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Ma che problema c'è se c'è l'inquinamento?

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Messaggio Da ermetesilente Lun 18 Ago 2014 - 12:06

Dal punto di vista del geoide e delle speci che vi vivono (compreso la nostra) cosa comporta l'inquinamento di cui tanto si parla? Tutte le speci non si adatteranno forse a qualunque tipo di ambiente secondo la selezione naturale? Non vi sarebbe semplicemente un'evoluzione in base alle condizioni presenti nell'ambiente?

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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 12:09

Al momento attuale, se finisci in un bagno di torio (in realtà basta un miliardesimo di ppm) muori, ecco che problema è.
La natura si adatta per piccole crisi, non per balzi olimpici; ciò che l'inquinamento odierno "propone" non è decisamente la selettività delle specie, quanto il loro sterminio, indecoroso.

Stessa cosa dicasi per le malattie virali (vedi l'ebola... Perché curarla, tanto si adattano... Heh, magari)

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Messaggio Da ermetesilente Lun 18 Ago 2014 - 12:49

Ma in un certo senso è così. Pensa: sicuramente il bagno nel torio è mortale per noi e l'ebola ci potrebbe distruggere, tuttavia sei certa che non esistano speci in grado di evolvere e di prosperare sottoposte a quelle sostanze?

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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 13:03

Se prendi ad esempio i plastiglomerati (semplificando all'estremo, rocce a carattere plastico, che hanno saputo fronteggiare con il tempo uno dei tanti fronti dell'inquinamento diventando nuovi materiali a tutti gli effetti) è una probabilità ovviamente possibile che un organismo, nel caso in cui le accumulazioni genetiche lo predispongano, si adatti. Tutti noi, ad es. tolleriamo la radioattività naturale emanata dal pianeta; ma al momento come sai gli attacchi nucleari sono sporadici e localizzati, perciò massacrano anziché dare adito ad una evoluzione vera e propria.
Come suggerisci, però, con estrema pazienza i necessari mutamenti avvengono: qualche settimana fa è stata data notizia di alcuni insetti in grado di nuocere alle piantagioni che si pensava fossero protette da pesticidi vecchio stampo; gli agricoltori si sono trovati beffati perché effettivamente queste nuove creaturine "upgraded" risultavano essere in grado di cannibalizzare (in maniera probabilmente simile a quanto accade a noi con la cellulosa, semplicemente espulsa) anche quelle che un tempo erano ritenute scorie.
Gli insetti sono però stati esposti costantemente alla minaccia pesticidi, come sappiamo, e da svariati decenni. Nel momento in cui qualche piccolo pool si trova avvantaggiato a causa, paradossalmente, di qualche errore di trascrizione genica... Avviene il piccolo "miracolo". Il pool disadattato muore in massa, i fortunati si riproducono fino a sostituire tutta la precedente popolazione.
Questo perché evidentemente non tutti i tipi di pesticidi impiegati erano in grado di colpire con eguale forza i gruppi di insetti in oggetto.
Per questo è possibile adattarsi, ma su scala globale il fenomeno inquinamento è diventato così pervasivo che la maggioranza delle specie, noi inclusi, hanno difficoltà adattive.
Controllare, ad esempio, i rapporti tra broncopolmoniti e tumori e qualità della vita cinese, per dire...

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Messaggio Da ermetesilente Lun 18 Ago 2014 - 13:15

Loki ha scritto:Se prendi ad esempio i plastiglomerati (semplificando all'estremo, rocce a carattere plastico, che hanno saputo fronteggiare con il tempo uno dei tanti fronti dell'inquinamento diventando nuovi materiali a tutti gli effetti) è una probabilità ovviamente possibile che un organismo, nel caso in cui le accumulazioni genetiche lo predispongano, si adatti. Tutti noi, ad es. tolleriamo la radioattività naturale emanata dal pianeta; ma al momento come sai gli attacchi nucleari sono sporadici e localizzati, perciò massacrano anziché dare adito ad una evoluzione vera e propria.
Come suggerisci, però, con estrema pazienza i necessari mutamenti avvengono: qualche settimana fa è stata data notizia di alcuni insetti in grado di nuocere alle piantagioni che si pensava fossero protette da pesticidi vecchio stampo; gli agricoltori si sono trovati beffati perché effettivamente queste nuove creaturine "upgraded" risultavano essere in grado di cannibalizzare (in maniera probabilmente simile a quanto accade a noi con la cellulosa, semplicemente espulsa) anche quelle che un tempo erano ritenute scorie.
Gli insetti sono però stati esposti costantemente alla minaccia pesticidi, come sappiamo, e da svariati decenni. Nel momento in cui qualche piccolo pool si trova avvantaggiato a causa, paradossalmente, di qualche errore di trascrizione genica... Avviene il piccolo "miracolo". Il pool disadattato muore in massa, i fortunati si riproducono fino a sostituire tutta la precedente popolazione.
Questo perché evidentemente non tutti i tipi di pesticidi impiegati erano in grado di colpire con eguale forza i gruppi di insetti in oggetto.
Per questo è possibile adattarsi, ma su scala globale il fenomeno inquinamento è diventato così pervasivo che la maggioranza delle specie, noi inclusi, hanno difficoltà adattive.
Controllare, ad esempio, i rapporti tra broncopolmoniti e tumori e qualità della vita cinese, per dire...

Che sia così per noi non lo metto in dubbio, ma lo stesso esempio che tu hai posto all'inizio sui plastiglomerati mi fa pensare che l'inquinamento è tale solo per le speci attualmente esistenti e non per le speci che potrebbero evolvere... d'altronde dimmi... l'inquinamento se portasse all'estinzione della razza umana non verrebbe, in pochi millenni successivi, riassorbito? Intendo dire: con la fine delle fonti dell'inquinamento non cesserebbe esso in tempi brevi? Per cui, tra le poche speci "salvate" non ve ne sarà alcuna che si adatterà perfettamente secondo la selezione naturale?

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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 13:43

Dipende tutto dalla nicchia ecologica in cui ci si trova e, come l'esempio degli insetti lascia immaginare, dalle proporzioni secondo le quali vengono iniettate nel bioma le sostanze. Quello che è certo è che nei millenni è stato il "principio vitale" stesso a sopravvivere (come dimostrato dal Last Universal Common Ancestor, il batterio più radioresistente di sempre, ed in grado di tollerare irradiazioni che mettevano a morte altri "simili" più sfortunati, e che ha dato via alla filogenesi di numerosissime specie), seppur esso attraversi, incarnandosi nei diversi phyla, in forme più o meno adatte al luogo. Per questo sicuramente la fine della specie umana porterebbe ad una parificazione (es. livelli di CO2, monossidi di carbonio, petrolio e derivati ed altre migliaia di componenti) con quelli che si possono ritenere livelli di "inquinamento" base della Terra (anche senza le nostre immissioni nell'atmosfera, vulcani & fenomeni analoghi ci pensano da loro nell'insozzare l'atmosfera, vedere ad esempio cosa accadde al Piñatubo...), tuttavia servono parecchi millenni poiché la radioattività torni a livelli quantomeno accettabili; per cui a seconda di ciò che intendi per inquinamento si va inevitabilmente incontro ad interpretazioni e scenari differenti.
Non escluderei che ad averla vinta, nel caso in cui si ipotizzi la scomparsa umana, possano essere appunto naturalmente organismi con divergenza filogenetica sostanziale rispetto alle specie attuali.

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Messaggio Da Boeche Lun 18 Ago 2014 - 13:49

La risposta più adatta al thread è una citazione di George Carlin:

"il pianeta sta bene, l'umanità è fottuta"

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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 13:50

Hmm... Secondo un approccio umanistico, di certo.
Purtroppo, dall'altro lato dello specchio, se la passano male entrambi

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Messaggio Da ermetesilente Lun 18 Ago 2014 - 14:56

Loki ha scritto:Dipende tutto dalla nicchia ecologica in cui ci si trova e, come l'esempio degli insetti lascia immaginare, dalle proporzioni secondo le quali vengono iniettate nel bioma le sostanze. Quello che è certo è che nei millenni è stato il "principio vitale" stesso a sopravvivere (come dimostrato dal Last Universal Common Ancestor, il batterio più radioresistente di sempre, ed in grado di tollerare irradiazioni che mettevano a morte altri "simili" più sfortunati, e che ha dato via alla filogenesi di numerosissime specie), seppur esso attraversi, incarnandosi nei diversi phyla, in forme più o meno adatte al luogo. Per questo sicuramente la fine della specie umana porterebbe ad una parificazione (es. livelli di CO2, monossidi di carbonio, petrolio e derivati ed altre migliaia di componenti) con quelli che si possono ritenere livelli di "inquinamento" base della Terra (anche senza le nostre immissioni nell'atmosfera, vulcani & fenomeni analoghi ci pensano da loro nell'insozzare l'atmosfera, vedere ad esempio cosa accadde al Piñatubo...), tuttavia servono parecchi millenni poiché la radioattività torni a livelli quantomeno accettabili; per cui a seconda di ciò che intendi per inquinamento si va inevitabilmente incontro ad interpretazioni e scenari differenti.
Non escluderei che ad averla vinta, nel caso in cui si ipotizzi la scomparsa umana, possano essere appunto naturalmente organismi con divergenza filogenetica sostanziale rispetto alle specie attuali.

Quand'anche vi fosse una divergenza filogenetica sostanziale rispetto alle speci attuali da un punto di vista generale, quale sarebbe la differenza per il geoide e per la vita in generale? Nel caso alla fine trionfasse il tuo Last Universal Common Ancestor non sarebbe la stessa identica cosa?

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Messaggio Da Hara2 Lun 18 Ago 2014 - 15:03

Loki ha scritto:Hmm... Secondo un approccio umanistico, di certo.
Purtroppo, dall'altro lato dello specchio, se la passano male entrambi


Il pianeta ha avuto inversioni del polo magnetico, deriva dei continenti, asteroidi, megavulcani...un po' di plastica e di cemento gli fa una sega
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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 15:11

In realtà è difficile prefigurare un vincitore, probabilmente nell'ambito della materia e dei viventi non ci sarà mai. Sarà l'entropia e dunque l'energia "pura e semplice" ad averla vinta... Lo stesso Common Ancestor di cui ti parlavo, pur nella sua indiscutibile resistenza (arcaicamente si è adattato a dosi di radiazioni inverosimili) prima di dare origine alla vita come oggi è intesa (ricordiamo che è un organismo monocellulare) non è riuscito a sopravvivere, ed ha dunque passato la sua eredità a noi. Non ne ha guadagnato troppo, virtualmente, poiché con il passare delle ere nessun organismo è riuscito a recuperare le sue qualità di resistenza, per cui per certi aspetti siamo una sua sorta di "downgrade", prendendo in prestito un termine gergale informatico.
Recentemente l'università dell'Illinois, tra l'altro, ha condotto ulteriori studi su tale batterio e ha capito che una delle possibili cause della fine di questo unicellulare è data dalla incapacità di sintetizzare DNA (in via congetturale, per diffondersi usò RNA ed un controllo complessivo scarso sulla qualità di enzimi e proteine prodotte). Quindi, nonostante la sua genesi da "batterio campione", letteralmente non possedeva grandi mezzi per trasmettere i mutamenti ambientali alla sua, diciamo, "prole".
Non per nulla, l'ultima straordinaria mossa che decretò la fine della sopravvivenza del batterio è stata la nascita del regno pluricellulare; favorito secondo vecchi e nuovi studi da un drammatico incremento di ossigeno nell'aria che finalmente permise alle cellule di organizzarsi indipendentemente e prescindendo dal Common Ancestor.
Un tipico esempio di come non abbia vinto la selezione naturale il più forte, ma... Il più adatto, e diversificato.
Per questo in rapporto alla variabilità genetica possiamo tracciare un profilo degli ipotetici organismi che potrebbero raggiungere il picco massimo di resistenza prima che un evento ex abrupto (che potrebbe come non potrebbe accadere) possa spazzarli via prima di permettere alle loro difese di mostrarsi.

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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 15:15

Hara2 ha scritto:
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Il pianeta ha avuto inversioni del polo magnetico, deriva dei continenti, asteroidi, megavulcani...un po' di plastica e di cemento gli fa una sega

Non sottovaluterei quello che l'umano sarà in grado di fare... Ed almeno fino ad ora, vulcani ed asteroidi non hanno superato la c.d. capacità di carico terrestre...

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Messaggio Da ermetesilente Lun 18 Ago 2014 - 15:30

Loki ha scritto:In realtà è difficile prefigurare un vincitore, probabilmente nell'ambito della materia e dei viventi non ci sarà mai. Sarà l'entropia e dunque l'energia "pura e semplice" ad averla vinta... Lo stesso Common Ancestor di cui ti parlavo, pur nella sua indiscutibile resistenza (arcaicamente si è adattato a dosi di radiazioni inverosimili) prima di dare origine alla vita come oggi è intesa (ricordiamo che è un organismo monocellulare) non è riuscito a sopravvivere, ed ha dunque passato la sua eredità a noi. Non ne ha guadagnato troppo, virtualmente, poiché con il passare delle ere nessun organismo è riuscito a recuperare le sue qualità di resistenza, per cui per certi aspetti siamo una sua sorta di "downgrade", prendendo in prestito un termine gergale informatico.
Recentemente l'università dell'Illinois, tra l'altro, ha condotto ulteriori studi su tale batterio e ha capito che una delle possibili cause della fine di questo unicellulare è data dalla incapacità di sintetizzare DNA (in via congetturale, per diffondersi usò RNA ed un controllo complessivo scarso sulla qualità di enzimi e proteine prodotte). Quindi, nonostante la sua genesi da "batterio campione", letteralmente non possedeva grandi mezzi per trasmettere i mutamenti ambientali alla sua, diciamo, "prole".
Non per nulla, l'ultima straordinaria mossa che decretò la fine della sopravvivenza del batterio è stata la nascita del regno pluricellulare; favorito secondo vecchi e nuovi studi da un drammatico incremento di ossigeno nell'aria che finalmente permise alle cellule di organizzarsi indipendentemente e prescindendo dal Common Ancestor.
Un tipico esempio di come non abbia vinto la selezione naturale il più forte, ma... Il più adatto, e diversificato.
Per questo in rapporto alla variabilità genetica possiamo tracciare un profilo degli ipotetici organismi che potrebbero raggiungere il picco massimo di resistenza prima che un evento ex abrupto (che potrebbe come non potrebbe accadere) possa spazzarli via prima di permettere alle loro difese di mostrarsi.

Che delusione, ho puntato sul perdente come al solito...

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Messaggio Da chef75 Lun 18 Ago 2014 - 16:00

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Messaggio Da Hara2 Lun 18 Ago 2014 - 16:12

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Library/Corbis
Vedi anche


L'asteroide che, piombando sulla Terra circa 66 milioni di anni fa mise fine all'epoca dei dinosauri, innescò anche per decenni un lunghissimo e letale "inverno da impatto". A confermarlo, una recente analisi condotta su antichi sedimenti risalenti alla fine del Cretaceo.

Secondo lo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences dai team di ricercatori guidato da Johan Vellekoop dell'Università di Utrecht in Olanda, dopo la formazione del cratere di Chicxulub le ceneri create dal potentissimo impatto ammantarono in pianeta nell'oscurità, bloccando la fotosintesi delle piante e facendo scendere globalmente le temperature dei mari anche di 7 gradi. Durante questo lungo inverno, enormi uragani si abbatterono sul pianeta.

Lo studio conferma un'ipotesi già diffusa, e cioè che il lungo periodo di freddo e oscurità abbia potato all'estinzione di massa che seguì all'impatto dell'asteroide in una zona che corrisponde all'attuale Yucatan, in Mesico. Tutti i dinosauri, ad eccezione degli uccelli, e moltissime specie di rettili marini e di piante, scomparvero durante quell'antica catastrofe.

Eruzioni vulcaniche, incendi e tsunami contribuirono a moltiplicare gli effetti mortali dell'impatto, le cui conseguenze si protrassero, secondo lo studio, per oltre un secolo
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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 16:22

Certo, ma non mettevo in dubbio questo. Il mio pensiero era rivolto al fatto che se Giove o altri giganti del Sistema Solare non ci porgono una mano nel rendere tecnicamente dei debris o piccoli relitti di asteroidi corpi ben più grandi assorbendo su di loro l'impatto... La Terra se la caverebbe come una Punto lanciata al massimo contro un pilone grande quanto una città intera, se non peggio.

Ciò che oltrepassa le sue naturalmente limitate capacità resistenziali, insomma. Pensa se per qualche motivo un giorno, l'uomo creasse una fonte energetica del calibro di VY Canis Majoris, e per qualche motivo si riversasse il suo impatto sul pianeta... Non ne rimane una briciola, del nostro bel pianeta; questo perché anche per la materia non senziente sembra valere una curiosa legge di selezione naturale

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Messaggio Da primaverino Lun 18 Ago 2014 - 16:30

Loki ha scritto:

Pensa se per qualche motivo un giorno, l'uomo creasse una fonte energetica del calibro di VY Canis Majoris, e per qualche motivo si riversasse il suo impatto sul pianeta... Non ne rimane una briciola, del nostro bel pianeta; questo perché anche per la materia non senziente sembra valere una curiosa legge di selezione naturale

Cioè se l'uomo creasse una fonte di energia pari a quello della stella più grande conosciuta?...  lookaround 
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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 16:42

Primaverino, ti ripeto sempre: non sottovalutare gli umani. Presso il LHC, per dire, sono state fatte collidere particelle d'oro che in una singola frazione di secondo hanno creato temperature superiori ai sette virgola due trilioni di gradi Fahrenheit... Significa che è di parecchio più calda di una "naturale" supernova.

Qual è il problema con VY?

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Messaggio Da primaverino Lun 18 Ago 2014 - 17:29

Loki ha scritto:Primaverino, ti ripeto sempre: non sottovalutare gli umani. Presso il LHC, per dire, sono state fatte collidere particelle d'oro che in una singola frazione di secondo hanno creato temperature superiori ai sette virgola due trilioni di gradi Fahrenheit... Significa che è di parecchio più calda di una "naturale" supernova.

Qual è il problema con VY?

Non ho nessun problema con VY...  mgreen 
Ho solo chiesto come si potrebbe produrre una fonte energetica paragonabile e poi mantenibile in modo stabile (ben oltre l'infinitesimo di secondo di cui parli).
Sto coi piedi per terra.
A me non sono ancora spuntate le ali...
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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 17:44

Con un array di sfere in marmo dal Rawlemon Project è possibile collezionare non esclusivamente la luce solare, bensì anche quella lunare... E come le specifiche del progetto lasciano supporre, non occorrono basi stabili di raccolta (sono flottanti) ora, figurarsi nei prossimi secoli

Di non mettere le ali lo si direbbe agli ingegneri di Curiosity, Spirit, Opportunity... Di tutti i Mars Rover?

Comunque, oltre alle ali, c'è pur sempre il cervello

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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 17:44

Con un array di sfere in marmo dal Rawlemon Project è possibile collezionare non esclusivamente la luce solare, bensì anche quella lunare... E come le specifiche del progetto lasciano supporre, non occorrono basi stabili di raccolta (sono flottanti) ora, figurarsi nei prossimi secoli

Di non mettere le ali lo si direbbe agli ingegneri di Curiosity, Spirit, Opportunity... Di tutti i Mars Rover?

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Messaggio Da primaverino Lun 18 Ago 2014 - 18:04

Loki ha scritto:Con un array di sfere in marmo dal Rawlemon Project è possibile collezionare non esclusivamente la luce solare, bensì anche quella lunare... E come le specifiche del progetto lasciano supporre, non occorrono basi stabili di raccolta (sono flottanti) ora, figurarsi nei prossimi secoli

Di non mettere le ali lo si direbbe agli ingegneri di Curiosity, Spirit, Opportunity... Di tutti i Mars Rover?

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Stai parlando da sola... Buon vaticinio.
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Messaggio Da Hara2 Lun 18 Ago 2014 - 18:05

Loki ha scritto:Con un array di sfere in marmo dal Rawlemon Project è possibile collezionare non esclusivamente la luce solare, bensì anche quella lunare... E come le specifiche del progetto lasciano supporre, non occorrono basi stabili di raccolta (sono flottanti) ora,

Bene, ora me lo traduci in italiano?  moon 
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Messaggio Da Hara2 Lun 18 Ago 2014 - 18:06

E poi cosa c'entra la bomba fuffonica con l'inquinamento?
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Messaggio Da Justine Lun 18 Ago 2014 - 18:28

primaverino ha scritto:
Loki ha scritto:Con un array di sfere in marmo dal Rawlemon Project è possibile collezionare non esclusivamente la luce solare, bensì anche quella lunare... E come le specifiche del progetto lasciano supporre, non occorrono basi stabili di raccolta (sono flottanti) ora, figurarsi nei prossimi secoli

Di non mettere le ali lo si direbbe agli ingegneri di Curiosity, Spirit, Opportunity... Di tutti i Mars Rover?

Comunque, oltre alle ali, c'è pur sempre il cervello

Stai parlando da sola... Buon vaticinio.

Peccato, ci sono centinaia di scienziati alle "mie" spalle (di tutti, visto che di determinate invenzioni beneficeranno anche soggetti troppo deboli per concepirle, giocoforza)

Come se su Marte non spedissero continuamente "roba" (con questo gergo magari si comprende meglio?)

Siccome poi io "vaticino", secondo certe opinioni discutibili...http://www.designboom.com/technology/betaray-spherical-glass-solar-energy-generator-by-rawlemon-12-18-2013/

Non è complesso immaginare come possa funzionare per sistemi energetici di calibri superiori.

In quanto a Marte, credo che anche la carta igienica sappia che esistono decine di rover, alla faccia di chi vuole piedi a terra...
Comunque non faccio che prendere atto della tua scarsa volontà di documentarti e poi di dileggiare me per cose che non vuoi che diventino evidenti con tuo studio personale

Per i prossimi topic, ti pregherei di ignorarmi, tanto finisce sempre così

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Messaggio Da ermetesilente Lun 18 Ago 2014 - 23:36

Loki ha scritto:Certo, ma non mettevo in dubbio questo. Il mio pensiero era rivolto al fatto che se Giove o altri giganti del Sistema Solare non ci porgono una mano nel rendere tecnicamente dei debris o piccoli relitti di asteroidi corpi ben più grandi assorbendo su di loro l'impatto... La Terra se la caverebbe come una Punto lanciata al massimo contro un pilone grande quanto una città intera, se non peggio.

Ciò che oltrepassa le sue naturalmente limitate capacità resistenziali, insomma. Pensa se per qualche motivo un giorno, l'uomo creasse una fonte energetica del calibro di VY Canis Majoris, e per qualche motivo si riversasse il suo impatto sul pianeta... Non ne rimane una briciola, del nostro bel pianeta; questo perché anche per la materia non senziente sembra valere una curiosa legge di selezione naturale

Quando leggo queste cose mi vengono sempre in mente due cose:
1) Serse che frusta il mare per punirlo di non averlo lasciato passare.
2) Montgomery Burns che costituisce un ordigno per oscurare il sole.

Questi due atti di hibris non sono che due exempla degli infiniti al cui termine si troverà quello di cui hai parlato... per questa ragione io ho sempre visto nella scienza, caratterizata da procedure dimostrabili e declinabili pubblicamente, il seme nero dell'irrazionalità, cioè la possibilità stessa (o la ricerca) della volontà di annichilimento finale.

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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 6:01

Non sono di questo avviso. Essere epimeteici ed attendere la fine delle cose come se nulla fosse, rimanendo metaforicamente seduti sul greto di un fiume a guardare, che so, le margherite fino a quando non si chiudono gli occhi per sempre è deleterio perché ci priva della gioia della scoperta, dello spingerci oltre e placare la sete di conoscenza.

L'amore, prendi ad esempio, viene reputato cosa positiva, ma quabti ne escono con cuori spezzati, problemi di salute, omicidi, suicidi e delitti passionali? Non esiste attività umana al riparo dell'irrqzionalità, comunque non promossa dalla Scienza, che rimane anzi la nostra più fedele alleata per capire, catalogare e sviluppare criticamente il pensieri.

L'hybris è spesso benigna. Lo so per esperienza perché letteralmente se in certe situazioni non avessi agito con certa arroganza non vivrei più, ora. Di certo annichilimento acritico e desiderio hubristico di creare oltre i confini dell'attualmente possibile sono però due cose separate. Profondamente diverse...

Strapparci sia dalla debolezza che dal tedio e dai timori esistenziali è il suo scopo.

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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 6:31

Credo perciò debba vigere rigorosa separazione ruolistica tra il vettore scientifico (che definitivamente è uno scardinatore asintotico di quanto è più vicino al vero) e criterio complessivo con cui le scoperte ed i loro frutti vanno applicati.
Del resto, come spesso faccio notare, tutti possediamo uno strumento di distruzione tanto semplice quanto mortifero, una semplice forchetta. Potremmo trafiggere le orbite oculari di chiunque e compromettere i loro cervelli in un quid, eppure non sono le forchette la principale causa di morte al mondo.
Questo ruolo non è occupato dalle armi, alla luce di tale ragionamento, ma dalla incoscienza umana, che è sintomatica di debolezza e non di volontà di autodeterminazione o potenza.

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Messaggio Da Hara2 Mar 19 Ago 2014 - 9:56

Di nuovo ma che c'entra con l'inquinamento tutto ciò? Sia chiaro che non è che parlo di IT OT che non me ne po frega de meno, ma proprio del nesso tra razionalità, distruzione e quant'altro e il Topic
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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 10:00

Il topic mi sembra relativo ai problemi scientifici ed in certa parte sociali riguardanti l'inquinamento (che ci pare sufficiente causa di parecchi scompensi e dissesti...), poi magari Ermete ci darà una delucidazione, se le risposte sono state soddisfacenti in qualche modo

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Messaggio Da Minsky Mar 19 Ago 2014 - 10:30

FIORELLO CORTIANA ha scritto:19 AGOSTO 2014

Pianeta terra, il budget ecologico è già finito

Domani l'Earth overshoot day: per reggere i nostri consumi ci vorrebbero quattro Italie

Anche nel 2014 intorno al 20 agosto avremo esaurito le risorse naturali annuali a disposizione della specie umana. È l’Earth overshoot day e l’impronta ecologica è l’indicatore utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle.

Viene misurata l’area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e ad assorbire i rifiuti prodotti. È così possibile stimare quanti territori nazionali servirebbero per sostenere il ritmo del consumo di risorse naturali del modello prevalente di sviluppo sul pianeta Terra.

Le diverse superfici vengono uniformate, secondo un peso proporzionale alla sua produttività media mondiale, definendo l’”area equivalente” necessaria per produrre la quantità di biomassa usata da una determinata popolazione (globale o locale che sia), misurata in “ettari globali” (gha).

Il calcolo dell’impronta ecologica è dato dalla relazione tra la quantità dei beni consumati, come cereali, carni, ortaggi ecc. e una costante di rendimento espressa in chilogrammi per ettaro. Il risultato è la superficie necessaria espressa in ettari. La superficie necessaria può anche essere messa in relazione al consumo di energia, considerando l’emissione in tonnellate di CO2 e la relativa estensione di terra forestata necessaria ad assorbirle.

L’impronta mondiale è maggiore della capacità bioproduttiva mondiale. Mathis Wackernagel, uno dei creatori del metodo di misurazione, ha calcolato che nel 1961 l’umanità usava il 70 per cento della capacità globale della biosfera e già nel 1999 era arrivata al 120 per cento.

Sono evidenti i limiti di questo modello di misurazione, fondato essenzialmente sui consumi energetici e l’emissione di CO2 in atmosfera in relazione alla superficie terrestre, con la sostanziale sottovalutazione o non considerazione del consumo/compromissione di risorse non rinnovabili dovuto, ad esempio, alla moltiplicazione di scorie ed emissioni radioattive o all’inquinamento delle acque. Non è però trascurabile la coincidenza di queste indicazioni con quelle definite con il modello messo a punto dall’Mit, su richiesta del club di Roma e aggiornato nei decenni, per misurare i «limiti dello sviluppo».

L’evoluzione dell’analisi con il calcolo di azioni e retroazioni, la considerazione dei parametri più ampi e complessi, l’utilizzo del software più avanzato, hanno confermato le conclusioni del primo rapporto: viviamo al di sopra dei mezzi che la Terra ci mette a disposizione.

L’attuale modello di sviluppo fondato sulla crescita quantitativa illimitata farà i conti con i limiti di risorse disponibili e rinnovabili entro i prossimi cento anni.
I limiti delle risorse della Terra sono assoluti ma il modello di sviluppo energivoro e consumista che adottiamo non è un limite ineluttabile, tale da giustificare fatalismi edonistici e non prestare ascolto ad antipatiche Cassandre. Questo modello dissipativo e irresponsabile è un vincolo, come tale aggirabile e superabile.

È una questione culturale ed esistenziale, che riguarda i costumi e i consumi, la ricerca e l’innovazione tecnologica e organizzativa, per questo la politica è chiamata direttamente in causa. Qualità e sobrietà non significano pauperismo, non si tratta tanto di ridurre i tassi dello sviluppo, quanto la sua direzione e la sua natura costitutiva affinché gli attuali e futuri abitanti della Terra abbiano uguali opportunità per la realizzazione del loro piano di vita.

Il calcolo dell’impronta ecologica dice che ci vorrebbero due Cine e mezza per reggere l’impronta di quella attuale, quasi due Usa per gli States e così per l’India, mentre ci vogliono quattro Italie per reggere i consumi odierni del Bel Paese.

Sarebbe sciocco e inutile polemizzare intorno a questi modelli analitici e alla loro capacità di rappresentare e misurare problemi complessi e multidimensionali. È invece necessario confrontarsi sull’efficacia di politiche pubbliche capaci di fare i conti con la recessione strutturale, che periodicamente è inesorabilmente ci viene confermata da tutti gli indicatori classici ed ufficiali. Una recessione intrinsecamente legata al nostro definito e vincolante modello di sviluppo, che misura tutto in termini finanziari, attribuendo valori nominali che spesso si rivelano bolle devastanti.

Edgar Morin propone l’accezione di «Terra Matria», una patria comune generativa che ricompone in un abbraccio fecondo la sfera biologica, con i suoi tempi evolutivi e rigenerativi, e la sfera antropologica, con tutti i possibili sviluppi scientifici e tecnologici tra i quali scegliere con responsabilità e precauzione cosa applicare. Noi italiani potremmo iniziare a definire una politica industriale a partire dalle filiere delle energie rinnovabili, dai crediti di imposta per la ricerca agli incentivi per l’installazione, dalla riduzione dei consumi al riuso dell’esistente, dalla manutenzione e rinaturalizzazione del territorio e dalla salvaguardia della sua bellezza.

Potremmo iniziare a declinare il concetto di responsabilità condivisa come pratica di cittadinanza attiva e come partecipazione informata al processo deliberativo. Come è possibile non pensare ora ad un piano industriale fondato sulla green economy? Come è possibile non pensare alle costituende città metropolitane e alla loro funzione/organizzazione come a smart cities con reti sociali responsabilizzate?

Abbiamo un appuntamento importante con l’Expo 2015, stiamo mettendo in luce la rappresentazione del luogo comune che vuole l’Italia arruffona e imbrogliona, ma sappiamo che c’è tanto altro di qualitativo ed esemplare, dentro questo appuntamento, da mettere in relazione con il mondo.

Dare corpo alla definizione di una autorità mondiale per l’acqua, condivisa con i Paesi partecipanti, sarebbe un contributo significativo, non solo per un evento finalizzato a «Nutrire il pianeta, energia per la vita» ma per contribuire a ridurre il peso dell’impronta ecologica salvaguardando un bene comune.

http://www.europaquotidiano.it/2014/08/19/pianeta-terra-il-budget-ecologico-e-gia-finito/

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Messaggio Da ermetesilente Mar 19 Ago 2014 - 10:30

Loki ha scritto:Non sono di questo avviso. Essere epimeteici ed attendere la fine delle cose come se nulla fosse, rimanendo metaforicamente seduti sul greto di un fiume a guardare, che so, le margherite fino a quando non si chiudono gli occhi per sempre è deleterio perché ci priva della gioia della scoperta, dello spingerci oltre e placare la sete di conoscenza.

L'amore, prendi ad esempio, viene reputato cosa positiva, ma quabti ne escono con cuori spezzati, problemi di salute, omicidi, suicidi e delitti passionali? Non esiste attività umana al riparo dell'irrqzionalità, comunque non promossa dalla Scienza, che rimane anzi la nostra più fedele alleata per capire, catalogare e sviluppare criticamente il pensieri.

L'hybris è spesso benigna. Lo so per esperienza perché letteralmente se in certe situazioni non avessi agito con certa arroganza non vivrei più, ora. Di certo annichilimento acritico e desiderio hubristico di creare oltre i confini dell'attualmente possibile sono però due cose separate. Profondamente diverse...

Strapparci sia dalla debolezza che dal tedio e dai timori esistenziali è il suo scopo.

Concordo che l'hybris possa essere benigna, però è il concetto stesso che a mio avviso implica l'irrazionalità, il che non è affatto una svalutazione... intendo dire che qualunque volontà di conoscere, sia essa filosofica che scientifica deve necessariamente avere alla sua base l'hybris e necessariamente questo impulso non è esclusivamente razionale, ma a mio avviso attinge ad altre risorse del singolo e del genere, cioè a quelle irrazionali, corporee, poetiche, immaginative.

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Messaggio Da ermetesilente Mar 19 Ago 2014 - 10:33

Hara2 ha scritto:Di nuovo ma che c'entra con l'inquinamento  tutto ciò?  Sia chiaro che non è che parlo di IT OT che non me ne po frega de meno,  ma proprio del nesso tra  razionalità,  distruzione e quant'altro e il Topic

E' palese, il discorso si è evoluto da quello originario sull'inquinamento, le cui risposte mi avevano lasciato totalmente soddisfatto sull'argomento specifico, che può però essere ripreso in qualunque momento.

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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 10:34

Avevo proprio ieri sera una discussione aperta secondo cui tutte le emozioni non vengono ingenerate senza un presupposto logico e dunque razionalmente conoscibile. Il motivo per cui ci innamoriamo di "quella" persona, il motivo per cui troviamo quell'altra "odiosa" sono tutti elementi costituiti, per quanto emotivamente palesati, da componenti prettamente personalistico-valutative e dunque razionali.

Più che di hybris parlerei di una superfetazione del necessario "struggle for survival", del resto un organismo fa quanto le condizioni attuali (e quelle immaginate nel futuro) gli richiedono per sopravvivere; e nell'era della conoscenza e dell'infotainment non si può prescindere dallo spendere queste risorse, fosse anche non per acquisire un vantaggio di tipo competitivo sugli altri, come personalmente auspico.

Ma qui rischiamo veramente di finire OT, non so se continuare...

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Messaggio Da ermetesilente Mar 19 Ago 2014 - 10:48

Loki ha scritto:Avevo proprio ieri sera una discussione aperta secondo cui tutte le emozioni non vengono ingenerate senza un presupposto logico e dunque razionalmente conoscibile. Il motivo per cui ci innamoriamo di "quella" persona, il motivo per cui troviamo quell'altra "odiosa" sono tutti elementi costituiti, per quanto emotivamente palesati, da componenti prettamente personalistico-valutative e dunque razionali.

Più che di hybris parlerei di una superfetazione del necessario "struggle for survival", del resto un organismo fa quanto le condizioni attuali (e quelle immaginate nel futuro) gli richiedono per sopravvivere; e nell'era della conoscenza e dell'infotainment non si può prescindere dallo spendere queste risorse, fosse anche non per acquisire un vantaggio di tipo competitivo sugli altri, come personalmente auspico.

Ma qui rischiamo veramente di finire OT, non so se continuare...

In questo senso però anche la poesia avrebbe presupposti logici e razionalmente conoscibili in quanto deriva comunque da componenti personalistiche - valutative, anche quelle maggiormente surreali o simboliche...

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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 10:50

Certamente, è così.

A. Conan Doyle si esprimeva così:

non c'è codice concepito dalla mente umana che mente umana non possa decifrare.

Si può fare una sorta di "reverse-engineering" sui pensieri e capire, anche negli ambiti più astratti, perché un soggetto prediliga certi immaginari piuttosto che altri.

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Messaggio Da ermetesilente Mar 19 Ago 2014 - 11:02

Loki ha scritto:Certamente, è così.

A. Conan Doyle si esprimeva così:

non c'è codice concepito dalla mente umana che mente umana non possa decifrare.

Si può fare una sorta di "reverse-engineering" sui pensieri e capire, anche negli ambiti più astratti, perché un soggetto prediliga certi immaginari piuttosto che altri.

Ne "gli omini danzanti" lo afferma, quando si trova dinnanzi a un codice di omini che ballano, così ricordo.

Non sono d'accordo con te, ma sul momento non so motivare perchè la poesia e la scienza stessa nascano da una sorgente irrazionale, primigenia e fondativa rispetto alla razionalità stessa quindi bisogna che io mi fermi, temo che non ti accontenteresti di un "è palese che...".  mgreen

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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 11:05

Ma è consequenziale che ogni cosa debba avere una causa...  wink.. Anche l'evoluzione stessa, che è un processo ricorsivo, seppur non teleologico, ne ha.

C'è un motivo per cui una persona risulta più sensibile, che so, ai colori tiepidi ed un altra ai colori freddi; o al dipingere animali piuttosto che i cieli, e così via...

In parte, ciò è dovuto alle esperienze acquisite.

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Messaggio Da Hara2 Mar 19 Ago 2014 - 13:05

Sarà come tu dici, io che ho una certa età e una cultura non poi così scarsa capisco, miei limiti, sì e no la metà di quel che andate dicendo.
Ma anche chi se ne frega  fuma 
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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 13:40

Pazienteremo

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Messaggio Da Hara2 Mar 19 Ago 2014 - 13:58

Occorre voi  facciate il tentativo di fuoriuscire dai confini di ricerca dell'ultimo decennio, la cosiddetta stolta  ecologia autopoietica, attraverso la messa  a fuoco della nozione teoretica fondamentale di coazione alla ecologia, implicando,  cioè, un ripensamento della distinzione tra i vari pian tradizionali,(tecnica e scienza,  ontologia, spiritualità e antropologia  ) attraverso l’elaborazione di un originale “principio di ecofufficità”, alternativo al frantumarsi  di quel vuoto lasciato  dalla cosiddetta "morte della Fuffa"
Al fine inoltre di dischiudere nuovi orizzonti alla doverosa considerazione critica  della Fuffa non si possono ignorare inoltre i contributi e le contaminazioni dovute, ad esempio, alla psicologia, alle neuroscienze, alla linguistica, alla psicolinguistica, alla glottologia, all’ermeneutica, alla fonologia, alla semiotica, alla sociolinguistica, e alla lessicografia. Stando alle moderne correnti di ecologia postculturale, che in realtà si differenzia dall'ecologia costruttivista in due punti:
1. la contestualizzazione dell'Immediato come partecipazione ecodeontica
2. l'identificazione dello Stoma vegetale con la cogenza del divenire antropologico (sebbene non di classe in senso dialettico).

E volendo, anche in
3. la classificazione strutturale della massa antropica come sineddoche.


( Hara appunti alle lezioni della Accademia della fuffa)
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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 14:07

Forse se tu leggessi con la dovuta cura, noteresti che in quello che viene scritto c'è un senso che ha consentito ad Ermete e a me di prolungare il nostro pacifico scambio.

Comportiamoci da persone decenti e smettiamola con queste sciocchezze, per favore, che non portano da nessuna parte


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Messaggio Da Hara2 Mar 19 Ago 2014 - 14:12

Loki ha scritto:Avevo proprio ieri sera una discussione aperta secondo cui tutte le emozioni non vengono ingenerate senza un presupposto logico e dunque razionalmente conoscibile. Il motivo per cui ci innamoriamo di "quella" persona, il motivo per cui troviamo quell'altra "odiosa" sono tutti elementi costituiti, per quanto emotivamente palesati, da componenti prettamente personalistico-valutative e dunque razionali.

Più che di hybris parlerei di una superfetazione del necessario "struggle for survival", del resto un organismo fa quanto le condizioni attuali (e quelle immaginate nel futuro) gli richiedono per sopravvivere; e nell'era della conoscenza e dell'infotainment non si può prescindere dallo spendere queste risorse, fosse anche non per acquisire un vantaggio di tipo competitivo sugli altri, come personalmente auspico.

Ma qui rischiamo veramente di finire OT, non so se continuare...

Loki ha scritto:Certamente, è così.

A. Conan Doyle si esprimeva così:

non c'è codice concepito dalla mente umana che mente umana non possa decifrare.

Si può fare una sorta di "reverse-engineering" sui pensieri e capire, anche negli ambiti più astratti, perché un soggetto prediliga certi immaginari piuttosto che altri.

Loki ha scritto:Ma è consequenziale che ogni cosa debba avere una causa...  wink.. Anche l'evoluzione stessa, che è un processo ricorsivo, seppur non teleologico, ne ha.

C'è un motivo per cui una persona risulta più sensibile, che so, ai colori tiepidi ed un altra ai colori freddi; o al dipingere animali piuttosto che i cieli, e così via...

In parte, ciò è dovuto alle esperienze acquisite.

Loki ha scritto:Forse se tu leggessi con la dovuta cura, noteresti che in quello che viene scritto c'è un senso che ha consentito ad Ermete e a me di prolungare il nostro pacifico scambio.

Comportiamoci da persone decenti e smettiamola con queste sciocchezze, per favore, che non portano da nessuna parte


E secondo te il quotato blablabla su tutto e su niente porta da qualche parte?  ahahahahahah 

Ma non ti prendere troppo sul serio che è ridicolo, signorina "lei non sa chi sono io" ahahahahahah
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Messaggio Da primaverino Mar 19 Ago 2014 - 14:22

Hara2 ha scritto:Occorre voi  facciate il tentativo di fuoriuscire dai confini di ricerca dell'ultimo decennio, la cosiddetta stolta  ecologia autopoietica, attraverso la messa  a fuoco della nozione teoretica fondamentale di coazione alla ecologia, implicando,  cioè, un ripensamento della distinzione tra i vari pian tradizionali,(tecnica e scienza,  ontologia, spiritualità e antropologia  ) attraverso l’elaborazione di un originale “principio di ecofufficità”, alternativo al frantumarsi  di quel vuoto lasciato  dalla cosiddetta "morte della Fuffa"
Al fine inoltre di dischiudere nuovi orizzonti alla doverosa considerazione critica  della Fuffa non si possono ignorare inoltre i contributi e le contaminazioni dovute, ad esempio, alla psicologia, alle neuroscienze, alla linguistica, alla psicolinguistica, alla glottologia, all’ermeneutica, alla fonologia, alla semiotica, alla sociolinguistica, e alla lessicografia. Stando alle moderne correnti di ecologia postculturale, che in realtà si differenzia dall'ecologia costruttivista in due punti:
1. la contestualizzazione dell'Immediato come partecipazione ecodeontica
2. l'identificazione dello Stoma vegetale con la cogenza del divenire antropologico (sebbene non di classe in senso dialettico).

E volendo, anche in
3. la classificazione strutturale della massa antropica come sineddoche.


( Hara appunti  alle lezioni della Accademia della fuffa)

E qui ti sbagli, gentile amico, poiché non consideri l'epistemica e l'eidetica del "reverse-engeneering" che sottostà al fulcro del nuovo scientismo che potenzialmente esprimesi tramite l'ermetismo iniziante e soffuso nel mentre del costrutto filosofico auto-superante di maniera.
Talché ti parrà chiaro che l'evolversi in senso compiuto dell'epistemilogia di riferimento, qualora ti escluda per mancata filogenesi, difficilmente appropinqua al "per dire" di siffatta guisa.
Consiglio una auto-documentazione del tutto propedeutica al poter interloquire con siffatti genii dato che i tuoi limiti (sarà il comprendonio carente?) ti impediscono di comprenderne l'intima essenza che solo agli "iniziati" è concessa.
Sei vecchio, caro mio... O ti modernizzi o rimani fuori dal main streaming di riferimento.
Non è cosa per pigri (ipse dixit... Che è tutto quel che conta)
Il mondo è cambiato e non è un paese per vecchi.

p.s.: Ogni generazione ritiene di essere più furba di quella precedente e più saggia di quella successiva (cit.)
Il problema nasce quando dei saccentelli che per ragioni anagrafiche sono successivi a tutti, ma non sono ancora precedenti a chicchessia e pur con le labbra che ancor olezzano di latte materno, montano in cattedra parlando molto e assai (condendo il proprio blatericcio di forbito inutile) ma senza dire alcunché.
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Messaggio Da Justine Mar 19 Ago 2014 - 14:25

Siete stati entrambi segnalati alla moderazione per reiterati ad personam

Ora ne parlerete con loro

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Messaggio Da Hara2 Mar 19 Ago 2014 - 14:34

E, non sapendo neanche cosa sia l'ironia e l'autoironia segnalano

Brutta roba la spocchia,  almeno (di la) la hip  saluto...  se la cava da sola senza andare a frugare da mammà
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Messaggio Da primaverino Mar 19 Ago 2014 - 14:38

Loki ha scritto:Siete stati entrambi segnalati alla moderazione per reiterati ad personam

Ora ne parlerete con loro

Certamente!
Mica siano figatelli che corrono a pianger dalla mamma.
Non capisco perché ti lamenti degli ad personam se continui a propugnare personalissime puttanate senza dar spiegazione alcuna se non tramite "ipse dixit" a vario titolo.
Ti ricordo che l'ad auctoritatem non è argomento valido, in quanto fallacia logica.
E' chiaro?
Argomenti ne hai o no?
Idee tue ne hai o no?
O ti limiti ad esprimere il tuo conclamato disadattamento sociale impestando il forum di inutili serque di minchiate mal scritte e per lo più incomprensibili e prese da testi che hai letto e forse nemmeno hai compreso?
Ma chi ti credi di essere?
Ma pensi davvero che basti sproloquiare forbitamente ovvero parlando molto senza dire nulla, per risultare in qualche modo "credibile"?
Torna all'asilo, bimba, che questo è un forum per adulti.
E impara a comunicare invece di dare del "tardo di comprendonio" a chi non s'adegua alla tua spocchia auto-referenziale infarcita di inutili ermetismi.
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Messaggio Da Ospite Mar 19 Ago 2014 - 15:00

Spoiler:

 good post Non ho mai dato tanti verdi nello stesso thread  alle stesse due persone nella stessa giornata

Aggiungo solo era ora !!!!!!!!!!!!!!

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Messaggio Da ermetesilente Mar 19 Ago 2014 - 15:02

Hara2 ha scritto:Occorre voi  facciate il tentativo di fuoriuscire dai confini di ricerca dell'ultimo decennio, la cosiddetta stolta  ecologia autopoietica, attraverso la messa  a fuoco della nozione teoretica fondamentale di coazione alla ecologia, implicando,  cioè, un ripensamento della distinzione tra i vari pian tradizionali,(tecnica e scienza,  ontologia, spiritualità e antropologia  ) attraverso l’elaborazione di un originale “principio di ecofufficità”, alternativo al frantumarsi  di quel vuoto lasciato  dalla cosiddetta "morte della Fuffa"
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Ma se non avesse avuto alcun senso come avremmo potuto fare a comprenderci e anche a dissentire?

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Messaggio Da Hara2 Mar 19 Ago 2014 - 15:06

FUFFA: \"Siete circondati, arrendetevi e uscite con le mani in alto ha scritto:

Crescere le piante su terreni extraterrestri rappresenta un primo tentativo di sviluppare, e spostare, dei microorganismi nel spazio; un fenomeno denominato astroecologia, una nuova disciplina che punta, tra l’altro sembrerebbe con successo, ad estendere ad altri pianeti le nostre attività.

Il professor Michael Mautner dell’Università della Virginia, sta crescendo degli asparagi su un terreno ricavato da un meteorite, essendo fermamente convinto che i microbi e le piante possano svilupparsi in ambienti extraterrestri. Secondo Mautner gli asteroidi contengono tracce di fosfato, nitrato e acqua in grado di far crescere le piante anche su altri pianeti.

L’intento del professore è quello di dimostrare, attraverso l’astroecologia, che con le risorse presenti nello spazio la vita possa durare migliaia di miliardi di anni ed espandersi nella galassia. È il primo passo, fondamentale, per iniziare a concepire una forma di colonizzazione al di fuori dei confini terrestri, all’interno del sistema solare; portare la vita al di fuori della terra risolverebbe notevoli problemi, primo fra tutti quello relativo alla sovrappopolazione, seguito dalla necessità di nuove risorse.

La tecnologia non è poi così lontana dal realizzare una simile idea, soprattutto in luce della possibilità di far crescere esseri viventi su terreni non terrestri. Secondo Mautner, “le condizioni al di fuori del nostro pianeta sono presumibilmente anerobiche, e questo è il grosso problema, ma se riusciamo a trovare forme di vita che possono evolversi su materiali extraterresti (sotto condizioni terrestri), allora possiamo iniziare a parlare di qualche tipo di soluzione. Forse possiamo iniziare ad usare questi materiali in ambienti artificiali che contengono ossigeno”.

E a fare il raccolto ci mandiamo gli extracomunitari  mgreen

@Mandalay
Grazie dei fiori

@ermetesilente

Non so, forse a casaccio?  moon
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