i credenti vivono meglio?
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Dinozzz
ros79
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i credenti vivono meglio?
certo che avere sempre un punto di appoggio-psicologico- ti fa stare bene. come quando si è bambini che sappiamo(o meglio crediamo) che per qualsiasi cosa i nostri genitori ci possano proteggere.
i credenti non vivono un pò così?
per qualsiasi cosa pregano e con la preghiera permane la speranza al contrario di chi non riesce a pregare.
ma poi alla fine...è una scelta? non so...io anche volessi cosa prego a fare avendo praticamente la certezza che sto parlando al mio alter ego? ma non è una scelta,è una cosa intima che non si può modificare...o no? la fede o l'ateismo sono scelte? scegliere semplicemente se avere una speranza o rassegnarsi al fatto di non averla?
i credenti non vivono un pò così?
per qualsiasi cosa pregano e con la preghiera permane la speranza al contrario di chi non riesce a pregare.
ma poi alla fine...è una scelta? non so...io anche volessi cosa prego a fare avendo praticamente la certezza che sto parlando al mio alter ego? ma non è una scelta,è una cosa intima che non si può modificare...o no? la fede o l'ateismo sono scelte? scegliere semplicemente se avere una speranza o rassegnarsi al fatto di non averla?
ros79- -----------
- Numero di messaggi : 1139
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Re: i credenti vivono meglio?
ros79 ha scritto:certo che avere sempre un punto di appoggio-psicologico- ti fa stare bene. come quando si è bambini che sappiamo(o meglio crediamo) che per qualsiasi cosa i nostri genitori ci possano proteggere.
i credenti non vivono un pò così?
per qualsiasi cosa pregano e con la preghiera permane la speranza al contrario di chi non riesce a pregare.
ma poi alla fine...è una scelta? non so...io anche volessi cosa prego a fare avendo praticamente la certezza che sto parlando al mio alter ego? ma non è una scelta,è una cosa intima che non si può modificare...o no? la fede o l'ateismo sono scelte? scegliere semplicemente se avere una speranza o rassegnarsi al fatto di non averla?
Per sapere se vivo meglio da credente o da ateo dovrei sdoppiarmi, vivere 2 vite uguali una da ateo e una da credente e poi ti saprei dire quale delle due sia stata vissuta meglio.....
A me sembra più ovvio pensare che un credente viva peggio dal momento che ha comunque "degli impegni" di fede da onorare. però questo è il mio punto di vista da credente.....ma leggendo varie risposte nel forum ho sintetizzato che in fondo voi vi sentite liberi e quindi anche per questo ne deduco che voi viviate meglio! Quanto meglio non so e non so neanche se sia veramente meglio....
Se vedi la fede come una semplificazione alle risposte della vita diventa veramente bambinesco il discorso ed è ovvio dunque che per te la fede significa solo "rifugio dalla paura di vivere e di morire" e "riparo dalle domande e risposte esistenziali".
No, dovresti viverla con gli occhi di un innamorato per poterla capire!
Anche chi non prega ha speranza; se la preghiera è solo speranza allora preghiamo tutti! Ognuno a modo suo....
Dinozzz- ------------
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Re: i credenti vivono meglio?
ros79 ha scritto:certo che avere sempre un punto di appoggio-psicologico- ti fa stare bene. come quando si è bambini che sappiamo(o meglio crediamo) che per qualsiasi cosa i nostri genitori ci possano proteggere.
i credenti non vivono un pò così?
[...]
ma poi alla fine...è una scelta?
Credo che valga sempre la definizione "oppio dei popoli" del vecchio Carletto. Qualcosa che lenisce il dolore, magari addormentando le reazioni. Ed e' ovvio che, passando da Marx a Catalano "e' meglio non sentire dolore piuttosto che sentirlo" (a rileggerlo, piu' che Catalano sembra Epicuro)
Ciononostante, non trovo che il credente "stia meglio". Con tutte le mie sofferenze e i miei momenti di angoscia (e per forza li ho, come li abbiamo tutti: il fatto che cerchiamo di usare un po' di piu' il cervello, non significa certo che siamo o ci comportiamo come delle macchine, checche' ne dicano i credini di turno: come chiunque, anch'io nei momenti neri vorrei avere qualcuno o qualcosa a cui sostenermi, ritengo sia una reazione umanissima) non riesco comunque ad invidiare una persona imbottita di morfina, anche se penso (a torto o a ragione) che soffra meno di me.
Absit iniuria verbis, non sono uno dei tanti agnostici insoddisfatti che si sentono sminuiti rispetto a chi ha il "dono" della fede. Non lo considero un dono.
Mi accorgo di non aver risposto alla domanda di ros79: e' una scelta? Continuando nella mia poco simpatica analogia, direi che e' una "scelta" cosi' come lo e' la scelta di drogarsi, o meglio, di non smettere di drogarsi: il "cedimento" puo' capitare e capita a chiunque, il problema e' riuscire ad uscire dal "tunnel".
Re: i credenti vivono meglio?
Da credenti si vive decisamente peggio, con tutti quei sensi di colpa che ti affliggono continuamente, con la paura di sbagliare sempre, di sentirsi peccatori, il vero credente alla fine è solo un povero represso che non ha diritto a vivere ma solo a subire i condizionamenti psicologici della chiesa che diventano torture, si, magari nel momento di bisogno la preghiera ti può dare conforto, ma è solo un'illusione, un placebo di cui a bisogno la tua mente, in realtà mai nessuno ti verrà in aiuto a meno ché non ti autoconvinci, e quello è il sottile gioco dell'illusione che da solo il credente riesce ad autoalimentare, posso dire con assoluta certezza che da ateo mi sento molto meglio ed assolutamente libero, non di fare quello che mi pare e piace sia chiaro, ma libero di sentirmi un uomo...
___________________
Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi. Voltaire
capricorno- -------------
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Località : Saponara (ME)
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Re: i credenti vivono meglio?
Quando si ha qualcuno che ci conforta sempre e comunque be si vive meglio. Ma non è detto che un credente viva meglio di un ateo. Lui ha Dio, io posso avere persone al mio fianco che per me possono fare molto di piu. Come puo averle lui. Almeno per come la vedo io le persone al mio fianco fanno molto di piu di un qualunque Dio. Ma altri possono non vederla cosi. E' tutto molto relativo.
Per come la vedo io diventa una scelta ponderabile solamente quando si ha presente cosa vuol dire vivere da atei e da credenti. Altrimenti diventa una scelta istintiva e dettata dalla sola necessità. In un adulto. In un bambino direi che è un condizionamento puro e semplice.
Per come la vedo io diventa una scelta ponderabile solamente quando si ha presente cosa vuol dire vivere da atei e da credenti. Altrimenti diventa una scelta istintiva e dettata dalla sola necessità. In un adulto. In un bambino direi che è un condizionamento puro e semplice.
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Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere.
.Thomas More.
Libero- -------------
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Località : Livorno
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 17.11.08
Re: i credenti vivono meglio?
In generale? Non saprei. Per quanto riguarda me, da quando ho la consapevolezza che non c'è nessun dio, sto meglio. Nessuna entità soprannaturale morbosamente interessata alla mia vita sessuale, o morbosamente interessata al fatto che io creda alla sua esistenza oppure no... Mi sento più libero!
davide- -------------
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