Sulla genesi dell'anima.
+2
d3v1l-d3m0n
Comune mortale
6 partecipanti
Pagina 1 di 1
Sulla genesi dell'anima.
Non è la morte che ci spaventa, ma il dolore. Se non ci sarebbe dolore morire sarebbe un gioco da ragazzi. L'anima è qualcosa che nella morte del corpo rimane intatta. Nel trapasso non prova dolore, perchè è da sempre salva dalla disgregazione delle cose ad opera del tempo. Immagino da quale immane paura deriva la nozione di anima.
Comune mortale- -------------
- Numero di messaggi : 523
Età : 71
Località : derry
Occupazione/Hobby : una laurea in filosofia ma faccio il cuoco
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
...e la nozione di tutte le altre scemeneze anche (che io definisco insulto all'intelletto umano)
d3v1l-d3m0n- ------------
- Numero di messaggi : 18
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 05.07.09
Re: Sulla genesi dell'anima.
ma credi nell'anima? o nella nozione della stessa?Comune mortale ha scritto:Non è la morte che ci spaventa, ma il dolore. Se non ci sarebbe dolore morire sarebbe un gioco da ragazzi. L'anima è qualcosa che nella morte del corpo rimane intatta. Nel trapasso non prova dolore, perchè è da sempre salva dalla disgregazione delle cose ad opera del tempo. Immagino da quale immane paura deriva la nozione di anima.
riguardo al concetto tutto nasce dalla fine di un qualcosa che non possiamo accettare perchè troppo contrastante con l'essere. la vita è un paradosso, anzi no, la coscienza della vita lo è.
___________________
"Che cos'ho in comune con gli ebrei? Non ho neppure niente in comune con me stesso"
F.Kafka
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
Età : 44
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
ma credi nell'anima? o nella nozione della stessa?
riguardo al concetto tutto nasce dalla fine di un qualcosa che non possiamo accettare perchè troppo contrastante con l'essere. la vita è un paradosso, anzi no, la coscienza della vita lo è.
Penso Ros, che fino a prova contraria sia saggio dire che la nozione di anima sia una semplice credenza. Sia un semplice atto di fede: di volontà dal mio punto di vista. E volontà di rimediare a qualche cosa: alla drammaticità della morte ad esempio come ad altre cose non meno drammatiche. Credere che in qualche modo noi si sopravviva alla morte del nostro corpo è volontà di volerlo credere e basta. In sè è simile al voler credere che scrivere una cosa abbia un certo significato. E' anche questo un atto di fede, di volontà : il voler che un certo ente diventi altro. Ros per me a livello ontologico non c'è nessuna differenza.
Comune mortale- -------------
- Numero di messaggi : 523
Età : 71
Località : derry
Occupazione/Hobby : una laurea in filosofia ma faccio il cuoco
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
continuo a non comprendere la tua posizione comune mortale...Comune mortale ha scritto:ma credi nell'anima? o nella nozione della stessa?
riguardo al concetto tutto nasce dalla fine di un qualcosa che non possiamo accettare perchè troppo contrastante con l'essere. la vita è un paradosso, anzi no, la coscienza della vita lo è.
Penso Ros, che fino a prova contraria sia saggio dire che la nozione di anima sia una semplice credenza. Sia un semplice atto di fede: di volontà dal mio punto di vista. E volontà di rimediare a qualche cosa: alla drammaticità della morte ad esempio come ad altre cose non meno drammatiche. Credere che in qualche modo noi si sopravviva alla morte del nostro corpo è volontà di volerlo credere e basta. In sè è simile al voler credere che scrivere una cosa abbia un certo significato. E' anche questo un atto di fede, di volontà : il voler che un certo ente diventi altro. Ros per me a livello ontologico non c'è nessuna differenza.
se una posizione esiste...
___________________
"Che cos'ho in comune con gli ebrei? Non ho neppure niente in comune con me stesso"
F.Kafka
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
Età : 44
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
Comune mortale ha scritto:ma credi nell'anima? o nella nozione della stessa?
riguardo al concetto tutto nasce dalla fine di un qualcosa che non possiamo accettare perchè troppo contrastante con l'essere. la vita è un paradosso, anzi no, la coscienza della vita lo è.
Penso Ros, che fino a prova contraria sia saggio dire che la nozione di anima sia una semplice credenza. Sia un semplice atto di fede: di volontà dal mio punto di vista. E volontà di rimediare a qualche cosa: alla drammaticità della morte ad esempio come ad altre cose non meno drammatiche. Credere che in qualche modo noi si sopravviva alla morte del nostro corpo è volontà di volerlo credere e basta. In sè è simile al voler credere che scrivere una cosa abbia un certo significato. E' anche questo un atto di fede, di volontà : il voler che un certo ente diventi altro. Ros per me a livello ontologico non c'è nessuna differenza.
Beh si, non è chiara la tua posizione effettivamente
___________________
"(...)Fra queste altre forme di pratica sociale è in particolare la lotta di classe, nelle sue diverse forme, a esercitare una profonda influenza sullo sviluppo della conoscenza umana. Nella società divisa in classi, ogni individuo vive come membro di una determinata classe e ogni suo pensiero, senza eccezione, porta un'impronta di classe."
- 毛主席
Godless- -------------
- Numero di messaggi : 112
Località : Livorno
Occupazione/Hobby : Studente, musicista, coltivatore del Pensiero Critico...
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
La credenza che esista una cosa come l'anima è volonta. E' fede. E' volere in forza del volere che l'anima ci sia. Tuttavia la fede, la volontà possiede la stessa radice di un qualsiasi nostro atto quotidiano. Se io dico che questa che ora mi sta dinanzi è una penna, originariamente dico che questo ente, questo cio-che-è, questo òn, è penna, cioè è innanzitutto altro* rispetto a cio che nell'apparire si palesa. Cioè è il mio volere ( è fede ) che questo qualcosa, che questo òn, sia penna o che un determinato segno come " 1 " abbia un determinato significato. E' fede. E' volonta che vuole che le cose siano altro da quelle che appaiono, cosi come un credente vuole un determianto corpo abbia anima.
* Non è di per sè evidente che cio che mi appare come penna sia di per sè penna: agli occhi di un abitante di qualche villaggio africano potrebbe non essere cosi.
* Non è di per sè evidente che cio che mi appare come penna sia di per sè penna: agli occhi di un abitante di qualche villaggio africano potrebbe non essere cosi.
Comune mortale- -------------
- Numero di messaggi : 523
Età : 71
Località : derry
Occupazione/Hobby : una laurea in filosofia ma faccio il cuoco
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
Comune mortale ha scritto:La credenza che esista una cosa come l'anima è volonta. E' fede. E' volere in forza del volere che l'anima ci sia. Tuttavia la fede, la volontà possiede la stessa radice di un qualsiasi nostro atto quotidiano. Se io dico che questa che ora mi sta dinanzi è una penna, originariamente dico che questo ente, questo cio-che-è, questo òn, è penna, cioè è innanzitutto altro* rispetto a cio che nell'apparire si palesa. Cioè è il mio volere ( è fede ) che questo qualcosa, che questo òn, sia penna o che un determinato segno come " 1 " abbia un determinato significato. E' fede. E' volonta che vuole che le cose siano altro da quelle che appaiono, cosi come un credente vuole un determianto corpo abbia anima.
* Non è di per sè evidente che cio che mi appare come penna sia di per sè penna: agli occhi di un abitante di qualche villaggio africano potrebbe non essere cosi.
pienamente d'accordo...mi pare tra l'altro che sia il nodo focale del discorso che avevi messo tu del filosofo Severino... tutto è convenzione, la realtà stessa è atto di fede...
___________________
"Che cos'ho in comune con gli ebrei? Non ho neppure niente in comune con me stesso"
F.Kafka
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
Età : 44
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 12.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
Ciao, Ros. Alla viglia delle mie vacanze ti saluto con una riflessione che avessimo tempo (magari dove vado avrò la connessione, chissà) ci avrebbe animati in una accesissima discussione.
Se per anima si intende qualcosa di immateriale che esiste, credo che alla luce delle mie letture su relatività e soprattutto quantistica emerga sempre più netto il fatto che la materia sia assolutamente una illusione, o meglio, un livello descrittivo di una cosa che non è materia, ma che è materia ed energia insieme.
Da qui pensare che la coscienza, l'esistenza, ciò che ci circonda, non sottostiano alle regole di decadimento a cui è soggetta la materia che conosciamo(che conoscevamo) viene spontaneo.
In poche parole, vado sempre più convincendomi che
non c'è dualismo anima-corpo o pensiero-materia,
ma solo perchè corpo e materia NON esistono, sono solo livelli descrittivi (parametri, come l'asse delle x e delle y) per definire posizione o caratteristiche di una cosa che NON E' MATERIA come la conosciamo.
Facendo una citazione "L'universo comincia a sembrare
più simile ad un grande pensiero
che non a una grande macchina."
Le implicazioni della teoria della relatività e della quantistica sono tutte a favore
dello sviluppo di una nuova presa di coscienza, che indica chiaramente che ciò che
potremmo definire realtà è una proiezione mentale senza molto senso,
e che la relatività dell'osservatore e dello strumento di rilevazione diano il via
al "congelamento" (all'inizio di una coerenza).
Onde per cui, visto che per reale i materialisti hanno definito "qualcosa di universalmente tangibile", credo che per l'approccio materialista vecchio stampo le ore siano contate, se non finite,
a meno di non rinuciare all'etichetta di branco della scienza e rietichettarsi come "metafisica della materia".
Avremo tempo per discuterne al mio ritorno.
Ciao e a presto.
[/size]
Se per anima si intende qualcosa di immateriale che esiste, credo che alla luce delle mie letture su relatività e soprattutto quantistica emerga sempre più netto il fatto che la materia sia assolutamente una illusione, o meglio, un livello descrittivo di una cosa che non è materia, ma che è materia ed energia insieme.
Da qui pensare che la coscienza, l'esistenza, ciò che ci circonda, non sottostiano alle regole di decadimento a cui è soggetta la materia che conosciamo(che conoscevamo) viene spontaneo.
In poche parole, vado sempre più convincendomi che
non c'è dualismo anima-corpo o pensiero-materia,
ma solo perchè corpo e materia NON esistono, sono solo livelli descrittivi (parametri, come l'asse delle x e delle y) per definire posizione o caratteristiche di una cosa che NON E' MATERIA come la conosciamo.
Facendo una citazione "L'universo comincia a sembrare
più simile ad un grande pensiero
che non a una grande macchina."
Le implicazioni della teoria della relatività e della quantistica sono tutte a favore
dello sviluppo di una nuova presa di coscienza, che indica chiaramente che ciò che
potremmo definire realtà è una proiezione mentale senza molto senso,
e che la relatività dell'osservatore e dello strumento di rilevazione diano il via
al "congelamento" (all'inizio di una coerenza).
Onde per cui, visto che per reale i materialisti hanno definito "qualcosa di universalmente tangibile", credo che per l'approccio materialista vecchio stampo le ore siano contate, se non finite,
a meno di non rinuciare all'etichetta di branco della scienza e rietichettarsi come "metafisica della materia".
Avremo tempo per discuterne al mio ritorno.
Ciao e a presto.
[/size]
giamba- -------------
- Numero di messaggi : 78
Età : 60
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 18.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
ma la penna è un' oggetto composto da più parti che si chiama penna! e comunque la parola penna è il suono che si sa indicarlo per la maggioranza , la penna non esiste per volontà ma per osservazione poiché la volontà al massimo crea gesta da giudicare a mio avviso ..sono cose che vi son oe non nascono da volontà ...
Re: Sulla genesi dell'anima.
Per comune mortale: bandendo preliminarmente il concetto di anima in senso religioso(per non cadere in fraintendimenti), direi che è più un atto di fede credere nella materia "senza anima", ovvero senza attività
animata protesa al fatto che questo o quel pezzo di materia conservi le sue caratteristiche il più possibile.
Se osservi l'atomo, in senso materiale praticamente ha una massa risibile, il resto è "attività", vita.
Non c'è un solo sasso che non abbia vita.
Quando poi si giunge ad analizzare entità che analizzano, cioè uomini, cioè noi, la cosa è eclatante.
Perchè partire da un concetto così tortuoso come "la materia morta e statica",
addirittura la morte, quando l'unica cosa che osserviamo è vita e attività?
Perchè continuare a farlo nonostante si sia osservato che la materia è "attivita aggregativa" e basta, cioè energia? Perchè farlo anche dopo
Einstein?
Hai mai visto staticità, morte, ma vera, in qualcosa? E parlo di una staticità non apparente.
Noi leghiamo il concetto di morte, che è un ipotesi sul futuro dell'universo,
alla morte della nostra individualità, che è, quest'ultima, un' esigenza
organizzativa: noi percepiamo la nostra individualità e passiamo la vita a salvaguardarla, grazie a questa ferrea intenzione salviamo una continuazione di un certo sistema di cose, una macro struttura, che potrebbe essere chiamata "la storia dell'uomo" o altre cose "materialmente" astratte ma
piene di "senso" per noi.
Lo so, divento poco leggibile, scrivo di getto, non è ia intenzione confondere le carte per difendere le mie posizioni.
Che esista una sospetta "intenzionalità" nelle cose che ci circondano, nelle leggi naturali, nelle condizioni fondamentali alla base della vita ad un ateo dovrebbe far non credere in un dio ma riesaminare il concetto di vita e soprattutto di morte.
Da un punto di vista materialista viviamo in una situazione paradossale, in cui una singolarità (Big Bang) ha una probabilità di esssere praticamente nulla, eppure la più credibile.
Non sarebbe più semplice cominciare ad ammettere che si possa ragionare in termini di "tutto è intenzionale, l'intenzionalità è in tutte le cose, come lo spin", in pratica supponendo che la "non intenzionalità" sia un semplice difetto mentale nostro, un'astrazione?
Continuo a dire che molte risposte secondo me vanno cercate nelle leggi della quantistica e nella teoria dei multiversi, molti fisici ormai abbandonano l'interprtzione di Copenaghen in favore della TMM (di Everett e altri).
In poche parole, il principio di non località (straconfermato, anche al Cern)
l'indeterminazione di Heisenberg, la struttura dell'atomo, sono tutte cose che potrebbero, se non dovrebbero, far pensare all'universo come cosa tutt'altro che statica, intrisa di un attività comune , una animazione universale, energia, , e soprattutto, dovrebbero far meditare sul fatto che l'atteggiamento puramente materialista è da scartare, a meno di attacarcisi con le unghie, come appunto si fa con un atto di fede.
animata protesa al fatto che questo o quel pezzo di materia conservi le sue caratteristiche il più possibile.
Se osservi l'atomo, in senso materiale praticamente ha una massa risibile, il resto è "attività", vita.
Non c'è un solo sasso che non abbia vita.
Quando poi si giunge ad analizzare entità che analizzano, cioè uomini, cioè noi, la cosa è eclatante.
Perchè partire da un concetto così tortuoso come "la materia morta e statica",
addirittura la morte, quando l'unica cosa che osserviamo è vita e attività?
Perchè continuare a farlo nonostante si sia osservato che la materia è "attivita aggregativa" e basta, cioè energia? Perchè farlo anche dopo
Einstein?
Hai mai visto staticità, morte, ma vera, in qualcosa? E parlo di una staticità non apparente.
Noi leghiamo il concetto di morte, che è un ipotesi sul futuro dell'universo,
alla morte della nostra individualità, che è, quest'ultima, un' esigenza
organizzativa: noi percepiamo la nostra individualità e passiamo la vita a salvaguardarla, grazie a questa ferrea intenzione salviamo una continuazione di un certo sistema di cose, una macro struttura, che potrebbe essere chiamata "la storia dell'uomo" o altre cose "materialmente" astratte ma
piene di "senso" per noi.
Lo so, divento poco leggibile, scrivo di getto, non è ia intenzione confondere le carte per difendere le mie posizioni.
Che esista una sospetta "intenzionalità" nelle cose che ci circondano, nelle leggi naturali, nelle condizioni fondamentali alla base della vita ad un ateo dovrebbe far non credere in un dio ma riesaminare il concetto di vita e soprattutto di morte.
Da un punto di vista materialista viviamo in una situazione paradossale, in cui una singolarità (Big Bang) ha una probabilità di esssere praticamente nulla, eppure la più credibile.
Non sarebbe più semplice cominciare ad ammettere che si possa ragionare in termini di "tutto è intenzionale, l'intenzionalità è in tutte le cose, come lo spin", in pratica supponendo che la "non intenzionalità" sia un semplice difetto mentale nostro, un'astrazione?
Continuo a dire che molte risposte secondo me vanno cercate nelle leggi della quantistica e nella teoria dei multiversi, molti fisici ormai abbandonano l'interprtzione di Copenaghen in favore della TMM (di Everett e altri).
In poche parole, il principio di non località (straconfermato, anche al Cern)
l'indeterminazione di Heisenberg, la struttura dell'atomo, sono tutte cose che potrebbero, se non dovrebbero, far pensare all'universo come cosa tutt'altro che statica, intrisa di un attività comune , una animazione universale, energia, , e soprattutto, dovrebbero far meditare sul fatto che l'atteggiamento puramente materialista è da scartare, a meno di attacarcisi con le unghie, come appunto si fa con un atto di fede.
Ultima modifica di giamba il Gio 6 Ago 2009 - 2:29 - modificato 1 volta.
giamba- -------------
- Numero di messaggi : 78
Età : 60
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 18.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
In tutta sintesi, studiare il mondo scartando la materia e studiando l'energia, tout court, considerando la materia solo una delle tante proiezioni dell'energia,
un livello descrittivo dell'energia, un parametro dell'energia.
Per tutto questo non c'è bisogno di nessun dio e di nessuna fede materialista.
C'è solo bisogno di correggere il tiro dei nostri studi e nostre filosofie sorpassate.
un livello descrittivo dell'energia, un parametro dell'energia.
Per tutto questo non c'è bisogno di nessun dio e di nessuna fede materialista.
C'è solo bisogno di correggere il tiro dei nostri studi e nostre filosofie sorpassate.
giamba- -------------
- Numero di messaggi : 78
Età : 60
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 18.11.08
Re: Sulla genesi dell'anima.
....Perchè partire da un concetto così tortuoso come "la materia morta e statica",
addirittura la morte, quando l'unica cosa che osserviamo è vita e attività?
Perchè continuare a farlo nonostante si sia osservato che la materia è "attivita aggregativa" e basta, cioè energia? Perchè farlo anche dopo
Einstein?
Che la materia sia energia è qualcosa di per sè evidente ? A me pare di no, nel senso che è grazie all'osservazione mediata dall'apparato scientifico-tecnologico che è cosi ...in ultima analisi è fede che certe osservazioni significano certe altre cose !
(...)
In poche parole, il principio di non località (straconfermato, anche al Cern)
l'indeterminazione di Heisenberg, la struttura dell'atomo, sono tutte cose che potrebbero, se non dovrebbero, far pensare all'universo come cosa tutt'altro che statica, intrisa di un attività comune , una animazione universale, energia, , e soprattutto, dovrebbero far meditare sul fatto che l'atteggiamento puramente materialista è da scartare, a meno di attacarcisi con le unghie, come appunto si fa con un atto di fede.
Daccapo: queste cose non sono di per sè evidenti...sono l'esercizio di una volontà che vuole appunto che certe osservaziono significano cert'altre cose...la fede di cui parlo è questa ed è comune al dire scientifico quanto a quello religioso...
Comune mortale- -------------
- Numero di messaggi : 523
Età : 71
Località : derry
Occupazione/Hobby : una laurea in filosofia ma faccio il cuoco
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Argomenti simili
» Codice Genesi
» Genesi e Dinosauri
» La Scienza contraddice la Genesi ?
» la creazione dell'universo e la Genesi
» La complessità irriducibile nella genesi dei tumori
» Genesi e Dinosauri
» La Scienza contraddice la Genesi ?
» la creazione dell'universo e la Genesi
» La complessità irriducibile nella genesi dei tumori
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Oggi alle 14:32 Da Minsky
» Apple Vs Samsung
Lun 11 Nov 2024 - 21:11 Da Rasputin
» Smartphone o dumbphone? C'è ancora chi lo rifiuta?
Lun 11 Nov 2024 - 21:10 Da Rasputin
» L'Albo dei Grandi dell'Umanità
Mar 5 Nov 2024 - 18:54 Da Rasputin
» Mi Maometto di traverso. Notizie dall'islam
Lun 4 Nov 2024 - 22:10 Da Rasputin
» Contante al bando "Costa troppo e favorisce l'evasione"
Mer 30 Ott 2024 - 19:32 Da Rasputin
» Estinzione del "Partito Democratico"
Dom 27 Ott 2024 - 17:42 Da marisella
» "Salutava sempre"
Sab 26 Ott 2024 - 18:23 Da Rasputin
» Kona 2015-2024
Ven 25 Ott 2024 - 23:41 Da Rasputin
» Linux e dintorni
Mer 23 Ott 2024 - 20:08 Da SergioAD
» prove e conseguenze del riscaldamento globale di origine antropica
Lun 21 Ott 2024 - 22:40 Da Rasputin
» citazioni dei forumisti e di personaggi famosi
Lun 21 Ott 2024 - 11:56 Da Minsky
» La Sindone dei Morti Viventi
Sab 19 Ott 2024 - 16:44 Da Minsky
» Pandemia di Sars-CoV-2 (III parte)
Sab 12 Ott 2024 - 22:55 Da Rasputin
» Inspecteur Jacques Clouseau
Mer 9 Ott 2024 - 20:52 Da Rasputin
» SLOGAN contro la religione
Lun 7 Ott 2024 - 12:10 Da Rasputin
» Bestemmie in allegria
Lun 7 Ott 2024 - 11:20 Da Rasputin
» Ritagli di giornale
Sab 5 Ott 2024 - 22:24 Da Rasputin
» Jokes - jokes - jokes (II parte)
Sab 5 Ott 2024 - 22:13 Da Rasputin
» Papa
Ven 4 Ott 2024 - 12:37 Da Minsky