Secondo voi lo psicoanalista Freud aveva ragione sulla religione?

In sostanza lui e chi ha seguito le sue teorie, definivano la religione una nevrosi infantile di massa collegata a un blocco psichico infantile e a una perdita di senso della realtà unita all'immaginazione di idee assurde e se posso permettermi di aggiungere un'altra cosa ovvia, con una buona dose di lavaggio del cervello in età infantile, immaginare un tipo in cielo che crea tutto soffiando sul fango, che mette incinta una vergine che poi sale in cielo, il cui figlio trasforma acqua in vino, resuscita gente, cammina sull'acqua, a sua volta resuscita e sale in cielo, un posto in cielo o nelle fiamme, avere allucinazioni visive e uditive, parlare da soli, praticare assurde forme di feticismo con la rappresentazione di un cadavere sfregiato e inchiodato o di una vergine, credere che statue piangano o perdano sangue o che una vasca piena di microrganismi possa mandarti in cielo invece che nelle fiamme o possa guarirti, avere una visione a dir poco malata del sesso ecc. a me fa pensare a un gravissimo disturbo mentale, quello che hanno detto Freud e i suoi sostenitori è nulla in confronto all'inquietante realtà

Non basta il lemma "paura" (magari: generalizzata)?

ugly ha scritto:In sostanza lui e chi ha seguito le sue teorie, definivano la religione una nevrosi infantile di massa collegata a un blocco psichico infantile e a una perdita di senso della realtà unita all'immaginazione di idee assurde e se posso permettermi di aggiungere un'altra cosa ovvia, con una buona dose di lavaggio del cervello in età infantile, immaginare un tipo in cielo che crea tutto soffiando sul fango, che mette incinta una vergine che poi sale in cielo, il cui figlio trasforma acqua in vino, resuscita gente, cammina sull'acqua, a sua volta resuscita e sale in cielo, un posto in cielo o nelle fiamme, avere allucinazioni visive e uditive, parlare da soli, praticare assurde forme di feticismo con la rappresentazione di un cadavere sfregiato e inchiodato o di una vergine, credere che statue piangano o perdano sangue o che una vasca piena di microrganismi possa mandarti in cielo invece che nelle fiamme o possa guarirti, avere una visione a dir poco malata del sesso ecc. a me fa pensare a un gravissimo disturbo mentale, quello che hanno detto Freud e i suoi sostenitori è nulla in confronto all'inquietante realtà

Ai tempi di Freud, paradossalmente, il clero non aveva il potere che ha oggi.

Justine ha scritto:Non basta il lemma "paura" (magari: generalizzata)?

E comunque sí, aveva a mio parere anche più ragione di quanta lui stesso immaginasse...

Non ho ancora trovato qualcuno che sia in grado di ricondurre il motivo per cui è religioso a qualcosa di differente dal volersi sentir bene, volere il bene di tutto (implicitamente la pace sufficiente per coltivare il proprio), guarire dalla paura, immaginare di sapere di più senza riscontro documentato e obiettivo, ma a livello emotivo...
Possono esserci altri motivi?
Se è tutto qui mi pare una questione, come sempre, fine a se stessa...

Justine ha scritto:Non ho ancora trovato qualcuno che sia in grado di ricondurre il motivo per cui è religioso a qualcosa di differente dal volersi sentir bene, volere il bene di tutto (implicitamente la pace sufficiente per coltivare il proprio), guarire dalla paura, immaginare di sapere di più senza riscontro documentato e obiettivo, ma a livello emotivo...
Possono esserci altri motivi?
Se è tutto qui mi pare una questione, come sempre, fine a se stessa...

Mah io uno lo conosco



ammesso e non concesso che religioso lo sia veramente, ovvio

Va beh, per una volta volevo esaminare chi cerca almeno di crederci oltre a quell'aspetto :D

Justine ha scritto:Va beh, per una volta volevo esaminare chi cerca almeno di crederci oltre a quell'aspetto :D

Che poi bisognerebbe vedere cosa si intende per "Essere religioso", potrebbe anche in questo caso calzare a pennello

Minsky ha scritto:Verbitsky: non fidatevi di Bergoglio, è un grande attore

Cavoli a questo qui non sfugge nulla eh

Ogni volta che qualcuno afferma "chi sono io per giudicare", trapelano istinti attoriali di discreta portata

Justine ha scritto:Ogni volta che qualcuno afferma "chi sono io per giudicare", trapelano istinti attoriali di discreta portata

Ma anche semplice ipocrisia (Che poi a guardare la radice etimologica del termine è la stessa cosa )