schierato apertamente a favore, secondo la matita degli autori, alla "salvezza delle anime" o cose simili.
Il resto sembra non essere tradizione, e tutto ciò che tradizione non è, il culto rigetta.
Se naturalmente promulgo gli stessi eventi utilizzando però come pretesto le mie action figures di Devilman, Sailor Moon o Calendar Man, vengo rinchiusa da qualche parte.
La differenza? L'accettazione a livello comunitario di un meme iniziale dotato di determinate caratteristiche; perdono di questo & quel peccato, bontà (?), favoreggiamento di un popolo, risoluzione di determinate controversie geopolitiche, etc.
Probabilmente il Calendar Man di turno non viene chiamato a dirimere determinate controversie perché nei suoi "testi sacri" non si è mai schierato apertamente a favore, secondo la matita degli autori, alla "salvezza delle anime" o cose simili.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Pike, faccio mia la risposta di Jus...se non ti spiace.
Un po' per pigrizia, un po' perché sono davvero d'accordo
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
"Si sono creati un dio a loro immagine e somiglianza per poter fare ciò che hanno sempre sognato" (cit.)
Credo non sia necessario aggiungere altro.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
L'etichetta "divino" è un calderone non meglio specificato di desideri a scelta; ma ribadisco, se vi aggiungessi anche il mio "voglio volare per le galassie con MegaMan e sconfiggere il dr. Wily, minaccia universale", verrei presa come se avessi qualche rotella fuori posto, anche se i contenuti sono ugualmente benevoli e mirati alla ricerca dell'equilibrio (?) cosmico
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
lupetta ha scritto:"Si sono creati un dio a loro immagine e somiglianza per poterfarecredere ciò che hanno sempre sognato" (cit.)
Credo non sia necessario aggiungere altro.
La tua versione mi sembra più adatta alle istituzioni cattoliche. Nel caso dei credenti penso valga più il fix.
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"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Scusa per il tempo biblico di risposta...
Per dirlo con una battuta, il contrario più appropriato di "religioso" non è scientifico; il contrario di "religioso" è "civile" (e infatti così si ripartiscono le festività).
Concordo, e il punto che volevo evidenziare è che per questo motivo le religioni hanno una finalità pratica e sono "utili" a chi le sostiene. Il dichiarativo delle religioni ha la sola funzione di giustificare il procedurale.Justine ha scritto:La religione (che alcuni senza tante osservanze politically correct hanno definito "malattia mentale") gode di uno speciale statuto di sovranità per cui se affermo di poter fare questo e quello in nome di tale divinità, incluso giurare, rimettere all'ordalia la vita di una persona, etc. è ok.
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Il resto sembra non essere tradizione, e tutto ciò che tradizione non è, il culto rigetta.
Per dirlo con una battuta, il contrario più appropriato di "religioso" non è scientifico; il contrario di "religioso" è "civile" (e infatti così si ripartiscono le festività).
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Scusa ma il contrario di religioso può essere "non credente" e non certo civile. Tutt'al più potresti dire laico ma non è il contrario ma solo un'alternativa nella gestione dei rapporti tra le persone.
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Re: Riflessione sul ruolo delle religioni
Paolo ha scritto:Scusa ma il contrario di religioso può essere "non credente" e non certo civile. Tutt'al più potresti dire laico ma non è il contrario ma solo un'alternativa nella gestione dei rapporti tra le persone.
Secondo me si riferiva al contesto menzionato da Justine
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