Secondo voi

Vedo che spesso si parla di tasse o meglio di evasione fiscale. Si arriva a ipotizzare di abolire il denaro contante per garantire la rintracciabilità di tutti i movimenti di denaro, come già discusso. Io ho espresso più volte la mia contrarietà ad una fiscalità come quella che noi abbiamo. Ma facciamo un'ipotesi. Dal dopoguerra, superate le difficoltà economiche e dopo il bum economico degli anni 60, a causa di una forte repressione della evasione fiscale gli italiani iniziano a pagare le tasse in modo pressoché totale. E questo dal 1980 fino ad oggi. Secondo voi cosa sarebbe successo? Non avremmo il debito pubblico che oggi abbiamo? Le opere pubbliche così come le infrastrutture sarebbero tutte efficienti e complete? La politica non sarebbe corrotta e i parlamentari si accontenterebbero di uno stipendio e dei privilegi come gli altri politici europei? ehhhhhh.....

Inutile dire che io non credo a tutto questo. Per me l'unica differenza è che la politica e i vari amministratori avendo a disposizione più risorse avrebbero rubato di più e con più facilità. Il debito pubblico sarebbe maggiore perchè maggiori sarebbero le pretese di tutti. In ogni caso tutti vorrebbero vivere al di sopra delle proprie possibilità, al di la di quali esse siano.

Oggi, quando Monti ci far pagare o l'ICI o altre tasse, i soldi che daremo serviranno per pagare i debiti che gli occultai amministratori hanno creato. Paghiamo gli sperperi che tutte le sere Striscia ci fa vedere. Pagheremo i super stipendi, liquidazioni, pensioni dei vari politici, manager o politici che siano. E avanti così. Ce ne sarebbe una lunga lista da fare di dove chi amministra getta i soldi di chi lavora. E niente cambierà.

Per me pagare altre tasse è come buttare i soldi in un pozzo senza fondo o in un buco nero. E più pagheremo più alimenteremo il malaffare, la corruzione il clientelismo. Ma, come sempre, non c'è alternativa e così....si pagherà cercando di dare il meno possibile.

Hai ragione! Il problema non è pagare o meno le tasse, ma fare parte o meno di una società civile che riconosce nelle tasse una misura atta a corrispondere alle attese dei suoi componenti.
In Italia le tasse sono viste come furto del potente a danno del singolo.
Ho usato "singolo" in luogo di "cittadino" appositamente, perchè in Italia tutti si sentono degli individui che momentaneamente hanno a che fare con il resto della società.
La totale mancanza di civismo, a qualsiasi livello, è il motivo per cui le tasse e qualsiasi altro mezzo che faccia leva sul sentirsi "società", in Italia non serviranno mai a null'altro che a rinfocolare l'individualismo di chi può avvalersene per i suoi comodi.

i politici devono pagare, non noi (vabè, anche noi ma loro di più), poi si lamentano pure:

http://www.romatoday.it/speciale/a-tutto-mondo/dichiarazioni-michele-pisacane.html?utm_source=fb&utm_medium=fanpagespecial

Darrow secondo me singolo o individuale non è sinonimo di inciviltà. Io ritengo che le cose devono essere amministrate in modo corretto non per senso civico ma per una questione di professionalità. Così come un medico ti cura come meglio può fare non per senso civico ma perchè è il suo lavoro e lui lo fa bene. Io mi sento un singolo che vive in una società con altri milioni di singoli.

Io mi sento un singolo, che quando interagisce con una comunità agisce da particella di quella comunità.
La professionalità la puoi mettere al servizio di chi vuoi, se non senti il bisogno in quanto parte di una società di dover contribuire, puoi essere un integerrimo professionista che fa il suo dovere nel suo campo e allo stesso tempo evadere le tasse perchè non te ne frega un'assoluta cippa della società a cui appartieni, ma ti interessa solo il TUO conto in banca.

Per me le tasse indirette devono essere più che sufficienti per pagare tutti i costi di gestione di uno stato. Le tasse sul reddito sono un furto. Poichè lo stato è più forte di me, quando mi acchiappa devo pagare. Dove posso pago il meno possibile. Io lo trovo giusto.