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Cosa rende un uomo malvagio?

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Messaggio Da Minsky Mar 11 Feb 2014 - 21:33

Elia Ursino ha scritto:Evidentemente Dio è ermafrodito.
Uhmmm... "dio ermafrodito" non è una bestemmia? Siamo sicuri?  mgreen

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Messaggio Da Elia Ursino Mar 11 Feb 2014 - 21:33

Si, perché voleva la patata, non la mela.

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Messaggio Da Hara2 Mar 11 Feb 2014 - 22:18

Elia Ursino ha scritto:Si, perché voleva la patata, non la mela.
E noi fessi che, sniff sniff ucci ucci, sentivamo già l'odor di cristianucci...
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Messaggio Da paolo1951 Mer 12 Feb 2014 - 8:49

Elia Ursino ha scritto:,,,"Se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni: sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna. Maledette saranno la tua cesta e la tua madia. Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore. Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci. Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvagie per avermi abbandonato. Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso. Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l’infiammazione, con l’arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito. Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro." (28, 15)
... 28, 15 di che cosa?

Edit: niente l'ho trovato... del Deuteronomio.

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« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco,
che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo,
scusandosi col dir: "Non lo conosco"! »
(epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio)
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Messaggio Da Sun Tzu Mer 12 Feb 2014 - 11:32

Elia Ursino ha scritto:

Il livello culturale della persona non fa differenza. Ciò che occorre conoscere è solo la parola del Signore e ad essa obbedire senza condizioni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Integralismo_religioso
http://www.treccani.it/vocabolario/integralismo/

Elia guarda che queste domande:


  • appurato che il male esiste, che cos’è e in che cosa consiste?


  • come si configura in relazione all’uomo?


  • quali sono le sue rappresentazioni e le sue possibili manifestazioni nel reale?


Sono domante che si sono posti sia i vari teologi che i vari filosofi Da S.Agostino a Leibniz,da Epicuro a Lucrezio,in generale sono domande che appartengono all'umanità,da Socrate a Platone a Aristotele,c'è chi ha trascorso pure tutta la vita a cercare di rispondere .Ed è giusto che ciascuno dica la sua su tali questioni.anche in culture differenti.Io poi penso molto socratianamente che ciascuno nè abbia una riposta almeno parziale,nella conoscenza anche di se stesso,e benché non assoluta,è già qualche cosa,non è che le autorictas contino su questioni non banali e di tale portata,ma sono uno spunto già su come impostare il problema e su come pensarlo.

L'interpretazione dei due vocaboli forse più importanti dell'umanità ("Bene" e "male") determina fortemente anche le leggi di una nazione,dal codice penale al civile,e anche l'usanza di culture diverse.Possono generare ideologie pericolose e o religioni dannose e non dannose,non sono parole che io sottovaluterei cosi tanto.Una cosa,che mi sembra, certamente proficua e cercare di capire come siano nate nel processo cognitivo umano,e anche "quando" al livello antropologico o se preferisce arcaico,ora lei può anche richiamarsi a creature celesti,divinità,ma tanto prima della "presunta" divinità in cui lei crede,se ne parlava già.

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Messaggio Da Steerpike Mer 12 Feb 2014 - 18:26

Sun Tzu ha scritto:
Steerpike ha scritto:
Sun Tzu ha scritto:in teoria dei giochi la scelta più razionale e creare legami di cooperazione
Dipende da quale sia il gioco, naturalmente.
ToninoScalzo ha scritto:
Viceversa trovo a dir poco "paradossali" (non sbagliate) affermazioni come « non esiste un significato oggettivo di bene e di male » se poi (magari) siamo stati artifici di montagne di parole contro personaggi come Hitler.
[...]
Si può essere contrari alla visione politica di questo personaggio storico anche senza ricorrere ad assolutismi morali.
Se mai,dipende da quale sia l'obiettivo [...]
Nella teoria dei giochi classica l'obbiettivo è uno solo: totalizzare il maggior numero possibile di punti (che è appunto il modo con cui questa teoria formalizza gli obbiettivi). Ci sono infiniti giochi possibili, e chiaramente se ne può costruire anche uno in cui, per alcuni o per tutti i giocatori, è più vantaggiosa una strategia non cooperativa (penso che l'esempio più famoso sia il dilemma del prigioniero non iterato).
Sun Tzu ha scritto:
Mentre è impossibile essere contrari per esempio a Hitler senza nemmeno una categoria morale,infatti diventa paradossale.E proprio il paradosso dell'eccesso di relativismo etico che diventa "assolutismo relativo" a sua volta diviene "indifferenza" verso la colletività:

Non puoi contemporaneamente negare categorie morali ma in realtà usarle sempre e comunque su qualsiasi cosa,non solo si Hitler,ma nella richiesta di diritti,nel sistema giudiziario,nella critica a questo o quel politico ecc ecc ecc.

Un conto è oggettivo un conto è assoluto.

Quindi in che senso non è oggettivamente sbagliato riaprire dei campi di concentramento?Ci metteresti degli ebrei o altri gruppi culturali dentro?
Penso proprio di no,nè la cosa può lasciare indifferenti.
Secondo me (e fortunatamente anche secondo la legge) non si dovrebbero uccidere persone per motivi di razza. Se qualcun altro lo fa non sta contravvenendo a nessun principio etico oggettivo o assoluto: sta violando un mio principio etico, e riconosco che lui non sia tenuto a importarsene. Sono favorevole al fatto che un soggetto estremamente potente a cui sono, almeno nominalmente, associato (cioè lo Stato) si muova contro chi compie tali atti, ma per motivi di interesse (cioè per deterrenza/contenimento/rieducazione del criminale), e non per vendetta nè tantomeno per preservare l'ordine cosmico.

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Messaggio Da Sun Tzu Mer 12 Feb 2014 - 18:58

Steerpike ha scritto:
Sun Tzu ha scritto:
Steerpike ha scritto:
Sun Tzu ha scritto:in teoria dei giochi la scelta più razionale e creare legami di cooperazione
Dipende da quale sia il gioco, naturalmente.
ToninoScalzo ha scritto:
Viceversa trovo a dir poco "paradossali" (non sbagliate) affermazioni come « non esiste un significato oggettivo di bene e di male » se poi (magari) siamo stati artifici di montagne di parole contro personaggi come Hitler.
[...]
Si può essere contrari alla visione politica di questo personaggio storico anche senza ricorrere ad assolutismi morali.
Se mai,dipende da quale sia l'obiettivo [...]
Nella teoria dei giochi classica l'obbiettivo è uno solo: totalizzare il maggior numero possibile di punti (che è appunto il modo con cui questa teoria formalizza gli obbiettivi). Ci sono infiniti giochi possibili, e chiaramente se ne può costruire anche uno in cui, per alcuni o per tutti i giocatori, è più vantaggiosa una strategia non cooperativa (penso che l'esempio più famoso sia il dilemma del prigioniero non iterato).
Sun Tzu ha scritto:
Mentre è impossibile essere contrari per esempio a Hitler senza nemmeno una categoria morale,infatti diventa paradossale.E proprio il paradosso dell'eccesso di relativismo etico che diventa "assolutismo relativo" a sua volta diviene "indifferenza" verso la colletività:

Non puoi contemporaneamente negare categorie morali ma in realtà usarle sempre e comunque su qualsiasi cosa,non solo si Hitler,ma nella richiesta di diritti,nel sistema giudiziario,nella critica a questo o quel politico ecc ecc ecc.

Un conto è oggettivo un conto è assoluto.

Quindi in che senso non è oggettivamente sbagliato riaprire dei campi di concentramento?Ci metteresti degli ebrei o altri gruppi culturali dentro?
Penso proprio di no,nè la cosa può lasciare indifferenti.
Secondo me (e fortunatamente anche secondo la legge) non si dovrebbero uccidere persone per motivi di razza. Se qualcun altro lo fa non sta contravvenendo a nessun principio etico oggettivo o assoluto: sta violando un mio principio etico, e riconosco che lui non sia tenuto a importarsene. Sono favorevole al fatto che un soggetto estremamente potente a cui sono, almeno nominalmente, associato (cioè lo Stato) si muova contro chi compie tali atti, ma per motivi di interesse (cioè per deterrenza/contenimento/rieducazione del criminale), e non per vendetta nè tantomeno per preservare l'ordine cosmico.

Ma il fatto che esistono valori morali oggettivi non implicherebbe che "ci sia un ordine cosmico". SE non stesse contravvenendo a un principio etico oggettivo non potrebbe a rigore dire nemmeno "Secondo me" e meglio questo o quel principio,guarda ti segnalo un nell'articolo sull'argomento.In realtà non sta violando solo un tuo principio soggettivo,sta violando anche il principio dell'altro,in cui l'altro è oggetto nella sua azione.Infatti se tu per es violi un principio e cioè quello di un "altro"  diverso da te,nella fattispecie staresti violando il diritto della sua sopravvivenza,"l'altro" rispetto a te è anche "oggetto" della tua azione morale .In questo senso un valore morale è da una parte soggetto perchè pensato all'interno di un soggetto,ma dall'altra ha anche una parte oggettiva,in quanto coinvolge oggettivamente azioni che coinvolgono gli altri individui.Ma nache nelle morali utilitaristiche la convenienza o l'utile non è relativo in maniera soggettiva,posso reputare sbagliato vendere mio figlio a uno schiavista,anche per un miliardo di euro,in quanto posso reputare il concetto di valore che ho io diverso da quello dello schiavista,ma oggettivamente questo porterebbe sofferenza a mio figlio,qualora accettassi,nonostante i meric calcoli soggettivi sulla convenienza.
Riguardo poi all'ottimo nella teoria dei giochi semplicemente la strategia economica più forte,nello scenario reale,non nella variante del dilemma del prigioniero,che a monte coinvolge il paradosso del mentitore, è quella cooperativa,non è un caso che le grandi multinazionali vengono anche chiamate coorpration,o coorporazioni.

Anche in campo economico è lo stesso principio:un solo uomo,o individuo, non riesce a essere competitivo come un gruppo di uomini organizzati in una corporazione o multinazionale.


.

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Messaggio Da Steerpike Ven 14 Feb 2014 - 11:26

Sun Tzu ha scritto:
SE non stesse contravvenendo a un principio etico oggettivo non potrebbe a rigore dire nemmeno "Secondo me" e meglio questo o quel principio
Non è una speculazione su qualcosa di esterno a me, è una certezza riguardo a me stesso.
Sun Tzu ha scritto:
,guarda ti segnalo un nell'articolo sull'argomento.
Qualcosa viene normalmente detto oggettivo se

  • Segue necessariamente da delle assunzioni proprie dell'argomento di cui si sta parlando. Ad esempio, il teorema di Morley è oggettivo in quanto, una volta fissati gli assiomi della geometria euclidea, è inevitabile che i punti di intersezione delle trisettrici di un triangolo formino un triangolino equilatero, e chiunque segua le regole di tale geometria non potrà ottenere altrimenti

oppure se

  • appartiene a una realtà esterna, esiste in senso fisico a prescindere da noi che stiamo a discuterne (il che potrebbe anche essere considerato un caso particolare del primo punto).

Visto che stiamo parlando di morale in generale, e non di un particolare concezione morale che potrebbe essere codificata da determinati postulati, penso che si possa definire oggettiva la morale solo facendola rientrare nel secondo caso. Stai forse sostenendo che la morale sia qualcosa che esiste fisicamente ed indipendentemente da chi la teorizza, che esisteva anche prima della comparsa del genere umano? E se sì, in che forma?
Sun Tzu ha scritto:
In realtà non sta violando solo un tuo principio soggettivo,sta violando anche il principio dell'altro,in cui l'altro è oggetto nella sua azione.Infatti se tu per es violi un principio e cioè quello di un "altro"  diverso da te,nella fattispecie staresti violando il diritto della sua sopravvivenza,"l'altro" rispetto a te è anche "oggetto" della tua azione morale .
E perché, di grazia?
Sun Tzu ha scritto:
Riguardo poi all'ottimo nella teoria dei giochi semplicemente la strategia economica più forte,nello scenario reale,non nella variante del dilemma del prigioniero,che a monte coinvolge il paradosso del mentitore, è quella cooperativa
Premesso che la teoria dei giochi è cosa distinta e separata dalla realtà, anche in questo caso dipende dalle condizioni al contorno, non credi? Se il tuo popolo sta morendo di fame e confina con un altro pieno di campi fertili e militarmente più debole, va da sé che ti conviene andare in guerra, e se fanno molta resistenza e le risorse proprio scarseggiano magari ricorrere anche al genocidio.
Sun Tzu ha scritto:
Anche in campo economico è lo stesso principio:un solo uomo,o individuo, non riesce a essere competitivo come un gruppo di uomini organizzati in una corporazione o multinazionale.
Potere ben lungi dall'essere equamente distibuito tra tutti i dipendenti. Ai funzionarî di una corporazione non conviene mai scontrarsi con dei colleghi per ambire a posizioni più alte nell'organigramma della società? Corporazioni diverse collaborano sempre armoniosamente, non scontrandosi mai per il controllo di una determinata nicchia commerciale?

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Messaggio Da Sun Tzu Ven 14 Feb 2014 - 15:35

Steerpike ha scritto:

Non è una speculazione su qualcosa di esterno a me, è una certezza riguardo a me stesso.

Ma allora tu hai certezze riguardo a te stesso ma stante ala fatto che altri hanno certezze riguardo a se stessi diverse dalle tue,o dalla mie,come fai a sapere che le tue sarebbero certezze?Semplicemente non potresti avere certezze assolute nemmeno riguardo a te stesso ma allora nemmeno riguardo a quello che io straei affermando,ma possono essere in qualche modo oggettive e cioè riconducibili alla loro rappresentazioni del mondo.,dalle quali rielabori idee complesse o semplici.Senza quindi oggetti indipendenti dall'IO non avresti nessuna certezza nemmeno su te stesso.Se tu emani un giudizio su un oggetto o un fatto del mondo,benchè le categorie di giudizio siano soggettive,non è che non sia necessario il mondo o il fatto stesso per poter dire "secondo me",che poi non sarebbe altro che un "IO giudico che",ti è necessario un oggetto di giudizio, certo giudico, ma che cosa?Dunque non è solo un'assunzione di certezza su di te stesso,ma un'assunzione di certezza sul giudizio di un oggetto,senza il quale non avresti giudizio nemmeno su te stesso,in quanto il tuo giudizio sarebbe identico all'oggetto che giudichi.Soggetto e oggetto,non sono contraddittori sono opposti,la mia mano destra è opposta alla mia mano sinistra non significa che o sollevo qualcosa solo con la mano destra o sollevo qualcosa  solo con la mia mano sinistra.

Steerpike ha scritto:Qualcosa viene normalmente detto oggettivo se

  • Segue necessariamente da delle assunzioni proprie dell'argomento di cui si sta parlando. Ad esempio, il teorema di Morley è oggettivo in quanto, una volta fissati gli assiomi della geometria euclidea, è inevitabile che i punti di intersezione delle trisettrici di un triangolo formino un triangolino equilatero, e chiunque segua le regole di tale geometria non potrà ottenere altrimenti

oppure se

  • appartiene a una realtà esterna, esiste in senso fisico a prescindere da noi che stiamo a discuterne (il che potrebbe anche essere considerato un caso particolare del primo punto).

Oggettivo non implica necessariamente tutti per essere tale piuttosto che alcuni.Ovvero il particolare non implica che non è oggettivo solo perchè non è universale.Non tutte le piante hanno le foglie verdi,il fatto che non sia universale non implica che non è oggettivo,tu dirai ma perchè tutti lo osservano.

Non esistono culture in cui si reputi un bene stuprare un bambino di due anni,ma possono esistere uomini che reputino un bene farlo,ma il fatto che loro lo chiamino bene non rende non oggettivo che sia un male,ma piuttosto che semplicemente si stà chiamando questa azione bene piuttosto male,e questa azione male piuttosto bene.Ma l'azione sarebbe un bene o un male?

La definizione di oggettivo io la prendo da qui,che include sopratutto la seconda definizione.



Steerpike ha scritto:Visto che stiamo parlando di morale in generale, e non di un particolare concezione morale che potrebbe essere codificata da determinati postulati, penso che si possa definire oggettiva la morale solo facendola rientrare nel secondo caso. Stai forse sostenendo che la morale sia qualcosa che esiste fisicamente ed indipendentemente da chi la teorizza, che esisteva anche prima della comparsa del genere umano? E se sì, in che forma?

Bella domanda la morale esisteva prima del genere umano ,e una domanda che dai per scontata e soggetta al post hoc,nessuna scienza se è per questo è indipendente da chi la teorizza o esisteva prima del genere umano,ma dal momento che anche questa:la matematica o la geometria euclidee non esistevano prima del genere umano quindi "a rigore" sarebbero solo soggettive,diventa,spero ne converrai , un post hoc comunque,la domanda stessa con la mia affermazione.Ovvero non è che una cosa indipendente da me sia necessario anche che sia sempre esistita.In secondo luogo non  ho nemmeno sostenuto la tesi che mi implichi,visto che pare si convenga abbia detto è anche in parte indipendente da me,ma è anche soggettiva,categorie di giudizio,dunque in parte legata a me.


Steerpike ha scritto:E perché, di grazia?

E perchè no di grazia?Visto che tu sei agente morale in quanto soggetto  ma la tua azione si rivolge a un oggetto che  è oggettivamente indipente da te, cioè l'altro,avendo quindi si una parte soggettiva ma anche una parte oggettiva,quindi premesso che tu non  mandi in un campo di  concentramento te stesso,ma ci mandi un'altro che non sei tu.e proprio per il fatto che non sei tu,è indipendente da te,non si vede come questa non sia un'azione morale anche oggettiva.

Steerpike ha scritto:Premesso che la teoria dei giochi è cosa distinta e separata dalla realtà, anche in questo caso dipende dalle condizioni al contorno, non credi? Se il tuo popolo sta morendo di fame e confina con un altro pieno di campi fertili e militarmente più debole, va da sé che ti conviene andare in guerra, e se fanno molta resistenza e le risorse proprio scarseggiano magari ricorrere anche al genocidio.


No, non credo che esistano popoli  senza esercito né che gli eserciti più deboli siano quelli dell'Africa (popoli affamati) rispetto all'eserciti occidentali (con molte più persone nel benessere).Se quindi introduci a una reificazione,non credo in questo senso  alla reificazione.Ma sono molto più propenso e certo a dire,che eserciti deboli sono accompagnati da condizioni economiche deboli,e eserciti più forti sono accompagnati da condizioni economiche forti,e dunque onestamente formulata cosi, non mi pongo nemmeno la questione.La teoria dei giochi come tutte cerca di fare una descrizione della realtà,escluse alcune funzioni.


Steerpike ha scritto:Potere ben lungi dall'essere equamente distibuito tra tutti i dipendenti. Ai funzionarî di una corporazione non conviene mai scontrarsi con dei colleghi per ambire a posizioni più alte nell'organigramma della società? Corporazioni diverse collaborano sempre armoniosamente, non scontrandosi mai per il controllo di una determinata nicchia commerciale?

Certamente no, ma ciò non toglie il fatto che non ci sarebbe possibilità di sopravvivere da soli,ma che è necessario sempre formare un gruppo,salvo che uno che voglia rivaleggiare con una coorprazione non lo faccia da solo,con scarse possibilità di riuscita,scarse possibilità,è un eufemismo perchè è come sperare che ti esca sempre 6 lasciando un dado un milione di volte di fila.In che senso quindi anche per rivaleggiare tra di loro non devono a loro volta istituirsi in corporazioni o gruppi di persone?Ma non potresti rivendicare nessuna etica sul fatto non sia egualmente distribuito a tutti,senza una condizione oggettiva stessa.

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Messaggio Da Steerpike Sab 15 Feb 2014 - 15:22

Sun Tzu ha scritto:
Spoiler:
Vorrei farti notare che in questa argomentazione non hai fatto ricorso nemmeno una volta alle proprietà specifiche della morale. La sua validità non può essere influenzata da qualcosa che non include, quindi la sua validità non cambierebbe se a "moralità" sostituissi, mettiamo "comodità dei cuscini". Quindi, deve essere per forza vera una delle due seguenti affermazioni:

  1. Il fatto che io possa dire "Secondo me i cuscini più comodi sono quelli in lattice traforato" implica che la comodità dei cuscini sia qualcosa di oggettivo.

  2. Il ragionamento di cui sopra contiene (almeno) un errore.


Io sostengo la №2. La prova costruttiva dell'esistenza dell'errore stesso è lasciata come esercizio al lettore.
Sun Tzu ha scritto:
Oggettivo non implica necessariamente tutti per essere tale piuttosto che alcuni.Ovvero il particolare non implica che non è oggettivo solo perchè non è universale.Non tutte le piante hanno le foglie verdi,il fatto che non sia universale non implica che non è oggettivo,tu dirai ma perchè tutti lo osservano.
Potresti ripetere, per favore?
Sun Tzu ha scritto:
Non esistono culture in cui si reputi un bene stuprare un bambino di due annima possono esistere uomini che reputino un bene farlo,ma il fatto che loro lo chiamino bene non rende non oggettivo che sia un male,ma piuttosto che semplicemente si stà chiamando questa azione bene piuttosto male,e questa azione male piuttosto bene.Ma l'azione sarebbe un bene o un male?
Non so se esistano o meno culture che accettino la pedofilia (immagino che teoricamente ce ne possano essere). So però che l'infanticidio è però una pratica diffusa in molte società tradizionali, per ovvii motivi; come mostreresti loro che sono clamorosamente in errore?
Sun Tzu ha scritto:
La definizione di oggettivo io la prendo da qui
Non ho un'account su quel sito: potresti incollarla qui?
Sun Tzu ha scritto:
Bella domanda la morale esisteva prima del genere umano ,e una domanda che dai per scontata e soggetta al post hoc,nessuna scienza se è per questo è indipendente da chi la teorizza o esisteva prima del genere umano,ma dal momento che anche questa:la matematica o la geometria euclidee non esistevano prima del genere umano quindi "a rigore" sarebbero solo soggettive
Infatti, per come la vedo io, le teorie matematiche sono invenzioni. Data una particolare assiomatizzazione, i teoremi al suo interno sono oggettivi, in virtù del punto 1 della mia pseudodefinizione di sopra. Allo stesso modo, se avessimo una teoria etica condivisa, potremmo discutere intorno alla liceità di un determinato comportamento; ma tutti i nostri discorsi perderebbero comunque di valore per qualcuno che non accetta la nostra teoria, allo stesso modo con cui la dimostrazione di un teorema può diventare una successione di enunciati senza senso se si cambia sistema formale.
Sun Tzu ha scritto:
Steerpike ha scritto:E perché, di grazia?
E perchè no di grazia?
Perché non c'è una correlazione uguale per tutti tra conseguenze oggettive e valutazione delle stesse.
Sun Tzu ha scritto:
Visto che tu sei agente morale in quanto soggetto  ma la tua azione si rivolge a un oggetto che  è oggettivamente indipente da te, cioè l'altro,avendo quindi si una parte soggettiva ma anche una parte oggettiva,quindi premesso che tu non  mandi in un campo di  concentramento te stesso,ma ci mandi un'altro che non sei tu.e proprio per il fatto che non sei tu,è indipendente da te,non si vede come questa non sia un'azione morale anche oggettiva.
Migliaia (per tenersi basse) di persone conoscevano perfettamente quali fossero le conseguenze di mandare persone nei campi di concentramento, ed hanno ritenuto tali conseguenze positive ed auspicabili.
Sun Tzu ha scritto:
No, non credo che esistano popoli  senza esercito né che gli eserciti più deboli siano quelli dell'Africa (popoli affamati) rispetto all'eserciti occidentali (con molte più persone nel benessere).Se quindi introduci a una reificazione,non credo in questo senso  alla reificazione.Ma sono molto più propenso e certo a dire,che eserciti deboli sono accompagnati da condizioni economiche deboli,e eserciti più forti sono accompagnati da condizioni economiche forti,e dunque onestamente formulata cosi, non mi pongo nemmeno la questione.
Pensi dunque, tanto per fare un esempio banale, che le popolazioni germaniche nel III/IV secolo abbiano commesso un errore strategico nell'attaccare l'Impero Romano? E se sì, perché?
Sun Tzu ha scritto:
Certamente no, ma ciò non toglie il fatto che non ci sarebbe possibilità di sopravvivere da soli,ma che è necessario sempre formare un gruppo,salvo che uno che voglia rivaleggiare con una coorprazione non lo faccia da solo,con scarse possibilità di riuscita,scarse possibilità,è un eufemismo perchè è come sperare che ti esca sempre 6 lasciando un dado un milione di volte di fila.In che senso quindi anche per rivaleggiare tra di loro non devono a loro volta istituirsi in corporazioni o gruppi di persone?Ma non potresti rivendicare nessuna etica sul fatto non sia egualmente distribuito a tutti,senza una condizione oggettiva stessa.
Se sostieni che sia in generale conveniente, in presenza di molti "giocatori" molto più potenti di te, avere almeno uno di essi che ti guarda le spalle non posso che concordare; ma non significa che "nella realtà la scelta più razionale è sempre quella di cooperare": perché collaborare con un'organizzazione può anche significare l'obbligo di combattere contro un'altra, perché se quella a cui ti affilii non è distopicamente totalitaria ti lascerà comunque una certa libertà di manovra (e di eventuale lotta) al suo interno, etc. etc. etc.

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Messaggio Da Rasputin Sab 15 Feb 2014 - 17:22

Bello scontro di cervelli  ok 

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Messaggio Da primaverino Lun 17 Feb 2014 - 13:35

Sun Tzu ha scritto:

Se l'egoismo sarebbe il fattore che rende forti,non vedo perchè un essere umano formi le società che invece prevedono la cooperazione per sopravvivere.


Fosse... Se l'egoismo "fosse", non "sarebbe", sapientone!
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E ricordati che dopo il segno di punteggiatura ci va lo spazio. E che si scrive "perché" e non "perchè".
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Messaggio Da Sun Tzu Lun 17 Feb 2014 - 14:22

primaverino ha scritto:
Sun Tzu ha scritto:

Se l'egoismo sarebbe il fattore che rende forti,non vedo perchè un essere umano formi le società che invece prevedono la cooperazione per sopravvivere.


Fosse... Se l'egoismo "fosse", non "sarebbe", sapientone!
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E ricordati che dopo il segno di punteggiatura ci va lo spazio. E che si scrive "perché" e non "perchè".
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A no dimenticavo, non ho messo lo spazio tra le virgolette e il quindi,dunque non esistono.

Credente logic.

Quando la grammatica difende "il nulla argomentativo."

Senza contare che, mettendo l’accento dove serve, si dà sempre [u]l’impressione[/u] di essere persone precise e professionali! ha scritto:

Impressione
Per estens., nel linguaggio corrente, idea, opinione personale in merito a determinati fatti, non fondata su elementi certi e su un ragionamento logico, ma suggerita da impulsi soggettivi spesso indefiniti, e della cui incertezza o scarsa consistenza il soggetto stesso si rende conto: ho l’i. che le cose si mettano male; è mia i. (o la mia i. è) che qualcosa di nuovo dev’essere accaduto; talora iron., per esprimere un giudizio di cui si è invece certi: ho la vaga i. che ti sbagli.


E cioè non mi impressiona più di tanto poichè:

Da ignorare

"L'ignoranza è la condizione dell'ignorante, cioè chi non conosce in modo adeguato un fatto o un oggetto, ovvero manca di una conoscenza sufficiente di una o più branche della conoscenza."





Ultima modifica di Sun Tzu il Lun 17 Feb 2014 - 15:17 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da primaverino Lun 17 Feb 2014 - 15:13

Sun Tzu ha scritto:
primaverino ha scritto:
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Se l'egoismo sarebbe il fattore che rende forti,non vedo perchè un essere umano formi le società che invece prevedono la cooperazione per sopravvivere.


Fosse... Se l'egoismo "fosse", non "sarebbe", sapientone!
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E ricordati che dopo il segno di punteggiatura ci va lo spazio. E che si scrive "perché" e non "perchè".
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Credente logic.

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"Senza contare che, mettendo l’accento dove serve, si dà sempre l’impressione di essere persone precise e professionali!"

"L'impressione" non è "la sostanza", la sostanza è che comunque rimani ignorante.

La sostanza è che non conosci l'italiano.
Senza contare che non ho mai affermato le stupidaggini che mi attribuisci (fai confusione con qualcun altro, forse, il che non mi sorprende neanche un po'...).
Cosa c'entrino precisione e (soprattutto) "professionalità" lo capisci solo tu. (al solito te la canti e te la suoni... In pratica non dialoghi: parli da solo).
Comunque, giusto perché l'hai tirata in ballo a sproposito (la professionalità, intendo dire, mica che come al solito poi parti per la tangente sproloquiando di "sequitur" e "non saquitur") devo aggiungere che in effetti il mio mestiere lo conosco. Tu che lavoro fai? Lo "scenziato"?
Quindi non fare l'isterico, se ti riesce e impara grammatica e sintassi.
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Messaggio Da Sun Tzu Lun 17 Feb 2014 - 15:20

primaverino ha scritto:
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Quando la grammatica difende "il nulla argomentativo."

"Senza contare che, mettendo l’accento dove serve, si dà sempre l’impressione di essere persone precise e professionali!"

"L'impressione" non è "la sostanza", la sostanza è che comunque rimani ignorante.

La sostanza è che non conosci l'italiano.
Senza contare che non ho mai affermato le stupidaggini che mi attribuisci (fai confusione con qualcun altro, forse, il che non mi sorprende neanche un po'...).
Cosa c'entrino precisione e (soprattutto) "professionalità" lo capisci solo tu. (al solito te la canti e te la suoni... In pratica non dialoghi: parli da solo).
Comunque, giusto perché l'hai tirata in ballo a sproposito (la professionalità, intendo dire, mica che come al solito poi parti per la tangente sproloquiando di "sequitur" e "non saquitur") devo aggiungere che in effetti il mio mestiere lo conosco. Tu che lavoro fai? Lo "scenziato"?
Quindi non fare l'isterico, se ti riesce e impara grammatica e sintassi.

http://comunicaresulweb.com/scrittura/accento/

Ignorare anche quello che si intende rimproverare.

A lavori pensavo facevi lo scansa fatiche a furia di scrivere messaggi all'una di notte su internet.

La sostanza è che non hai prodotto mai un argomento su qualunque cosa,scrivi romanzi ma fermati là,perchè oltre l'ad personam fallace come quello che ho scritto io sopra ,mea culpa, sei incapace di argomentare qualunque cosa razionalmente.


Ultima modifica di Sun Tzu il Lun 17 Feb 2014 - 15:31 - modificato 2 volte.

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Messaggio Da primaverino Lun 17 Feb 2014 - 15:28

Sun Tzu ha scritto:

A lavori pensavo facevi lo scansa fatiche a furia di scrivere messaggi all'una di notte su internet.

Quello che pensi è irrilevante. Ti ho chiesto che lavoro fai, non cosa pensi.
E te lo avevo chiesto perché sei tu che hai tirato in ballo la professionalità, che col discorso (si fa per dire) che stavi facendo non c'entra nulla (il che, stranamente, non mi sorprende nemmeno un po'...).
Sai leggere e comprendere o ti limiti a generare affermazioni casuali?
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Messaggio Da Cosworth117 Lun 17 Feb 2014 - 15:31

primaverino ha scritto:Quindi non fare l'isterico, se ti riesce e impara grammatica e sintassi.

Primaverino per favore. A me non piacerebbe che mi si desse dell'isterico. Penso neanche tu... quindi è un'offesa, e tra l'altro un ad personam. Siamo al secondo richiamo. Al di là di ciò la discussione sta cadendo troppo sul personale, torniamo in topic. Richiamarti non mi diverte... Davvero, finiamola qui e istaura un dialogo costruttivo, altrimenti ti devo sospendere per 24/48 ore. Sei una persona intelligente, dimostralo per cortesia.

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Messaggio Da paolo1951 Lun 17 Feb 2014 - 20:28

Cosa rende l'uomo ... così predisposto ad incazzarsi?
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« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco,
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Messaggio Da Justine Dom 20 Lug 2014 - 20:47

La mancanza di alternative, ed una certa predisposizione.
Tutto nella vita si basa su un gioco di equilibri, si riempie l'altro piatto della bilancia come si può

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Messaggio Da dr.Quantum Mer 23 Lug 2014 - 9:34

Per me, malvagio vuol dire senza scrupoli. A prescindere dalle esperienze che possono indurre a ciò o peggiorare una certa predisposizione
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Messaggio Da Justine Mer 23 Lug 2014 - 10:21

Esistono persone che per via di determinate conformazioni cerebrali sono predisposte a provare meno empatia nei confronti degli altri già di default... In questo caso la natura è priva di scrupoli nel senso in cui difficilmente permette alla persona di nettarsi di questa predisposizione.

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Messaggio Da Ospite Lun 22 Dic 2014 - 15:37


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Messaggio Da Minsky Lun 22 Dic 2014 - 17:40

jessica ha scritto:http://www.msnbc.com/rachel-maddow-show/week-god-122014

posto qua, un po' c'entra

C'entra, c'entra.  ok



Cosa rende un uomo malvagio? - Pagina 2 12_20_10

Il primo articolo della "God Machine" questa settimana è un'occhiata più da vicino all'opinione pubblica in relazione agli americani, la religione, e l'accettazione della tortura.

Nel maggio del 2009, il Pew Research Center’s Forum on Religion & Public Life ha condotto delle indagini e ha scoperto che quanto più religioso è un americano, tanto più è probabile che approvi la tortura. Più di cinque anni dopo, non è cambiato molto. Sarah Posner riporta questa settimana:
Un nuovo sondaggio Washington Post / ABC News rileva che gli americani, con un margine 59-31 %, ritengono che il "trattamento dei sospetti terroristi" in stato di detenzione della CIA era giustificato. La gran parte sanno che "il trattamento" è "tortura", con un margine 49-38 %.

Sorprendentemente, il divario tra i sostenitori della tortura e gli oppositori si allarga fra soggetti che sono cristiani e quelli che non sono religiosi.
Esatto. Mentre molti potrebbero supporre che i fedeli siano moralmente disgustati dalla tortura, in realtà è il contrario. Quando agli intervistati è stato chiesto: "Pensa che il trattamento della CIA dei sospetti terroristi sia stato pari ad una tortura, o no?" La maggioranza degli americani ha detto che gli abusi non costituiscono tortura. Ma sono gli americani non religiosi ad essere i più convinti che le "tecniche di interrogatorio rafforzate" erano, in realtà, la tortura.

I risultati delle risposte a questa domanda sono stati ancora più evidenti: "Tutto sommato, pensa che il trattamento della CIA dei sospetti terroristi fosse giustificato o ingiustificato?" Per la maggior parte degli americani, la risposta, anche dopo le recenti rivelazioni, era sì. Per la maggior parte dei cristiani, è anche sì. Ma per il non-religioso, come la tabella sopra chiarisce, la tortura non era giustificata.

In realtà, guardando le tabelle del sondaggio, gli americani non religiosi sono stati uno dei pochi sottoinsiemi che si opponevano alle tecniche di tortura - e ciò include tutte le razze, sesso, età, stato economico, educativo, e località. I non-religiosi sono effettivamente soli nella loro opposizione alla tortura.

Questo è, nota Posner, solo un sondaggio, e avremmo bisogno di più dati prima di trarre conclusioni radicali, ma i risultati Post / ABC sono generalmente coerenti con i dati di Pew Research Center a partire dal 2009.

E serve piuttosto come un interessante punto di partenza per una discussione sulla fede, la morale, la legge, e i limiti della dignità umana.

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Messaggio Da Rasputin Lun 22 Dic 2014 - 17:44

jessica ha scritto:http://www.msnbc.com/rachel-maddow-show/week-god-122014

posto qua, un po' c'entra

Kavoli, mi ricordo di una discussione simile sulla pena di morte nella quale confutavi statistiche del tutto simili mgreen

Scherzi a parte, mi ricorda la famosa frase - non mi ricordo di chi, e cito a memoria - "Ci sono persone buone e persone cattive, ma per rendere cattiva una persona buona pochi mezzi sono efficaci quanto la religione" wink..

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Messaggio Da Minsky Lun 22 Dic 2014 - 18:04

Rasputin ha scritto:
jessica ha scritto:http://www.msnbc.com/rachel-maddow-show/week-god-122014

posto qua, un po' c'entra

Kavoli, mi ricordo di una discussione simile sulla pena di morte nella quale confutavi statistiche del tutto simili mgreen

Scherzi a parte, mi ricorda la famosa frase - non mi ricordo di chi, e cito a memoria - "Ci sono persone buone e persone cattive, ma per rendere cattiva una persona buona pochi mezzi sono efficaci quanto la religione" wink..

L'aforisma deriva probabilmente da una frase di Lucrezio nel De Rerum Natura: «Tantum religio potuit suadere malorum.» (Il sacrificio di Ifigenia e l’empietà della religione).

È un testo molto bello:

Illud in his rebus vereor, ne forte rearis impia te rationis inire elementa viamque
indugredi sceleris. Quod contra saepius illa religio peperit scelerosa atque impia facta.
Aulide quo pacto Triviai virginis aram Iphianassai turparunt sanguine foede ductores Danaum delecti, prima virorum. Cui simul infula virgineos circum data comptus ex utraque pari malarum parte profusast, et maestum simul ante aras adstare parentem sensit et hunc propter ferrum celare ministros aspectuque suo lacrimas effundere civis, muta metu terram genibus summissa petebat. Nec miserae prodesse in tali tempore quibat, quod patrio princeps donarat nomine regem. Nam sublata virum manibus tremibundaque ad aras deductast, non ut sollemni more sacrorum perfecto posset claro comitari Hymenaeo, sed casta inceste nubendi tempore in ipso hostia concideret mactatu maesta parentis, exitus ut classi felix faustusque daretur. Tantum religio potuit suadere malorum.



In queste situazioni temo quello, che tu per caso pensi di introdurti nei principi empi di una dottrina e di intraprendere la strada del delitto. Al contrario troppo spesso quella religione ha dato luogo ad azioni scellerate ed empie. In questo modo in Aulide i capi scelti dei Danai, fior fiore degli eroi, macchiarono orribilmente l’altare della vergine Trivia con il sangue di Ifigenia. E non appena a costei la benda posta intorno alle chiome verginali scese da una parte e dall’altra delle guance allo stesso modo e non appena si accorse che il padre triste stava davanti agli altari e che presso costui i sacerdoti nascondevano la spada e che i cittadini alla sua vista piangevano, muta per la paura caduta sulle ginocchia cercava la terra. E non poteva giovare a lei infelice in una situazione del genere il fatto di aver donato per prima il nome di padre al re; infatti, fu sollevata dalle mani degli uomini e fu condotta tremante verso gli altari, non perché potesse essere accompagnata in un luminoso imeneo, dopo aver compiuto il rito solenne secondo le tradizioni, ma pura impuramente nel momento stesso delle nozze cadesse a terra come triste vittima, per il colpo del padre, affinché fosse data una partenza fortunata e favorevole alla flotta. A così grandi mali la religione poté indurre.

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Messaggio Da primaverino Lun 22 Dic 2014 - 18:06

Rasputin ha scritto:
jessica ha scritto:http://www.msnbc.com/rachel-maddow-show/week-god-122014

posto qua, un po' c'entra

Kavoli, mi ricordo di una discussione simile sulla pena di morte nella quale confutavi statistiche del tutto simili mgreen

Scherzi a parte, mi ricorda la famosa frase - non mi ricordo di chi, e cito a memoria - "Ci sono persone buone e persone cattive, ma per rendere cattiva una persona buona pochi mezzi sono efficaci quanto la religione" wink..

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Messaggio Da Rasputin Lun 22 Dic 2014 - 18:08

primaverino ha scritto:
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posto qua, un po' c'entra

Kavoli, mi ricordo di una discussione simile sulla pena di morte nella quale confutavi statistiche del tutto simili mgreen

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Messaggio Da paolo1951 Lun 22 Dic 2014 - 20:05

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posto qua, un po' c'entra

Kavoli, mi ricordo di una discussione simile sulla pena di morte nella quale confutavi statistiche del tutto simili mgreen

Scherzi a parte, mi ricorda la famosa frase - non mi ricordo di chi, e cito a memoria - "Ci sono persone buone e persone cattive, ma per rendere cattiva una persona buona pochi mezzi sono efficaci quanto la religione" wink..

L'aforisma deriva probabilmente da una frase di Lucrezio nel De Rerum Natura: «Tantum religio potuit suadere malorum.» (Il sacrificio di Ifigenia e l’empietà della religione).

È un testo molto bello:

Illud in his rebus vereor, ne forte rearis impia te rationis inire elementa viamque
indugredi sceleris. Quod contra saepius illa religio peperit scelerosa atque impia facta.
Aulide quo pacto Triviai virginis aram Iphianassai turparunt sanguine foede ductores Danaum delecti, prima virorum. Cui simul infula virgineos circum data comptus ex utraque pari malarum parte profusast, et maestum simul ante aras adstare parentem sensit et hunc propter ferrum celare ministros aspectuque suo lacrimas effundere civis, muta metu terram genibus summissa petebat. Nec miserae prodesse in tali tempore quibat, quod patrio princeps donarat nomine regem. Nam sublata virum manibus tremibundaque ad aras deductast, non ut sollemni more sacrorum perfecto posset claro comitari Hymenaeo, sed casta inceste nubendi tempore in ipso hostia concideret mactatu maesta parentis, exitus ut classi felix faustusque daretur. Tantum religio potuit suadere malorum.



In queste situazioni temo quello, che tu per caso pensi di introdurti nei principi empi di una dottrina e di intraprendere la strada del delitto. Al contrario troppo spesso quella religione ha dato luogo ad azioni scellerate ed empie. In questo modo in Aulide i capi scelti dei Danai, fior fiore degli eroi, macchiarono orribilmente l’altare della vergine Trivia con il sangue di Ifigenia. E non appena a costei la benda posta intorno alle chiome verginali scese da una parte e dall’altra delle guance allo stesso modo e non appena si accorse che il padre triste stava davanti agli altari e che presso costui i sacerdoti nascondevano la spada e che i cittadini alla sua vista piangevano, muta per la paura caduta sulle ginocchia cercava la terra. E non poteva giovare a lei infelice in una situazione del genere il fatto di aver donato per prima il nome di padre al re; infatti, fu sollevata dalle mani degli uomini e fu condotta tremante verso gli altari, non perché potesse essere accompagnata in un luminoso imeneo, dopo aver compiuto il rito solenne secondo le tradizioni, ma pura impuramente nel momento stesso delle nozze cadesse a terra come triste vittima, per il colpo del padre, affinché fosse data una partenza fortunata e favorevole alla flotta. A così grandi mali la religione poté indurre.
quoto..
Visto che da tempo ho scelto l'ultima frase di questo passo del Rerum natura, come mia firma... non potevo che quotarti!
Però vorrei notare che, nel mondo greco-romano, quando si parla di "religio", e di conseguenza anche di chi avversa la "religio" e la considera fonte di "tantum malorum", non vi è nessun riferimento all'ateismo.
La "religio" è la superstizione, il fanatismo, l'irrazionalità della religione... concetto che si contrappone appunto alla "pietas" di una "religione" laica.

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Messaggio Da Rasputin Lun 22 Dic 2014 - 20:13

Religione laica?? boxed

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Messaggio Da Justine Lun 22 Dic 2014 - 20:15

Comunque, quando uno crede nei giudizi universali, nella ricompensa secondo giusti premi e punizioni come nei kindergarten a chi ruba o mente un po' di troppo, è una conseguenza naturale.

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Messaggio Da paolo1951 Lun 22 Dic 2014 - 20:16

Si ras, esiste una "religione" laica e anche un ateismo confessionale.

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Messaggio Da Rasputin Lun 22 Dic 2014 - 20:17

paolo1951 ha scritto:Si ras, esiste una "religione" laica e anche un ateismo confessionale.

Descrivi boxed

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Messaggio Da paolo1951 Lun 22 Dic 2014 - 20:19

Justine ha scritto:Comunque, quando uno crede nei giudizi universali, nella ricompensa secondo giusti premi e punizioni come nei kindergarten a chi ruba o mente un po' di troppo, è una conseguenza naturale.
Cosa è (o di cosa è) la "conseguenza naturale"???
La sintassi in questo tuo post... mi lascia perplesso!

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Messaggio Da paolo1951 Lun 22 Dic 2014 - 20:53

Rasputin ha scritto:
paolo1951 ha scritto:Si ras, esiste una "religione" laica e anche un ateismo confessionale.

Descrivi boxed
Ci sono persone che "credono" in una legge morale che tuttavia considerano meramente "relativa", semplice convenzione civile maturata in un ben determinato ambiente culturale e soggetta inevitabilmente a cambiare ancora nel futuro.
Ve ne sono altre che magari si definiscono atee, ma considerano questa "legge morale" assoluta, eterna... un po' come ce la presenta il 4° vangelo detto di Giovanni:
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
Certo non usano la parola "Dio"... ma se sostituisci una parolaccia con qualche eufemismo, nulla cambia nella sostanza!

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Messaggio Da Justine Lun 22 Dic 2014 - 21:04

paolo1951 ha scritto:
Justine ha scritto:Comunque, quando uno crede nei giudizi universali, nella ricompensa secondo giusti premi e punizioni come nei kindergarten a chi ruba o mente un po' di troppo, è una conseguenza naturale.
Cosa è (o di cosa è) la "conseguenza naturale"???
La sintassi in questo tuo post... mi lascia perplesso!

Con riferimento, ovviamente, al nuovo post con cui è stato resuscitato il thread

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Messaggio Da Ospite Mar 23 Dic 2014 - 1:32

Rasputin ha scritto:
jessica ha scritto:http://www.msnbc.com/rachel-maddow-show/week-god-122014
posto qua, un po' c'entra
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non esiste nessuna statistica simile per la pena di morte visto che, come ti ho già illustrato allora, il primo paese al mondo per esecuzioni capitali, che surclassa di gran lunga tutti gli altri messi assieme sia in senso assoluto che relativo, è un paese dal governo ateo.
al che, se ben ricordi, invece di prendere atto, da buoni razionalisti avete deciso di prendere varie strade: chi quella della fede nei nonfrancobolli, chi quella della negazione dei fatti e chi quella del gesto necessario a causa della sovrappopolazione... ma è una vecchia storia.

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Messaggio Da Justine Mar 23 Dic 2014 - 8:44

La frase citata da Rasp mi ricorda, più che un discorso prettamente incentrato sulla religione, sulla convinzione assoluta che i metodi di eradicamento della vita dipendano dalla concezione del senso di giustizia del singolo. Se anche un ateo crede che debba esserci un momento in cui i propri "debiti" vadano pagati in maniera così estrema ed irreversibile, alzerà la mano per la pena di morte. Se lo stesso ateo crede che siano possibili percorsi di rieducazione e di "vendetta" alternativa, lascerà perdere. Credo sia intimamente legato al senso di "autoritarismo e finalità della pena", che tipicamente -nella sua accezione finalistica e cosmologica e trallallero vari- è riservata al "giudizio finale" spesso preso in esame da molti credenti.
Dipende quindi, se chi commina la pena è un ateo, dal grado di umanesimo più o meno insito in lui/lei, se invece il boia è un credente, dalla convinzione che risparmiando una vita potrà ottenere ricompense, un posto da buono dove vuole, un modo per posticipare il giudizio effettivo al suo ente "superiore" preferito, etc. ... Questo per quanto riguarda le convinzioni massificate.

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Messaggio Da Rasputin Mar 23 Dic 2014 - 10:21

jessica ha scritto:
non esiste nessuna statistica simile per la pena di morte visto che, come ti ho già illustrato allora, il primo paese al mondo per esecuzioni capitali, che surclassa di gran lunga tutti gli altri messi assieme sia in senso assoluto che relativo, è un paese dal governo ateo.
al che, se ben ricordi, invece di prendere atto, da buoni razionalisti avete deciso di prendere varie strade: chi quella della fede nei nonfrancobolli, chi quella della negazione dei fatti e chi quella del gesto necessario a causa della sovrappopolazione... ma è una vecchia storia.

Mah...la Cina è il primo paese al mondo per esecuzioni capitali principalmente per un motivo: sono in tanti. Se facciamo i conti per percentuali potrebbe essere che la spuntano gli islamici (Senza contare che in Cina le esecuzioni non sono per motivi religiosi, nei secondi sí) Royales

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