Che cosa è la merda
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Che cosa è la merda
bè...in realtà tutti credono in qualcosa.
Tutti agiscono, si muovono e pensano a partire da una visione della vita e da una visione di bene e male.
Anche tu.
L'ignoranza diffusa porta a credere che la religione sia solo quella dei preti e dei teologi che parlano di dio: siano essi ebrei, cristiani o musulmani.
In realtà la religione è una visione della vita e dell'uomo. E, quindi, anche se tu rifiuti le religioni tradizionali, ciò non significa che tu non sia mosso da una visione religiosa.
Tu ti muovi, pensi e agisci in base alla tua personale religione.
Allora, caro Minsky, il punto non è se essere credenti in una religione tradizionale o meno.
Il punto è: tu, in quale religione credi?
Cioè: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui? E le relazioni tra individui e natura?
Ecco...vedrai che se ci pensi bene riuscirai a dare forma alla tua religione.
E poi ci dirai anche chi è il tuo totem e che forma ha.
In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
Tutti agiscono, si muovono e pensano a partire da una visione della vita e da una visione di bene e male.
Anche tu.
L'ignoranza diffusa porta a credere che la religione sia solo quella dei preti e dei teologi che parlano di dio: siano essi ebrei, cristiani o musulmani.
In realtà la religione è una visione della vita e dell'uomo. E, quindi, anche se tu rifiuti le religioni tradizionali, ciò non significa che tu non sia mosso da una visione religiosa.
Tu ti muovi, pensi e agisci in base alla tua personale religione.
Allora, caro Minsky, il punto non è se essere credenti in una religione tradizionale o meno.
Il punto è: tu, in quale religione credi?
Cioè: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui? E le relazioni tra individui e natura?
Ecco...vedrai che se ci pensi bene riuscirai a dare forma alla tua religione.
E poi ci dirai anche chi è il tuo totem e che forma ha.
In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
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Che cosa è la religione
Probabilmente non ti accorgi nemmeno che finché continui a ripetere a nastro questa palla delle convinzioni imbrigli anche te stesso nella rete degli autoasseverati creduli
O non te ne accorgi?
O credi di esimerti dall'avere tutte le false convinzioni che solamente i confusi del tuo rango si possono permettere?
O non te ne accorgi?
O credi di esimerti dall'avere tutte le false convinzioni che solamente i confusi del tuo rango si possono permettere?
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Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
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Che cosa è la religione.
Tutti agiscono, si muovono e pensano a partire da una visione della vita e da una visione di bene e male.
Cioè da un proprio personale punto di vista: sull'uomo, sulla realtà, sui rapporti interpersonali.
Anche tu.
L'ignoranza diffusa porta a credere che la religione sia solo quella dei preti e dei teologi che parlano di dio: siano essi ebrei, cristiani o musulmani.
In realtà la religione è una visione della vita e dell'uomo. E, quindi, anche se tu rifiuti le religioni tradizionali, ciò non significa che tu non sia mosso da una visione religiosa.
Tu ti muovi, pensi e agisci in base alla tua personale religione.
Allora il punto non è se essere credenti o meno.
Poichè tutti credono nella propria personale visione della vita.
Il punto è: tu, in quale religione credi?
Cioè quali risposte hai dato alle domande: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società? E le relazioni tra individui e natura?
Ecco...vedrai che se ci pensi bene riuscirai a razionalizzare e dare forma alla tua religione.
E riuscirai anche ad esprimerla attraverso un pensiero compiuto che abbia un minimo di logica.
E poi ci dirai anche chi è il tuo totem e che forma ha.
In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
Cioè da un proprio personale punto di vista: sull'uomo, sulla realtà, sui rapporti interpersonali.
Anche tu.
L'ignoranza diffusa porta a credere che la religione sia solo quella dei preti e dei teologi che parlano di dio: siano essi ebrei, cristiani o musulmani.
In realtà la religione è una visione della vita e dell'uomo. E, quindi, anche se tu rifiuti le religioni tradizionali, ciò non significa che tu non sia mosso da una visione religiosa.
Tu ti muovi, pensi e agisci in base alla tua personale religione.
Allora il punto non è se essere credenti o meno.
Poichè tutti credono nella propria personale visione della vita.
Il punto è: tu, in quale religione credi?
Cioè quali risposte hai dato alle domande: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società? E le relazioni tra individui e natura?
Ecco...vedrai che se ci pensi bene riuscirai a razionalizzare e dare forma alla tua religione.
E riuscirai anche ad esprimerla attraverso un pensiero compiuto che abbia un minimo di logica.
E poi ci dirai anche chi è il tuo totem e che forma ha.
In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
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Re: Che cosa è la merda
Lui è esente da una visione delle cose corroborata dalle convinzioni, vero?
Si crede un noumeno, è un credulo della peggior specie
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Grazie
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Re: Che cosa è la merda
xmanx ha scritto:Tutti agiscono, si muovono e pensano a partire da una visione della vita e da una visione di bene e male.
Cioè da un proprio personale punto di vista: sull'uomo, sulla realtà, sui rapporti interpersonali.
Anche tu.
L'ignoranza diffusa porta a credere che la religione sia solo quella dei preti e dei teologi che parlano di dio: siano essi ebrei, cristiani o musulmani.
In realtà la religione è una visione della vita e dell'uomo. E, quindi, anche se tu rifiuti le religioni tradizionali e il "concetto di dio", ciò non significa che tu non sia mosso da una visione religiosa.
Tu ti muovi, pensi e agisci in base alla tua personale religione.
Allora il punto non è se essere credenti o meno.
Poichè tutti credono nella propria personale visione della vita.
Il punto è: tu, in quale religione credi?
Cioè quali risposte hai dato alle domande: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società? E le relazioni tra individui e natura?
Ecco...vedrai che se ci pensi bene riuscirai a razionalizzare e dare forma alla tua religione.
E riuscirai anche ad esprimerla attraverso un pensiero compiuto che abbia un minimo di logica.
E poi ci dirai anche chi è il tuo totem e che forma ha.
In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
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Re: Che cosa è la merda
Ho sentito dire che a Parigi c'era un famoso commerciante e buon uomo che si chiamava Giannotto di Civignì, molto leale e onesto, sempre impegnato nei suoi traffici di stoffe. Aveva una singolare amicizia con un ricchissimo ebreo chiamato Abraam, anche lui commerciante e anche lui leale e onesto. Vedendo la sua lealtà e la sua onestà, a Giannotto cominciò a dispiacere molto che l'anima di un uomo così saggio e buono si perdesse per mancanza di fede. E per questo, amichevolmente, lo cominciò a pregare perché lasciasse gli errori dell'ebraismo e tornasse alla verità cristiana che, come poteva vedere, siccome era una verità santa e giusta, prosperava e cresceva, mentre la sua, al contrario, diventava sempre meno diffusa.
L'ebreo rispondeva che non giudicava né buona né santa nessuna religione diversa da quella giudaica, che in quella era nato e in quella intendeva vivere e morire. Né c'era cosa che potesse fargli cambiare idea. Giannotto però non desistette per questo e passati, un po' di giorni, gli ripeté discorsi del genere, mostrandogli, un po' rozzamente come i mercanti sanno fare, per quali ragioni la nostra religione era migliore della sua. E nonostante fosse gran maestro nella legge giudaica, forse per la grande amicizia che lo legava a Giannotto, o forse perché lo Spirito Santo pone le parole giuste anche sulla lingua dell'uomo rozzo, all'ebreo le dimostrazioni di Giannotto cominciarono a piacere parecchio. Tuttavia, ostinato nelle sue convinzioni, non si lasciava convincere.
Come lui ostinatamente non cambiava opinione, altrettanto Giannotto non smetteva di insistere, cosicché l'ebreo, vinto da tanta insistenza, disse: -Ecco Giannotto, tu vorresti che io diventassi cristiano e io sono disposto a farlo così tanto seriamente che voglio prima andare a Roma.
Qui voglio vedere il vicario di Dio in terra, riflettere sul suo comportamento e i suoi costumi, osservare i suoi fratelli cardinali; se mi sembreranno tali che io possa per quelli e per le tue parole convincermi che la vostra fede sia migliore della mia, come tu ti ostini a dimostrarmi, allora farò quello che ti ho detto. Se non fosse così, allora rimarrò ebreo come sono. Quando Giannotto sentì queste parole ci rimase assai male, pensando fra sé e sé:
- La mia fatica, che mi sembrava ben impiegata, è stata sprecata, perché se va alla corte di Roma e vede la vita scellerata e corrotta dei chierici, non solo da ebreo non si farà cristiano, ma, se fosse già convertito al cristianesimo, senza dubbio ritornerebbe ebreo. Quindi, rivolto ad Abraam disse:
- Amico mio, perché vuoi affrontare la fatica e la grande spesa di andare da qui a Roma? Senza contare che, per un uomo ricco come te, per mare e per terra è pieno di pericoli. Non credi di poter trovare qui chi ti dia il Battesimo? E se hai dubbi intorno alla fede che io cerco di dimostrarti, dove puoi trovare maestri migliori di quelli che son qui, che possano rispondere a quello che tu vorrai domandare?
Per questo penso che la tua partenza sia inutile. Considera che i là i prelati son tali e quali a quelli che hai potuto vedere e vedi qua e forse ancora migliori in quanto più vicini al pastore principale. E perciò, questa fatica, ascolta il mio consiglio, puoi farla un'altra volta, per chiedere un perdono, e magari in quell'occasione ti terrò compagnia.
Gli rispose l'ebreo:
- Io credo, Giannotto, che sia così come tu mi dici, ma, per farla breve, io sono assolutamente (se vuoi che faccia quello di cui mi hai tanto pregato) disposto ad andarci, o altrimenti non se ne farà nulla.
Giannotto, vedendo la sua decisione, disse:
- E allora va', con buona fortuna! pur pensando che non si sarebbe mai fatto cristiano dopo aver visto la corte di Roma: ma non avendo niente da perdere lo lasciò andare.
Il giudeo montò a cavallo e velocemente se ne andò a Roma dove, una volta arrivato, fu accolto da altri giudei. E abitando qui, senza dire a nessuno il motivo per cui era andato, con cautela cominciò a osservare al comportamento del Papa e dei cardinali e degli altri prelati e di tutti i cortigiani.
Essendo un uomo molto avveduto, egli si accorse subito che dal primo all'ultimo, tutti loro peccavano gravemente di lussuria, e non solo naturale, ma anche sodomitica, senza alcun freno, rimorso o vergogna. Oltre a questo erano tutti golosi, bevitori, ubriaconi, pronti a seguire più i richiami del ventre che di ogni altra cosa.
Guardando con maggiore attenzione li vide poi tutti avari e cupidi, e queste cose, insieme con altre che è meglio tacere, lo convinsero che era meglio tornare a Parigi: e così fece.
Non appena Giannotto seppe che l'amico era tornato, non sperando minimamente che nel frattempo si fosse convinto a diventar cristiano, fece gran festa insieme con lui; e, passato qualche giorno, gli domandò cosa pensasse del Santo Padre e dei cardinali.
Il giudeo gli rispose:
- Ne penso tutto il male possibile, che dio li fulmini! Io non ho visto Roma nessuna santità, nessuna devozione, nessuna opera buona o esempio di vita: ma solo lussuria, avarizia e golosità, frode, invidia, superbia e cose simili e anche peggiori (se ce ne possono essere di peggiori!). E, per quello che ho visto io, mi pare che il vostro Pastore si dia molto da fare per cacciare dal mondo la religione cristiana invece di sostenerla come dovrebbe!
Ma visto che io non vedo avverarsi quello che loro sembrano cercare, ma anzi, nonostante loro, la vostra religione cresce e diventa sempre più luminosa e chiara, evidentemente lo Spirito Santo è davvero il fondamento di essa, e la rende più vera e più santa di ogni altra!
Per questo, mentre prima non volevo convertirmi al cristianesimo, ora, molto francamente, ti dico che per nessuna cosa al mondo rinuncerei a diventare cristiano. Andiamo dunque in chiesa: e qui, secondo il costume della vostra santa fede mi farò battezzare.
Giannotto, che si aspettava una conclusione ben diversa, a queste parole fu l'uomo più felice del mondo e, andatosene con lui nella chiesa di Nostra Dama di Parigi richiese ai chierici di là dentro che ad Abraam fosse dato il battesimo. E così avvenne. E in seguito Abraam fu ammaestrato alla nostra fede e poi fu uomo buono e valente per tutta la vita.
L'ebreo rispondeva che non giudicava né buona né santa nessuna religione diversa da quella giudaica, che in quella era nato e in quella intendeva vivere e morire. Né c'era cosa che potesse fargli cambiare idea. Giannotto però non desistette per questo e passati, un po' di giorni, gli ripeté discorsi del genere, mostrandogli, un po' rozzamente come i mercanti sanno fare, per quali ragioni la nostra religione era migliore della sua. E nonostante fosse gran maestro nella legge giudaica, forse per la grande amicizia che lo legava a Giannotto, o forse perché lo Spirito Santo pone le parole giuste anche sulla lingua dell'uomo rozzo, all'ebreo le dimostrazioni di Giannotto cominciarono a piacere parecchio. Tuttavia, ostinato nelle sue convinzioni, non si lasciava convincere.
Come lui ostinatamente non cambiava opinione, altrettanto Giannotto non smetteva di insistere, cosicché l'ebreo, vinto da tanta insistenza, disse: -Ecco Giannotto, tu vorresti che io diventassi cristiano e io sono disposto a farlo così tanto seriamente che voglio prima andare a Roma.
Qui voglio vedere il vicario di Dio in terra, riflettere sul suo comportamento e i suoi costumi, osservare i suoi fratelli cardinali; se mi sembreranno tali che io possa per quelli e per le tue parole convincermi che la vostra fede sia migliore della mia, come tu ti ostini a dimostrarmi, allora farò quello che ti ho detto. Se non fosse così, allora rimarrò ebreo come sono. Quando Giannotto sentì queste parole ci rimase assai male, pensando fra sé e sé:
- La mia fatica, che mi sembrava ben impiegata, è stata sprecata, perché se va alla corte di Roma e vede la vita scellerata e corrotta dei chierici, non solo da ebreo non si farà cristiano, ma, se fosse già convertito al cristianesimo, senza dubbio ritornerebbe ebreo. Quindi, rivolto ad Abraam disse:
- Amico mio, perché vuoi affrontare la fatica e la grande spesa di andare da qui a Roma? Senza contare che, per un uomo ricco come te, per mare e per terra è pieno di pericoli. Non credi di poter trovare qui chi ti dia il Battesimo? E se hai dubbi intorno alla fede che io cerco di dimostrarti, dove puoi trovare maestri migliori di quelli che son qui, che possano rispondere a quello che tu vorrai domandare?
Per questo penso che la tua partenza sia inutile. Considera che i là i prelati son tali e quali a quelli che hai potuto vedere e vedi qua e forse ancora migliori in quanto più vicini al pastore principale. E perciò, questa fatica, ascolta il mio consiglio, puoi farla un'altra volta, per chiedere un perdono, e magari in quell'occasione ti terrò compagnia.
Gli rispose l'ebreo:
- Io credo, Giannotto, che sia così come tu mi dici, ma, per farla breve, io sono assolutamente (se vuoi che faccia quello di cui mi hai tanto pregato) disposto ad andarci, o altrimenti non se ne farà nulla.
Giannotto, vedendo la sua decisione, disse:
- E allora va', con buona fortuna! pur pensando che non si sarebbe mai fatto cristiano dopo aver visto la corte di Roma: ma non avendo niente da perdere lo lasciò andare.
Il giudeo montò a cavallo e velocemente se ne andò a Roma dove, una volta arrivato, fu accolto da altri giudei. E abitando qui, senza dire a nessuno il motivo per cui era andato, con cautela cominciò a osservare al comportamento del Papa e dei cardinali e degli altri prelati e di tutti i cortigiani.
Essendo un uomo molto avveduto, egli si accorse subito che dal primo all'ultimo, tutti loro peccavano gravemente di lussuria, e non solo naturale, ma anche sodomitica, senza alcun freno, rimorso o vergogna. Oltre a questo erano tutti golosi, bevitori, ubriaconi, pronti a seguire più i richiami del ventre che di ogni altra cosa.
Guardando con maggiore attenzione li vide poi tutti avari e cupidi, e queste cose, insieme con altre che è meglio tacere, lo convinsero che era meglio tornare a Parigi: e così fece.
Non appena Giannotto seppe che l'amico era tornato, non sperando minimamente che nel frattempo si fosse convinto a diventar cristiano, fece gran festa insieme con lui; e, passato qualche giorno, gli domandò cosa pensasse del Santo Padre e dei cardinali.
Il giudeo gli rispose:
- Ne penso tutto il male possibile, che dio li fulmini! Io non ho visto Roma nessuna santità, nessuna devozione, nessuna opera buona o esempio di vita: ma solo lussuria, avarizia e golosità, frode, invidia, superbia e cose simili e anche peggiori (se ce ne possono essere di peggiori!). E, per quello che ho visto io, mi pare che il vostro Pastore si dia molto da fare per cacciare dal mondo la religione cristiana invece di sostenerla come dovrebbe!
Ma visto che io non vedo avverarsi quello che loro sembrano cercare, ma anzi, nonostante loro, la vostra religione cresce e diventa sempre più luminosa e chiara, evidentemente lo Spirito Santo è davvero il fondamento di essa, e la rende più vera e più santa di ogni altra!
Per questo, mentre prima non volevo convertirmi al cristianesimo, ora, molto francamente, ti dico che per nessuna cosa al mondo rinuncerei a diventare cristiano. Andiamo dunque in chiesa: e qui, secondo il costume della vostra santa fede mi farò battezzare.
Giannotto, che si aspettava una conclusione ben diversa, a queste parole fu l'uomo più felice del mondo e, andatosene con lui nella chiesa di Nostra Dama di Parigi richiese ai chierici di là dentro che ad Abraam fosse dato il battesimo. E così avvenne. E in seguito Abraam fu ammaestrato alla nostra fede e poi fu uomo buono e valente per tutta la vita.
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Re: Che cosa è la merda
terl ha scritto:...
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Re: Che cosa è la merda
xmanx ha scritto:
In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
Non infantile. Semplice. È diverso.
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Re: Che cosa è la merda
xmanx ha scritto:In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
- Spoiler:
- The Argument From Non-Cognitivism
What then, brethren, shall we say of God? For if thou hast been able to understand what thou wouldest say, it is not God. If thou hast been able to comprehend it, thou hast comprehended something else instead of God. If thou hast been able to comprehend him as thou thinkest, by so thinking thou hast deceived thyself. This then is not God, if thou hast comprehended it; but if this be God, thou has not comprehended it.
—St. Augustine
Introduction
Preliminary Observations: God-Concepts And Divine Attributes
God-Belief And Evidence
The Nature Of The Sub-Arguments
The Specificity Theory Of Meaning
The Argument From The Meaninglessness Of The God-Concept
Via Negativa
Further Objections
The Weak-Atheist/Strong-Atheist Distinction
On The Impossibility Of A Definition
The Scope Of The Argument
Conclusion
I. Introduction
The meaningfulness of religious discourse has been a familiar subject of debate for many years. Many noted intellectuals1 have discussed and debated the subject at length in attempts to refute or defend developing arguments. Although some of these writers have considered the dispute on a lesser and somewhat dissimilar level than shall be presented in this case, the fact remains that from its origins the Argument From Non-Cognitivism (hereafter the ANC) has stood as a significant threat to the theistic position.
The argument itself (as will be presented in this article) may be generally formalized as follows2:
There are three attributes of existants which concern us particularly, these being:
Primary Attributes
Secondary Attributes
Relational Attributes.
B as well as C are dependent upon and must be related to an existant’s A in order to be considered meaningful.
The term “God” lacks a positively identified A.
Because of this, the term “God” holds no justified A, B, or C. (From 2)
However, an attribute-less term (a term lacking A, B, and C) is meaningless.
Therefore, the term “God” is meaningless. (From 3, 4, 5)
Therefore, the god-concept is invalid.
In this presentation, it shall be demonstrated that the ANC can actually provide a compelling case for the Strong-Atheistic position when considered from the intended approach held to in this article. It shall be shown that to say, “A God exists” insofar as it attempts to construct itself as a proposition is false because the term “God” does not refer to an actual concept3, and therefore to posit such a statement supposing that it does and that this referent exists in reality as something is an untrue positive declaration.
Finally, a discussion on the Strong/Weak-Atheist distinction will be considered, discussing what conclusion should be made due to the meaninglessness of religious discourse. The Strong-Atheistic position will be here justified supposing the validity of the ANC, as this stance may view the term “God” solely from the position of it being a meaningless term, and not as a possible existant or instantiation. To even posit that, “A ‘God’ might exist, however improbable” would be to consider the term as meaningful from this particular approach – a view that shall be argued here as a false assumption.
II. Preliminary Observations: God-Concepts And Divine Attributes
Prior to laying the foundations for this argument, it is necessary to first understand the scope of what this presentation claims in regards to religious discourse as meaningless. As both Nielsen and Martin have observed, to say that the ANC could apply to all god-concepts is false.
Martin explains Nielsen’s position to us as follows4:
...Nielsen does not maintain that all religious discourse is factually meaningless. For example, he says that the unsophisticated discourse of believers in an anthropomorphic God is not meaningless; it is merely false. Consider the view that God is a large and powerful spatial-temporal entity that resides somewhere in the sky. A sentence expressing this is not factually meaningless. We understand what it means and, according to Nielsen, know in the light of the evidence that the statement it expresses is false. What troubles Nielsen is the discourse of the sophisticated believer who says, for example, that God transcends space and time, has no body, and yet performs actions that affect things in space and time…
It has been disputed as to whether or not a spatial-temporal God has been really disproven in modern day, but those who would dispute such are a minority, and usually only seem interested in their dispute due to the desire to avoid any intellectual laziness. Examples such as Greek and Babylonian mythology are, however, considered as out-dated, and will be treated as such. Thus, we must agree with Nielsen’s point. The primitive god-concepts of the past are not to be held as meaningless, but false. Rather, one must question the modern, more sophisticated conceptions of the term “God”—a particular subject that has been devoted attention by numerous intellectuals5.
Further, there have been numerous observances within the philosophy of religion on the matter of “God” ’s secondary and relational traits, inquiring as to what the theist means when he asserts that “God” has such particular capacities—i.e. how these characteristics relate themselves to “God” ’s metaphysical identity. For example, Sidney Hook writes6:
...The reflective believer in God knows that the epithet ‘person’ or ‘father’ cannot be literally applied to God, that God isn’t a person like other persons or a father like other fathers. Nonetheless he finds no difficulty in praying to ‘Our Father in Heaven’. He would, however, deem it singularly inappropriate for anyone to refer to God in prayer as ‘Our Nephew In Heaven’. Why?
Michael Martin also supports Hook’s observances, noting7:
In the first place, when terms like “is loving”, “is forgiving”, and “brings about” are applied to God, they seem to mean something very different from what they mean when they are applied to human beings. For example, when we speak of a mother as being loving, we are referring in part to her behavior, and in particular the way she responds to her children. When we say that Jones brought about a fire, we are referring to certain of his bodily actions, such as his carelessly throwing a match onto a pile of paper. But when we say God is loving or God brought about a miracle, we cannot be referring to the behavior or bodily action of God, for He has no body.
Finally, George Smith comments8:
All of the supposedly positive qualities of God arise in a distinctively human context of finite existence, and when wrenched from this context to apply to a supernatural being, they cease to have meaning.
It is consequently this modern conception of God, particularly in the Abrahamic sense of the word, that this article will be concerned with questioning. There are a large number of attributes commonly applied to this specific god-concept, the term “God” being something which is:
A: Perfect G: Personal
B: Immutable H: Creator
C: Transcendent I: All-Loving
D: Immaterial J: All-Just
E: All-Knowing K: All-Merciful
F: All-Powerful
It is of course recognized that not all interpretations of this modern conception of “God” need include all the attributes of A—K. Some may view “God” as simply being C—H or A—H or only C, D, and H. This is accepted, and will not be problematic for the argument.
In summary, we have seen thus far that it has been particularly the modern view of “God” that has become problematic to certain philosophers, with the god-concepts of the past being merely rejected as false. We have also seen that the attributes commonly applied to the modern view of “God” (e.g. “person”, “father”, etc.) are not meant to be applied in their usual meaning. So what, precisely, does the theist mean when he says these things? And, we shall further question, how can they be justified?
With this purpose in mind, we can continue with establishing the foundations for the Argument from Non-Cognitivism.
III. God-Belief And Evidence
A prerequisite of considering the ANC is the recognizing of a distinction between two methods of upholding god-belief as concerned with the evidence supporting the theistic position. It is not argued here that the two methods are dissimilar to each other in regards to the actual belief itself9 (all theists believe in “God”, obviously), but rather is it shown that the way by which individuals hold to their belief in a deity as concerned with the epistemic justifications for their position may be recognized as differing in two assorted methods.
I will apply the following titles to said methods:
1. Maintained God-Belief (MGB)
This method by which the theist upholds their belief in “God” is by way of their acceptance of the existence of that deity as a starting point—or as an initial premise, and then looking to or observing the reality around them and attempting to point to certain facts about the environment or universe which might provide as evidence toward justifying such belief.
2. Obtained God-Belief (OGB)
This second method is the opposite of the first. Instead of accepting belief in a deity as a starting point, the individual first looks to their surroundings and, feeling that their observances require a particular explanation, apply the term “God” as a title to an hypothesis, consequently holding to “God” as a conclusion. Instances of this are definitions of “God” as being, “whatever that is which created the universe”, or “whatever that is which provides design to the universe”—(observing classical apologetics10).
The reader might ask as to why such a distinction deserves recognition. Why should we care that these two methods exist? The recognizing of these apologetical methods is significant in a number of ways, and not limited only to this argument. Firstly, it can be said to have contributed to the rise of the current Presuppositionalism vs. Evidentialism debate, although certain arguments in that particular arena are dissimilar to the point.
It is written in presuppositionalist literature, however, that while “God” is necessarily a foundation for knowledge claims, one may still point to particular aspects of the universe in an attempt to show that god-belief is truly the best fitting as the explanation, in accordance with the MGB method recognized above.
It may be the evidentialist’s claim, however, that one can certainly maintain epistemic autonomy (i.e. the view that the human mind is the final criterion for assessing truth-claims) and observe the universe themselves first, coming to a conclusion of God, rather than using god-belief as a starting point. This is in accordance with the OGB method.
The relevance of this distinction as concerned with the Argument From Non-Cognitivism, however, is that the Strong-Atheist’s case itself presents two sub-arguments, which attempt to address both of these apologetical methods of theism. These two sub-arguments I will call (1) Definition-Based Non-Cognitivism; and (2) Process-Based Non-Cognitivism. The approach of these two cases argues for the meaninglessness of the god-concept as a whole.
IV. The Nature Of The Sub-Arguments
A. Maintained God-Belief And Definition-Based Non-Cognitivism
As observed, MGB is a method of upholding god-belief by which the theist first assumes or begins with the existence of God, and then points to various features of the universe and/or necessary features of human understanding as evidences that justify such belief. The question that arises from the ANC, however, is: “What is God that such features are evidences of its existence?”
It is important to note that the question is particularly, “What is God?”, rather than inquiring as to the capacities, actions, or character traits of such a thing. The inquiry posed by the ANC demands a comprehensive presentation of the identity of whatever that is which the theist is asserting. This is necessary for two reasons:
Firstly, if one were to say that, “The dress is beautiful”, and I were to respond by asking, “What is a dress?”—it would hardly be a help to me for that individual to respond, “It has a nice design and is comfortable”. While it being comfortable and being designed attractively may play a factor in its being called beautiful, my question has not been answered. I have not asked for further secondary characteristics of the dress, but rather what the dress is itself that it has the capacity to be called “beautiful”.
Similarly, when the Strong-Atheist inquires, “What is God?”—the theist’s reiterating of the various capacities and secondary character traits found in scriptural texts and elsewhere is insufficient. The question inquires specifically into what “God” is, rather than what “God” can do, likes to do, or has done.
Secondly, it must be recognized that saying what something can do, likes to do, or has done is dependent entirely on knowing or observing what it is, for if you cannot identify what a thing is then you have no justification in applying any secondary traits or characteristics to that particular concept whatsoever, because no relation could possibly be established. George Smith observes this point with the following:
Aquinas applied such terms as “knowledge”,” “life,” “will,” “love,” “justice and mercy,” and “power” to the concept of God, and these qualities are clearly positive in nature. But we still have serious problems. Most of the positive qualities commonly attributed to God are of secondary importance because they refer to God’s personality rather than His metaphysical nature as an existing being11.
And:
Wisdom, love, knowledge, power—these may be fine qualities, but just what are they qualities of? What is the nature of the being possessing them? Affirmative theology, if it is to rescue God from the oblivion of the unknowable, must accomplish more than list secondary characteristics. If it cannot, affirmative theology is, at best, a useless device12.
As observed here, this approach of the ANC asks for a sufficient definition of “God”, and is consequently called Definition-Based Non-Cognitivism. Further into this presentation it shall be shown why the theist’s failure to meet this approach will result in the meaninglessness of the term “God”.
B. Obtained God-Belief and Process-Based Non-Cognitivism
Considering OGB, one might very well feel that particular aspects of reality require explanations (e.g. the existence and complexity of the universe, etc.), and thus the individual may arrive at theism as the answer, holding to the idea of “God” as their conclusion which would provide as an adequate explanation to the questions at hand.
Process-Based Non-Cognitivism concerns itself with showing why “God” is not to be considered sufficient or valid as an hypothesis. I myself, however, will only be concerned with arguing for Definition-Based Non-Cognitivism in this article. A defense of this second sub-argument of the ANC may be found in Francois Tremblay’s article entitled, “Process-Based Noncognitivism”.
Supposing that the arguments against a god-hypothesis stand firm, the only way for a theist to present their belief in God is via the MGB method. Thus we must consider what the theist means by “God” specifically, and whether or not the objections provided by Definition-Based Non-Cognitivism stand to scrutiny.
V. The Specificity Theory Of Meaning
When the inquirer asks the theist, “What do you mean by ‘God’?”—what, exactly, are we asking? Once we understand what the inquiry itself is, we can observe whether or not theists can meet such a question, and then finally come to a conclusion about religious discourse.
As noted, should I ask, “What is a dress?”, I am not looking for further secondary characteristics of the dress as much as I am inquiring into specifically what the dress is itself that it may be said to have any secondary characteristics. I am looking for a sufficient definition of the term “dress”. A definition, according to the dictionary, is “an expression of fundamental character13.”
This is what we are asking for when we discuss the meaning of the term “God”. Meaning, then, is the specified value of a property – or, in the case of a concept, properties. We can also observe this in basic logic. According to the law of identity, all existants in reality are proprietors of a particular nature individually (A is A). That is, each existant in reality is something particularly, which allows it to do certain things and take up certain traits to its character. The identity of a thing is, in other words, what that thing is and does. And a term is meaningful if it provides a sufficient explanation of a thing’s identity. Therefore, in the case of a well-written definition, the definition and the meaning of a thing will be precisely the same.
Smith, again, puts it this way:
To say that an ‘unie’ possesses wisdom in proportion to its nature—while stipulating that such wisdom is different in kind from man’s wisdom14 and that the nature of an ‘unie’ is unknowable—contributes nothing to our understanding of ‘unie’ or to the meaning of the attributes when applied to an ‘unie15.’
And:
To say that God is ‘good’ or ‘wise’ is to say nothing more then some unknowable being possesses some unknown qualities in an unknowable way16. [Original Italics]
It is here where I must establish a few new terms for clarification. In regards to identity (or “Form” as others have called it), we shall provide the following definitions to the kinds of attributes an existant has which comprises its overall identity:
Primary Attributes—or fundamental character of a thing, may be defined as the basic nature a particular thing is composed of. What a thing is, specifically, that it may do particular things or affect those around it in a particular way. The following two types of attributes provided below can only be applied to a thing if they can be related to an existant’s primary attribute and the primary attribute is positively identified (this will be explained more extensively later in this article17).
Secondary Attributes—the character traits or abilities a particular thing may enact or possess. examples: being generous, kind, powerful, wise.
Relational Attributes—(or ‘Contextualizability’) This is the ability of an entity to relate to other things; to interact, affect, or be connected in some such way. Causality, for instance, is an example of relationships between objects. Comparison is another (ex: that tree is ‘taller’ than me). Further examples would include the descriptions of a thing as “superior”, “inferior”, or “creator”.
In regards to the statement in (1), the inquirer may ask why it is that (2) and (3) are dependent upon the recognition of (1). As mentioned, this is because no possible relation could be established between a concept and its properties if the existant’s metaphysical identity, or primary attribute, remains unidentified. This can be expressed more clearly by the following propositions:
Proposition #1: The chair is brown.
Observing this statement, one may recognize that it is in fact entirely possible, as we know that chairs themselves are made out of certain materials which can possess colour (wood, plastic, steel, etc.). The metaphysical nature of the chair as an existant, or the primary attribute of a “chair”, is something which is capable of possessing colour as a secondary characteristic.
Proposition #2: The sound is brown.
This proposition is recognized as not being possible, as sound arrives to us in the form of sound waves, which do not have colour. Again, it is observed that what secondary properties a concept or thing might possess is dependent on what that particular thing is. We understand this is a category error because we can identify the fundamental character of the provided example, and thus know that it is not a thing which may possess colour as an attribute.
Proposition #3: The soul is brown.
This proposition is meaningless, since the primary attribute of the term “soul” is unidentified. At best, spiritualists have postulated that a soul is “immaterial”—but, and as will be explained later, this description simply tells us what a “soul” is not, not what a “soul” is, and thus there is no connection established between a “soul” ’s metaphysical nature and any secondary properties that one should wish to attach to it. If a term’s primary attribute is unidentified, we cannot say what attributes can be applied to it or not applied to it, because we are unable to say what it is that it may possess any particular characteristics at all. Consequently, this statement is meaningless.
Another example that can illustrate this clearly is my stating that, “Paul has finished his math homework.” Understanding that Paul is an average human being of the age of nine, we can say that this idea is entirely plausible. Why? Because we understand that human beings of this age are entirely capable of doing math. Thus, it is shown that we must first look to what a thing is before we can apply further characteristics or traits to it’s being.
Finally, the most important thing to recognize about this whole subject is the importance of specificity. A thing, in order to be sufficiently meaningful, must necessarily be defined or expressed with the appropriate amount of specificity. By specificity, I mean the proportion by which a meaning identifies the referents of a term. A meaning which specifies the referents of a term and nothing else is completely specific, and is thus sufficiently meaningful. A meaning which does not permit us to identify the referents of a term, however, lacks specificity, and is therefore inadequate—or lacking of sufficient meaning. We will observe examples of the necessity of specificity in Section VII.
VI. The Argument From The Meaninglessness Of The God-Concept
With our provided theory of meaning, let us take a look at how the theist answers our question of what, precisely, they mean when they use the term “God.”
There are a number of answers that are provided, due to the subjective coherence amongst person to person. The general responses, however, can be summed up with the following descriptions.
God Is:
The Most High
The Creator
Omnipotent
Omniscient
A Supernatural Being
That Being Whose Power Is Equal To His Will18
All-Loving
Our Father
Our Redeemer
The Most Beneficent And Merciful
The Ruler Of The Universe
Etc…
As we’ve seen, however, none of these descriptions actually answer our question. (1), (2), (5), (10), and (11) are all relational attributes—dealing with comparisons between whatever the theist means by the term “God” and the universe, or humanity in general. The remaining premises are secondary in nature, observing what abilities or characteristic traits “God” has as a result of His metaphysical nature as an existant. But what “God” is as a metaphysical being—the primary attribute of the term itself, remains unprovided.
Thus, we can see that the term “God” suffers from the same problem expressed in Proposition #3, concerning the term “Soul”. It is because of this that the theistic position fails on a fundamental level, as the term they are expressing has been provided no referent with which we can judge it’s coherency. Without a primary attribute applied to the term, no relational or secondary attributes can apply. One can speculate on the attributes of the term “God” if they are defining the term via route of hypothesis, but supposing that Mr. Tremblay’s critique of such a position stands firm, they cannot do this. So, from the position of Definition-Based Non-Cognitivism – it simply makes no sense to apply attributes such as “unicity”, or “loving”, or “all-powerful” when one does not know whether or not undefined referent of the term itself is even capable or related to such things by virtue of its fundamental character.
We can illustrate this very simply by the graph below.
One cannot posit the existence of something if that something means nothing. The term itself, without referring to any specific concept or possible instantiation, holds no actual or even potential place in reality. In truth, it is amusing to note that the theistic position is unwittingly equivalent to the atheistic position, as to posit belief in “God” actually means “belief in nothing” – the stance of atheism.
VII. Via Negativa
A. The Non-Accomplishments Of Negative Definitions.
In this section, the insufficiency of negative definitions to provide meaning to the god-concept will be discussed, which will provide further understanding toward the need of specificity in identification.
The theist, in attempt to provide meaning to the term “God”, may object to this argument by saying that we know “God” to be infinite, limitless, and immaterial. These descriptions, however, amongst others, do nothing to help their position. This is because these descriptions are not identifying in nature—they are “negative definitions”.
A negative definition is a definition which tells us what something is not, rather than what something is. It is a description which critically lacks specificity—not telling us what is meant by a term that we may apply any secondary traits, but informing us only of what it is not, which doesn’t help our situation at all.
For example, consider the following identification:
“I am not George W. Bush, Jr.”
Now, while it is true that I am not George W. Bush, Jr., this particular identification tells you virtually nothing about me. All it tells you is that I am not one particular person. It still leaves the possibility of me being any other individual on earth, or even any other responsive entity in the universe. As such, it critically lacks specificity.
Observing the information given to us about the term “God” – we can see that such identifications (infinite, limitless, and immaterial) are all negative in their meanings. “Infinite” is to be without a restraint of time, “Limitless” is to be without boundaries (perhaps in action, such as “omnipotence”), and “Immaterial” is to be lacking of a material substance.
The problem here is that none of these terms actually identify what “God”’s primary attribute actually is, and thus our inability to grasp or understand what we are talking about—i.e. what it is that we are discussing, remains.
Thus, we can see that not only does this objection fail to provide meaning to the term “God”, but also that it enforces the need for specificity in concept identification.
B. The Presuppositions Of The Apophatic Tradition.
The Apophatic Tradition19 is also called “negative theology” amongst theologians. It is the position that we cannot refer to God in conceptual language. Many supporters of this employ the use of “via negativa”, or the Negative Way, in an attempt to provide us with the possibility of understanding what we mean when we speak of “God”.
The method itself is employed to point out all of the things that “God” is not, and thus limiting us to a certain boundary of what “God” can possibly be. It means to provide a positive identification to the term “God” by a complete weeding out of those things which cannot be applied to the term.
While this is at least an honest approach to the question, it actually defeats itself on a fundamental level. George Smith expresses the point as follows:
...Negative Theology presupposes the validity of affirmative theology; the negative predicates are possible only if it is possible to know their positive counter-parts. If God cannot be known in some positive way, God cannot be known at all…
The truth of the matter is that the theologian cannot point to a thing and say, “This is not God”, without first understanding what “God” is. It makes no sense for me to point to a table and say, “This is not a dog”, if I have no clue what a dog is. Thus, negative theology requires that we can positively identify what we mean when we say, “God”, and thus they must answer our question. This is not a valid way to get around the problem of the meaning of religious discourse.
VIII. Further Objections
A. Illusion Of Coherency
Once presented with this argument, some, in their confusion, might respond back with something akin to, “Well, it has to mean something.” This mistaken assertion comes about because of our every day use of language, where when we automatically observe a new word or term we immediately begin speculation on what it might mean.
For instance, to throw out another random meaningless term, let us consider the word “plagouthurk”. Some individuals, due to their developed presuppositions of having words always meaning something rather than nothing, might produce certain images in their minds as to what “plagouthurk” might actually mean. In truth, however, this term means nothing. It is a free word – not referring to any specific concept whatever. The existence of these summoned subjective images, however, leads us to the next possible objection.
B. Subjective Meaning vs. Objective Meaning
Many people, when presented with the term “God”, immediately produce images in their minds as to what the word might actually be referring to. One might think of a large, tall guy in a glowing bathrobe and a magic wand in hand, whereas others might view it as some vague emotional force in the universe that dwells within everyone. These subjective images lead to a common counter that posits the term itself as having a coherence and meaning to each individual.
While this is certainly true, it misunderstands the argument in that one is confusing an objective positive identification with inter-subjective meaning. Of course the word “God” can produce an infinite amount of different images and ideas from person to person – many of these stirring powerful emotions and feelings. However, despite this, the term “God” itself lacks an objective, positive identity, and thus the argument stands.
IX. The Weak-Atheist/Strong-Atheist Distinction
There is much dispute on how the ANC relates to the distinction between weak and strong-atheists. Various philosophers, such as Michael Martin20, feel that the meaninglessness of religious discourse refutes strong-atheism21, where-as Ted Drange feels that Non-Cognitivism should be considered a completely different position altogether22.
While I disagree with Drange, due to my standing with George Smith on the semantic issue of what the word “atheist” actually refers to, I would like to briefly go through the disputes, and consider what conclusions should be made.
A. Weak-Atheism And Meaning
If the Weak-Atheist should say that we cannot disprove “God”, presupposing that the term holds meaning, then I would say that the ANC is completely antithetical to this. The Weak-Atheist holds no more ground here than the theist.
Many weak-atheists do make this claim, because the possibility of a “God” ’s relation to reality remains within the realm of weak-atheism. As commonly recognized, the weak-atheists only lacks belief in any deity—they do not deny the existence of them.
So, should a weak-atheist object along the lines of the term “God” being meaningful, then the Non-Cognitivism very much refutes their position. Agnostic atheism, as a friend of mine has noted, can be concluded to be, “self-referentially incoherent”.
B. Weak-Atheism And The Meaninglessness Of Religious Discourse
However, the weak-atheist may not object to strong-atheistic assertions along such lines. They may, as Michael Martin observes, hold to weak-atheism because to say “God” exists or does not exist is factually meaningless, as “God” is not a term which refers to anything which may do either.
I don’t see any significant problem with this approach, and an analysis of it with Strong-Atheistic Non-Cognitivism will be discussed in sub-section (E).
C. Strong-Atheism And Meaning
As Martin has noted, to say, ”’God’ does not exist”, presupposing that “God” is a meaningful term, is false when considering Non-Cognitivism. Strong-Atheists which hold to the ANC as a valid argument may, however, continue to argue arguments that point toward the non-existence of a deity—presupposing meaning—for the sake of argument. Strong-Atheism.com does this, and there is nothing wrong with doing so.
D. Strong-Atheism And The Meaninglessness Of Religious Discourse
The Strong-Atheist, however, just as the weak-atheist, need not defend their position along the lines of the term “God” being meaningful. If a term refers to no thing which may possibly exist, then obviously the term has no application to reality. Thus, the Strong-Atheist might say that, “God does not exist”, concerning him/herself with “God” as only a word, and not a concept.
I also see no significant problem with this approach, and thus we must question as to what conclusion the ANC should lead us.
E. The Argument From Non-Cognitivism And The Strong/Weak Atheist Distinction
Consequently, with the analyses of (B) and (D) provided, we are lead to a choice. I do not see a major problem with either, and both seem equally reasonable. Therefore, until a difficulty with either is brought to light, I am content to conclude that an individual may take either road when considering this argument.
X. On The Impossibility Of A Definition
We’ve established that the word “God” is meaningless, and thus that atheism is a justified position. This is, however, only until a theist should provide a valid definition. While I will not leave out the possibility of a god-believer doing so, George Smith does provide an argument against the prospect when considering the secondary characteristics theists would wish to apply to the term “God” thereafter23.
Smith develops his argument by noting many of these character traits that are applied to the term—specifically omnipotence and limitlessness. Considering these attributes, he argues, defining “God” is an impossible task.
Why? Smith argues that this is because of the consequences of a thing’s identity. To have an identity, Smith observes, is to be presented with various limits. Things one simply cannot do by virtue of its nature. However, since a “God” is supposed to be both omnipotent and limitless, a valid definition for the term itself is unattainable.
Consequently, it may be said that insofar as the term “God” is not properly defined, atheism is justified, and insofar that it is defined—it is not really “God”.
XI. The Scope Of The Argument
The main point of this article is not merely an evidential argument about “god”, but rather it explains the fundamental incapacity of the theist to have an actual position. There is a tremendous difference of degree. Insofar as a concept is meaningless, it is outside of any human awareness whatsoever, and the weak-atheistic position as observed in the above sub-section (A) is meaningless also.
In that context, only the proposition “gods cannot exist” is meaningful, because it refers to “god” as only a word, not as a being or an instantiation. The lack of even a concept puts the burden of proof squarely on the theist. Positing a god as possible without even a meaning gives it an even greater burden of proof than incoherency, which only requires one to show coherency within a meaning. There is nothing there to even make coherent in the first place. The proposition “a god may exist” is a conceptual zero.
To better demonstrate this point, observe the following list concerning knowledge claims:
Steps To Knowledge Claims:
Syntaxically Correct—expressing a coherent sentence structure in one’s assertion. To say that, “did not Bob food today eat” is not a syntaxically correct statement. The statement “Bob did not eat food today” is a syntaxically correct statement. Simply, it is a statement made in accordance with the rules of language.
Meaningful/less ness – At this point, one must prove everything. One must prove that the term (s) in the proposition that they are presenting forward has actual referents to its formalization that can be all be meaningfully explained. If not, such terms may automatically be rejected.
Coherent/Incoherent – this next step requires one to make certain that their claims are not self-defeating or contradictory in nature when compared to any other given or known facts. Incoherency breaks the laws of logic, thereby falsifying the statement, while coherency allows one to move on to the next step in proceeding toward a knowledge claim: hypothesis.
Hypothesis – A tentative explanation for an observation, phenomenon, or scientific problem that can be tested by further investigation. Because it is a meaningful proposition that does not contradict itself, this stage admits the given proposal as being a possible truth or fact.
Probable – reaching the point where the majority of evidence available seems to point to one’s own provided conclusion.
Known – where all the evidence on hand points conclusively to the given proposition as being correct, solidifying the proposal into a positive truth-value.
XII. Conclusion
In this article, I have argued for the meaninglessness of religious discourse. A theory of meaning has been provided on the need for specificity and positive identification of a thing’s nature as an existant, allowing and providing a broader resource for theistic apologists than the alleged difficulties of Logical Positivism which many have had problems with.
With objections addressed, the meaninglessness of religious discourse may provide as a strong argument for the Strong-Atheistic position, despite the objections raised by agnostics discussed in Section IX. God-talk is to be rejected on a fundamental level, revealing itself to be nothing more than simply a system of empty, inter-subjective word games. Until such a time where the theist rises to the burden of proof, it is concluded that “Gods do not exist” is a justified statement.
End Notes:
1 Familiar examples are: Michael Martin, George Smith, Kai Nielsen, and Swinburne. The particular approach applied in this article may be considered somewhat akin to Smith’s argument in his renowned work, Atheism: The Case Against God.
2 This formalization is unique. While Smith plays on God’s transcendence throughout his argument, a particular theory of meaning is provided in this article, more advanced then Smith’s argument, but still harmonious with it.
3 Note that I use the term “referent” not to mean an actuality in this case, but rather the concept or specific thing that a term is applied to. From this point of view, it may indeed be said that Santa Clause and the Easter Bunny both have referents, but that these referents are not actualized. Applying this terminology with the argument, it is to be observed that should a term have no referent—i.e., no specific concept or thing that the word itself applies to, the term can obviously have no application to reality because it refers to no concept or thing which may possibly exist.
I should hope that no serious objections come from this, as this is not very important to the argument at all. The term could easily be used in its usual sense and be perfectly harmonious with the argument provided, but I use it in this particular way for convenience on my part.
4 Michael Martin, Atheism: A Philosophical Justification (Philadelphia, PA: Temple University Press, 1990), Chapter 1.
5 Peter Angeles, Critiques Of God: Making The Case Against Belief In God (Prometheus Books, 1997), Chapter 2.
6 Sidney Hook (A Critique Of God), for instance, has observed that, “Many people will heatedly discuss the question whether God exists—without displaying any concern over the fact that they are encompassing the most heterogeneous notions in the use they make of the word ‘God’.”
7 Atheism: A Philosophical Justification, Chapter 1.
8 George Smith, Atheism: The Case Against God (Buffalo, New York: Prometheus Books, 1979), Chapter 3.
9 This has been a misconception at times. I am not presenting the idea that theist’s have essentially different beliefs, but rather that the way in which they go about believing can differ—specifically that they might follow either of the two methods explained. These two methods, of course, may be said to apply to a number of different ideas and concepts, not just God.
10 Classical apologetics may of course be used by both methods. For example, the believer may hold as a starting point that God exists—i.e. that there is indeed a Creator, and then look to the evidences provided in order to justify his position.
11 Atheism: The Case Against God, Chapter 3.
12 Ibid, Chapter 3.
13 dictionary.com
14 As noted, the secondary attributes applied to the term “God” are indeed meant in a peculiarly different context then finite human existence. So, this is a very true statement made by Smith in this regard.
15 Atheism: The Case Against God, Chapter 3.
16 Ibid, Chapter 3.
17 “Primary Attribute” was at one time called “Substance” by this theory. However, the latter term seemed to confuse readers, as they believed by asserting that a thing had “substance” to it we were already assuming materialism, which is untrue. Thus, this new term has been provided, and will hopefully dissolve any further confusion for those interested in the argument.
18 This description apparently comes from Thomas Paine. It was provided in a correspondence between a friend and myself. It’s my personal favorite description, because of the following conversation that we had analyzing the consequences of it that night during our discussion.
19 http://www.members.shaw.ca/jgfriesen/Definitions/Apophaticism.html
20 Atheism: A Philosophical Justification, Chapter 1.
21 http://www.infidels.org/library/modern/michael_martin/meaningless.html
22 http://www.infidels.org/library/modern/theodore_drange/definition.html
23 Atheism: The Case Against God, Chapter 3.
Last updated: October 9, 2004
Ecco adesso mi spieghi la contestazione con la domanda retorica se non credi a X allora è necessario che credi a Y (no sense),porta la poesia nei romanzi.E sinceramente solo un infante puo pensare che se uno non crede che 2+2 dia 5 allora stia credendo che dia 8,perchè non crede che l'asserto 2+2=5 sia coerente.
Ultima modifica di Sun Tzu il Sab 28 Feb 2015 - 13:09 - modificato 1 volta.
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Meglio Ronin ma libero, mercenari nel bene e nel male di nessuno,piuttosto che Samurai ma schiavo,soldati per il bene o per il male del proprio signore.
Credere in una bandiera è credere in una ideologia,meglio non seguire nessuna bandiera in particolare oppure seguirle tutte a seconda di come tira il vento sulla propria.
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Re: Che cosa è la merda
Sun Tzu ha scritto:xmanx ha scritto:In effetti è proprio vero. Il pensiero ateo è proprio infantile.
- Spoiler:
The Argument From Non-Cognitivism
What then, brethren, shall we say of God? For if thou hast been able to understand what thou wouldest say, it is not God. If thou hast been able to comprehend it, thou hast comprehended something else instead of God. If thou hast been able to comprehend him as thou thinkest, by so thinking thou hast deceived thyself. This then is not God, if thou hast comprehended it; but if this be God, thou has not comprehended it.
—St. Augustine
Introduction
Preliminary Observations: God-Concepts And Divine Attributes
God-Belief And Evidence
The Nature Of The Sub-Arguments
The Specificity Theory Of Meaning
The Argument From The Meaninglessness Of The God-Concept
Via Negativa
Further Objections
The Weak-Atheist/Strong-Atheist Distinction
On The Impossibility Of A Definition
The Scope Of The Argument
Conclusion
I. Introduction
The meaningfulness of religious discourse has been a familiar subject of debate for many years. Many noted intellectuals1 have discussed and debated the subject at length in attempts to refute or defend developing arguments. Although some of these writers have considered the dispute on a lesser and somewhat dissimilar level than shall be presented in this case, the fact remains that from its origins the Argument From Non-Cognitivism (hereafter the ANC) has stood as a significant threat to the theistic position.
The argument itself (as will be presented in this article) may be generally formalized as follows2:
There are three attributes of existants which concern us particularly, these being:
Primary Attributes
Secondary Attributes
Relational Attributes.
B as well as C are dependent upon and must be related to an existant’s A in order to be considered meaningful.
The term “God” lacks a positively identified A.
Because of this, the term “God” holds no justified A, B, or C. (From 2)
However, an attribute-less term (a term lacking A, B, and C) is meaningless.
Therefore, the term “God” is meaningless. (From 3, 4, 5)
Therefore, the god-concept is invalid.
In this presentation, it shall be demonstrated that the ANC can actually provide a compelling case for the Strong-Atheistic position when considered from the intended approach held to in this article. It shall be shown that to say, “A God exists” insofar as it attempts to construct itself as a proposition is false because the term “God” does not refer to an actual concept3, and therefore to posit such a statement supposing that it does and that this referent exists in reality as something is an untrue positive declaration.
Finally, a discussion on the Strong/Weak-Atheist distinction will be considered, discussing what conclusion should be made due to the meaninglessness of religious discourse. The Strong-Atheistic position will be here justified supposing the validity of the ANC, as this stance may view the term “God” solely from the position of it being a meaningless term, and not as a possible existant or instantiation. To even posit that, “A ‘God’ might exist, however improbable” would be to consider the term as meaningful from this particular approach – a view that shall be argued here as a false assumption.
II. Preliminary Observations: God-Concepts And Divine Attributes
Prior to laying the foundations for this argument, it is necessary to first understand the scope of what this presentation claims in regards to religious discourse as meaningless. As both Nielsen and Martin have observed, to say that the ANC could apply to all god-concepts is false.
Martin explains Nielsen’s position to us as follows4:
...Nielsen does not maintain that all religious discourse is factually meaningless. For example, he says that the unsophisticated discourse of believers in an anthropomorphic God is not meaningless; it is merely false. Consider the view that God is a large and powerful spatial-temporal entity that resides somewhere in the sky. A sentence expressing this is not factually meaningless. We understand what it means and, according to Nielsen, know in the light of the evidence that the statement it expresses is false. What troubles Nielsen is the discourse of the sophisticated believer who says, for example, that God transcends space and time, has no body, and yet performs actions that affect things in space and time…
It has been disputed as to whether or not a spatial-temporal God has been really disproven in modern day, but those who would dispute such are a minority, and usually only seem interested in their dispute due to the desire to avoid any intellectual laziness. Examples such as Greek and Babylonian mythology are, however, considered as out-dated, and will be treated as such. Thus, we must agree with Nielsen’s point. The primitive god-concepts of the past are not to be held as meaningless, but false. Rather, one must question the modern, more sophisticated conceptions of the term “God”—a particular subject that has been devoted attention by numerous intellectuals5.
Further, there have been numerous observances within the philosophy of religion on the matter of “God” ’s secondary and relational traits, inquiring as to what the theist means when he asserts that “God” has such particular capacities—i.e. how these characteristics relate themselves to “God” ’s metaphysical identity. For example, Sidney Hook writes6:
...The reflective believer in God knows that the epithet ‘person’ or ‘father’ cannot be literally applied to God, that God isn’t a person like other persons or a father like other fathers. Nonetheless he finds no difficulty in praying to ‘Our Father in Heaven’. He would, however, deem it singularly inappropriate for anyone to refer to God in prayer as ‘Our Nephew In Heaven’. Why?
Michael Martin also supports Hook’s observances, noting7:
In the first place, when terms like “is loving”, “is forgiving”, and “brings about” are applied to God, they seem to mean something very different from what they mean when they are applied to human beings. For example, when we speak of a mother as being loving, we are referring in part to her behavior, and in particular the way she responds to her children. When we say that Jones brought about a fire, we are referring to certain of his bodily actions, such as his carelessly throwing a match onto a pile of paper. But when we say God is loving or God brought about a miracle, we cannot be referring to the behavior or bodily action of God, for He has no body.
Finally, George Smith comments8:
All of the supposedly positive qualities of God arise in a distinctively human context of finite existence, and when wrenched from this context to apply to a supernatural being, they cease to have meaning.
It is consequently this modern conception of God, particularly in the Abrahamic sense of the word, that this article will be concerned with questioning. There are a large number of attributes commonly applied to this specific god-concept, the term “God” being something which is:
A: Perfect G: Personal
B: Immutable H: Creator
C: Transcendent I: All-Loving
D: Immaterial J: All-Just
E: All-Knowing K: All-Merciful
F: All-Powerful
It is of course recognized that not all interpretations of this modern conception of “God” need include all the attributes of A—K. Some may view “God” as simply being C—H or A—H or only C, D, and H. This is accepted, and will not be problematic for the argument.
In summary, we have seen thus far that it has been particularly the modern view of “God” that has become problematic to certain philosophers, with the god-concepts of the past being merely rejected as false. We have also seen that the attributes commonly applied to the modern view of “God” (e.g. “person”, “father”, etc.) are not meant to be applied in their usual meaning. So what, precisely, does the theist mean when he says these things? And, we shall further question, how can they be justified?
With this purpose in mind, we can continue with establishing the foundations for the Argument from Non-Cognitivism.
III. God-Belief And Evidence
A prerequisite of considering the ANC is the recognizing of a distinction between two methods of upholding god-belief as concerned with the evidence supporting the theistic position. It is not argued here that the two methods are dissimilar to each other in regards to the actual belief itself9 (all theists believe in “God”, obviously), but rather is it shown that the way by which individuals hold to their belief in a deity as concerned with the epistemic justifications for their position may be recognized as differing in two assorted methods.
I will apply the following titles to said methods:
1. Maintained God-Belief (MGB)
This method by which the theist upholds their belief in “God” is by way of their acceptance of the existence of that deity as a starting point—or as an initial premise, and then looking to or observing the reality around them and attempting to point to certain facts about the environment or universe which might provide as evidence toward justifying such belief.
2. Obtained God-Belief (OGB)
This second method is the opposite of the first. Instead of accepting belief in a deity as a starting point, the individual first looks to their surroundings and, feeling that their observances require a particular explanation, apply the term “God” as a title to an hypothesis, consequently holding to “God” as a conclusion. Instances of this are definitions of “God” as being, “whatever that is which created the universe”, or “whatever that is which provides design to the universe”—(observing classical apologetics10).
The reader might ask as to why such a distinction deserves recognition. Why should we care that these two methods exist? The recognizing of these apologetical methods is significant in a number of ways, and not limited only to this argument. Firstly, it can be said to have contributed to the rise of the current Presuppositionalism vs. Evidentialism debate, although certain arguments in that particular arena are dissimilar to the point.
It is written in presuppositionalist literature, however, that while “God” is necessarily a foundation for knowledge claims, one may still point to particular aspects of the universe in an attempt to show that god-belief is truly the best fitting as the explanation, in accordance with the MGB method recognized above.
It may be the evidentialist’s claim, however, that one can certainly maintain epistemic autonomy (i.e. the view that the human mind is the final criterion for assessing truth-claims) and observe the universe themselves first, coming to a conclusion of God, rather than using god-belief as a starting point. This is in accordance with the OGB method.
The relevance of this distinction as concerned with the Argument From Non-Cognitivism, however, is that the Strong-Atheist’s case itself presents two sub-arguments, which attempt to address both of these apologetical methods of theism. These two sub-arguments I will call (1) Definition-Based Non-Cognitivism; and (2) Process-Based Non-Cognitivism. The approach of these two cases argues for the meaninglessness of the god-concept as a whole.
IV. The Nature Of The Sub-Arguments
A. Maintained God-Belief And Definition-Based Non-Cognitivism
As observed, MGB is a method of upholding god-belief by which the theist first assumes or begins with the existence of God, and then points to various features of the universe and/or necessary features of human understanding as evidences that justify such belief. The question that arises from the ANC, however, is: “What is God that such features are evidences of its existence?”
It is important to note that the question is particularly, “What is God?”, rather than inquiring as to the capacities, actions, or character traits of such a thing. The inquiry posed by the ANC demands a comprehensive presentation of the identity of whatever that is which the theist is asserting. This is necessary for two reasons:
Firstly, if one were to say that, “The dress is beautiful”, and I were to respond by asking, “What is a dress?”—it would hardly be a help to me for that individual to respond, “It has a nice design and is comfortable”. While it being comfortable and being designed attractively may play a factor in its being called beautiful, my question has not been answered. I have not asked for further secondary characteristics of the dress, but rather what the dress is itself that it has the capacity to be called “beautiful”.
Similarly, when the Strong-Atheist inquires, “What is God?”—the theist’s reiterating of the various capacities and secondary character traits found in scriptural texts and elsewhere is insufficient. The question inquires specifically into what “God” is, rather than what “God” can do, likes to do, or has done.
Secondly, it must be recognized that saying what something can do, likes to do, or has done is dependent entirely on knowing or observing what it is, for if you cannot identify what a thing is then you have no justification in applying any secondary traits or characteristics to that particular concept whatsoever, because no relation could possibly be established. George Smith observes this point with the following:
Aquinas applied such terms as “knowledge”,” “life,” “will,” “love,” “justice and mercy,” and “power” to the concept of God, and these qualities are clearly positive in nature. But we still have serious problems. Most of the positive qualities commonly attributed to God are of secondary importance because they refer to God’s personality rather than His metaphysical nature as an existing being11.
And:
Wisdom, love, knowledge, power—these may be fine qualities, but just what are they qualities of? What is the nature of the being possessing them? Affirmative theology, if it is to rescue God from the oblivion of the unknowable, must accomplish more than list secondary characteristics. If it cannot, affirmative theology is, at best, a useless device12.
As observed here, this approach of the ANC asks for a sufficient definition of “God”, and is consequently called Definition-Based Non-Cognitivism. Further into this presentation it shall be shown why the theist’s failure to meet this approach will result in the meaninglessness of the term “God”.
B. Obtained God-Belief and Process-Based Non-Cognitivism
Considering OGB, one might very well feel that particular aspects of reality require explanations (e.g. the existence and complexity of the universe, etc.), and thus the individual may arrive at theism as the answer, holding to the idea of “God” as their conclusion which would provide as an adequate explanation to the questions at hand.
Process-Based Non-Cognitivism concerns itself with showing why “God” is not to be considered sufficient or valid as an hypothesis. I myself, however, will only be concerned with arguing for Definition-Based Non-Cognitivism in this article. A defense of this second sub-argument of the ANC may be found in Francois Tremblay’s article entitled, “Process-Based Noncognitivism”.
Supposing that the arguments against a god-hypothesis stand firm, the only way for a theist to present their belief in God is via the MGB method. Thus we must consider what the theist means by “God” specifically, and whether or not the objections provided by Definition-Based Non-Cognitivism stand to scrutiny.
V. The Specificity Theory Of Meaning
When the inquirer asks the theist, “What do you mean by ‘God’?”—what, exactly, are we asking? Once we understand what the inquiry itself is, we can observe whether or not theists can meet such a question, and then finally come to a conclusion about religious discourse.
As noted, should I ask, “What is a dress?”, I am not looking for further secondary characteristics of the dress as much as I am inquiring into specifically what the dress is itself that it may be said to have any secondary characteristics. I am looking for a sufficient definition of the term “dress”. A definition, according to the dictionary, is “an expression of fundamental character13.”
This is what we are asking for when we discuss the meaning of the term “God”. Meaning, then, is the specified value of a property – or, in the case of a concept, properties. We can also observe this in basic logic. According to the law of identity, all existants in reality are proprietors of a particular nature individually (A is A). That is, each existant in reality is something particularly, which allows it to do certain things and take up certain traits to its character. The identity of a thing is, in other words, what that thing is and does. And a term is meaningful if it provides a sufficient explanation of a thing’s identity. Therefore, in the case of a well-written definition, the definition and the meaning of a thing will be precisely the same.
Smith, again, puts it this way:
To say that an ‘unie’ possesses wisdom in proportion to its nature—while stipulating that such wisdom is different in kind from man’s wisdom14 and that the nature of an ‘unie’ is unknowable—contributes nothing to our understanding of ‘unie’ or to the meaning of the attributes when applied to an ‘unie15.’
And:
To say that God is ‘good’ or ‘wise’ is to say nothing more then some unknowable being possesses some unknown qualities in an unknowable way16. [Original Italics]
It is here where I must establish a few new terms for clarification. In regards to identity (or “Form” as others have called it), we shall provide the following definitions to the kinds of attributes an existant has which comprises its overall identity:
Primary Attributes—or fundamental character of a thing, may be defined as the basic nature a particular thing is composed of. What a thing is, specifically, that it may do particular things or affect those around it in a particular way. The following two types of attributes provided below can only be applied to a thing if they can be related to an existant’s primary attribute and the primary attribute is positively identified (this will be explained more extensively later in this article17).
Secondary Attributes—the character traits or abilities a particular thing may enact or possess. examples: being generous, kind, powerful, wise.
Relational Attributes—(or ‘Contextualizability’) This is the ability of an entity to relate to other things; to interact, affect, or be connected in some such way. Causality, for instance, is an example of relationships between objects. Comparison is another (ex: that tree is ‘taller’ than me). Further examples would include the descriptions of a thing as “superior”, “inferior”, or “creator”.
In regards to the statement in (1), the inquirer may ask why it is that (2) and (3) are dependent upon the recognition of (1). As mentioned, this is because no possible relation could be established between a concept and its properties if the existant’s metaphysical identity, or primary attribute, remains unidentified. This can be expressed more clearly by the following propositions:
Proposition #1: The chair is brown.
Observing this statement, one may recognize that it is in fact entirely possible, as we know that chairs themselves are made out of certain materials which can possess colour (wood, plastic, steel, etc.). The metaphysical nature of the chair as an existant, or the primary attribute of a “chair”, is something which is capable of possessing colour as a secondary characteristic.
Proposition #2: The sound is brown.
This proposition is recognized as not being possible, as sound arrives to us in the form of sound waves, which do not have colour. Again, it is observed that what secondary properties a concept or thing might possess is dependent on what that particular thing is. We understand this is a category error because we can identify the fundamental character of the provided example, and thus know that it is not a thing which may possess colour as an attribute.
Proposition #3: The soul is brown.
This proposition is meaningless, since the primary attribute of the term “soul” is unidentified. At best, spiritualists have postulated that a soul is “immaterial”—but, and as will be explained later, this description simply tells us what a “soul” is not, not what a “soul” is, and thus there is no connection established between a “soul” ’s metaphysical nature and any secondary properties that one should wish to attach to it. If a term’s primary attribute is unidentified, we cannot say what attributes can be applied to it or not applied to it, because we are unable to say what it is that it may possess any particular characteristics at all. Consequently, this statement is meaningless.
Another example that can illustrate this clearly is my stating that, “Paul has finished his math homework.” Understanding that Paul is an average human being of the age of nine, we can say that this idea is entirely plausible. Why? Because we understand that human beings of this age are entirely capable of doing math. Thus, it is shown that we must first look to what a thing is before we can apply further characteristics or traits to it’s being.
Finally, the most important thing to recognize about this whole subject is the importance of specificity. A thing, in order to be sufficiently meaningful, must necessarily be defined or expressed with the appropriate amount of specificity. By specificity, I mean the proportion by which a meaning identifies the referents of a term. A meaning which specifies the referents of a term and nothing else is completely specific, and is thus sufficiently meaningful. A meaning which does not permit us to identify the referents of a term, however, lacks specificity, and is therefore inadequate—or lacking of sufficient meaning. We will observe examples of the necessity of specificity in Section VII.
VI. The Argument From The Meaninglessness Of The God-Concept
With our provided theory of meaning, let us take a look at how the theist answers our question of what, precisely, they mean when they use the term “God.”
There are a number of answers that are provided, due to the subjective coherence amongst person to person. The general responses, however, can be summed up with the following descriptions.
God Is:
The Most High
The Creator
Omnipotent
Omniscient
A Supernatural Being
That Being Whose Power Is Equal To His Will18
All-Loving
Our Father
Our Redeemer
The Most Beneficent And Merciful
The Ruler Of The Universe
Etc…
As we’ve seen, however, none of these descriptions actually answer our question. (1), (2), (5), (10), and (11) are all relational attributes—dealing with comparisons between whatever the theist means by the term “God” and the universe, or humanity in general. The remaining premises are secondary in nature, observing what abilities or characteristic traits “God” has as a result of His metaphysical nature as an existant. But what “God” is as a metaphysical being—the primary attribute of the term itself, remains unprovided.
Thus, we can see that the term “God” suffers from the same problem expressed in Proposition #3, concerning the term “Soul”. It is because of this that the theistic position fails on a fundamental level, as the term they are expressing has been provided no referent with which we can judge it’s coherency. Without a primary attribute applied to the term, no relational or secondary attributes can apply. One can speculate on the attributes of the term “God” if they are defining the term via route of hypothesis, but supposing that Mr. Tremblay’s critique of such a position stands firm, they cannot do this. So, from the position of Definition-Based Non-Cognitivism – it simply makes no sense to apply attributes such as “unicity”, or “loving”, or “all-powerful” when one does not know whether or not undefined referent of the term itself is even capable or related to such things by virtue of its fundamental character.
We can illustrate this very simply by the graph below.
One cannot posit the existence of something if that something means nothing. The term itself, without referring to any specific concept or possible instantiation, holds no actual or even potential place in reality. In truth, it is amusing to note that the theistic position is unwittingly equivalent to the atheistic position, as to posit belief in “God” actually means “belief in nothing” – the stance of atheism.
VII. Via Negativa
A. The Non-Accomplishments Of Negative Definitions.
In this section, the insufficiency of negative definitions to provide meaning to the god-concept will be discussed, which will provide further understanding toward the need of specificity in identification.
The theist, in attempt to provide meaning to the term “God”, may object to this argument by saying that we know “God” to be infinite, limitless, and immaterial. These descriptions, however, amongst others, do nothing to help their position. This is because these descriptions are not identifying in nature—they are “negative definitions”.
A negative definition is a definition which tells us what something is not, rather than what something is. It is a description which critically lacks specificity—not telling us what is meant by a term that we may apply any secondary traits, but informing us only of what it is not, which doesn’t help our situation at all.
For example, consider the following identification:
“I am not George W. Bush, Jr.”
Now, while it is true that I am not George W. Bush, Jr., this particular identification tells you virtually nothing about me. All it tells you is that I am not one particular person. It still leaves the possibility of me being any other individual on earth, or even any other responsive entity in the universe. As such, it critically lacks specificity.
Observing the information given to us about the term “God” – we can see that such identifications (infinite, limitless, and immaterial) are all negative in their meanings. “Infinite” is to be without a restraint of time, “Limitless” is to be without boundaries (perhaps in action, such as “omnipotence”), and “Immaterial” is to be lacking of a material substance.
The problem here is that none of these terms actually identify what “God”’s primary attribute actually is, and thus our inability to grasp or understand what we are talking about—i.e. what it is that we are discussing, remains.
Thus, we can see that not only does this objection fail to provide meaning to the term “God”, but also that it enforces the need for specificity in concept identification.
B. The Presuppositions Of The Apophatic Tradition.
The Apophatic Tradition19 is also called “negative theology” amongst theologians. It is the position that we cannot refer to God in conceptual language. Many supporters of this employ the use of “via negativa”, or the Negative Way, in an attempt to provide us with the possibility of understanding what we mean when we speak of “God”.
The method itself is employed to point out all of the things that “God” is not, and thus limiting us to a certain boundary of what “God” can possibly be. It means to provide a positive identification to the term “God” by a complete weeding out of those things which cannot be applied to the term.
While this is at least an honest approach to the question, it actually defeats itself on a fundamental level. George Smith expresses the point as follows:
...Negative Theology presupposes the validity of affirmative theology; the negative predicates are possible only if it is possible to know their positive counter-parts. If God cannot be known in some positive way, God cannot be known at all…
The truth of the matter is that the theologian cannot point to a thing and say, “This is not God”, without first understanding what “God” is. It makes no sense for me to point to a table and say, “This is not a dog”, if I have no clue what a dog is. Thus, negative theology requires that we can positively identify what we mean when we say, “God”, and thus they must answer our question. This is not a valid way to get around the problem of the meaning of religious discourse.
VIII. Further Objections
A. Illusion Of Coherency
Once presented with this argument, some, in their confusion, might respond back with something akin to, “Well, it has to mean something.” This mistaken assertion comes about because of our every day use of language, where when we automatically observe a new word or term we immediately begin speculation on what it might mean.
For instance, to throw out another random meaningless term, let us consider the word “plagouthurk”. Some individuals, due to their developed presuppositions of having words always meaning something rather than nothing, might produce certain images in their minds as to what “plagouthurk” might actually mean. In truth, however, this term means nothing. It is a free word – not referring to any specific concept whatever. The existence of these summoned subjective images, however, leads us to the next possible objection.
B. Subjective Meaning vs. Objective Meaning
Many people, when presented with the term “God”, immediately produce images in their minds as to what the word might actually be referring to. One might think of a large, tall guy in a glowing bathrobe and a magic wand in hand, whereas others might view it as some vague emotional force in the universe that dwells within everyone. These subjective images lead to a common counter that posits the term itself as having a coherence and meaning to each individual.
While this is certainly true, it misunderstands the argument in that one is confusing an objective positive identification with inter-subjective meaning. Of course the word “God” can produce an infinite amount of different images and ideas from person to person – many of these stirring powerful emotions and feelings. However, despite this, the term “God” itself lacks an objective, positive identity, and thus the argument stands.
IX. The Weak-Atheist/Strong-Atheist Distinction
There is much dispute on how the ANC relates to the distinction between weak and strong-atheists. Various philosophers, such as Michael Martin20, feel that the meaninglessness of religious discourse refutes strong-atheism21, where-as Ted Drange feels that Non-Cognitivism should be considered a completely different position altogether22.
While I disagree with Drange, due to my standing with George Smith on the semantic issue of what the word “atheist” actually refers to, I would like to briefly go through the disputes, and consider what conclusions should be made.
A. Weak-Atheism And Meaning
If the Weak-Atheist should say that we cannot disprove “God”, presupposing that the term holds meaning, then I would say that the ANC is completely antithetical to this. The Weak-Atheist holds no more ground here than the theist.
Many weak-atheists do make this claim, because the possibility of a “God” ’s relation to reality remains within the realm of weak-atheism. As commonly recognized, the weak-atheists only lacks belief in any deity—they do not deny the existence of them.
So, should a weak-atheist object along the lines of the term “God” being meaningful, then the Non-Cognitivism very much refutes their position. Agnostic atheism, as a friend of mine has noted, can be concluded to be, “self-referentially incoherent”.
B. Weak-Atheism And The Meaninglessness Of Religious Discourse
However, the weak-atheist may not object to strong-atheistic assertions along such lines. They may, as Michael Martin observes, hold to weak-atheism because to say “God” exists or does not exist is factually meaningless, as “God” is not a term which refers to anything which may do either.
I don’t see any significant problem with this approach, and an analysis of it with Strong-Atheistic Non-Cognitivism will be discussed in sub-section (E).
C. Strong-Atheism And Meaning
As Martin has noted, to say, ”’God’ does not exist”, presupposing that “God” is a meaningful term, is false when considering Non-Cognitivism. Strong-Atheists which hold to the ANC as a valid argument may, however, continue to argue arguments that point toward the non-existence of a deity—presupposing meaning—for the sake of argument. Strong-Atheism.com does this, and there is nothing wrong with doing so.
D. Strong-Atheism And The Meaninglessness Of Religious Discourse
The Strong-Atheist, however, just as the weak-atheist, need not defend their position along the lines of the term “God” being meaningful. If a term refers to no thing which may possibly exist, then obviously the term has no application to reality. Thus, the Strong-Atheist might say that, “God does not exist”, concerning him/herself with “God” as only a word, and not a concept.
I also see no significant problem with this approach, and thus we must question as to what conclusion the ANC should lead us.
E. The Argument From Non-Cognitivism And The Strong/Weak Atheist Distinction
Consequently, with the analyses of (B) and (D) provided, we are lead to a choice. I do not see a major problem with either, and both seem equally reasonable. Therefore, until a difficulty with either is brought to light, I am content to conclude that an individual may take either road when considering this argument.
X. On The Impossibility Of A Definition
We’ve established that the word “God” is meaningless, and thus that atheism is a justified position. This is, however, only until a theist should provide a valid definition. While I will not leave out the possibility of a god-believer doing so, George Smith does provide an argument against the prospect when considering the secondary characteristics theists would wish to apply to the term “God” thereafter23.
Smith develops his argument by noting many of these character traits that are applied to the term—specifically omnipotence and limitlessness. Considering these attributes, he argues, defining “God” is an impossible task.
Why? Smith argues that this is because of the consequences of a thing’s identity. To have an identity, Smith observes, is to be presented with various limits. Things one simply cannot do by virtue of its nature. However, since a “God” is supposed to be both omnipotent and limitless, a valid definition for the term itself is unattainable.
Consequently, it may be said that insofar as the term “God” is not properly defined, atheism is justified, and insofar that it is defined—it is not really “God”.
XI. The Scope Of The Argument
The main point of this article is not merely an evidential argument about “god”, but rather it explains the fundamental incapacity of the theist to have an actual position. There is a tremendous difference of degree. Insofar as a concept is meaningless, it is outside of any human awareness whatsoever, and the weak-atheistic position as observed in the above sub-section (A) is meaningless also.
In that context, only the proposition “gods cannot exist” is meaningful, because it refers to “god” as only a word, not as a being or an instantiation. The lack of even a concept puts the burden of proof squarely on the theist. Positing a god as possible without even a meaning gives it an even greater burden of proof than incoherency, which only requires one to show coherency within a meaning. There is nothing there to even make coherent in the first place. The proposition “a god may exist” is a conceptual zero.
To better demonstrate this point, observe the following list concerning knowledge claims:
Steps To Knowledge Claims:
Syntaxically Correct—expressing a coherent sentence structure in one’s assertion. To say that, “did not Bob food today eat” is not a syntaxically correct statement. The statement “Bob did not eat food today” is a syntaxically correct statement. Simply, it is a statement made in accordance with the rules of language.
Meaningful/less ness – At this point, one must prove everything. One must prove that the term (s) in the proposition that they are presenting forward has actual referents to its formalization that can be all be meaningfully explained. If not, such terms may automatically be rejected.
Coherent/Incoherent – this next step requires one to make certain that their claims are not self-defeating or contradictory in nature when compared to any other given or known facts. Incoherency breaks the laws of logic, thereby falsifying the statement, while coherency allows one to move on to the next step in proceeding toward a knowledge claim: hypothesis.
Hypothesis – A tentative explanation for an observation, phenomenon, or scientific problem that can be tested by further investigation. Because it is a meaningful proposition that does not contradict itself, this stage admits the given proposal as being a possible truth or fact.
Probable – reaching the point where the majority of evidence available seems to point to one’s own provided conclusion.
Known – where all the evidence on hand points conclusively to the given proposition as being correct, solidifying the proposal into a positive truth-value.
XII. Conclusion
In this article, I have argued for the meaninglessness of religious discourse. A theory of meaning has been provided on the need for specificity and positive identification of a thing’s nature as an existant, allowing and providing a broader resource for theistic apologists than the alleged difficulties of Logical Positivism which many have had problems with.
With objections addressed, the meaninglessness of religious discourse may provide as a strong argument for the Strong-Atheistic position, despite the objections raised by agnostics discussed in Section IX. God-talk is to be rejected on a fundamental level, revealing itself to be nothing more than simply a system of empty, inter-subjective word games. Until such a time where the theist rises to the burden of proof, it is concluded that “Gods do not exist” is a justified statement.
End Notes:
1 Familiar examples are: Michael Martin, George Smith, Kai Nielsen, and Swinburne. The particular approach applied in this article may be considered somewhat akin to Smith’s argument in his renowned work, Atheism: The Case Against God.
2 This formalization is unique. While Smith plays on God’s transcendence throughout his argument, a particular theory of meaning is provided in this article, more advanced then Smith’s argument, but still harmonious with it.
3 Note that I use the term “referent” not to mean an actuality in this case, but rather the concept or specific thing that a term is applied to. From this point of view, it may indeed be said that Santa Clause and the Easter Bunny both have referents, but that these referents are not actualized. Applying this terminology with the argument, it is to be observed that should a term have no referent—i.e., no specific concept or thing that the word itself applies to, the term can obviously have no application to reality because it refers to no concept or thing which may possibly exist.
I should hope that no serious objections come from this, as this is not very important to the argument at all. The term could easily be used in its usual sense and be perfectly harmonious with the argument provided, but I use it in this particular way for convenience on my part.
4 Michael Martin, Atheism: A Philosophical Justification (Philadelphia, PA: Temple University Press, 1990), Chapter 1.
5 Peter Angeles, Critiques Of God: Making The Case Against Belief In God (Prometheus Books, 1997), Chapter 2.
6 Sidney Hook (A Critique Of God), for instance, has observed that, “Many people will heatedly discuss the question whether God exists—without displaying any concern over the fact that they are encompassing the most heterogeneous notions in the use they make of the word ‘God’.”
7 Atheism: A Philosophical Justification, Chapter 1.
8 George Smith, Atheism: The Case Against God (Buffalo, New York: Prometheus Books, 1979), Chapter 3.
9 This has been a misconception at times. I am not presenting the idea that theist’s have essentially different beliefs, but rather that the way in which they go about believing can differ—specifically that they might follow either of the two methods explained. These two methods, of course, may be said to apply to a number of different ideas and concepts, not just God.
10 Classical apologetics may of course be used by both methods. For example, the believer may hold as a starting point that God exists—i.e. that there is indeed a Creator, and then look to the evidences provided in order to justify his position.
11 Atheism: The Case Against God, Chapter 3.
12 Ibid, Chapter 3.
13 dictionary.com
14 As noted, the secondary attributes applied to the term “God” are indeed meant in a peculiarly different context then finite human existence. So, this is a very true statement made by Smith in this regard.
15 Atheism: The Case Against God, Chapter 3.
16 Ibid, Chapter 3.
17 “Primary Attribute” was at one time called “Substance” by this theory. However, the latter term seemed to confuse readers, as they believed by asserting that a thing had “substance” to it we were already assuming materialism, which is untrue. Thus, this new term has been provided, and will hopefully dissolve any further confusion for those interested in the argument.
18 This description apparently comes from Thomas Paine. It was provided in a correspondence between a friend and myself. It’s my personal favorite description, because of the following conversation that we had analyzing the consequences of it that night during our discussion.
19 http://www.members.shaw.ca/jgfriesen/Definitions/Apophaticism.html
20 Atheism: A Philosophical Justification, Chapter 1.
21 http://www.infidels.org/library/modern/michael_martin/meaningless.html
22 http://www.infidels.org/library/modern/theodore_drange/definition.html
23 Atheism: The Case Against God, Chapter 3.
Last updated: October 9, 2004
Ecco adesso mi spieghi la contestazione con la domanda retorica se non credi a X allora è necessario che credi a Y (no sense),porta la poesia nei romanzi.E sinceramente solo un infante puo pensare che se uno non crede che 2+2 dia 5 allora stia credendo che dia 8.
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Re: Che cosa è la merda
in realtà io, che secondo qualcuno sarei un troll, ho lanciato una sfida.
E la sfida è la seguente:
Quali risposte hai dato alle domande: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società? E le relazioni tra individui e natura?
Ma vedo che gli atei non rispondono.
Allora rispondo io per loro. La risposta è: Non mi frega nulla di rispondere a quelle domande. Semplicemente la mia religione è fare quello che mi pare senza troppe menate.
Ora...chi è che tipicamente dice: faccio quello che mi pare?
I bambini. I bambini che fanno i capricci perchè sono pervasi dal delirio di onnipotenza tipico dell'età infantile e adolescenziale.
Quindi abbiamo dimostrato che dietro l'atesimo c'è, in realtà, l'incapacità o la non volontà di crescere e di entrare nell'età adulta.
L'incapacità di farsi delle domande e di cercare delle risposte.
Ergo...l'atesimo è un modo per nascondere il proprio infantilismo.
E detto questo...abbiamo detto tutto.
E la sfida è la seguente:
Quali risposte hai dato alle domande: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società? E le relazioni tra individui e natura?
Ma vedo che gli atei non rispondono.
Allora rispondo io per loro. La risposta è: Non mi frega nulla di rispondere a quelle domande. Semplicemente la mia religione è fare quello che mi pare senza troppe menate.
Ora...chi è che tipicamente dice: faccio quello che mi pare?
I bambini. I bambini che fanno i capricci perchè sono pervasi dal delirio di onnipotenza tipico dell'età infantile e adolescenziale.
Quindi abbiamo dimostrato che dietro l'atesimo c'è, in realtà, l'incapacità o la non volontà di crescere e di entrare nell'età adulta.
L'incapacità di farsi delle domande e di cercare delle risposte.
Ergo...l'atesimo è un modo per nascondere il proprio infantilismo.
E detto questo...abbiamo detto tutto.
Bucodiculo- -------------
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Re: Che cosa è la merda
xmanx ha scritto:
E la sfida è la seguente:
Quali risposte hai dato alle domande: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società? E le relazioni tra individui e natura?
Ma vedo che gli atei non rispondono.
Se sei qui è perchè te c'hai molta crisi, stai miagolando nel buio, vai a dentoni. Ti chiedi: "Come mai?, come? dove nel mondo?, dove? chi?, perchè? quando?". Ma la risposta, non la devi cercare fuori, la risposta è dentro di te, e però è sbagliata!
L'uomo discende dalla scimmia?
"No. L'uomo non può discendere dalla scimmia, forse il bambino".
"In che senso il bambino?".
"E non è che l'uomo può scendere dalla scimmia: forse, se la scimmia è molto grossa, forse il bambino può scendere. Non è che l'uomo può scendere dalla scimmia". "
Si', ma la chiesa ha detto che l'uomo può discendere dalla scimmia".
"Ho capito cos'ha detto, ma non è che la chiesa può costringere la scimmia che è qua, l'uomo monta sulla scimmia, scende, monta su un'altra scimmia, se nò viene su una grossa crisi".
C'è vita nell'universo?
"Mah, giusto un po' il sabato sera, ma non è tanto".
"Perche' e' comparso l'uomo sulla Terra?".
"Perche' se l'uomo compare sull'acqua affogava… senno' che poteva anche nuotare pero' se appena compariva che ancora nessuno gli aveva insegnato di nuotare veramente bbene… se era comparso prima sulla terra un istruttore di nuoto poi compariva l'uomo sull'acqua allora quello gli insegnava a nuotare e allora potevi riandare nell'acqua che ti sentivi veramente bbene...
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Hara2- -----------
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Re: Che cosa è la merda
Ma già si tradisce quando parla di "sfida".
Di norma è un tratto infantile, per l'appunto, arrivare e proiettare una risma di cagate di dubbia valenza poiché frutto del timore di essere incompresi dal povero Mr. Universo.
È uno di quelli che crede nell'illusione della teleologia.
Ci saprà dunque spiegare a cosa porterà la sua forsennata ricerca, se non ad un palliativo bambinescamente congegnato per illudersi di avere uno scopo, sconfessato dalla nozione medesima di fine.
Di norma è un tratto infantile, per l'appunto, arrivare e proiettare una risma di cagate di dubbia valenza poiché frutto del timore di essere incompresi dal povero Mr. Universo.
È uno di quelli che crede nell'illusione della teleologia.
Ci saprà dunque spiegare a cosa porterà la sua forsennata ricerca, se non ad un palliativo bambinescamente congegnato per illudersi di avere uno scopo, sconfessato dalla nozione medesima di fine.
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Grazie
Justine- ----------
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Re: Che cosa è la merda
Sono semplicemente domande sbagliate. Tu non fai quello che ti pare? Cos'è che fai allora (oltre a cazzeggiare sui forum)?xmanx ha scritto:in realtà io, che secondo qualcuno sarei un troll, ho lanciato una sfida.
E la sfida è la seguente:
Quali risposte hai dato alle domande: chi è l'uomo? Da dove viene? Dove dovrebbe andare? Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società? E le relazioni tra individui e natura?
Ma vedo che gli atei non rispondono.
Allora rispondo io per loro. La risposta è: Non mi frega nulla di rispondere a quelle domande. Semplicemente la mia religione è fare quello che mi pare senza troppe menate.
Ora...chi è che tipicamente dice: faccio quello che mi pare?
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Quindi abbiamo dimostrato che dietro l'atesimo c'è, in realtà, l'incapacità o la non volontà di crescere e di entrare nell'età adulta.
L'incapacità di farsi delle domande e di cercare delle risposte.
Ergo...l'atesimo è un modo per nascondere il proprio infantilismo.
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Re: Che cosa è la merda
Intanto qua: http://atei.forumitalian.com/t6457p120-ateismo-oppio-dei-popoli#328735 non ha più risposto. Ho l'impressione che stia esaurendo la rincorsa. Eh, sono meteore...Justine ha scritto:Ma già si tradisce quando parla di "sfida".
Di norma è un tratto infantile, per l'appunto, arrivare e proiettare una risma di cagate di dubbia valenza poiché frutto del timore di essere incompresi dal povero Mr. Universo.
È uno di quelli che crede nell'illusione della teleologia.
Ci saprà dunque spiegare a cosa porterà la sua forsennata ricerca, se non ad un palliativo bambinescamente congegnato per illudersi di avere uno scopo, sconfessato dalla nozione medesima di fine.
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Re: Che cosa è la merda
https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiensxmanx ha scritto: chi è l'uomo?
https://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione_umanaxmanx ha scritto: Da dove viene?
https://it.wikipedia.org/wiki/Esplorazione_spazialexmanx ha scritto: Dove dovrebbe andare?
https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_%28sociologia%29xmanx ha scritto: Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società?
https://it.wikipedia.org/wiki/Ecosistemaxmanx ha scritto: E le relazioni tra individui e natura?
Grazie e a mai più rivederci.
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Re: Che cosa è la merda
Minsky ha scritto:Intanto qua: http://atei.forumitalian.com/t6457p120-ateismo-oppio-dei-popoli#328735 non ha più risposto. Ho l'impressione che stia esaurendo la rincorsa. Eh, sono meteore...Justine ha scritto:Ma già si tradisce quando parla di "sfida".
Di norma è un tratto infantile, per l'appunto, arrivare e proiettare una risma di cagate di dubbia valenza poiché frutto del timore di essere incompresi dal povero Mr. Universo.
È uno di quelli che crede nell'illusione della teleologia.
Ci saprà dunque spiegare a cosa porterà la sua forsennata ricerca, se non ad un palliativo bambinescamente congegnato per illudersi di avere uno scopo, sconfessato dalla nozione medesima di fine.
È quasi poetico, arrivano per trovare compagnia, e trovano la fiamma della disperazione.
Ma gli evangelizzatori compulsivi sono ben altra cosa dai credenti composti (questi ultimi non si sognano di fare una cagnara del genere)
Non sarà l'ultimo, verrà accomunato in futuro a tutti quelli che credendosi furbi sostituiscono la divinità canonica con le comete, i buchi neri e l'inflazione.
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Re: Che cosa è la merda
Guin sta diventando sempre più un idolo. Vedi che aveva ragione Xanax/xmanx a darmi della deista
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Re: Che cosa è la merda
Guin ha scritto:https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiensxmanx ha scritto: chi è l'uomo?https://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione_umanaxmanx ha scritto: Da dove viene?https://it.wikipedia.org/wiki/Esplorazione_spazialexmanx ha scritto: Dove dovrebbe andare?https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_%28sociologia%29xmanx ha scritto: Su quale paradigma si basano le relazioni tra individui e la società?https://it.wikipedia.org/wiki/Ecosistemaxmanx ha scritto: E le relazioni tra individui e natura?
Grazie e a mai più rivederci.
Cosí mi piaci
@Hara: il problema è far discendere la scimmia dall'uomo, nello specifico dalla sua spalla
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You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
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Re: Che cosa è la merda
@guin
In sostanza la tua religione si basa su una visione darwiniana.
In questa tua religione, la "società" indica un sistema di relazioni artificiali impersonali, mediate dal mercato e fondate su un contratto. Gli individui che la compongono sono solitamente organizzati in ceti e classi sociali.
Molto bene.
Secondo la tua religione, quindi, il potente di turno che apre una fabbrica dove fa lavorare gli uomini come schiavi è pienamente legittimato a farlo.
E se tu ti lamenti lui ti manda, giustamente, la polizia a spaccarti le ossa.
La tua è esattamente la visione religiosa sulla quale si basano le tirannie e i totalitarismi: i potenti si autocelebrano nelle loro caste elitarie e tutti gli altri - gli sfigati - fanno gli schiavi.
Non lamentarti, però, se appartieni alla categoria degli schiavi.
Visto che tu stesso ne hai avallato il fondamento religioso.
Bene. Molto bene.
A mai più rivederci? Puoi ben dirlo.
Cosa di buono potrebbe mai venire da gente come te?
Solo sciagure.
In sostanza la tua religione si basa su una visione darwiniana.
In questa tua religione, la "società" indica un sistema di relazioni artificiali impersonali, mediate dal mercato e fondate su un contratto. Gli individui che la compongono sono solitamente organizzati in ceti e classi sociali.
Molto bene.
Secondo la tua religione, quindi, il potente di turno che apre una fabbrica dove fa lavorare gli uomini come schiavi è pienamente legittimato a farlo.
E se tu ti lamenti lui ti manda, giustamente, la polizia a spaccarti le ossa.
La tua è esattamente la visione religiosa sulla quale si basano le tirannie e i totalitarismi: i potenti si autocelebrano nelle loro caste elitarie e tutti gli altri - gli sfigati - fanno gli schiavi.
Non lamentarti, però, se appartieni alla categoria degli schiavi.
Visto che tu stesso ne hai avallato il fondamento religioso.
Bene. Molto bene.
A mai più rivederci? Puoi ben dirlo.
Cosa di buono potrebbe mai venire da gente come te?
Solo sciagure.
Bucodiculo- -------------
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Re: Che cosa è la merda
Tutto bene, salvo un particolare. Sembra che tu assuma la tua "scienza" come un dogma. Hai deciso che quella strampalata teoria della coscienza universale sia la verità, e te ne sei fatto feticcio ideologico. Ma la scienza non funziona così. La scienza non fornisce verità assolute. Hai completamente distorto il significato di "scienza".Minsky ha scritto:Intanto qua: http://atei.forumitalian.com/t6457p120-ateismo-oppio-dei-popoli#328735 non ha più risposto. Ho l'impressione che stia esaurendo la rincorsa. Eh, sono meteore...Justine ha scritto:Ma già si tradisce quando parla di "sfida".
Di norma è un tratto infantile, per l'appunto, arrivare e proiettare una risma di cagate di dubbia valenza poiché frutto del timore di essere incompresi dal povero Mr. Universo.
È uno di quelli che crede nell'illusione della teleologia.
Ci saprà dunque spiegare a cosa porterà la sua forsennata ricerca, se non ad un palliativo bambinescamente congegnato per illudersi di avere uno scopo, sconfessato dalla nozione medesima di fine.
No. La scienza non è un dogma.
Ma è uno strumento di conoscenza.
E la conoscenza è una delle vie per arrivare alla consapevolezza.
Bucodiculo- -------------
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Re: Che cosa è la merda
xmanx ha scritto:@guin
In sostanza la tua religione si basa su una visione darwiniana.
In questa tua religione, la "società" indica un sistema di relazioni artificiali impersonali, mediate dal mercato e fondate su un contratto. Gli individui che la compongono sono solitamente organizzati in ceti e classi sociali.
Molto bene.
Secondo la tua religione, quindi, il potente di turno che apre una fabbrica dove fa lavorare gli uomini come schiavi è pienamente legittimato a farlo.
E se tu ti lamenti lui ti manda, giustamente, la polizia a spaccarti le ossa.
La tua è esattamente la visione religiosa sulla quale si basano le tirannie e i totalitarismi: i potenti si autocelebrano nelle loro caste elitarie e tutti gli altri - gli sfigati - fanno gli schiavi.
Non lamentarti, però, se appartieni alla categoria degli schiavi.
Visto che tu stesso ne hai avallato il fondamento religioso.
Bene. Molto bene.
A mai più rivederci? Puoi ben dirlo.
Cosa di buono potrebbe mai venire da gente come te?
Solo sciagure.
Conosci il cellar spider, meglio noto come ragno ballerino?
Le sue consuetudini sono piuttosto cruente, diremmo, eppure...
Invade le tele di altri ragni, soffoca e ne uccide i proprietari, digerisce la preda svuotandola dei propri visceri e ne sputa i resti.
Non parlerò del resto che accade nel regno animale, poiché ancora più cruento, se possibile.
A quale religione appartengono i ragni ballerini e gli altri animali della nostra Terra?
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Justine- ----------
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Re: Che cosa è la merda
@justine
ok. ho capito.
la tua visione religiosa si basa sul fatto che l'uomo è un animale. E il più forte vince.
E' esattamente quello che ha fatto il nazismo, che ha sterminato 6 milioni ebrei.
Se la vedi così - però - non rompere i coglioni se tu finisci dalla parte degli schiavi e degli sterminati.
Accetta la tua condizione e non rompere il cazzo.
ok. ho capito.
la tua visione religiosa si basa sul fatto che l'uomo è un animale. E il più forte vince.
E' esattamente quello che ha fatto il nazismo, che ha sterminato 6 milioni ebrei.
Se la vedi così - però - non rompere i coglioni se tu finisci dalla parte degli schiavi e degli sterminati.
Accetta la tua condizione e non rompere il cazzo.
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Re: Che cosa è la merda
Noi siamo animali da ogni punto di vista, costitutivamente. Ti basterà studiare un libro di biologia per comprenderlo.
Se vuoi schermirti dalla verità con i tuoi soliti poco coerenti finti attacchi da pagliaccio, affari tuoi.
Nessuno propala eversioni e guerre, si sta dicendo da ben due giorni che gli istinti di revanche sono innati nella natura umana.
Se poi credi che io nasconda testate nucleari in casa, cazzi tuoi
Fuori dalle balle
Se vuoi schermirti dalla verità con i tuoi soliti poco coerenti finti attacchi da pagliaccio, affari tuoi.
Nessuno propala eversioni e guerre, si sta dicendo da ben due giorni che gli istinti di revanche sono innati nella natura umana.
Se poi credi che io nasconda testate nucleari in casa, cazzi tuoi
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Re: Che cosa è la merda
Si.
Ma ancora non mi hai detto perchè l'umanesimo che a te piace dovrebbe essere migliore di chi divide l'umanità in elite e schiavi.
In base a cosa puoi affermarlo?
In base a niente. Ed è proprio questo il tuo limite.
Teorizzi il nichilismo - il non senso - ma poi non ti piacciono le sue conseguenze quando queste conseguenze toccano a te.
In effetti sì. E' infantile.
Puerile. Sciocco.
Ma ancora non mi hai detto perchè l'umanesimo che a te piace dovrebbe essere migliore di chi divide l'umanità in elite e schiavi.
In base a cosa puoi affermarlo?
In base a niente. Ed è proprio questo il tuo limite.
Teorizzi il nichilismo - il non senso - ma poi non ti piacciono le sue conseguenze quando queste conseguenze toccano a te.
In effetti sì. E' infantile.
Puerile. Sciocco.
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Re: Che cosa è la merda
Il nonsenso del nichilismo è relativo alle inesistenti conseguenze del senso a livello teleologico, non umano e sociale su codesta Terra, a livello contingente.
Due giorni che cerco di fartelo entrare in testa, proviamo dal culo?
Due giorni che cerco di fartelo entrare in testa, proviamo dal culo?
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Re: Che cosa è la merda
Si, ma ancora non mi hai detto qual è il senso su codesta terra. E perchè dovrebbe essere così e non cosà.
Su che basi teoriche tu stabilisci il senso su questa terra?
Su quello che piace a te?
Bè...mia cara, l'evoluzionismo darwiniano non si basa su quello che più ci piace. Ma sul più forte.
Ora...la tua carenza culturale consiste in questo: tu parti da una base teorica - il darwinismo - però ne disconosci le conseguenze sociali della legge dle più forte perchè non ti piacciono.
E' proprio da questo che emerge la tua pochezza culturale. E anche un certo infantilismo nell'approcciare i ragionamenti.
Su che basi teoriche tu stabilisci il senso su questa terra?
Su quello che piace a te?
Bè...mia cara, l'evoluzionismo darwiniano non si basa su quello che più ci piace. Ma sul più forte.
Ora...la tua carenza culturale consiste in questo: tu parti da una base teorica - il darwinismo - però ne disconosci le conseguenze sociali della legge dle più forte perchè non ti piacciono.
E' proprio da questo che emerge la tua pochezza culturale. E anche un certo infantilismo nell'approcciare i ragionamenti.
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Re: Che cosa è la merda
L'evoluzionismo si basa SUL PIÚ ADATTO, NON SUL PIÙ FORTE.
Scritto a chiare lettere anche per un oligofrenico.
Ti chiedi perché abbiano oggi tanta risonanza le pirlate congetturate a caso [ivi incluse le tue]?
Perché contribuiscono a convincersi di una panacea nel tuo caso nominata consapevolezza. Per altri è il paradiso.
Vorrei vedere, poi, come non ti opporresti assolutamente a chi ti portasse via in furto tutta la casa, i tuoi preziosi, le tue mutande.
Staresti lì o reagiresti?
Ma tu sei così consapevole, lasci fare di certo
Scritto a chiare lettere anche per un oligofrenico.
Ti chiedi perché abbiano oggi tanta risonanza le pirlate congetturate a caso [ivi incluse le tue]?
Perché contribuiscono a convincersi di una panacea nel tuo caso nominata consapevolezza. Per altri è il paradiso.
Vorrei vedere, poi, come non ti opporresti assolutamente a chi ti portasse via in furto tutta la casa, i tuoi preziosi, le tue mutande.
Staresti lì o reagiresti?
Ma tu sei così consapevole, lasci fare di certo
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Re: Che cosa è la merda
No, mia cara.
L'evoluzione si basa sulla selezione naturale.
E la selezione naturale prevede che il leone mangia la gazzella "debole". E sopravvivono solo le gazzelle che riescono a scappare più velocemente.
Ora...mia cara. Io capisco che a te piaccia il darwinismo perchè ti hanno detto che in questa sceneggiata tu faresti la parte del leone.
Salvo poi ritrovarti nella parte della gazzella.
Ecco....quando sei gazzella cominci a dire che il leone non ha diritto di mangiarti.
E che ci vuole la pace.
Bè....è un po' infanitle, no?
Se accetti una visione religiosa basata sul darwinismo, devi accettarne le conseguenze fino in fondo.
Quindi se nella realtà sociale ti hanno messo dalla parte delle gazzelle, accettalo. E non rompre i coglioni.
Perchè è esattamente ciò che tu stesso hai avallato.
L'evoluzione si basa sulla selezione naturale.
E la selezione naturale prevede che il leone mangia la gazzella "debole". E sopravvivono solo le gazzelle che riescono a scappare più velocemente.
Ora...mia cara. Io capisco che a te piaccia il darwinismo perchè ti hanno detto che in questa sceneggiata tu faresti la parte del leone.
Salvo poi ritrovarti nella parte della gazzella.
Ecco....quando sei gazzella cominci a dire che il leone non ha diritto di mangiarti.
E che ci vuole la pace.
Bè....è un po' infanitle, no?
Se accetti una visione religiosa basata sul darwinismo, devi accettarne le conseguenze fino in fondo.
Quindi se nella realtà sociale ti hanno messo dalla parte delle gazzelle, accettalo. E non rompre i coglioni.
Perchè è esattamente ciò che tu stesso hai avallato.
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Re: Che cosa è la merda
Certo che sì. Ma mi pare che la tua nozione di "consapevolezza" sia un po' vaga.xmanx ha scritto:Tutto bene, salvo un particolare. Sembra che tu assuma la tua "scienza" come un dogma. Hai deciso che quella strampalata teoria della coscienza universale sia la verità, e te ne sei fatto feticcio ideologico. Ma la scienza non funziona così. La scienza non fornisce verità assolute. Hai completamente distorto il significato di "scienza".Minsky ha scritto:Intanto qua: http://atei.forumitalian.com/t6457p120-ateismo-oppio-dei-popoli#328735 non ha più risposto. Ho l'impressione che stia esaurendo la rincorsa. Eh, sono meteore...Justine ha scritto:Ma già si tradisce quando parla di "sfida".
Di norma è un tratto infantile, per l'appunto, arrivare e proiettare una risma di cagate di dubbia valenza poiché frutto del timore di essere incompresi dal povero Mr. Universo.
È uno di quelli che crede nell'illusione della teleologia.
Ci saprà dunque spiegare a cosa porterà la sua forsennata ricerca, se non ad un palliativo bambinescamente congegnato per illudersi di avere uno scopo, sconfessato dalla nozione medesima di fine.
No. La scienza non è un dogma.
Ma è uno strumento di conoscenza.
E la conoscenza è una delle vie per arrivare alla consapevolezza.
La consapevolezza sarebbe credere a quella teoria della coscienza universale?
Si tratta di una ipotesi ben lungi dall'essere attendibile. In realtà, la conosco bene perché io stesso l'ho sfruttata qualche tempo fa per costruire una (farlocca) dimostrazione dell'esistenza di dio, per un gioco proposto da un vecchio utente del forum. Se vuoi leggere la discussione (se hai tempo, ma penso di sì) la trovi qui:
http://atei.forumitalian.com/t4484-un-esperimento-le-prove-dell-altra-parte
C'è la mia tesi e più avanti anche la confutazione, anche questa prodotta da me.
Comunque, anche ammettendo per amor di discussione che la teoria che ti piace tanto sia vera, che ne consegue? In che modo tale "consapevolezza" dovrebbe cambiarci la vita? A te come l'ha cambiata? Sii propositivo. Forse si capirà la ragione del tuo entusiasmo.
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Re: Che cosa è la merda
@ Xanax in compresse
Ma io mi domando che conoscenza tu abbia della mia vita per affermare che io dovrei essere la coglionazza che tu pensi io sia.
Tu non ti ritieni in grado di poter subire taccheggiamenti, furti o altro? Non reagiresti o con il fantabolico potere della consapevolezza ti lasceresti ridurre in mutande di tela?
Essere in questa società comporta un successo basato aulla cretineria: se si è eccentrici si è emarginati, i geni del passato sono stati fatti quasi tutti fuori. In questo caso il loro pensiero non è stato ADATTO alle circostanze sociali del tempo.
Anche tu se foasi coerente ti dedicheresti a sailcazzo cosa sia della consapevolezza, anziché prevaricare (ahahhah! Ecco la legge!) con termini inconsistenti sui forum
Ma io mi domando che conoscenza tu abbia della mia vita per affermare che io dovrei essere la coglionazza che tu pensi io sia.
Tu non ti ritieni in grado di poter subire taccheggiamenti, furti o altro? Non reagiresti o con il fantabolico potere della consapevolezza ti lasceresti ridurre in mutande di tela?
Essere in questa società comporta un successo basato aulla cretineria: se si è eccentrici si è emarginati, i geni del passato sono stati fatti quasi tutti fuori. In questo caso il loro pensiero non è stato ADATTO alle circostanze sociali del tempo.
Anche tu se foasi coerente ti dedicheresti a sailcazzo cosa sia della consapevolezza, anziché prevaricare (ahahhah! Ecco la legge!) con termini inconsistenti sui forum
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Re: Che cosa è la merda
@hara
Che ne consegue? Come dovrebbe cambiarci la vita?
Bè...la consapevolezza che noi siamo UNO, che originiamo tutti dallo stesso UNO, cioè che siamo tutti "immagine" di dio, abbiamo tutti la stessa dignità, che siamo tutti ugualmente e parimenti "figli" cioè "fratelli" contrasta la visione "elitaria" della religione darwinista.
Una visione elitaria - quella darwinista - basata sulla selezione naturale tra gli individui e che teorizza che esistono degli individui più forti che hanno il diritto - in virtù della loro forza - di esercitare il dominio su altri individui.
In base al punto di partenza se ne ricavano - infatti - delle conseguenze sociali.
Ora...è innegabile che la religione dell'individualismo si fonda sulla visione darwiniana della selezione naturale.
E' la visione sulla quale si sono fondati i totalitarismi che hanno sterminato e sottomesso milioni di persone considerate "deboli" o "non adatte".
La cosa davvero divertente è che gli atei individualisti abbracciano il darwinismo, ma non ne riconoscono fino in fondo le implicazioni sociali. E queste implicazioni sociali determinano che il più forte comanda sui più deboli esercitando la propria forza.
Ecco...il darwinismo piace finchè chi ce lo ha proprosto ci dice che noi siamo dalla parte dei leoni.
Piace un po' meno quando ci accorgiamo di essere finiti dalla parte delle gazzelle.
In altre parole, i darwinisti abbracciano la legge della selezione naturale, ma poi sbraitano contro l'america imperialista. Sbraitano contro il potere delle multinazionali. Sbraitano contro la globalizzazione che si arricchisce sul sangue e sulla vita degli schiavi. Sbraitano contro le dittature.
L'imbecillità sta nel fatto che chi da un lato sostiene la visione religiosa darwinista - che teorizza il dominio del più forte - è lo stesso imbecille che dall'altro lato vorrebbe disconoscere il dominio del più forte quando lui si ritrova ad essere dalla parte degli schiavi.
Fratello.....se tu sostieni una visione religiosa, poi non ti puoi lamentare delle conseguenze sociali che essa determina. Non ti puoi lamentare se sei uno schiavo e se tu stesso hai sostenuto la visione religiosa che avalla il tuo essere schiavo.
Al massimo puoi dire: quanto sono stato imbecille a non accorgermi di essere stato raggirato.
Per quanto riguarda la consapevolezza...essa è la comprensione della Realtà per quella che è.
Cioè la comprensione della Verità.
La scienza è solo uno strumento. Non è il fine.
Esattamente come lo sono anche le religioni.
Che ne consegue? Come dovrebbe cambiarci la vita?
Bè...la consapevolezza che noi siamo UNO, che originiamo tutti dallo stesso UNO, cioè che siamo tutti "immagine" di dio, abbiamo tutti la stessa dignità, che siamo tutti ugualmente e parimenti "figli" cioè "fratelli" contrasta la visione "elitaria" della religione darwinista.
Una visione elitaria - quella darwinista - basata sulla selezione naturale tra gli individui e che teorizza che esistono degli individui più forti che hanno il diritto - in virtù della loro forza - di esercitare il dominio su altri individui.
In base al punto di partenza se ne ricavano - infatti - delle conseguenze sociali.
Ora...è innegabile che la religione dell'individualismo si fonda sulla visione darwiniana della selezione naturale.
E' la visione sulla quale si sono fondati i totalitarismi che hanno sterminato e sottomesso milioni di persone considerate "deboli" o "non adatte".
La cosa davvero divertente è che gli atei individualisti abbracciano il darwinismo, ma non ne riconoscono fino in fondo le implicazioni sociali. E queste implicazioni sociali determinano che il più forte comanda sui più deboli esercitando la propria forza.
Ecco...il darwinismo piace finchè chi ce lo ha proprosto ci dice che noi siamo dalla parte dei leoni.
Piace un po' meno quando ci accorgiamo di essere finiti dalla parte delle gazzelle.
In altre parole, i darwinisti abbracciano la legge della selezione naturale, ma poi sbraitano contro l'america imperialista. Sbraitano contro il potere delle multinazionali. Sbraitano contro la globalizzazione che si arricchisce sul sangue e sulla vita degli schiavi. Sbraitano contro le dittature.
L'imbecillità sta nel fatto che chi da un lato sostiene la visione religiosa darwinista - che teorizza il dominio del più forte - è lo stesso imbecille che dall'altro lato vorrebbe disconoscere il dominio del più forte quando lui si ritrova ad essere dalla parte degli schiavi.
Fratello.....se tu sostieni una visione religiosa, poi non ti puoi lamentare delle conseguenze sociali che essa determina. Non ti puoi lamentare se sei uno schiavo e se tu stesso hai sostenuto la visione religiosa che avalla il tuo essere schiavo.
Al massimo puoi dire: quanto sono stato imbecille a non accorgermi di essere stato raggirato.
Per quanto riguarda la consapevolezza...essa è la comprensione della Realtà per quella che è.
Cioè la comprensione della Verità.
La scienza è solo uno strumento. Non è il fine.
Esattamente come lo sono anche le religioni.
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Re: Che cosa è la merda
@justine
io non conosco la tua vita.
conosco il tuo pensiero e le dinamiche del tuo modo di pensare.
e sono francamente infantili.
ne deduco che il tuo modo di vedere la vita è basato su delle credenze infantili.
io non conosco la tua vita.
conosco il tuo pensiero e le dinamiche del tuo modo di pensare.
e sono francamente infantili.
ne deduco che il tuo modo di vedere la vita è basato su delle credenze infantili.
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Re: Che cosa è la merda
Bene, se ancora una volta presumi di conoscere (non ti accorgi nemmeno quanto sei fissamente inchiodato sul presupposto), parlami di tutte le mie inclinazioni, ivi incluse quelle a me medesima ignote.
Prova a mettere un po' le mani in pasta, anziché inventarti le tue personali falsità spacciandole come contributi coatti ad un sistema la cui utilità vedi solo tu
Ad esempio, dacché mi conosci, elenca in ordine di preferenza il genere degli ultimi 150 titoli videogame a cui ho giocato. Se mi conosci minuziosamente, saprai di certo elencarli in ordine di intensità emotiva da me provata
Forza, muoviti
Prova a mettere un po' le mani in pasta, anziché inventarti le tue personali falsità spacciandole come contributi coatti ad un sistema la cui utilità vedi solo tu
Ad esempio, dacché mi conosci, elenca in ordine di preferenza il genere degli ultimi 150 titoli videogame a cui ho giocato. Se mi conosci minuziosamente, saprai di certo elencarli in ordine di intensità emotiva da me provata
Forza, muoviti
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Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine- ----------
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Re: Che cosa è la merda
@justine
non mi frega nulla dei tuoi videogame.
ho letto il tuo pensiero.
da un lato sostieni la supremazia della biologia e della evoluzione.
dall'altro lato teorizzi il pacifismo sociale.
ignorando volutamente il fatto che il darwinismo porta necessariamente alla supremazia coercitiva del più forte sul più debole. Cioè al dominio delle elite che hanno la forza e il potere.
e non vi è nessuna pace in questo.
non ho nulla da dirti...se non che il tuo modo di pensare è piuttosto infantile.
non mi frega nulla dei tuoi videogame.
ho letto il tuo pensiero.
da un lato sostieni la supremazia della biologia e della evoluzione.
dall'altro lato teorizzi il pacifismo sociale.
ignorando volutamente il fatto che il darwinismo porta necessariamente alla supremazia coercitiva del più forte sul più debole. Cioè al dominio delle elite che hanno la forza e il potere.
e non vi è nessuna pace in questo.
non ho nulla da dirti...se non che il tuo modo di pensare è piuttosto infantile.
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Re: Che cosa è la merda
Ipotizzo che tu abbia molto tempo da perdere. Sui neuroni non dico nulla, sono già andati
Ti è stato premurosamente fatto notare che il darwinismo è imperniato sull'adattamento e non sulla mera fisicità. Sopravvive il più efficace come dimostrato dal caso della Biston Betularia; che manco conoscerai. La sua specie concorrente, estinta, non era meno forte o deboluccia, aveva semplicemente un colore differente.
Va' a studiare piuttosto che far perdere tempo alla gente, epitome dell'infantilismo che non sei altro
Ti è stato premurosamente fatto notare che il darwinismo è imperniato sull'adattamento e non sulla mera fisicità. Sopravvive il più efficace come dimostrato dal caso della Biston Betularia; che manco conoscerai. La sua specie concorrente, estinta, non era meno forte o deboluccia, aveva semplicemente un colore differente.
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Re: Che cosa è la merda
xmanx ha scritto:@justine
conosco il tuo modo di pensare
Delirio di onnipotenza ci cascano tutti i credenti.
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Meglio Ronin ma libero, mercenari nel bene e nel male di nessuno,piuttosto che Samurai ma schiavo,soldati per il bene o per il male del proprio signore.
Credere in una bandiera è credere in una ideologia,meglio non seguire nessuna bandiera in particolare oppure seguirle tutte a seconda di come tira il vento sulla propria.
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Re: Che cosa è la merda
bè..cara justine....il "colore", cioè l'adattabilità, serve a sfuggire ai predatori.
Il concetto di "adattabilità" si sposa col concetto di sopravvivenza ai predatori.
A cosa serve il "mimetismo"? A sfuggire ai predatori.
Si adattano meglio all'ambiente e sfuggono ai predatori.
Solo le gazzelle che corrono più veloci sopravvivono ai leoni. Si adattano meglio all'ambiente ostile e garantiscono la sopravvivenza del loro patrimonio genetico.
Solo le tartarughe più forti riescono a raggiungere il mare quando si aprono le uova. Le altre vengono mangiate dai predatori.
La migiore adattabilità alle condizioni ambientali consente loro di sfuggire ai predatori, di raggiungere il mare e di trasmettere il loro patrimonio genetico.
Solo le giraffe col collo più lungo riescono a nutrirsi di più, a essere più forti e a sopravvivere.
E' la selezione naturale che sta alla base del darwinismo.
Quando parli di qualcosa....cerca di comprenderne prima il significato.
La selezione naturale si basa sul meccanismo che i più forti e i più adatti sopravvivono.
E' proprio su questo meccanismo che si basa la globalizzazione economica. Se sei forte e ti adatti sopravvivi ai predatori. Altrimenti muori.
Sei talmente ignorante da non capire che la situazione sociale che stiamo vivendo oggi è proprio figlia della religione darwinista.
E coloro che l'hanno ideata e imposta partono proprio dal paradigma darwinista.
Proprio quello che a te piace tanto.
Proprio non ci arrivi. E' oltre le tue capacità di comprensione.
Il concetto di "adattabilità" si sposa col concetto di sopravvivenza ai predatori.
A cosa serve il "mimetismo"? A sfuggire ai predatori.
Si adattano meglio all'ambiente e sfuggono ai predatori.
Solo le gazzelle che corrono più veloci sopravvivono ai leoni. Si adattano meglio all'ambiente ostile e garantiscono la sopravvivenza del loro patrimonio genetico.
Solo le tartarughe più forti riescono a raggiungere il mare quando si aprono le uova. Le altre vengono mangiate dai predatori.
La migiore adattabilità alle condizioni ambientali consente loro di sfuggire ai predatori, di raggiungere il mare e di trasmettere il loro patrimonio genetico.
Solo le giraffe col collo più lungo riescono a nutrirsi di più, a essere più forti e a sopravvivere.
E' la selezione naturale che sta alla base del darwinismo.
Quando parli di qualcosa....cerca di comprenderne prima il significato.
La selezione naturale si basa sul meccanismo che i più forti e i più adatti sopravvivono.
E' proprio su questo meccanismo che si basa la globalizzazione economica. Se sei forte e ti adatti sopravvivi ai predatori. Altrimenti muori.
Sei talmente ignorante da non capire che la situazione sociale che stiamo vivendo oggi è proprio figlia della religione darwinista.
E coloro che l'hanno ideata e imposta partono proprio dal paradigma darwinista.
Proprio quello che a te piace tanto.
Proprio non ci arrivi. E' oltre le tue capacità di comprensione.
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Re: Che cosa è la merda
Il proposito di quell'esperimento era farti comprendere che le farfalle o le piante o milioni di specie non necessitano di show di erculea forza per evolvere e vivere per millenni
Ma comprendere tu qualcosa? Quando mai
Ipotizzare una società di benevolenza a catenella non esime dalle maglie del darwinismo.
Tira avanti e propaga geni chi si mostra più buono e cortese, anche ipocritamente, per giunta.
Occhio perché calpesti la tua stessa merda
Ma comprendere tu qualcosa? Quando mai
Ipotizzare una società di benevolenza a catenella non esime dalle maglie del darwinismo.
Tira avanti e propaga geni chi si mostra più buono e cortese, anche ipocritamente, per giunta.
Occhio perché calpesti la tua stessa merda
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Re: Che cosa è la merda
La "forza" delle farfalle consiste nella loro capacità di mimetizzarsi con l'ambiente.
Più capacità di mimetizzazione, più probabilità di sfuggire ai predatori.
La selezione naturale si basa sulla soppressione dei più deboli e dei più inadatti.
Ora...se questo è vero, come potremmo mai dire che hitler si sbagliava quando sopprimeva disabili, menomati fisici ed ebrei? Considerati deboli e inadatti allo sviluppo della razza?
Se accettiamo il darwinismo e la selezione naturale, su che basi teoriche possiamo dire che tale comportamento era sbagliato e aberrante?
La tua religione darwinista, mia cara, spalanca le porte ai totalitarismi e ai genocidi.
Ma tu sei così ignorante da non comprenderlo.
E sai perchè? Perchè chi ti ha fatto il lavaggio del cervello con simili stronzate ti ha venduto la favola che tu sei un leone.
Peccato che poi ha creato le condizioni affinchè tu fossi una gazzella.
Ma non ci arrivi....proprio non ci arrivi.
E' troppo oltre le tue capacità.
Più capacità di mimetizzazione, più probabilità di sfuggire ai predatori.
La selezione naturale si basa sulla soppressione dei più deboli e dei più inadatti.
Ora...se questo è vero, come potremmo mai dire che hitler si sbagliava quando sopprimeva disabili, menomati fisici ed ebrei? Considerati deboli e inadatti allo sviluppo della razza?
Se accettiamo il darwinismo e la selezione naturale, su che basi teoriche possiamo dire che tale comportamento era sbagliato e aberrante?
La tua religione darwinista, mia cara, spalanca le porte ai totalitarismi e ai genocidi.
Ma tu sei così ignorante da non comprenderlo.
E sai perchè? Perchè chi ti ha fatto il lavaggio del cervello con simili stronzate ti ha venduto la favola che tu sei un leone.
Peccato che poi ha creato le condizioni affinchè tu fossi una gazzella.
Ma non ci arrivi....proprio non ci arrivi.
E' troppo oltre le tue capacità.
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Re: Che cosa è la merda
Ti sei già contraddetto alla seconda riga: da quando in qua una farfalla nera è debole o inadatta" rispetto ad una rossa? Risposta: mai
Il vivere in un ambiente consono alla visibilità dell'uno o dell'altro fa si che l'una o l'altra viva, mica la superiorità intrinseca.
Talché probabilmente non ricordi le tante storie in cui i piccoli vincono sui giganti con l'astuzia.
Considererai perciò dal tuo magnifico punto di vista una pecca darwiniana anche l'intelletto. Si vede, dalle merdate che tiri fuori
Il vivere in un ambiente consono alla visibilità dell'uno o dell'altro fa si che l'una o l'altra viva, mica la superiorità intrinseca.
Talché probabilmente non ricordi le tante storie in cui i piccoli vincono sui giganti con l'astuzia.
Considererai perciò dal tuo magnifico punto di vista una pecca darwiniana anche l'intelletto. Si vede, dalle merdate che tiri fuori
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Re: Che cosa è la merda
Mah, che Hitler abbia sterminato della gente per preservare lo "sviluppo della razza" è una leggenda alquanto inverosimile (c'erano ben altri motivi assai meno ideologici e ben più concreti). In ogni modo, anche riprendendo dalle osservazioni che ho posto qui: http://atei.forumitalian.com/t6459p20-che-cosa-e-la-religione#328893 e constatato che la selezione naturale è un fatto... naturale e ineludibile, tu cosa proponi fattivamente per migliorare la situazione?xmanx ha scritto:La "forza" delle farfalle consiste nella loro capacità di mimetizzarsi con l'ambiente.
Più capacità di mimetizzazione, più probabilità di sfuggire ai predatori.
La selezione naturale si basa sulla soppressione dei più deboli e dei più inadatti.
Ora...se questo è vero, come potremmo mai dire che hitler si sbagliava quando sopprimeva disabili, menomati fisici ed ebrei? Considerati deboli e inadatti allo sviluppo della razza?
Se accettiamo il darwinismo e la selezione naturale, su che basi teoriche possiamo dire che tale comportamento era sbagliato e aberrante?
La tua religione darwinista, mia cara, spalanca le porte ai totalitarismi e ai genocidi.
Ma tu sei così ignorante da non comprenderlo.
E sai perchè? Perchè chi ti ha fatto il lavaggio del cervello con simili stronzate ti ha venduto la favola che tu sei un leone.
Peccato che poi ha creato le condizioni affinchè tu fossi una gazzella.
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E' troppo oltre le tue capacità.
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Re: Che cosa è la merda
Justine ha scritto:[...]
Occhio perché calpesti la tua stessa merda
Spero tu stia scherzando
non è possibile calpestare una simile quantità
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Re: Che cosa è la merda
ho risposto qui:Minsky ha scritto:Mah, che Hitler abbia sterminato della gente per preservare lo "sviluppo della razza" è una leggenda alquanto inverosimile (c'erano ben altri motivi assai meno ideologici e ben più concreti). In ogni modo, anche riprendendo dalle osservazioni che ho posto qui: http://atei.forumitalian.com/t6459p20-che-cosa-e-la-religione#328893 e constatato che la selezione naturale è un fatto... naturale e ineludibile, tu cosa proponi fattivamente per migliorare la situazione?xmanx ha scritto:La "forza" delle farfalle consiste nella loro capacità di mimetizzarsi con l'ambiente.
Più capacità di mimetizzazione, più probabilità di sfuggire ai predatori.
La selezione naturale si basa sulla soppressione dei più deboli e dei più inadatti.
Ora...se questo è vero, come potremmo mai dire che hitler si sbagliava quando sopprimeva disabili, menomati fisici ed ebrei? Considerati deboli e inadatti allo sviluppo della razza?
Se accettiamo il darwinismo e la selezione naturale, su che basi teoriche possiamo dire che tale comportamento era sbagliato e aberrante?
La tua religione darwinista, mia cara, spalanca le porte ai totalitarismi e ai genocidi.
Ma tu sei così ignorante da non comprenderlo.
E sai perchè? Perchè chi ti ha fatto il lavaggio del cervello con simili stronzate ti ha venduto la favola che tu sei un leone.
Peccato che poi ha creato le condizioni affinchè tu fossi una gazzella.
Ma non ci arrivi....proprio non ci arrivi.
E' troppo oltre le tue capacità.
atei.forumitalian.com/t6459p30-che-cosa-e-la-religione#328899
la risposta era per te...non per hara.
anche perchè hara non fa domande così intelligenti.
la selezione naturale non è un fatto ineluttabile.
infatti cosa spinge una madre a mettere il proprio figlio nato prematuro in una incubatrice meccanica per salvargli la vita?
cosa spinge una madre ad allevare un figlio disabile?
L'amore.
Che è una specificità umana.
La selezione naturale in natura avrebbe già eliminato tali individui.
Il piccolo di gazzella menomato fisicamente viene abbandonato dalla madre, rimane isolato dal branco e il leone lo mangia.
Il piccolo di gazzella nato prematuro che non sa camminare e seguire il branco viene abbandonato e viene mangiato da leoni e avvoltoi.
Questa è la selezione naturale: il suo patrimonio genetico viene cancellato...per far sopravvivere solo i più forti.
ci sono realtà sociali in cui le madri e i bambini senza diritti vengono fatti lavorare come schiavi dalle multinazionali e soccombono di stenti per via della legge della selezione naturale.
Se hai i soldi per curarti, ti curano. Altrimenti ti lasciano morire.
Se sei ricco fai parte della elite. Se sei povero e senza diritti finisci a fare lo schiavo.
Questo è la religione darwinista e la selezione naturale applicata alla società umana.
Ma noi abbiamo inventato le socialdemocrazie...che si basano su un paradigma diverso da quello della selezione naturale. E abbiamo stabilito che i bambini, le donne, gli uomini...hanno pari dignità e pari diritti. Indipendenti dal loro status sociale e dalla loro salute.
Abbiamo stabilito che il lavoro minorile è immorale e inaccettabile...e che i bambini hanno diritto a essere curati e a una istruzione.
Come vedi...niente è ineluttabile.
Tutto dipende dalla visione religiosa che sta alla base di una società.
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Re: Che cosa è la merda
A ha scritto: L'evoluzione delle specie è un fatto
B ha scritto:Allora sei un darwinista sociale e poi dici di essere un pacifista (ahahaha)
A ha scritto:Ma che c'entra?
B ha scritto:L'ammore.
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Re: Che cosa è la merda
Su da bravi, cerchiamo di non scadere nell'insulto.
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Re: Che cosa è la merda
Ma figurati, siamo amici di vecchia data
E' che mi sorprendo che qualcuno voglia spalare la MdM:
Evoluzione-> Religione darwinista->Darwinismo sociale->reductio ad hitlerum
E' che mi sorprendo che qualcuno voglia spalare la MdM:
Evoluzione-> Religione darwinista->Darwinismo sociale->reductio ad hitlerum
Hara2- -----------
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Re: Che cosa è la merda
La "visione religiosa"? Ma, direi anche no. Se con la parola "religione" intendiamo la stessa cosa. Poi vorrei farti notare che la costituzione delle elite di potere nella società di solito non funziona bene sotto l'aspetto genetico, perché non è affatto raro che le persone ricche abbiano figli inetti e svogliati. Anzi, è un caso piuttosto frequente.xmanx ha scritto:ho risposto qui:Minsky ha scritto:Mah, che Hitler abbia sterminato della gente per preservare lo "sviluppo della razza" è una leggenda alquanto inverosimile (c'erano ben altri motivi assai meno ideologici e ben più concreti). In ogni modo, anche riprendendo dalle osservazioni che ho posto qui: http://atei.forumitalian.com/t6459p20-che-cosa-e-la-religione#328893 e constatato che la selezione naturale è un fatto... naturale e ineludibile, tu cosa proponi fattivamente per migliorare la situazione?xmanx ha scritto:La "forza" delle farfalle consiste nella loro capacità di mimetizzarsi con l'ambiente.
Più capacità di mimetizzazione, più probabilità di sfuggire ai predatori.
La selezione naturale si basa sulla soppressione dei più deboli e dei più inadatti.
Ora...se questo è vero, come potremmo mai dire che hitler si sbagliava quando sopprimeva disabili, menomati fisici ed ebrei? Considerati deboli e inadatti allo sviluppo della razza?
Se accettiamo il darwinismo e la selezione naturale, su che basi teoriche possiamo dire che tale comportamento era sbagliato e aberrante?
La tua religione darwinista, mia cara, spalanca le porte ai totalitarismi e ai genocidi.
Ma tu sei così ignorante da non comprenderlo.
E sai perchè? Perchè chi ti ha fatto il lavaggio del cervello con simili stronzate ti ha venduto la favola che tu sei un leone.
Peccato che poi ha creato le condizioni affinchè tu fossi una gazzella.
Ma non ci arrivi....proprio non ci arrivi.
E' troppo oltre le tue capacità.
atei.forumitalian.com/t6459p30-che-cosa-e-la-religione#328899
la risposta era per te...non per hara.
anche perchè hara non fa domande così intelligenti.
la selezione naturale non è un fatto ineluttabile.
infatti cosa spinge una madre a mettere il proprio figlio nato prematuro in una incubatrice meccanica per salvargli la vita?
cosa spinge una madre ad allevare un figlio disabile?
L'amore.
Che è una specificità umana.
La selezione naturale in natura avrebbe già eliminato tali individui.
Il piccolo di gazzella menomato fisicamente viene abbandonato dalla madre, rimane isolato dal branco e il leone lo mangia.
Il piccolo di gazzella nato prematuro che non sa camminare e seguire il branco viene abbandonato e viene mangiato da leoni e avvoltoi.
Questa è la selezione naturale: il suo patrimonio genetico viene cancellato...per far sopravvivere solo i più forti.
ci sono realtà sociali in cui le madri e i bambini senza diritti vengono fatti lavorare come schiavi dalle multinazionali e soccombono di stenti per via della legge della selezione naturale.
Se hai i soldi per curarti, ti curano. Altrimenti ti lasciano morire.
Se sei ricco fai parte della elite. Se sei povero e senza diritti finisci a fare lo schiavo.
Questo è la religione darwinista e la selezione naturale applicata alla società umana.
Ma noi abbiamo inventato le socialdemocrazie...che si basano su un paradigma diverso da quello della selezione naturale. E abbiamo stabilito che i bambini, le donne, gli uomini...hanno pari dignità e pari diritti. Indipendenti dal loro status sociale e dalla loro salute.
Abbiamo stabilito che il lavoro minorile è immorale e inaccettabile...e che i bambini hanno diritto a essere curati e a una istruzione.
Come vedi...niente è ineluttabile.
Tutto dipende dalla visione religiosa che sta alla base di una società.
Dunque la "selezione darwiniana" non si applica in questo modo.
Per il resto a grandi linee concordo con te, ma non hai ancora spiegato cosa c'entra la bislacca teoria della coscienza cosmica con questo.
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Re: Che cosa è la merda
Chiaro!Hara2 ha scritto:Ma figurati, siamo amici di vecchia data
E' che mi sorprendo che qualcuno voglia spalare la MdM:
Evoluzione-> Religione darwinista->Darwinismo sociale->reductio ad hitlerum
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