DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
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DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
Parte I: La Collina dei Suicidi
di Alan D. Altieri
Questo testo è dedicato a Sbancor: Hey, man, YOU saw it coming!
Gli uomini muoiono,
L’erba muore,
Gli uomini sono erba.
Gregory Bateson, "Sillogismo in Erba"
Un giorno, le banche avranno cessato di esistere.
Al posto della filiale all’angolo, superati tumuli di macerie e carcasse di auto bruciate, attraversati viali-immondezzaio popolati da puttanelle minorenni zeppe di crystal-meth, trans all’ultimo stadio della sifilide e tossici di speedball (cocaina + eroina) dal coltello facile, troveremo (se siamo fortunati ad arrivarci vivi) un magazzino di baratto vestiti e scarpe usate, o anche nuovi/e. Nostri vestiti e nostre scarpe, sia chiaro, ormai non rimane altro da barattare. That’s right, ya miserable commie scumbags: it’s back to the root!
Questo luogo decisamente tetro (niente potenza elettrica, niente acqua corrente, niente servizi igienici), è assediato da orde di mendicanti coperti di cenci putridi, da gente scavata dalla fame e da relitti umani in agonia a causa della disgregazione del servizio sanitario pubblico. Ecco perché il magazzino di baratto, unica forma di "commercio" rimasta, è sorvegliato da nerboruti individui asiatici che portano maschere antigas (là fuori, il lezzo di fogna e di cancrena toglie il respiro), muniti sfollagente e storditori elettrici. Una falange di quegli individui è armata di fucili d’assalto Made-in-Bangladesh, proiettile in canna e sicura alzata, security above all, ya assholes!
Quanto alla sede centrale della banca medesima, è un cavernoso ammasso di rovine annerite dal rogo terminale, ultimo atto della cieca disperazione di decine di migliaia di noi. Le rovine sono ancora transennate da resti di sbarre divorate dalla ruggine e coperte di lichene, retaggio di amministrazioni comunali e governative da tempo inghiottite. Sulla salma di un muro chiazzato di sangue e vomito, affrescato di guano di gabbiani da discarica, puzzolente di urina di cane e feci di ratto, è ancora leggibile la salma di un graffito:
Capitalismo, mercati, globalizzazione...
Bruciate all’inferno!
Lo scenario di cui sopra è ricorrente in tutti slums infetti e devastati che ormai compongono la maggior parte degli agglomerati urbani ("città" è un termine da tempo obsoleto) a tutte le latitudini.
Il giorno in cui le banche avranno cessato di esistere segnerà la "fine del mondo" così come lo abbiamo conosciuto da ben prima della Rivoluzione Industriale in avanti. Il giorno in cui le banche avranno cessato di esistere sarà la suicide hill, collina dei suicidi, di qualcosa che conosciamo già ora. Questo qualcosa ha un nome:
Death Economy, Economia della Morte.
Il fulcro della Death Economy (acronimo DE) è tanto grottescamente semplice nella sua essenza quanto profondamente congenito alla natura (in)umana:
Uccidere per il Possesso
A tutti gli effetti, la DE esiste dall’uomo di Neanderthal, e forse addirittura da prima. Ci si sfondava reciprocamente il cranio (sempre meglio farlo in dieci contro uno solo, possibilmente disarmato, perfetto se storpio o mutilato) a colpi di mazza di selce per la sorgente, il territorio di caccia, la femmina da ingravidare previo stupro di gruppo.
Flash-forward su un arco di alcune migliaia di anni. Da Ramses a Caligola, da Carlo Magno a Timur Lenk, da Napoleone Bonaparte alla Regina Vittoria, da Adolf Hitler a Muhammar Khadafy, la DE è sempre stato l’unico metodo conosciuto di espansione economica. E anche del disastro conclusivo: ben pochi di quei regni/imperi sono sopravvissuti ai loro rispettivi demiurghi, e quand’anche ci siano riusciti non per molto tempo.
Con la Rivoluzione Industriale - vertice DE del lavoro para-schiavista nella seconda metà del Secolo XIX - alcuni fini dicitori disquisiscono di colonialismo, imperialismo, liberismo e, alla fine, you guessed it, capitalismo. Ah, il suono seducente di questa parola. Mera semantica. Nell’analisi di John Maynard Keynes sulle crisi ricorrenti del capitalismo, la DE è un algoritmo ineluttabile verso il baratro:
- guerra di conquista e sterminio;
- controllo coatto delle materie prime;
- depauperamento estremo delle medesime;
- dominio totale sul lavoro dipendente;
- aumento dei profitti;
- picco consumistico;
- aumento del debito privato;
- saturazione dei mercati;
- aumento del deficit pubblico;
- impennata della speculazione bancaria;
- corto-circuito stagnazione-inflazione-recessione;
- spirale di depressione;
- collasso sistemico conclusivo.
Il Big Crash di Wall Street (1929) - inizio della Great Depression, risolta dieci anni dopo nell’orgia di devastazione della Seconda Guerra Mondiale (1939/1945) - rimane l’emblema più fulgido e più grondante (sangue & viscere) dell’Economia della Morte. Come nell’ancestrale simbolo dell’Ouroboros - il serpente che divora se stesso partendo dalla propria coda - la DE è certamente omicidio ma è soprattutto suicidio. Ed è proprio a causa della componente suicida che la Seconda Guerra Mondiale segna il tramonto dei conflitti armati su vasta scala come veicolo di profitto. Tre ricadute primarie:
- ricaduta politica: il soldato morto/mutilato in guerra non genera consenso elettorale;
- ricaduta welfare: il soldato morto/mutilato in guerra diventa un perdurante peso economico per il potere;
- ricaduta economica: il soldato morto/mutilato in guerra costa comunque troppo.
Di conseguenza, la guerra stessa non è più un buon affare.
Quanto sopra trova la sua conferma più eclatante nella Guerra del Vietnam. Scontro tutto politico e per nulla affaristico, la disfatta della battaglia di Dien Bien Phu (1954) segna l’inizio della fine del colonialismo francese, la caduta di Saigon (1973) è la pietra tombale dell’espansionismo americano.
Rimanendo in terra americana, superata la palude infetta post-Nixon/Watergate, la DE è determinata a rialzare la testa. Affossato il mandato unico del mercante di noccioline Jimmy Carter, per i dodici anni successivi(1980/1992) - amministrazione Reagan (2 mandati) e Bush I (1 mandato) - la cosiddetta “globalizzazione” (Global Village, nella tragicomica definizione dalla grande statista Hilary Rodham Clinton) procede a ritmo serrato. Due vettori primari:
- liberismo orizzontale, scavalcamento di tutte le leggi sul lavoro;
- deregulation verticale, scavalcamento di tutte le forme istituzionali di controllo.
Per la DE, la globalizzazione è LA svolta epocale. I grandi imperi industriali a conduzione famigliare (Ford, Krupp, Thyssen, Rothschild etc etc etc) superano finalmente la fase di multinazionali degli anni '70 e si trasformano in sistemi conglomerati globali. Vere e proprie fortezze del meta-capitale, sostenuti da apporti di liquidità tanto immani quanto ignoti, dotati di polivalenza accorpata (banche commerciali, banche finanziarie, industrie, finanze, investimenti, immobili, trasporti, comunicazioni etc etc etc), i sistemi conglomerati globali possiedono una struttura frattale la cui complessità si fa beffe di qualsiasi parametro di qualsiasi scrutinio da parte di qualsiasi ente governativo. Entità quali Carlyle Group o Halliburton - citando solo un paio delle più famose (e famigerate) - operano al di fuori di tutte le verifiche, tutti i controlli, tutti gli argini.
È la conglomerazione globale è firmare il certificato di disintegrazione della politica, sia essa locale, nazionale, internazionale. I politicanti - "politici" è un altro termine largamente obsoleto - sono sostanzialmente ridotti a «garzoni di bottega, mandati dal macellaio a raccogliere i sospesi» (Apocalypse Now).
A prendere decisioni, a stilare programmi, a stabilire riforme (reforms? oh, man, now that is a laugh...), non sono più né re, né capi di stato, né primi ministri, né parlamenti, né stati cosiddetti sovrani. A decidere tutto per tutti sono enigmatici consigli di amministrazione che si riuniscono in conference call via computer. O magari, se proprio vogliono mettersi in mostra, nella sala congressi di alberghi a 666 stelle. Dai molti guru delle conspiracy theories, questi enigmatici consigli di amministrazione sono chiamati in una quantità di modi: NWO (New World Order), massoneria, Illuminatus, Trilateral Commission, Bilderberg Group, etc etc etc. Che ognuno scelga il nome che preferisce. O che ne inventi pure di nuovi: ragnatela, consorzio, compagnia. Di nuovo, si tratta di semantica. La realtà è comunque univoca:
potere assoluto, profitto assoluto
Profitto a ogni costo, con ogni mezzo, contro ogni ostacolo. Profitto di pochi, pochissimi: alcune migliaia di individui a livello mondiale. Il resto, tutto il resto - gli ormai sette miliardi di grotteschi scarafaggi deformi che zampettano sulla cloacale superficie terrestre - è solamente "carne da macello".
Per la DE, l’avvento dei sistemi conglomerati globali è l’evoluzione perfetta. Perdurando sottotraccia nell’Occidente in generale, negli USA in particolare, la DE continua comunque a servirsi delle guerre su un doppio canale di manipolazione propagandistica e industriale:
- nessuna guerra grossa, sostituita però dalla minaccia della guerra "finale" (Guerra Fredda/guerra nucleare), con conseguente profitto dalla corsa agli armamenti strategici, rimpiazzata ora dalla eterna "guerra al terrore globale", dove fa brodo tutto & il contrario di tutto;
- infinite guerre asimmetriche, primariamente nei quadranti medio-orientale, africano e sud-americano, con conseguente profitto della vendita di armamenti convenzionali simultaneamente a tutte le parti belligeranti.
Giustappunto, a tutt’oggi sono quattro le "nazioni" (virgolette d’obbligo) che formano la cuspide del mercato mondiale degli armamenti: Stati Uniti, Russia, Cina, itaGLia. Quest’ultima al secondo posto mondiale nel commercio di mine anticarro, antiuomo etc etc etc. Ue’, paisa’: mandolini, pizza, puttane & shrapnel!
Grande trionfo sul campo della DE sottotraccia è la dissoluzione dell’Unione Sovietica per bancarotta strutturale. Due ragioni primarie:
- impossibilità della società comunista (ormai in sindrome burocratica terminale) di reggere tre decadi nella rincorsa agli armamenti strategici (1950/1980);
- disastrose perdite economiche, sociali, politiche causate da un’intera decade (1979/1989) di fallimentare invasione/occupazione dell’Afghanistan.
L'invasione/occupazione sovietica dell’Afghanistan è certamente da inquadrarsi nel più ampio scenario della Guerra Fredda. Al tempo stesso, è dato storico ormai accettato che, anno 1981, il Presidente Ronald Reagan abbia autorizzato di persona la famigerata “Operazione Cyclone” - 2 miliardi di dollari in fondi neri CIA e 67.000 tonnellate di armi d’assalto e non solo fornite ai mujaeddin di Osama Bin Laden (wait a sec, ya really mean THE “sheik of terror”?, wow!) - allo scopo di «farla pagare ai comunisti per la disfatta del Vietnam». Invertendo l’ordine degli addendi, il risultato finale non cambia: niente più Unione Sovietica e Al Queda forever. Bingo!
Al giro del biennio 1990/91, sulla scia della Guerra del Golfo a.k.a. Prima Guerra dell’Iraq - vittoriosa campagna scorched earth turpemente spacciata come operazione internazionale di pace - i conglemerati DE occidentali e americani hanno il sostanziale dominio planetario.
Di questo dominio - e a dispetto della mini-recessione del 1991 - il susseguente doppio mandato della presidenza Clinton (1992/2000) rappresenta l’ultima golden age. Dopo di che, nel decennio successivo, la DE stessa non più sottotraccia ha la brillante idea di tornare ai fasti "bagnati" delle guerre d’invasione.
Naomi Klein - assurta, nei primi anni '90, al ruolo di nume tutelare del movimento no-global (Seattle R.I.P.) - studia validamente questa risorgenza bellica nel suo best-seller Shock Economy (Rizzoli, 2007). Klein però, esaminati gli aspetti storici dell’economia di rapina e sterminio, si limita a parlare della versione aggiornata delle guerre d’invasione e della loro ricaduta in termini di profitti, ma soprattutto in termini di perdite. Ma, mentre la Shock Economy è sostanzialmente omicida, la Death Economy è, ripeto, simultaneamente omicida & suicida.
Nei miei interventi della serie ameriKadämmerung, cerco di analizzare alcuni incidenti di percorso nella DE. Eventi che rappresentano solamente i prodromi del suicidio globale prossimo venturo. In estrema sintesi:
- crollo delle dot.com companies (1992/1995);
- collasso delle Savings & Loan (1986/1995)
- disastro Enron Corp. (1993/2001).
Da sole, queste tre crisi fanno perdere alla DE in generale, all’economia americana in particolare, qualcosa come 300 miliardi dollari (1 triliardo di dollari, 1 seguito da 12 zeri, rapportato all’attuale tasso d’inflazione). Eppure, per quanto astrale, questa cifra è ancora nulla rispetto all’ossario che si stava, e che si sta tuttora, innalzando.
Qualcosa che possiamo definire: L’Ossario Globale.
Parte II: L’Ossario Globale
di Alan D. Altieri
Nato dal sangue,
conviene che l’uomo viva nella sofferenza,
e muoia tra gli spasmi.
Herman Melville
Nella inarrestabile marcia della Economia della Morte verso il baratro, l’anno di disgrazia 2001 marca due eventi cruciali:
1. George W. Bush - dislessico ex-alcolizzato che parla con dio, noto come Governor Death, per il numero di sentenze capitali eseguite nello stato del Texas durante il suo periodo sullo scranno di Dallas - diventa Presidente degli Stati Uniti. L’elezione è ottenuta per mezzo dell’ormai storico “broglio della Florida”, un baccanale di schede farlocche, voti multipli, votanti fantasma etc. etc. etc. degno delle più turpi banana republics. And by the way, il governatore della Florida, Jeb Bush, è fratello del nuovo prez, oops!;
2. 9/11: mentre il presidente dislessico ex-acolizzato che il 9/11 ascolta la favoletta della capretta raccontata da un bimba delle scuole elementari, New York City & Washington DC sono sotto catastrofico, sconvolgente attacco diretto da parte del terrorismo fondamentalista islamico. Or whatever else...
Parte II: L’Ossario Globale
Singolare che, proprio quel luminoso mattino di settembre, il più grande sistema strategico del mondo, la più potente forza aerea del mondo, la più agguerrita marina militare del mondo, la più avanzata rete di satelliti del mondo, il più sofisticato servizio segreto del mondo, insomma tutti i sistemi “più del mondo” fossero simultaneamente in stato di ibernazione profonda. Quel luminoso mattino di settembre, dio, dobbiamo intendere, era in lunga, lunghissima pausa pranzo. Hey, man, have I got my godly needs, or what?
Rispondendo al 9/11 con la Global War on Terror, guerra al terrore globale, la DE ha un’occasione davvero unica per uscire da sottotraccia. In questa fase, è essenziale osservare il Presidente degli Stati Uniti non-è il vero comandante in capo della guerra al terrore globale medesima.
Mentre il dislessico ex-alcolizzato non cessa di parlare con dio - la cui pausa pranzo si estende ulteriormente - nella sala dei bottoni va a insediarsi un’allegra brigata di soggetti chiamati Vulcans. No, non i vulcaniani di Star Trek, tipo Mr Spock etc. Questi vulcaniani formano un gotha da vera e propria orgia delle già menzionate conspiracy theories.
Sostenuti dall’affabile Richard Cheney, vice Presidente, «l’uomo più crudele che io conosca», parola di Henry Kissinger, slurp!, guidati dall’avvenente Condoleeza Rice, hello, doll!, i Vulcans traggono il loro nome dalla statua del Dio Vulcano che torreggia sulla piazza principale di Birmingham, Alabama, città natale di Condoleeza e (ormai defunto) polo siderurgico americano. Per i due mandati Bush II, sono i Vulcans a stringere in pugno il vero potere USA, potere politico, economico, mediatico ma soprattutto militare.
Forti dell’appoggio ideologico/accademico, hey, man, such big words!, di tutti i think-tank neocon/teocon, pompati dallo state of fear propagandistico in cui sono immersi gli Stati Uniti e non solo, spacciando due guerre medio-orientali simultanee (Iraq 2, Afghanistan) come condotte nel nome di pace (eterna), libertà (di sterminio), democrazia (esportata al sangue), diritti umani (tortura, carceri ombra, esecuzioni mirate etc etc etc.), i Vulcans cominciano ad addentare svariate carotidi:
- fare dell’Iraq democratizzato il 51esimo stato degli Stati Uniti (coca-cola, cocaine and whores, and they’ll become just like US!);
- prendere il controllo assoluto della zona geopolitica al quarto posto nella produzione mondiale di petrolio (and then we’ll see who’s got the beef, ya motherfuckers!);
- conficcare un doppio cuneo strategico (Iraq, Afghanistan) militare direttamente nel suppurato sfintere anale del Medio Oriente, pattugliando tutto il Golfo Persico ma soprattutto lo Stretto di Hormuz, imbuto geografico attraverso il quale transita il 48% del petrolio planetario (sempre fi, sucka!);
- prepararsi ad applicare la DE contro i prossimi nemici: Iran, Siria, Giordania & oltre (peace is DEAD, fuckers! And YOU are next!);
- fare sì che il New American Century (http://en.wikipedia.org/wiki/New_American_Century) duri mille anni, un pò come il Terzo Reich (Ja! Über alles!).
Come poi siano andate le cose, è tuttora cronaca:
- Iraq: plaga devastata da bombardamenti, saccheggi, attentati, omicidi, stupri, roghi e, in senso lato, dalle guerre tribali tipiche del Medio Oriente, la plaga devastata in questione finita addirittura a gravitare nella sfera d’influenza del nemico iraniano;
- Afghanistan: passati esattamente dieci anni dall’inizio della guerra mai dichiarata, i taliban che controllano il 95% del territorio, la produzione di eroina incrementata dell’85%, in fondo al tunnel afghano non c’è nemmeno l’ipotesi di una luce.
In sette anni (2001/2008), cartellino del prezzo delle guerre americane in M.O. pari a 2.1 triliardi di dollari (2,1 seguito da 12 zeri) a fondo perduto, la DE a guida Vulcans riesce in un’impresa davvero biblica: tramutare il villaggio globale in un ossario globale.
Per gli Stati Uniti, il cui deficit federale nel 2006 è ancora 12 triliardi di dollari (12 seguito da 12 zeri), nel 2008 le due guerre vulcaniane hanno pompato quel deficit a 14 triliardi di dollari (14 seguito da 12 zeri). Quattro le nazioni creditrici: Cina, India, Arabia Saudita, Russia. Esattamente come preconizzato in Dopo l’Impero (Tropea, 2003), cristallina analisi del grande sociologo e demografo francese Emmanuel Todd, nel crepuscolo con infamia del doppio mandato Bush II - due guerre perdute, l’economia al disastro, i Vulcans destituiti, inquisiti, riciclati, quant’altro - gli Stati Uniti sono ormai una (ex)superpotenza al limite del default (bancarotta) pressoché sotto commissariamento da parte degli (ex)nemici.
Può apparire contraddittorio, forse addirittura assurdo, che si stabilisca una connessione diretta tra le ultime due guerre medio-orientali e la spada di Damocle del default americano. Alla prova dei fatti, non solo non è né contraddittorio né assurdo, ma è inevitabile. La ragione: per la sua stessa struttura frattale, il sistema DE è simultaneamente isotropo e osmotico:
- isotropo in quanto è simile a se stesso dovunque;
- osmotico in quanto è permeabile dovunque.
Nel momento in cui la guerra non è più un asset ma diventa una liabiality, la componente suicida della DE deve tornare a prendere il sopravvento sulla componente omicida. Non potendo più sbranare nemici all’esterno, la DE deve quindi divorare tutto quello che si trova all’interno. In sostanza, proprio come l’Ouroboros, la DE non ha altra scelta se non divorare se stessa.
È in questa fase che i numeri - spese, ricavi, profitti, tassi, percentuali, statistiche, proiezioni, etc etc etc - perdono significato. La ragione? Molto semplice: nella DE suicida i numeri sono ormai entità prive di senso. Sono barzellette, farse, finzioni, burle, guittate, frodi, inganni ma sono soprattutto menzogne, auto-distruttive menzogne.
Anno di disgrazia 2008, ultimo anno del secondo, grandioso & glorioso mandato Bush II & Vulcans. L’impennata del debito federale americano e, in parallelo, l’impennata del depauperamento individuale americano - in media, ognuno dei 300 milioni di cittadini USA è indebitato per 55.000 dollari - innescano nuovamente quella spirale recessiva analizzata molto tempo fa da John Maynard Keynes. Il sistema bancario non più solamente americano ma globale si trova quindi a fronteggiare uno tsunami multiplo:
- crisi di fiducia dei mercati azionari dovuta alla disoccupazione in area 10% e alla bancarotta di migliaia di imprese ed esercizi commerciali;
- eccesso di proprietà immobiliari “inerti & invendibili” dovuto all’indebitamento di cui sopra e al conseguente crollo del mercato del mattone;
- voragine di liquidità dovuta alla insolvenza degli utenti delle carte di credito.
È possibile, per quanto non certo, che perfino i consigli di amministrazione DE si siano resi conto dell’incombente hara-kiri strutturale:
se crollano le banche, americane & non,
per effetto domino crolla anche TUTTO il resto.
Allo scopo di arginare il suddetto hara-kiri, tra Pennsylvania Avenue e Wall Street viene schierato un signore di nome Hanry M. Paulson. Laureato in economia a Harvard, partendo come assistente del sottosegretario alla difesa nella cristallina amministrazione Nixon, già nel remoto 1974 Mr. Paulson passa alla Goldman-Sachs, tra le più importanti società d’investimenti degli Stati Uniti [1]. Per tre decadi, sempre in ambito conservatore/repubblicano, Mr. Paulson passa senza soluzione di continuità dalla politica all’economia e viceversa.
Nel 2006, con lo hara-kiri globale bene in vista, il presidente dislessico ex-alcolizzato che ancora cerca di parlare con dio - la cui pausa pranzo potrebbe peraltro durare da qui all’eternità - nomina Mr. Paulson al rango di Segretario del Tesoro, equivalente americano di ministro delle finanze. Quintessenziale uomo di punta della DE, Mr. Paulson capisce di dover lavorare fin da subito al salvataggio delle banche. E lo fa nell’unico modo possibile:
pompare denaro pubblico nel sistema bancario privato
Con una simile mossa, le banche americane dovrebbero quindi: 1) diventare proprietà del governo americano, giusto? & 2) Nel senso che le banche americane sarebbero di fatto nazionalizzate, giusto? Sbagliato 1) & Sbagliato 2). Allora:
- Sbagliato 1) Fin dai tempi eroici dei neanderthal, la direttiva primaria della DE è rimasta sempre la stessa: quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio;
- Sbagliato 2) Noi della DE non saremo mai dei luridi “socialisti.” Noi della DE siamo e resteremo dei Capitalisti, whadda fuck! Per cui, “privatizzazione dei profitti, collettivizzazione delle perdite”, quanto alle banche, cosa nostra sono! Ebbaciamo lemmani!
Certo, ovvio, naturale, difatti. Ma, hang on a sec, i soldi pubblici non sono infiniti, soprattutto con 14 triliardi di dollari, 14 seguito da 12 zeri, di deficit federale. Per cui qualcuno dovrà pur restare sul campo di battaglia, giusto? Giusto! Voglio dire, mica possiamo salvarle proprio tutte, le macchinette fabbrica-soldi, anche se quello che le macchinette vomitano non vale nemmeno la cartaccia igienica su cui è stampato, giusto? GIUSTO! Insomma, focalizziamo sulle banche, nessun dubbio, ma al tempo stesso decidiamo di mandare a fondo le altre istituzioni finanziarie che ora, per le banche stesse, costituiscono solo un rischio. Hey, man, that’s called slaughterhouse... soooo sorry!
Per la DE, l’anno 2009 È l’anno del grande mattatoio. Salviamo Bank of America, Wells Fargo e Citygroup, yes, ma al tempo stesso stacchiamo la spina a tutte le altre banche commerciali e a tutte le altre società di trading. Lehman Brothers, Merril-Lynch, Bear Stearns, Fannie Mae & Freddie Mac... adios, finito, kaputt. Centinaia di milioni di dollari al rogo, migliaia di persone senza lavoro, centinaia di migliaia di risparmiatori sul lastrico. Soooo fucking sooorrrrry!
Tutti a fondo tranne, guess what, Goldman-Sachs. Ultimo e unico gioco in città rimasta, e della quale il lungimirante Harry M. Paulson - dismesso assieme all’amministrazione del comandante in kapo ex-alcolizzato che ancora si ostina a parlare con dio - torna a fare il presidente del consiglio di amministrazione con un bonus bello grasso & grosso. We’ree IN the moneyyyy!
D’accordo, lo hara-kiri è evitato, ma adesso? Esclusa la fallimentare opzione guerra, la DE deve comunque tornare a fare cassa (da morto). In un simile disastrato, recessivo paesaggio economico globale, con il mercato immobiliare depresso, la disoccupazione al 12%, i risparmi di intere generazioni bruciati, c’è bisogno di una nuova idea geniale. La quale puntualmente arriva. I mean, are we fuckin’ cool, or what?
Non esistendo più crediti ma solamente debiti, la (il)logica progressione da parte della DE è ricavarne comunque un (simulacro di) profitto, sia locale che globale. Ed ecco quindi l’idea geniale:
vendere debiti facendo finta che siano crediti
Il vizio di forma è che il debito è un negativo, di conseguenza anche il ricavo che se ne trarrà è un negativo, vale a dire una perdita. Questo concetto aritmetico assolutamente elementare è alla base del nuovo, catastofico, disastro annunciato: i cosiddetti toxic titles, titoli tossici.
A tutti gli effetti, i toxic titles non esistono, non sono reali, non hanno alcun tipo di copertura. I toxic titles, sono scommesse (sballate), tiri di dadi (truccati), giri di roulette (russa). Si investe sul nulla, si gioca sul vuoto, si danza sull’abisso. È un tipo di speculazione criminale che il gergo dei finanzieri d’assalto chiama Ponzi Scheme, Schema Ponzi, in onore di Charles Ponzi: a proposito, capito da dove viene il buon Charlie, che ne fu l’ideatore nei primi anni del Secolo XX?
Imperatore assoluto contemporaneo di questa rivisitata variante della (s)vendita del Ponte di Brooklyn o della Fontana di Trevi è un signore di nome Bernard “Bernie” L. Madoff. Dopo quelli che gli investigatori federali reputano siano stati ben vent’anni di danza sull’abisso - cioè vendendo e comprando il nulla sulla falsariga del Ponzi Scheme elevato a potenza n - Mr. Madoff riesce ad annientare qualcosa come 18 miliardi di dollari (18 seguito da 9 zeri), allargando però il proprio personale conto in banca a 480 milioni di dollari. Oh, yeah, baby! Prossimo ospite delle patrie galere fino al giorno del giudizio, Mr. Madoff inaugura quello che verosimilmente è il penultimo, se non ultimo, capitolo della DE.
Gettati i toxic titles in cloaca, la DE passa all’assalto terminale: la devastazione dei titoli emessi dagli stati sovrani. Nel senso che questi ignoti, oh, really?, meta-mega-gruppi speculativi cercano di mandare bancarotta intere nazioni dall’economia indebolita, ricavando comunque profitti dalla (s)vendita di titoli di stato acquisiti sottocosto.
Prova in costume di quanto sopra è la bancarotta dell’Islanda, avvenuta in progressione tra il 2008 e il 2010. In meno due anni, la piccola nazione artica scompare dallo scacchiere degli scambi internazionali finendo sotto l’incudine di un default pari a circa 60 miliardi di euro (90 miliardi di dollari).
Va sottolineato: piccola nazione, solo trecentomila abitanti, tanti quanti ne ha una media città continentale europea. Ma per la DE, la demolizione dell’Islanda nel mattatoio della speculazione dei toxic titles è un magnifico incentivo non solo a procedere oltre ma addirittura ad alzare il tiro.
Nel gergo della finanza d’assalto, l’acronimo PIGS (porci) indica quegli stati europei le cui economie sono più a rischio: (P)Portogallo, (I)Irlanda, (G)Grecia, (S)Spagna.
Dopo almeno diciotto mesi (siamo ormai alla fine del 2010) di borse altalenanti, titoli di stato in caduta libera, disoccupazione dilagante, politica allo sfascio, le (nere) cronache (finto) finanziarie vengono allagate di proiezioni su quale di queste nazioni andrà per prima in default, trascinando chissà chi e/o chissà cosa nella voragine. Sappiamo che la Grecia è già nella voragine. Sappiamo che le altre tre nazioni “porche” sono aggrappate alle ortiche che spuntano sull’orlo estremo della voragine medesima.
Di recente però, grazie a un deficit nazionale pari al 120% del PIL (Prodotto Interno Lordo) - e grazie anche svariate altre componenti di cui si parlerà nella terza parte di questo intervento - i PIGS sono diventati PIIGS. Nell’acronimo porco c’è una “I” in più. Non un caso quindi che la nazione della seconda “I” sia diventata per la DE il nuovo obbiettivo preferito.
In realtà, la seconda “I” del branco di porci PIIGS non è una nazione ma una non-nazione, priva di qualsiasi coscienza collettiva, auto-castrata da qualsiasi etica sociale. È un non-luogo abitato da un non-popolo di addicts cronici: TV (infame), metanfetamina (tagliata), calcio (corrotto), lotterie (truccate), puttane (impestate). Non-nazione, non-luogo e non-popolo diventati barzellette porno perfino nelle ultime discariche tossiche planetarie quali Nigeria, Birmania, Corea del Nord etc etc etc. Tutto questo è chiamato in molti modi: belpaese, malpaese, patonzia, puttanopoli, bananas, mignotto-crazia, mafia-ville, etc etc etc.
Ma, nell’ottica DE, questo obbiettivo perfetto per il suicidio terminale può chiamarsi in un unico modo: NECROLAND
Parte III: Welcome to necroland!
di Alan D. Altieri
Così finisce il mondo,
Così finisce il mondo,
Così finisce il mondo,
Non con tuono, ma con un gemito.
Thomas Stearns Eliot, Gli Uomini Vuoti
Null’altro che una “espressione geografica” ai 4/5 di dissesto idro-geologico - sono sufficienti sei ore di pioggia per detonare fiumi, disgregare montagne, annientare centri abitati - necroland è protesa verso un mare interno largamente noto per la qualità cloacale/tossica/venefica delle sue acque, nonché per le sue fosse comuni sommerse in continua espansione. A necroland, terra comunque svagata & felice, i molesti vengono semplicemente... mandati a fondo. Now swim, sucka! Swim!... and croak!
Lunga e variegata e bagnata è la storia di necroland. In alcun modo potrà essere riassunta e/o tantomeno analizzata in questa sede. In estrema, estrema sintesi, dopo un periodo di pseudo/para/meta dominio risalente alla prima metà del Primo Millennio dell’Era Volgare, l’espressione geografica in questione finisce con il collassarsi in sanguinosa e sanguinaria barbarie.
Negli oltre quindici secoli trascorsi del summenzionato collasso, necroland inesorabilmente consolida la propria strutturale natura necrotica. Nulla definisce la suddetta natura meglio delle parole, scritte circa sette secoli fa, del genio universalmente considerato come il “padre della lingua” di necroland:
nave senza nocchiero in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Un’invasione dopo l’altra, una sottomissione dopo l’altra, una guerra dopo l’altra, una strage dopo l’altra, gli abitatori di necroland si rivelano, statisticamente, del tutto incapaci/inabili/imbelli/inadeguati/impotenti ad accettare un concetto tanto fulcrale quanto scomodo:
responsabilità
Assumersi una responsabilità significa essere pronti a pagarne le conseguenze, quali che queste siano. Responsibility? Screw THAT crap! Dalla cruda analisi di un altro grande del pensiero, discende un’altrettanto cruda definizione degli abitatori di necroland:
POPOLO DI MORTI
Yeah, necros: I LUV that! Alcuni ulteriori riferimenti storici:
- i necros non hanno mai decapitato un re;
- i necros non hanno mai combattuto una Valley Forge;
- i necros non hanno mai preso una Bastiglia;
- i necros non hanno mai assaltato un Palazzo d’Inverno;
- i necros non hanno mai eretto un Nido dell’Aquila.
In quindici secoli, i necros non hanno MAI fatto una
rivoluzione
Intrinsecamente violenta e raramente di successo, una rivoluzione è comunque un atto di aggregazione nazionale e di condivisione idealistica, quando non ideologica, concetti del tutto estranei ai necros.
La medesima estraneità vale per anche qualsiasi concetto di governo. Nel giudizio di uno dei loro pseudo-re: “possono essere governati solamente in due modi: corruzione o baionette.” Nella visione di uno dei loro sub-demiurghi: “tentare di governarli è futile.”
Imbattibili nelle loro faide individuali ma, ancora statisticamente, incapaci/inabili/imbelli/inadeguati/impotenti ad affrontare una qualsiasi problematica collettiva, i necros restano una eterogenea, contraddittoria congerie para-tribale nutrita da due tra le più primieve forze dell’in-umano:
paura & avidità
Cionondimeno, voci di dissenso e/o critica e/o allarme si sono sempre levate a necroland. Nei tempi andati, queste voci sono state bruciate sul rogo, impiccate sulla pubblica piazza, sprofondate nel ridicolo, ridotte al silenzio. Queste voci riescono comunque a farsi sentire anche in epoca attuale, continuando a sottolineare come le analisi degli eretici citati più sopra rimangano generalmente valide.
Nella loro genetica de-responsabilizzazione, non è, né può essere un caso, che per i necros di quest’ultimo scorcio storico l’unico vero dio (R.I.P.) sia la mostruosa entità con un occhio solo che, assieme al computer, HA cambiato il mondo. Questa mostruosa entità si chiama
televisione
Se la menzogna è la negazione della verità, la finzione è la negazione della realtà. Pertanto, all'inno di “se non passa in televisione non è reale”, necroland si adagia in un intero "ventennio laido" (1991/2011) basato sulla premeditata cancellazione della realtà condotta attraverso l’assurdo televisivo di regime.
Architrave del suddetto regime (privato) è la celebrazione (pubblica) del culto della turpitudine, progressivamente elevato a idolatria di sistema. Da qui le definizioni - NON dello scrivente - mignotto-crazia & puttanopoli.
Disconnect, dis-connessione, è il termine anglosassone che meglio descrive questo fenomeno. In una situazione di disconnect, sono interrotte le correlazioni tra causa ed effetto, sono mutilati i parametri tra logica e delirio, sono soprattutto distrutti i confini tra bene e male, giusto e ingiusto. Chi sceglie e/o vuole e/o accetta di condurre una non-esistenza in disconnect, si cala in un mondo completamente illusorio. E totalmente psicotico.
Pertanto non è, né può essere che, per l’intero ventennio laido, anche la non-politica di necroland si auto-riconfiguri in tal senso. Alle esequie dell’ideologia di un utopico collettivismo (crollo del Muro di Berlino, 1989), corrisponde l'impennata del privilegio di una nomenklatura post-litteram.
Per quanto paradossale nell'ambito delle cosiddette "demoKraZZZie occidentali avanzate", per quanto assurdo da una non-nazione comunque appartenente alla dis-Unione Europea, e comunque ingabbiata economicamente dal n-Euro, moneta unica europea, nel ventennio laido, sia i necro-governi (non-coalizione maggioritaria del tutto irrilevante), che i necro-parlamenti (non-suddivisione partitica del tutto irrilevante) semplicemente cessano di operare, tantomeno di governare.
Non hanno più alcuna necessità né di operare né di governare quando possono godere degli infiniti privilegi garantiti da leggi ridicole, superate, contraddittorie, ma comunque fintamente denunciate, a tutti gli effetti sostenute, dal sistema TV-disconnect. Quanto sopra ha un prezzo molto, MOLTO elevato:
costo parlamento (2 camere) anno 2001: € 1.10 miliardi;
costo parlamento (2 camere) anno 2011: € 1.58 miliardi;
costo parlamento (2 camere) media annuale: € 1.34 miliardi;
COSTO PARLAMENTO (2 CAMERE) DECENNIO 2001/2011: € 10.34 MILIARDI.
A simili livelli di cannibalico privilegio, non è, né può essere un caso che, nel ventennio laido, necro-governi e necro-parlamenti diventino una sorta di meta-amfetaminica rivistazione di Freaks, il film-capolavoro di Tod Browning dominato da una in-umanità deforme, deviata e grottesca. Detta rivisitazione esplicata e/o esibita in altrettanto grotteschi, incessanti ma soprattutto inutili diBBattiDi in TV-disconnect.
La lunga premessa di cui sopra - la quale, usando un termine ormai obsoleto, può senz'altro essere definita come invettiva, e della quale lo scrivente si assume piena responsabilità - è il punto focale del presente trittico sulla Death Economy in terminale fase suicida. Tornando al simbolo dell'Ouroboros:
necroland HA GIÀ commesso suicidio
Suicidio etico, intelletuale, culturale, sociale, politico e, inevitabilmente, economico. Di tale suicidio, la DE è perfettamente consapevole. Così come è perfettamente consapevole dei
numeri primari del suicidio di necroland:
- LAVORO NERO: € 145 MILIARDI (9.0 % PIL);
- EVASIONE FISCALE: € 220 MILIARDI (14.0% PIL);
- CRIMINE ORGANIZZATO: € 120 MILIARDI (8.0 % PIL);
- PERDITA TOTALE: € 485 MILIARDI (31 % PIL)
Le cifre di cui sopra sono stime relative all'anno 2010.
La realtà - non quantificabile con esattezza, né ovviamente tassabile con rigore - è che ogni anno il non-stato di necroland è in perdita di 485 miliardi di n-Euro (485 seguito da 12 zeri), equivalenti a circa 1/3 del PIL (Prodotto Interno Lordo) di necroland medesima. Vale a dire:
A NECROLAND UN N-EURO OGNI TRE È GENERATO ILLEGALMENTE
Considerando un tasso medio di cambio valuta Euro/Dollaro US pari a 1.35, nel solo anno non-fiscale 2010 il non-stato di necroland è in perdita 654.75 miliardi di Dollari US (654.75 seguito da 12 zeri).
Considerando 14 triliardi di dollari US (14 seguito da 12 zeri) come attuale deficit federale americano, nel solo anno non-fiscale 2010, il non-stato di necroland ha accumulato un deficit pari al 9.17% del deficit degli Stati Uniti.
Allargando l’arco temporale, negli esattamente trascorsi dieci anni dalla introduzione del n-Euro, il non-stato di necroland ha quindi totalizzato una
PERDITA COMPLESSIVA (DECADE 2001/2011): € 4.85 TRILIARDI
Coefficiente 4.85 seguito da 12 zeri.
Conseguentemente, sempre nella decade 2001/2011, la non-nazione di necroland - superficie 1/28 della superficie degli Stati Uniti, popolazione 1/5 della popolazione degli Stati Uniti - ha mutilato la propria ricchezza interna di una somma pari a 1/3 del deficit federale degli Stati Uniti.
Per quanto concettualmente errato, si supponga di dimezzare - nel nome di una discutibile cautela - le cifre di cui sopra. Quindi, al cinquanta percento:
perdita anno 2010: € 242.5 MILIARDI (15.5% PIL);
perdita decade 2001/2011: € 2,425.0 TRILIARDI (1/5 deficit US)
Sulla scala di necroland rimane comunque una "catastrofe biblica” paragonabile alla “catastrofe biblica” americana imputabile al doppio mandato Bush II/Vulcans.
Sotto questo incombere, alle soglie del mitico "anno di disgrazia 2012", il “ventennio laido” sembra essere giunto a conclusione. Va sottolineato: sembra.
NON per volontà dei necros. Forget it, man, not US! MAI per volontà dei necros.
Com’è ben notorio e nefasto da quindici secoli, i necros sono, statisticamente, incapaci/inabili/imbelli/inadeguati/impotenti. Il ventennio laido sembra quindi essere stato accantonato da altre forze, altre entità, altri demiurghi. Il vizio di forma? LA costante storica di necroland:
forze, entità, demiurghi ESTERNI a necroland
Ma da parte della non-politica che occupa il non-parlamento della non-nazione in non-rappresentanza del non-popolo di necroland, non c’è, né può esserci, vergogna in questo. Non ci sono, né possono esserci, autocritica e/o colpa e/o rimorso e/o rimpianto. Ci sono per contro autoreferenziale compiacimento, ghignante soddisfazione, sado-masochistico trionfo.
In pieno TV-disconnect, tutt’altro che abbandonato, la freak-nomenklatura si auto-presume affrancata dall’abisso della responsabilità, liberata dall’orrore della decisione, fuggita dall’orrido della resa dei conti.
Nell’orgia dell’Economia della Morte assistiamo al baccanale della non-politica del nulla.
È davvero ipotizzabile che necroland - questo “paese senza” (sintesi di un grande della letteratura), in questo “tempo devastato e vile” (analisi di uno dei più importanti autori contemporanei), in questo spazio di tumulazione della coscienza dominato dai mostri del sonno della ragione (aggiunta dello scrivente) - riesca a spegnere TV-disconnect e ad accendere il cervello? A proposito, esiste ancora un cervello da accendere?
Eppure, in piena tradizione del non-umorismo tipico di necroland - un umorismo tanto involontario quanto macabro - nella più tenebrosa delle tragedie emerge comunque la più grottesca delle farse. A necroland, perfino l’ossario globale ammassato della Economia della Morte suicida acquisisce un suo ridicolo lessico finto, una sua surreale dis-connessione catodica. Okay, so, here we go:
- Borsa:
- percezione: luogo fisico in cui vengono trattati/e azioni, obbligazioni, titoli etc etc etc allo scopo di ottenere un profitto;
- realtà: serraglio fuori controllo in cui un'orda urlante, sbavante, demente composta da soggetti ad alto rischio cardiaco si domanda inutilmente che cosa rappresenti - il potere di separazione dell'occhio umano e l'assorbimento di informazioni da parte della neuro-corteccia NON lo consentono - il fluire di dati comunque privi di senso che scorre, incessantemente e simultaneamente, su centinaia di monitor HD;
- Capitalizzazione:
- percezione: valore economico delle azioni, obbligazioni, titoli trattati e/o scambiati in borsa (cfr.);
- realtà: carne da macello per la DE suicida. Frase topica: "Le borse hanno bruciato oggi N miliardi di n-Euro e/o Dollari US di capitalizzazione." Che significa? Chi ha perduto? Chi ha guadagnato? A tutti gli effetti, la frase topica di cui sopra, nonché la parola "capitalizzazione", hanno perduto qualsiasi significato;
- Crescita:
- percezione: fenomeno, inerente soprattutto ai sistemi economici moderni, caratterizzato da un incremento che riguarda la ricchezza, i consumi, la produzione di merci, l'erogazione di servizi, l'occupazione, il capitale, la ricerca scientifica, le nuove applicazioni tecnologiche;
- realtà: aumento di volume dei corpi cavernosi dovuto alla messa in atto di apparati pneumo-idraulico-chimici;
- Crisi:
- percezione: mega-complotto comunista plutocratico massonico giudaico neo-integralista cinico-dadaista ordito dai "poteri forti" (cfr.) ma comunque risolubile attraverso la liBBBertà (dalle patrie galere);
- realtà: alterne fasi cannibaliche in cui i mercati (azionari) (cfr.) divorano loro stessi prima del decesso per suicidio DE;
- Default:
- percezione: "insolvenza" finanziaria;
- realtà: bancarotta, capolinea della DE suicida. Nel caso di stati "sovrani", il default è quando i servizi si fermano, i dipendenti pubblici restano sul marciapiede, nessuna pensione viene più pagata, le industrie chiudono, le banche vengono date alle fiamme;
- n-Euro:
- percezione: moneta unica, fulcro di stabilità economica, finanziaria e produttiva, in uso ai paesi della cosiddetta n-Eurozona (cfr.);
- realtà: condannato a morte in attesa di decapitazione & smembramento da parte della DE suicida;
- n-Eurozona:
- percezione: insieme degli stati membri della dis-Unione Europea che adotta il n-Euro come valuta ufficiale (17 stati);
- realtà: allargamento su scala sub-continentale del già menzionato film Freaks;
- Mercato (azionario):
- percezione: luogo, non necessariamente fisico, dove sono negoziati i titoli azionari;
- realtà: manicomio criminale in cui gli infermieri sono fuggiti e in cui i pazienti si stanno già divorando gli uni con gli altri in diretta TV-disconnect;
- Poteri "forti":
- percezione: noti anche come "Spectre", avversari dei poteri "deboli", whadda fuck’s that?, negatori del trinomio dio (morto)-patria (disgregata)-famiglia (disfunzionale), nemici giurati della crescita (cfr.), punta di diamante del mega-complotto comunista plutocratico massonico giudaico neo-integralista cinico-dadaista condotto contro i mercati (azionari) (cfr.) attraverso la speculazione (cfr.) anti-liBBBerista;
Alla gestione dei poteri forti c'è tale Ernst Stavro Blofeld, sinistro personaggio di chiara ideologia marxista-leninista catto-comunista radical-chic con un'ambigua passione per le gatte bianche a pelo lungo;
- realtà: abbiamo incontrato il Nemico, e il Nemico siamo NOI;
- Speculazione (attacco della):
- percezione: l'attività di un operatore che entra sul mercato (azionario) (cfr.) nel momento presente, presumendo degli sviluppi ad alto rischio il cui esito, positivo o negativo, dipenderà dal verificarsi o meno di eventi su cui egli ha formulato delle aspettative.
- realtà: la Spectre colpisce ancora;
- Spread:
- percezione: "differenziale denaro-lettera", espresso in percentuali (limite critico superiore 8%), o in punti base (limite critico superiore 600) è la differenza tra il prezzo più basso a cui un venditore è disposto a vendere un titolo (ask) e il prezzo più alto che un compratore è disposto ad offrire per quel titolo (bid), spesso usato come misura della liquidità del mercato;
- realtà: indicatore degli impulsi terminali del sistema economico già smembrato in attesa del decesso per DE suicida;
- Non-stato:
- percezione: ordinamento giuridico/politico che esercita il potere sovrano su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti;
- realtà: ordinamento deviato/deforme basato sul sistema TV-disconnect;
- Titoli di non-stato:
- percezione: obbligazioni emesse periodicamente dal ministero dell'economia e delle finanze per conto del non-stato con lo scopo di finanziare il proprio debito pubblico. Alla scadenza dell'obbligazione il (non)stato rimborsa il capitale iniziale;
- realtà: estremo tentativo, assolutamente disperato e pateticamente inutile, di fermare il cannibalismo terminale della DE suicida (cfr. spread);
- Volare:
- percezione: distaccarsi dal suolo, e/o tornare al suolo, tramite mezzi naturali (ali, elitre) o tecnologici (eliche, turbine, etc.);
- realtà: un mercato (azionario) (cfr.) "vola" quando subisce improvvise impennate, verso l'alto o verso il basso, a seguito di eventi caotici e/o pilotati (cfr. speculazione). Espressione gergale: "mercato isterico". Corrispettivo metaforico: "volano i mercati"...
... giù nella voragine terminale della Economia della Morte.
Sulla base di quanto sopra, sia all’interno della n-Eurozona che all’esterno della n-Eurozona si moltiplicano le analisi secondo le quali
il detonatore conclusivo dell’annunciato default globale suicida è proprio necroland
So here & now, in un bizzarro clima da controriforma, le già menzionate forze dall’esterno di necroland si preparano a varare provvedimenti i cui effetti più o meno salvifici sono e resteranno ancora tutti da verificare, contro un algoritmo ineluttabile, inevitabile, inesorabile come l'Economia della Morte.
Difficile definire quale sarà e/o quando si verificherà il punto di non ritorno al di là del quale l'Ouroboros chiuderà il proprio ciclo cannibalico. Il detonatore prospettato più di frequente è l'uscita di necroland (e/o non solo di necroland) dal sistema monetario n-Euro. Si tratterebbe dello smembramento economico sia di necroland che degli altri PIGS menzionati nell’intervento DE/2. Di recente, la primaria banca svizzera UBS ha analizzato per prima proprio un simile scenario. Ma si tratta di ipotesi, proiezioni, statistiche, tutte da da prendersi con le molle. Alcune componenti dell'analisi UBS restano però valide:
L'uscita di necroland - o di qualsiasi altra nazione - dal n-Euro comporta la inevitabile, istantanea chiusura di tutti gli istituti di credito. In sostanza, non sapendo chi crollerà e chi reggerà, le banche devono fermarsi. Prelievi, transazioni, depositi, pagamenti, pensioni. Tutto interrotto, tutto bloccato, tutto congelato. Impossibile dire per quanto tempo questo continuerebbe.
L'uscita dal n-Euro comporta poi un ritorno alla moneta non-nazionale antecedente al n-Euro stesso. Nel caso di necroland, la necro-zecca dovrebbe quindi riprendere a stampare quella moneta, la quale però non avrebbe più alcun legame di cambio con il n-Euro attuale. Sarebbe una moneta duramente svalutata. L'ipotesi UBS è una svalutazione dal 30% al 50% rispetto al valore pre n-Euro. Come nella economicamente e finanziariamente devastata Repubblica di Weimar post Prima Guerra Mondiale, la nuova moneta corrente di necroland "non varrebbe neppure la carta su cui è stampata."
In siffatta ipotesi, l'uscita dal n-Euro costerebbe a ogni singolo abitante di necroland - uomini, donne, bambini, vecchi, ciechi, storpi, mutilati etc etc etc - qualcosa tra gli 8.000 e i 10.000 n-Euro per il primo anno, tra i 4.000 e i 6.000 n-Euro per svariati anni successivi, non è chiaro quanti anni successivi.
Riguardo agli scambi internazionali, borse e mercati andrebbero kaputt. Crediti e prestiti, Import-export, trasporti & spedizioni, andrebbero parimenti kaputt. Una visualizzazione di tutto questo è la prodigiosa sequenza dell'effetto domino nell’eccellente, politicamente scorrettissimo film V per Vendetta.
Ulteriori ipotesi a più lungo termine riguardo al "giorno in cui le banche avranno cessato di esistere", scenario descritto proprio in apertura di questo trittico, appartengono a un rivisitato millenarismo.
Al tempo stesso, di nuovo stando a TV-disconnect, una tipica, arrogante, suicida presunzione dei necros è “a NOI non può accadere.” Nulla di più sbagliato. Come insegna John Maynard Keynes, l'Economia della Morte siamo NOI, TUTTI NOI.
Welcome to Necroland! And now...
... GET READY TO DIE!
Re: DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
Scusatemi, ho postato un papiro... ma me lo sono letto ieri, ed è interessante.
Pazzo, visionario, agghiacciante, cinico, ma interessante.
E poi la dedica a Sbancor mi ha stretto il cuore.
Invece, questo mi ha fatto ghignare sardonicamente:
POPOLO DI MORTI
Yeah, necros: I LUV that! Alcuni ulteriori riferimenti storici:
- i necros non hanno mai decapitato un re;
- i necros non hanno mai combattuto una Valley Forge;
- i necros non hanno mai preso una Bastiglia;
- i necros non hanno mai assaltato un Palazzo d’Inverno;
- i necros non hanno mai eretto un Nido dell’Aquila.
In quindici secoli, i necros non hanno MAI fatto una rivoluzione
Pazzo, visionario, agghiacciante, cinico, ma interessante.
E poi la dedica a Sbancor mi ha stretto il cuore.
Invece, questo mi ha fatto ghignare sardonicamente:
POPOLO DI MORTI
Yeah, necros: I LUV that! Alcuni ulteriori riferimenti storici:
- i necros non hanno mai decapitato un re;
- i necros non hanno mai combattuto una Valley Forge;
- i necros non hanno mai preso una Bastiglia;
- i necros non hanno mai assaltato un Palazzo d’Inverno;
- i necros non hanno mai eretto un Nido dell’Aquila.
In quindici secoli, i necros non hanno MAI fatto una rivoluzione
Re: DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
Ma quanta negatività e pessimismo... Per fortuna che non sono nel necroland
___________________
PaperJack- -------------
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Età : 31
Località : Bulgaria, Sofia
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 08.03.12
Re: DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
PJ, sei troppo giovane per essere negativo e pessimista
(e comunque non lo sono neanche io, però questo testo l'ho apprezzato)
Edit: è vero, non sei neanche nel Necroland
(e comunque non lo sono neanche io, però questo testo l'ho apprezzato)
Edit: è vero, non sei neanche nel Necroland
Re: DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
Massi..pensiamo positivo..
Ecco un dio con i controcoglioni..
Ecco un dio con i controcoglioni..
delfi68- -------------
- Numero di messaggi : 11242
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.10.09
Re: DEATH ECONOMY. Il baratro terminale del collasso economico planetario
Che è che non vedo i video?
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