Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
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Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
renus ha scritto:oi ragà.. eccomi al volo, non mi ero accorto dell adiscussione
però vorrei capire meglio di cosa stiamo parlando, io lo faccio di mestiere, ho una lunga storia di approfondimento e contaminazioni (brutto ma esplicativo termine) musicali e produco e suono... e la bossa ce l'ho nel DNA... il problema è il livello di lettura delle cose e il livello di profondità consentita dalle stesse.
voglio dire, se una cosa è profonda 20cm, anche se scavi oltre, dopo i 20cm non trovi più nulla... quello che mi ha fatto propendere per questo stile è l'enorme profondità (al di là dei gusti che possono essere discussi) che per me si traduce in un feedback emotivo artistico (insomma quando una cosa ti sembra banale restituisce poco, e viceversa).
mi piacciono le dinamiche, le ricerche armonico melodiche e tutto quello che nasce da una sorta di musicalità di pancia che maschera una complessità ricca di ingegno.
però se vogliamo discutere di questa cosa, se vi interessasse approfondire, direi che la cosa migliore e staccarla da questo argomento.
fatemi sapere, mi piacerebbe un confronto.
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You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
Rasputin- ..............
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
grazie Ras, spero ne nasca qualcosa di interessante...
in Uaar tempo fa avevo iniziato a parlarne, ma non avendo feedback di discussione rimaneva un semplice topic celebrativo... salvo però una cosa nono mia che può disegnare una sintesi introduttiva a quello che è il contesto di questa cultura secifica, letta dal grande Gianni Minà (si quello di Eravamo io, paco pegna, fidèl... etc etc )
intanto mi pare di capire che ci sono altri musicisti che magari ne masticano, mi piacerebbe sapere a che livello e quali sono le dispute del caso che erano nate precedentemente...
a voi:
Il samba che non tramonta
Scritto da Gianni Minà
"Vivaverdi" , novembre 2007
Il20 ottobre, prima del concerto di Toquinho al Sistina, Vincenzo Vita, assessore alla cultura della Provincia di Roma, ha premiato Lea Millon.
Nella inebriante stagione, alla metà degli anni ' 70, in cui Franco Fontana, a Roma con i Lunedì del Sistina , ebbe il grande merito di rompere il pregiudizio delle multinazionali del disco e sdoganò in Italia lamusica popolare brasiliana, rendendola finalmente familiare al nostropubblico, doña Lea ebbe sicuramente un ruolo fondamentale.
Questa gentil donna affascinante, dagli occhi azzurri e dal tratto raffinato, già da un decennio, per passione intellettuale, si occupava del fenomeno nascente dei cantautori brasiliani, un fenomeno che, sulle tracce lasciate dal grande poeta Vinicius de Moraes e dall'inarrivabile musicista Tom Jobim, stava per partorire un movimento che, poi, ha fatto epoca.
In Italia, alla fine degli anni '60, per protesta contro la dittatura militare, si era auto esiliato il poeta Vinicius deMoraes, raggiunto ben presto da Chico Buarque de Hollanda, che giovanissimo aveva già raggiunto il successo mondiale con canzoni come La Banda, ma era stato costretto a lasciare la sua patria, con la moglie Marietta incinta, per esplicito "invito" della giunta militare che si era impossessata del potere nel suo paese. Con lui era arrivato un giovane dai capelli lunghi tenuti con una bandana in fronte, che eraun tutt'uno con la chitarra, e si chiamava Toquinho. Avrebbe aiutato Chico negli spettacoli, che avrebbero assicurato loro i soldi per mantenersi nell'esilio. In alcuni casi furono anche il gruppo d'apertura alla grande Josephine Baker, la "venere nera", all'epoca sessantenne, portata in Italia dall'immaginifico Sergio Bernardini, gestore della mitica Bussola di Marina di Pietrasanta.
Ma i duegiovani musicisti brasiliani, così come l'inventore della bossa nova, Joao Gilberto, che si esibiva al Bussolotto, sempre di Bernardini, per clienti come l'avvocato Agnelli, erano allora troppo sofisticati per le ruspanti platee della musica pop italiana degli anni '60.
Ful'incontro fra Franco Fontana e Lea Millon a far diventare moda, qualche anno dopo, il languore, ma anche lo splendore ritmico dellamusica popolare brasiliana. Lea, nel frattempo, era diventata lamanager di Caetano Veloso e Gilberto Gil, che rappresentavano la scuola bahiana del samba e delle nuove tendenze, e che sarebbero stati fra ipiù grandi innovatori della cultura del loro paese.
Ma doña Lea, da quel momento non si limitò a proporre i suoi artisti, fece da tramite con tutti gli altri grandi talenti di quell'epoca d'oro dellamusica del suo paese, e mise in contatto l'intera nuova cultura di unagrande nazione, che era mortificata in quel momento dalla dittatura, ma riusciva lo stesso, forse proprio per la sofferenza, a produrre talenti in ogni campo dell'arte che la Millon favoriva nell'offrir loro la possibilità di farsi un nome all'estero.
Lea fu anche laproduttrice del più incantevole spettacolo teatrale che la musicapopolare brasiliana abbia saputo regalare alla cultura mondiale: Doces Barbaros, Dolci Barbari, che ebbi il privilegio di vedere al Canecaodi Rio de Janeiro. Noi piccoli intellettuali d'Europa allora eravamo innamorati del Living Theatre, una vera rivoluzione sui palcoscenici occidentali. Bene, mi prendo la responsabilità di affermare che quello spettacolo di grandi suggestioni antropologiche e di richiami alleradici di una nazione, il Brasile, fatti da Gilberto Gil, CaetanoVeloso, Gal Costa e Maria Bethania, sorella di Caetano, era ancor più avanti del Living nell'invenzione del teatro moderno.
Lea quella sera mi accompagnò al Canecao, senza spiegarmi molto. Alla fine ero folgorato mentre lei felice mi diceva che quella creazione avremmo dovuto portarla in Italia.
Ma, per la logica del mercato europeo ed italiano, capace di osare solo su proposte nordamericane, costava troppo. Quando, dopo venticinque anni, recentemente i quattro di Bahiasi sono riuniti per rivivere le emozioni di quel loro capolavoro avrei voluto andare in Brasile per inebriarmi nuovamente. Non lo ho potuto fare ma Gilberto Gil, che nel frattempo era diventato anche ministro della cultura del governo di Ignacio Lula da Silva, mi ha assicurato, fedele al pensiero positivo che è la caratteristica del suo paese, che un giorno rincontreremo i Dolci Barbari.
Lea Millon mi ha regalato un'educazione sentimentale alla musica popolare brasiliana e alla cultura della più vasta nazione latinoamericana. Da allora tuttoquello che sono riuscito a fare in televisione e nei teatri per valorizzare questa ricchezza artistica lo devo a lei. Dall'ultima puntata del primo anno del programma televisivo Blitz (1982) al Bandiera Gialla di Rimini che caratterizzammo con Gilberto Gil e l'affascinante Sonia Braga, allo show su Rai Uno dal Mondiale di calcio dell' 86 in Messico per il quale Lea mi fece arrivare in ventiquattr'ore, miracolosamente, Jorge Ben e il suo gruppo, in sostituzione di un altro artista che per ragioni personali (o capricci?) aveva rinunciato all'impegno. Dalla possibilità di conoscere le donne più diverse e complesse della musica brasiliana ( la vecchia Clementina de Jesus o l'insuperabile Elis Regina o Maria Creuza, Miucha Buarque de Hollanda, Beth Carvalho, Fafa de Belem) al piacere dilavorare con cantautori come Milton Nascimento, Joao Bosco e RobertoCarlos, quello che vinse Sanremo con Sergio Endrigo nel 1968 e scrisse "L'appuntamento" inciso da Ornella Vanoni.
Purtroppo la musica popolare brasiliana non ha più sponsor nell'asfittico mercato musicale del nostro paese, colonizzato dalla modesta offerta attuale delle multinazionali nordamericane.
Eppure altri artisti di valore sono nati, quasi sempre donne e baiane, come Daniela Mercury o Ivette Sangalo, quest'ultima, come mi ha spiegato il mio amico Max De Tommasi, "brasiliologo" di chiara fama, rappresentante del movimento axe , che vuol dire energia e che conferma la vitalità di una radice, di una tradizione capace di rinnovarsi continuamente.
In Brasile, per far sopravvivere la musica autoctona, è nata un'etichetta, Biscoitofino , dove stanno confluendo tutti i grandi nomi di ieri che hanno reso prestigioso nel mondo il samba e la bossa nova .
Ci vorrebbe qualcosa di simile anche in Italia. E speriamo che ci sianopresto impresari coraggiosi come lo è stato Franco Fontana , e operatori culturali come doña Lea Millon, capaci di trasferire e far conoscere questa esperienza, per ora recepita in Italia solo da piccole etichette indipendenti, escluse però dalla programmazione delle grandi radio.
in Uaar tempo fa avevo iniziato a parlarne, ma non avendo feedback di discussione rimaneva un semplice topic celebrativo... salvo però una cosa nono mia che può disegnare una sintesi introduttiva a quello che è il contesto di questa cultura secifica, letta dal grande Gianni Minà (si quello di Eravamo io, paco pegna, fidèl... etc etc )
intanto mi pare di capire che ci sono altri musicisti che magari ne masticano, mi piacerebbe sapere a che livello e quali sono le dispute del caso che erano nate precedentemente...
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Scritto da Gianni Minà
"Vivaverdi" , novembre 2007
Il20 ottobre, prima del concerto di Toquinho al Sistina, Vincenzo Vita, assessore alla cultura della Provincia di Roma, ha premiato Lea Millon.
Nella inebriante stagione, alla metà degli anni ' 70, in cui Franco Fontana, a Roma con i Lunedì del Sistina , ebbe il grande merito di rompere il pregiudizio delle multinazionali del disco e sdoganò in Italia lamusica popolare brasiliana, rendendola finalmente familiare al nostropubblico, doña Lea ebbe sicuramente un ruolo fondamentale.
Questa gentil donna affascinante, dagli occhi azzurri e dal tratto raffinato, già da un decennio, per passione intellettuale, si occupava del fenomeno nascente dei cantautori brasiliani, un fenomeno che, sulle tracce lasciate dal grande poeta Vinicius de Moraes e dall'inarrivabile musicista Tom Jobim, stava per partorire un movimento che, poi, ha fatto epoca.
In Italia, alla fine degli anni '60, per protesta contro la dittatura militare, si era auto esiliato il poeta Vinicius deMoraes, raggiunto ben presto da Chico Buarque de Hollanda, che giovanissimo aveva già raggiunto il successo mondiale con canzoni come La Banda, ma era stato costretto a lasciare la sua patria, con la moglie Marietta incinta, per esplicito "invito" della giunta militare che si era impossessata del potere nel suo paese. Con lui era arrivato un giovane dai capelli lunghi tenuti con una bandana in fronte, che eraun tutt'uno con la chitarra, e si chiamava Toquinho. Avrebbe aiutato Chico negli spettacoli, che avrebbero assicurato loro i soldi per mantenersi nell'esilio. In alcuni casi furono anche il gruppo d'apertura alla grande Josephine Baker, la "venere nera", all'epoca sessantenne, portata in Italia dall'immaginifico Sergio Bernardini, gestore della mitica Bussola di Marina di Pietrasanta.
Ma i duegiovani musicisti brasiliani, così come l'inventore della bossa nova, Joao Gilberto, che si esibiva al Bussolotto, sempre di Bernardini, per clienti come l'avvocato Agnelli, erano allora troppo sofisticati per le ruspanti platee della musica pop italiana degli anni '60.
Ful'incontro fra Franco Fontana e Lea Millon a far diventare moda, qualche anno dopo, il languore, ma anche lo splendore ritmico dellamusica popolare brasiliana. Lea, nel frattempo, era diventata lamanager di Caetano Veloso e Gilberto Gil, che rappresentavano la scuola bahiana del samba e delle nuove tendenze, e che sarebbero stati fra ipiù grandi innovatori della cultura del loro paese.
Ma doña Lea, da quel momento non si limitò a proporre i suoi artisti, fece da tramite con tutti gli altri grandi talenti di quell'epoca d'oro dellamusica del suo paese, e mise in contatto l'intera nuova cultura di unagrande nazione, che era mortificata in quel momento dalla dittatura, ma riusciva lo stesso, forse proprio per la sofferenza, a produrre talenti in ogni campo dell'arte che la Millon favoriva nell'offrir loro la possibilità di farsi un nome all'estero.
Lea fu anche laproduttrice del più incantevole spettacolo teatrale che la musicapopolare brasiliana abbia saputo regalare alla cultura mondiale: Doces Barbaros, Dolci Barbari, che ebbi il privilegio di vedere al Canecaodi Rio de Janeiro. Noi piccoli intellettuali d'Europa allora eravamo innamorati del Living Theatre, una vera rivoluzione sui palcoscenici occidentali. Bene, mi prendo la responsabilità di affermare che quello spettacolo di grandi suggestioni antropologiche e di richiami alleradici di una nazione, il Brasile, fatti da Gilberto Gil, CaetanoVeloso, Gal Costa e Maria Bethania, sorella di Caetano, era ancor più avanti del Living nell'invenzione del teatro moderno.
Lea quella sera mi accompagnò al Canecao, senza spiegarmi molto. Alla fine ero folgorato mentre lei felice mi diceva che quella creazione avremmo dovuto portarla in Italia.
Ma, per la logica del mercato europeo ed italiano, capace di osare solo su proposte nordamericane, costava troppo. Quando, dopo venticinque anni, recentemente i quattro di Bahiasi sono riuniti per rivivere le emozioni di quel loro capolavoro avrei voluto andare in Brasile per inebriarmi nuovamente. Non lo ho potuto fare ma Gilberto Gil, che nel frattempo era diventato anche ministro della cultura del governo di Ignacio Lula da Silva, mi ha assicurato, fedele al pensiero positivo che è la caratteristica del suo paese, che un giorno rincontreremo i Dolci Barbari.
Lea Millon mi ha regalato un'educazione sentimentale alla musica popolare brasiliana e alla cultura della più vasta nazione latinoamericana. Da allora tuttoquello che sono riuscito a fare in televisione e nei teatri per valorizzare questa ricchezza artistica lo devo a lei. Dall'ultima puntata del primo anno del programma televisivo Blitz (1982) al Bandiera Gialla di Rimini che caratterizzammo con Gilberto Gil e l'affascinante Sonia Braga, allo show su Rai Uno dal Mondiale di calcio dell' 86 in Messico per il quale Lea mi fece arrivare in ventiquattr'ore, miracolosamente, Jorge Ben e il suo gruppo, in sostituzione di un altro artista che per ragioni personali (o capricci?) aveva rinunciato all'impegno. Dalla possibilità di conoscere le donne più diverse e complesse della musica brasiliana ( la vecchia Clementina de Jesus o l'insuperabile Elis Regina o Maria Creuza, Miucha Buarque de Hollanda, Beth Carvalho, Fafa de Belem) al piacere dilavorare con cantautori come Milton Nascimento, Joao Bosco e RobertoCarlos, quello che vinse Sanremo con Sergio Endrigo nel 1968 e scrisse "L'appuntamento" inciso da Ornella Vanoni.
Purtroppo la musica popolare brasiliana non ha più sponsor nell'asfittico mercato musicale del nostro paese, colonizzato dalla modesta offerta attuale delle multinazionali nordamericane.
Eppure altri artisti di valore sono nati, quasi sempre donne e baiane, come Daniela Mercury o Ivette Sangalo, quest'ultima, come mi ha spiegato il mio amico Max De Tommasi, "brasiliologo" di chiara fama, rappresentante del movimento axe , che vuol dire energia e che conferma la vitalità di una radice, di una tradizione capace di rinnovarsi continuamente.
In Brasile, per far sopravvivere la musica autoctona, è nata un'etichetta, Biscoitofino , dove stanno confluendo tutti i grandi nomi di ieri che hanno reso prestigioso nel mondo il samba e la bossa nova .
Ci vorrebbe qualcosa di simile anche in Italia. E speriamo che ci sianopresto impresari coraggiosi come lo è stato Franco Fontana , e operatori culturali come doña Lea Millon, capaci di trasferire e far conoscere questa esperienza, per ora recepita in Italia solo da piccole etichette indipendenti, escluse però dalla programmazione delle grandi radio.
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"Quando una storia è troppo bella per essere vera, non è vera." (Bastardi senza gloria)
fede significa creare una virtù dall'incoscienza (Bill Maher)
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui. (B. Russel)
Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Bisogna che vi dica che sono cresciuto metabolizzando miscele orientali e occidentali per cui sento il ritmo greco, turco, egiziano, sudanese – quest'ultimo è tanto diverso. Il bouzouki, il ud e quel flauto suonato di notte alla luna, insomma più che i “decibel” sento gli “umori”, mazag, khef che si traducono in inglese con “mood” ma nessuno sa come spiegare che c'è di più. Questa la mia parte orientale.
Il resto è come per quasi tutti i miei coetanei, forse ero più predisposto e favorito per l'estensione vocale di quasi 3 ottave. La musica non è diventata la mia attività lavorativa, anzi c'è stato un rigetto totale fino al film “blade runner”, il blues di Vangelis. Ora suono solo melodie pentatoniche su none e minori con quinte bemolle.
Mi è mancato lo spirito di Woodstock dove tutti sembravano concorrere per migliorare la musica ma questo non è più successo, oggi si costruiscono immagini di ogni tipo, perfino musicali nascono e muoiono continuamente.
La bossa nova è un filo evidente che tiene legata la melodia insieme, non va con la mia voce ma con quel “mood” fa pelle d'oca, per quella roba che si portano dietro gli africani che hanno dato il via al jazz e blues. Bisogna riferirsi al trito ritrito perché è roba maniacale come il sesso, “birimbao”, “mas que nada”, "Samba de uma nota só" (la samba lenta) e “Escravo da Alegria” le suono (e canto ancora con gli amici).
Ed ora bello! Renus! ho letto quello che hai scritto sopra, sono valsi la pena i botti di Rasputin - mi ha fatto ascoltare due volte gli Iron Maiden 14.44 minuti per i ta ta ta UGUA-ALI!
Allora mettici "estate" di Bruno Martino cantata da Gilberto!
Il resto è come per quasi tutti i miei coetanei, forse ero più predisposto e favorito per l'estensione vocale di quasi 3 ottave. La musica non è diventata la mia attività lavorativa, anzi c'è stato un rigetto totale fino al film “blade runner”, il blues di Vangelis. Ora suono solo melodie pentatoniche su none e minori con quinte bemolle.
Mi è mancato lo spirito di Woodstock dove tutti sembravano concorrere per migliorare la musica ma questo non è più successo, oggi si costruiscono immagini di ogni tipo, perfino musicali nascono e muoiono continuamente.
La bossa nova è un filo evidente che tiene legata la melodia insieme, non va con la mia voce ma con quel “mood” fa pelle d'oca, per quella roba che si portano dietro gli africani che hanno dato il via al jazz e blues. Bisogna riferirsi al trito ritrito perché è roba maniacale come il sesso, “birimbao”, “mas que nada”, "Samba de uma nota só" (la samba lenta) e “Escravo da Alegria” le suono (e canto ancora con gli amici).
Ed ora bello! Renus! ho letto quello che hai scritto sopra, sono valsi la pena i botti di Rasputin - mi ha fatto ascoltare due volte gli Iron Maiden 14.44 minuti per i ta ta ta UGUA-ALI!
Allora mettici "estate" di Bruno Martino cantata da Gilberto!
SergioAD- -------------
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
ti spiace se ti metto come l'abbiamo fatta noi in un concertino di ottobre scorso?SergioAD ha scritto:
Allora mettici "estate" di Bruno Martino cantata da Gilberto!
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
'Aazz vedi piace perfino a me
Sapevo che sarebbe diventato un bel thread
Sergio sto andando in credito, altri botti prossimamente su questo schermo
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
ora veniamo a noi, anche io sento molto il suono del mediterraneo, e ho passato un'adolescenza travagliata suonando dai cure ai joy division per poi tornare sul jazz e stabilirmi sulla bossa.
l'evento chiave della mia vita è stato quando a 5 anni (32 anni fa))) ho scoperto tra i dischi di mio padre Getz/Gilberto (Joao è da sempre il mio guru indiscusso), La voglia la pazzia..., e alcune altre chicche di jazz... e sono finito per ascoltarle in continuazione per anni, strimpellando e poi studiando la chitarra su quei dischi.
da allora ho fatto davvero molte scoperte e mi sono calato interamente in quella cultura, ma in modo non esclusivo, come una spugna assorbivo tanta roba fortunatamente buona... alla fine siamo quello che mangiamo anche per la musica.
non sto ad elencarti alcune influenze che mi porto dentro, penso che verranno fuori
direi che è opportuno guardare al brasile e alla sua musica partendo da una questione fisiologica: le deportazioni della cultura africana attraverso l'Africa, la cultura europea dei colonizzatori e l'ultima mazzata del jazz nordamericano.
una tragedia che si sublima in un cocktail ricchissimo (che varia molto anche a seconda di quale filone di musica brasiliana si decida di seguire).
per quello che riguarda la bossa, avete letto Chega de saudade di Ruy Castro? per me un libro fondamentale nel capire i reali meccanismi e microcontesti sociali che hanno generato questa corrente. consiglio caldamente di comprarlo.
l'evento chiave della mia vita è stato quando a 5 anni (32 anni fa))) ho scoperto tra i dischi di mio padre Getz/Gilberto (Joao è da sempre il mio guru indiscusso), La voglia la pazzia..., e alcune altre chicche di jazz... e sono finito per ascoltarle in continuazione per anni, strimpellando e poi studiando la chitarra su quei dischi.
da allora ho fatto davvero molte scoperte e mi sono calato interamente in quella cultura, ma in modo non esclusivo, come una spugna assorbivo tanta roba fortunatamente buona... alla fine siamo quello che mangiamo anche per la musica.
non sto ad elencarti alcune influenze che mi porto dentro, penso che verranno fuori
direi che è opportuno guardare al brasile e alla sua musica partendo da una questione fisiologica: le deportazioni della cultura africana attraverso l'Africa, la cultura europea dei colonizzatori e l'ultima mazzata del jazz nordamericano.
una tragedia che si sublima in un cocktail ricchissimo (che varia molto anche a seconda di quale filone di musica brasiliana si decida di seguire).
per quello che riguarda la bossa, avete letto Chega de saudade di Ruy Castro? per me un libro fondamentale nel capire i reali meccanismi e microcontesti sociali che hanno generato questa corrente. consiglio caldamente di comprarlo.
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
per partire dal mix di suoni ancestrali, rituali...
l'autore da considerare è assolutamente baden powell...
gli afro-samba con Vinicius sono una pietra miliare... disegnano quellecomponenti di ripetizioni ossessive, ipnotiche, ritmiche...
qui è poco prima di morire, c'è un documentario su baden realizzato dai francesi che va visto.
la mano destra diventa tanti strumenti... spesso emula il movimento del pandeiro o del berimbau.
l'autore da considerare è assolutamente baden powell...
gli afro-samba con Vinicius sono una pietra miliare... disegnano quellecomponenti di ripetizioni ossessive, ipnotiche, ritmiche...
qui è poco prima di morire, c'è un documentario su baden realizzato dai francesi che va visto.
la mano destra diventa tanti strumenti... spesso emula il movimento del pandeiro o del berimbau.
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Non è per maleducazione... finche katia non mi tira giù per uscire sento Renus! Accidenti pure i CCR have you ever seen the rain!... it's been coming for some time... bobom boo bom - I wanna know... have you evere seen the rain...
Quando si dice evergreen eh... birimbao ah ah.
Ci vediamo dopo! "faccio decantare gli accordi"
Quando si dice evergreen eh... birimbao ah ah.
Ci vediamo dopo! "faccio decantare gli accordi"
SergioAD- -------------
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
we Sergio.. quello delle cover è un progetto commerciale su commissione... ha avuto i suoi risvolti e ci ha dato un pò di fama in sud est asiatico... ma non è che ci sia molto legatoSergioAD ha scritto:Non è per maleducazione... finche katia non mi tira giù per uscire sento Renus! Accidenti pure i CCR have you ever seen the rain!... it's been coming for some time... bobom boo bom - I wanna know... have you evere seen the rain...
Quando si dice evergreen eh... birimbao ah ah.
Ci vediamo dopo! "faccio decantare gli accordi"
comunque mi interessano i tuoi pareri
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Complimenti Renus, tutto quello che ho visto è bello!
Con Baden Powel si può chiudere l'iniziazione, questo dicevo del legame africano, uno dei strumenti (ma non è l'unico) è la Kalimba
https://www.youtube.com/watch?v=lAaFv5t3duY&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=4XD02oMHC5E&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=9r3rCUg3L98&feature=related
Anche Toquinho, con quel un po' fastidioso album che parlava di “ombrelloni al bar e acquarelli” per fortuna che c'erano anche un paio di bellissime canzoni, gira gira è il più vicino alla mia generazione.
La cover! Io penso che la cover vada bene sempre, se fai un concerto onori il pezzo, se fai ballare richiami tenerezze e se fai bar la gente ti sorride. Arrangiato diviene quello che vuoi, smetti di frustarmi che a me è piaciuta la vostra versione “Have you ever seen the rain”, tanto sono partito da lì – e complimenti sinceri ancora!
Claude francois scrisse “Comme d'habitude”, poi Paul Anka la riscrisse in Inglese e divenne “My Way”, la migliore interpretazione non fu di Frank Sinatra o Elvis Presley ma di Tom Jones – lui la faceva in Fa solo l'introduzione fa un po' pena.
Con Baden Powel si può chiudere l'iniziazione, questo dicevo del legame africano, uno dei strumenti (ma non è l'unico) è la Kalimba
https://www.youtube.com/watch?v=lAaFv5t3duY&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=4XD02oMHC5E&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=9r3rCUg3L98&feature=related
Anche Toquinho, con quel un po' fastidioso album che parlava di “ombrelloni al bar e acquarelli” per fortuna che c'erano anche un paio di bellissime canzoni, gira gira è il più vicino alla mia generazione.
La cover! Io penso che la cover vada bene sempre, se fai un concerto onori il pezzo, se fai ballare richiami tenerezze e se fai bar la gente ti sorride. Arrangiato diviene quello che vuoi, smetti di frustarmi che a me è piaciuta la vostra versione “Have you ever seen the rain”, tanto sono partito da lì – e complimenti sinceri ancora!
Claude francois scrisse “Comme d'habitude”, poi Paul Anka la riscrisse in Inglese e divenne “My Way”, la migliore interpretazione non fu di Frank Sinatra o Elvis Presley ma di Tom Jones – lui la faceva in Fa solo l'introduzione fa un po' pena.
SergioAD- -------------
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
grazie Sergio, io frustavo me non te
a proposito di calimbe, senti che combina con i looper!!!
ascoltate in cuffie ad occhi chiusi, è un viaggio!
ora scappo, ma tornerò sugli argomenti... anche delle cover
a proposito di calimbe, senti che combina con i looper!!!
ascoltate in cuffie ad occhi chiusi, è un viaggio!
ora scappo, ma tornerò sugli argomenti... anche delle cover
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Pat Metheny, lui poi, ma il bassista con la kalimba fa paura anche quando canta in falsetto (il falsetto a me non piace però) – A Renus! Non potevo aspettare di prendere l'aereo per sentirla in cuffia a occhi chiusi. Ho tentato di prendere un taxi ma se dicevo a Katia che era per sentire Richard Bona in cuffia ad occhi chiusi, siccome siamo andati ad una mostra del dattero mi sa che mi avrebbero fatto male di pancia... cosa che è quasi successa lo stesso ma per il verso giusto!
Beh, non frustarti nemmeno tu, questa storia delle cover la vivono tutti quelli che fanno musica, scherzi a parte, è giusto fare quello che piace. Guarda questo matto...
https://www.youtube.com/watch?v=17dtwjr5R6E&feature=related
Pete Huttlinger ha arrangiato “superstition” una canzone maniacale niente male e poi si è messo a fare lo stronzo col pubblico. Anche questo ragazzino...
https://www.youtube.com/watch?v=_xjtWXXWlmQ&feature=related
Ma torniamo alla bossa nova, voce nuova o meglio mania nuova. Renus l'ha “presa” da piccolo, ma normalmente ci si deve abituare sopratutto se si parte dal pop o dal rock. Succede col jazz e con la musica classica (ah! senza J.S.Bach non ci sarebbe stata la musica che ci piace oggi). Se nel contrappunto musicale due o più linee musicali si inseguono per formare la melodia, nella bossa nova avviene col ritmo. Serve l'espressione più di ogni cosa, la voce sul ritmo cosi sincopato non riesce a stonare perché resta intrappolata dentro il filo conduttore. Se viene dalla chitarra, come si dice sembra più “rotondo”.
Beh, non frustarti nemmeno tu, questa storia delle cover la vivono tutti quelli che fanno musica, scherzi a parte, è giusto fare quello che piace. Guarda questo matto...
https://www.youtube.com/watch?v=17dtwjr5R6E&feature=related
Pete Huttlinger ha arrangiato “superstition” una canzone maniacale niente male e poi si è messo a fare lo stronzo col pubblico. Anche questo ragazzino...
https://www.youtube.com/watch?v=_xjtWXXWlmQ&feature=related
Ma torniamo alla bossa nova, voce nuova o meglio mania nuova. Renus l'ha “presa” da piccolo, ma normalmente ci si deve abituare sopratutto se si parte dal pop o dal rock. Succede col jazz e con la musica classica (ah! senza J.S.Bach non ci sarebbe stata la musica che ci piace oggi). Se nel contrappunto musicale due o più linee musicali si inseguono per formare la melodia, nella bossa nova avviene col ritmo. Serve l'espressione più di ogni cosa, la voce sul ritmo cosi sincopato non riesce a stonare perché resta intrappolata dentro il filo conduttore. Se viene dalla chitarra, come si dice sembra più “rotondo”.
SergioAD- -------------
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
SergioAD ha scritto:...normalmente ci si deve abituare sopratutto se si parte dal pop o dal rock. Succede col jazz...
Insomma un po' come pigliarlo nel didietro, all'inizio fa male poi ci si abitua (Me l'hanno detto eh)
Scherzi a parte, riconosco l'arte dove c'é anche a prescindere dai miei gusti, questa decisamente non è roba per me...
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Raspa senti questo... alloraTanti anni sono passati... vedi come oscilla il palco ah ah! il grande e grosso Leslie.
SergioAD- -------------
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
SergioAD ha scritto:Raspa senti questo... allora
Tanti anni sono passati... vedi come oscilla il palco ah ah! il grande e grosso Leslie.
Già meglio, guarda un po' non lo conoscevo. Però cavoli che sorriso, quello può fumare a incastro
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Ogni tanto suona con Satriani e Petrucci, volevo dire che finché c'è feeling va bene. Io purtroppo vado in tilt con il Punk o la frenesia, ma perché non catturo le note.
Oddio! immaginati di organizzare un incontro speciale e far partire proprio mentre stai per chiedere "affetto"... "Welcome to the jungle" con gli urli di Axl a 100dB.
Oddio! immaginati di organizzare un incontro speciale e far partire proprio mentre stai per chiedere "affetto"... "Welcome to the jungle" con gli urli di Axl a 100dB.
SergioAD- -------------
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
personalmente propendo per far soccombere l'esibizionismo a favore del messaggio veicolato, e ormai da tempo che determinate forme di musica o virtuosismi mi lasciano totalmente indifferente.
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"Quando una storia è troppo bella per essere vera, non è vera." (Bastardi senza gloria)
fede significa creare una virtù dall'incoscienza (Bill Maher)
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui. (B. Russel)
Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
raramente genio e tecnica fanno a cazzotti...
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
renus ha scritto:raramente genio e tecnica fanno a cazzotti...
Qui sfondi una porta aperta, da profano (Ma anche da sportivo) ti dico che secondo me è una regola quasi universale. Però non vedo un cazzo, la solita merda sonyentertainmentcopyrightsalcazzo
me lo cercherò
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
non vedi il video che ho linkato?Rasputin ha scritto:renus ha scritto:raramente genio e tecnica fanno a cazzotti...
Qui sfondi una porta aperta, da profano (Ma anche da sportivo) ti dico che secondo me è una regola quasi universale. Però non vedo un cazzo, la solita merda sonyentertainmentcopyrightsalcazzo
me lo cercherò
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
no, copyright sony not available in your country. Mai successo?
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Rasputin ha scritto:no, copyright sony not available in your country. Mai successo?
azz,
fa parte di questo bellissimo documentario sullo choro, del tipo di buena vista social club... bellissimo, cercalo e guardalo se puoi, poi ti rivelo quali sono i miei amici
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
niente da fare, si vede che nessuno si preoccupa di ricaricare i video finché quelli di YouTube si stufano di rimuoverli
magari c'è qualcosa su Daily Motion?
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
prova a cercare brasilerinho di mika kaurismakiRasputin ha scritto:niente da fare, si vede che nessuno si preoccupa di ricaricare i video finché quelli di YouTube si stufano di rimuoverli
magari c'è qualcosa su Daily Motion?
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Avevo preparato questo post ma vedo che siamo tornati a parlare di dialetti musicali intorno alla bossa nova. Lo posto lo stesso per l'evoluzione di questo bel 3D... ieri mi ero messo a suonare e perbacco se si gode.
Abbiamo aperto altri fronti oltre i “dialetti musicali”.
La kalimba e il favoloso gruppo di Metheny ci ha deviato un po' col virtuosismo, per conto mio rimango affascinato dagli acrobati che battono record, ma la vedo come voi, rimango indifferente sulle cose che non capisco (chi l'ha detto elegantemente e chi con “passione” ah ah).
Il testo non dovrebbe interessarci se non per l'espressione che può dare alla musica/stile – io per questo motivo mi allontano dal punk – la mia definizione molto personale del punk è ribellione, all'epoca era controcultura e inesperienza sulla quale girava musica, uno stile di vita dove prevaleva la quantità sulla qualità e l'apparire sull'essere. Parte da lontano se ricordate i mods e i rockers, sottoculture prima degli hippies e skinheads. Un mondo che conosco più o meno ma, ho ascoltato i clash, sex pistols o Ramones con interesse anche se per poco tempo.
Rimane la musica, nello specifico la bossa nova ed i dialetti musicali intorno ad essa. Abbiamo detto che c'è dal 1958, che usa il repertorio del jazz. Da noi molti si prestavano, da tenco al rock progressivo che purtroppo pochi ricordano, che averebbero detto qualcosa ancora con questo ritmo.
Ci sono anche le milonghe che si prestano, faccio un esempio di un pezzo che mi piace, “pedacito de cielo” un pezzo argentino, nasce valzer, non sono riuscito a trovare meglio di questa versione. Pensatela col ride ti ti ti … ti ti ti... Spero di riuscire a non essere tecnico, ride è un piatto della batteria che caratterizza, se swing, il jazz e, se dritto, la bossa nova.
Abbiamo aperto altri fronti oltre i “dialetti musicali”.
La kalimba e il favoloso gruppo di Metheny ci ha deviato un po' col virtuosismo, per conto mio rimango affascinato dagli acrobati che battono record, ma la vedo come voi, rimango indifferente sulle cose che non capisco (chi l'ha detto elegantemente e chi con “passione” ah ah).
Il testo non dovrebbe interessarci se non per l'espressione che può dare alla musica/stile – io per questo motivo mi allontano dal punk – la mia definizione molto personale del punk è ribellione, all'epoca era controcultura e inesperienza sulla quale girava musica, uno stile di vita dove prevaleva la quantità sulla qualità e l'apparire sull'essere. Parte da lontano se ricordate i mods e i rockers, sottoculture prima degli hippies e skinheads. Un mondo che conosco più o meno ma, ho ascoltato i clash, sex pistols o Ramones con interesse anche se per poco tempo.
Rimane la musica, nello specifico la bossa nova ed i dialetti musicali intorno ad essa. Abbiamo detto che c'è dal 1958, che usa il repertorio del jazz. Da noi molti si prestavano, da tenco al rock progressivo che purtroppo pochi ricordano, che averebbero detto qualcosa ancora con questo ritmo.
Ci sono anche le milonghe che si prestano, faccio un esempio di un pezzo che mi piace, “pedacito de cielo” un pezzo argentino, nasce valzer, non sono riuscito a trovare meglio di questa versione. Pensatela col ride ti ti ti … ti ti ti... Spero di riuscire a non essere tecnico, ride è un piatto della batteria che caratterizza, se swing, il jazz e, se dritto, la bossa nova.
SergioAD- -------------
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
SergioAD ha scritto:Da noi molti si prestavano, da tenco al rock progressivo che purtroppo pochi ricordano, che averebbero detto qualcosa ancora con questo ritmo.
Eh no eh
non faccio parte di quei pochi, qui un assaggino, tra l'altro di roba che possiedo nella mia collezione
occhio al batterista
OT lo so scusami Renus ma mi vengono dati degli spunti ai quali non so resistere
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
Si ci sono riuscito, trovo che sia possibile... di Raspa ce ne solo uno ma il fatto che io ti sostenga non vuol dire che Renus non esca dallo schermo gridando come una iena... il batterista sempre incazzato, quando è finita la canzone secondo me è rimasto a distruggere la batteria.
I nostri erano quelli incredibili, il Banco del Mutuo Soccorso, la Premiata Forneria Marconi e Le Orme, il rock progressivo italiano. Non c'è più stato nulla di simile.
I nostri erano quelli incredibili, il Banco del Mutuo Soccorso, la Premiata Forneria Marconi e Le Orme, il rock progressivo italiano. Non c'è più stato nulla di simile.
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
SergioAD ha scritto:
I nostri erano quelli incredibili,
Poco ma sicuro.
SergioAD ha scritto:il Banco del Mutuo Soccorso,
Forse gli unici che hanno tentato di fare qualcosa di loro
SergioAD ha scritto:la Premiata Forneria Marconi
scopiazzatura dei Genesis
SergioAD ha scritto:e Le Orme,
scopiazzatura, ancora più spudorata se possibile, di E, L, & P
SergioAD ha scritto:il rock progressivo italiano. Non c'è più stato nulla di simile.
Meno male. Scusa Sergio eh, ma io con la musica italiota ho chiuso il conto da un pezzo.
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
ok, torniamo in riga,
oggi mi sono preso un'incazzatura su un forum di musica dove si teme qualunque infiltrazione di riflessioni socio-politiche, come se la musica potesse prescindere dalla vita reale... e si crea così il bacino dei gigi d'alessio del futuro.
ecco parliamo di dittatura, di quello che in brasile ha significato la censura e l'esilio dei musicisti che oggi sono entrati nel mito, da Gil a Caetano per arrivare a quello più impegnato e forse più sensibile a pelle.
capolavoro di poesia e musica, il dramma sociale raccontato con espedienti letterari e musicali.
questa l'ottusa dittatura non si è accorta che fosse un inno per la fine della stessa, vestita come una canzone d'amore
oggi mi sono preso un'incazzatura su un forum di musica dove si teme qualunque infiltrazione di riflessioni socio-politiche, come se la musica potesse prescindere dalla vita reale... e si crea così il bacino dei gigi d'alessio del futuro.
ecco parliamo di dittatura, di quello che in brasile ha significato la censura e l'esilio dei musicisti che oggi sono entrati nel mito, da Gil a Caetano per arrivare a quello più impegnato e forse più sensibile a pelle.
capolavoro di poesia e musica, il dramma sociale raccontato con espedienti letterari e musicali.
questa l'ottusa dittatura non si è accorta che fosse un inno per la fine della stessa, vestita come una canzone d'amore
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Re: Bossa Nova e dialetti musicali-Renus
"Quando você for convidado pra subir no adro
da Fundação Casa de Jorge Amado
pra ver do alto a fila de soldados, quase todos pretos
Dando porrada na nuca de malandros pretos
De ladrões mulatos e outros quase brancos
Tratados como pretos
Só pra mostrar aos outros quase pretos
(Que são quase todos pretos)
Como é que pretos, pobres e mulatos
E quase brancos, quase pretos de tão pobres
são tratados.
E não importa se olhos do mundo inteiro
Possam estar por um momento voltados
para o largo
Onde os escravos eram castigados
E hoje um batuque, um batuque
Com a pureza de meninos uniformizados
de escola secundária em dia de parada
E a grandeza épica de um povo em formação
Nos atrai, nos deslumbra e estimula.
Não importa nada: nem o traço do sobrado
Nem a lente do Fantástico, nem o disco de Paul Simon.
Ninguém, ninguém é cidadão.
Se você for ver a festa do Pelô,
e se você não for
Pense no Haiti, reze pelo Haiti.
O Haiti é aqui
O Haiti não é aqui.
E na TV se você vir um deputado
em pânico mal dissimulado
Diante de qualquer, mas qualquer mesmo,
qualquer, qualquer
Plano de educação que pareça fácil e rápido
E vá representar uma ameaça da democratização
Do ensino de primeiro grau
E se esse mesmo deputado defender
a adoção da pena capital
E o venerável cardeal disser que vê
tanto espírito no feto
e nenhum no marginal.
E se, ao furar o sinal, o velho sinal vermelho habitual
Notar um homem mijando na esquina da rua
sobre um
saco de lixo brilhante do Leblon
E ao ouvir o silencio sorridente de São Paulo
Diante da chacina
111 presos indefesos, mas presos
são quase todos pretos
Ou quase pretos, ou quase brancos,
quase pretos de tão pobres.
E pobres são como podres
e todos sabem como se tratam os pretos
E quando você for dar uma volta no Caribe
E quando for trepar sem camisinha
E apresentar sua participação inteligente no bloqueio a Cuba
Pense no Haiti, reze pelo Haiti.
O Haiti é aqui
O Haiti não é aqui."
(Haiti - Caetano Veloso e Gilberto Gil)
da Fundação Casa de Jorge Amado
pra ver do alto a fila de soldados, quase todos pretos
Dando porrada na nuca de malandros pretos
De ladrões mulatos e outros quase brancos
Tratados como pretos
Só pra mostrar aos outros quase pretos
(Que são quase todos pretos)
Como é que pretos, pobres e mulatos
E quase brancos, quase pretos de tão pobres
são tratados.
E não importa se olhos do mundo inteiro
Possam estar por um momento voltados
para o largo
Onde os escravos eram castigados
E hoje um batuque, um batuque
Com a pureza de meninos uniformizados
de escola secundária em dia de parada
E a grandeza épica de um povo em formação
Nos atrai, nos deslumbra e estimula.
Não importa nada: nem o traço do sobrado
Nem a lente do Fantástico, nem o disco de Paul Simon.
Ninguém, ninguém é cidadão.
Se você for ver a festa do Pelô,
e se você não for
Pense no Haiti, reze pelo Haiti.
O Haiti é aqui
O Haiti não é aqui.
E na TV se você vir um deputado
em pânico mal dissimulado
Diante de qualquer, mas qualquer mesmo,
qualquer, qualquer
Plano de educação que pareça fácil e rápido
E vá representar uma ameaça da democratização
Do ensino de primeiro grau
E se esse mesmo deputado defender
a adoção da pena capital
E o venerável cardeal disser que vê
tanto espírito no feto
e nenhum no marginal.
E se, ao furar o sinal, o velho sinal vermelho habitual
Notar um homem mijando na esquina da rua
sobre um
saco de lixo brilhante do Leblon
E ao ouvir o silencio sorridente de São Paulo
Diante da chacina
111 presos indefesos, mas presos
são quase todos pretos
Ou quase pretos, ou quase brancos,
quase pretos de tão pobres.
E pobres são como podres
e todos sabem como se tratam os pretos
E quando você for dar uma volta no Caribe
E quando for trepar sem camisinha
E apresentar sua participação inteligente no bloqueio a Cuba
Pense no Haiti, reze pelo Haiti.
O Haiti é aqui
O Haiti não é aqui."
(Haiti - Caetano Veloso e Gilberto Gil)
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