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Testimoni di Geova - trasferimenti di sangue

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Messaggio Da Ludwig von Drake Ven 11 Set 2009 - 12:12

Il "Caso Oneda"
Un tragico un fatto di cronaca che negli anni '80
colpì profondamente l'opinione pubblica.

Quando un governo non è pronto ad accettare le conseguenze, anche letali, delle loro scelte interpretative del testo biblico, i Testimoni di Geova iniziano la loro campagna di lotta e di disinformazione.[1] Si consideri, come caso emblematico, ciò che accadde quando nel 1980 esplose in Italia la polemica relativa al "caso Oneda", la bambina sarda talassemica per la cui morte i genitori furono incriminati e condannati per omicidio. Una lettera della filiale romana della Società Torre di Guardia, indirizzata "A tutti i sorveglianti di circoscrizione e di distretto" del 12 marzo 1982, a commento della sentenza della Corte d'Assise di Cagliari, così recitava: "Naturalmente, la condanna degli Oneda è da considerarsi un vero e proprio attacco contro l'organizzazione dei testimoni di Geova. Essi sono stati infatti condannati perché professano tale fede".

Intanto, fu predisposta una procedura di attacco che creasse un clima di intimidazione nei confronti dei magistrati e che predisponesse favorevolmente l'opinione pubblica. Si cominciò con una lettera spedita ad alcuni "anziani" Testimoni di provata fiducia [2], nella quale venivano date queste istruzioni:

Ci è stato suggerito dai legali che curano il caso degli Oneda (i coniugi interessati [3] della Sardegna ancora detenuti in attesa di giudizio), che per tentare di accelerare il procedimento penale e influire positivamente su di esso occorre interessare l'opinione pubblica facendo stampare su quotidiani e periodici degli articoli sulla vicenda ... Un punto fondamentale è il seguente. Prendete contatto con i giornalisti dal 12 gennaio al 16 gennaio 1982, ma non prima né dopo. In quel periodo cercate di incontrarvi con i giornalisti al più presto possibile. Vi preghiamo caldamente di considerare strettamente riservato il contenuto della presente e di inviarci immancabilmente gli eventuali articoli pubblicati.

Ma, nonostante gli sforzi posti in atto, i risultati non furono soddisfacenti, e i coniugi colpevoli furono condannati. Sicché con un'altra circolare del 25 marzo 1982, il "popolo di Geova" fu informato del "misfatto" con queste parole:

Dai fatti a nostra disposizione risulta chiaramente che colpendo i coniugi Oneda si è voluto colpire l'organizzazione dei testimoni di Geova con l'intento forse di limitare possibilmente il loro diritto alla libertà di religione, sancito dalla Costituzione Italiana ... Il Corpo Direttivo dell'organizzazione dei testimoni di Geova ritiene sia necessario reagire a questo attacco nelle forme e nei modi che indichiamo di seguito [4].

E, quando il 7 dicembre 1982, gli Oneda furono condannati nonostante tutto, così si espressero i responsabili della filiale italiana in una circolare indirizzata a "Tutte le congregazioni", datata 24 dicembre 1982: "L'opinione pubblica deve avere la possibilità d'essere informata dei fatti e degli abusi che vengono perpetrati verso le minoranze"[5].

Infine, e qui è evidente la malafede dei vertici dell'Organizzazione, così di recente è stato riassunto l'episodio relativo alla tragedia della famiglia Oneda:

In Italia, nel 1982, una coppia che con solerzia si era rivolta a medici di quattro nazioni per la figlioletta affetta da una malattia incurabile fu condannata a 14 anni di prigione con l'accusa di omicidio, dopo che la bambina era morta mentre le veniva somministrata una trasfusione per ordine del tribunale [6].

Riesce veramente incomprensibile, se non si attribuisce tale comportamento a pura malafede, spiegare perché in questa pubblicazione venga data un'informazione così corrotta e non rispondente a verità. La condanna a 14 anni, per esempio. Il ben noto (per lo meno ai Testimoni di Geova) dossier o "libro bianco" [7], descrivendo i fatti, precisò che: "[la corte d'Assise d'Appello di Roma] ... con sentenza del 13 giugno 1986 derubricava il reato condannandoli [gli Oneda] per omicidio colposo a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Infine la Corte Suprema di Cassazione con sentenza del 16 febbraio 1987 respingeva i ricorsi proposti su questioni attinenti soprattutto all'elemento psicologico del reato". Perché far credere a una condanna così pesante, quale era stata quella comminata dalla Corte d'Assise di Cagliari, quando in realtà il risultato finale era stato profondamente modificato?

E che dire della dichiarazione secondo la quale la "coppia con solerzia si era rivolta a medici di quattro nazioni per la figlioletta affetta da una malattia incurabile"? Niente di meno rispondente alla verità! Apprendiamo dalla viva voce degli imputati chi erano i "medici di quattro nazioni" ai quali si erano rivolti [8]: "A noi sembrava impossibile che, oltre alle trasfusioni di sangue non esistessero altre cure alternative perché la bambina soffrisse meno. Ci siamo informati da tante persone, le quali ci hanno parlato di altri Professori che potevano praticare cure alternative. Abbiamo inviato le cartelle cliniche della piccola ad un professore di Milano il cui nome è Saggese; non ricordo, comunque, se questi ci avesse dato una risposta. Ad un professore svizzero il cui nome è Hoffman abbiamo inviato ugualmente, per due volte, poiché non aveva risposto, la cartella clinica". Quindi i "medici di quattro nazioni" si riducono solo a due: uno di Milano e uno della Svizzera, che fra l'altro erano tutti e due Testimoni di Geova. Uno dei due, ad ogni buon conto, si rifiutò persino di rispondere alle richieste degli Oneda che gli si erano rivolti non perché pensassero che potesse fare qualcosa (era soltanto un omeopata), ma perché ciò faceva parte della strategia della Società per avere successivamente in tribunale degli elementi a discolpa [9].

Senza volerci allontanare troppo da questo caso, desideriamo fare una riflessione che serva a chiarire quanto di distorto vi è nel comportamento e nei ragionamenti dei Testimoni di Geova. È purtroppo un fatto noto che da un certo tempo a questa parte vi è un notevole incremento di quelle che sono state definite le "stragi del sabato sera", causate da vari fattori: l'eccessiva velocità, il bere troppo, il far tardi nelle discoteche e così via. Di fronte all'enorme numero di morti causati dal libero esercizio di alcune attività perfettamente legittime da parte di cittadini italiani (l'andare a ballare, il bere più del consueto, fare le ore piccole), le autorità hanno cercato di opporre un freno alle stragi mediante alcuni interventi, fra i quali la chiusura anticipata delle discoteche. Certamente, questa decisione non voleva essere un atto discriminatorio nei confronti dei gestori di tali locali, né nei confronti degli appassionati della musica e del ballo, ma soltanto una misura cautelativa. Lo stesso discorso vale per certe attività dei Testimoni di Geova. Nessuno contesta che l'interpretazione della Bibbia sia libera e nessun governo ha il diritto di intervenire in tale materia. Ma quando una certa norma seguita da un qualsiasi gruppo religioso comporta la morte di migliaia di cittadini, allora è il caso che, religione o no, le autorità se ne occupino e prendano provvedimenti di conseguenza. Questa non è persecuzione né volontà discriminatoria, ma semplicemente fa parte dei compiti istituzionalmente attribuiti a ogni autorità governativa: quelli della tutela della salute e della vita dei cittadini (garantiti dall’art. 32 della Costituzione). I Testimoni di Geova, però, hanno deciso che la battaglia per difendere il loro "diritto" alla gestione della salute e della vita, propria e dei figli, è una lotta che va combattuta a oltranza, costi quel che costi, esattamente come avvenne qualche anno fa nel triste episodio di Waco, nel Texas, dove il "profeta" David Koresh aveva deciso che la polizia federale non doveva ingerire nei suoi affari, e questo a qualunque costo: anche quello della vita sua e dei suoi adepti.

Quello della difesa a oltranza della posizione sul sangue è diventata ormai una bandiera per i Testimoni di Geova; non è solo un problema di libertà religiosa o di osservanza di un precetto biblico, si tratta di una sorta di "braccio di ferro" tra loro e le autorità costituite per vedere chi infine la spunterà, per poter affermare in tal modo, prepotentemente, la loro esistenza e la superiorità della loro "legge" su quella degli uomini (che è d'origine demonica). E a tale scopo essi si sono attrezzati superbamente. Hanno costituito 850 "Comitati di assistenza sanitaria" nei quali più di 4.500 dei loro "anziani" sono stati addestrati per far fronte a ogni necessità che dovesse insorgere in merito all'uso del sangue. Hanno creato un fondo speciale per le spese legali allo scopo di mettere in campo una nutrita batteria di avvocati che li aiutino nella loro battaglia, e tutto questo per difendere un diritto che, come vedremo, sono loro stessi i primi a violare.

L'elemento che emerge con chiarezza da quanto abbiamo illustrato è che la posizione dei Testimoni di Geova sul sangue è estremamente pericolosa e strumentale, in quanto non deriva da un fatto esclusivamente dottrinale o da un'adesione pedissequa al testo biblico, ma dalle mutevoli esegesi del Corpo Direttivo il quale le adatta di volta in volta alle esigenze della propria "politica"[10]. Infatti è degno di nota che i versetti biblici usati per mettere al bando le vaccinazioni e i trapianti d'organo (ora consentiti) erano gli stessi che vengono adesso utilizzati per vietare l'uso del sangue. Non è la Bibbia, ma il Corpo Direttivo che stabilisce fin dove il Testimone può spingersi nel tutelare il suo diritto alla vita. Appartiene al supremo consesso dottrinale e amministrativo geovista, infatti, questa dichiarazione, tratta da una lettera della filiale di Roma [11]:

Perché allora chi si fa trasfondere per esempio un concentrato di emazie può essere disassociato mentre chi si fa praticare un siero antivipera no? Perché attualmente il Corpo Direttivo ritiene di potersi assumere la responsabilità di intervenire nei confronti di chi accetta una trasfusione di sangue in toto o di qualcuno dei principali ed immediati componenti del sangue, mentre non ritiene di dover intervenire nei confronti di chi si limita a prendere una frazione di una frazione.

Ma sono ben altre le responsabilità che il Corpo Direttivo ha ritenuto e ritiene ancora di potersi assumere nei confronti della vita altrui. Esso infatti, coerentemente con la propria posizione di conflitto con le leggi e le norme che regolano la vita delle persone in molti paesi, non esita a promuovere atti d'illegalità se questi servono per dare forza e vigore alla sua legge, collocata al di sopra delle leggi umane perché ritenuta di origine divina. Ecco che il Corpo Direttivo ha assunto con il trascorrere del tempo la funzione di controllore dei Testimoni di Geova e ha organizzato delle squadre per porre sotto sorveglianza gli ospedali di tutto il mondo dove i Testimoni di Geova vanno a farsi curare per far sì che non venga loro somministrato sangue [12], anche se essi stessi fossero favorevoli ad accettarlo. Si noti l'ambiguo linguaggio usato dalla rivista Svegliatevi! del 22 novembre 1993, dove si menziona una nuova offensiva promossa dalla sede centrale di Brooklyn della Società Torre di Guardia: "Perciò grazie alla disposizione dei Comitati di assistenza sanitaria i testimoni di Geova sono aiutati a ubbidire alla perfetta legge di Geova di astenersi dal sangue, non facendo compromessi".

Si noti l'espressione "sono aiutati a ubbidire". Essa ricorda molto da vicino le parole di una lettrice del Dayton Daily News del 1° gennaio 1994, che accusava i Testimoni di Geova d'essere molto più colpevoli del dott. Kevorkian (medico noto per le sue iniziative a favore dell'eutanasia) di promuovere la morte. La donna ha scritto: "Il dott. Kevorkian è accusato di aver partecipato all'assistenza dei suicidi, e i membri dell'Organizzazione religiosa [dei Testimoni di Geova] fanno esattamente la stessa cosa con la loro ferma opposizione a quelle procedure mediche che sono spesso indispensabili per salvare la vita del paziente ... Dal mio punto di vista, il dott. Kevorkian è molto meno colpevole di promuovere la morte della gente di quanto lo è quest'Organizzazione".


Note:

1 È recente la polemica insorta fra la comunità ebraica in Italia e le autorità di governo riguardo alla data scelta da quest'ultimo per le votazioni politiche del 27 marzo 1994, che avrebbe coinciso con la festività della Pasqua ebraica. È inimmaginabile anche il solo ipotizzare ciò che accadrebbe se, per mera ipotesi, il nostro governo dovesse stipulare l'intesa con i Testimoni di Geova, così come l'ha stipulata con le comunità israelitiche. Essi, infatti, nel preambolo della loro "proposta d'intesa", esordiscono dicendo: "La fede religiosa dei Testimoni di Geova comanda ad essi taluni comportamenti pratici che, discostandosi dal comune sentire, richiedono una speciale disciplina nell'ordine civile". Quali sono alcuni di questi "comportamenti pratici"? Innanzitutto pretenderebbero per tutti i loro giovani l'assoluta esenzione dal servizio militare (art. 4 della proposta), poi esigerebbero che venisse (artt. 5 e 12) loro consentito di "osservare [negli istituti ospedalieri, cliniche, case di cura, pensionati e ogni altra istituzione] i precetti della propria fede religiosa in materia alimentare e terapeutica". Ciò in pratica vuol dire che tutte le pubbliche istituzioni delle quali usufruiscono i Testimoni di Geova dovrebbero garantire un'alimentazione nella quale non vi sia traccia di sangue. Quindi, al bando polli non dissanguati debitamente, cacciagione varia, vino marsala, würstel, mortadella e molto altro; mentre cliniche e ospedali vari si troverebbero continuamente in crisi per l'obbligo di dover curare tutte le patologie senza il ricorso a indispensabili trasfusioni di sangue o a prodotti ematici, trovandosi così continuamente di fronte a gravissimi problemi di coscienza. E questo perché la bozza d'intesa recita testualmente: "La Repubblica italiana ... riconosce il diritto dei Testimoni di Geova, in aderenza alle loro profonde convinzioni religiose, di rifiutare l'assunzione di sangue o derivati, anche se prescritta come trattamento sanitario, e di non essere assoggettati a pratiche sanitarie generali finalizzate alle emoterapie ... entro un anno dalla entrata in vigore dalla legge ... dovrà essere redatto a cura del Ministero della Sanità ... un elenco delle strutture sanitarie pubbliche o convenzionate nelle quali sia possibile l'impiego di metodiche alternative alle emoterapie". Per quanto riguarda, poi, l'astensione dalle attività lavorative, l'art. 13 prevede che "Ai Testimoni di Geova dipendenti da enti pubblici o privati viene riconosciuto il diritto di astenersi dall'attività lavorativa il tempo necessario per la partecipazione alle principali assemblee cristiane previste annualmente e per l'adempimento dei doveri essenziali del loro culto". Infine, pretenderebbero (art. 14) "una presenza nei programmi radiotelevisivi improntata a criteri di un equilibrato pluralismo religioso". Del tutto pertinente ed estremamente interessante è un’osservazione di Miriam Mafai, apparsa su la Repubblica del 12 febbraio 1994, che, commentando la decisione di un medico "obiettore" di non somministrare la pillola anticoncezionale a una paziente, così scrive: "Non è necessario aver letto Hegel o Alexis de Tocqueville per sapere infatti che, se ognuno di noi anteponesse al rispetto delle leggi democraticamente promulgate il rispetto dei propri personali convincimenti etici o religiosi, tutti rispettabili, quello che andrebbe in pezzi è proprio lo Stato, lo Stato di tutti e che tutti deve garantire e proteggere. Al posto di uno Stato di diritto avremmo la fine della convivenza civile, la frammentazione e la balcanizzazione della società. Potremmo assistere a vicende assurde; potremmo vedere un magistrato che si rifiuta di concedere il divorzio perché sostenitore della indissolubilità e sacralità del vincolo matrimoniale, potremmo vedere un ufficiale di stato civile che, essendosi convertito all'islamismo, ratifica la bigamia, o il medico testimone di Geova che nega una trasfusione di sangue perché contraria ai suoi principi religiosi e così via".

2 Siglata SCA e datata 30 dicembre 1981.

3 Nel linguaggio dei Testimoni di Geova, "interessati" vuol dire che essi non erano ancora battezzati, pur essendo dei "proclamatori", cioè persone che andavano di casa in casa a diffondere il verbo geovista.

4 Il fatto che il Corpo Direttivo, composto esclusivamente da cittadini americani, si permetta così disinvoltamente di organizzare e predisporre strategie di attacco alle istituzioni della Repubblica, avvalendosi della cieca e incondizionata ubbidienza di centinaia di migliaia di cittadini italiani, non può non preoccupare seriamente. E questo anche in considerazione del fatto che esso non è alieno da tali pericolose e indebite interferenze. Possiamo ricordare il caso della repubblica centrafricana del Malawi (ex Niassa) dove ai cittadini Testimoni di Geova fu formalmente proibito dal Corpo Direttivo americano di acquistare una tessera del partito nazionale del Malawi, scatenando così un'ondata di ostilità nei loro confronti che fu causa di innumerevoli lutti e tragedie per quella popolazione.

5 Al riguardo, sembra interessante citare la pertinente osservazione fatta da A. Guarino nel libro Obiezione di coscienza e valori costituzionali, Napoli, 1992. In esso, a pag. 123, egli così si esprime in merito alla liceità della negoziazione con il governo di determinate confessioni religiose: "Quando una confessione religiosa lotta per far sì che la legalità statale si adegui alla moralità specifica propugnata dalla confessione stessa, quest'ultima non può che ricondursi alla figura sostanziale del gruppo di pressione, che come tutti i gruppi di pressione dispone dei normali canali (partiti, opinione pubblica) predisposti in una democrazia rappresentativa proprio perché gli interessi della base facciano sentire il loro peso nelle decisioni politiche da prendere. Al gruppo confessionale, in quanto gruppo di pressione, non può essere consentito il canale della negoziazione" (corsivo nostro).

6 I Testimoni di Geova: Proclamatori del Regno di Dio, op. cit., pag. 184.

7 Intolleranza religiosa alle soglie del duemila, edito dall'Associazione Europea dei Testimoni di Geova per la libertà religiosa, Roma 1990, pag. 130.

8 Corte d'Assise di Cagliari, verbale di dibattimento n. 21/81 del 26/2/1982, risposta a interrogatorio.

9 Al riguardo si veda AA.VV., I testimoni di Geova tra mito e realtà..., op, cit., pagg. 103-116.

10 Un esempio di tale modo d'agire è esemplificato dall'abolizione del divieto di vaccinarsi perché, quando iniziò in grande stile l'attività missionaria dei Testimoni di Geova in molti paesi del terzo mondo, il certificato di vaccinazione era indispensabile ai loro ministri di culto che venivano mandati in missione, come d'altra parte, confermano La Torre di Guardia del 1° giugno 1962, pag. 351; La Torre di Guardia del 1° maggio 1965, pag. 283 e La Torre di Guardia del 1° dicembre 1974, pag. 735.

11 Siglata FPA dell'8 maggio 1980 (corsivo nostro).

12 A questo riguardo è sufficiente richiamare l’attenzione sulle direttive impartite a tutti i responsabili delle comunità geoviste in Italia con circolare del 3 gennaio 1996: "Se in qualche situazione critica il comitato sanitario vi chiede di rimanere con il paziente all’ospedale perché i medici minacciano di fargli una trasfusione, fate del vostro meglio per cooperare. Potreste dover organizzare le cose in modo che altri anziani e fratelli maturi vi assistano affinché ci sia sempre qualcuno presente fino a che il paziente migliori e la minaccia di una trasfusione sia eliminata".

"MOVIMENTI RELIGIOSI ALTERNATIVI - Effetti dell'adesione e motivi dell'abbandono",
Sergio Pollina - Achille Aveta, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1998,
pagine da 190 a 197

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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
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Messaggio Da Ludwig von Drake Ven 11 Set 2009 - 12:18

Testimoni di Geova e trasfusioni di sangue: molte illogicità

(19/Febbraio/ 2002)
di Leoni Sandro

Avvertenze

* Poiché il problema è di tragica urgenza (si tratta di salvare delle vite) iniziamo questo articolo di getto e senza preoccuparci della completezza della documentazione (che seguirà). Abbiamo infatti già verificato che, intanto, anche una semplice scheda che elenchi dei punti su cui il Testimone di Geova potrebbe riflettere, e che amici, parenti e medici potrebbero invitarlo a considerare per evitare una scelta autolesionista, ha già una sua notevole efficacia di aiuto.
* In futuro la scheda sarà perfezionata e ampliata, perché no? accogliendo contributi da chiunque ne dia di pertinenti. Vi saranno inseriti anche approfondimenti sui singoli punti. Ciò comporterà una dislocazione disarmonica dei numeri richiamanti le note in calce (ad es. in avvenire una nota n. 12 potrebbe precedere la nota n. 1) il che comunque non pregiudicherà la facilità della loro consultazione. Sotto il titolo sarà indicata anche la data di ogni revisione.



Che alle persone normali suoni strana e perfino assurda l’avversione alle trasfusioni di sangue che i Testimoni di Geova (TG in seguito) palesano è cosa risaputa.

Tuttavia noi sappiamo che in questa, come in tante altre convinzioni del loro “Credo” i TG non hanno visuali proprie. Essi si attengono strettamente a ciò che viene insegnato dal loro Corpo Direttivo (CD in seguito) che ha sede a Brooklyn. Questi, per sostenere tale dottrina, ritiene di trovarne la motivazione nella proibizione biblica di “mangiare il sangue”, e, secondo lui, trasfondere il sangue equivarrebbe a “mangiarlo” poiché viene comunque immesso nell’organismo e diventa parte di esso, come il nutrimento.

Nella pratica pastorale, agli operatori del GRIS1 di cui facciamo parte, sarà però capitato spesso di incontrare qualche TG aperto al confronto e alla critica costruttiva su tale argomento. Pertanto pensiamo di far cosa utile, sia a loro sia a eventuali amici che volessero aiutarli a riflettere un po’ più a fondo, elencando una serie di considerazioni critiche, sia bibliche che logiche, nei confronti delle “ragioni” sostenute dal loro CD.

Il nostro intento è fraterno. Vogliamo liberarli da una “verità” di fede che a conti fatti, secondo il nostro modo di vedere, è solo un’opinione; qualcosa cioè che non può costituire precetto divino e perciò non merita il sacrificio della vita.

La seguente scheda-promemoria di controragioni sarà utile soprattutto ai medici che abbiano in cura un TG non ancora condizionato da inculcate paure irrazionali ed emotive. Ci risulta infatti che il CD faccia di tutto per “imbrigliare” i suoi fedeli tra gli “steccati” interiori dell’apostasia, del pensiero indipendente, di Satana. Funzionano così: a) Attento a ciò che dicono gli altri, potrebbe trattarsi di pensieri di apostati che vogliono “sviarti”; b) Attento a non essere “troppo scosso dalla tua ragione”, il “pensiero indipendente” ti porterebbe fuori della verità; c) Attento a non lasciarti affascinare dalle ragioni che contrastano il tuo credo, anche se ti paiono fondate, si tratta di “Satana che si traveste da angelo di luce”.

Tuttavia un soggetto che voglia decidere personalmente, forse anche contro il parere dei genitori, obbedendo tuttavia alla Bibbia ma solo in ciò che davvero comanda e cioè “non andando oltre ciò che è scritto”, potrebbe riflettere utilmente sull’argomento analizzando (e dovrebbe farlo se non altro per contrastarle se può) le controragioni da noi appresso elencate.

Ad onore dell’intelligenza dei TG diremo anche che ci sembra difficile che un soggetto siffatto veda come “aggressione” alla sua fede l’onesto tentativo del medico di salvargli la vita, soprattutto se questi, pur nel tentativo di dissuaderlo, premettesse e promettesse di rispettare comunque i suoi motivi di coscienza, la sua libertà scelta e la sua ultima decisione.

Ecco dunque le nostre ragioni che secondo noi rendono discutibile l’avversione alla trasfusione di sangue insegnata dal CD dei TG:

1) - in campo medico il sangue non è considerato alimento. La trasfusione non è usata mai come alternativa alla nutrizione.

E’ questo un argomento che i medici sapranno trattare da par loro. Per quanto ne sappiamo noi la trasfusione è una sorta di restauro di parti mancanti (i globuli rossi), come in un muro da cui siano venuti meno dei mattoni. Difatti vanno rimessi sia nel numero mancante sia dello stesso tipo e già belli e fatti. La nutrizione invece consiste in un apporto energetico ottenuto tramite assimilazione di sostanze ricavate dalla disintegrazione di un composto/insieme.

Perciò qualificare la trasfusione un “mangiare-nutrirsi” è un arbitrio da parte del CD. Geova non gli ha dato il potere di far passare per realtà nutrizionale ciò che scientificamente non è considerata tale;

2) - istologicamente il sangue è considerato un tessuto.

Perciò fare una trasfusione equivale ad eseguire un trapianto. Cosa che il CD ritiene lecita dal 1/9/1980;2

3) - l’On. Manconi, che si interessa dei contatti con la Congregazione geovista in vista della concessione dell’Intesa ha testificato pubblicamente che, nelle trattative in corso, il CD si è detto disposto a un compromesso per i minori. Per la precisione: 1) se la situazione fosse di grave emergenza, i TG si rimettono al libero parere del medico (cioè praticamente la consentono anche se lasciano decidere il sanitario); 2) se è di grande utilità, ma non ha carattere di urgenza, vogliono che la decisione sia presa da un’equipe medica di orientamenti diversi (così da evitare una decisione di parte);

Perciò non si può far passare per comando divino (che sarebbe assoluto e irreformabile) la illiceità di una pratica che il CD dei TG, a quanto pare, ritiene di poter gestire a sua discrezione;

4) - il punto precedente richiama il ripensamento che il CD ha avuto sulla pratica del trapianto (cf nota precedente), prima ritenuto lecito, poi vietato quale forma di “cannibalismo”, infine riammesso. Cioè sarebbe una norma ritenuta divina e ciononostante soggetta a ripensamento;

Perciò nessun TG può escludere che anche sul sangue un domani ci sarà analogo ripensamento. Ma se questo è vero, è anche vero automaticamente che la cosa non è certa sin da ora. E “lex dubia non obligat”. Possibile che sia volontà di Dio che si sacrifichi la vita per una convinzione che ha una tale base ipotetica?;

5) - la Società Torre di Guardia non ha più stampato la dichiarazione che fu edita nel 1969 su “Sangue, medicina e la legge di Dio”. Il sangue, identificato con l’anima, l’aveva portata a scrivere che il TG non poteva fare una trasfusione di sangue e ancora amare Dio con tutta l’anima, perché aveva tolto parte di tale anima e l’aveva data ad un altro;3

Perciò non era vero che trasfondere sangue significa diminuire l’anima. Del resto non sarebbe paradossale pensare che Gesù, dissanguandosi in croce, nell’atto del supremo sacrificio non abbia amato Dio con tutta l’anima? Che intelligenza di verità c’è stata nel CD nell’aver proposto un tale insegnamento?;

6) - il dott. Giuseppe Ferrari, segretario nazionale del GRIS,4 ha ripercorso la storia della trasfusione presso i TG e precisa che, stando ai documenti, solo nel 1961 Geova ha reso obbligatoria l’astensione dal sangue (dopo ben 80 anni di geovismo);

Ora se, come insegna il CD,5 agli occhi di Dio “mangiare” il sangue è un affronto paragonabile all’idolatria, come spiegare il silenzio di Geova nel non aver insegnato per tanti anni al suo popolo questa dottrina essenziale, tollerando dai suoi devoti una pratica per Lui ripugnante?

E se è vero che tutto ciò che il TG crede viene dalla Bibbia, tramite il “Canale provveduto da Geova” (il rimanente dei 144.000 Unti la cui espressione terrena è rappresentata dal CD), se il CD non ha insegnato per quegli 80 anni tale dottrina, poiché dice di non averla ricevuta, non sarà vero che il colpevole di tale omissione sarebbe Geova in persona che avrebbe dovuto dare la sua “luce” di verità al Canale?;

7) - la carne che i TG mangiano non è certo liofilizzata. Contiene comunque del sangue.

Come si concilia questo con la proibizione di “mangiare” anche una sola goccia di sangue?;

8) - la proibizione biblica veterotestamentaria dice di astenersi anche dagli animali soffocati (perché il sangue vi restava dentro). Ma i TG mangiano tranquillamente il pesce che è sempre soffocato. E lo stesso vale per i polli che sono “strangolati”.

Se il CD concede che si facciano tali cose pur insistendo che Geova non vuole assolutamente che si mangi sangue, non è un adoperare “due pesi e due misure” da parte sua? Geova non qualifica tale comportamento “qualcosa di detestabile”? (Prov. 20,10);

9) - è certo che la proibizione biblica di mangiare sangue, per gli Ebrei, riguardava esclusivamente il sangue animale, poiché quello umano era tutelato dal divieto assoluto dell’omicidio.

Quindi anche l’espressione “qualunque sorta di sangue” di Levitico 17,10 (sottolineata dal CD in “Ragioniamo” p. 337, per estendere la proibizione ad ogni tipo di sangue), non dovrebbe invece essere sempre riferita esclusivamente al sangue delle varie specie di animali? La Bibbia non insegna che non si può “andare oltre ciò che è scritto”? (1 Cor 4,6);

10) - tutti gli esegeti, da sempre, compresi quelli protestanti dal cui ceppo derivano i TG (Russell fu congregazionalista, presbiteriano, avventista) hanno sempre interpretato questa proibizione biblica come educazione al rispetto della vita, di cui il sangue è simbolo (tuttora).

E’ vero che una certezza, dimostrata, pesa più di mille opinioni. Ma, alla luce del punto 4, si è proprio sicuri che il CD abbia la certezza su tale questione? E che tutti gli altri cultori della Bibbia, a cui spesso egli fa riferimento per appoggiare varie dottrine, sbaglino su questo punto?

11) - Gesù ha presentato l’unione più intima possibile tra sé e i discepoli come un “mangiare la sua carne e bere il suo sangue” (cf Gv 6, 53-56). E, a coloro che hanno obiettato che quel discorso era assurdo e perciò si sono allontanati, non ha spiegato che avevano equivocato. Anzi ha detto ai discepoli che, se anche loro non ci credevano erano liberi di andarsene.

Gesù, ricorrendo a quel paragone così strano, aveva voglia di fare dello spirito? Come mai non ha corretto l’equivoco se di equivoco si trattava? E non è illuminante il fatto che i Giudei non hanno protestato che tale invito a “bere il suo sangue” era contro la legge di Mosé? Non avrebbero dovuto reagire inorriditi? Invece, a quanto si legge, hanno obiettato solo che non c’era il modo di farlo realisticamente;

12) - se non andiamo errati gli Ebrei odierni, che sono ancora ligi alla Legge dettata da Mosé, mantengono tuttora sia la proibizione biblica sulle immagini6 sia quella di mangiare sangue. Tuttavia partecipano con libertà all’associazione dei donatori di sangue, non ravvisando cioè nel comando biblico la proibizione delle trasfusioni.

Come mai?

13) - infine, ma non come motivo di poco conto, abbiamo che la riconferma della proibizione di “mangiare sangue” da parte del Concilio di Gerusalemme (At 15, 1-29), per i cristiani, se si legge bene il contesto, si evince che è stata mantenuta per motivi di opportunità pastorale, cioè di regola comportamentale contingente, finalizzata alla concordia tra i neocristiani di una stessa comunità provenienti da giudaismo e paganesimo.

Non si trattava cioè di un problema di fede (assoluto perché dogmatico, necessario per la salvezza) come lo era quello, pure trattato in quel Concilio, relativo al Battesimo-Circoncisione.

Si ricorderà infatti che il Concilio di Gerusalemme sentenziò circa due questioni: 1) la prima relativa alla salvezza, dicendo che, poiché bastava il Battesimo in Cristo, non era necessario che i neofiti cristiani provenienti dal paganesimo si sottoponessero previamente al rito mosaico della Circoncisione; 2) la seconda relativa alla pacificazione di due etnie cristiane: quella dei cristiani ex pagani e quella dei cristiani ex giudei. Per evitare di urtare i cristiani provenienti dal Giudaismo, che osservavano ancora certe usanze mosaiche, mentre i neofiti provenienti dal paganesimo se ne sentivano esenti, il Concilio disse che avrebbero “prosperato” se questi ultimi si fossero astenuti non solo da ciò che la morale sia mosaica che cristiana proibivano (la fornicazione) ma anche da ciò che il rispetto della sensibilità di coscienza dei fratelli che erano ancora legati alle usanze obsolete di Mosé consigliava di evitare: e cioè il mangiare carne sacrificata agli idoli e il mangiare sanguinaccio. La riprova che quello fosse il parere degli Apostoli (che formavano il CD del primo secolo secondo i TG), si può ricavare da cosa insegnò Paolo in 1 Cor 8,4; cioè libertà assoluta circa qualsiasi alimento, compresa la carne sacrificata agli idoli, e tuttavia astensione motivata dalla carità se il nutrirsene scandalizzava un proprio fratello dalla fede ancora immatura (cioè legata alla convinzione mosaica) che fosse presente al fatto.

Note:

1) GRIS sta per Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa. E’ una associazione di volontariato laico-cattolica, riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e diffusa in tutta Italia (www.db.gris.org/home.html).
2) Cf L. MINUTI, I Testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Coletti3, Roma 1997, p. 207).
3) ibid., p. 214. Cliccare qui per la riproduzione in formato jpg della pagina 8 di tale opuscolo.
4) ibid., pp. 119-144.
5) Cf, Ragioniamo facendo uso delle Scritture, Roma 1985, p. 335.
6) Il motivo che li differenzia dai cristiani in questo è che non hanno accolto il Nuovo Testamento come Bibbia. E’ esso che, con la dottrina della incarnazione di Dio in Cristo, inaugura e legittima secondo i cristiani l’iconografia sacra. Gesù stesso, nella sua persona umana, è presentato da S. Paolo come “icona” (immagine) del Dio invisibile (Col 1,15).

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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
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Messaggio Da giulio76 Ven 11 Set 2009 - 14:13

ERRI8013 ha scritto:

La seguente scheda-promemoria di controragioni sarà utile soprattutto ai medici che abbiano in cura un TG non ancora condizionato da inculcate paure irrazionali ed emotive. Ci risulta infatti che il CD faccia di tutto per “imbrigliare” i suoi fedeli tra gli “steccati” interiori dell’apostasia, del pensiero indipendente, di Satana. Funzionano così: a) Attento a ciò che dicono gli altri, potrebbe trattarsi di pensieri di apostati che vogliono “sviarti”; b) Attento a non essere “troppo scosso dalla tua ragione”, il “pensiero indipendente” ti porterebbe fuori della verità; c) Attento a non lasciarti affascinare dalle ragioni che contrastano il tuo credo, anche se ti paiono fondate, si tratta di “Satana che si traveste da angelo di luce”.


In poche parole terrorismo psicologico.
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