La donna che ha vissuto due volte: Ecco la prova della reincarnazione. Le testimonianze choc

In realtà si è transumanisti dal primo momento in cui si mette piede sulla Terra, vista la necessità umana di sfruttare artifici tecnologici (siano essi una lancia, un paio di occhiali o robotic suit o, in ultima istanza, l'immortalità) ad oltranza
Ci mancherebbe che non andasse approfondito
Comunque su siti scientifici esteri trovi materiale più acculturante, in Italia si ha una prospezione approssimativa e viene più immaginato come fantascienza, mentre in USA e altri luoghi europei c'è chi già si è fatto criopreservare, etc.
In Italia ha appena aperto il blog di Paradius, quando smonto da smartphone linko qualcosa.
Più che evidente che i sostenitori di aldilà, vite reincarnate e fesserie del genere si troveranno parecchio contraddetti, quando riprenderanno vita (e per davvero, thanks to Science) i primi animali, tra cui non può mancare l'essere umano

P.S. Il Dalai Lama è una figura parecchio sopravvalutata, IMAO

Loki ha scritto:P.S. Il Dalai Lama è una figura parecchio sopravvalutata, IMAO

A me puzza anche di buonismo ipocrita

È un po' come la figura di cristo, non ha detto nulla che un essere umano dotato di un minimo di buonsenso non possa immaginare, eppure vedi gente che si prodiga ad osannare, esigere, fare esegesi, puntare la vita sul fatto che un serbatoio di parlar comune sia vissuto o meno. Boh!

Si tratta di un concetto di cui per sommi capi avevamo parlato anche ieri, ovvero della creazione di chip neuromorfici da parte di Intel, partendo da certi capisaldi http://en.wikipedia.org/wiki/Neuromorphic_engineering

Comunque, tutto ciò per sottolineare che il cervello, per quanto complesso, è più che sottoponibile al reverse engineering; può indubbiamente essere fatto a pezzi, scortecciato, ed essere compreso con la debita pazienza ed esperienza

E' il risultato sarà una "clonazione" in tutto e per tutto della nostra coscienza?
Tutto ciò presuppone la distruzione del "cervello umano"?

Non necessariamente, si può procedere per una differenziazione così come di una replica. Credo che implementeranno molti modelli markoviani per la scelta dei processi, nel caso in cui una persona desideri possedere "due coscienze" (ovvero, essere presente contemporaneamente in due luoghi) alla volta, ad esempio; affinché possano essere correlate ad un medesimo individuo

E come si fa ad "usare" due coscienze? ( perdona l'espressione impropria)
Se io sono in posto e, con l'altra coscienza, sono in un altro posto sarebbe come avere due "inquadrature" di due posti diversi davanti a me?

Sì, il concetto è quello. Diciamo che sarebbe una versione evoluta dello split brain (anche se in questo caso è un emisfero a non sapere che fa l'altro, si tratta sempre di una rimodulazione del concetto di presenza), oppure di una multi-cam (se sei un fruitore di videogiochi, ti sarà capitato di vedere qualche inquadratura in cui vengono mostrati anche 4-5 posti diversi dei livelli di gioco o delle cutscene)

E come è possibile che i due "cervelli" comunichino?
Nel senso come è possibile che io possa avere davanti a me anche l'inquadratura che vede la mia coscienza "clonata"(oltre a quella che vedo io)?

Che legame c'è tra i due "cervelli"(il mio e quello artificiale che contiene la copia della mia coscienza)?

Una delle possibili esemplificazioni è un modello testato sperimentalmente, anche se per altri scopi (che comunque possono essere riadattati) per realizzare una versione "effettivamente funzionante" della telepatia:

http://www.bbc.com/news/science-environment-29093700

La tecnica può molto più di quello che immaginiamo; vedrai che con i BRAIN e Blue Brain project se ne vedranno delle belle. Anche se altri numerosi ricercatori indipendenti si stanno muovendo avanti da soli (purtroppo servono camionate di soldi, e le nazioni sono tirchie, anche quando si tratta di campi rilevanti e preminenti come questi)
Ecco, tra parentesi, perché alcuni preferiscono immaginare cose che non stanno né in cielo né in terra piuttosto che creare scientificamente: c'è un costo, monetario e culturale. Inutile dire che però vale la pena puntare tutto su quest'ultimo, per la gratificazione della scoperta e della conoscenza

Scusa, ho inserito una versione un po' flash della notizia, qui è un pochino più estesa http://www.mirror.co.uk/news/technology-science/science/telepathy-breakthrough-scientists-send-mental-4172617

Recentemente sedicenti "studiosi" hanno di nuovo messo in bocca alla Scienza parole non vere, affermando l'esistenza di aldilà e fandonie varie semplicemente attaccandosi al firing dei neuroni durante lo stadio di morte clinica. A questi signori, chi potrà mai spiegare che morte clinica e biologica sono due cose differenti, la prima appellandosi ad una condizione reversibile (ci sono centinaia di casi), la seconda mandando tutti K.O. in un attimo?
Ringraziamo poi chi parla di morte di soggetti che sono sempre stati in vita, davvero illuminante, per chi non avesse un minimo di intelligenza.
Da notare poi la titolistica italiana sul tema, del tutto sballata e sensazionalistica, atta semplicemente a catturare lettori e popolarità. Bleah
Mi chiedo perché definirsi scienziati, se poi bisogna attaccarsi alle credenze popolari e non ad uno studio ravvicinato dei fenomeni. Ma mi sa che la risposta è quella che ha voluto darsi gente come Eben Alexander: soldi.

Nessuno di loro "sedicenti" studiosi riesce a dare una definizione chiara di "coscienza".
Qualcuno afferma che la "coscienza" possa esistere senza il corpo, ma nessuno spiega come.

Le affermazioni vanno sempre suffragate da "dimostrazioni", soprattutto in ambito scientifico.

Eben Alexander, speculatore da due soldi.

Le testate italiane, in questo senso, sono da galera. Hanno tutti parlato di vita dopo la morte quando era ben chiaro che i soggetti erano e sono vivi, dimostrando di non conoscere il concetto di morte clinica. Qualcuno ne sta già proponendo la modifica dei termini, perché altrimenti si finisce davvero.bisogno di abusare della credulità e della necessità di essere confortati degli inconsapevoli.
Certo che però non capisco come non facciano a considerare una vita eterna con tutte le limitazioni del caso (ehi, dove sono i film e i libri in paradiso?) come qualcosa di appagante e necessario.
Si vede che la gente ha paura di soffrire. Ma il bello è che la morte è proprio l'apice della non percettività; se si soffre è per quello che avviene mentre si è ancora in vita.

Sorry, casino con i quote da cellulare; la versione corretta è la seconda