Teoria quantica dell' immortalità
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Teoria quantica dell' immortalità
http://blogghete.blog.dada.net/post/1206944882/VITA+ETERNA%3F+NE+HO+GIA'+UNA,+GRAZIE
Seguendo questo link vi imbattete in una teoria che spero non si riveli vera: immaginate di sopravvivere solo voi eternamente, che vedete la morte di tutti i vostri cari
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giamba- -------------
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immortalità quantica
Un appello all' amico LOOOOP: trova tutte le contraddizioni, falla a pezzi!!!
giamba- -------------
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Re: Teoria quantica dell' immortalità
...giamba ha scritto:http://blogghete.blog.dada.net/post/1206944882/VITA+ETERNA%3F+NE+HO+GIA'+UNA,+GRAZIE
Seguendo questo link vi imbattete in una teoria che spero non si riveli vera: immaginate di sopravvivere solo voi eternamente, che vedete la morte di tutti i vostri cari
In attesa degli interventi del nostro amico Loooop...
Pur comprendendo a pieno il senso "speculativo" che si vuol dare a questo intervento, caro Giamba, direi che più di un esperimento ipotetico, potrebbe esser definito un esperimento impossibile, poiché relativo a due stati della fisica tra loro differenti ed incommensurabili.
Infatti un conto è parlare di particelle elementari, come i quark (che potremmo definire il più piccolo esponente della materia, intesa come energìa relativa alle specifiche "stringhe") ed un conto parlare di fenomeni macroscopici (unica rappresentazione fisica che può esprimere il nostro essere e la nostra esistenza).
Certamente i fenomeni della struttura "fine" della materia (non dico "ultima" poiché sarebbe presuntuoso da parte nostra pensare di essere arrivati ad esplorare i confini delle nostre dimensionalità) sono ancora in massima parte da scoprire, verificare e comprendere a fondo.
Basti pensare che già la definizione di "stringa" (ovvero quell'entità che trasforma e dà "corpo" alle energìe delle particelle attribuendo loro una "materialità" altrimenti non definibile) è di difficilissima comprensione.
E', a mio avviso, del tutto ovvio che -addentrandoci nello studio e nella comprensione della struttura più intima della materia e dell'universo- saremo costretti a rivedere i riferimenti di fisica classica cui siamo abituati, introducendo concettualità del tutto nuove ed ancora poco identificabili, se non -addirittura- da scoprire del tutto. Il principio di indeterminazione di Heisenberg è stato solo il primo piccolo passo in tale direzione.
Quindi, caro Giamba, credo che al momento sia un po'... osè mescolare certe espressioni di pura speculazione scientifica con qualcosa di -per noi!- tangibile ed interferente.
Mi auguro comunque che Loooop intervenga presto a dissipare dubbi ed imprecisioni!
...
Ospite- Ospite
Re: Teoria quantica dell' immortalità
giamba ha scritto:Un appello all' amico LOOOOP: trova tutte le contraddizioni, falla a pezzi!!!
In realtà c'è poco da fare a pezzi. Ovviamente la questione è espressa in modo "scherzoso", ma vuole arrivare (e lo dice nel finale) ad una delle interpretazioni della meccanica quantistica, che cercherò di spiegare come meglio posso, e nei miei limiti (non faccio il fisico di professione), tentando di esser chiaro, anche a scapito della precisione.
Nella descrizione del mondo microscopico, le particelle non hanno (in genere) una posizione (o una polarizzazione, o uno spin, etc…) definita. Questo per la semplice ragione che è stato dimostrato che qualsiasi descrizione delle mondo microscopico in termini di posizioni precisamente definite è incompatibile con i risultati di tutta una serie di esperementi ormai confermati oltre ogni più ragionevole dubbio.
La meccanica quantistica postula dunque che invece di posizioni definite, quello che "esiste" è una "funzione d'onda" che fornisce la probabilità di travare la particella in un certo punto se (e solo se) si compie la misura. Un altro modo di dire la stessa cosa è affermare che, prima della misura, la particella si trova in uno stato che viene chiamato di "sovrapposizione" fra tutte le sue posizioni possibili.
Ad esempio, se la funzione d'onda della particella prevede che la si possa trovare al 50% di probabilità nel punto A ed al 50% di probabilità nel punto B, si dice che essa si trova nella "sovrapposizione di essere in A ed in B". È importante osservare che questo stato di sovrapposizione è un "modo d'essere" della particella distinto ed alternativo sia da essere in A, sia da essere in B, sia da essere altrove. È dunque un "modo d'essere" che non ha un corrispondente analogo nel mondo macroscopico: noi non osserviamo mai una sedia che si trova nella sovrapposizione di essere in cucina ed in soggiorno…
Fino a quando la misura non viene compiuta, le funzioni d'onda di varie particelle interagiscono fra loro secondo regole ben precise e lineari in modo che in un qualsiasi istante noi sappiamo che, se misuriamo, la probabilità di ottenere un certo risultato, è quella che vien fuori dai nostri calcoli effettuati mediante l'uso delle funzioni d'onda.
Nell'interpretazione dominante della meccanica quantistica si ipotizza che l'atto della misura provochi un istantaneo "collasso" della funzione d'onda che "materializza" la particella in una sola delle posizioni possibili fornite dalla sua funzione d'onda e secondo le probabilità descritte dalla funzione stessa. E cioè, si osserva una sola delle posizioni fra quelle in sovrapposizione prima della misura.
Questa interpretazione è problematica sia in quanto il collasso della funzione d'onda è un processo completamente distinto dal suo evolversi: in pratica, fino a quando non si compie una misura, le leggi del mondo che ci circonda funzionano in un certo modo (in particolare, sono lineari e deterministiche), mentre l'atto della misura costringe il mondo, istantaneamente, ad obbedire a leggi diverse (in particolare, stocastiche e non deterministiche). Inoltre nessuno sa esattamente a quale livello fra la particella e la nostra percezione avviene esattamente il collasso: sappiamo soltanto che si verifica.
Negli anni '50 Hugh Everett III (link) propose un'interpretazione diversa, detta "a molti mondi". Secondo Everett, nessun collasso si verifica mai, e dunque la descrizione tramite funzione d'onda vale sempre, senza eccezioni. Ma come spiegare allora il fatto che non osserviamo mai le sovrapposizioni?
La soluzione proposta da Everett è molto semplice ed anche molto elegante: secondo lui tutte le possibilità si verificano! Ad esempio, quando una particella si trova nella sovrapposizione di essere in A ed in B e noi compiamo la misura, ci saranno dei "noi" che la troveranno in A e dei "noi" che la troveranno in B. La cosa equivale a dire che l'universo si divide in due: in uno troveremo la particella in A e nell'altro in B. O ancora, che la natura segue sempre tutte le strade possibili.
D'altra parte, siccome noi ne facciamo parte, anche a noi accadono tutte le possibilità, ma ognuna di queste non può esser cosciente dell'altra, perchè, una volta che la biforcazione è avvenuta, la comunicazione fra queste è fisicamente impossibile. Ognuna di queste continuerà a biforcarsi, e biforcrsi, e biforcarsi, all'infinito, più o meno come in un famosissimo romanzo di Borges.
E dunque tutto va precisamente come da osservazione.
Pertanto, nell'articolo cui fai riferimento, poichè si danno entrambi i mondi, sia quello in cui lo spin è orario, sia quello in cui è antiorario, in uno di questi l'uomo s'ammazza, nell'altro resta vivo, e può quindi ripetere l'esperimento. Poichè ogni volta che spara è possibile che lo spin sia antiorario, esiste una biforcazione di universo in cui egli resterà vivo. E quindi potrà continuare a sparare all'infinito (in realtà no, perchè nelle biforacazioni in cui la pistola non spara finirà comunque per morire di vecchiaia, e quindi, niente immortalità…(*) ).
I problemi dell'interpretazione a molti mondi sono sostanzialmente due. Il primo è che, pur essendo coerente, non è falsificabile: è formulata in modo tale che nessun esperimento potrà mai smentirla. Il secondo è che questa infinita proliferazione di "mondi" non appare molto soddisfacente dal punto di vista di "economia di pensiero".
(*) ma se può farti contento, puoi pensare che circa 2000 anni fa, in una biforcazione del nostro universo, Saulo di Tarso non ebbe il suo famoso attacco epilettico e non cadde da cavallo sulla via per Damasco. Segue che in tutte le biforcazioni originatesi da quella, il cristianesimo non è mai comparso, e, come conseguenza, la scienza, invece di nascervi nel 1600, vi è nata 7 secoli prima.. Bene, è possibile che in qualcuna di queste abbiano scoperto la cura contro la vecchiaia. E magari in qualche altra si son già fatti saltare in aria…
Loooop- -------------
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Re: Teoria quantica dell' immortalità
Scusate il mio OT
Loop sapresti indicarmi un libro che spieghi semplicemente i principi della fisica quantistica ? Un libro per profani
Loop sapresti indicarmi un libro che spieghi semplicemente i principi della fisica quantistica ? Un libro per profani
___________________
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere.
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libro di divulgazione ottimo
Libero ha scritto:Scusate il mio OT
Loop sapresti indicarmi un libro che spieghi semplicemente i principi della fisica quantistica ? Un libro per profani
Da parte mia ti consiglierei Il mondo dei quanti" di Kenneth W. Ford,
una specie di manuale for dummies, beh, qualcosa di più.
Non è un Bignami ma in poco più di 250 pagine da più che un infarinatura sulla meccanica quantistica e anche un "ripasso" delle altre teorie importanti, accenni a teorie "con riserva" quali le superstringhe etc. Il tutto è spiegato con la pazienza di un fisico che insegna la fisica al figlio adolescente.
Io non sono adolescente la l'ho trovato illuminante su molti passaggi che mi erano incomprensibili.
giamba- -------------
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Re: Teoria quantica dell' immortalità
giamba ha scritto:Libero ha scritto:Scusate il mio OT
Loop sapresti indicarmi un libro che spieghi semplicemente i principi della fisica quantistica ? Un libro per profani
Da parte mia ti consiglierei Il mondo dei quanti" di Kenneth W. Ford,
una specie di manuale for dummies, beh, qualcosa di più.
Non è un Bignami ma in poco più di 250 pagine da più che un infarinatura sulla meccanica quantistica e anche un "ripasso" delle altre teorie importanti, accenni a teorie "con riserva" quali le superstringhe etc. Il tutto è spiegato con la pazienza di un fisico che insegna la fisica al figlio adolescente.
Io non sono adolescente la l'ho trovato illuminante su molti passaggi che mi erano incomprensibili.
Ti ringrazio
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Re: Teoria quantica dell' immortalità
Libero ha scritto:Scusate il mio OT
Loop sapresti indicarmi un libro che spieghi semplicemente i principi della fisica quantistica ? Un libro per profani
"Un'occhiata alle carte di Dio", del prof. Ghilardi, senz'ombra di dubbio.
Loooop- -------------
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Re: Teoria quantica dell' immortalità
Loooop ha scritto:Libero ha scritto:Scusate il mio OT
Loop sapresti indicarmi un libro che spieghi semplicemente i principi della fisica quantistica ? Un libro per profani
"Un'occhiata alle carte di Dio", del prof. Ghilardi, senz'ombra di dubbio.
Grazie anche a te Loop
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Re: Teoria quantica dell' immortalità
Ringrazio loooop con un enorme ritardo.
Ho riletto il thread e sono andato a rileggere alcune risposte di Tegmark alle "contestazioni".
Una di queste grossomodo è anche quella di Looooop che cito
"in realtà no, perchè nelle biforacazioni in cui
la pistola non spara finirà comunque per morire di vecchiaia, e quindi,
niente immortalità"
La morte comunque sopraggiungerebbe per una (in una) situazione descrivibile quantisticamente.
In pratica di vecchiaia non si muore, la vecchiaia propone un immensità di
probabili condizioni di un enormità di particelle, e sarebbe causata solo da una di queste
(di qualsiasi morte si parli, cerebrale o altro) Certo la vecchiaia, o forse è meglio dire uno stato terminale porterebbe con altissimissima probabilità a una morte
del paziente, ma solo una caratteristica (lo spin è solo un esempio) descrivibile quantisticamente.
In un emorragia interna per esempio, l'emorraggia sarebbe una somma di cause, e non di effetti, ma l'effetto morte sarebbe determinata solo da uno stato di una particella, e questo stato avrebbe in parallelo almeno un'altro stato in cui la morte sarebbe rimandata di anche un miliardesimo di secondo, e comunque ad ogni altro stato di ogni particella critica si sovrapporrebbe uno stato che garantirebbe una "salvezza".
Da un punto di vista più semplice, almeno in un universo si succederebbero una serie di eventi miracolosi per cui il paziente uscirebbe dalla crisi, e uscirebbe da qualsiasi crisi, camperebbe 100 anni, 130, si considererebbe il
recordman di longevità fino magari al subentrare di una conoscenza medica sufficiente ad allungare la vita umana di altri 100 e mille e poi ancora mille anni.
Ovviamente, nella stragrande maggioranza di universi sarebbe morto, sepolto e dimenticato, e non sarebbe possibile che abbia esperienza della morte da morto, ma solo di sopravvivenza in quello in cui campa.
Ho espresso il concetto in maniera molto semplicistica ma Tegmark (e se non sbaglio Deutsch) insistono su questo punto, lo spin è un esempio della condizione
Ho riletto il thread e sono andato a rileggere alcune risposte di Tegmark alle "contestazioni".
Una di queste grossomodo è anche quella di Looooop che cito
"in realtà no, perchè nelle biforacazioni in cui
la pistola non spara finirà comunque per morire di vecchiaia, e quindi,
niente immortalità"
La morte comunque sopraggiungerebbe per una (in una) situazione descrivibile quantisticamente.
In pratica di vecchiaia non si muore, la vecchiaia propone un immensità di
probabili condizioni di un enormità di particelle, e sarebbe causata solo da una di queste
(di qualsiasi morte si parli, cerebrale o altro) Certo la vecchiaia, o forse è meglio dire uno stato terminale porterebbe con altissimissima probabilità a una morte
del paziente, ma solo una caratteristica (lo spin è solo un esempio) descrivibile quantisticamente.
In un emorragia interna per esempio, l'emorraggia sarebbe una somma di cause, e non di effetti, ma l'effetto morte sarebbe determinata solo da uno stato di una particella, e questo stato avrebbe in parallelo almeno un'altro stato in cui la morte sarebbe rimandata di anche un miliardesimo di secondo, e comunque ad ogni altro stato di ogni particella critica si sovrapporrebbe uno stato che garantirebbe una "salvezza".
Da un punto di vista più semplice, almeno in un universo si succederebbero una serie di eventi miracolosi per cui il paziente uscirebbe dalla crisi, e uscirebbe da qualsiasi crisi, camperebbe 100 anni, 130, si considererebbe il
recordman di longevità fino magari al subentrare di una conoscenza medica sufficiente ad allungare la vita umana di altri 100 e mille e poi ancora mille anni.
Ovviamente, nella stragrande maggioranza di universi sarebbe morto, sepolto e dimenticato, e non sarebbe possibile che abbia esperienza della morte da morto, ma solo di sopravvivenza in quello in cui campa.
Ho espresso il concetto in maniera molto semplicistica ma Tegmark (e se non sbaglio Deutsch) insistono su questo punto, lo spin è un esempio della condizione
giamba- -------------
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Re: Teoria quantica dell' immortalità
Altra contestazione: una volta diramato in vari universi, perchè il mio Io dovrebbe corrispondere a quello che sopravvive?
Perchè la sensazione dell'io non esiste negli universi in cui son morto:
esempio, io ieri:
Prima delle diramazioni di ieri, nonostante oggi io sia solo uno dei tanti io clonati o in vari universi(secondo Everett) o in vari stati dell'universo(interpretazione di Copenaghen), Io ieri mi identificavo sen'altro in un io che oggi posso considerare padre (o albero) di vari io di oggi, di cui io sono solo un figlio(o ramo), ma non avevo dubbi di essere Io, e lo ero, padre degli io di oggi.
Perchè la sensazione dell'io non esiste negli universi in cui son morto:
esempio, io ieri:
Prima delle diramazioni di ieri, nonostante oggi io sia solo uno dei tanti io clonati o in vari universi(secondo Everett) o in vari stati dell'universo(interpretazione di Copenaghen), Io ieri mi identificavo sen'altro in un io che oggi posso considerare padre (o albero) di vari io di oggi, di cui io sono solo un figlio(o ramo), ma non avevo dubbi di essere Io, e lo ero, padre degli io di oggi.
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