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"Perché non posso credere alle Religioni e al Cattolicesimo" di Francesco Lantana

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Messaggio Da Godless Dom 1 Mar 2009 - 15:13

Perché non posso credere alle Religioni e al Cattolicesimo


Tutte le Religioni hanno pretese egemoniche e totalizzanti, imponendo con la catechesi il loro credo in modo capzioso fin dalla più tenera età. Poi, con l’ora di religione nelle scuole, e attraverso Tv e stampa, invadono il quotidiano di tutti. E non è un caso che ogni popolo o gruppo sociale ha la sua religione, ostacolando così la formazione responsabile e coscientedelle persone.

Ogni religione si ritiene depositaria del mandato divino e quindi ciascuna l'unica portatrice della "Verità", ostacolando così la libera ricerca delle idee, delle opinioni e il progresso culturale, sociale e scientifico, e creando anche i presupposti di conflitti e guerre con altri popoli che professano altre religioni.

Tutte le Religioni fanno del terrorismo ideologico, raccontando ai bambini la favola del Paradiso per i buoni-ubbidienti e dell’Inferno eterno per i cattivi-disubidienti, creando conflitti interiori ed ostacolando così la crescita psicologica dell'individuo. In questo modo si deresponsabilizza l'individuo di fronte alla sua comunità e ne fa un debole alla mercé di chi poi sfrutta i suoi bisogni e le sue debolezza, fra cui maghi, fattucchieri e imbroglioni vari, e infine la stessa Chiesa.

Attraverso le Religioni si vietano delle necessità naturali e difficili da rispettare, soprattutto da parte dei meno abbienti, che poi si colpevolizzano, si processano e si condannano se non rispettano certe norme e divieti. Non è un caso che le religioni di origine giudaiche siano calibrate su misura per società schiaviste e servili.

Con la preghiera, si riconduce l’individuo ad un suddito prostrato a chiedere aiuto e protezione al suo re-padrone. Non con il pietismo si affrontano e si risolvono i problemi sociali e individuali, ma attraverso la ricerca delle soluzioni possibili e con la collaborazione di tutti.

Col messaggio di Gesù morto sulla croce, si chiede il sacrificio, l'umiltà e la rassegnazione, cioè il suicidio delle coscienze individuali, soprattutto da parte dei deboli e degli indifesi. Perché poi, chi ha, può permettersi tutto e di più. L'amore, la fratellanza fra i singoli e le collettività, si costruiscono attraverso l’impegno, la collaborazione di tutti e non con l'abnegazione di qualche volenteroso.

Tutte le religioni sono intrise di pregiudizi quali l'autoritarismo, il maschilismo, la sessuofobia, l'omofobia…

I cristiani, infine, si dovrebbero vergognare quando si pensa alle persecuzioni e alle scomuniche impartite verso i pagani, gli indigeni nelle missioni di "evangelizzazioni", gli "infedeli" nelle Crociate, gli eretici, gli atei, gli ebrei, i cristiani non cattolici, le "streghe", causando centinaia di migliaia di vittime nella loro "gloriosa" bimillenaria storia.
Ed è fin troppo facile poi che il Papa invochi il perdono verso Dio e non verso chi è stato offeso e senza il dovuto risarcimento dei crimini commessi e senza mettere da parte la propria egemonia. Per questi motivi, siffatto perdono si configura come una messa in scena, tanto per gettare fumo negli occhi.

La storicità di Gesù Cristo e la sua vera identità come raccontata dai Vangeli è poco verosimile anche per il semplice fatto che è molto difficile trovare testi contemporanei che parlino di Gesù in modo assolutamente esplicito. Ma anche per vari altri motivi che qui sarebbe lungo elencare. Antico, nuovo testamento e testi sacri vari sono tutti da rubricare nel novero delle leggende che tutti popoli si danno per glorificare verso i posteri il loro passato.

Non credo ai miracoli perché:

Non sono un'esclusiva di nessuna religione.
Oggi la scienza riesce a dare una spiegazione scientifica di molti di questi fenomeni. Fra l'altro è stato provato che, dopo interventi chirurgici o autopsie di cadaveri, molte malattie erano recedute spontaneamente e senza che il soggetto ne fosse stato a conoscenza. Quindi si può affermare che i miracoli, se poi veramente sono tali, rientrano nella casistica degli eventi naturali.
poi a conferma della veridicità dei miracoli si chiede sempre conferma alla scienza, come se gli scienziati debbano saper spiegare ogni cosa, pretendendo così di legittimare un ipotetico intervento divino. In questo modo, fra l'altro, si porrebbe la scienza al di sopra della religione, conferendole così il carattere di religione suprema.
Non si può escludere, l'ingenuità, l'errore e la malafede di scienziati, preti, affaristi, anche in considerazione degli interessi che girano dietro questi "miracoli". Infatti, se si analizza bene il fenomeno, si scopre che dietro di essi girano sempre interessi di singoli e di categorie sociali che lucrano su questi fatti.
Perché Dio poi dovrebbe cambiare la sua volontà dietro le suppliche e gli oboli in denaro per favori terreni ed ultraterreni? E' come pretendere che le leggi dell'universo siano cambiate a favore di un singolo postulante.
A parte tutto, a me questo Dio sembra avere l'aspetto di un avido despota che chiede sacrifici e impartisce pene eterne. Più crudele di così non si può essere.

Conclusione

Per tutti questi motivi, il credere o il non credere, non dovrebbe intendersi come una scelta innocua di vita, come un indifferente opzional o peggio - secondo i preti - come opera del maligno nel caso dei non credenti e come dono nel caso dei credenti.
Le religioni sono un male, sono come una droga, sono un misto di ignoranza, dominio, arroganza, paure, superstizioni; sono una vergogna per la dignità dell'uomo, per la sua coscienza, per la sua intelligenza; sono un ostacolo alle libere scelte individuali, al progresso sociale e scientifico. Infine creano insicurezze, rendendo difficoltosa la crescita psicologica dell'individuo.
Bisogna sbarazzarsi delle religioni con i loro preti e con le loro assurde regole, senza sostituirle con altri miti, quale il potere, il profitto, l’arrivismo, il denaro, il consumismo, il successo, lo scientismo…

In alternativa occorre impegnarsi tutti per una società più giusta socialmente, con dei valori condivisibili e funzionali, sperimentati e sperimentabili, che di volta in volta si adattino ai tempi e ai luoghi, e mettendo nel dovuto conto le caratteristiche naturali degli uomini e delle donne, con tutte le loro passioni, i loro istinti, le loro capacità, i loro limiti e le loro debolezze, di contro alla pretesa delle religioni di riproporceli docili e mansueti, in forma idealizzata, come farebbe comodo ai lor signori, per meglio gestirli come bestie addomesticate.


Francesco Lantana

Articolo preso un sito che frequento spesso Materialismo.it
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