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Aranciata senza arance, la chiameremo "iata"?

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Messaggio Da Ludwig von Drake Lun 30 Mar 2009 - 13:16

Corriere.it

ROMA - L'arrivo delle bibite all'aranciata senza arance è la pericolosa conseguenza di una deriva che ha già portato al via libera comunitario al vino «senza uva» realizzato dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes, oltre che al formaggio prodotto a partire da caseina e caseinati invece del latte, e al cioccolato con grassi diversi dal burro di cacao. È la Coldiretti ha lanciare l'allarme nel sottolineare che occorre contrastare una tendenza che inganna i consumatori, danneggia i produttori, mette a rischio la qualità dell'alimentazione e la salute stessa dei cittadini.

LA LEGGE - Il Senato, nel recepire l'annuale Legge Comunitaria, ha approvato l'art. 21 della stessa, che prevede la possibilità di commercializzare bibite con colore e aroma d'arancia pur essendo prive del vero succo d'agrume, il cui limite minimo oggi è al 12%. Per Adoc una decisione «gravissima, danneggiati consumatori e made in Italy». Approvare il commercio di aranciate finte, prive di vero succo d'arancia, «è gravissimo- dichiara Carlo Pileri, presidente dell'Adoc- i consumatori, soprattutto i più giovani, subiranno un gravissimo danno, sia economico che nutrizionale, si mette a rischio la salute e la qualità dell'alimentazione dei cittadini. Non solo, permettendo la messa in vendita di tali bibite, si crea un danno di centinaia di milioni di euro ai produttori di arance e al made in Italy. Lamentiamo, ancora una volta, l'assenza di una legge quadro sull'etichettatura e la tracciabilità, estesa a tutti i prodotti».

I NOSTRI PRODOTTI - Ad essere particolarmente colpiti sono - sottolinea invece la Coldiretti - i prodotti base della dieta mediterranea come il vino per il quale l'approvazione della riforma di mercato comunitaria ha sancito inganni vecchi e nuovi: dal consenso all'aggiunta di zucchero nei vini prodotti nel nord Europa al rosè ottenuto miscelando vini bianco e rosso. Per dirne solo qualcuno. L'Unione Europea ha poi imposto all'Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l'aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao, ma c'è anche la possibilità inquietante - sottolinea Coldiretti - di utilizzare caseina e caseinati invece del latte per ottenere formaggi a pasta filata venduti come analoghi alla mozzarella. Un inganno favorito - sostiene la Coldiretti - dalla mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli alimenti.



30 marzo 2009
Ludwig von Drake
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