La Verità e il Divenire
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ros79
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Roberto Vai
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La Verità e il Divenire
Sono convinto che occorra ormai affrontare il tema della Verità.
Perché mentre si sta diffondendo un preoccupante scetticismo sulla sua esistenza, anche a causa del cattivo uso che ne hanno fatto le metafisiche, paradossalmente si moltiplicano pure le ovvie certezze su cosa sia la realtà.
Ciò che occorre fare, secondo me, è banale e nello stesso tempo inconcepibile: “Riaffermare l’esistenza della Verità assoluta, prendendo atto della sua irraggiungibilità nel nostro mondo immanente”.
L'unica fede davvero indispensabile è la fede nella Verità!
Senza aver la più pallida idea di cosa essa sia...
Perché la Verità non può esserci nel mondo immanente, in quanto la sua presenza renderebbe impossibile la vita. La vita, infatti, è il superamento della non verità.
Ciò nonostante la Verità esiste!
Di modo che la Verità non c’é, nell’immanenza... ma allo stesso tempo ne è il necessario fondamento.
Per riaffermare la Verità occorre, secondo me, demolire quelle ovvie certezze con cui si dà per scontata questa nostra realtà.
La certezza che più di ogni altra è nefasta, secondo me, è la pretesa di aver compreso in cosa consista il Divenire.
Si è infatti per lo più convinti che reale sia ciò che abita il presente, che è qui ora, in questo preciso istante, mentre ciò che era o ciò che sarà non è per nulla reale, ma lo era o lo sarà.
Il Divenire consiste perciò nel comparire dal nulla ciò che è qui ora e nel tornare nel nulla ciò che non è più.
Questa idea del Divenire è la causa del Nichilismo e il motivo che ha comportato la nascita di tutte le religioni.
Le religioni, infatti, sono dei rimedi inventati dall’uomo per combattere l’angoscia esistenziale causata dal Divenire.
Il Divenire però, può essere interpretato diversamente. Cioè essere inteso come il mostrarsi dell’Essere.
L’Essere, cioè, non consiste in ciò che pensiamo concreto e che abita il presente, ma è puro evento.
Ciò di cui abbiamo esperienza, per davvero, non sono cose che occupano dello spazio ed evolvono nel tempo, ma solo eventi spazio / temporali.
Se qualcuno ne fosse interessato, ho scritto qualcosa sull’argomento qui: http://www.webalice.it/robervai
Questo mio scritto sul Divenire ha lo scopo di mettere in discussione la sua usuale interpretazione, ma non per stabilire un’altra verità, solo per mostrare alternative e forse più probabili interpretazioni.
Perché mentre si sta diffondendo un preoccupante scetticismo sulla sua esistenza, anche a causa del cattivo uso che ne hanno fatto le metafisiche, paradossalmente si moltiplicano pure le ovvie certezze su cosa sia la realtà.
Ciò che occorre fare, secondo me, è banale e nello stesso tempo inconcepibile: “Riaffermare l’esistenza della Verità assoluta, prendendo atto della sua irraggiungibilità nel nostro mondo immanente”.
L'unica fede davvero indispensabile è la fede nella Verità!
Senza aver la più pallida idea di cosa essa sia...
Perché la Verità non può esserci nel mondo immanente, in quanto la sua presenza renderebbe impossibile la vita. La vita, infatti, è il superamento della non verità.
Ciò nonostante la Verità esiste!
Di modo che la Verità non c’é, nell’immanenza... ma allo stesso tempo ne è il necessario fondamento.
Per riaffermare la Verità occorre, secondo me, demolire quelle ovvie certezze con cui si dà per scontata questa nostra realtà.
La certezza che più di ogni altra è nefasta, secondo me, è la pretesa di aver compreso in cosa consista il Divenire.
Si è infatti per lo più convinti che reale sia ciò che abita il presente, che è qui ora, in questo preciso istante, mentre ciò che era o ciò che sarà non è per nulla reale, ma lo era o lo sarà.
Il Divenire consiste perciò nel comparire dal nulla ciò che è qui ora e nel tornare nel nulla ciò che non è più.
Questa idea del Divenire è la causa del Nichilismo e il motivo che ha comportato la nascita di tutte le religioni.
Le religioni, infatti, sono dei rimedi inventati dall’uomo per combattere l’angoscia esistenziale causata dal Divenire.
Il Divenire però, può essere interpretato diversamente. Cioè essere inteso come il mostrarsi dell’Essere.
L’Essere, cioè, non consiste in ciò che pensiamo concreto e che abita il presente, ma è puro evento.
Ciò di cui abbiamo esperienza, per davvero, non sono cose che occupano dello spazio ed evolvono nel tempo, ma solo eventi spazio / temporali.
Se qualcuno ne fosse interessato, ho scritto qualcosa sull’argomento qui: http://www.webalice.it/robervai
Questo mio scritto sul Divenire ha lo scopo di mettere in discussione la sua usuale interpretazione, ma non per stabilire un’altra verità, solo per mostrare alternative e forse più probabili interpretazioni.
Roberto Vai- ------------
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Re: La Verità e il Divenire
Va bene, hai letto Heidegger...
lordtom24- -------------
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Re: La Verità e il Divenire
Sono convinto che occorra ormai affrontare il tema della Verità.
è già esistente un problema dell'essere, essere convinto lo vedo ancor più problematico;la verità -io non lo metterei in maliuscolo,sa di fideistico- non è un tema,è un concetto indi per cui puramente umano.
non credo che si stia sviluppando scetticismo,quanto indifferenza. quali sarebbero le ovvie certezze?Perché mentre si sta diffondendo un preoccupante scetticismo sulla sua esistenza, anche a causa del cattivo uso che ne hanno fatto le metafisiche, paradossalmente si moltiplicano pure le ovvie certezze su cosa sia la realtà.
non credo sia stato mai affermato.Ciò che occorre fare, secondo me, è banale e nello stesso tempo inconcepibile: “Riaffermare l’esistenza della Verità assoluta, prendendo atto della sua irraggiungibilità nel nostro mondo immanente”.
L'unica fede davvero indispensabile è la fede nella Verità!
Senza aver la più pallida idea di cosa essa sia...
Perché la Verità non può esserci nel mondo immanente, in quanto la sua presenza renderebbe impossibile la vita. La vita, infatti, è il superamento della non verità.
Ciò nonostante la Verità esiste!
non credo esista una fede indispensabile, preferisco riflettere e pensare più che essere dogmatica.
le persone danno per scontato delle cose,non pensano di aver capito cos'è il divenire,nemmeno ci pensano.La certezza che più di ogni altra è nefasta, secondo me, è la pretesa di aver compreso in cosa consista il Divenire.Di modo che la Verità non c’é, nell’immanenza... ma allo stesso tempo ne è il necessario fondamento.[/b
Per riaffermare la Verità occorre, secondo me, demolire quelle ovvie certezze con cui si dà per scontata questa nostra realtà.
o morte.Si è infatti per lo più convinti che reale sia ciò che abita il presente, che è qui ora, in questo preciso istante, mentre ciò che era o ciò che sarà non è per nulla reale, ma lo era o lo sarà.
Il Divenire consiste perciò nel comparire dal nulla ciò che è qui ora e nel tornare nel nulla ciò che non è più.
Questa idea del Divenire è la causa del Nichilismo e il motivo che ha comportato la nascita di tutte le religioni.
Le religioni, infatti, sono dei rimedi inventati dall’uomo per combattere l’angoscia esistenziale causata dal Divenire.
Il Divenire però, può essere interpretato diversamente. Cioè essere inteso come [b]il mostrarsi dell’Essere.
L’Essere, cioè, non consiste in ciò che pensiamo concreto e che abita il presente, ma è puro evento.
Ciò di cui abbiamo esperienza, per davvero, non sono cose che occupano dello spazio ed evolvono nel tempo, ma solo eventi spazio / temporali.
Heidegger usa meno forzature.
alternative e probabili interpretazioni? ma non hai stabilito che bisogna riaffermare la verità?
Se qualcuno ne fosse interessato, ho scritto qualcosa sull’argomento qui: http://www.webalice.it/robervai
non riesco ad aprirlo.
Questo mio scritto sul Divenire ha lo scopo di mettere in discussione la sua usuale interpretazione, ma non per stabilire un’altra verità, solo per mostrare alternative e forse più probabili interpretazioni.
Ultima modifica di ros79 il Dom 14 Dic 2008 - 10:39 - modificato 1 volta.
ros79- -----------
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la verità
Ragionando con calma, elemento dopo elemento, con il sano atteggiamento della scimmia
che scopre di essere uomo, possibilmente senza condizionamenti culturali (mi viene facile perchè sono tabula rasa):
La verità è la qualità di una asserzione quando è vera.
La "cosa" è vera quando a un confronto immediatamente successivo, funziona in maniera opposta o diversa a come funzionerebbe se fosse falsa.
La percezione della differenza tra una cosa vera e una falsa è demandata ai sensi.
Nell'attimo successivo alla analisi della cosa (il presente cognitivo, considerati i ritardi della "presa di coscienza") i sensi bastano.
Bastano finchè l'analisi della veridicità della asserzione riguarda me, i miei sensi.
Bastano finchè l'analisi della veridicità della asserzione riguarda un tempo ristretto.
es: ho caldo, è vero se non è vero il contrario. Lasciamo per ora perdere le sfumature (temperature intermedie tipo lieve tepore ecc, diciamo caldo perchè la soglia di temperatura superata è quella che mi fa pensare di avere caldo )
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Se voglio un riscontro più "esatto", rocorro a strumenti di misurazione esterni, per esempio
sfruttando la reazione del mercurio alla temperatura.
La cosa è maggiormente vera quando la mia percezione di caldo trova riscontro
nel termometro. Ho attuato una sperimentazione non empirica (potrei aver la febbre )
Finchè riguarda me, il termometro è inutile nell asserire che ho caldo. Ho caldo e basta.
Fa caldo è il passo successivo: asserisco che il caldo è osservabile da altri, magari
universalmente.
La verità in minuscolo (empirica) comincia ad assumere carattere di verità assoluta (con V maiuscola).
Ma non è ancora la Verità.
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La Verità è la rete di tutte le "cose vere", le caratteristiche di tutte le cose analizzate in vari periodi, che si son mostrate vere ad ogni analisi.
La ripetibilità in esperimenti successivi denota che la caratteristica di veridicità di una asserzione
è "protraibile nel tempo", forse sempre.
La scienza ricorre a questo tipo di verità per gestire la prevedibilità:
se questo elemento si è comportato fino ad adesso sempre così, sicuramente si comporterà, in ambito uguale, in ambienti uguali, sempre così.
A meno che non cambino le leggi universali (le leggi universali sono degli algoritmi di compressione massima, come tu, Roberto, essendo programmatore, sai), la prevedibilità è cosa affidabile.
La Verità è quindi per il momento "incompleta", essendo una rete di informazioni
ancora in via di perlustramento(ehm, perlustrazione).
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Sintesi poco sintetica ma spero non troppo noiosa,
in cosa sbaglio?
che scopre di essere uomo, possibilmente senza condizionamenti culturali (mi viene facile perchè sono tabula rasa):
La verità è la qualità di una asserzione quando è vera.
La "cosa" è vera quando a un confronto immediatamente successivo, funziona in maniera opposta o diversa a come funzionerebbe se fosse falsa.
La percezione della differenza tra una cosa vera e una falsa è demandata ai sensi.
Nell'attimo successivo alla analisi della cosa (il presente cognitivo, considerati i ritardi della "presa di coscienza") i sensi bastano.
Bastano finchè l'analisi della veridicità della asserzione riguarda me, i miei sensi.
Bastano finchè l'analisi della veridicità della asserzione riguarda un tempo ristretto.
es: ho caldo, è vero se non è vero il contrario. Lasciamo per ora perdere le sfumature (temperature intermedie tipo lieve tepore ecc, diciamo caldo perchè la soglia di temperatura superata è quella che mi fa pensare di avere caldo )
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Se voglio un riscontro più "esatto", rocorro a strumenti di misurazione esterni, per esempio
sfruttando la reazione del mercurio alla temperatura.
La cosa è maggiormente vera quando la mia percezione di caldo trova riscontro
nel termometro. Ho attuato una sperimentazione non empirica (potrei aver la febbre )
Finchè riguarda me, il termometro è inutile nell asserire che ho caldo. Ho caldo e basta.
Fa caldo è il passo successivo: asserisco che il caldo è osservabile da altri, magari
universalmente.
La verità in minuscolo (empirica) comincia ad assumere carattere di verità assoluta (con V maiuscola).
Ma non è ancora la Verità.
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La Verità è la rete di tutte le "cose vere", le caratteristiche di tutte le cose analizzate in vari periodi, che si son mostrate vere ad ogni analisi.
La ripetibilità in esperimenti successivi denota che la caratteristica di veridicità di una asserzione
è "protraibile nel tempo", forse sempre.
La scienza ricorre a questo tipo di verità per gestire la prevedibilità:
se questo elemento si è comportato fino ad adesso sempre così, sicuramente si comporterà, in ambito uguale, in ambienti uguali, sempre così.
A meno che non cambino le leggi universali (le leggi universali sono degli algoritmi di compressione massima, come tu, Roberto, essendo programmatore, sai), la prevedibilità è cosa affidabile.
La Verità è quindi per il momento "incompleta", essendo una rete di informazioni
ancora in via di perlustramento(ehm, perlustrazione).
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Sintesi poco sintetica ma spero non troppo noiosa,
in cosa sbaglio?
giamba- -------------
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Re: La Verità e il Divenire
in cosa sbaglio?
per quanto mi riguarda è di per sè sbagliato il concetto di verità (sia minuscolo che maiuscolo).
non esiste nulla di obiettivo e questo concetto così come lo vorreste porre lo mettete in una luce assolutistica che ripeto mi sa tanto di fideistico.
ma quanto bisogno di certezze ha l'uomo per darsi un senso? che rincorsa senza fine...
ros79- -----------
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Re: La Verità e il Divenire
ros79 ha scritto:
per quanto mi riguarda è di per sè sbagliato il concetto di verità (sia minuscolo che maiuscolo).
non esiste nulla di obiettivo e questo concetto così come lo vorreste porre lo mettete in una luce assolutistica che ripeto mi sa tanto di fideistico.
ma quanto bisogno di certezze ha l'uomo per darsi un senso? che rincorsa senza fine...
Sarebbe pacifico e aderirei al tuo pensiero volentieri se non ci vedessi questi paradossi:
tu usi una sveglia, contando su una prevedibilità "meccanica"
tu usi una lavatrice, nata da una rete di asserzioni di verità
tu usi il microonde
in sintesi, fai ampio uso di questa prevedibilità.
E' probabilmente solo una questione di terminologia il nostro apparente dissenso.
giamba- -------------
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Re: La Verità e il Divenire
giamba ha scritto:ros79 ha scritto:
per quanto mi riguarda è di per sè sbagliato il concetto di verità (sia minuscolo che maiuscolo).
non esiste nulla di obiettivo e questo concetto così come lo vorreste porre lo mettete in una luce assolutistica che ripeto mi sa tanto di fideistico.
ma quanto bisogno di certezze ha l'uomo per darsi un senso? che rincorsa senza fine...
Sarebbe pacifico e aderirei al tuo pensiero volentieri se non ci vedessi questi paradossi:
tu usi una sveglia, contando su una prevedibilità "meccanica"
tu usi una lavatrice, nata da una rete di asserzioni di verità
tu usi il microonde
in sintesi, fai ampio uso di questa prevedibilità.
E' probabilmente solo una questione di terminologia il nostro apparente dissenso.
e dove sarebbe il paradosso?
la prevedibilità si basa su concetti umani,derivanti da interpretazioni di fattori che sono stati tradotti dal linguaggio umano.
il fatto che uso la lavatrice non mi riesce a convincere che esista una verità
ros79- -----------
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Re: La Verità e il Divenire
Sì, ma non lo condivido. Se vogliamo fare riferimento alla filosofia dell'esistenza, apprezzo Jaspers.lordtom24 ha scritto:Va bene, hai letto Heidegger...
Roberto Vai- ------------
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Re: La Verità e il Divenire
Yes.LUIS ha scritto:Bobgo, I suppose?
Ciò che ci appartiene è l'immanente, tutto il resto sono supposizioni campate in aria. Anche il solo dire che esiste la Verità significa legarla la mondo immanente dove conta l'esistenza. Il concetto di esistenza stesso, difatti, è un concetto immanente.
Per ciò che non è immanente, mi risulta inutile parlare di esistenza.
Se l'immanente non è campato per aria, immagino che non lo sia perché ha un fondamento. Quale sarebbe questo fondamento?
Roberto Vai- ------------
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Re: La Verità e il Divenire
x ros79
Dal tenore della risposta, immagino sia stata scritta man mano, senza leggere prima tutto l'intervento.
Le alternative e probabili interpretazioni sono necessarie proprio perché la Verità viene affermata come "atto di fede".
Fede che nel nostro intimo è sempre presente, ma sovente ignorata.
Senza la fede nella Verità sarebbe impossibile il pensiero.
Perché quando pensiamo, fondiamo il nostro ragionare su ciò che consideriamo vero (non un po’ vero, ma senz’altro vero). Il “vero” è il fondamento di ogni pensiero.
Soltanto che questo fondamento è una “verità temporale” soggetta, nel divenire, a mutarsi in falsità.
Di modo che noi ci ritroviamo costretti a cercare nuovi fondamenti in cui credere.
Ma quando pensiamo... i fondamenti usati in quel momento sono veri!
Senza fondamenti cadremmo nel caos.
Avendo intuito la provvisorietà dei nostri fondamenti (certezze), allora si nega la Verità assoluta.
Il paradosso consiste che si nega la Verità e poi si danno per scontate un sacco di certezze.
Degli esempi?
La certezza di sapere in cosa consiste la materia, la vita, il divenire, persino... cosa sia la morte.
Dal tenore della risposta, immagino sia stata scritta man mano, senza leggere prima tutto l'intervento.
Le alternative e probabili interpretazioni sono necessarie proprio perché la Verità viene affermata come "atto di fede".
Fede che nel nostro intimo è sempre presente, ma sovente ignorata.
Senza la fede nella Verità sarebbe impossibile il pensiero.
Perché quando pensiamo, fondiamo il nostro ragionare su ciò che consideriamo vero (non un po’ vero, ma senz’altro vero). Il “vero” è il fondamento di ogni pensiero.
Soltanto che questo fondamento è una “verità temporale” soggetta, nel divenire, a mutarsi in falsità.
Di modo che noi ci ritroviamo costretti a cercare nuovi fondamenti in cui credere.
Ma quando pensiamo... i fondamenti usati in quel momento sono veri!
Senza fondamenti cadremmo nel caos.
Avendo intuito la provvisorietà dei nostri fondamenti (certezze), allora si nega la Verità assoluta.
Il paradosso consiste che si nega la Verità e poi si danno per scontate un sacco di certezze.
Degli esempi?
La certezza di sapere in cosa consiste la materia, la vita, il divenire, persino... cosa sia la morte.
Roberto Vai- ------------
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Re: La Verità e il Divenire
Roberto Vai ha scritto:x ros79
Dal tenore della risposta, immagino sia stata scritta man mano, senza leggere prima tutto l'intervento.
Le alternative e probabili interpretazioni sono necessarie proprio perché la Verità viene affermata come "atto di fede".
Fede che nel nostro intimo è sempre presente, ma sovente ignorata.
Senza la fede nella Verità sarebbe impossibile il pensiero.
Perché quando pensiamo, fondiamo il nostro ragionare su ciò che consideriamo vero (non un po’ vero, ma senz’altro vero). Il “vero” è il fondamento di ogni pensiero.
Soltanto che questo fondamento è una “verità temporale” soggetta, nel divenire, a mutarsi in falsità.
Di modo che noi ci ritroviamo costretti a cercare nuovi fondamenti in cui credere.
Ma quando pensiamo... i fondamenti usati in quel momento sono veri!
Senza fondamenti cadremmo nel caos.
Avendo intuito la provvisorietà dei nostri fondamenti (certezze), allora si nega la Verità assoluta.
Il paradosso consiste che si nega la Verità e poi si danno per scontate un sacco di certezze.
Degli esempi?
La certezza di sapere in cosa consiste la materia, la vita, il divenire, persino... cosa sia la morte.
non dal tenore immagino ma dalla costruzione del post...ti sbagli,il tuo intervento non l'ho letto pezzo per pezzo ma integralmente e ti dirò di più,è da ieri che lo leggo perchè io tengo molto a certi discorsi e il modo in cui hai affrontato la tematica, il tuo modo di parlare l'ho trovato forzato e quindi ho poi pensato di risponderti frase per frase per farti capire meglio quello che io reputavo forzato.
come avrai capito non sono d'accordo e la mia idea sul vero l'ho già chiarita nel botta e risposta con giamba. tu continui ad instillare i tuoi pensieri senza entrare davvero nel merito del discorso.
il vero è solo una convenzione come tutte le parole che utilizziamo.
per quanto mi riguarda poi io non ho nessuna certezza,non so nemmeno se sto esistendo o è una proiezione del mio cervello.
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Re: La Verità e il Divenire
PS chi minchia è Heidegger???
è un filosofo del novecento, allievo di Hegel si è poi distaccato da quel modo di far filosofia, ha passato la vita a scrivere perchè aveva capito che il nocciolo del problema dell'esistenza è l' "essere" ma anche che la parola umana in qualche modo è inesatta a spiegarne l'essenza, è inficiata,quindi potrebbe essere visto come un pazzo "proliferatore" di parole, ma ogni sua parola ha un peso e cerca di sottolinearne il significato originario.
la sua forma mentis è totalmente indirizzata a concentrarsi sulla non ovvietà dell'essere.
l' opera che l'ha reso famoso è "essere e tempo".
non è da tutti ben visto, ma è stato sicuramente un innovatore nel campo del pensiero filosofico.
ros79- -----------
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Re: La Verità e il Divenire
@ Ros
tu)ma quanto bisogno di certezze ha l'uomo per darsi un senso? che rincorsa senza fine...
io)tu usi una lavatrice, nata da una rete di asserzioni di verità
tu)e dove sarebbe il paradosso?
l fatto che uso la lavatrice non mi riesce a convincere che esista una verità
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
con "che rincorsa senza fine" è implicito, chiedo conferma a te,
che tu reputi un inutile perdita di tempo dedicarsi alla ricerca del vero,
che io ribattezzerei per semplificare
ricerca delle cose che mi danno beneficio
cioè
ricerca delle cose che E' VERO che mi danno benefici.
Se anzichè utilizzare delle ruote rotonde al passeggino, utilizzando
uno dei primi risultati della ricerca del vero dell'uomo, se viene più facile trascinare un cubo
o una ruota, usassi un cubo di cemento alla base del passeggino, direi: seguo il tuo esempio,
effettivamente la ricerca della differenziazione tra vero è falso è fine a se stessa, guarda Ros,
si trascina indefessamente un cubo allla base del passeggino ed è felice.
Quasi quasi anch'io.
Siccome suppongo tu usi delle ruote sotto il passeggino,
suppongo che non creda tanto alla
inutilità del far differenza tra "E' VERO che è meglio la ruota,
avvalendoti della tecnica, quindi della prevedibilità".
In poche parole ti rivolgo la domanda io, per non stare a elencare una miriade di cose
in cui tu distingui il vero dal falso: c'è un esempio
tangibile della tua vita da cui risulta chiaro che fai sempre tranquillamente a meno della
tecnica, della meccanica, e quindi della prevedibilità e del Vero vs Falso?
Bada bene, proponi di rinunciarci tout court
a tutta sta "inutile" ricerca del vero, quindi, l'esempio mi dimostri che tu ne fai
sistematicamente a meno.
tu)ma quanto bisogno di certezze ha l'uomo per darsi un senso? che rincorsa senza fine...
io)tu usi una lavatrice, nata da una rete di asserzioni di verità
tu)e dove sarebbe il paradosso?
l fatto che uso la lavatrice non mi riesce a convincere che esista una verità
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con "che rincorsa senza fine" è implicito, chiedo conferma a te,
che tu reputi un inutile perdita di tempo dedicarsi alla ricerca del vero,
che io ribattezzerei per semplificare
ricerca delle cose che mi danno beneficio
cioè
ricerca delle cose che E' VERO che mi danno benefici.
Se anzichè utilizzare delle ruote rotonde al passeggino, utilizzando
uno dei primi risultati della ricerca del vero dell'uomo, se viene più facile trascinare un cubo
o una ruota, usassi un cubo di cemento alla base del passeggino, direi: seguo il tuo esempio,
effettivamente la ricerca della differenziazione tra vero è falso è fine a se stessa, guarda Ros,
si trascina indefessamente un cubo allla base del passeggino ed è felice.
Quasi quasi anch'io.
Siccome suppongo tu usi delle ruote sotto il passeggino,
suppongo che non creda tanto alla
inutilità del far differenza tra "E' VERO che è meglio la ruota,
avvalendoti della tecnica, quindi della prevedibilità".
In poche parole ti rivolgo la domanda io, per non stare a elencare una miriade di cose
in cui tu distingui il vero dal falso: c'è un esempio
tangibile della tua vita da cui risulta chiaro che fai sempre tranquillamente a meno della
tecnica, della meccanica, e quindi della prevedibilità e del Vero vs Falso?
Bada bene, proponi di rinunciarci tout court
a tutta sta "inutile" ricerca del vero, quindi, l'esempio mi dimostri che tu ne fai
sistematicamente a meno.
giamba- -------------
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Re: La Verità e il Divenire
come sempre giamba secondo me fai analogie inopportune.
il fatto che,nella mia vita "materiale" di tutti i giorni, dove cammino, mangio, faccio lavatrici etc... utilizzi dei metodi che si rivelano esatti per poter fare in modo che io li possa compiere e che quindi io asserisca per vero che le ruote nel passeggino funzionino meglio che dei cubi, tutto ciò non toglie il fatto che il vero in questione non abbia nulla a che fare con un vero assoluto avulso da raziocinio e emotività dell'uomo.
se parli di ricerca delle cose che ti danno beneficio,allora avvalori semplicemente la mia tesi
il fatto che,nella mia vita "materiale" di tutti i giorni, dove cammino, mangio, faccio lavatrici etc... utilizzi dei metodi che si rivelano esatti per poter fare in modo che io li possa compiere e che quindi io asserisca per vero che le ruote nel passeggino funzionino meglio che dei cubi, tutto ciò non toglie il fatto che il vero in questione non abbia nulla a che fare con un vero assoluto avulso da raziocinio e emotività dell'uomo.
se parli di ricerca delle cose che ti danno beneficio,allora avvalori semplicemente la mia tesi
ros79- -----------
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Re: La Verità e il Divenire
Sono d’accordo con la tua analisi. Anche se non parlerei di Verità come “la rete di tutte le "cose vere"”, perché nulla sappiamo di quali e se rimarranno tali.giamba ha scritto:
La Verità è la rete di tutte le "cose vere", le caratteristiche di tutte le cose analizzate in vari periodi, che si son mostrate vere ad ogni analisi.
La ripetibilità in esperimenti successivi denota che la caratteristica di veridicità di una asserzione
è "protraibile nel tempo", forse sempre.
La scienza ricorre a questo tipo di verità per gestire la prevedibilità:
se questo elemento si è comportato fino ad adesso sempre così, sicuramente si comporterà, in ambito uguale, in ambienti uguali, sempre così.
A meno che non cambino le leggi universali (le leggi universali sono degli algoritmi di compressione massima, come tu, Roberto, essendo programmatore, sai), la prevedibilità è cosa affidabile.
La Verità è quindi per il momento "incompleta", essendo una rete di informazioni
ancora in via di perlustramento(ehm, perlustrazione).
Il gap che separa ciò che la scienza considera ora vero e la Verità assoluta, è non conoscibile.
Può darsi che si stia riducendo, come può darsi di no.
La Verità rimane inconoscibile, e proprio per questo la fede è necessaria.
Ed è solo con questa fede che si affronta davvero il Nichilismo. Quanto ogni “verità” immanente è ridotta in cenere.
Sulla necessità di questa fede, interpellai una volta Odifreddi, in coda ad una sua conferenza durante la quale aveva affermato la mancanza di ogni stabile verità. "Ma ogni ricerca scientifica, è possibile solo avendo fede nella Verità!", osservai. E lui, da onesto intellettuale qual é, lo ammise convinto.
Insieme alla fede nella Verità, e questo è un punto da tenere ben fermo, occorre però fare anche un altro passo, altrettanto necessario.
Ovvero rendersi conto, con altrettanta chiarezza, che la Verità non è però raggiungibile nella nostra vita.
In quanto la Verità è incompatibile con la vita. Essendo la vita superamento della non verità.
Occorrono perciò la fede nella Verità, consci della sua irraggiungibilità nel tempo. Ed è in questa disposizione d'animo che si muovono gli onesti scienziati.
Sfortunatamente, assistiamo attualmente a una situazione paradossale. La stragrande maggioranza delle persone, se da un lato è convinta che la Verità non esista, dall'altro ha invece un sacco di certezze!
Si è certi di cosa sia la realtà, di cosa sia la vita, persino di aver ben compreso in cosa consista la morte!
Si hanno tante certezze scontate... e poi si nega l'esistenza della Verità!
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Re: La Verità e il Divenire
Non hai nessuna certezza un poco o del tutto?ros79 ha scritto:
... il vero è solo una convenzione come tutte le parole che utilizziamo.
per quanto mi riguarda poi io non ho nessuna certezza,non so nemmeno se sto esistendo o è una proiezione del mio cervello.
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Re: La Verità e il Divenire
nessuna certezza.Roberto Vai ha scritto:Non hai nessuna certezza un poco o del tutto?ros79 ha scritto:
... il vero è solo una convenzione come tutte le parole che utilizziamo.
per quanto mi riguarda poi io non ho nessuna certezza,non so nemmeno se sto esistendo o è una proiezione del mio cervello.
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Re: La Verità e il Divenire
No, nessun perché.LUIS ha scritto:Dovresti spiegare cosa intendi per "campato in aria" e per "fondamento".Roberto Vai ha scritto:Se l'immanente non è campato per aria, immagino che non lo sia perché ha un fondamento. Quale sarebbe questo fondamento?
Però, faccio un passo avanti e vado per supposizioni, immagino che il tuo intento sia chiedere "perchè esiste la realtà". Una delle spiegazioni ad oggi più accettate è quella del big bang. Tuttavia, tu vorresti una risposta differente. Questa risposta, credo, si possa trovare solo in ciò che astrae lo spazio-tempo e che, in quanto non spazio-tempo, non è, ad oggi, per noi conoscibile, abbiamo già tanti problemi per analizzare lo spazio-tempo...
E non occorre neppure tirare in ballo il tempo (almeno per iniziare il discorso).
Con “campato in aria” intendo che non ha fondamento.
E ciò che non ha fondamento è un fantasma, una fantasia. In sostanza... non c’é.
Perché per esserci, qualsiasi cosa deve esibire il suo fondamento. E deve esibirlo perché in caso contrario noi quella cosa non la possiamo proprio definire.
Essendo ogni “definizione” l’uso stesso del fondamento di ciò che si definisce.
E ciò che non possiamo definire...? Allora è inconcepibile.
Soltanto che... ogni fondamento per essere concepito deve a sua volta avere un altro fondamento su cui basarsi... E allora, inevitabilmente, diventa l’altro il “vero” fondamento. In un continuo rimando...
La questione a questo punto è: “Il rimando è davvero senza fine?”
Secondo me no.
In quanto esistono dei concetti che noi utilizziamo come fondamenti nella comprensione del mondo immanente e che non rimandano ad altro.
Pur utilizzandoli... questi concetti sono inconcepibili, perché non li possiamo definire, e sono perciò trascendenti. Proprio perché la Trascendenza non c’é nell’esserci.
Questi concetti sono a fondamento di ogni pensare.
Degli esempi sono: Caso, Infinito, Giustizia, Autorità, Verità,...
Sono tutti concetti in sé inconcepibili, in sostanza non ci sono, ma proprio con il loro non esserci sono il nostro fondamento.
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Re: La Verità e il Divenire
Ne sei certa?ros79 ha scritto:nessuna certezza.Roberto Vai ha scritto:Non hai nessuna certezza un poco o del tutto?ros79 ha scritto:
... il vero è solo una convenzione come tutte le parole che utilizziamo.
per quanto mi riguarda poi io non ho nessuna certezza,non so nemmeno se sto esistendo o è una proiezione del mio cervello.
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Re: La Verità e il Divenire
no. non sono così imbecille.Roberto Vai ha scritto:Ne sei certa?ros79 ha scritto:nessuna certezza.Roberto Vai ha scritto:Non hai nessuna certezza un poco o del tutto?ros79 ha scritto:
... il vero è solo una convenzione come tutte le parole che utilizziamo.
per quanto mi riguarda poi io non ho nessuna certezza,non so nemmeno se sto esistendo o è una proiezione del mio cervello.
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Re: La Verità e il Divenire
Come fai a dire di no?ros79 ha scritto:no. non sono così imbecille.Roberto Vai ha scritto:Ne sei certa?ros79 ha scritto:nessuna certezza.Roberto Vai ha scritto:Non hai nessuna certezza un poco o del tutto?ros79 ha scritto:
... il vero è solo una convenzione come tutte le parole che utilizziamo.
per quanto mi riguarda poi io non ho nessuna certezza,non so nemmeno se sto esistendo o è una proiezione del mio cervello.
Non dovresti forse limitarti al non lo so? Ovvero: Non so riguardo alla mia stessa certezza.
Apprezzo il tuo desiderio di fare a meno di ogni certezza. Questa brama è coraggiosa e indispensabile.
Ma per essere utile deve diventare "totale"!
E quando tutto davanti a te è ridotto a macerie... allora si tratta di decidere.
O il rischio dello slancio verso l'inconoscibile Verità, sempre consci dell'inevitabile naufragio... oppure l'abbandono al Nichilismo assoluto.
Il Nulla fonte d'infinite possibilità, oppure il Nulla assoluto?
Ed è per questo motivo che ritengo indispensabile la fede nella Verità.
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Re: La Verità e il Divenire
Per essere "sistemata", non per essere spiegata.LUIS ha scritto:Tu cerchi un fondamento che trascenda ciò che vediamo.
La realtà non ha bisogno di fondamenta che trascendano l'immanente per essere spiegata.
Io non cerco un fondamento che trascenda ciò che vediamo. E' ciò che vediamo che è senza fondamento.
E proprio perché questo fondamento non c'é... ma è necessario... esso è trascendente.
Un esempio...
Qual’é il fondamento della materia?
Fondamento eh... Non un qualcosa (come le stringhe) su cui ci si ferma per semplificare, dando in qualche modo ciò che sta dietro come scontato, pur non conoscendolo.
La semplificazione è la morte di ogni ricerca esistenziale.
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Re: La Verità e il Divenire
Roberto Vai ha scritto:Come fai a dire di no?ros79 ha scritto:no. non sono così imbecille.Roberto Vai ha scritto:Ne sei certa?ros79 ha scritto:nessuna certezza.Roberto Vai ha scritto:Non hai nessuna certezza un poco o del tutto?ros79 ha scritto:
... il vero è solo una convenzione come tutte le parole che utilizziamo.
per quanto mi riguarda poi io non ho nessuna certezza,non so nemmeno se sto esistendo o è una proiezione del mio cervello.
Non dovresti forse limitarti al non lo so? Ovvero: Non so riguardo alla mia stessa certezza.
Apprezzo il tuo desiderio di fare a meno di ogni certezza. Questa brama è coraggiosa e indispensabile.
Ma per essere utile deve diventare "totale"!
E quando tutto davanti a te è ridotto a macerie... allora si tratta di decidere.
O il rischio dello slancio verso l'inconoscibile Verità, sempre consci dell'inevitabile naufragio... oppure l'abbandono al Nichilismo assoluto.
Il Nulla fonte d'infinite possibilità, oppure il Nulla assoluto?
Ed è per questo motivo che ritengo indispensabile la fede nella Verità.
dico no. e francamente l'utilità non mi interessa. in un contesto di insensatezza,l'utilità lascia il tempo che trova.
poi il fatto che tu ritenga indispensabile una fede è un altro discorso, prettamente psicologico, nè esistenzialista,tantomeno filosofico.
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Re: La Verità e il Divenire
ros79 ha scritto:come sempre giamba secondo me fai analogie inopportune.
il fatto che,nella mia vita "materiale" di tutti i giorni, dove cammino, mangio, faccio lavatrici etc... utilizzi dei metodi che si rivelano esatti per poter fare in modo che io li possa compiere e che quindi io asserisca per vero che le ruote nel passeggino funzionino meglio che dei cubi, tutto ciò non toglie il fatto che il vero in questione non abbia nulla a che fare con un vero assoluto avulso da raziocinio e emotività dell'uomo.
se parli di ricerca delle cose che ti danno beneficio,allora avvalori semplicemente la mia tesi
Grazie per il sottile complimento.
Se rileggi il post, ho diviso nettamente la verità minuscola e maiuscola.
Alla tua domanda perchè l'uomo cerca la verità (minuscola, poi il passo alla maiuscola è una specie di enciclopedia delle cose che funzionano, e immense astrazioni su esse),
ripeto, alla tua domanda perchè ricerca il vero
e che folle utilità possa avere,
io, cercando l'elementarità per non annebbiarci con
astrattismi, dico:
per averne dei benefici pratici.
Dico che c'è evidentemente un fraintendimento dei nostri post, sennò
io dico che anche tu hai bisogno della distinzione tra ciò che è vero
e ciò che è falso dal momento che preferisci, nella tua vita,
per trasportare le cose, la ruota e non il cubo, e lo fai grazie al fatto che qualcuno
prima di te si è fatto delle domande spinto da quell'istinto maldestro che tu consideri
perdita di tempo: la ricerca del vero.
Vedo che distingui le scelte di tutti i giorni dalla ricerca del vero: bene.
Io sto cercando,di venire a capo della definizione di verità
una definizione comune di verità,
partendo dal basso, cercando quella che in tutti noi sta alla base di ogni nostra scelta:
considerare se una strada sia migliore dell'altra, che una azione sia più benefica (per vantaggi elementarmente egoistici ed immediati)
, che un'alimento sia più digeribile di un altro, tutto ciò passa
attraverso un implicita definizione: che è vero,
che è vero che l'alimento tale è più digeribile,
che è vero che una strada sia più breve di un altra.
Una volta che, evitati muro contro muro inutili almeno all'inizio,
si può o potrà passare all'argomento del thread, cos'è e se c'è una Verità Assoluta, un Assoluto etc,
si verrà a contatto col vero "coso" :cos'è e se c'è una Verità Assoluta, un Assoluto etc.
Insomma siamo ancora alla "fase delle minuscole" e già litighiamo (con simpatia).
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Re: La Verità e il Divenire
Questa voglia di dire che c'è una realtà immanente e una che non lo è, è una voglia punto e basta. Come la voglia del gelato al lampone. Insomma io per verità intendo ciò che è sperimentalmente verificabile, come giustamente ha fatto notare Giamba. C'è una differente verità oltre quella diciamo della dimensione immanente? Va bene. Ma se vogliamo sapere di cosa si tratta ( cioè di che verita concretamente stiamo parlando ) non è ai discorsi filosofici degli esistenzialisti atei o non che dobbiamo rifarci perchè concretamente non ci possono dire nulla della verità se non il solito sermone filosofico della Verita Assoluta e delle verità storpie ma ai discorsi degli scenziati. Dire che la Verità nel momento in cui si da si cela ( questo è qualcosa di cui noi studenti di filosofia teoretica andavamo fieri ) è dire una fesseria. Cioè significa non dire nulla. Posso consigliare la lettura del testo linguaggio, verità e logica di Alfredo j. Ayer tanto meglio di molti filosofi marziani.
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Re: La Verità e il Divenire
ERRI8013 ha scritto:Bobgo, I suppose?
Sicuro. L'ha già confermato, però nota Bobgo = Bob Go = (tradotto) Robarto Vai.
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