Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
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Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
Ciao a tutti sono nuovo e volevo chi mi aiutaste a giudicare gli articoli che escono su un certo sito. Mi stanno un pò preoccupando e credo che abbiano messo in difficoltà il mio ateismo...insomma è una richiesta di aiuto.
Cosa ne dite di questo articolo: http://antiuaar.wordpress.com/2010/08/18/malattia-e-psicologia-i-credenti-sopravvivono-di-piu-rispetto-agli-atei/ ?
Grazie, magari ve ne sottopongo altri così mi aiutate a giudicare.
Ciao!
Cosa ne dite di questo articolo: http://antiuaar.wordpress.com/2010/08/18/malattia-e-psicologia-i-credenti-sopravvivono-di-piu-rispetto-agli-atei/ ?
Grazie, magari ve ne sottopongo altri così mi aiutate a giudicare.
Ciao!
novatican- ------------
- Numero di messaggi : 6
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 18.08.10
Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
Benvenuto!
Conosco l'articolo (Ma che è l'UCCR ?), è stato citato anche qui
http://www.uaar.it/news/2010/08/13/trapianti-fegato-secondo-ricerca-italiana-fede-aumenta-sopravvivenza/
quantunque si riferisce esclusivamente ai trapianti di fegato, esistono studi in contrasto:
http://www.uaar.it/news/2009/09/11/studio-fede-puo-compromettere-guarigione/
e
http://www.uaar.it/news/2006/04/01/preghiere-non-aiutano-guarire/
fonti, rispettivamente
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/northern_ireland/8250320.stm
e
http://notizie.virgilio.it/index.html?refresh_cens
il link è morto, probabilmente è stato aggiornato il sito
in basso a destra qui
http://www.uaar.it/home
è in corso un sondaggio.
Conosco l'articolo (Ma che è l'UCCR ?), è stato citato anche qui
http://www.uaar.it/news/2010/08/13/trapianti-fegato-secondo-ricerca-italiana-fede-aumenta-sopravvivenza/
quantunque si riferisce esclusivamente ai trapianti di fegato, esistono studi in contrasto:
http://www.uaar.it/news/2009/09/11/studio-fede-puo-compromettere-guarigione/
e
http://www.uaar.it/news/2006/04/01/preghiere-non-aiutano-guarire/
fonti, rispettivamente
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/northern_ireland/8250320.stm
e
http://notizie.virgilio.it/index.html?refresh_cens
il link è morto, probabilmente è stato aggiornato il sito
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http://www.uaar.it/home
è in corso un sondaggio.
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You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
Grazie seguirò con interesse...!!!
novatican- ------------
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
Nessuno vuol negare che l'effetto placebo prodotto dalla credenza in un dio possa aiutare a guarire,del resto e' risaputo che un approccio psicologico positivo ad una malattia grave e' una componente a volte decisiva.
Ma questo non rende certamente piu' vera una realta' divina che esiste solo nell'immaginario di chi la prega,se io credessi fortemente nei puffi e facessi affidamento su di loro per una guarigione certamente otterrei il medesimo risultato,malattia permettendo.
Quei risultati lasciano il tempo che trovano,piu' volte e' stato evidenziato il fatto che le statistiche hanno messo in luce che pregare per un parente o un amico malato non aumenta di nessuna percentuale la possibilita' che egli guarisca,cosi' come i miracolati di Lourdes non sono superiori in percentuali a coloro che hanno contratto guarigioni inspiegabili al di fuori del contesto religioso.
Quindi intanto benvenuto e sopratutto tranquillizzati.
Ma questo non rende certamente piu' vera una realta' divina che esiste solo nell'immaginario di chi la prega,se io credessi fortemente nei puffi e facessi affidamento su di loro per una guarigione certamente otterrei il medesimo risultato,malattia permettendo.
Quei risultati lasciano il tempo che trovano,piu' volte e' stato evidenziato il fatto che le statistiche hanno messo in luce che pregare per un parente o un amico malato non aumenta di nessuna percentuale la possibilita' che egli guarisca,cosi' come i miracolati di Lourdes non sono superiori in percentuali a coloro che hanno contratto guarigioni inspiegabili al di fuori del contesto religioso.
Quindi intanto benvenuto e sopratutto tranquillizzati.
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*Valerio*- -------------
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
novatican ha scritto:Grazie seguirò con interesse...!!!
Bene. Adesso fila a presentarti nel thread apposito, qui c'è un mod spaccamaroni che ci tiene
(Non sono io eh)
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Rasputin- ..............
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
Non capisco perché parli di giochetti??
Sto solo cercando aiuto a giudicare quel che trovo su internet...se non sono ben voluta me ne vado subito...mi sono anche presentata ma non trovo più il mio messaggio...
Cmq ti ringrazio per la risposta che condivido pienamente. Cercherò di moderare l'inserimento di link ma cmq il mio problema è che desidero rispondere a quello che trovo scritto lì...va be cmq ciao!
Sto solo cercando aiuto a giudicare quel che trovo su internet...se non sono ben voluta me ne vado subito...mi sono anche presentata ma non trovo più il mio messaggio...
Cmq ti ringrazio per la risposta che condivido pienamente. Cercherò di moderare l'inserimento di link ma cmq il mio problema è che desidero rispondere a quello che trovo scritto lì...va be cmq ciao!
novatican- ------------
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
Dionso, te lo dobbiamo proprio spiegare?novatican ha scritto:Non capisco perché parli di giochetti??
...
davide- -------------
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
DIonso?? E' chi è uno dei tanti dei??
Ma cosa avete contro chi scrive'?? Non si può dire: non capisco questa notizia (si, di un sito credente che sto seguendo) mi date una mano? Mah!
Ma cosa avete contro chi scrive'?? Non si può dire: non capisco questa notizia (si, di un sito credente che sto seguendo) mi date una mano? Mah!
novatican- ------------
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
*Valerio* ha scritto:piu' volte e' stato evidenziato il fatto che le statistiche hanno messo in luce che pregare per un parente o un amico malato non aumenta di nessuna percentuale la possibilita' che egli guarisca
Anzi, e' stato provato che la probabilita' di guarigione e' piu; bassa nelle persone che fanno affidamento sulla preghiera di amici e parenti.
Poco tempo fa, il fisico Russell Stannard (uno dei tre scienziati britannici credenti) ha appoggiato un’iniziativa finanziata, tanto per cambiare, dalla Templeton Foundation e volta a verificare sperimentalmente l’ipotesi che pregare per i malati serva a migliorare la loro salute. Per essere seri, esperimenti del genere devono essere condotti in doppio cieco e tale parametro è stato rigorosamente rispettato. I pazienti sono stati divisi in gruppo sperimentale (che riceveva preghiere) e gruppo di controllo (che non le riceveva). Malati, medici, infermieri e ricercatori non sapevano per quali persone si pregasse e per quali no. Chi pregava conosceva il nome dei pazienti per cui pregava, altrimenti in che senso avrebbe pregato per loro e per nessun altro? Però sapeva solo il nome di battesimo e la lettera iniziale del cognome. Pare che a Dio basti questo per individuare il letto giusto d’ospedale. Anche solo pensare un esperimento del genere espone a una generosa dose di ridicolo e il progetto l’ha puntualmente ricevuta. Non credo che il comico Bob Newhart abbia dedicato uno sketch all’argomento, ma mi pare di udire la sua voce:
Come dici, Signore? Non puoi guarirmi perché sono nel gruppo di controllo? Ah, capisco, le preghiere di mia zia non bastano. Ma, Dio misericordioso, il signor Evans nella stanza accanto … Come, Signore? Il signor Evans ha ricevuto mille preghiere al giorno? Ma Signore, Evans non conosce mille persone! Ah, ha pregato per lui molta
gente che non lo conosceva, ma sapeva di dover pregare per John E.? Però tu come facevi a sapere che non intendevano John Ellsworthy? Ah, giusto, hai usato la tua onniscienza per capire a quale John E. si riferivano. Ma Signore…
Con audace sprezzo del ridicolo, l’équipe di ricercatori, guidata dal dottor Herbert Benson, cardiologo del Mind/Body MedicaI Institute, vicino a Boston, ha cominciato a spendere i 2,4 milioni di dollari stanziati dalla Templeton Foundation. Il dottor Benson era già stato citato in un comunicato stampa della Templeton in quanto “convinto che sempre più prove dimostrano come l’intercessione delle preghiere sia efficace in ambito medico”. Rassicura dunque sapere che la ricerca era in buone mani, non viziata da fibrillazioni scettiche. Benson e la sua équipe hanno monitorato 1802 persone operate di bypass coronarico in sei distinti ospedali. I pazienti sono stati divisi in tre gruppi. Il gruppo 1 riceveva preghiere e non lo sapeva; il gruppo 2 (quello di controllo) non riceveva preghiere e non lo sapeva; il gruppo 3 riceveva preghiere e lo sapeva. Il confronto tra i gruppi 1 e 2 doveva servire a verificare se la preghiera aiuta i malati a riprendersi, mentre il gruppo 3 serviva a verificare quali effetti psicosomatici produce, se ne produce, sapere di essere oggetto di preghiere. Le preghiere erano recitate dai fedeli di una chiesa del Minnesota, una chiesa del Massachusetts e una chiesa del Missouri, tutte località lontane dagli ospedali scelti. Come ho già detto, i fedeli conoscevano solo il nome e l’iniziale del cognome delle persone per cui pregavano. È buona pratica sperimentale standardizzare il più possibile e quindi a tutti i fedeli è stato detto di includere nelle preghiere la frase “per il buon esito dell’intervento e per una ripresa rapida, completa e senza complicazioni”. I risultati, ha scritto l’“American Heart J oumal” nell’ aprile del 2006, sono stati molto chiari. Non si è notata nessuna differenza tra i pazienti per i quali si è pregato e quelli per i quali non si è pregato. Ma che strano! Si è rilevata una differenza tra quelli che sapevano che qualcuno pregava per loro e quelli che non sapevano se qualcuno pregava o non pregava per loro; ma la differenza è risultata negativa anziché positiva. Chi sapeva di essere beneficiario di preghiere ha accusato molte più complicazioni di chi era ignaro. Dio lo aveva forse punito per dimostrare quanto disapprovasse l’intero, balordo esperimento? È più probabile che i pazienti consapevoli delle preghiere siano stati sottoposti proprio per questo a un ulteriore stress: “ansia da prestazione”, l’hanno definita i ricercatori. Uno di loro, Charles Bethea, ha detto: “Forse si sono sentiti più insicuri e si sono chiesti: “Mi giudicano così malato da richiedere che si preghi per me?”
Sally- -------------
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
“ansia da prestazione”
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La vita è incontrarsi e illuminare il buio
*Valerio*- -------------
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Re: Malattia e psicologia: i credenti sopravvivono di più rispetto agli atei.
Io non capisco gli utenti che si creano più account quando ne hanno già uno valido. Continuare con questa pantomima non cambia le cose, sei già stato avvisato.novatican ha scritto:DIonso?? E' chi è uno dei tanti dei??
Ma cosa avete contro chi scrive'?? Non si può dire: non capisco questa notizia (si, di un sito credente che sto seguendo) mi date una mano? Mah!
davide- -------------
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