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la politica dell'apparato

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Messaggio Da Comune mortale Mer 1 Giu 2011 - 12:33

La democrazia è il culto del numero. Del numerico. Nel senso che la maggioranza dei numeri ( voti ) decide e fonda i governi. Almeno questo in linea di principio. Si assiste ad una specifica rapportualità per cui il mezzo è il voto e il fine il governo: si vota per scegliere un certo governo o che so io. Queste almeno le intenzioni: le buone intenzioni!



Tuttavia dietro l’azione del voto c’è l’apparato scientifico-tecnologico ( tv, web, comunicazioni, eccetera ) che determina un determinato indirizzo di voto. Voglio dire che senza quella porzione di apparato scientifico-tecnologico è arduo o impossibile determinare nella testa della gente una certa tendenza al voto. Si che il voto è il fine e non più il mezzo e il controllo dell’apparato scientifico-tecnologico ( da ora scriverò apparato ) garantisce questo fine per cui non sono più i governi ha fondarsi sui voti ma i voti ha fondarsi sulla capacità dei governi ( classi politiche, istituzioni, ministri eccetera ) di predare quante più larghe fette di Apparato per formare voti. Tuttavia, poi, è l’apparato ad essere il fine e il voto il mezzo: c’è questo e secondo me non ci si avvede, e cioè che sia i voti che i governi sono appendici della logica dell’apparato .



L’apparato mette in evidenza la dipendenza organica del discorso politico, morale, ideologico verso di se e per questo lo svilisce e lo rende semplice chiacchiera, veicolando l’idea che senza i mezzi ( ??? ) scientifico-tecnologici la politica è lettera morta. Insomma i politici che credono ( ingenuamente o stoltamente ) di poter far uso dell’apparato per far governi non si rendono conto che è la logica dell’apparato che essenzialmente usa loro e i loro discorsi.



Certo uno potrebbe dire che nel nostro paese certi politici hanno usato i mezzi di comunicazione e altro ( apparato ) per far nascere governi e fare leggi. Benissimo ! L’apparato ha come scopo quello di incrementare i propri scopi e veicola questo di messaggio,e cioè che la tv o altro può essere usata per far gli scopi di chi crede di usarla ma può far anche gli scopi contrari e opposti di chi prima credeva di poter usarla in un certo senso: se A parla alla tv per promuovere B ne veicola e questo messaggio e la sua inconsistenza di fondo proprio perché A senza l’apparato non riesce, non persuade. Allora si ottengono risultati grazie all’apparato ma poi è l’apparato che sancisce quei risultati smentibili da quelli dell’apparato usato per denigrare quei risultati, ma ripeto queste sono illusioni di chi crede di usare l’apparato: è l’apparato che usa la politica riducendola a linguaggio senza fondamento!
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