Anche i Neanderthal provavano compassione

Anche gli uomini di Neanderthal provavano compassione.

E' una notizia che rivela qualcosa della natura umana che ci dovrebbe molto far riflettere in tempi in cui spesso sembrano essere dimenticate o passate in secondo piano anche quelle qualità che fanno di un essere vivente un essere umano.

Gli uomini di Neanderthal non erano dei bruti senza cuore, bensi' avevano un profondo senso di pieta' e compassione verso il prossimo, soprattutto verso i piu' vulnerabili.

E' questo che emerge da una ricerca di un'equipe dell'universita' di York che ha scoperto che alcuni gruppi di Neanderthal che vivevano in Europa tra 500.000 e 40.000 anni fa si prendevano cura dei malati e dei feriti.

Secondo gli studiosi, che hanno pubblicato la loro ricerca sulla rivista Time and Mind, la scoperta dimostra che l'interdipendenza tra i diversi individui di queste comunita', che cacciavano e mangiavano insieme, porto' alla nascita di un senso di impegno e cura nei confronti degli altri.

I ricercatori hanno esaminato alcuni resti archeologici e scoperto che un bambino affetto da una malattia cerebrale congenita non era stato abbandonato ed era sopravvissuto invece fino a cinque o sei anni di eta'.

Un adulto che non vedeva da un occhio, con un braccio non completamente sviluppato e piedi deformi era sopravvissuto per due decenni.

Gli studiosi del dipartimento di archeologia dell'universita' hanno quindi sviluppato un modello in quattro parti che ripercorre l'evoluzione di sentimenti come l'empatia negli antenati dell'uomo.

Secondo loro l'Home erctus inizio' a provare compassione - un'emozione regolata da un pensiero razionale - circa 1,8 milioni di anni fa.

La cura dei malati mostra l'esistenza di compassione, mentre il trattamento speciale dei morti dimostra lo sviluppo del senso di lutto per la scomparsa dei propri cari ed il desiderio di consolare gli altri.

Negli esseri umani, a cominciare da 120.000 anni fa, la compassione ha poi iniziato ad estendersi verso gli sconosciuti, gli animali, gli oggetti e i concetti astratti.

Fonte Ansa

Ho postato questa notizia perchè mi sembra un'interessante scoperta.

E' veramente interessante e fa riflettere molto sulla evoluzione dell'uomo.

Ma come è possibile che 1.8 milioni di anni fa ci fossero uomini già capaci di sentimenti, perciò non più alla fase animale-rettile se le sacre scritture ci dicono che il mondo è sato creato 8.000 anni fa circa? Mah?

Paolo ha scritto:E' veramente interessante e fa riflettere molto sulla evoluzione dell'uomo.

Ma come è possibile che 1.8 milioni di anni fa ci fossero uomini già capaci di sentimenti, perciò non più alla fase animale-rettile se le sacre scritture ci dicono che il mondo è sato creato 8.000 anni fa circa? Mah?

Mah.. Chissà

L'uomo per essere arrivato al livello attuale, doveva per forza avere sentimenti e volontà di aiutare i più deboli.
Io seguendo un mio ragionamento, mi chiedo: se io non vengo aiutato nel momento del bisogno, come posso dare la mia disponibilità?
Per poter effettuare battute di caccia andavano sicuramente i più forti ma per completare il tutto al villaggio dovevano collaborare anche i più deboli e così si è avuta una evoluzione completa.
La bibbia per me è solo un romanzo altro che 8.000 anni fa datano la comparsa dell'uomo (e la donna quando è comparsa?).

Non mi sembra questa gran notizia... L'uomo di Neandertal era coevo del sapiens, aveva un cervello più grande (mi sembra di ricordare), era organizzato in comunità, ha lasciato reperti artistici... Non stiamo parlando di uno remoto ominide, parliamo di nostro cugino...

"Secondo loro l'Home erctus inizio' a provare compassione - un'emozione regolata da un pensiero razionale - circa 1,8 milioni di anni fa."


Questo lo voglio proprio far leggere a qualche persona che sostiene che essere razionali è sinonimo di essere freddi e insensibili.

Hai capito i progenitori neanderthaliani... mi stavano simpatici fin da piccola, quando guardavo i documentari di archeologia e dicevo di voler fare la scienziata (non vedo il nesso, però... )