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QUALI FARMACI USARE IN CHEMIOTERAPIA

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Messaggio Da SauroClaudio Mer 17 Dic 2014 - 0:15

Quali farmaci usare in chemioterapia?? generalmente la chemioterapia si avvale di una quarantina di farmaci che può usare singolarmente o più frequentemente in associazione, generalmente sono associazioni di quattro cinque farmaci. Riporto una tabella semplice-semplice tanto per dare l’idea:
http://www.cancerquest.org/index.cfm?page=573&lang=italian
Come potrete constatare nessuno di questi farmaci non è genotossico o antimetabolita a parte gli ultimi, vincristina, vinblastina, vindesina e vinorelbina (di estrazione dalla Vinco Biloba) che sono inibitori del fuso (poi vedremo di cosa si tratta). Come già detto sono tutti genotossici o antimetabolita. Ciò che è significativo è che gli agenti genotossici non lo sono solo per le cellule tumorali ma per tutte le cellule dell’organismo, e gli agenti antimetabolita non lo sono per le sole cellule tumorali ma per tutte le cellule dell’organismo. Fra i più genotossici in assoluto c’è il cisplatino ed il carboplatino ampiamente usati nelle forme tumorali più aggressive. La caratteristica di questi farmaci è che non hanno nessuna specificità, cioè non è che siano più genotossici per le cellule tumorali che per le cellule normali: si intende colpire il tumore ma si colpisce nello stesso tempo anche tutto l’organismo. Uno degli organi che ne risentono maggiormente è il midollo osseo, per cui in molte terapie chemioterapiche d’urto , sapendo che il midollo osseo viene letteralmente “bruciato” si provvede a fare un espianto di midollo prima della chemioterapia, per poterlo successivamente reimpiantare a chemioterapia avvenuta in modo che il midollo ancora sano abbia modo di rimpiazzare il midollo bruciato. Questa operazione che si esegue abbastanza frequentemente potrebbe essere in teoria attuabile fintanto che l’individuo è abbastanza giovane (fino a 55 anni di età), anche se ultimamente si sono prolungati i tempi ben oltre e non si sa con quale logica, visto che un individuo abbastanza anziano intanto non sopporta terapie d’urto con chemioterapici che gli bruciano il midollo oltre a danneggiare gravemente gli altri organi, ma soprattutto non è successivamente in grado di utilizzare il midollo fresco di reimpianto perché in una struttura scadente non è più in grado di riprodursi e quindi di rimpiazzare il midollo bruciato. Solo questa bella operazione di espianto e di reimpianto costa al SSN circa 200 mila euro. Al di la di questa considerazione relativa al prezzo , che sarebbe nulla se l’individuo guarisse, stà il fatto che, nelle forme altamente aggressive, il tumore puntualmente si ripresenta (nel 98% dei casi), magari a distanza di anni e porta inevitabilmente l’individuo a morte e questo dopo le estreme sofferenze che aveva dovuto subire con la chemioterapia. Bisogna sottolineare anche il fatto che quasi tutti questi farmaci non solo sono genotossici ma sono pure cancerogeni ed allora vien da chiedersi :come si può curare il cancro con un farmaco cancerogeno?. In particolare il cisplatino ed il carboplatino è accertato che possono facilitare le metastasi diffuse, soprattutto al fegato ed ai polmoni, eppure sono fra i farmaci più usati nei coctayl chemioterapici (soprattutto e paradossalmente quando ci sono metastasi) . La chemioterapia ufficiale si avvale del presupposto che ai farmaci chemioterapici siano leggermente più sensibili le cellule tumorali rispetto alle cellule normali, ma con un margine di sensibilità estremamente ristretto, si parla addirittura dello 0,01%. C’è da chiedersi se un espianto di midollo- chemioterapia d’urto- reimpianto di midollo, abbiamo veramente allungato la vita di qualche anno al povero ammalato di tumore. Anche questo è tutto da vedere perché esistono pochissimi studi in merito fra pazienti che non eseguono la chemioterapia e pazienti che si sottopongono a chemioterapia, e questo perché non sottoporre un paziente a chemioterapia se affetto da tumore non è considerato etico. Quindi in nome dell’”etica “ ci sentiamo autorizzati a somministrare i più potenti veleni nella speranza di uccidere il tumore.
Nel 1975 l’oncologo Hardin Jones si recò al congresso di cardiologia dell’Università di Barkeley con una documentazione bomba: una relazione dei risultati su una sua inchiesta sul cancro durata 23 anni e conclusasi quell’anno I risultati: “ Gli ammalati di cancro che avevano rifiutato di opporsi alla chemioterapia erano sopravvissuti in media 12,5 anni, mentre quelli che si erano sottoposti a chemioterapia erano morti in media in soli tra anni” Mi si dirà: “ eravamo nel 1975 ed i farmaci ora sono cambiati, sono più specifici” paradossalmente devo smentirvi, i farmaci sono gli stessi del 1975, con l’aggiunta di qualche farmaco, non meno tossico degli altri. Ma allora mi direte che cosa dobbiamo fare se abbiamo un tumore? La risposta credo sia chiara: “non sottoporsi a nessuna chemioterapia”. Avrete notato che non ho parlato della chirurgia e della radioterapia che possono avere un significato ben preciso e terapeutico soprattutto se il tumore è focalizzato; chiaramente una massa tumorale che occlude l’intestino deve essere tolta e così pure può assumere un significato ben preciso la radioterapia se la massa tumorale è ben focalizzata e senza metastasi diffuse; vedremo poi come altrettanto efficace della radioterapia può essere la terapia termica visto che il tumore è molto più sensibile al calore delle cellule normali; ciononostante la terapia termica è ancora poco applicata, anche se diversi Centri Oncologici si sono provvisti delle macchine per attuarla (non sanno ancora usarle); esistono solo cinque Centri in Italia che la applicano attivamente e con ottimi risultati. Al di la di queste considerazioni possiamo chiederci da che cosa può essere sostituita la chemioterapia se funziona cos’ poco?? Alla luce delle ultime considerazioni, e cioè che le cellule tumorali non sono altro che cellule staminali che hanno perso la direzionalità, e si adeguano ai vari organi a seconda della biochimica di quell’organo, per cui perdono le caratteristiche del tumore iniziale, l’unica strada che possiamo seguire è quella di ripristinare i recettori di comunicazione delle cellule senza ricorrere a provvedimenti estremi che bruciano il midollo osseo (e non solo quello). Numerose sostanze sono emerse ultimamente in questo senso, e sono prevalentemente sostanze che derivano dai vegetali, possiamo citarne solo alcune, i flavonoidi che si è visto sono in grado di ripristinare i recettori G delle cellule tumorali , le antocianine, il coenzima Q, il citrale del limone, il pinalene delle conifere, certe sostanze degli olii essenziali dell’ Iperico, Graviola, Artemisia, oltre ad alcuni oligoelementi come lo zinco, il rame (a piccolissime quantità), il selenio (a piccolissime quantità), e certi minerali come il magnesio ed il calcio. Si è visto inoltre che perché questi elementi possano operare bene sono necessari dosaggi di colecalciferolo e retinolo alti al limite del range terapeutico. Tali sostanze, paradossalmente hanno un azione opposta dei chemioterapici, e cioè stimolano le difese immunitarie senza avere nessuna azione tossica sui vari organi. Abbiamo capovolto la chemioterapia distruttiva in una chemioterapia ricostruttiva, ma questa terapia ancora non si attua perché la medicina è lenta nel cambiare le sue opinioni. Si resta sui protocolli standard e devono essere quelli. In tal modo non è possibile fare nessun paragone fra i due tipi di chemioterapia opposti, perchè rinunciare a quella distruttiva non si ritiene etico, pertanto si continua su quella strada. Chiaramente una chemioterapia ricostruttiva avrebbe la sua massima efficacia se associamo una terapia termica e magari, perché nò, una dieta chetogenica attentamente monitorata. Aspettiamo che la medicina si evolva in questo senso, perché dovrà farlo prima o dopo anche rinunciando agli interessi che possono derivare da una chemioterapia distruttiva. L’evoluzione è sempre lenta , Il Centro Oncologico di Verona si è provvisto dei macchinari per eseguire una terapia termica, però non l’hanno ancora messa in atto perché non c’è nessun tecnico che sappia correttamente usarli. In compenso il Centro Oncologico di Verona sta facendo il dosaggio della Vit D3 a tutti gli ammalati di tumore e stà prescrivento la Vit D a dosi che io ritengo eccessive, mà forse avranno letto l’aricolo comparso sul Scientific American, quello appunto dei ricercatori del Moores Cancer Center dell'Università della California per non parlare degli innumerevoli studi dei Proff. Michael Holick e Prof Jeffrey Bland comparsi ultimamente su numerose riviste mediche. Mà, forse qualcosa si stà svegliando, ma ci vorrà tempo.
Bisognerebbe fare uno studio comparativo fra il cisplatino e/o carboplatino e l'assunzione di due litri di acqua al giorno non solo per la prevenzione ma anche per la cura dei tumori.
Mi risulta che non sia mai stato fatto, per motivi etici, dicono Exclamation

SauroClaudio
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