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Dio e Super Ego

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Messaggio Da Ludwig von Drake Mar 1 Feb 2011 - 15:22

E' plausibile individuare la divinità autoritaria, che impone vincoli e regole come una proiezione del Super Ego?

Osho, nella disciplina della trascendenza, dice che "la società e' completamente politica. All'esterno ha posto la polizia ed il magistrato, all'interno ha posto la coscienza condizionata. Questa e' il poliziotto e il magistrato interiore. E non contenta di questa soluzione sopra di tutto ha messo dio, il giudice supremo". In questo modo, pare giungere quasi ad interpretare il giudice divino come una figura creata ad arte per imporre determinati comportamenti.

Nella mia ipotesi penso, in particolare, ad una forma di religiosità eretta sulla necessità di difendere l'Io dall'insicurezza tramite l'utilizzo di un dittatore, di un alter ego migliore di sé con cui interfacciarsi, cui chiedere consiglio e che sa distinguere tra bene e male.

Chiedo scusa a quelli che si occupano seriamente di psicologia, è un'idea che mi è venuta in mente e volevo condividerla. Spero che qualcuno possa darmi qualche elemento aggiuntivo per pensare.

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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
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Messaggio Da Werewolf Mar 1 Feb 2011 - 16:17

Uhm, premettendo che non mi intendo di psicologia, e che conosco Freud ed il suo schema interpretativo dalle poche spiegazioni dell'ultimo anno di filosofia al liceo, direi che come idea di Dio come Super-Ego calzi abbastanza.

Premettendo che stiamo parlando del Dio dei monoteismi, è chiaro che esso rappresenti un ideale a cui riferirsi, una sorta di figura paterna che fa da modello, ed il cui ruolo è anche quello di 'grande controllore', a cui il credente deve obbedire e verso il quale sente un senso di responsabilità, il dovere di non farlo 'soffrire'.
Questo aspetto è a mio avviso molto evidente soprattutto nel cristianesimo, dove peraltro Dio non è soltanto metafisico, ma anche fisico, in quanto a suo tempo incarnatosi in Gesù(l'esempio per eccellenza), ed in quanto figura maschile, e quindi paterna, di riferimento.
Che Dio 'serva' al credente come controllo dell'es, è altresì evidente. E' proprio il contrasto fra l'Es(gli istinti subconsci primari) e la volontà dell'Io di perseguire l'ideale del Super-Ego(qui Dio), che fa nascere l'idea di peccato ed il senso di colpa nei confronti di tale ideale, senso di colpa o di peccato che, prima di tutto, è una sofferenza mentale.

Che poi tale figura di Super-Ego sia stata costruita nel corso del tempo e abbia assunto la forma più adatta a controllare la società a seconda dei tempi, credo che sia abbastanza evidente da non doverne discutere.

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Messaggio Da Paolo Mar 1 Feb 2011 - 18:27

Lud, io per la verità ho sempre sostenuto sin dal primo giorno che mi sono iscritto a questo forum una tesi assai simile. Io sono della idea che dio altro non sia come scrivi tu la rappresentazione della " necessità di difendere l'Io dall'insicurezza tramite l'utilizzo di un dittatoreun alter ego migliore di sé con cui interfacciarsi, cui chiedere consiglio e che sa distinguere tra bene e male. ". Io ho fatto risalire questo istinto ad un fattore genetico. Ovvero, da quando l'uomo viveva in branco. Poi l'evoluzione ha fatto si che questo istinto primordiale evolvesse verso forme più elevate. I millenni e la storia hanno fatto il resto
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Messaggio Da *Valerio* Mar 1 Feb 2011 - 21:36

Ludwig von Drake ha scritto:E' plausibile individuare la divinità autoritaria, che impone vincoli e regole come una proiezione del Super Ego?

Osho, nella disciplina della trascendenza, dice che "la società e' completamente politica. All'esterno ha posto la polizia ed il magistrato, all'interno ha posto la coscienza condizionata. Questa e' il poliziotto e il magistrato interiore. E non contenta di questa soluzione sopra di tutto ha messo dio, il giudice supremo". In questo modo, pare giungere quasi ad interpretare il giudice divino come una figura creata ad arte per imporre determinati comportamenti.

Nella mia ipotesi penso, in particolare, ad una forma di religiosità eretta sulla necessità di difendere l'Io dall'insicurezza tramite l'utilizzo di un dittatore, di un alter ego migliore di sé con cui interfacciarsi, cui chiedere consiglio e che sa distinguere tra bene e male.

Chiedo scusa a quelli che si occupano seriamente di psicologia, è un'idea che mi è venuta in mente e volevo condividerla. Spero che qualcuno possa darmi qualche elemento aggiuntivo per pensare.

Credo che la tua sia un'intuizione giusta, considero' cio' come uno degli ingredienti principali che vanno poi a costituire le fondamenta del fenomeno da te descritto.

Tutti bene o male hanno bisogno di sostegno morale, durante tutto il ciclo vitale si presentano le condizioni in cui la classica spalla su appoggiarsi, (alcuni la chiamano stampella) diventa necessita', la cosa e' umana,troppo umana, e cio' genera la credenza in un essere che dona assistenza.
Mi vergogno un po' a dirlo ma anche io quando ero piccolo avevo una sorta di amico immaginario, non entro nei dettagli ma era una sorta di figura consolatoria autorevole che il mio cervello utilizzava per superare qualche piccolo problema o momento di difficolta'.
Credo che da qui il passo sia breve, soggettivamente nella mente si crea un binomio giusto-sbagliato che determina l'etica e la morale propria,fortemente condizionata pero' dalla cultura a cui si appartiene.
In un ipotetico scenario in cui vi sia un punto zero o inizio si puo' quindi pensare che la morale sia solo strettamente legata alla cultura corrente, ove non sia omogenea qualcuno cerchera' inevitabilmente di condizionarla secondo le proprie vedute, l'esempio del Lupo col monoteismo e' piu' che azzeccato e deduco (ma non ci vuole un genio) che piu' le condizioni di vita in cui si genera sono dure tanto piu' la divinita' (parto mentale) sara' appunto dura ed intransigente.

Anche senza avere per forza un dio ognuno chi piu' chi meno pensa nel suo intimo di possedere la morale giusta, quando questi per qualche ragione e' in grado di trasmetterla ed istituzionalizzarla, in questi casi per comando divino, la trasforma in una delle piu' grandi forme di potere. Abbastanza banale.

La morale diventa dipendente dalla religione, essa diventa la sua protettrice, quasi tutti sono d’accordo che la moralità e l’etica non hanno origine nella religione, la religione pero' se ne appropria brutalmente e la plasma a suo piacimento, e da qui ne vediamo le conseguenze perche' non e' piu' a servizio dell' uomo ma l'obiettivo e' il dominio sull’uomo diventando totalitaria.

Alla fine sono finito un po' OT, scusate...mi pare un 3d interessante

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Messaggio Da Paolo Mer 2 Feb 2011 - 8:07

Io penso, e l'ho già scritto, che quello che trae più in inganno noi stessi, ovvero quello che può aver contribuito maggiormente a credere in qualcosa di spirituale, inteso in senso lato, sia una stupefacente capacità che ha il nostro cervello, ovvero quella che noi possiamo parlare con noi stessi. Pensando, ragionando, e forse ancora di più meditando (vedi monaci, eremiti, asceti ecc..) è come se in noi ci fossero due persone che discutono, dibattono vari argomenti, si danno ragione o torto, si compiacono o si biasimano per qualcosa. Questo dualismo intellettivo ha fatto si, o meglio potrebbe aver fatto si che noi si credesse nell'anima, ovvero l'altro con cui noi ci confrontiamo; da li a tutto quello che è metafisico il passo è breve.

Vorrei fare una osservazione a quanto ritengo anche giustamente ha fatto notare Valerio : Mi vergogno un po' a dirlo ma anche io quando ero piccolo avevo una sorta di amico immaginario,. Io posso dire di non aver mai avuto questo tipo di sentimento e non perchè io sia un superman o diverso dagli altri, ma solo per una questione di educazione. Come ho già avuto modo di dire io penso di aver avuto un padre assai particolare. Non ha mai voluto che a noi bambini ci fosse fatto credere a qualcosa che non esiste. Oltre alla questione religiosa, ha sempre voluto che noi fratelli sapessimo che Babbo Natele o Santa Lucia (da noi è lei che porta i doni ai bambini) e tutte la altre figure immaginarie non esistevano, ed era la mamma e il papà che portavano i regali. Penso che grazie a questo oggi mi posso definire immune da "amici immaginari" di tutti i tipi.
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