Obiezione di coscienza e aborto.
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Obiezione di coscienza e aborto.
Sono contrario. Quella dell'interruzione di gravidanza è un tema a me molto caro. Poiché entro certi limiti è un diritto per la donna secondo me dovrebbe essere anche un dovere per il medico che la deve praticare, indipendentemente dalle sue credenze religiose. Questa sarebbe vera laicità.
Jx- ------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
ERRI8013 ha scritto:Non credo sia così semplice, caro Jx.
Innanzitutto è bene sottolineare che esistono aborti ed aborti.
Esempio 1: donna al decimo aborto;
Esempio 2: donna che rischia la vita in caso di non aborto.
In secondo luogo, è giusto che lo stato si occupi delle possibilità di applicazione della legge da lui stesso promulgata. Pertanto, credo che il governo dovrebbe fare in modo da garantire presso gli ospedali la presenza di medici non obiettori (una sorta di quota minima per i vari locus sanitari).
In terzo luogo, ma questo è leggermente OT, credo si debbano rafforzare le strutture di "consiglio", luoghi dove la donna possa essere informata sui rischi dell'aborto e sul fatto che partorire un bambino non è necessariamente un male (ovviamente, dovrebbero essere migliorate anche le strutture di accoglienza dei bambini che non crescono in famiglia e ottimizzato il sistema delle adozioni).
Molto saggio ed equilibrato, però io sono meno accomodante e penso che finché l'aborto è un diritto, foss'anche il 20esimo, non credo sia giusto permettere l'obiezione... Perché preoccuparsi di fornire un numero adeguato di medici non obiettori quando puoi obbliagarli tutti a non esserlo? Se non mi piace affettare la carne non vado a fare il macellaio.
Ovviamente ben vengano l'informazione e i consultori, su questo non ci piove.
Jx- ------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Io la penso come Jx. Se hai dei problemi di coscenza, vai a fare l'ortopedico o l'otorinolaringoiatra.
L'obiezione d coscenza non dovrebbe esistere.
L'obiezione d coscenza non dovrebbe esistere.
davide- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
ùJx ha scritto:ERRI8013 ha scritto:Non credo sia così semplice, caro Jx.
Innanzitutto è bene sottolineare che esistono aborti ed aborti.
Esempio 1: donna al decimo aborto;
Esempio 2: donna che rischia la vita in caso di non aborto.
In secondo luogo, è giusto che lo stato si occupi delle possibilità di applicazione della legge da lui stesso promulgata. Pertanto, credo che il governo dovrebbe fare in modo da garantire presso gli ospedali la presenza di medici non obiettori (una sorta di quota minima per i vari locus sanitari).
In terzo luogo, ma questo è leggermente OT, credo si debbano rafforzare le strutture di "consiglio", luoghi dove la donna possa essere informata sui rischi dell'aborto e sul fatto che partorire un bambino non è necessariamente un male (ovviamente, dovrebbero essere migliorate anche le strutture di accoglienza dei bambini che non crescono in famiglia e ottimizzato il sistema delle adozioni).
Molto saggio ed equilibrato, però io sono meno accomodante e penso che finché l'aborto è un diritto, foss'anche il 20esimo, non credo sia giusto permettere l'obiezione... Perché preoccuparsi di fornire un numero adeguato di medici non obiettori quando puoi obbliagarli tutti a non esserlo? Se non mi piace affettare la carne non vado a fare il macellaio.
Ovviamente ben vengano l'informazione e i consultori, su questo non ci piove.
Scusate un saluto a tutti color che si ricordano di me, ma sono di passaggio causa lavoro troppo intenso non posso perdere molto tempo. Per farla breve allo schierato Jx possiamo proppore una specializzazione della medicina che si occupi solo di aborti e autanasia. In tal senso mi sembra che così si evita che un dottore debba fare la lotta con la propria coscienza.
Io comunque penso che il ruolo del dottore è quello di salvare la vita delle persone.
giulio76- -----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Giulio, almeno sei simpatico
Quindi tu sei contrario persino all'eutanasia?
Quindi tu sei contrario persino all'eutanasia?
Jx- ------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Jx ha scritto:Giulio, almeno sei simpatico
Quindi tu sei contrario persino all'eutanasia?
Bè se leggi tra le righe forse avrai capito che la penso in modo univoco, il medico per definizione è una persona che cura. Non vedo un medico che termina anzichè curare.
giulio76- -----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
ERRI8013 ha scritto:Io sono contrario all'eutanasia.
Questa è bella
Davvero il mondo è bello perchè è vario.
Lo sai perchè rido Erri? Perchè tu sei Ateo e sei contrario, io sono Credente e sono a favore
Direi che dobbiamo aprire un post sull'argomento.
Giovanni 4-23- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
ERRI8013 ha scritto:Giulio, dovremmo aggiungere che il medico cura le persone e così tornare a un vecchio argomento...
No perfavore basta con persona o non persona.
Preferisco andare a giocare
giulio76- -----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Io sarei assolutamente favorevole all'abolizione della possibilità di obiezione di coscienza prevista dalla legge 194. Chi decide di fare il ginecologo sa che tra i suoi compiti c'è quello di garantire il diritto all'aborto, stabilito dalla legge, quindi, se è contrario, può semplicemente scegliersi un altro mestiere. L'obiezione di coscienza ha conseguenze decisamente negative. Intanto, molti medici si dichiarano obiettori per convenienza, dato che i non obiettori, per qualche "strana ragione", non fanno carriera... Va a finire che ci sono località dove la percentuale di obiettori supera il 90%, impedendo di fatto l'applicazione della 194. Questo è assolutamente inaccettabile.
Leggevo su un blog, qualche giorno fa, di una notizia riportata sull'edizione di Milano del Corriere, che parlava dell'aumento degli aborti clandestini. La conseguenza è quella: se abortire legalmente diventa un calvario, si viene insultate, non si ha assistenza perché i medici in servizio sono obiettori, ecc., alla fine si cercano vie alternative, con le gravi conseguenze del caso.
L'obiezione di coscienza è semplicemente un modo per negare di fatto il diritto all'aborto sancito dalla 194, e per questo va abolita.
Leggevo su un blog, qualche giorno fa, di una notizia riportata sull'edizione di Milano del Corriere, che parlava dell'aumento degli aborti clandestini. La conseguenza è quella: se abortire legalmente diventa un calvario, si viene insultate, non si ha assistenza perché i medici in servizio sono obiettori, ecc., alla fine si cercano vie alternative, con le gravi conseguenze del caso.
L'obiezione di coscienza è semplicemente un modo per negare di fatto il diritto all'aborto sancito dalla 194, e per questo va abolita.
Ospite- Ospite
Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Mi fanno ridere quando si preoccupano di un omicidio di un embrione, che non ha nessuno degli attributi umani,ma non si fanno problemi ad ammazzare gli adulti..
(ASCA-AFP) - Ankara, 25 mag - Il primo ministro turco, Recep
Tayyip Erdogan, leader di un partito di ispirazione islamica,
ha attaccato oggi le norme che consentono l'aborto,
definendolo un ''omicidio''.
''Io sono un primo ministro che e' contrario anche ai
parti cesarei. Considero l'aborto un omicidio'', ha detto
Erdogan secondo quanto riportato dall'agenzia Anatolia.
''Nessuno dovrebbe avere il diritto di farlo. Si puo'
uccidere un bambino nel grembo della madre, o ucciderlo dopo
la nascita. Non c'e' differenza''.
In Turchia, l'aborto e' legale durante le prime 10
settimane di gravidanza, ma se la donna e' sposata e'
necessario il consenso anche del marito.
Erdogan, a capo del Partito Giustizia e Sviluppo, ha detto
piu' volte che secondo lui le donne dovrebbero avere almeno
tre figli e nel 2004 aveva cercato di approvare una legge che
criminalizzava l'adulterio, rinunciando poi sotto le forti
pressioni dell'Unione Europea.
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
delfi68 ha scritto:
In Turchia, l'aborto e' legale durante le prime 10
settimane di gravidanza, ma se la donna e' sposata e'
necessario il consenso anche del marito.
Uhm...da pensarci
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Rasputin- ..............
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
A cosa?Rasputin ha scritto:delfi68 ha scritto:
In Turchia, l'aborto e' legale durante le prime 10
settimane di gravidanza, ma se la donna e' sposata e'
necessario il consenso anche del marito.
Uhm...da pensarci
Steerpike- -----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Ci ho pensato. È una cagata pazzesca.Rasputin ha scritto:delfi68 ha scritto:
In Turchia, l'aborto e' legale durante le prime 10
settimane di gravidanza, ma se la donna e' sposata e'
necessario il consenso anche del marito.
Uhm...da pensarci
Ospite- Ospite
Re: Obiezione di coscienza e aborto.
aaahhh...ecco, c'ho pensato anch'io. E' una cagata..ci manca solo che i mariti possano imporre una gravidanza a una donna..
Magari vogliamo anche pensare al diritto di stupro ai fini riproduttivi all'ora??
Magari vogliamo anche pensare al diritto di stupro ai fini riproduttivi all'ora??
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
delfi68 ha scritto:aaahhh...ecco, c'ho pensato anch'io. E' una cagata..ci manca solo che i mariti possano imporre una gravidanza a una donna..
Magari vogliamo anche pensare al diritto di stupro ai fini riproduttivi all'ora??
Personalmente, se mia moglie rimanesse incinta, vorrei avere voce in capitolo sull'eventuale aborto!
Non mi sembra, dichiarando ciò, di essere un incivile, anzi.....
Bat- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
a: esiste lo stupro anche all'interno del matrimonio.
b: quando il pargolo lo potrai portare pure tu in pancia per 9 mesi ne riparleremo, fino ad all'ora la proposta è fascismo e barbarie
b: quando il pargolo lo potrai portare pure tu in pancia per 9 mesi ne riparleremo, fino ad all'ora la proposta è fascismo e barbarie
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in caso di sommossa è gradito l'abito scuro
alec- -----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Bat ha scritto:delfi68 ha scritto:aaahhh...ecco, c'ho pensato anch'io. E' una cagata..ci manca solo che i mariti possano imporre una gravidanza a una donna..
Magari vogliamo anche pensare al diritto di stupro ai fini riproduttivi all'ora??
Personalmente, se mia moglie rimanesse incinta, vorrei avere voce in capitolo sull'eventuale aborto!
Non mi sembra, dichiarando ciò, di essere un incivile, anzi.....
E a quale titolo??
Se tua moglie resta incinta e' il suo corpo che subisce tutte le modificazioni di una gravidanza, inclusa la possibilita' di morire per svariatissime e per nulla rare eventualita'. Oltre che passare tra un travaglio dolorosissimo..
E poi chi ti dice che il concepito sia tuo? Se fosse frutto di una relazione extraconiugale deve farti sapere i fatti suoi?
E ancora, e' lei che resterebbe legata a vita a una creatura, se lei non si fida di te, come affidabilita' paterna e ritiene che e' troppo presto o troppo tardi, perche' dev'essere vioncolata proprio da te??
Proprio perche', stranamente, siamo un paedse civile, le donne sono PADRONE DEL LORO CORPO, indipendentemente dal fatto che c'hai sborracchiato dentro un po di sperma..
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
così è spiegata meglio
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alec- -----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Eh..ma la sintesi e' la sintesi, e' piu' difficile scrivere due righe che 10..
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
delfi68 ha scritto:
E poi chi ti dice che il concepito sia tuo? Se fosse frutto di una relazione extraconiugale deve farti sapere i fatti suoi?
Delfi questa è grossa. Se sono sposati (E a mio parere anche se non lo sono) non sono fatti suoi, ma di ambi.
Per par condicio inoltre, se è vero che la decisione di tenere o meno il bambino spetta esclusivamente alla donna (Su questo non ci piove) anche all'uomo dovrebbe venire riconosciuto il diritto di accettare o meno il figlio.
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
..purtroppo quello che non riuscite davvero ad accettare, e a questo punto credo sia un'iscrizione nella mente atavica del maschio della specie, e' che non c'e' equivalenza tra il diritto di prole e utilizzo di un corpo in compartecipazione!!!!
Purtroppo e' la donna che ci mette il SUO corpo, quindi E' LEI che decide.
L'inseminazione non e' equivalente alla gestazione e gravidanza! I suoi rischi le modificazioni e le implicazioni sucessive!!!!
Porcamadonna, e' cosi difficile accettare che il diritto del maschio non sia prevalente su quello della donna, ma sia addirittura MINORE!!!???
Ma se voi foste la donna, accettereste che un tizio, un perfetto estraneo..marito o fidanzato che sia, abbia da mettere becco su cosa dovete fare con il vostro corpo solo perche' ha la smania della paternita'??
Il corpo e' inviolabile!! in tutti i sensi e da chiunque, e se per fare figli serve una donna, non significa che si parla di "entrambi" con diritti equivalenti.
Per un uomo, oltre che a riuscire a fidanzarsi o sposarsi, il lavoro non e' finito, deve ancora offrire affidabilita' e compartecipazione di coppia fino a convincere, volontariamente, la sua compagna a fare un figlio, o abortire.
Ma non da un piano paritetico, lei ha la prevalenza e l'autonomia decisionale su tutto cio' riguarda il suo corpo e' cio' viene prima sulle esigenze di paternita' o meno di un uomo.
Il non comprendere questi semplicissimi concetti di liberta' e sovranita' del corpo, ponendo eccezioni di diritto paternale e' un retaggio dell'homo sapiens delle savane..
NOn vi sta cosa? ..prego fatevi seghe o andate a troie..dove sta scrittto che una donna deve aderire alle nostre/vostre paturnie riproduttive?
Purtroppo e' la donna che ci mette il SUO corpo, quindi E' LEI che decide.
L'inseminazione non e' equivalente alla gestazione e gravidanza! I suoi rischi le modificazioni e le implicazioni sucessive!!!!
Porcamadonna, e' cosi difficile accettare che il diritto del maschio non sia prevalente su quello della donna, ma sia addirittura MINORE!!!???
Ma se voi foste la donna, accettereste che un tizio, un perfetto estraneo..marito o fidanzato che sia, abbia da mettere becco su cosa dovete fare con il vostro corpo solo perche' ha la smania della paternita'??
Il corpo e' inviolabile!! in tutti i sensi e da chiunque, e se per fare figli serve una donna, non significa che si parla di "entrambi" con diritti equivalenti.
Per un uomo, oltre che a riuscire a fidanzarsi o sposarsi, il lavoro non e' finito, deve ancora offrire affidabilita' e compartecipazione di coppia fino a convincere, volontariamente, la sua compagna a fare un figlio, o abortire.
Ma non da un piano paritetico, lei ha la prevalenza e l'autonomia decisionale su tutto cio' riguarda il suo corpo e' cio' viene prima sulle esigenze di paternita' o meno di un uomo.
Il non comprendere questi semplicissimi concetti di liberta' e sovranita' del corpo, ponendo eccezioni di diritto paternale e' un retaggio dell'homo sapiens delle savane..
NOn vi sta cosa? ..prego fatevi seghe o andate a troie..dove sta scrittto che una donna deve aderire alle nostre/vostre paturnie riproduttive?
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Delfi, non ti sbracciare tanto, stai parlando con uno che i corpi se necessario li vede bene anche dentro un forno ad abbrustolire, donne, maschi o bambini che siano!
Figurati se considera il diritto di una donna (per lui notoriamente razza inferiore, come più volte ha lasciato implicitamente intendere).
Figurati se considera il diritto di una donna (per lui notoriamente razza inferiore, come più volte ha lasciato implicitamente intendere).
loonar- ----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
ah..davvero? e dove l'ha scritto????
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Basta leggere uno dei suoi post a caso che superi le tre righe e che abbia come argomento le donne.delfi68 ha scritto:ah..davvero? e dove l'ha scritto????
Puoi chiedere a Diva per riferimenti più precisi.
loonar- ----------
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delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Che te ridi? Finito gli argomenti?
loonar- ----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
No, no..pregusto quando rasputin arriva sta sera, e gli linko questi post..
Voglio proprio vedere come va a finire...
Voglio proprio vedere come va a finire...
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Linkalo anche a Diva, però!delfi68 ha scritto:No, no..pregusto quando rasputin arriva sta sera, e gli linko questi post..
Voglio proprio vedere come va a finire...
loonar- ----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Ah..si giusto.
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Così si scannano loro, che con l'Amministratore meno mi ci relaziono meglio sto!
Ho già detto come la penso sui nazi/fasci:
Ho già detto come la penso sui nazi/fasci:
loonar- ----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
L'utero è suo, non tuo.Bat ha scritto:
Personalmente, se mia moglie rimanesse incinta, vorrei avere voce in capitolo sull'eventuale aborto!
Darrow ha scritto:
Steerpike- -----------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
alec ha scritto:
fino ad all'ora
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
l'obiezione di coscienza semplicemente non ha senso.
Come ha detto fux chi sceglie la strada del ginecologo sa che il suo lavoro comprende anche la possibilità di praticare aborti,altrimenti,prego scegliere altra carriera
per lo stesso identico motivo per cui uno chef ha il pieno diritto di sbattere a casa un cameriere che si rifiuta di servire e/o preparare carne perchè vegetariano
semplice e lineare
Come ha detto fux chi sceglie la strada del ginecologo sa che il suo lavoro comprende anche la possibilità di praticare aborti,altrimenti,prego scegliere altra carriera
per lo stesso identico motivo per cui uno chef ha il pieno diritto di sbattere a casa un cameriere che si rifiuta di servire e/o preparare carne perchè vegetariano
semplice e lineare
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credo che una delle principali e più tristi differenze fra politeismo e monoteismo stia nel fatto che nel politeismo erano guerre,battaglie e contese a dare origine al dio,non viceversa
uge- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
uge ha scritto:l'obiezione di coscienza semplicemente non ha senso.
Come ha detto fux chi sceglie la strada del ginecologo sa che il suo lavoro comprende anche la possibilità di praticare aborti,altrimenti,prego scegliere altra carriera
per lo stesso identico motivo per cui uno chef ha il pieno diritto di sbattere a casa un cameriere che si rifiuta di servire e/o preparare carne perchè vegetariano
semplice e lineare
Perfetto
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
uge ha scritto:l'obiezione di coscienza semplicemente non ha senso.
Come ha detto fux chi sceglie la strada del ginecologo sa che il suo lavoro comprende anche la possibilità di praticare aborti,altrimenti,prego scegliere altra carriera
per lo stesso identico motivo per cui uno chef ha il pieno diritto di sbattere a casa un cameriere che si rifiuta di servire e/o preparare carne perchè vegetariano
semplice e lineare
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
a mio avviso non è poi così semplice paragonare un ginecologo a un cameriere vegetariano che non vuole preparare carne.Il ginecologo oltre agli aborti fa mille altre cose quindi credo che sia in pieno diritto di non eseguire un aborto se è fedele a ciò in cui crede(ammesso che davvero sia una motivazione ideologica la sua).Io sono pro-aborto perchè penso che ci possano essere infinite cause che portino a prendere una decisione del genere e non si può parlare di omicidio.Tutti dovrebbero essere liberi di difendere le proprie idee sia dall'una che dall0altra parte.Ho sentito delle storie raccapriccianti su gli aborti in ospedale da parte di adolescenti e ginecologi che raccontano che i dottori si prendono gioco delle pazienti sfiorando l'indecenza.La cosa brutale è che è che sembra essere una cosa usuale.Ci vorrebbe più rispetto e più parità nel diritto di portare avanti un'idea.Solo che in questo paese di bigotti sembra che questo non sia possibile.
Megaherza- ------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
anche un cameriere svolge molte altre mansioni.Tuttavia qualora tale cameriere fosse uno sfegatato animalista vegetariano al midollo ( e magari pure vegano) questo non lo esime dall'avere il diritto di non svolgere parte del suo lavoro,o quantomeno nulla esime il datore di lavoro dal cacciarlo via e chiamarne un altro.E questo vale per qualsiasi lavoroMegaherza ha scritto:a mio avviso non è poi così semplice paragonare un ginecologo a un cameriere vegetariano che non vuole preparare carne.Il ginecologo oltre agli aborti fa mille altre cose quindi credo che sia in pieno diritto di non eseguire un aborto se è fedele a ciò in cui crede(ammesso che davvero sia una motivazione ideologica la sua).Io sono pro-aborto perchè penso che ci possano essere infinite cause che portino a prendere una decisione del genere e non si può parlare di omicidio.Tutti dovrebbero essere liberi di difendere le proprie idee sia dall'una che dall0altra parte.Ho sentito delle storie raccapriccianti su gli aborti in ospedale da parte di adolescenti e ginecologi che raccontano che i dottori si prendono gioco delle pazienti sfiorando l'indecenza.La cosa brutale è che è che sembra essere una cosa usuale.Ci vorrebbe più rispetto e più parità nel diritto di portare avanti un'idea.Solo che in questo paese di bigotti sembra che questo non sia possibile.
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credo che una delle principali e più tristi differenze fra politeismo e monoteismo stia nel fatto che nel politeismo erano guerre,battaglie e contese a dare origine al dio,non viceversa
uge- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Ma cosa significa "se e' contrario in cio' che crede" ???
La medicina e' normata dalla legge, e la legge prevede delle cose che sopperiscono alle superstizioni e alla credenze che ogni individuo puo' assumere.
Il ginecologo lo e' a norma di legge, non per investitura ecclesiale o di qualche setta.
La legge dice che entro un certo limite, che coincide con un particolare stadio embrionale, l'embrione non ha una personalita' giuridica. Non e' un umano. Lo sara'..ma anche ogni spermatozoo lo e' in potenza. Ma non lo e' ancora.
Stop.
Come sia possibile accettare un obiezione verso la legge e la scienza, che ha investito di carica e titolo un medico, e' un paradosso proprio dei popoli con un retaggio fideistico incancellabile.
La medicina e' normata dalla legge, e la legge prevede delle cose che sopperiscono alle superstizioni e alla credenze che ogni individuo puo' assumere.
Il ginecologo lo e' a norma di legge, non per investitura ecclesiale o di qualche setta.
La legge dice che entro un certo limite, che coincide con un particolare stadio embrionale, l'embrione non ha una personalita' giuridica. Non e' un umano. Lo sara'..ma anche ogni spermatozoo lo e' in potenza. Ma non lo e' ancora.
Stop.
Come sia possibile accettare un obiezione verso la legge e la scienza, che ha investito di carica e titolo un medico, e' un paradosso proprio dei popoli con un retaggio fideistico incancellabile.
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
delfi68 ha scritto:Ma cosa significa "se e' contrario in cio' che crede" ???
La medicina e' normata dalla legge, e la legge prevede delle cose che sopperiscono alle superstizioni e alla credenze che ogni individuo puo' assumere.
Il ginecologo lo e' a norma di legge, non per investitura ecclesiale o di qualche setta.
La legge dice che entro un certo limite, che coincide con un particolare stadio embrionale, l'embrione non ha una personalita' giuridica. Non e' un umano. Lo sara'..ma anche ogni spermatozoo lo e' in potenza. Ma non lo e' ancora.
Stop.
Come sia possibile accettare un obiezione verso la legge e la scienza, che ha investito di carica e titolo un medico, e' un paradosso proprio dei popoli con un retaggio fideistico incancellabile.
Per fare un esempio semplice, provate ad applicare questo concetto ad un funzionario di banca poi vediamo che fine fa
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Beh cazzo, sì. Ma che ti salta in mente?? Se lo ha tradito il tizio ha tutto il diritto a pretendere il divorzio, presumo anche a non pagare gli alimenti e pure a chiedere il risarcimento dei danni morali!E poi chi ti dice che il concepito sia tuo? Se fosse frutto di una relazione extraconiugale deve farti sapere i fatti suoi?
davide- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
davide ha scritto:Beh cazzo, sì. Ma che ti salta in mente?? Se lo ha tradito il tizio ha tutto il diritto a pretendere il divorzio, presumo anche a non pagare gli alimenti e pure a chiedere il risarcimento dei danni morali!E poi chi ti dice che il concepito sia tuo? Se fosse frutto di una relazione extraconiugale deve farti sapere i fatti suoi?
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
delfi68 ha scritto:Ma cosa significa "se e' contrario in cio' che crede" ???
La medicina e' normata dalla legge, e la legge prevede delle cose che sopperiscono alle superstizioni e alla credenze che ogni individuo puo' assumere.
Il ginecologo lo e' a norma di legge, non per investitura ecclesiale o di qualche setta.
La legge dice che entro un certo limite, che coincide con un particolare stadio embrionale, l'embrione non ha una personalita' giuridica. Non e' un umano. Lo sara'..ma anche ogni spermatozoo lo e' in potenza. Ma non lo e' ancora.
Stop.
Come sia possibile accettare un obiezione verso la legge e la scienza, che ha investito di carica e titolo un medico, e' un paradosso proprio dei popoli con un retaggio fideistico incancellabile.
ma questa legge sull aborto non mi convince, cioè intendo, se una va per abortire, il ginecologo deve perforza accettare o può esprimere la sua opinione e/o dare consigli?
comunque sta legge italiana sull aborto è na ciofeca! cioè, se non erro, è lecito abortire entro il terzo mese giusto? perche legalmente il feto non è considerato vita fino al secondo mese e ventinove giorni...è una cavolata mostruosa, cosa accade proprio il novantesimo giorno che fa fare il salto di qualità dalla non-vita alla vita?
ciò che era non-vita all' 89esimo giorno diventa improvvisamente vita al 90? a me pare una legge profondamente stupida
cioè, il problema sta nello stabilire se il feto sia o no vita, giusto? ma allora o lo è o non lo è! è assurdo stabilire un termine di tempo arbitrario che sancisce su basi non medicho scientifiche il passaggio dalla non vita alla vita!
legalmente il problema è il seguete(da quel che so io sull' argomento): il diritto ha per principio il compito di tutelare la parte più debole, quindi, se ammettiamo che il feto è vita, esso va tutelato in quanto parte debole, che non può difendersi, se invece si stabilisce che non è vita, allora il problema non sussiste perche non rappresenta una parte da tutelare
ma questa cosa del novantesimo girorno è un ''aborto'' di legge
Akka- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Tu come avresti fatto?
E' un po' come il diritto di voto a 18 anni. Che succede a 18 anni biologicamente che ti rende in grado di "maturare"?
E' un po' come il diritto di voto a 18 anni. Che succede a 18 anni biologicamente che ti rende in grado di "maturare"?
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Giusto. E la donna, che, a differenza del feto, è un essere umano con consapevolezza di sé, pensieri, emozioni, sogni, speranze, ecc., che si fotta. Tanto è la "parte forte"...Akka ha scritto:legalmente il problema è il seguete(da quel che so io sull' argomento): il diritto ha per principio il compito di tutelare la parte più debole, quindi, se ammettiamo che il feto è vita, esso va tutelato in quanto parte debole, che non può difendersi
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Proponiamo una legge contro il maltrattamento delle zanzare durante l'estate?Fux89 ha scritto:Giusto. E la donna, che, a differenza del feto, è un essere umano con consapevolezza di sé, pensieri, emozioni, sogni, speranze, ecc., che si fotta. Tanto è la "parte forte"...Akka ha scritto:legalmente il problema è il seguete(da quel che so io sull' argomento): il diritto ha per principio il compito di tutelare la parte più debole, quindi, se ammettiamo che il feto è vita, esso va tutelato in quanto parte debole, che non può difendersi
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
sta legge italiana sull aborto è na ciofeca!
Read more: http://atei.forumitalian.com/t838p40-obiezione-di-coscienza-e-aborto#ixzz1wT5oEXF2
Deriva da una definizione scientifica..non è fatta secondo il mestruo mentale di qualcuno.
No.cioè, il problema sta nello stabilire se il feto sia o no vita, giusto?
Read more: http://atei.forumitalian.com/t838p40-obiezione-di-coscienza-e-aborto#ixzz1wT6kQWPJ
Il punto è se abbia le caratteristiche minime (sistema nervoso completo) dato il quale assuma una sua personalità giuridica propria degli esseri umani.
Quello che assume dei diritti è l'individuo, non un aglomerato biologico che potenzialmente potrebbe assumere le caratteristiche dell'uomo.
La vita in senso astratto non esiste. Quella che voi chiamate credenti chiamate vita è qualcosa di scollegato alla funzionalità neurologica, per voi è vita anche un individuo senza nessuna attività cerebrale, infatti in italia non è ammessa l'eutanasia. Siete legati al concetto di mente distaccata dal cervello, siete attaccati al concetto di anima, infatti non accettate che la morte cerebrale sia la fine dell'attività umana.
La chiesa ha scomunicato ragazzine di 12 anni stuprate. Assumendo che dio aveva collocato l'anima nell'embrione...
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
In particolare, MA ha invocato il diritto alla paternità che, a suo dire, avrebbe imposto alla moglie “di tenere conto delle sue ragioni eventualmente contrarie”, dovendo in difetto “ritenersi illecito, nell’ambito del matrimonio, un ingiustificato rifiuto della donna a far partecipare il marito-padre alle procedure in cui essa è chiamata per ottenere la autorizzazione abortiva” (comparsa conclusionale ricorrente, pag.6).
Senonchè, non può l’interprete non rilevare, in estrema sintesi:
-che la legge 22.5.1978 n.194 ha inteso esplicitamente disciplinare le ipotesi di interruzione della gravidanza, senza alcuna distinzione correlata alla condizione personale della donna (se, cioè, la fecondazione sia avvenuta o meno all’interno di un rapporto matrimoniale);
-che, pertanto, la legge stessa tutela la “donna” in quanto tale, in modo cioè indipendente dalla natura e dalle condizioni giuridiche del rapporto con il padre del concepito;
-che, inoltre, l’art.5 della legge in esame attribuisce alla donna la facoltà (“ove lo consenta”) di rendere partecipe la “persona indicata come il padre del concepito” della procedura prodromica alla decisione abortiva;
-che, infine, la stessa norma speciale attribuisce in via esclusiva alla donna, una volta maturato l’eventuale periodo di ripensamento di sette giorni richiestole con “invito” ad hoc dal medico interpellato, la facoltà di decidere la interruzione della gravidanza.
I principi di diritto sostanziale che, ai fini della presente decisione, possono essere enucleati dalla disciplina speciale in materia di aborto, sono in tutta evidenza di segno contrario alla tesi, prospettata dal ricorrente, che vorrebbe affermare ed introdurre l’obbligo per la donna (ed il corrispondente diritto del partner) di rendere partecipe il “marito-padre” della procedura e della decisione finale di interruzione della gravidanza.
Gioverà rammentare che, nella ricorrenza delle condizioni previste dalla legge, la Corte di Cassazione ha affermato l’esistenza di un vero e proprio “diritto della madre all’aborto” (Cass.1.12.1999 n.12195).
Tale conclusione deve considerarsi legittima anche con riferimento ai principi costituzionali (articoli 2, 32, 25 e 30 Cost.) invocati dalla difesa di MA, ai quali la riforma generale del diritto di famiglia ha dato pressochè completa attuazione.
La stessa Suprema Corte, infatti, ha avuto modo di considerare “irrilevante la questione di legittimità costituzionale dell’art.5 della legge n.194/1978 nella parte in cui, consentendo alla madre l’interruzione della gravidanza entro i primi novanta giorni dal concepimento, non considera il diritto alla paternità del padre del concepito, nonché il diritto alla vita di quest’ultimo” (Cass.5.11.1998 n.11094).
Del resto, sarebbe quantomeno incongruo stabilire che la donna, quando abbia assunto anche la condizione di “moglie”, debba essere sanzionata (con l’addebito della separazione e con le rilevanti conseguenze giuridiche a tale pronunzia direttamente riconducibili) a causa e per effetto dell’esercizio di un diritto riconosciutole dalla legge.
Inconguità che, per altro verso, appare ancor piu’ evidente laddove si consideri che non può neppure attribuirsi alle scelte attinenti la maternità una qualsivoglia valenza “bilaterale”, in assenza della quale non possono essere invocati gli inderogabili principi di parità ed uguaglianza dei coniugi sanciti dall’art.29 della Costituzione e dall’art.160 del Codice Civile.
Dunque, la resistente ha esercitato in modo legittimo, indipendentemente dalle dinamiche relazionali e psicologiche interne al matrimonio, il proprio diritto di interruzione della gravidanza, dovendo il rispetto delle ragioni e delle procedure previste dalla legge n.194/1978 presumersi fino a prova contraria (in alcun modo offerta dal marito, che al riguardo si è limitato a sollecitare, a scopo inammissibilmente esplorativo, un ordine di esibizione della relativa documentazione medica).
Pertanto, la interruzione della gravidanza non potrà essere in alcun modo considerata quale questione rilevante ai fini dell’addebito della separazione.
http://www.ricercagiuridica.com/sentenze/sentenza.php?num=1754&search=aborto
Scusate ma e' un PDF, senno' linkavo..
La Corte di Cassazione e la legge 194
La Giurisprudenza della Corte di Cassazione si pone in sintonia con la Corte Costituzionale nella interpretazione della legge n° 194/1978.
Con la recente pronunzia del 29.7.2004 n° 14488 il Supremo Collegio ha affermato che l’interruzione volontaria della gravidanza è permessa solo quando sussista un pericolo per la salute o la vita della gestante e che dall’ordinamento è tutelato il diritto a nascere del concepito, anche se affetto da patologie o malformazioni, poiché le nostre leggi non consentono l’aborto eugenetico.
Della predetta sentenza pubblichiamo un estratto della motivazione sui punti sopra enunciati:
“I ricorrenti danno per pacifico che il nostro ordinamento, a tal fine, preveda l’aborto eugenetico, cui sarebbero tenuti i genitori (quanto meno la gestante), ove correttamente informati delle malformazioni o delle malattie del feto da parte del sanitario, con la conseguenza, nella fattispecie la mancata informazione da parte del sanitario della malattia della piccola, impedendo alla madre di poter esercitare la facoltà di aborto, avrebbe reso il medico stesso unico responsabile della vita non sana o "ingiusta" della minore, che invece aveva come alternativa quella di non nascere.
3.1. La tesi, sotto il profilo dell’aborto eugenetico, non può essere condivisa.
Anzitutto è vero che il nostro ordinamento tutela l’embrione fin dal concepimento e che può parlarsi di un "diritto a nascere sani", ma detta locuzione va intesa nella sua portata positiva e non negativa.
Il "diritto a nascere sani" significa solo che, sotto il profilo privatistico della responsabilità contrattuale, extracontrattuale, e da "contatto sociale" (cfr. Cass. n. 589/1999), nessuno può procurare al nascituro lesioni o malattie (con comportamento omissivo o commissivo colposo o doloso), e sotto il profilo – in senso lato – pubblicistico, che siano predisposti quegli istituti normativi o quelle strutture di tutela, di cura ed assistenza della maternità, idonei a garantire, nell’abito delle umane possibilità, la nascita sana.
Non significa invece, come ritengono i ricorrenti, che il feto, che presenti gravi a-nomalie genetiche, non deve "essere lasciato nascere".
3.2. Infatti non esiste nel nostro ordinamento l’aborto eugenetico, contrariamente a quanto sostengono i ricorrenti.
Esso inoltre non esiste né come diritto della gestante né come un diritto del nascituro, per quanto da far valere successivamente alla nascita, sotto il profilo risarcitorio per il mancato esercizio.
Infatti l’art. 4 della legge 22.5.1978, n. 194 sull’interruzione volontaria della gra-vidanza statuisce che: "Per l’interruzione della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comprometterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione al suo stato di salute, o alla sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o a previsione di anomalie o malformazioni del concepito, o a previsione di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico… o ad una struttura pubblica…".
Espletato il procedimento di cui all’art. 5 l. n. 194/1978, la gestante può ottenere l’interruzione della gravidanza presso una delle sedi autorizzate.
L’art. 6 della legge 22.5.1978 n. 194 statuisce che: "L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata:
a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
Lo scopo delle norme appare evidente.
Viene consentito il sacrificio del concepito, la cui tutela la stessa legge proclama nel primo comma dell’art. 1, considerando preminente la tutela della salute fisica o psichica della madre (Cass. 8.7.1994, n. 6464; Cass. 1.12.1998, n. 12195).
3.3. Proprio perché detto pericolo va valutato anche con riferimento alla salute psichica della donna e può essere determinato anche dalle rilevanti anomalie o malformazioni del feto, il che significa, ai fini della salute psichica, dalla conoscenza di queste affezioni del feto da parte della donna, assume particolare importanza che il medico, richiesto dalla gestante di essere informata delle risultanze di un’ecografia rivelatrice di gravi malformazioni del feto, adempia esattamente a detto suo obbligo di informazione (Cass. 10.5.2002, n. 6735: Cass. 1.12.1998, n. 12195; Cass. Pen. sez. VI, 18.4.1997, n. 3599).
3.4. Da quanto sopra detto consegue che i principi che emergono dalla legge 22.5.1978 n. 194 sono i seguenti:
a) L’interruzione volontaria della gravidanza è finalizzata solo ad evitare un pericolo per la salute della gestante, serio (entro i primi 90 giorni di gravidanza) o grave (successivamente);
b) trattasi di un diritto il cui esercizio compete esclusivamente alla stessa;
c) le eventuali malformazioni o anomalie del feto, rilevano solo nei termini in cui possono cagionare il danno alla salute della gestante e non in sé considerate, con riferimento al nascituro.
3.5. L’art. 1 della predetta legge, pur riconoscendo il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, e quindi all’autodeterminazione, una volta intervenuto il concepimento, ricollega l’interruzione della gravidanza esclusivamente alle ipotesi normativamente previste in cui sussista un pericolo per la salute o per la vita della gestante.
Nel bilanciamento, quindi, tra il valore e la tutela della salute della donna e la tutela del concepito, la legge permette alla madre di autodeterminarsi, in presenza delle condizioni richieste e del pericolo per la sua salute, a richiedere l’interruzione della gravidanza.
Da ciò consegue che la sola esistenza di malformazioni del feto, che non incidano sulla salute o sulla vita della donna, non permettono alla gestante di praticare l’aborto”.
… omissis …
“Va osservato che il nostro ordinamento positivo tutela il concepito e quindi l’evoluzione della gravidanza esclusivamente verso la nascita e non verso la non nascita, per cui se di diritto vuol parlarsi, deve parlarsi di diritto a nascere.
Lo conferma tutta una serie di norme.
Già la Corte Cost.le con la sentenza 18.2.1975, n. 27, dichiarando costituzionalmente illegittimo l’art. 546 c.p. nella parte in cui non prevedeva che la gravidanza potesse essere interrotta quando la sua prosecuzione implicasse danno o pericolo grave, medicalmente accertato e non altrimenti evitabile, per la salute della madre, ha precisato che anche la tutela del concepito ha "fondamento costituzionale" nell’art. 31 c. 2° della Costituzione, che "impone espressamente la protezione della maternità" e, più in generale, nell’art. 2, che "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, fra i quali non può non collocarsi, sia pure con le particolari caratteristiche sue proprie, la situazione giuridica del concepito".
La successiva l. 22.5.1978, n. 194, significativamente intitolata "norme per la tutela sociale della maternità", oltre che "sull’interruzione volontaria della gravidanza", proclama, all’art. 1, che "lo Stato … riconosce il valore ideale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio", che, come si evince dal combinato disposto con gli articoli successivi, va riferito al momento del concepimento (e non tanto, o non solo alla scadere del novantesimo giorno dal concepimento, cui fa riferimento il successivo art. 4). L’interruzione della gravidanza è quindi ammessa solo entro i limiti già indicati, di cui agli artt. 4 e 6 cit. legge, per evitare un pericolo serio o grave alla salute o alla vita della gestante, attraverso quel bilanciamento degli interessi individuati dalla Corte Cost.le con la citata sent. 18.2.1975, n. 27. E’ sanzionata penalmente, inoltre, anche l’interruzione della gravidanza per colpa o la determinazione per colpa di un parto prematuro (art. 17), senza il consenso della donna (art. 18), o al di fuori dei casi e delle modalità consentiti (art. 19).
Lo stesso diritto alla salute, che trova fondamento nell’art. 32 della Cost. – per il quale la tutela della salute è garantita "come fondamentale diritto dell’individuo" (oltre che "interesse della collettività") -, non è limitato alle attività che si esplicano dopo la nascita od a questa condizionato, ma deve ritenersi esteso anche al dovere di assicurare le condizioni favorevoli nel periodo che la precedono, volte a garantire l’integrità del nascituro.
Numerose norme prevedono, del resto, forme di assistenza sanitaria alla gestanti ed assicurano ad esse i necessari congedi dal lavoro – l. 30.12.1971, n. 1204, d.p.r. 25.11.1976, n. 1026, 1.9.1977, n. 903, etc. -, non al solo fine di garantire la salute della donna, ma altresì al fine di assicurare il migliore sviluppo e la salute stessa del nascituro.”
13 dicembre 2005
delfi68- -------------
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
delfi68 ha scritto:..purtroppo quello che non riuscite davvero ad accettare, e a questo punto credo sia un'iscrizione nella mente atavica del maschio della specie, e' che non c'e' equivalenza tra il diritto di prole e utilizzo di un corpo in compartecipazione!!!!
Purtroppo e' la donna che ci mette il SUO corpo, quindi E' LEI che decide.
L'inseminazione non e' equivalente alla gestazione e gravidanza! I suoi rischi le modificazioni e le implicazioni sucessive!!!!
Porcamadonna, e' cosi difficile accettare che il diritto del maschio non sia prevalente su quello della donna, ma sia addirittura MINORE!!!???
Ma se voi foste la donna, accettereste che un tizio, un perfetto estraneo..marito o fidanzato che sia, abbia da mettere becco su cosa dovete fare con il vostro corpo solo perche' ha la smania della paternita'??
Il corpo e' inviolabile!! in tutti i sensi e da chiunque, e se per fare figli serve una donna, non significa che si parla di "entrambi" con diritti equivalenti.
Per un uomo, oltre che a riuscire a fidanzarsi o sposarsi, il lavoro non e' finito, deve ancora offrire affidabilita' e compartecipazione di coppia fino a convincere, volontariamente, la sua compagna a fare un figlio, o abortire.
Ma non da un piano paritetico, lei ha la prevalenza e l'autonomia decisionale su tutto cio' riguarda il suo corpo e' cio' viene prima sulle esigenze di paternita' o meno di un uomo.
Il non comprendere questi semplicissimi concetti di liberta' e sovranita' del corpo, ponendo eccezioni di diritto paternale e' un retaggio dell'homo sapiens delle savane..
NOn vi sta cosa? ..prego fatevi seghe o andate a troie..dove sta scrittto che una donna deve aderire alle nostre/vostre paturnie riproduttive?
Delfi non sto contestando nulla di quanto sostieni, dico solo che se una donna decide di tenere un figlio contro il parere del padre questi dovrebbe avere il diritto di dissociarsi.
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Rasputin- ..............
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Re: Obiezione di coscienza e aborto.
Ma mi pare sia possibilissimo!
Capisco anche che invece gli obblighi economici siano un impiccio..sono daccordo anche su questo! ..e' un paradosso, si tutela il bambino, il padre puo' disconoscerlo nel modo piu' ocmpleto, ma deve sganciare dei soldi..capisco bene dove vedi il problema, lo vedo anch'io.
Devo presumere che il legislatore abbia fatto questo ragionamento:
Nessuno ti obbliga a scopare, se lo fai c'e' un rischio. Il rischio e' che in caso di gravidanza la legge tutela il bambino e non il padre. Poi la madre..e per ultimo il padre.
Anche perche' si presume (sbagliando secondo un genitore involontario) che far pagare dei soldi a uno padre, nel segno della tutela del bambino, non devasti economicamente un padre. E che lui lo faccia con piacere. Il che sappiamo che in molti casi non e' vero.
Ma in molti altri si. In molti altri anche l'uomo s'e' giocato la testa e pur di chiavare non c'ha pensato bene a i rischi. Spesso l'uomo insiste oltremodo a chiavare, piu' di una donna..siamo sinceri..
E tutto cio' sommato, il legislatore, dovendo scontentare qualcuno dei tre, poiche' i loro interessi sono divergenti! parte a tutelare la filiera dei piu' deboli e ha classificato cosi: bambino/madre/padre.
Qualcuno vorrebbe invertire la classifica di chi, giustamente o ingiustamente deve patire di piu'?
Vogliamo dare la liberta' ai padri di abbandonare economicamente il bambino? ..sembra piu' giusto ed eticamente una scelta legislativa migliore?
Sono daccordo..non e' giusto, ma le alternative sono ancora piu' ingiuste..
Non fa testo che certe donne c'hanno i soldi, certi uomini non c'abbiano una lira eccetera..qui si va per grandi numeri e valutazioni di "sofferenza" per gradi di capacita' di cavarsela. (sempre sulla media dei grandi numeri)
Bambino 1. Donna-madre 2. Uomo, sano e lavoratore 3. (perche' se non hai lavoro non sei costretto a pagare (Mia sentenza a fronte di una richiesta di revisione degli importi!), e se non paghi x indigenza nessuno ti puo' vietare la frequentazione, che non e' MAI legata ai pagamenti)
Capisco anche che invece gli obblighi economici siano un impiccio..sono daccordo anche su questo! ..e' un paradosso, si tutela il bambino, il padre puo' disconoscerlo nel modo piu' ocmpleto, ma deve sganciare dei soldi..capisco bene dove vedi il problema, lo vedo anch'io.
Devo presumere che il legislatore abbia fatto questo ragionamento:
Nessuno ti obbliga a scopare, se lo fai c'e' un rischio. Il rischio e' che in caso di gravidanza la legge tutela il bambino e non il padre. Poi la madre..e per ultimo il padre.
Anche perche' si presume (sbagliando secondo un genitore involontario) che far pagare dei soldi a uno padre, nel segno della tutela del bambino, non devasti economicamente un padre. E che lui lo faccia con piacere. Il che sappiamo che in molti casi non e' vero.
Ma in molti altri si. In molti altri anche l'uomo s'e' giocato la testa e pur di chiavare non c'ha pensato bene a i rischi. Spesso l'uomo insiste oltremodo a chiavare, piu' di una donna..siamo sinceri..
E tutto cio' sommato, il legislatore, dovendo scontentare qualcuno dei tre, poiche' i loro interessi sono divergenti! parte a tutelare la filiera dei piu' deboli e ha classificato cosi: bambino/madre/padre.
Qualcuno vorrebbe invertire la classifica di chi, giustamente o ingiustamente deve patire di piu'?
Vogliamo dare la liberta' ai padri di abbandonare economicamente il bambino? ..sembra piu' giusto ed eticamente una scelta legislativa migliore?
Sono daccordo..non e' giusto, ma le alternative sono ancora piu' ingiuste..
Non fa testo che certe donne c'hanno i soldi, certi uomini non c'abbiano una lira eccetera..qui si va per grandi numeri e valutazioni di "sofferenza" per gradi di capacita' di cavarsela. (sempre sulla media dei grandi numeri)
Bambino 1. Donna-madre 2. Uomo, sano e lavoratore 3. (perche' se non hai lavoro non sei costretto a pagare (Mia sentenza a fronte di una richiesta di revisione degli importi!), e se non paghi x indigenza nessuno ti puo' vietare la frequentazione, che non e' MAI legata ai pagamenti)
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