Atei Italiani
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

+3
ToninoScalzo
Minsky
Justine
7 partecipanti

Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Sab 24 Mag 2014 - 13:46

Come da titolo. Se c'è una cosa che mi perplime, della credenza, è come si possa elevare a scopo finale la venerazione di una divinità, oppure la riscossione dei presunti privilegi derivanti dalla medesima, per esser stati "buoni".

A tutti noi è ben chiaro che anche l'esperienza più piacevole del mondo deve necessariamente essere intervallata da altro, scoprire ed interagire con l'ambiente circostante è necessario per vincere la nostra lotta per la sopravvivenza, per quanto non la si possa classificare in ambito teleologico, ma contingente.

Spendere l'eternità, come fede vorrebbe, accostati ad un "paradiso" o in missione per una creatura "divina", in che modo può fornire un concetto di "senso", alla luce della mancanza di un quid che soddisfi una volta per tutte le necessità dell'essere (umano od altro che sia)?

Questione intricata, estrema forse, ma mi piacerebbe leggere che ne pensate.
A voi ;)
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Minsky Sab 24 Mag 2014 - 21:44

Loki ha scritto:...

Questione interessante. Penso di essere arrivato ad una buona spiegazione proprio di recente, dopo una felice intuizione.

Dunque, sono partito da questa osservazione: il credente in sostanza è una persona che si crea un amico immaginario (nella religione cristiana, anche molti amici immaginari: santi e compagnia varia). Ma perché una persona adulta dovrebbe avere bisogno di un amico immaginario? Attenzione! Questa domanda implica che, per un bambino, l'eventualità di creare amici dalla propria fantasia è considerato del tutto accettabile e quasi ovvio. Dunque, da bambini ci vengono raccontate tante favole, e noi ci "crediamo". Ma davvero i bambini credono alle favole? Ne dubito. In effetti, i bambini credono a chi gli racconta le favole: i genitori, o degli adulti "autorevoli", di cui il bambino ha fiducia. Poi ad un certo momento, il bambino diventa smaliziato e si rende conto di cosa è favola e di cosa è realtà. Per esempio, il bambino crede a Babbo Natale ma appena si rende conto che Babbo Natale non esiste lo abbandona senza particolari rimpianti. Per un po', continuerà a ricevere i regali a Natale, e questo è l'importante. Invece, si pretende che continui a credere a Gesù. Anche da adulto. Come è possibile questo? Perché mai Babbo Natale viene abbandonato senza rimpianti e Gesù invece persiste?
Ritengo che la spiegazione possa essere uno shock, un trauma. Sappiamo dalla letteratura psichiatrica che un grave trauma psichico può causare effetti come l'abbandono del contatto con la realtà, il ritiro della mente in un mondo immaginario, nel quale sfuggire al dolore insopportabile dovuto al trauma.
Un abuso, una perdita, uno shock profondo possono essere la causa di questa patologia. E la creazione di un amico immaginario rientra nel novero delle azioni di rifiuto della realtà.
Ma quale sarebbe il trauma che induce la persona a creare l'amico immaginario? Secondo me, nella quasi totalità dei casi si tratta molto semplicemente della presa di coscienza della morte inevitabile. Osserviamo lo scenario: il bambino ha amici immaginari. Questa è una situazione normale e innocua. Nella transizione ad un'età in cui c'è la presa di coscienza, c'è anche l'abbandono degli amici immaginari. Ma immediatamente, nuovi amici immaginari devono sostituire quelli dell'infanzia, per consolare dalla perdita dello stato di felice inconsapevolezza. Qui entra in scena Gesù (o dio o allah o quello che volete). La religione offre un amico immaginario potentissimo, consolatorio e in genere autorevole. Guarda quanta gente ci crede: adulti, molto rispettati, colti, con un'aura di speciale qualità. Credere nella religione è uno stato socialmente apprezzato, che ripaga, che fa acquisire stima e garantisce rispetto. "Un uomo tutto casa e chiesa..." e via così: non solo una credenza accettata, ma incoraggiata, apprezzata, stimata, valutata. Che si può pretendere di meglio? La dottrina è complicatissima, incomprensibile: deve essere una cosa da grandi menti, una cosa vera per forza, guarda quanti filosofi ne hanno ragionato. Tu non fare tante domande, tanto non capiresti una beata mazza delle risposte. Credici e basta. Ti costa niente, ti conviene. E ti fornisce un eccellente amico immaginario in cui rifugiarti, così solo, inerme, spaventato dal trauma di aver scoperto che dovrai morire. L'eternità... che vuol dire? Non importa: vuol dire che intanto ti salvi il culo. Poi quando sarà il momento vedrai, fidati: è bellissimo svolazzare tra le nuvolette rosa e il cielo azzurro insieme agli angioletti. Molto meglio che finire nel nulla.

___________________
Semino dove non mieterò e spargo dove non raccoglierò
Minsky
Minsky
--------------
--------------

Maschio Numero di messaggi : 27846
Età : 70
Località : Codroipo
Occupazione/Hobby : ateo guerriero
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 06.10.11

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Sab 24 Mag 2014 - 22:26

Commento meraviglioso, Minsky. Una volta avevo affiancato ad un'osservazione simile anche la possibilità che l'angoscia del "ritorno" a quello che viene reputato creatore (o creatori, dipende per l'appunto dal background in cui il soggetto cresce) sia la mancata interiorizzazione / il mancato superamento della distanza dai genitori, spesso più un fattore mentale che meramente fisico o geografico.
Il super ego che ci viene formato dai genitori spesso combacia con alcuni degli insegnamenti impliciti contenuti nelle religioni, così come si intersecano con molte norme di convivenza sociale (superate, è vero, ma è un altro discorso). Eradicarlo è impossibile proprio per il motivo che citi, ovvero la fiducia aprioristica, che non si discute, non si mette in "forse".
Allo stesso modo vediamo i reazionari, quando sono alle prese con qualcuno che scredita i fondamenti del loro credo. Come contraddire un'autorità genitoriale, infatti. Punizione e "incarcerazione" immediata in un limbo mentale in cui il bambino che è ancora in noi deve restare, finché non si "redime".
Da come ho posto la questione, sembra quasi che la riproduzione e la genitorialità siano causa di questa latente spinta verso una figura che accolga in maniera incondizionata  :si si: 
Non nego che forse anche l'interpretazione del paradiso si presta ad una similitudine del genere: paradiso come una sorta di utero materno, che accoglie, nutre, protegge e sostiene senza preoccupazioni, in una pace presumibilmente "eterna"...

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da ToninoScalzo Dom 25 Mag 2014 - 12:03

Io credo che il mondo sia assai più cattivello di come appare e allora i suoi abitanti cercano di mascherarsi (si adornano di stratagemmi) per apparire più potenti alla vista dei loro predatori o anche ... per meglio rendere più vulnerabili le loro prede.

Potremmo anche dirla così:
Se Darwin ha capito le leggi che regolano la giungla da un punto di vista hardware (domina il più evoluto, il più forte) … Marx ha capito le leggi che regolano la giungla da un punto di vista software (domina il più materiale, quello che usa meglio il cervello).

E poiché avete parlato di bambini e della loro religiosità, consiglio questo mio post relativo al topic “Atei si nasce o si diventa”…

L’abito non fa il monaco … ma fa il pappagallo!:

___________________
Il profano si limita a distinguere la sincerità dall’ipocrisia!
La persona sacra va ben oltre ... distingue il vero dal falso!
ToninoScalzo
ToninoScalzo
-------------
-------------

Maschio Numero di messaggi : 558
Età : 58
Località : Mantova
Occupazione/Hobby : Impiegato
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 18.01.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Dom 25 Mag 2014 - 21:16

Istigare tutti alla quiete ("Comportati bene, o dio farà questo") è uno stratagemma tipico per ottenere controllo mentale, esattamente come il potere, la paura, le manifestazioni improvvise e apparentemente inintelligibili di estasi o follia.
La cattiveria da sempre propagata nel mondo è sicuramente un altro dei motivi che porta gran parte delle persone a ricercare il cosiddetto "rifugio sicuro", che per un comprensibile meccanismo mentale si desidera possa essere eterno.
Tuttavia, come osserviamo, non aggiunge particolare valore (anzi, non ne aggiunge proprio) alla ricerca del cosiddetto "perché".

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Rasputin Dom 25 Mag 2014 - 21:19

Loki ha scritto:Istigare tutti alla quiete ("Comportati bene, o dio farà questo") è uno stratagemma tipico per ottenere controllo mentale, esattamente come il potere, la paura, le manifestazioni improvvise e apparentemente inintelligibili di estasi o follia.
La cattiveria da sempre propagata nel mondo è sicuramente un altro dei motivi che porta gran parte delle persone a ricercare il cosiddetto "rifugio sicuro", che per un comprensibile meccanismo mentale si desidera possa essere eterno.
[...]

In linguaggio tecnico si chiama "Strategia della tensione".

Nihil sub sole novo...

___________________
You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Merini10
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? 9y7DqPaA_o
Rasputin
Rasputin
..............
..............

Maschio Numero di messaggi : 60926
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 28.10.09

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da ToninoScalzo Lun 26 Mag 2014 - 1:39

Loki ha scritto:La cattiveria da sempre propagata nel mondo è sicuramente un altro dei motivi che porta gran parte delle persone a ricercare il cosiddetto "rifugio sicuro", che per un comprensibile meccanismo mentale si desidera possa essere eterno.
Tuttavia, come osserviamo, non aggiunge particolare valore (anzi, non ne aggiunge proprio) alla ricerca del cosiddetto "perché".
Quindi potremmo anche non dir nulla, tanto ...
E già, lo scopo della nostra bocca è effimero! Ed è effimero anche lo scopo dei nostri occhi, del nostro naso, delle nostre orecchie, del nostro tatto, del nostro gusto …

Ed è proprio questo il vero ed immenso regalo delle religioni istituzionali: l'opinione!
Ah sì? E in che cosa consisterebbe questo eccezionale (e medioevale) regalo?
Che ogni uomo è libero di pensare ciò che vuole, l'importante che a te non interessi. A te devono interessare solamente "le buone novelle" e quelle … solo i miti sanno raccontarle.

Sarà, tuttavia io preferisco l’ateismo vero, quello rivoluzionario, quello di …
Giorgio Gaber ha scritto: La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
http://www.italianissima.net/testi/laliberta.htm

___________________
Il profano si limita a distinguere la sincerità dall’ipocrisia!
La persona sacra va ben oltre ... distingue il vero dal falso!
ToninoScalzo
ToninoScalzo
-------------
-------------

Maschio Numero di messaggi : 558
Età : 58
Località : Mantova
Occupazione/Hobby : Impiegato
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 18.01.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Lun 26 Mag 2014 - 7:42

Potremmo sintetizzare affermando che ogni concetto di scopo è per se effimero.

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da ToninoScalzo Mar 27 Mag 2014 - 19:55

Ricapitoliamo ...
Cos’è che ha uno scopo?
Per il relativista (l'evoluzione del pensiero eliocentrico) … ogni cosa;
per l'egocentrico (involuzione geocentrica) … le sole cose che lo gratificano!

___________________
Il profano si limita a distinguere la sincerità dall’ipocrisia!
La persona sacra va ben oltre ... distingue il vero dal falso!
ToninoScalzo
ToninoScalzo
-------------
-------------

Maschio Numero di messaggi : 558
Età : 58
Località : Mantova
Occupazione/Hobby : Impiegato
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 18.01.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Mar 27 Mag 2014 - 20:06

In verità è forse proprio impossibile attribuire alla nozione in oggetto un valore che la renda definitiva e coadiuvante ultimo alle necessità di un soggetto. Una volta soddisfatte le necessità, che rimane? Un ulteriore pullulare di altri scopi da soddisfare? Dunque non è molto diverso dal vivere nella parzialità e nella soddisfazione contingente, a prescindere dall'opinione personale. È un de facto, si può dire.

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da dr.Quantum Mar 27 Mag 2014 - 22:36

La domanda fa riferimento ad una tautologia esistenziale, la vita come assenza di bisogno in seno a dio.
Molti credenti che programmano tale fine per la vita eterna non si accorgono che stanno puntando sulla negazione della negazione di ciò che è la vita e che dunque accettano un qualcosa di simile all'inesistenza sia di dio che della vita eterna.
dr.Quantum
dr.Quantum
-------------
-------------

Maschio Numero di messaggi : 55
Età : 45
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 12.01.11

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Minsky Mar 27 Mag 2014 - 22:42

dr.Quantum ha scritto:La domanda fa riferimento ad una tautologia esistenziale, la vita come assenza di bisogno in seno a dio.
Molti credenti che programmano tale fine per la vita eterna non si accorgono che stanno puntando sulla negazione della negazione di ciò che è la vita e che dunque accettano un qualcosa di simile all'inesistenza sia di dio che della vita eterna.
Ahah, amico mio, basta osservare banalmente che la vita è cambiamento, quindi l'assenza di cambiamento, la stasi immutabile, o peggio la ripetizione indefinita non può essere vita.

___________________
Semino dove non mieterò e spargo dove non raccoglierò
Minsky
Minsky
--------------
--------------

Maschio Numero di messaggi : 27846
Età : 70
Località : Codroipo
Occupazione/Hobby : ateo guerriero
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 06.10.11

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Mer 28 Mag 2014 - 11:20

Di vivo interesse filosofico dovrebbe essere l'esegesi dello sballo postmortem: fluttuare sempiterni senza aver la possibilità di videogiocare, seguire serie tv o svolgere tanti altri compiti piacevoli è poi così lodevole?

Di certo, sarebbe divertente ammettere che galleggiando dalle parti di Beta Centauri qualche "eterno" si rammentasse, sfruttando il proprio cervello non più esistente, della propria figura di palta avvenuta a diciannove anni con relativa eruttazione alla cena di classe per il festeggiamento del diploma, e numerosi (ben più gravi) altri casi di pubblico ludibrio

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da dr.Quantum Gio 29 Mag 2014 - 9:08

in tal caso, si passerebbe immediatamente a far parte dello spaghetti flying monster:)
dr.Quantum
dr.Quantum
-------------
-------------

Maschio Numero di messaggi : 55
Età : 45
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 12.01.11

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Gio 29 Mag 2014 - 9:20

Se le nostre attitudini rilevano i c.d. "doni" divini, la mia predilezione per la dieta mediterranea è un chiaro segno di appartenenza al FSM, per l'appunto.

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Eshtab Dom 1 Giu 2014 - 23:58

Perchè scrivi così difficile,@ Loki?
Per leggerti, bisogna prendere una cibalgina fast.
 pazzo! 
Potresti  aver scritto una marea di strunzate, o eccelse verità, o robba scontata e ritrita...  Bho
Ma il linguaggio criptico,o meglio auto-referenziale...
Nonono ,non va....

Eshtab
-------------
-------------

Femmina Numero di messaggi : 138
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue0 / 700 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 29.04.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Lun 2 Giu 2014 - 9:09

Eshtab ha scritto:Perchè scrivi così difficile,@ Loki?
Per leggerti, bisogna prendere una cibalgina fast.
 pazzo! 
Potresti  aver scritto una marea di strunzate, o eccelse verità, o robba scontata e ritrita...  Bho
Ma il linguaggio criptico,o meglio auto-referenziale...
Nonono ,non va....

beh, la difficoltà è sempre nella mente di chi legge... In fondo l'idioma è lo stesso per tutti. Dipende di certo dal contesto. 
Non ho particolari diplomi o lauree, ed inoltre fino a qui mi è stato risposto sensatamente...

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da ToninoScalzo Lun 2 Giu 2014 - 10:49

Se riteniamo che chi parla (e solo chi parla) ha il dovere di farsi capire è perché …
La politica capitalistica (in qualità di buona figlia di sua mamma ... la religione) ci ha indotti a credere che tutto (ma proprio tutto-tutto) sia una merce e quindi è nell’interesse di chi parla (vende) spiegare bene nei dettagli quel che intende … se spera di riuscirci a vendere le sue parole.
In realtà noi possiamo parlare per ingannare (rottura), per evidenziare che noi non siamo l'ascoltatore e in questo caso le nostre parole sono davvero merci o frecce dirette al cuore di chi ascolta …
Però possiamo parlare anche per comunicare (unione), per cercare di diventare un tutt’uno con chi è disposto a voler capire le nostre parole ...

<< Se esci portati il parapioggia, ho sentito che oggi verrà un acquazzone >>
<< Parapioggia? Acquazzone? Credimi, esco anche per evitare di sentirti! >>

___________________
Il profano si limita a distinguere la sincerità dall’ipocrisia!
La persona sacra va ben oltre ... distingue il vero dal falso!
ToninoScalzo
ToninoScalzo
-------------
-------------

Maschio Numero di messaggi : 558
Età : 58
Località : Mantova
Occupazione/Hobby : Impiegato
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 18.01.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Lun 2 Giu 2014 - 12:29

Di norma la scrittura asemica/ di ricerca di proporrebbe proprio il compito che evidenzia Tonino alla voce "sbrachiamo il capitalismo", ed è centinaia di volte più intricata... Chi ha confidenza con l'Ulysses o il Finnegans Wake mi capisce.

Comunque, OT concluso...

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Paolo Mar 3 Giu 2014 - 12:10

Ciao ragazzi! Ho letto velocemente saltando alcuni interventi. In ogni caso voglio dare il mio punto di vista.
Per me la causa o melio le radici di questo fenomeno (e mi rifaccio al titolo) sono da ricercarsi in spinte ataviche che sono presenti nell'intera umanità. L'interpretazione che da Minsk, che per altro è quella che va per la maggiore, quella per così dire classica, non mi trova d'accordo. Infatti se così fosse, ovvero la paura della morte con tutto quello che poi ha descritto Minsk, non avrebbe potuto generare la medesima reazione (praticamente uguale in tutto) all'intera umanità, in ogni epoca, in ogni area geografica e in ogni cultura. 

A questo mi si potrà obbiettare che la paura della morte è un istinto comune a tutti gli uomini e in tutte le culture. E questo è vero. Ma quello che io ritengo non possibile è che questa paura/istinto abbia generato in tutti praticamente la medesima reazione, ovvero la creazione dell' amico immaginario. 

Questo mi spinge a ricercare le origini di tale bisogno, che per me altro non è che un mero bisogno del tutto umano, in altre spinte ataviche comuni a tutti gli uomini e che devono avere come effetto una reazione uguale o comunque del tutto simile a tutta l'umanità, in tutte le epoche e culture.

___________________
La questione se  "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.

Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
Paolo
Paolo
--------------
--------------

Maschio Numero di messaggi : 9182
Età : 69
Località : Brescia
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 14.03.10

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Justine Mar 3 Giu 2014 - 12:48

Paolo ha scritto:Ciao ragazzi! Ho letto velocemente saltando alcuni interventi. In ogni caso voglio dare il mio punto di vista.
Per me la causa o melio le radici di questo fenomeno (e mi rifaccio al titolo) sono da ricercarsi in spinte ataviche che sono presenti nell'intera umanità. L'interpretazione che da Minsk, che per altro è quella che va per la maggiore, quella per così dire classica, non mi trova d'accordo. Infatti se così fosse, ovvero la paura della morte con tutto quello che poi ha descritto Minsk, non avrebbe potuto generare la medesima reazione (praticamente uguale in tutto) all'intera umanità, in ogni epoca, in ogni area geografica e in ogni cultura. 

A questo mi si potrà obbiettare che la paura della morte è un istinto comune a tutti gli uomini e in tutte le culture. E questo è vero. Ma quello che io ritengo non possibile è che questa paura/istinto abbia generato in tutti praticamente la medesima reazione, ovvero la creazione dell' amico immaginario. 

Questo mi spinge a ricercare le origini di tale bisogno, che per me altro non è che un mero bisogno del tutto umano, in altre spinte ataviche comuni a tutti gli uomini e che devono avere come effetto una reazione uguale o comunque del tutto simile a tutta l'umanità, in tutte le epoche e culture.

Esattamente. E in più direi anche il fatto che la curva di apprendimento degli strumenti culturali necessari a dismettere certe obiezioni è abbastanza ripida, non tutti hanno voglia di dedicarcisi. Immaginiamo il ragazzino comune o gli anziani che non sanno come si apra uno sportello della credenza studiare superstringhe, vuoti quantomeccanici e affini... Vedrei colpevole anche un certo ricorso alle fallacie logiche, a fiumi. Del tipo: "un panettiere che fa dolci non può non avere un panettiere che lo impasta".

___________________
Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
Justine
Justine
----------
----------

Femmina Numero di messaggi : 15532
Occupazione/Hobby : Qui è l'una antenna
SCALA DI DAWKINS :
La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Left_bar_bleue70 / 7070 / 70La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Right_bar_bleue

Data d'iscrizione : 24.05.14

Torna in alto Andare in basso

La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"? Empty Re: La credenza in un dio (o più dei) può essere veramente definita come uno scopo "finale"?

Messaggio Da Contenuto sponsorizzato


Contenuto sponsorizzato


Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.