Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
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Beffato il paladino anti videopoker. Maxi multa per il biliardino gratis
"Un calcio al calciobalilla. È diventata definitiva la multa al gestore di un locale di Mestre che aveva scelleratamente messo a disposizione – gratuita – degli avventori un biliardino, detto anche calciobalilla, noto strumento di corruzione giovanile. I solerti rappresentanti delle forze di polizia locale avevano a suo tempo (2014) sorpreso quattro individui sospetti colti sul fatto mentre si affannavano intorno al malefico apparato. La colpa del gestore era di non aver doverosamente comunicato alle autorità municipali l’installazione del bieco marchingegno, che era stato piazzato rinunciando alle ben più rassicuranti macchinette di videopoker. Senza mostrare il minimo pentimento, il gestore ha fatto sommessamente osservare che la modulistica del Comune parla di ‘giochi con gettoniera’ mentre il suo, la gettoniera, non l’aveva. Risibile giustificazione che non ha convinto gli austeri e incorruttibili tutori della legge che con inflessibile rigore l’hanno punito.
Ricorso al prefetto: respinto. Ricorso al giudice di pace: respinto. E dire che sia l’allora sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, sia il prefetto Domenico Cuttaia si cimentarono in una partitella per scusarsi. Ma oggi a Stefano Ceolin non resta ora che pagare la multa, 1.400 euro. E, per emendarsi dalle proprie gravissime colpe, ha scelto di infliggersi un’altra afflizione: ha pensato bene di regalare a un amico il marchingegno del diavolo per non indursi in ulteriore tentazione. L’edificante episodio suggerisce alcuni interessanti spunti di riflessione. Primo: ormai la gratuità è guardata con sospetto e indice di sicuro abominio, tranne che su Internet, dove borseggiatori di musica, di libri e di film trafugano indisturbati ogni tipo di prodotto artistico. Il fatto che il calciobalilla fosse messo a disposizione appunto gratuitamente non interessa minimamente alla guardinga e occhiuta burocrazia amministrativa." (CONTINUA NEL LINK)
"Un calcio al calciobalilla. È diventata definitiva la multa al gestore di un locale di Mestre che aveva scelleratamente messo a disposizione – gratuita – degli avventori un biliardino, detto anche calciobalilla, noto strumento di corruzione giovanile. I solerti rappresentanti delle forze di polizia locale avevano a suo tempo (2014) sorpreso quattro individui sospetti colti sul fatto mentre si affannavano intorno al malefico apparato. La colpa del gestore era di non aver doverosamente comunicato alle autorità municipali l’installazione del bieco marchingegno, che era stato piazzato rinunciando alle ben più rassicuranti macchinette di videopoker. Senza mostrare il minimo pentimento, il gestore ha fatto sommessamente osservare che la modulistica del Comune parla di ‘giochi con gettoniera’ mentre il suo, la gettoniera, non l’aveva. Risibile giustificazione che non ha convinto gli austeri e incorruttibili tutori della legge che con inflessibile rigore l’hanno punito.
Ricorso al prefetto: respinto. Ricorso al giudice di pace: respinto. E dire che sia l’allora sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, sia il prefetto Domenico Cuttaia si cimentarono in una partitella per scusarsi. Ma oggi a Stefano Ceolin non resta ora che pagare la multa, 1.400 euro. E, per emendarsi dalle proprie gravissime colpe, ha scelto di infliggersi un’altra afflizione: ha pensato bene di regalare a un amico il marchingegno del diavolo per non indursi in ulteriore tentazione. L’edificante episodio suggerisce alcuni interessanti spunti di riflessione. Primo: ormai la gratuità è guardata con sospetto e indice di sicuro abominio, tranne che su Internet, dove borseggiatori di musica, di libri e di film trafugano indisturbati ogni tipo di prodotto artistico. Il fatto che il calciobalilla fosse messo a disposizione appunto gratuitamente non interessa minimamente alla guardinga e occhiuta burocrazia amministrativa." (CONTINUA NEL LINK)
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
In Cialtronia la burocrazia fa schifo.holubice ha scritto:Beffato il paladino anti videopoker. Maxi multa per il biliardino gratis
"Un calcio al calciobalilla. È diventata definitiva la multa al gestore di un locale di Mestre che aveva scelleratamente messo a disposizione – gratuita – degli avventori un biliardino, detto anche calciobalilla, noto strumento di corruzione giovanile. I solerti rappresentanti delle forze di polizia locale avevano a suo tempo (2014) sorpreso quattro individui sospetti colti sul fatto mentre si affannavano intorno al malefico apparato. La colpa del gestore era di non aver doverosamente comunicato alle autorità municipali l’installazione del bieco marchingegno, che era stato piazzato rinunciando alle ben più rassicuranti macchinette di videopoker. Senza mostrare il minimo pentimento, il gestore ha fatto sommessamente osservare che la modulistica del Comune parla di ‘giochi con gettoniera’ mentre il suo, la gettoniera, non l’aveva. Risibile giustificazione che non ha convinto gli austeri e incorruttibili tutori della legge che con inflessibile rigore l’hanno punito.
Ricorso al prefetto: respinto. Ricorso al giudice di pace: respinto. E dire che sia l’allora sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, sia il prefetto Domenico Cuttaia si cimentarono in una partitella per scusarsi. Ma oggi a Stefano Ceolin non resta ora che pagare la multa, 1.400 euro. E, per emendarsi dalle proprie gravissime colpe, ha scelto di infliggersi un’altra afflizione: ha pensato bene di regalare a un amico il marchingegno del diavolo per non indursi in ulteriore tentazione. L’edificante episodio suggerisce alcuni interessanti spunti di riflessione. Primo: ormai la gratuità è guardata con sospetto e indice di sicuro abominio, tranne che su Internet, dove borseggiatori di musica, di libri e di film trafugano indisturbati ogni tipo di prodotto artistico. Il fatto che il calciobalilla fosse messo a disposizione appunto gratuitamente non interessa minimamente alla guardinga e occhiuta burocrazia amministrativa." (CONTINUA NEL LINK)
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
Minsky ha scritto:
In Cialtronia la burocrazia fa schifo.
Anche altrove, tranquillo.
E meno male che non hanno beccato giocatori a metter su un giro di birra a partita, se no vedevi, gioco d'azzardo clandestino, evasione fiscale ecc
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
Tempo fa avevo letto di un aspirante professore che non era stato ammesso agli esami per la cattedra perché, in gioventù, lo avevano beccato che pisciava in una aiuola. Niente esame. Bannato a vita per una pisciata, da tutti i pubblici uffici. Se ci riesco, vi ritrovo la notizia. Mi pare era un articolo dell'ottimo Stella.
Al contempo, abbiamo messo un colossale evasore fiscale, non che (sospettato) di aver costruito la sua immensa fortuna col denaro dei picciotti siciliani, a capo del Governo.
Una roba che fa sbiancare Caligola...
Noi facciamo seccare le banane delle Repubbliche delle Banane...
Al contempo, abbiamo messo un colossale evasore fiscale, non che (sospettato) di aver costruito la sua immensa fortuna col denaro dei picciotti siciliani, a capo del Governo.
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
Chissà, forse è già storia passata.holubice ha scritto:Tempo fa avevo letto di un aspirante professore che non era stato ammesso agli esami per la cattedra perché, in gioventù, lo avevano beccato che pisciava in una aiuola. Niente esame. Bannato a vita per una pisciata, da tutti i pubblici uffici. Se ci riesco, vi ritrovo la notizia. Mi pare era un articolo dell'ottimo Stella.
Al contempo, abbiamo messo un colossale evasore fiscale, non che (sospettato) di aver costruito la sua immensa fortuna col denaro dei picciotti siciliani, a capo del Governo.
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
Toh, te l'ho ritrovato... E' uno dei mirabili articoli di Gian Antonio Stella.Minsky ha scritto:
Chissà, forse è già storia passata.
Il licenziamento del professore perché fece pipì in un cespuglio
"La scure della giustizia, che troppe volte aveva graziato bancarottieri, ladri, trafficanti di droga e truffatori, s’è finalmente abbattuta. Implacabile. E ha mozzato la testa a un professore padre di tre figli che undici anni fa, alle due di notte, in un borgo di poche anime, aveva fatto pipì in un cespuglio. Licenziato in tronco. Vi chiederete: è uno scherzo? Magari! Il protagonista di questa storia (meglio: la vittima di questa giustizia ottusamente ingiusta) si chiama Stefano Rho ed è nato 43 anni fa a Lacor, in Uganda, dove il padre e la madre facevano i medici volontari per quella straordinaria organizzazione che è il Cuamm-Medici con l’Africa. Anzi, loro stessi avevano messo su un piccolo ospedale dopo essersi sposati e aver chiesto agli amici, nella «lista nozze», il dono di «22 letti per adulti, 9 lettini per bambini, culle per neonati, lenzuola, elettrocardiografo, microscopio, lettino operatorio...».
La laurea e le prime docenze
Rientrato con i genitori in Italia, a Bergamo, Stefano si è laureato in Filosofia alla Cattolica e si è messo in coda, di concorso in concorso, di supplenza in supplenza, per avere un posto da insegnante. Problemi? Zero. Lo dichiara lo stesso «Certificato penale del Casellario giudiziale» dove è scritto chiaramente: «Si attesta che nella Banca dati del Casellario giudiziale risulta nulla». Torniamo a scriverlo: «nulla». Undici anni fa però, qualcosa successe. Un episodio così marginale, in realtà, che quasi tutti ce lo saremmo dimenticati. O ne avremmo riso con gli amici: «Pensate che una notte...». È la sera di Ferragosto 2005. Il paesello di Averara, un pugno di case con 182 abitanti in una valle laterale della Val Brembana, ha organizzato per i concittadini e la gente dei dintorni una sagra paesana con un ospite d’onore, un cabarettista di Zelig. Pienone. Al punto che molti giovani, tra cui Stefano e il suo amico Daniele, non riescono a entrare. Gironzolano nei dintorni, e finalmente, sul tardi, un attimo prima che lo stand chiuda, riescono a bere una birra. Poi, come tutti i ragazzi del pianeta, si fermano un po’ a chiacchierare e tirano tardi. Alle due di notte, mentre gli ultimissimi nottambuli risalgono sulle loro auto per andarsene, «gli scappa». Si guardano intorno. La festa ha chiuso. Il paese, salvo un lampione qua e là, è immerso nel buio. Non c’è un bar aperto a pagarlo oro. Men che meno dove stanno, al limite della contrada. Che fare? Stefano e Daniele fanno pipì su un cespuglio. In quell’istante passa una pattuglia di carabinieri. «Ci hanno visto, chiesto i documenti, fatto una ramanzina bonaria rimproverandoci perché secondo loro c’era un lampione che un po’ di luce la faceva e ciao».
La multa
Un anno dopo i due si ritrovano imputati, davanti al giudice di pace di Zogno, «perché in un piazzale illuminato adiacente alla pubblica via compivano atti contrari alla pubblica decenza orinando nei pressi di un cespuglio». Duecento euro di multa: «Non abbiamo neanche fatto ricorso e neppure preso un avvocato di fiducia. Ci sembrava una cosa morta lì». Il 2 settembre 2013 il professor Rho, da quattordici anni precario come insegnante di filosofia in varie scuole superiori della bergamasca, firma per il Ministero un’autodichiarazione dove spunta la voce in cui dice «di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi scritti del Casellario giudiziario ai sensi della vigente normativa». Tre mesi dopo, il dirigente scolastico gli comunica che da un controllo è risultato che lui, il professor Rho, risulta «destinatario di un decreto penale passato in giudicato». E lo invita a presentarsi a fine gennaio del 2014 per spiegarsi.
La «censura» del preside
Avute le spiegazioni, il dirigente riconosce che «appaiono plausibili le motivazioni addotte a propria discolpa» e che «se anche il prof. Rho avesse correttamente dichiarato le condanne avute le stesse non avrebbero inciso sui requisiti di accesso al pubblico impiego». Per capirci: a dichiarare il falso, perfino se fosse stato in malafede, non ci avrebbe guadagnato nulla. Anzi. Quindi, «tenuto conto del principio della gradualità e proporzionalità delle sanzioni in rapporto alla gravità delle mancanze», decide di dare al malcapitato il minimo del minimo: la censura. Buon senso. Ma la legge italiana, che riesce a sbattere in galera un trentacinquesimo dei «colletti bianchi» incarcerati in Germania e arriva a scarcerare sicari mafiosi perché ha scordato una scadenza dei termini e non ce la fa quasi mai a processare i bancarottieri prima che cada tutto in prescrizione, decide che no, Stefano Rho non può cavarsela così. E la Corte dei conti, del tutto indifferente al tipo di condanna, che non prevede neppure l’iscrizione nella fedina penale (rimasta infatti candida) né un «motivo ostativo» all’assunzione nei ranghi statali, ricorda alle autorità scolastiche che Rho va licenziato.
Il licenziamento
E così finisce. Il dirigente scolastico di Bergamo, Patrizia Graziani, prende atto della intimazione dei giudici contabili e dichiara la decadenza «senza preavviso» dell’insegnante, la perdita delle anzianità accumulate negli ultimi anni insegnando con continuità negli istituti bergamaschi «Natta» e «Giovanni Falcone», la cancellazione del «reo» da tutte le graduatorie provinciali eccetera eccetera... Il tutto in un Paese dove, per fare un solo esempio fra tanti, i dipendenti pubblici furbetti (agenti di custodia, bidelli, maestri...) che grazie alle clientele politiche riuscirono a farsi piazzare nel Cda dell’area sviluppo industriale di Agrigento (così da avere il trasferimento vicino a casa) sono stati assolti nonostante avessero firmato di loro pugno di avere la laurea (falso) ed «esperienza almeno quinquennale scientifica ovvero di tipo professionale o dirigenziale» o addirittura la «qualifica di magistrato in quiescenza». Assolti! Il che impone una domanda: la legge italiana è davvero uguale per tutti o dipende dal giudice che capita? Non manca, in coda a questo pasticciaccio brutto, il dettaglio paradossale: il professor Rho, che come dicevamo ha una moglie e tre figli da mantenere ed è stato buttato fuori con così feroce solerzia l’11 gennaio da un pezzo dello Stato, era stato definitivamente assunto da un altro pezzo di Stato il 24 novembre. Della serie: coerenze..."[/b]
Ma dove ca$$o vogliamo andare, con un Paese di imbecilli come questo...?
Questo è il Paese che, tanto per dire, nella sola Regione Campania aveva più invalidi civili che l'intera Repubblica Federale Tedesca.
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"La giustizia umana è simile ad una tela di un ragno: il piccolo moscerino ci rimane sempre impigliato, il grosso calabrone ci passa attraverso senza neanche accorgersene"
(CONFUCIO)
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
Ragazzi,
guardate che quella storia riportata da Stella, è tremenda. Un tizio, sulla scia del film Borat, aveva scritto questo libro...
... immaginando un ipotetico ex stato dell'Unione Sovietica indipendente, visitato da un giornalista. Di nome Absudistan.
Ma quanto a cose absurde, la nostra realtà italiana supera (di molto) la più fervida delle fantasie ...
guardate che quella storia riportata da Stella, è tremenda. Un tizio, sulla scia del film Borat, aveva scritto questo libro...
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Ma quanto a cose absurde, la nostra realtà italiana supera (di molto) la più fervida delle fantasie ...
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
holubice ha scritto:Ragazzi,
guardate che quella storia riportata da Stella, è tremenda. Un tizio, sulla scia del film Borat, aveva scritto questo libro...
... immaginando un ipotetico ex stato dell'Unione Sovietica indipendente, visitato da un giornalista. Di nome Absudistan.
Ma quanto a cose absurde, la nostra realtà italiana supera (di molto) la più fervida delle fantasie ...
Più che Absurdistan a volte Furbistan...ma in generale si applica quasi ovunque questo principio:
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Re: Filtrare il bigliardino, e ingoiare il Video Poker
Rasputin ha scritto:
Più che Absurdistan a volte Furbistan...ma in generale si applica quasi ovunque questo principio:
PARACULISTAN
Questo è il nome più azzeccato da dare alla penisola su cui siamo accampati ...
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