A chi piace l'opera lirica?
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marisella
Justine
Minsky
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Re: A chi piace l'opera lirica?
Antonio Malteista ha scritto:riconosciuti dalla storia, nel caso di letterati del passato, riconosciuti dalla contemporaneità nel caso si trattasse di poeti che figurano tra gli esponenti di movimenti letterari in voga contestualmente al periodo di composizione. Ma forse non ci capiamo, cioè ad esempio nel caso di Schubert che è quello sicuramente più celebre, stiamo parlando di letterati del calibro di Goethe e Schiller per citare i maggiori, ma anche di Klopstock, Ossian, Claudius, von Schlegel, Novalis, Uhland, Rueckert, Heine ecc. ecc. Schubert compose oltre 600 lieder su testi di questi illustri signori, cioè non stiamo parlando di Vasco Rossi o Antonacci o Baglioni o Vecchioni e neppure de Andrè. Se mi devo mettere a spiegare la differenza tra un letterato come Goethe e Fabrizio de Andrè onestamente ci rinuncio perchè mi cadono le braccia.
Insisto. L'arte non ha nulla a che vedere con riconoscimenti storici, fama degli artisti o produttività dei medesimi, altrimenti siamo alla logica delle mosche e della merda (miliardi la mangiano quindi non si possono sbagliare).
Inoltre non capisco perché mi menzioni quattro imbecilli cialtronici (di Cialtronia, ossia dove vivi tu), De Andrè ad esempio non ha fatto altro che scopiazzare plagiare riadattare roba medievale ecc.
E tra quelli che menzioni è anche quello che si salva. Una buona parte della musica moderna, intesa come musica scritta e fatta a partire dal 20° secolo, va considerata esattamente come musica d'arte, non vedo perché no.
Antonio Malteista ha scritto:Cioè cosa altro c'è da spiegare per farti capire la differenza tra la musica d'arte e i giochini della musica leggera? io penso che basti leggere un qualunque testo di storia della musica se proprio non ti convince nemmeno la produzione di Schubert, forse io non riesco ad essere abbastanza convincente
Nulla a che vedere con la produzione né con la storia della musica. Vedi sopra.
Rasputin- ..............
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Re: A chi piace l'opera lirica?
Rasputin ha scritto:Antonio Malteista ha scritto:riconosciuti dalla storia, nel caso di letterati del passato, riconosciuti dalla contemporaneità nel caso si trattasse di poeti che figurano tra gli esponenti di movimenti letterari in voga contestualmente al periodo di composizione. Ma forse non ci capiamo, cioè ad esempio nel caso di Schubert che è quello sicuramente più celebre, stiamo parlando di letterati del calibro di Goethe e Schiller per citare i maggiori, ma anche di Klopstock, Ossian, Claudius, von Schlegel, Novalis, Uhland, Rueckert, Heine ecc. ecc. Schubert compose oltre 600 lieder su testi di questi illustri signori, cioè non stiamo parlando di Vasco Rossi o Antonacci o Baglioni o Vecchioni e neppure de Andrè. Se mi devo mettere a spiegare la differenza tra un letterato come Goethe e Fabrizio de Andrè onestamente ci rinuncio perchè mi cadono le braccia.
Insisto. L'arte non ha nulla a che vedere con riconoscimenti storici, fama degli artisti o produttività dei medesimi, altrimenti siamo alla logica delle mosche e della merda (miliardi la mangiano quindi non si possono sbagliare).
Inoltre non capisco perché mi menzioni quattro imbecilli cialtronici (di Cialtronia, ossia dove vivi tu), De Andrè ad esempio non ha fatto altro che scopiazzare plagiare riadattare roba medievale ecc.
E tra quelli che menzioni è anche quello che si salva. Una buona parte della musica moderna, intesa come musica scritta e fatta a partire dal 20° secolo, va considerata esattamente come musica d'arte, non vedo perché no.
la fama io non l'ho mai nominata; ci sono parecchi esempi di compositori in tutta la storia della musica oggi molto celebri che in vita erano conosciuti poco e male, e sono stati riscoperti solo in seguito proprio grazie a quello che ti ho detto, cioè alla riscoperta e rivalutazione storica (esempio celeberrimo è Bach, oggi considerato da alcuni proprio il più grande compositore della storia della musica, del quale in vita si conoscevano e ammiravano solo le doti di improvvisatore sugli strumenti da tasto, e anche solo limitatamente alla ristretta cerchia di centri in cui visse e operò, nella Germania centro-settentrionale, fuori non lo conosceva nessuno, mentre il valore delle composizioni che scrisse in senso stretto fu riscoperto solo in seguito, a partire da Mendelssohn in poi).
Cioè fammi capire io sono venti anni che sbatto la testa sui testi di storia della musica e di interesse musicologico in genere, oltre che a spaccarmi la schiena sullo strumento, mi spieghi senza qualcuno che si mette a studiare in maniera critica le opere di un artista come facciamo noi a venire a sapere del valore del suo lavoro? guarda che la critica e la rivalutazione storica è una cosa seria, mica barzellette, ed è necessaria anche perchè altrimenti addio memoria. La fama quella no, non c'entra un ficus: oggi per esempio va di moda Allevi, che è un cialtrone peggio dei merdallari ( ), ma ti posso assicurare che nonostante questa fama nei libri di storia della musica che contano non ci entrerà mai, e non è che sto facendo una scommessa, te lo dico proprio con sicurezza matematica perchè è impossibile! :Risatona:Guarda che ci sono organismi internazionali che si occupano di queste cose, composti da gente altamente qualificata che proviene da tutte le parti del mondo, i più qualificati studiosi di ogni angolo del pianeta, cioè la critica storica e la storiografia in genere non è uno scherzo o una barzelletta, e soprattutto è un processo che richiede tempi fisiologici che si misurano in intere generazioni mica da un giorno all'altro. E' così che si scrivono i libri di storia, mica dall'oggi al domani. Lo stesso materiale passa nei decenni al vaglio di migliaia e migliaia di esperti diversi, i quali riversano tutto in pubblicazioni altamente specialistiche e specializzate (esattamente come avviene in ambito scientifico dove vige un controllo ferreo) ed è esattamente questo continuo ricambio generazionale a garantirne a lungo termine la legittimità e soprattutto affidabilità di giudizio. Ma questo avviene per qualunque settore, mica solo per la musica, e purtroppo non è che esistono altri mezzi, più di così umanamente non possiamo fare: ma sicuramente è un processo necessario e fondamentale a differenza di quello che dici te (oppure io in 20 anni che studio non ci ho capito niente, e a quel punto allora spiegamelo tu com'è che si stabilisce il valore di un artista dato che la sai tanto lunga: per caso col "piacere immediato" al primo ascolto? ), senza il quale oggi non potremmo godere probabilmente di tantissimi capolavori oggi fortunatamente fruibili e alla portata di tutti, e menomale!
Una buona parte della musica moderna, intesa come musica scritta e fatta a partire dal 20° secolo, va considerata esattamente come musica d'arte, non vedo perché no.
tanto per cominciare la musica moderna per noi musicisti è ben definita e storicamente collocata in termini cronologici dagli inizi del Novecento con la definitiva rottura del sistema tonale (Schoenberg) fino a grosso modo la metà del Novecento, dalla seconda metà del Novecento fino ad oggi parliamo di musica contemporanea e non di moderna. In secondo luogo se non citi nomi e cognomi parliamo del nulla. Per me ti ripeto, un compositore di musica d'arte per essere considerato tale deve essere universalmente riconosciuto come tale dalla musicologia e dalla storiografia della musica, le cui vicissitudini in vita e la cui produzione è dunque passata al vaglio critico di generazioni di studiosi, e che quindi compare menzionato definitivamente in un qualunque testo di interesse musicologico attendibile. Se non risultano soddisfatti questi criteri sono disposto comunque ad ascoltare qualcosina del tizio in questione perchè ci mancherebbe altro non si nega a nessuno, e potrà pure piacermi o non piacermi non è questo il punto (nei libri di storia della musica gli autori non scrivono se questo o quel compositore gli piace o non gli piace, per questo genere di giudizi esistono i saggi estetici che fanno storia a parte): ma se non è per lo meno menzionato nei libri di storia come compositore appartenente alla tradizione della musica d'arte io ne terrò conto e lo prenderò per quello che è, senza nulla togliere al suo operato e con tutto il massimo e dovuto rispetto che ovviamente non si nega a nessuno. Questo vale se stiamo parlando di gente già studiata e ristudiata il cui valore è già stato riconosciuto e definitivamente accertato e messo nero su bianco. Se invece parliamo di qualcuno più vicino ai giorni nostri e che quindi ancora non ha subito il lungo processo di storicizzazione e di vaglio critico per questioni anagrafiche allora in quel caso giudicheremo in base agli elementi noti, ma se è noto allora certamente comunque deve comparire in qualche pubblicazione specialistica perchè ti ho detto che esistono organismi nazionali ed internazionali deputati a fare esattamente questo con cadenza regolare periodica (semestrale o annuale). Se non ne parla proprio nessuno allora vuol dire che stiamo parlando di Giovanni Allevi i polli invece di suonare o di schifezze similari
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Re: A chi piace l'opera lirica?
@ Antonio Malteista.
Ciao. Tu sai distinguere un brano di Mozart da uno di Clementi, certo non parlo dei più conosciuti che riconoscono tutti?
Tu hai l'orecchio puro? Io no, mio fratello sì. Infatti lui fa tranquillamente anche jazz e io suono solo con lo spartito davanti, tutti i talenti a lui.
Ciao.
Ciao. Tu sai distinguere un brano di Mozart da uno di Clementi, certo non parlo dei più conosciuti che riconoscono tutti?
Tu hai l'orecchio puro? Io no, mio fratello sì. Infatti lui fa tranquillamente anche jazz e io suono solo con lo spartito davanti, tutti i talenti a lui.
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Re: A chi piace l'opera lirica?
marisella ha scritto:@ Antonio Malteista.
Ciao. Tu sai distinguere un brano di Mozart da uno di Clementi, certo non parlo dei più conosciuti che riconoscono tutti?
Tu hai l'orecchio puro? Io no, mio fratello sì. Infatti lui fa tranquillamente anche jazz e io suono solo con lo spartito davanti, tutti i talenti a lui.
Ciao.
oddio sicuramente sono in grado di riconoscere se un brano sia di Mozart perchè il suo stile, per lo meno quello maturo, è proprio inconfondibile (anche se buona parte della sua produzione sono proprio lavori che conosco quindi non c'è manco bisogno di indovinare). Clementi lo conosco molto meno ma pure lui è passato in ogni caso a suo tempo nel lettore. La storia della musica è una roba sconfinata e inesauribile e alla fine mi sono accorto che bisogna fare delle scelte su cui periodicamente concentrare l'attenzione (per esempio io ho scelto di focalizzarmi soprattutto sul repertorio sinfonico tardo-ottocentesco, e sulle avanguardie del Novecento, quando ho proprio nostalgia di autori di secoli diversi metto su qualcosa ma devo stare proprio in astinenza e ad ogni modo quando sono in macchina la radio è perennemente sintonizzata su soli due canali: radioradicale ma soprattutto la filodiffusione di radiorai che trasmette classica h24 e quindi alla fine grazie a questa radio le crisi di astinenza spesso e volentieri sono spente sul nascere perchè i suoi programmi comprendono musica di tutte le epoche nel corso della giornata).
Onestamente l'orecchio puro non so cosa sia, mai sentito nominare ma forse intendevi dire orecchio assoluto! (o magari orecchio relativo) se intendevi questo ecco sicuramente non posso dire di avere l'orecchio assoluto (è una dote fondamentalmente innata che non necessariamente derivante dalla pratica musicale costante) e anzi quei pochi amici che ho conosciuto con questa straordinaria capacità me l'hanno sempre raccontata come un fastidio (e ci credo ).
Però certamente posso dire di avere un discreto oreccho relativo, quello sì, perchè si acquisisce col tempo e con l'esercizio quotidiano costante, anche involontariamente dopo un certo numero di anni di esperienza lo si acquisisce per forza
Adesso che me lo hai ricordato ho letto proprio pochi giorni fa un articolo sulle basi neurali mi pare dell'orecchio assoluto apparso su Le scienze, se riesco a recuperarlo dopo lo pubblico
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Re: A chi piace l'opera lirica?
ecco l'articolo, fortunatamente l'avevo salvato nei preferiti:
le basi neurali dell'orecchio assoluto
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Re: A chi piace l'opera lirica?
Sì, noi lo chiamavano orecchio puro, ma si dice anche orecchio assoluto, appunto questa facoltà di riconoscere le note dalla loro frequenza, senza vederle. Ti ho accennato che cominciammo molto presto a suonare, io a 5, e mio fratello a 3 anni, e papà ( che aveva un orecchio"medio") si accorse subito che il figlio ce l'aveva assoluto e così gli fece fare subito il fenomeno da baraccone, nel senso che, appena arrivavano ospiti, mandava a chiamare il bambino ( che faceva la 1a, la 2a elementare, lo faceva girare e li chiedeva, che nota è? e questo poverino: fa diesis, si bemolle, do, re, ecc, ecc. Poi ricordo che alle medie, al ginnasio, al liceo andava con un amico, che strimpellava solo, ad accordare i pianoforti di quelli che lo chiamavano, e così guadagnava qualche soldino. Io purtroppo non fui spolverata dall'oro delle fate, mi sono sempre dovuta guadagnare tutto, col sudore della fronte. E certo che questi con l'orecchio assoluto hanno il cervello diverso anatomicamente dal nostro.Antonio Malteista ha scritto:ecco l'articolo, fortunatamente l'avevo salvato nei preferiti:
le basi neurali dell'orecchio assoluto
Ciao.
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Re: A chi piace l'opera lirica?
marisella ha scritto:Sì, noi lo chiamavano orecchio puro, ma si dice anche orecchio assoluto, appunto questa facoltà di riconoscere le note dalla loro frequenza, senza vederle. Ti ho accennato che cominciammo molto presto a suonare, io a 5, e mio fratello a 3 anni, e papà ( che aveva un orecchio"medio") si accorse subito che il figlio ce l'aveva assoluto e così gli fece fare subito il fenomeno da baraccone, nel senso che, appena arrivavano ospiti, mandava a chiamare il bambino ( che faceva la 1a, la 2a elementare, lo faceva girare e li chiedeva, che nota è? e questo poverino: fa diesis, si bemolle, do, re, ecc, ecc. Poi ricordo che alle medie, al ginnasio, al liceo andava con un amico, che strimpellava solo, ad accordare i pianoforti di quelli che lo chiamavano, e così guadagnava qualche soldino. Io purtroppo non fui spolverata dall'oro delle fate, mi sono sempre dovuta guadagnare tutto, col sudore della fronte. E certo che questi con l'orecchio assoluto hanno il cervello diverso anatomicamente dal nostro.Antonio Malteista ha scritto:ecco l'articolo, fortunatamente l'avevo salvato nei preferiti:
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Ciao.
hahaha hai capito che culo il piccino
io invece c'ho un amico che mi fa una rabbia inaudita, perchè ha l'orecchio assoluto ma non conosce una nota di musica e non gliene è mai fregato niente (si occupa proprio di tutt'altro). Cose da pazzi
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Re: A chi piace l'opera lirica?
Antonio Malteista ha scritto:la fama io non l'ho mai nominata; ci sono parecchi esempi di compositori in tutta la storia della musica oggi molto celebri che in vita erano conosciuti poco e male, e sono stati riscoperti solo in seguito proprio grazie a quello che ti ho detto, cioè alla riscoperta e rivalutazione storica [...]
Beh hai nominato "riconosciuti dalla storia,[...]riconosciuti dalla contemporaneità"
Mi spieghi che differenza c'è?
Antonio Malteista ha scritto:Cioè fammi capire io sono venti anni che sbatto la testa sui testi di storia della musica e di interesse musicologico in genere, oltre che a spaccarmi la schiena sullo strumento, mi spieghi senza qualcuno che si mette a studiare in maniera critica le opere di un artista come facciamo noi a venire a sapere del valore del suo lavoro?
Divulgazione. Che problema c'è? La roba buona andrebbe messa alla portata di tutti, mica solo agli addetti ai lavori.
Antonio Malteista ha scritto:guarda che la critica e la rivalutazione storica è una cosa seria, mica barzellette, ed è necessaria anche perchè altrimenti addio memoria. La fama quella no, non c'entra un ficus: oggi per esempio va di moda[italocialtrone]
Cioè, prima mi nomini due sinonimi (i primi due grassettati) e poi li confondi con la moda
Antonio Malteista ha scritto:[...]ti posso assicurare che nonostante questa fama nei libri di storia della musica che contano non ci entrerà mai, e non è che sto facendo una scommessa, te lo dico proprio con sicurezza matematica perchè è impossibile!
Ma come, proprio poche righe più sopra mi scrivi
Antonio Malteista ha scritto:ci sono parecchi esempi di compositori in tutta la storia della musica oggi molto celebri che in vita erano conosciuti poco e male, e sono stati riscoperti solo in seguito proprio grazie a quello che ti ho detto, cioè alla riscoperta e rivalutazione storica
e adesso mi escludi a priori la stessa cosa?? E ribadisci pure la contraddizione:
Antonio Malteista ha scritto:Guarda che ci sono organismi internazionali che si occupano di queste cose, composti da gente altamente qualificata che proviene da tutte le parti del mondo, i più qualificati studiosi di ogni angolo del pianeta, cioè la critica storica e la storiografia in genere non è uno scherzo o una barzelletta, e soprattutto è un processo che richiede tempi fisiologici che si misurano in intere generazioni mica da un giorno all'altro.
Questa poi è gotica:
Antonio Malteista ha scritto:[...]esattamente come avviene in ambito scientifico dove vige un controllo ferreo[...]
da quando la musica (e l'arte in generale) è soggetta alle stesse regole del metodo scientifico? Ma deliri? Me ne dai un po' anche a me di quella roba che sicuramente stai prendendo?
Antonio Malteista ha scritto:oppure io in 20 anni che studio non ci ho capito niente, e a quel punto allora spiegamelo tu com'è che si stabilisce il valore di un artista dato che la sai tanto lunga: per caso col "piacere immediato" al primo ascolto?
Non sono certo io a stabilire valori oggettivi per qualcosa di cosí integralmente soggettivo come l'arte. Ma sospetto di sí, che in 20 anni ancora non hai afferrato il concetto, un concetto per capire il quale non occorre avere studiato né musica né storia della musica. Abbiamo una discussione qui - che ora non trovo - incentrata proprio su questo punto, si parlava del cristo morto del Mantegna, era interessante proprio per lo stesso motivo. Se la trovo te la sottopongo.
Antonio Malteista ha scritto:Per me ti ripeto, un compositore di musica d'arte per essere considerato tale deve essere universalmente riconosciuto come tale dalla musicologia e dalla storiografia della musica, le cui vicissitudini in vita e la cui produzione è dunque passata al vaglio critico di generazioni di studiosi, e che quindi compare menzionato definitivamente in un qualunque testo di interesse musicologico attendibile.
Questa invece non è che una versione - elegante, lo ammetto - del concetto delle mosche e della merda: dovremmo mangiare merda perché miliardi di mosche non possono sbagliarsi.
I valori studiati e riconosciuti sinceramente a me importano sega: mi importa quello che piace a me, ed È arte solo per il fatto che mi piace e che IO la considero tale. Vale ovviamente per chiunque, tranne per quelli che si infilano nel culo qualsiasi paracarro se è universalmente riconosciuto come tale dalla storiografia la critica e la rivalutazione storica ricchipremicotillòn.
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Re: A chi piace l'opera lirica?
Beh hai nominato "riconosciuti dalla storia,[...]riconosciuti dalla contemporaneità"
Mi spieghi che differenza c'è?
il valore di un artista e la qualità della sua produzione, nonchè la posizione che deve occupare nella storia è oggetto di studio della storiografia in genere e dell'indagine storiografica e musicologica nel caso specifico dei musicisti (sia compositori che interpreti). Col passare dei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri si sono di gran lunga migliorati e perfezionati gli strumenti per rendere questa indagine la più obiettiva possibile, in special modo per quello che riguarda ad esempio lo studio delle fonti (filologia), strumenti di cui non si disponeva un tempo, e che in alcuni casi non bastano ancora nemmeno oggi per decifrare correttamente le abitdini musicali di una certo popolo o di una certa area geografica o di una certa epoca più o meno remota proprio per mancanza o comunque scarsità di fonti (per esempio si contano sulle dita le fonti musicali in senso stretto pervenuteci della musica greca antica, ma sappiamo benissimo che la musica rivestiva un ruolo non secondario in quella società dalle cronache o da testimonianze letterarie o di altro genere, quindi non fonti musicali in senso stretto). Naturalmente come ho già detto questa indagine compiuta da studiosi di ogni angolo del pianeta richiede tempi che si misurano in intere generazioni di studi critici, e il complessivo risultato di queste indagini nel corso delle generazioni che si succedono è ciò che costituisce il riconoscimento da attribuire a questo o quell'artista. Questo per quanto riguarda il riconoscimento storico, cioè quello derivante da generazioni di studi critici. Nel caso della contemporaneità per forza di cose e di ragioni anagrafiche bisogna accontentarsi degli studi e dei contibuti musicologici analitici prodotti appunto dalla contemporaneità e quindi in base a questi studi si può parlare di questo o quell'autore riconosciuto dalla contemporaneità (magari come appartenente a questa o quella scuola, tendenza o corrente o magari egli stesso "fondatore" di un qualche movimento con profili stilistici di originalità in contrapposizione ad altri esistenti). La differenza mi pare ovvia: il secondo tipo di riconoscimento, quello dei contemporanei, è subordinato al primo, che invece si costruisce nell'arco di tempi molto più lunghi, a garanzia come ho già detto della sua maggiore legittimità ed attendibilità.
Divulgazione. Che problema c'è? La roba buona andrebbe messa alla portata di tutti, mica solo agli addetti ai lavori.
hai frainteso, io non ho mai scritto che la roba buona circola solo tra gli addetti ai lavori. E' proprio il contrario, per chi vuole interessarsene naturalmente, ha potenzialmente tutti gli strumenti per farlo, gli studi critici musicologici degli addetti ai lavori sono alla portata di tutti, come ho già detto sono regolarmente pubblicati in riviste specializzate senza contare le pubblicazioni autonome di questo o quel musicologo, e se c'è qualche limite alla diffusione questo è rappresentato semmai dagli organi di informazione dei Paesi e quindi dei rispettivi governi che non mostrano spesso sufficiente sensibilità verso la musica d'arte (come accade ad esempio in Italia).
Antonio Malteistaguarda che la critica e la rivalutazione storica è una cosa seria, mica barzellette, ed è necessaria anche perchè altrimenti addio memoria. La fama quella no, non c'entra un ficus: oggi per esempio va di moda[italocialtrone]rasputin ha scritto:Cioè, prima mi nomini due sinonimi (i primi due grassettati) e poi li confondi con la moda
semmai sei te che confondi i concetti, le indagini storiografiche e musicologiche non hanno niente a che vedere con la fama temporanea di qualcuno, la quale semmai come ho detto può essere influenzata dalle mode del momento, soprattutto se parliamo di operazioni pubblicitarie di massa (vedi Allevi) e quindi non ha niente a che vedere con un attendibile giudizio di merito: questo spetta e fortunamente continuerà a spettare agli addetti ai lavori e non alla notorietà di questo o quel presunto artista
Antonio Malteista ha scritto:Antonio Malteista ha scritto:[...]ti posso assicurare che nonostante questa fama nei libri di storia della musica che contano non ci entrerà mai, e non è che sto facendo una scommessa, te lo dico proprio con sicurezza matematica perchè è impossibile!
Ma come, proprio poche righe più sopra mi scriviAntonio Malteista ha scritto:ci sono parecchi esempi di compositori in tutta la storia della musica oggi molto celebri che in vita erano conosciuti poco e male, e sono stati riscoperti solo in seguito proprio grazie a quello che ti ho detto, cioè alla riscoperta e rivalutazione storica
e adesso mi escludi a priori la stessa cosa?? E ribadisci pure la contraddizione:
Guarda che ci sono organismi internazionali che si occupano di queste cose, composti da gente altamente qualificata che proviene da tutte le parti del mondo, i più qualificati studiosi di ogni angolo del pianeta, cioè la critica storica e la storiografia in genere non è uno scherzo o una barzelletta, e soprattutto è un processo che richiede tempi fisiologici che si misurano in intere generazioni mica da un giorno all'altro.
come al solito non hai capito niente e presumo tu non possa capire proprio per una questione banale di mancanza di mezzi non essendo addentro alla musica. Le composizioni di Bach (soprattutto la immensa produzione profana concertistica e per strumenti a tastiera non destinata al culto) erano conosciute poco e male, era noto principalmente per le sue doti proverbiali di improvvisatore all'organo, e comunque era uno notorietà ristretta geograficamente alla sola Germania perchè all'estero non lo conosceva quasi nessuno. Ed era conosciuto poco lui, e conosciute poco e male in Germania le sue composizioni perchè allora non c'erano gli strumenti di divulgazione in primis, e di indagine musicologica poi, necessari per permettere al suo lavoro di ricevere adeguata attenzione.
Ora tieni presente Allevi? ecco Allevi non c'entra un ficus con Bach, siamo proprio agli antipodi: a differenza di Bach, di Allevi oggi si conosce tutto, pure quanti peli ha sul culo (bleah), e anzi al contrario di Bach lo conosciamo benissimo e anzi lo conosciamo pure troppo. La sua musica è mediocre, non è musica d'arte a differenza delle stronzate che va dicendo, è un mediocrissimo pianista e ancora meno mediocre direttore d'orchestra (qui siamo proprio alla blasfemia) oltre ad essere considerato un vero e proprio cialtrone per lo stronzate che proferisce pure con la bocca ogni volta che qualcuno gli appioppa un microfono davanti. Il fenomeno Allevi è solo una schifosa operazione pubblicitaria che con l'arte non ha niente a che spartire, ed è il motivo principale percui il fenomeno Allevi terminerà con la fine di Allevi, come è sempre accaduto per la mediocrità, che dura il tempo di un battito d'ali di mosche, e come tutti i mediocri fortunatamente sarà seppellito dalla storia.
Questa poi è gotica:[...]esattamente come avviene in ambito scientifico dove vige un controllo ferreo[...]
da quando la musica (e l'arte in generale) è soggetta alle stesse regole del metodo scientifico? Ma deliri? Me ne dai un po' anche a me di quella roba che sicuramente stai prendendo?
gli studi critici e musicologici con un minimo di attendibilità essendo analitici sono studi condotti con criteri scientifici a tutti gli effetti, cioè sono studi scientifici a tutti gli effetti. Ma il problema è che tu pensi che i musicologi nei loro saggi scrivano se un autore gli piace o non gli piace al primo ascolto
oppure io in 20 anni che studio non ci ho capito niente, e a quel punto allora spiegamelo tu com'è che si stabilisce il valore di un artista dato che la sai tanto lunga: per caso col "piacere immediato" al primo ascolto?
Non sono certo io a stabilire valori oggettivi per qualcosa di cosí integralmente soggettivo come l'arte. Ma sospetto di sí, che in 20 anni ancora non hai afferrato il concetto, un concetto per capire il quale non occorre avere studiato né musica né storia della musica. Abbiamo una discussione qui - che ora non trovo - incentrata proprio su questo punto, si parlava del cristo morto del Mantegna, era interessante proprio per lo stesso motivo. Se la trovo te la sottopongo.
direi proprio di no, la qualità di un artista e quindi la qualità del suo lavoro non è un fatto soggettivo ma assolutamente oggettivo. Poi ti può anche piacere uno che scrive musica mediocre per carità ci mancherebbe altro, sono fatti tuoi, ma è un altro discorso e come al solito questo dimostra la confusione che hai in testa da profano (non è colpa tua, è comprensibile )
I valori studiati e riconosciuti sinceramente a me importano sega: mi importa quello che piace a me, ed È arte solo per il fatto che mi piace e che IO la considero tale. Vale ovviamente per chiunque, tranne per quelli che si infilano nel culo qualsiasi paracarro se è universalmente riconosciuto come tale dalla storiografia la critica e la rivalutazione storica ricchipremicotillòn.
No caro, non ci siamo.
benissimo: fortunatamente alla storia di quello che piace a te ( ) non gliene frega niente e menomale. Dopodichè fatti tutte le pippe che ti pare su chi ti pare al primo ascolto , la qualità di chi merita fortunatamente è l'unica cosa che resterà nella storia, tutto il resto sono solo chiacchiere da bar
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