From " A tale of two Cities" by Charles Dickens
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From " A tale of two Cities" by Charles Dickens
Cap I.
Era il tempo migliore e il peggiore, l'epoca della saggezza e della follia, della fede e dell'incredulità, la stagione della luce e delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto e nulla dinanzi a noi: pareva che ci si aprisse ora dinanzi il cielo, ora l'inferno: insomma, i tempi erano tanto simili ai nostri, che alcuni degli esponenti più in vista sostenevano come non se ne potesse parlare - tanto in bene quanto in male -se non al superlativo...
Era il tempo migliore e il peggiore, l'epoca della saggezza e della follia, della fede e dell'incredulità, la stagione della luce e delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto e nulla dinanzi a noi: pareva che ci si aprisse ora dinanzi il cielo, ora l'inferno: insomma, i tempi erano tanto simili ai nostri, che alcuni degli esponenti più in vista sostenevano come non se ne potesse parlare - tanto in bene quanto in male -se non al superlativo...
marisella- ---------------------
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Re: From " A tale of two Cities" by Charles Dickens
marisella ha scritto:Cap I.
Era il tempo migliore e il peggiore, l'epoca della saggezza e della follia, della fede e dell'incredulità, la stagione della luce e delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto e nulla dinanzi a noi: pareva che ci si aprisse ora dinanzi il cielo, ora l'inferno: insomma, i tempi erano tanto simili ai nostri, che alcuni degli esponenti più in vista sostenevano come non se ne potesse parlare - tanto in bene quanto in male -se non al superlativo...
Nella prima riga l'enumerazione è articolata in maniera speculare immagino
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Rasputin- ..............
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Re: From " A tale of two Cities" by Charles Dickens
Sì certo, è il contrasto tra la luce e le tenebre che esiste in tutta la letteratura a cominciare dalla Bibbia. Ricordiamo nel brano bellissimo di Isaia 60 che si legge nella nostra liturgia nel giorno dell'Epifania:Rasputin ha scritto:marisella ha scritto:Cap I.
Era il tempo migliore e il peggiore, l'epoca della saggezza e della follia, della fede e dell'incredulità, la stagione della luce e delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto e nulla dinanzi a noi: pareva che ci si aprisse ora dinanzi il cielo, ora l'inferno: insomma, i tempi erano tanto simili ai nostri, che alcuni degli esponenti più in vista sostenevano come non se ne potesse parlare - tanto in bene quanto in male -se non al superlativo...
Nella prima riga l'enumerazione è articolata in maniera speculare immagino
Alzati, rivestiti di luce ( qui in ebraico è scritto orì che andrebbe tradotto con sii luce, perchè la luce deve risplendere dal di dentro), perchè viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poichè, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Poi tutti ricordiamo Shakespeare" Nell'inverno del nostro scontento" fatta estate gloriosa da questa schiatta di figli di York, Steinbeck intitolò così uno dei suoi libri, non tra i migliori.
Obama usò questo contrasto per il suo discorso d'insediamento, disse:
America. Di fronte ai nostri pericoli comuni, in questo inverno dei nostri stenti, ricordiamo queste parole senza tempo. Con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate, e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno. Facciamo sì che i figli dei nostri figli dicano che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti. E con gli occhi fissi all'orizzonte e la grazia di Dio su di noi, abbiamo portato avanti il grande dono della libertà e l'abbiamo consegnato intatto alle generazioni future.
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Re: From " A tale of two Cities" by Charles Dickens
marisella ha scritto:Sì certo, è il contrasto tra la luce e le tenebre che esiste in tutta la letteratura a cominciare dalla Bibbia. Ricordiamo nel brano bellissimo di Isaia 60 che si legge nella nostra liturgia nel giorno dell'Epifania:Rasputin ha scritto:marisella ha scritto:Cap I.
Era il tempo migliore e il peggiore, l'epoca della saggezza e della follia, della fede e dell'incredulità, la stagione della luce e delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto e nulla dinanzi a noi: pareva che ci si aprisse ora dinanzi il cielo, ora l'inferno: insomma, i tempi erano tanto simili ai nostri, che alcuni degli esponenti più in vista sostenevano come non se ne potesse parlare - tanto in bene quanto in male -se non al superlativo...
Nella prima riga l'enumerazione è articolata in maniera speculare immagino
Alzati, rivestiti di luce ( qui in ebraico è scritto orì che andrebbe tradotto con sii luce, perchè la luce deve risplendere dal di dentro), perchè viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poichè, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Poi tutti ricordiamo Shakespeare" Nell'inverno del nostro scontento" fatta estate gloriosa da questa schiatta di figli di York, Steinbeck intitolò così uno dei suoi libri, non tra i migliori.
Obama usò questo contrasto per il suo discorso d'insediamento, disse:
America. Di fronte ai nostri pericoli comuni, in questo inverno dei nostri stenti, ricordiamo queste parole senza tempo. Con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate, e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno. Facciamo sì che i figli dei nostri figli dicano che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti. E con gli occhi fissi all'orizzonte e la grazia di Dio su di noi, abbiamo portato avanti il grande dono della libertà e l'abbiamo consegnato intatto alle generazioni future.
Ma a queste putttanate proprio non sai rinunciare eh
Come se a Obama fosse fottuto qualcosa della grazia, quello come tutti i politici voleva solo consensi, e siccome la maggioranza consiste di ritardati vi si è rivolto, tutto qui
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Re: From " A tale of two Cities" by Charles Dickens
Retorica da vomito.marisella ha scritto:
Obama usò questo contrasto per il suo discorso d'insediamento, disse:
America. Di fronte ai nostri pericoli comuni, in questo inverno dei nostri stenti, ricordiamo queste parole senza tempo. Con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate, e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno. Facciamo sì che i figli dei nostri figli dicano che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti. E con gli occhi fissi all'orizzonte e la grazia di Dio su di noi, abbiamo portato avanti il grande dono della libertà e l'abbiamo consegnato intatto alle generazioni future.
Poi abbiamo visto cos'ha combinato, quello abbronzato.
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Re: From " A tale of two Cities" by Charles Dickens
Rasputin ha scritto:
Ma a queste putttanate proprio non sai rinunciare eh
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