Ogni religione è un finto panteismo?
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Ogni religione è un finto panteismo?
In questo preciso istante, milioni di individui stanno ripetendo con più o meno compulsione preghiere o passi tratti dalle loro opere religiose di riferimento. Fino a qui nulla di nuovo o particolarmente lodevole (semmai, incontriamo le basi per la diagnosi di un disordine ossessivo-compulsivo, ma tant'è.)
Il quesito a questo punto è: immaginando la consueta catastrofe di ampie dimensioni (alluvione, movimenti imperterriti di crosta terrestre a livello globale), con conseguente distruzione di tutte le prove documentali delle favole religiose che sono state scritte nei millenni, come è possibile che non si capisca che tutta la precettistica religiosa andrebbe a mollo, disintegrata, persa e non più reperibile per i nuovi adepti?
A questo punto, a chi importerebbe dell'ortodossia? Non mangiare carne in quei dati giorni, non venerare tale dio ma talaltra genealogia.
Senza canoni scritti, che diventano le religioni? Figure ultracitate come cristo verrebbero sostituite con un nome a caso, che verrebbe comunque onorato come fosse vero. Il guaio è che nessuno, tra chi crede, sembra volersene accorgere, a meno che, appunto, non abbia vedute piú blande in merito.
Non trovate che, alla luce di queste considerazioni, ogni culto sia uno pseudopanteismo in cui al centro c'è la sola necessità di sentirsi amati e protetti dalla divinità in questione, a prescindere dalla sua "forma" attraverso scritture & company?
Il quesito a questo punto è: immaginando la consueta catastrofe di ampie dimensioni (alluvione, movimenti imperterriti di crosta terrestre a livello globale), con conseguente distruzione di tutte le prove documentali delle favole religiose che sono state scritte nei millenni, come è possibile che non si capisca che tutta la precettistica religiosa andrebbe a mollo, disintegrata, persa e non più reperibile per i nuovi adepti?
A questo punto, a chi importerebbe dell'ortodossia? Non mangiare carne in quei dati giorni, non venerare tale dio ma talaltra genealogia.
Senza canoni scritti, che diventano le religioni? Figure ultracitate come cristo verrebbero sostituite con un nome a caso, che verrebbe comunque onorato come fosse vero. Il guaio è che nessuno, tra chi crede, sembra volersene accorgere, a meno che, appunto, non abbia vedute piú blande in merito.
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Justine- ----------
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Re: Ogni religione è un finto panteismo?
Quanto dici è sicuramente vero. Però non vedo alcun nesso con il panteismo.
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La questione se "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
Paolo- --------------
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Re: Ogni religione è un finto panteismo?
In effetti come ha osservato Paolo non si coglie bene il punto che vuoi focalizzare.Loki ha scritto:...
Non trovate che, alla luce di queste considerazioni, ogni culto sia uno pseudopanteismo in cui al centro c'è la sola necessità di sentirsi amati e protetti dalla divinità in questione, a prescindere dalla sua "forma" attraverso scritture & company?
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Minsky- --------------
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Re: Ogni religione è un finto panteismo?
Sintetizzando al massimo, cosa impedisca un approccio del tipo "so che la mia credenza è frutto di tradizione = so che al di fuori del contesto della tradizione è spersonalizzata e quindi invalida perché senza fondamenta = non penso comunque a ritagliarmi una spiritualità che vada oltre il concetto di dio [cristiano, pagano, etc.]".
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Justine- ----------
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Re: Ogni religione è un finto panteismo?
Mah, se è per questo il credente tipico la sua "spiritualità" (la fede nell'amico immaginario, in parole meno auliche) la esercita benissimo su di un feticcio completamente personalizzato, prendendo solo alcuni elementi coreografici dalla religione di riferimento e per il resto elaborando tutto a immaginazione sua.Loki ha scritto:Sintetizzando al massimo, cosa impedisca un approccio del tipo "so che la mia credenza è frutto di tradizione = so che al di fuori del contesto della tradizione è spersonalizzata e quindi invalida perché senza fondamenta = non penso comunque a ritagliarmi una spiritualità che vada oltre il concetto di dio [cristiano, pagano, etc.]".
Soddisfazione garantita.
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Re: Ogni religione è un finto panteismo?
Non riesco ad immaginare cosa accadrebbe se qualche "autorità" religiosa rivelasse, un giorno, che credere in sottoculti derivanti da una religione zeppa di precetti è grave peccatoMinsky ha scritto:Mah, se è per questo il credente tipico la sua "spiritualità" (la fede nell'amico immaginario, in parole meno auliche) la esercita benissimo su di un feticcio completamente personalizzato, prendendo solo alcuni elementi coreografici dalla religione di riferimento e per il resto elaborando tutto a immaginazione sua.Loki ha scritto:Sintetizzando al massimo, cosa impedisca un approccio del tipo "so che la mia credenza è frutto di tradizione = so che al di fuori del contesto della tradizione è spersonalizzata e quindi invalida perché senza fondamenta = non penso comunque a ritagliarmi una spiritualità che vada oltre il concetto di dio [cristiano, pagano, etc.]".
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Re: Ogni religione è un finto panteismo?
Loki ha scritto:Non riesco ad immaginare cosa accadrebbe se qualche "autorità" religiosa rivelasse, un giorno, che credere in sottoculti derivanti da una religione zeppa di precetti è grave peccato
Io ho sempre coltivato le mie amicizie religiose, anche se la cosa non era ben vista dai miei compagni di partito. Insomma io partecipavo con piacere (parlo di quando ero ancora un ragazzino e non avevo nient’altro da fare) ai loro dibattiti in oratorio, sebbene in qualità di marxista/leninista convinto.
Una volta, mentre si parlava di dio, un certo Emanuele sbottò: «Voi non avete capito un bel niente» disse alzandosi in piedi e urlando a squarciagola «Dio non è umano!»
Emanuele era un ragazzino di campagna, non amava la letteratura e non frequentava la chiesa. Il suo dio dunque era puro e cristallino, era ancora il ricordo integro di una divinità che lui si era trascinato dietro sin dal giorno della sua nascita. E mentre sbottava fuoco da ogni poro a me colpiva la sua profonda sincerità.
«Tonino, hai visto?» disse rivolgendosi a me «questi parlano di un uomo in carne ed ossa eppoi vogliono farmi credere che è dio! Ma non è così, dio è l’insieme di tutte le cose!»
Una volta, mentre si parlava di dio, un certo Emanuele sbottò: «Voi non avete capito un bel niente» disse alzandosi in piedi e urlando a squarciagola «Dio non è umano!»
Emanuele era un ragazzino di campagna, non amava la letteratura e non frequentava la chiesa. Il suo dio dunque era puro e cristallino, era ancora il ricordo integro di una divinità che lui si era trascinato dietro sin dal giorno della sua nascita. E mentre sbottava fuoco da ogni poro a me colpiva la sua profonda sincerità.
«Tonino, hai visto?» disse rivolgendosi a me «questi parlano di un uomo in carne ed ossa eppoi vogliono farmi credere che è dio! Ma non è così, dio è l’insieme di tutte le cose!»
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Il profano si limita a distinguere la sincerità dall’ipocrisia!
La persona sacra va ben oltre ... distingue il vero dal falso!
ToninoScalzo- -------------
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Re: Ogni religione è un finto panteismo?
Di norma, a certi accenni di panteismo, viene comunque da pensare che ci sia una potente componente apotropaica. Altrimenti relegheremmo il tutto alla pura energia, così com'è. Ma come mettono la questione alcuni, sembra che si debba ritenere giusto che quel sasso là a terra simpatizzi con me e provi affetto per quanto sto cercando di fare...ToninoScalzo ha scritto:Loki ha scritto:Non riesco ad immaginare cosa accadrebbe se qualche "autorità" religiosa rivelasse, un giorno, che credere in sottoculti derivanti da una religione zeppa di precetti è grave peccatoIo ho sempre coltivato le mie amicizie religiose, anche se la cosa non era ben vista dai miei compagni di partito. Insomma io partecipavo con piacere (parlo di quando ero ancora un ragazzino e non avevo nient’altro da fare) ai loro dibattiti in oratorio, sebbene in qualità di marxista/leninista convinto.
Una volta, mentre si parlava di dio, un certo Emanuele sbottò: «Voi non avete capito un bel niente» disse alzandosi in piedi e urlando a squarciagola «Dio non è umano!»
Emanuele era un ragazzino di campagna, non amava la letteratura e non frequentava la chiesa. Il suo dio dunque era puro e cristallino, era ancora il ricordo integro di una divinità che lui si era trascinato dietro sin dal giorno della sua nascita. E mentre sbottava fuoco da ogni poro a me colpiva la sua profonda sincerità.
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