Cultura raffinatissima di Roma
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Minsky ha scritto:Sì ma quello che ho proposto io costa cento volte meno.Zeno ha scritto:nessun attrezzo soddisfa maggiormente le donne di questo
Potrebbe essere proporzionale al l'efficacia
Rasputin- ..............
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Rasputin ha scritto:A me sono sempre stati sul cazzo i romanastri, beceri arroganti spocchiosi ed ignoranti.
confermo.Zeno ha scritto:nessun attrezzo soddisfa maggiormente le donne di questo
regà, noi romani facciamo battute sull'impero che abbiamo ereditato, l'ho detto io per prima che abbiamo la spocchia, è nel nostro dna. siamo abituati alla maestosità.
Non potete paragonare il livello di civiltà odierno con quello dell'antica Roma, no?!
Roma è una città meravigliosa, l'altro giorno, nel mio rione, durante dei lavori di ristrutturazione del mercato, hanno trovato una cava di anfore sotto terra. A Roma c'è un'altra città sorrenea.
Ma è diventata invivibile..traffico, smog, troppa gente, mafia capitale...povera Roma. Povero Giulio Cesare.
lupetta- -------------
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Ma che bella roba, la donna, che oramai non capisce piu' niente, lo vorrebbe afferrare per metterselo in bocca, e si ritrova in mano le cinghie con cui ti frusta...che barzellettaMinsky ha scritto:Ma quale incantesimo, con una spesa modestissima posso munirmi di un attrezzo più che sufficiente per soddisfare qualunque donna:marisella ha scritto:Ora mi fai ridere, solo ora leggo questo tuo aforisma...E che confrontano le donne?non mi viene in mente.Alessandro ammazzava uno solo perchè gli faceva ombra, poveretti quelli che tutti i giorni, alle docce, lo confrontavano con quello di Alessandro.Anche io ho sentito queste leggende da Alto Medioevo, e scusate che ricavate da questi confronti?Chi è ben messo non ricava nulla, lo sa che è ben messo. Chi è messo male si abbatte solo di piu', la scienza qui ha fatto solo pochi passi, si taglia il legamento sospensore del pene (all'arcata pubica) e si guadagnano 1-2 cm, per quanto sono fetenti le donne, sai che ci fanno. Poi vi sono aumenti di dametro con iniezioni di acido ialuronico, ma le donne sono fetenti lo stesso, un calcio e ci siamo visti.C'è sempre da chiamare mago Merlino per l'incantesimo.Armok ha scritto:dibattere sull'estensione degli imperi per farne motivo di vanto lo trovo puerile
Confrontare le dimensioni è tipicamente maschile. Infatti i conquistatori erano tutti maschi e lo volevano più grosso, l'impero.
marisella- ---------------------
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Non so se qui c'entra, scusa, vedo altrovemarisella ha scritto:Ma che bella roba, la donna, che oramai non capisce piu' niente, lo vorrebbe afferrare per metterselo in bocca, e si ritrova in mano le cinghie con cui ti frusta...che barzellettaMinsky ha scritto:Ma quale incantesimo, con una spesa modestissima posso munirmi di un attrezzo più che sufficiente per soddisfare qualunque donna:marisella ha scritto:Ora mi fai ridere, solo ora leggo questo tuo aforisma...E che confrontano le donne?non mi viene in mente.Alessandro ammazzava uno solo perchè gli faceva ombra, poveretti quelli che tutti i giorni, alle docce, lo confrontavano con quello di Alessandro.Anche io ho sentito queste leggende da Alto Medioevo, e scusate che ricavate da questi confronti?Chi è ben messo non ricava nulla, lo sa che è ben messo. Chi è messo male si abbatte solo di piu', la scienza qui ha fatto solo pochi passi, si taglia il legamento sospensore del pene (all'arcata pubica) e si guadagnano 1-2 cm, per quanto sono fetenti le donne, sai che ci fanno. Poi vi sono aumenti di dametro con iniezioni di acido ialuronico, ma le donne sono fetenti lo stesso, un calcio e ci siamo visti.C'è sempre da chiamare mago Merlino per l'incantesimo.Armok ha scritto:dibattere sull'estensione degli imperi per farne motivo di vanto lo trovo puerile
Confrontare le dimensioni è tipicamente maschile. Infatti i conquistatori erano tutti maschi e lo volevano più grosso, l'impero.
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Il Messaggero ha scritto:Maxi-truffa in Campidoglio: il «tesoro» del nichel in realtà non vale niente
Giovedì 14 Febbraio 2019 di Lorenzo De Cicco
Maxi-truffa in Campidoglio: il «tesoro» del nichel in realtà non vale niente Una colossale fregatura, un “pacco” da 55 milioni di euro, regolarmente iscritto nel bilancio del Comune di Roma e invece non valeva nemmeno un centesimo di quella roboante cifra. Un po’ Totò truffa, un po’ Pacco, doppio pacco e contropaccotto. Il “pacco” in questione ha le fattezze di un tronchetto di nichel, un filo sottilissimo che srotolato supererebbe i 200 chilometri, spacciato – a questo punto si può dire – per «materiale preziosissimo» e rifilato all’amministrazione della Capitale nel 2011, al posto del cash, per ripagare un vecchio credito.
Solo che al posto di avere nel forziere una pregiatissima fibra, il Campidoglio ora scopre di avere in mano un materiale di scarsissimo valore. 40mila euro al massimo. Bazzecole in confronto al clamoroso prezzo stimato al momento della cessione, con tanto di certificato di qualità firmato da una società svizzera. Carta straccia, alla prova dei fatti. E della serie oltre al danno la beffa, il Comune, in questi anni, ha pure speso la bellezza di 200mila euro per far sorvegliare un tesoro che valeva poco o nulla, con tanto di guardie giurate per scortarlo e proteggerlo. Ora si rischia perfino il danno erariale, oltre al fatto che quei soldi, inseriti nelle manovre finanziarie da anni, creano una discreta falla nei conti capitolini.
LO SCAMBIO
La storia comincia più di vent’anni fa, 1997, quando il Comune di Roma decide di espropriare un grande terreno agricolo per costruirci un deposito di bus. I proprietari dell’appezzamento chiesero un indennizzo di 65 miliardi di lire. Ricorso accolto sia in primo grado che in appello, ma giudicato illegittimo dalla Cassazione nel 2005. Prima che si arrivasse al ribaltamento in terzo grado, i proprietari avevano ceduto il credito a un’altra società, che faceva capo al finanziere Giovanni Calabrò, detto “il marchese”. Il quale con un decreto ingiuntivo, nel 2004, era riuscito a incassare la somma dal Campidoglio. Somma che però, dopo la sentenza del Palazzaccio, avrebbe dovuto essere restituita per intero.
E cos’è il genio? Fantasia, intuizione e velocità d’esecuzione. Ecco allora la pensata: trovandosi in difficoltà finanziarie, la società offrì al Comune una partita di “nichel wire” «in garanzia». Insomma il famoso nastro da 200 chilometri, presentandolo appunto come preziosissimo, tanto che le sue quotazioni, a sentire il Campidoglio, erano rapidamente schizzate dai «36 milioni» iniziali fino a «55.644.344,00 euro». Così si legge nelle carte dell’asta, poi fallita sei volte di fila, con cui il Comune ha provato a piazzare il lotto al miglior offerente, dopo avere ottenuto la «specifica attestazione» di un notaio. Già il fallimento ripetuto della vendita avrebbe dovuto insospettire, ma tant’è.
A metà del 2018, in gran segreto, è intervenuta la Guardia di Finanza. Il nucleo di Polizia economico-finanziaria di Vicenza, su mandato della Procura vicentina, ha messo il nichel sotto sequestro. In Veneto stavano già indagando sul crac di una società del “marchese” Calabrò, che aveva venduto un altro filo di nichel a un’azienda di Montecchio Precalcino. Dopo una perizia, si è scoperto che quel cavo non valeva 15 milioni, come stimato all’inizio, ma poco più di 20 mila euro.
Ed è scattato il campanello d’allarme: vuoi vedere che anche il filo affibbiato al Comune di Roma era un “bidone”? Risposta: sì. Lo ha accertato una nuova, recente perizia. Di cui in Campidoglio sembrano non sapere nulla, se è vero che ancora il 30 gennaio scorso il Comune ha rinnovato un appalto da 57mila euro per «la custodia» del tesoro farlocco, addirittura «fino al 2021».
L’ALLARME
Già nell’aprile del 2018, i revisori dei conti avevano messo in guardia la giunta di Virginia Raggi. E nel rilasciare il parere alla variazione di bilancio, avevano invitato i grillini a «impegnare le somme derivanti dalla vendita del nichel successivamente alla effettiva vendita». Cioè a non considerare i soldi in cassa, prima di averli. E invece... Agli inquilini del Campidoglio ora non resta che ingoiare il rospo e provare a tappare l’ennesima falla nei conti. Col disincanto di chi sperava di avere fatto un affarone e invece si ritrova frodato e senza un cent. Ma come dice Patrick Jane, alias Simon Bake, nella serie The Mentalist, «il segreto di una buona truffa è far sempre sentire la vittima come se avesse il controllo».
https://www.ilmessaggero.it/roma/news/campidoglio_nichel_truffa_tesoro-4298026.html
Eccola qua la "cultura", non solo dei romani, ben s'intende, ma in generale della classe politica italiana. Una massa di ignoranti, fieri di non sapere nulla di matematica e fisica, ma coltissimi in bacio dell'anello papale o delle schifose reliquie, a scelta.
E sì che non ci vuole tanto per informarsi sul valore del nichel, anche un imbecille può leggere una quotazione di borsa valori e trovare che scambia a 14 $ / kg.
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Come ha fatto Roma ad accumulare 12 miliardi di debito storico
Dietro la formula 'Salva-Roma' si cela in realtà il grande buco - stimato attualmente in 12 miliardi di euro - dentro cui sono finiti quasi cinquant'anni di debiti della Capitale. L'altro volto della questione è rappresentato dai tentativi di risolvere il dramma economico-finanziario della Capitale, che è tra le altre cose anche il principale agglomerato urbano del Paese e rappresenterebbe, qualora la questione esplodesse e si arrivasse a quello che in America chiamerebbero lo shutdown, una vera e propria bomba sociale.
Nel 2008, subito dopo l'elezione a sindaco di Gianni Alemanno, il governo di Silvio Berlusconi con Giulio Tremonti alle Finanze venne in soccorso del centrodestra appena arrivato per la prima volta alla guida del Campidoglio.
Così dieci anni fa è stata creata la gestione commissariale del debito storico del Comune di Roma, che raccoglie i passivi maturati dalle casse comunali dalla fine degli anni Cinquanta fino al 2008. Sulla cifra di partenza i pareri restano discordanti, si è parlato più volte di circa 20 miliardi di euro di 'rosso'.
Più chiare invece le modalità con cui i commissari che si sono succeduti hanno rinegoziato l'importo del debito, tramite un finanziamento di 500 milioni di euro annui, 300 forniti dallo Stato e 200 dal Campidoglio tramite l'addizionale Irpef allo 0,4% (la più alta in Italia) e una sovrattassa di 1 euro per ciascun passeggero in partenza dai due aeroporti romani.Tutta la storia di Roma in un buco
Nel grande calderone dei debiti comunali c'è un po' la storia degli ultimi decenni di attività politica cittadina, diluita in circa 1.500 contratti di mutuo. Si parte da poste contabili di natura non del tutto certa legate a dei contenziosi per espropri di terreni effettuati dal Campidoglio in previsione delle Olimpiadi del 1960, si finisce con i prestiti contratti per realizzare le opere in funzione del Giubileo del 2008.
E poi una serie di manovre contabili effettuate tra Comune e gestione commissariale. Di fatto il debito restante è composto al momento da 9 miliardi di componente finanziaria e 3 miliardi di parte commerciale, quest'ultima riguarda per 1 miliardo espropri, per 600 milioni contenziosi e 300 di pagamenti ai fornitori.
In previsione di una possibile crisi di liquidità a partire dal 2022 per le casse del commissario al debito, governo e Campidoglio avevano trovato una nuova formula per liquidare i vecchi debiti di Palazzo Senatorio.
Le casse statali si sarebbero fatte carico principalmente del pagamento degli interessi di un Bond aperto da Palazzo Senatorio con scadenza nel 2048, mentre al Comune sarebbe spettata la liquidazione dei debiti commerciali.
Da questa nuova ripartizione il Campidoglio stimava di ottenere risparmi per 2,5 miliardi nel periodo compreso fino alla scadenza del 2048, ovvero circa 90 milioni di euro l'anno, con cui diminuire progressivamente l'addizionale Irpef, la più alta d'Italia.
Gli esiti dell'ultimo consiglio dei ministri hanno vanificato l'idea. Ma quando si tratta di Roma, si sa che i tempi sono lunghi. Lo dimostra la Storia.
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
No. Ma proprio no.marisella ha scritto:Ma che poi sia così lercia non è vero, noi Italiani buttiamo i rifiuti nei cestini e stiamo in camicia, ma appena ece un po' di sole si vedono questi belgi o irlandesi, rossicci, che siano, spogliarsi ai bar di via veneto, prendere il sole sul torace rossiccio, e buttare carte e cartacce nei giardinetti e non nei cestini, i vigili passeggiano e tacciono, certo c'è sempre poi chi posta la foto di qualche cittadina di provincia, tipo Cuneo, con i cassonetti dell'immondizia tutti in fila e puliti e per forza ci saranno 10mila abitanti, qui 3 milioni e mezzo.Zeno ha scritto:....
Scusa, se volevi fare il Classico, perchè non lo hai fatto?Che hai fatto?Ciao
Il problema di Roma siete voi romani invece. I primi zozzi a buttare la monnezza in giro siete proprio voi.
Zeno ha scritto:ho fatto lo scientifico su insistenze dei miei
e comunque scaricare sugli stranieri (che si tratti di turisti o d'immigrati) la responsabilità del lerciume di Roma lo trovo il top della cafonaggine nostrana
il guaio principale dell'Italia sono gli italiani
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Minsky ha scritto:Il Messaggero ha scritto:Maxi-truffa in Campidoglio: il «tesoro» del nichel in realtà non vale niente
Giovedì 14 Febbraio 2019 di Lorenzo De Cicco
Maxi-truffa in Campidoglio: il «tesoro» del nichel in realtà non vale niente Una colossale fregatura, un “pacco” da 55 milioni di euro, regolarmente iscritto nel bilancio del Comune di Roma e invece non valeva nemmeno un centesimo di quella roboante cifra. Un po’ Totò truffa, un po’ Pacco, doppio pacco e contropaccotto. Il “pacco” in questione ha le fattezze di un tronchetto di nichel, un filo sottilissimo che srotolato supererebbe i 200 chilometri, spacciato – a questo punto si può dire – per «materiale preziosissimo» e rifilato all’amministrazione della Capitale nel 2011, al posto del cash, per ripagare un vecchio credito.
Solo che al posto di avere nel forziere una pregiatissima fibra, il Campidoglio ora scopre di avere in mano un materiale di scarsissimo valore. 40mila euro al massimo. Bazzecole in confronto al clamoroso prezzo stimato al momento della cessione, con tanto di certificato di qualità firmato da una società svizzera. Carta straccia, alla prova dei fatti. E della serie oltre al danno la beffa, il Comune, in questi anni, ha pure speso la bellezza di 200mila euro per far sorvegliare un tesoro che valeva poco o nulla, con tanto di guardie giurate per scortarlo e proteggerlo. Ora si rischia perfino il danno erariale, oltre al fatto che quei soldi, inseriti nelle manovre finanziarie da anni, creano una discreta falla nei conti capitolini.
LO SCAMBIO
La storia comincia più di vent’anni fa, 1997, quando il Comune di Roma decide di espropriare un grande terreno agricolo per costruirci un deposito di bus. I proprietari dell’appezzamento chiesero un indennizzo di 65 miliardi di lire. Ricorso accolto sia in primo grado che in appello, ma giudicato illegittimo dalla Cassazione nel 2005. Prima che si arrivasse al ribaltamento in terzo grado, i proprietari avevano ceduto il credito a un’altra società, che faceva capo al finanziere Giovanni Calabrò, detto “il marchese”. Il quale con un decreto ingiuntivo, nel 2004, era riuscito a incassare la somma dal Campidoglio. Somma che però, dopo la sentenza del Palazzaccio, avrebbe dovuto essere restituita per intero.
E cos’è il genio? Fantasia, intuizione e velocità d’esecuzione. Ecco allora la pensata: trovandosi in difficoltà finanziarie, la società offrì al Comune una partita di “nichel wire” «in garanzia». Insomma il famoso nastro da 200 chilometri, presentandolo appunto come preziosissimo, tanto che le sue quotazioni, a sentire il Campidoglio, erano rapidamente schizzate dai «36 milioni» iniziali fino a «55.644.344,00 euro». Così si legge nelle carte dell’asta, poi fallita sei volte di fila, con cui il Comune ha provato a piazzare il lotto al miglior offerente, dopo avere ottenuto la «specifica attestazione» di un notaio. Già il fallimento ripetuto della vendita avrebbe dovuto insospettire, ma tant’è.
A metà del 2018, in gran segreto, è intervenuta la Guardia di Finanza. Il nucleo di Polizia economico-finanziaria di Vicenza, su mandato della Procura vicentina, ha messo il nichel sotto sequestro. In Veneto stavano già indagando sul crac di una società del “marchese” Calabrò, che aveva venduto un altro filo di nichel a un’azienda di Montecchio Precalcino. Dopo una perizia, si è scoperto che quel cavo non valeva 15 milioni, come stimato all’inizio, ma poco più di 20 mila euro.
Ed è scattato il campanello d’allarme: vuoi vedere che anche il filo affibbiato al Comune di Roma era un “bidone”? Risposta: sì. Lo ha accertato una nuova, recente perizia. Di cui in Campidoglio sembrano non sapere nulla, se è vero che ancora il 30 gennaio scorso il Comune ha rinnovato un appalto da 57mila euro per «la custodia» del tesoro farlocco, addirittura «fino al 2021».
L’ALLARME
Già nell’aprile del 2018, i revisori dei conti avevano messo in guardia la giunta di Virginia Raggi. E nel rilasciare il parere alla variazione di bilancio, avevano invitato i grillini a «impegnare le somme derivanti dalla vendita del nichel successivamente alla effettiva vendita». Cioè a non considerare i soldi in cassa, prima di averli. E invece... Agli inquilini del Campidoglio ora non resta che ingoiare il rospo e provare a tappare l’ennesima falla nei conti. Col disincanto di chi sperava di avere fatto un affarone e invece si ritrova frodato e senza un cent. Ma come dice Patrick Jane, alias Simon Bake, nella serie The Mentalist, «il segreto di una buona truffa è far sempre sentire la vittima come se avesse il controllo».
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Tiriamo su, va'.
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Rasputin ha scritto:
Tiriamo su, va'.
Alberto Fortis docet
Tutto insabbiato. Non se ne sa più niente.
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Dott.ssa Letizia Bonelli ha scritto:[CONTATTO] INTERPELLO PREVENTIVO AI SENSI DEGLI ARTT. 7 E 146 D.
Da Ospite A Admin, Ven 19 Feb 2021 - 12:12
Spettabile società,
Siamo a chiederle l'immediata eliminazione dei vari link avente per oggetto fatti che riguardano la vita professionale del Sig.re Giovanni Calabrò. Notizie che si pongono ormai in permanente stato di antitesi, a discreditare oggettivamente e soggettivamente la persona nonché l'immagine del nostro cliente.
Le notizie specifiche che hanno riguardato la vita professionale del mio cliente, hanno perso allo stato attuale e con il trascorrere del tempo i caratteri dell'interesse pubblico e dell’utilità sociale a tale permanenza.
La richiesta della procedura di oblio ai link del caso assurge e mira a proteggere il presente, in quanto gli accadimenti storici non prevalgono sull'avanzata di cancellazione, non essendo ad oggi emerse nuove notizie in grado di aver risvegliato quell'interesse pubblico che voi assumete permanere.
Link:
⦁ https://atei.forumattivo.com/t6955p75-cultura-raffinatissima-di-roma
Alla luce delle sopra estese considerazioni vi invitiamo a procedere alla cancellazione dei link precedentemente segnalati entro e non oltre tre giorni dal ricevimento della presente.
Cordiali saluti
--
Dott.ssa Letizia Bonelli
Consulente Privacy
Attestato di Qualità rilasciato ai sensi dell'art.7 della legge 4/2013 da parte di FederPrivacy
Corso di Porta Romana, 116
20122 Milano
Tel. +39 02 36591904
Mobile +39 3464026276
Le informazioni trasmesse attraverso la presente e-mail ed i suoi allegati sono diretti esclusivamente al destinatario e devono ritenersi riservati con divieto di diffusione e di uso nei giudizi salva espressa autorizzazione; nel caso di utilizzo senza espressa autorizzazione, verrà effettuata denuncia al competente Consiglio dell’Ordine per violazione dell’art. 28 del Codice Deontologico. La diffusione e la comunicazione da parte di soggetto diverso dal destinatario è vietata dall’art. 616 e ss. c.p. e dal d. l.gs. n. 196/03.
Se la presente e-mail ed si suoi allegati fossero stati ricevuti per errore da persona diversa dal destinatario siete pregati di distruggere tutto quanto ricevuto e di informare il mittente con lo stesso mezzo.
Indirizzo email del mittente: bonelliletizia@oblioreputation.it
Dott.ssa Letizia Bonelli ha scritto:[CONTATTO] DIFFIDA AI SENSI DELL’ART. 17 DEL REG. UE 27.04.26,
Da Ospite A Admin, Ven 22 Ott 2021 - 9:57
Spettabile Società,
Siamo a chiedere la rimozione/dendicizzazione dei vari link avente per oggetto fatti che riguardano la vita professionale del Sig. Giovanni Calabrò.
Notizie che lo stesso vuole eliminare in quanto, data la natura della questione e la gravità del fatto, il mio cliente cliente vorrebbe dimenticare l’accaduto.
Ciò premesso, con la presente istanza inoltro formale richiesta alla S.V., alla cancellazione/deindicizzazione dei dati personali che riguardano il mio cliente.
Link:
1. https://atei.forumattivo.com/t6955p75-cultura-raffinatissima-di-roma
Vi diffido, quindi, alla deindicizzazione o delisting, della url sopra indicata, ai sensi dell'art. 29, comma 2, della legge n. 675 (art. 145 D.Lgs n. 196/2003) e ai sensi della sentenza n.19681 della Cassazione del 22 Luglio 2019, entro e non oltre 3 giorni.
Cordiali saluti
--
Dott.ssa Letizia Bonelli
Consulente Privacy
Indirizzo email del mittente: bonelliletizia@oblioreputation.it
Dott.ssa Letizia Bonelli ha scritto:[CONTATTO] RICHIESTA ANONIMIZZAZIONE
Da Ospite A Admin, Mar 26 Ott 2021 - 10:01
Buongiorno,
Con la presente chiediamo con la massima gentilezza l'anonimizzazione del nominativo del mio cliente, Giovanni Calabrò, dal link sottostante, ai sensi dell'art. 17 del REG. UE 27.04.2016, n. 679/2016.
Link:
1. https://atei.forumattivo.com/t6955p75-cultura-raffinatissima-di-roma
In attesa di vostre,
Vi ringraziamo
Cordiali saluti
--
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Indirizzo email del mittente: legale@oblioreputation.it
Rispondiamo alla Dott.ssa Bonelli:
Questo è un forum di discussione; gli utenti manifestano le proprie opinioni nell'esercizio della libertà di parola e di pensiero.
Art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.»
Art. 21 della Costituzione: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»
Le informazioni utilizzate dagli utenti per supportare le proprie argomentazioni possono essere tratte da notiziari, stampa, media di vario genere. Nel caso specifico sono tratte da un articolo del giornale online "Il Messaggero" che è attualmente ancora accessibile in rete.
Se in futuro l'articolo in questione dovesse essere rimosso dal sito del giornale, ne è stata fatta copia nell'Internet Archive ad imperitura memoria: https://archive.org/details/maxi-truffa-in-campidoglio-il-tesoro-del-nichel-in-realta-non-vale-niente
Cordiali saluti,
lo staff di Atei Italiani
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
[CONTATTO] RICHIESTA RIMOZIONE LINK
Da Ospite A Admin, Oggi alle 12:01
Spettabile Società,
Siamo a chiederle la rimozione e/o deindicizzazione dei vari link contenente per oggetto fatti che riguardano la vita professionale del Sig.re Giovanni Calabrò.
Come da ordinanza n.9147/2020 della Corte di Cassazione, Sez. Civile;
"Il diritto all'oblio è il diritto a non rimanere esposti, senza limiti di tempo, aduna rappresentazione non più attuale della propria persona, con pregiudizio alla reputazione ed alla riservatezza, per la ripubblicazione -a distanza di un importante intervallo temporale destinato ad integrare il diritto ed al cui decorso si accompagni una diversa identità della persona -o il mantenimento senza limiti temporali di una notizia relativa a fatti commessi in passato, che nella sua versione dinamica consiste nel potere, attribuito al titolare del diritto, al controllo del trattamento dei dati personali ad opera di terzi responsabili";
"In materia di diritto all'oblio là dove il suo titolare lamenti la presenza sul web di una informazione che lo riguardi -appartenente al passato e che egli voglia tenere per sè a tutela della sua identità e riservatezza -e la sua riemersione senza limiti di tempo all'esito della consultazione di un motore di ricerca avviata tramite la digitazione sulla relativa query del proprio nome e cognome, la tutela del menzionato diritto va posta in bilanciamento con l'interesse pubblico alla conoscenza del fatto, espressione del diritto di manifestazione del pensiero e quindi di cronaca e di conservazione della notizia per finalità storico-sociale e documentaristica, e può trovare soddisfazione, fermo il carattere lecito della prima pubblicazione, nella rimozione dell'articolo sui motori di ricerca generali, o in quelli predisposti dall'editore".
In aggiunta vorrei ribadire che come da ordinanza n. 9147/2020
“Il diritto all'oblio, nato come "right to be let alone" o diritto ad essere lasciati da soli, espressivo di una tutela che si realizza a mezzo della non menzione della vicenda personale -per una nozione negativa e statica che, più propriamente accostabile al "segreto" e sorretta dall'interesse ad impedire che terzi vengano a conoscenza della notizia, si traduce nel diritto di escludere l'ingerenza di una estranea conoscibilità e pubblicità della sfera dell'intimità propria della persona -si sposta, quanto al suo baricentro, verso l'interesse alla riservatezza o riserbo che preclude la divulgazione e la pubblicizzazione della notizia, nel rilievo che la lesione del diritto alla riservatezza, portato dei mezzi ai diffusione di massa, legittima l'interesse al ricorso a strumenti di tutela oggettiva fondati sul controllo delle modalità e delle tecniche di acquisizione della notizia (in tal senso: Cass. n. 5658 cit., in motivazione).”
A seguito di ciò, ribadiamo nuovamente la volontà di deindicizzazione dell’articolo riguardante il nostro cliente, Giovanni Calabrò, ai sensi del diritto all'oblio a tutela dell'immagine che si può tradurre nella relativa deindicizzazione, in difetto di un persistente interesse pubblico alla conoscenza.
(codice della privacy contenuto nel Testo Unico emanato con il D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali" e direttiva CE 2002/58 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 luglio 2002).
In conclusione le vorrei sottolineare il fatto che il diritto all'oblio, è volto ad impedire che fatti, già legittimamente pubblicati, possano essere rievocati nella rilevanza del tempo trascorso.
Al venir meno dell'attualità della notizia e dell'utilità sociale della prima pubblicazione, si accompagna il vincente rilievo che lo scorrere del tempo modifica la personalità dell'individuo e la ripubblicazione di una notizia già divulgata in un lontano passato può avvalorare una immagine della persona diversa da quella al momento esistente, con lesione della identità personale e della reputazione che alla nuova immagine si accompagna.
Il diritto ad essere dimenticati (right to be forgotten) per i menzionati contenuti consiste, pertanto, nel diritto a non rimanere esposti, senza limiti di tempo, ad una rappresentazione non più attuale della propria persona, con pregiudizio alla reputazione ed alla riservatezza di una notizia relativa a fatti commessi in passato o a vicende nelle quali si è rimasti in qualche modo coinvolti.
Come rilevato da attenta dottrina, accade così che il fatto, completamente acquisito dalla collettività, dopo aver perduto la connotazione pubblica, nell'intervenuto decorso del tempo, con il trascolorare dell'interesse alla sua conoscenza diventa privato e, là dove riproposto, apre lo spazio ai riconoscimento del diritto all'oblio.
Link:
1. https://atei.forumattivo.com/t6955p75-cultura-raffinatissima-di-roma
Alla luce delle sopra estese considerazioni vi invitiamo a procedere alla cancellazione dei link precedentemente segnalati entro e non oltre tre giorni dal ricevimento della presente.
Cordiali saluti
--
OblioReputation
Rispondo nuovamente alla Dott.ssa Letizia Bonelli, giacché è sempre lei a inviarci questi simpatici messaggi, nascondendosi dietro lo pseudonimo di "OblioReputation".
Ho la sensazione molto netta che Lei, Dott.ssa Bonelli, non abbia neppure letto il post in cui si trova il riferimento alla vicenda in cui è coinvolto il suo cliente Sig. Giovanni Calabrò. Infatti - lo posso dire con sicurezza perché il post l'ho scritto io - il Sig. Calabrò non è minimamente preso di mira nel post in questione. Quello che ho voluto stigmatizzare, ed è espresso molto chiaramente in due capoversi in tutto, è l'ignoranza dei pubblici amministratori. Il Sig. Calabrò al contrario nella vicenda ha dimostrato una straordinaria capacità di persuasione, grande ingegno, audacia, creatività. Non nascondo la mia ammirazione, e anche un po' di invidia. Solo, se io fossi al posto del Sig. Calabrò, dopo aver raggranellato qualche decina di milioni non starei certo qui in Cialtronia a farmi tormentare da un governo di mentecatti. Io, sarei in Costarica a godermela. Clima mite, sole e mare, bella gente... "Prendi i soldi e scappa" come insegna Woody Allen. Il quale non è certo un'autorità in materia, ma secondo me in questo c'azzecca.
Dunque, tornando al punto, il Sig. Calabrò non è affatto messo in cattiva luce nel mio commento. Non vi è neppure nominato. Se lui fosse un truffatore di anziani, o un molestatore di bambini, o avesse commesso qualche crimine disgustoso, allora lo avrei in odio, ma non mi risulta che abbia fatto nulla di male. Ha solo approfittato della dabbenaggine dei pubblici amministratori. È una forma di difesa, se vogliamo. Si può condannare una persona perché si difende? Secondo me, no. Anche a me è capitato di subire le malversazioni e le inefficienze oltre che vere e proprie cattiverie, da parte di funzionari pubblici. Il Sig. Calabrò ai miei occhi è quasi un vendicatore. È come Guy Fawkes!
Quelli che ho in odio sono, appunto, i pubblici amministratori. Soprattutto quando sono così idioti e ignoranti - mi perdoni il francesismo - come la merda.
Al pensiero che questi imbecilli, nel tempo che un cane fa "bau", dissipano l'intera somma delle tasse che io pago in un anno col sangue, e al latrato successivo ancora altrettanto, e via così senza interruzione, a questo pensiero mi monta una rabbia che li prenderei a calci in bocca fino al coma.
Ma il Sig. Calabrò no, non ha nulla da temere da me. E se Lei lo avesse chiesto con il dovuto garbo fin da subito, magari si poteva addivenire ad un compromesso per accontentarla. Per esempio cancellando il nome del suo cliente dalla citazione dell'articolo de "Il Messagero". Che poi, non so se l'ha notato, ma ci sono parecchi giornali che riportano la notizia. Forse Lei l'ha notato e ha intimato anche a loro di rimuovere l'articolo, ma evidentemente non le hanno dato retta. Così ha pensato di accanirsi con il forum "Atei Italiani": quattro gatti spellacchiati, me li gioco con un po' di legalese e qualche citazione di leggi e sentenze del tribunale, ha ragionato. Invece niente, e più insiste, meno otterrà. Come Draghi, che vuole costringere tutti a farsi l'inutile e pericoloso vaccino per il covid, ma più ricatta le persone contrarie, meno ottiene.
Eh, a meno che questo strano accanimento verso il forum Atei Italiani non nasconda qualche altro motivo... forse perché siamo una delle poche voci libere rimaste in rete. No, dài. Complottismo.
Allora, gentilissima Dott.ssa Bonelli, se vuole correggere o aggiungere qualcosa alle considerazioni che fin qui ci ha manifestato, o rispondere ai miei chiarimenti, invece di continuare ad inviare email minacciose al recapito dell'amministratore, si iscriva al forum e scriva qui in area pubblica. Per Lei, potremmo fare una promozione straordinaria: l'iscrizione normalmente costerebbe 100 €, ma gliela offriamo gratis. Ci pensi.
Cordialmente,
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Crolla porzione di Acquedotto Marcio nel parco a Roma
Non vedo cosa ci sia di cui stupirsi.
Era marcio.
Non vedo cosa ci sia di cui stupirsi.
Era marcio.
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Minsky ha scritto:Crolla porzione di Acquedotto Marcio nel parco a Roma
Non vedo cosa ci sia di cui stupirsi.
Era marcio.
Una ridondanza, mi pare si chiami
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
Minsky ha scritto:[CONTATTO] RICHIESTA RIMOZIONE LINK
Da Ospite A Admin, Oggi alle 12:01
Spettabile Società,
Siamo a chiederle la rimozione e/o deindicizzazione dei vari link contenente per oggetto fatti che riguardano la vita professionale del Sig.re Giovanni Calabrò.
Come da ordinanza n.9147/2020 della Corte di Cassazione, Sez. Civile;
"Il diritto all'oblio è il diritto a non rimanere esposti, senza limiti di tempo, aduna rappresentazione non più attuale della propria persona, con pregiudizio alla reputazione ed alla riservatezza, per la ripubblicazione -a distanza di un importante intervallo temporale destinato ad integrare il diritto ed al cui decorso si accompagni una diversa identità della persona -o il mantenimento senza limiti temporali di una notizia relativa a fatti commessi in passato, che nella sua versione dinamica consiste nel potere, attribuito al titolare del diritto, al controllo del trattamento dei dati personali ad opera di terzi responsabili";
"In materia di diritto all'oblio là dove il suo titolare lamenti la presenza sul web di una informazione che lo riguardi -appartenente al passato e che egli voglia tenere per sè a tutela della sua identità e riservatezza -e la sua riemersione senza limiti di tempo all'esito della consultazione di un motore di ricerca avviata tramite la digitazione sulla relativa query del proprio nome e cognome, la tutela del menzionato diritto va posta in bilanciamento con l'interesse pubblico alla conoscenza del fatto, espressione del diritto di manifestazione del pensiero e quindi di cronaca e di conservazione della notizia per finalità storico-sociale e documentaristica, e può trovare soddisfazione, fermo il carattere lecito della prima pubblicazione, nella rimozione dell'articolo sui motori di ricerca generali, o in quelli predisposti dall'editore".
In aggiunta vorrei ribadire che come da ordinanza n. 9147/2020
“Il diritto all'oblio, nato come "right to be let alone" o diritto ad essere lasciati da soli, espressivo di una tutela che si realizza a mezzo della non menzione della vicenda personale -per una nozione negativa e statica che, più propriamente accostabile al "segreto" e sorretta dall'interesse ad impedire che terzi vengano a conoscenza della notizia, si traduce nel diritto di escludere l'ingerenza di una estranea conoscibilità e pubblicità della sfera dell'intimità propria della persona -si sposta, quanto al suo baricentro, verso l'interesse alla riservatezza o riserbo che preclude la divulgazione e la pubblicizzazione della notizia, nel rilievo che la lesione del diritto alla riservatezza, portato dei mezzi ai diffusione di massa, legittima l'interesse al ricorso a strumenti di tutela oggettiva fondati sul controllo delle modalità e delle tecniche di acquisizione della notizia (in tal senso: Cass. n. 5658 cit., in motivazione).”
A seguito di ciò, ribadiamo nuovamente la volontà di deindicizzazione dell’articolo riguardante il nostro cliente, Giovanni Calabrò, ai sensi del diritto all'oblio a tutela dell'immagine che si può tradurre nella relativa deindicizzazione, in difetto di un persistente interesse pubblico alla conoscenza.
(codice della privacy contenuto nel Testo Unico emanato con il D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali" e direttiva CE 2002/58 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 luglio 2002).
In conclusione le vorrei sottolineare il fatto che il diritto all'oblio, è volto ad impedire che fatti, già legittimamente pubblicati, possano essere rievocati nella rilevanza del tempo trascorso.
Al venir meno dell'attualità della notizia e dell'utilità sociale della prima pubblicazione, si accompagna il vincente rilievo che lo scorrere del tempo modifica la personalità dell'individuo e la ripubblicazione di una notizia già divulgata in un lontano passato può avvalorare una immagine della persona diversa da quella al momento esistente, con lesione della identità personale e della reputazione che alla nuova immagine si accompagna.
Il diritto ad essere dimenticati (right to be forgotten) per i menzionati contenuti consiste, pertanto, nel diritto a non rimanere esposti, senza limiti di tempo, ad una rappresentazione non più attuale della propria persona, con pregiudizio alla reputazione ed alla riservatezza di una notizia relativa a fatti commessi in passato o a vicende nelle quali si è rimasti in qualche modo coinvolti.
Come rilevato da attenta dottrina, accade così che il fatto, completamente acquisito dalla collettività, dopo aver perduto la connotazione pubblica, nell'intervenuto decorso del tempo, con il trascolorare dell'interesse alla sua conoscenza diventa privato e, là dove riproposto, apre lo spazio ai riconoscimento del diritto all'oblio.
Link:
1. https://atei.forumattivo.com/t6955p75-cultura-raffinatissima-di-roma
Alla luce delle sopra estese considerazioni vi invitiamo a procedere alla cancellazione dei link precedentemente segnalati entro e non oltre tre giorni dal ricevimento della presente.
Cordiali saluti
--
OblioReputation
Rispondo nuovamente alla Dott.ssa Letizia Bonelli, giacché è sempre lei a inviarci questi simpatici messaggi, nascondendosi dietro lo pseudonimo di "OblioReputation".
Ho la sensazione molto netta che Lei, Dott.ssa Bonelli, non abbia neppure letto il post in cui si trova il riferimento alla vicenda in cui è coinvolto il suo cliente Sig. Giovanni Calabrò. Infatti - lo posso dire con sicurezza perché il post l'ho scritto io - il Sig. Calabrò non è minimamente preso di mira nel post in questione. Quello che ho voluto stigmatizzare, ed è espresso molto chiaramente in due capoversi in tutto, è l'ignoranza dei pubblici amministratori. Il Sig. Calabrò al contrario nella vicenda ha dimostrato una straordinaria capacità di persuasione, grande ingegno, audacia, creatività. Non nascondo la mia ammirazione, e anche un po' di invidia. Solo, se io fossi al posto del Sig. Calabrò, dopo aver raggranellato qualche decina di milioni non starei certo qui in Cialtronia a farmi tormentare da un governo di mentecatti. Io, sarei in Costarica a godermela. Clima mite, sole e mare, bella gente... "Prendi i soldi e scappa" come insegna Woody Allen. Il quale non è certo un'autorità in materia, ma secondo me in questo c'azzecca.
Dunque, tornando al punto, il Sig. Calabrò non è affatto messo in cattiva luce nel mio commento. Non vi è neppure nominato. Se lui fosse un truffatore di anziani, o un molestatore di bambini, o avesse commesso qualche crimine disgustoso, allora lo avrei in odio, ma non mi risulta che abbia fatto nulla di male. Ha solo approfittato della dabbenaggine dei pubblici amministratori. È una forma di difesa, se vogliamo. Si può condannare una persona perché si difende? Secondo me, no. Anche a me è capitato di subire le malversazioni e le inefficienze oltre che vere e proprie cattiverie, da parte di funzionari pubblici. Il Sig. Calabrò ai miei occhi è quasi un vendicatore. È come Guy Fawkes!
Quelli che ho in odio sono, appunto, i pubblici amministratori. Soprattutto quando sono così idioti e ignoranti - mi perdoni il francesismo - come la merda.
Al pensiero che questi imbecilli, nel tempo che un cane fa "bau", dissipano l'intera somma delle tasse che io pago in un anno col sangue, e al latrato successivo ancora altrettanto, e via così senza interruzione, a questo pensiero mi monta una rabbia che li prenderei a calci in bocca fino al coma.
Ma il Sig. Calabrò no, non ha nulla da temere da me. E se Lei lo avesse chiesto con il dovuto garbo fin da subito, magari si poteva addivenire ad un compromesso per accontentarla. Per esempio cancellando il nome del suo cliente dalla citazione dell'articolo de "Il Messagero". Che poi, non so se l'ha notato, ma ci sono parecchi giornali che riportano la notizia. Forse Lei l'ha notato e ha intimato anche a loro di rimuovere l'articolo, ma evidentemente non le hanno dato retta. Così ha pensato di accanirsi con il forum "Atei Italiani": quattro gatti spellacchiati, me li gioco con un po' di legalese e qualche citazione di leggi e sentenze del tribunale, ha ragionato. Invece niente, e più insiste, meno otterrà. Come Draghi, che vuole costringere tutti a farsi l'inutile e pericoloso vaccino per il covid, ma più ricatta le persone contrarie, meno ottiene.
Eh, a meno che questo strano accanimento verso il forum Atei Italiani non nasconda qualche altro motivo... forse perché siamo una delle poche voci libere rimaste in rete. No, dài. Complottismo.
Allora, gentilissima Dott.ssa Bonelli, se vuole correggere o aggiungere qualcosa alle considerazioni che fin qui ci ha manifestato, o rispondere ai miei chiarimenti, invece di continuare ad inviare email minacciose al recapito dell'amministratore, si iscriva al forum e scriva qui in area pubblica. Per Lei, potremmo fare una promozione straordinaria: l'iscrizione normalmente costerebbe 100 €, ma gliela offriamo gratis. Ci pensi.
Cordialmente,
Minsky, moderatore di Atei Italiani
Ricevuta ieri:
OblioReputation ha scritto:Buongiorno, siamo Oblioreputation, ci occupiamo di curare l'immagine dei nostri clienti. Volevamo chiederle la cortezza e gentilezza di rimuovere, ai sensi dell'art. 29, comma 2, della legge n. 675 (art. 145 D.Lgs n. 196/2003), due link che si riferiscono a un nostro cliente, Giovanni Calabrò o se ciò non fosse possibile, l'anonimizzazione dello stesso.
I link sono:
https://atei.forumattivo.com/t6955p75-cultura-raffinatissima-di-roma
Attendiamo un suo riscontro e le auguriamo una buona giornata.
--
OblioReputation
Quoto interamente quanto detto da Minsky.
E su questo genere di argomento la posizione è: non ci faremo mai condizionare da nessuno. Difenderemo la libertà di opinione e la possibilità di esprimerla.
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
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mess
No, si chiama ignoranza. Fu costruito dal pretore Quinto Marcio Re nel 144 a C. Attingeva ad alcune sorgenti dell'Aniene, era acqua purissima. Demolito in parte da Sisto V, ora sta crollando del tutto.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Crolla porzione di Acquedotto Marcio nel parco a Roma
Non vedo cosa ci sia di cui stupirsi.
Era marcio.
Una ridondanza, mi pare si chiami
marisella- ---------------------
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Re: Cultura raffinatissima di Roma
marisella ha scritto:No, si chiama ignoranza. Fu costruito dal pretore Quinto Marcio Re nel 144 a C. Attingeva ad alcune sorgenti dell'Aniene, era acqua purissima. Demolito in parte da Sisto V, ora sta crollando del tutto.Rasputin ha scritto:Minsky ha scritto:Crolla porzione di Acquedotto Marcio nel parco a Roma
Non vedo cosa ci sia di cui stupirsi.
Era marcio.
Una ridondanza, mi pare si chiami
Ridondanza era in senso ironico, mi prendi per scemo?
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