IMMIGRATI (II parte)

Minsky ha scritto:COSA SUCCEDE SE UNA (FINTA) PROFUGA ARRIVA A CAPALBIO IN CERCA DI AIUTO? - VIDEO - E’ L’ESPERIMENTO DE “IL TEMPO” CHE HA SPEDITO UNA DONNA DI COLORE IN PAESE E NELLA SPIAGGIA RADICAL-TILT DEI FREGNONI DI SINISTRA CHE PREDICANO BENE E RAZZOLANO MALE - RISULTATO? POCHI SPICCIOLI E TANTI INSULTI. E GUAI A CHIEDERE OSPITALITÀ PER DORMIRE...  

Minsky ha scritto:

Minsky ha scritto:

Rasputin ha scritto:

Minsky ha scritto:

Ah...siamo di nuovo all'Ispettore Clouseau

Minsky ha scritto:

Atleta aggredita a Moncalieri: la “banda dell’uovo” aveva già colpito due volte
Entrambi gli episodi a Moncalieri: obiettivi l'abitazione di un anziano e tre donne appena uscite da un ristorante. Intanto Daisy Osakue rassicura sulla sua presenza ai prossimi europei di Berlino

Rasputin ha scritto:

Già. Hai visto la discussione di deficienti dove ho scritto anch'io?

Michel Dessi ha scritto:01 AGO 18

Italia razzista? “Vergognatevi”.
 
Attacco razzista e xenofobo nei confronti di Daisy, l’atleta italiana di colore? Macché, sono solo balle spaziali. Costruite ad arte per sferrare l’ennesimo attacco politico contro Matteo Salvini. Perseguitato e accusato. Come se fosse stato lui, in persona, con le sue stesse mani, a lanciare con forza l’uovo contro la giovane atleta di origine africana.

È stata proprio lei, Daisy, a parlare di razzismo. Senza pensarci due volte. Senza esitare. “Mi hanno colpita perché sono una ragazza di colore. Perché sono africana. Mi hanno scambiato per una prostituta…” Ha dichiarato alle decine di giornalisti accorsi per intervistare “l’ennesima vittima di razzismo. L’undicesima in soli quarantacinque giorni.” È così, subito, è partito l’allarme. E, di conseguenza, la campagna d’odio. L’ennesima. Pilotata.

Tutti gli occhi, gli obiettivi e i microfoni erano puntati su Daisy. Sulla “povera ragazza nera” colpita violentemente ad un occhio. (Chiaramente ci dispiace, e condanniamo con fermezza il vile gesto. Auguriamo alla giovane Daisy una pronta e rapida guarigione. ndr) Usata, a sua insaputa, da alcuni, è apparsa in video in contemporanea su quasi tutte le reti. Perché non approfittare della (brutta) situazione per diventare un simbolo? Un emblema contro il razzismo? Lanciare un messaggio chiaro? Non c’è nulla di male. Peccato, però, che Daisy, oggi, scappi da questa responsabilità che le è stata affidata. Suo malgrado.

La giovane, infatti, si rifiuta di parlare con i cronisti. Si, perché dopo che la procura ha scartato l’ipotesi di aggressione a sfondo razziale non c’è più nulla di cui parlare. Cosa dire dopo che, altre donne, (bianche, piemontesi doc) hanno dichiarato di essere state aggredite dalla stessa “banda delle uova” e confermano a voce alta: “No, non è odio razziale!”? Si tratta di vandali. Vigliacchi. Dementi. Stupidi.

Abbiamo provato più volte a contattare Daisy. Chiamate ed sms non sono serviti a nulla. Niente da fare, Daisy preferisce non proferire parola. Meglio tacere. Avrà pensato. Noi, che non siamo maliziosi, pensiamo che non abbia sentito il telefono, letto i messaggi. Chissà, forse ci richiamerà. Parlerà. Ci auguriamo. Perché è importante, alla luce dei fatti, sentire la sua voce. Nel frattempo, i soliti giornali “cattolici”, lanciano un monito agli italiani: “VERGOGNIAMOCI”, scrive “Avvenire”. Di cosa? Ci chiediamo. Di non esserci fidati dei carabinieri di Moncalieri che hanno escluso sin da subito l’ipotesi di razzismo?

Dovrebbe “vergognarsi” chi continua ad alimentare odio e rancore. Chi sta contribuendo ad avvelenare il nostro Paese. Chi sta cercando di far passare la nostra accogliente Italia in un paese razzista. NO, non siamo razzisti. E non lo saremo mai!

http://blog.ilgiornale.it/dessi/2018/08/01/italia-razzista-vergognatevi/

ANSA ha scritto:Aggredisce autista e accoltella Cc

In provincia Pordenone, è un giovane di 28 anni del Burkina Faso

Redazione ANSA PORDENONE
01 agosto 2018 15:10

PORDENONE, 1 AGO - Ha aggredito l'autista di un bus e poi ha accoltellato un carabiniere che era accorso per difenderlo: è successo ad Azzano Decimo (Pordenone) attorno alle 10.30. L'aggressore è un uomo di 28 anni, del Burkina Faso, che è stato arrestato per lesioni aggravate, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. La furia dello straniero, disoccupato, già noto alle forze dell'ordine, è scoppiata all'arrivo della corriera della linea extraurbana, sferrando pugni sulle vetrate.

ANSA ha scritto:Uomo accoltellato alla gola in strada

È uno straniero con precedenti, non è in pericolo di vita

Redazione ANSA MILANO
01 agosto 2018 14:18

MILANO, 1 AGO - Un uomo è stato accoltellato alla gola, la scorsa notte, a Milano. Soccorso per strada e portato all'ospedale, non dovrebbe trovarsi in pericolo di vita.
   Secondo quanto riferito dai carabinieri si tratta di un marocchino di 28 anni, irregolare e con precedenti per spaccio.
   È stato trovato riverso a terra e sanguinante in via Guido Ucelli di Nemi, nell'estrema periferia milanese, prima della mezzanotte di ieri. Sul posto sono arrivati i medici del 118, che lo hanno soccorso e trasportato al Policlinico, dove stamani i medici si sarebbero detti ottimisti sulla sua ripresa.
   Sul caso, probabilmente una aggressione o un regolamento di conti, indagano i carabinieri della Compagnia Porta Monforte.

Minsky ha scritto:

Michel Dessi ha scritto:01 AGO 18

Italia razzista? “Vergognatevi”.
 
Attacco razzista e xenofobo nei confronti di Daisy, l’atleta italiana di colore? Macché, sono solo balle spaziali. Costruite ad arte per sferrare l’ennesimo attacco politico contro Matteo Salvini. Perseguitato e accusato. Come se fosse stato lui, in persona, con le sue stesse mani, a lanciare con forza l’uovo contro la giovane atleta di origine africana.

È stata proprio lei, Daisy, a parlare di razzismo. Senza pensarci due volte. Senza esitare. “Mi hanno colpita perché sono una ragazza di colore. Perché sono africana. Mi hanno scambiato per una prostituta…” Ha dichiarato alle decine di giornalisti accorsi per intervistare “l’ennesima vittima di razzismo. L’undicesima in soli quarantacinque giorni.” È così, subito, è partito l’allarme. E, di conseguenza, la campagna d’odio. L’ennesima. Pilotata.

Tutti gli occhi, gli obiettivi e i microfoni erano puntati su Daisy. Sulla “povera ragazza nera” colpita violentemente ad un occhio. (Chiaramente ci dispiace, e condanniamo con fermezza il vile gesto. Auguriamo alla giovane Daisy una pronta e rapida guarigione. ndr) Usata, a sua insaputa, da alcuni, è apparsa in video in contemporanea su quasi tutte le reti. Perché non approfittare della (brutta) situazione per diventare un simbolo? Un emblema contro il razzismo? Lanciare un messaggio chiaro? Non c’è nulla di male. Peccato, però, che Daisy, oggi, scappi da questa responsabilità che le è stata affidata. Suo malgrado.

La giovane, infatti, si rifiuta di parlare con i cronisti. Si, perché dopo che la procura ha scartato l’ipotesi di aggressione a sfondo razziale non c’è più nulla di cui parlare. Cosa dire dopo che, altre donne, (bianche, piemontesi doc) hanno dichiarato di essere state aggredite dalla stessa “banda delle uova” e confermano a voce alta: “No, non è odio razziale!”? Si tratta di vandali. Vigliacchi. Dementi. Stupidi.

Abbiamo provato più volte a contattare Daisy. Chiamate ed sms non sono serviti a nulla. Niente da fare, Daisy preferisce non proferire parola. Meglio tacere. Avrà pensato. Noi, che non siamo maliziosi, pensiamo che non abbia sentito il telefono, letto i messaggi. Chissà, forse ci richiamerà. Parlerà. Ci auguriamo. Perché è importante, alla luce dei fatti, sentire la sua voce. Nel frattempo, i soliti giornali “cattolici”, lanciano un monito agli italiani: “VERGOGNIAMOCI”, scrive “Avvenire”. Di cosa? Ci chiediamo. Di non esserci fidati dei carabinieri di Moncalieri che hanno escluso sin da subito l’ipotesi di razzismo?

Dovrebbe “vergognarsi” chi continua ad alimentare odio e rancore. Chi sta contribuendo ad avvelenare il nostro Paese. Chi sta cercando di far passare la nostra accogliente Italia in un paese razzista. NO, non siamo razzisti. E non lo saremo mai!

http://blog.ilgiornale.it/dessi/2018/08/01/italia-razzista-vergognatevi/

Minsky ha scritto:

The Pilot ha scritto:
Beh, Avvenire ha fatto di meglio: ha scritto VERGOGNIAMOCI (sì, con la i ). Appunto che si vergognino di scrivere in quel modo. A un amico professore di scuola sarebbe venuto un infarto, per fortuna è in vacanza in Germania...

Minsky ha scritto:

The Pilot ha scritto:
Beh, Avvenire ha fatto di meglio: ha scritto VERGOGNIAMOCI (sì, con la i ). Appunto che si vergognino di scrivere in quel modo. A un amico professore di scuola sarebbe venuto un infarto, per fortuna è in vacanza in Germania...

Dovrebbero vergognarsi loro per lo schifo che fanno, ripugnanti parassiti non subumani ma sub-animali.
Però l'ortografia è corretta. La "i" appartiene al morfema flessivo che serve per formare la prima persona plurale dell'indicativo presente. Come in "amiamoci" per esempio.

The Pilot ha scritto:

Minsky ha scritto:

Michel Dessi ha scritto:01 AGO 18

Italia razzista? “Vergognatevi”.
 
Attacco razzista e xenofobo nei confronti di Daisy, l’atleta italiana di colore? Macché, sono solo balle spaziali. Costruite ad arte per sferrare l’ennesimo attacco politico contro Matteo Salvini. Perseguitato e accusato. Come se fosse stato lui, in persona, con le sue stesse mani, a lanciare con forza l’uovo contro la giovane atleta di origine africana.

È stata proprio lei, Daisy, a parlare di razzismo. Senza pensarci due volte. Senza esitare. “Mi hanno colpita perché sono una ragazza di colore. Perché sono africana. Mi hanno scambiato per una prostituta…” Ha dichiarato alle decine di giornalisti accorsi per intervistare “l’ennesima vittima di razzismo. L’undicesima in soli quarantacinque giorni.” È così, subito, è partito l’allarme. E, di conseguenza, la campagna d’odio. L’ennesima. Pilotata.

Tutti gli occhi, gli obiettivi e i microfoni erano puntati su Daisy. Sulla “povera ragazza nera” colpita violentemente ad un occhio. (Chiaramente ci dispiace, e condanniamo con fermezza il vile gesto. Auguriamo alla giovane Daisy una pronta e rapida guarigione. ndr) Usata, a sua insaputa, da alcuni, è apparsa in video in contemporanea su quasi tutte le reti. Perché non approfittare della (brutta) situazione per diventare un simbolo? Un emblema contro il razzismo? Lanciare un messaggio chiaro? Non c’è nulla di male. Peccato, però, che Daisy, oggi, scappi da questa responsabilità che le è stata affidata. Suo malgrado.

La giovane, infatti, si rifiuta di parlare con i cronisti. Si, perché dopo che la procura ha scartato l’ipotesi di aggressione a sfondo razziale non c’è più nulla di cui parlare. Cosa dire dopo che, altre donne, (bianche, piemontesi doc) hanno dichiarato di essere state aggredite dalla stessa “banda delle uova” e confermano a voce alta: “No, non è odio razziale!”? Si tratta di vandali. Vigliacchi. Dementi. Stupidi.

Abbiamo provato più volte a contattare Daisy. Chiamate ed sms non sono serviti a nulla. Niente da fare, Daisy preferisce non proferire parola. Meglio tacere. Avrà pensato. Noi, che non siamo maliziosi, pensiamo che non abbia sentito il telefono, letto i messaggi. Chissà, forse ci richiamerà. Parlerà. Ci auguriamo. Perché è importante, alla luce dei fatti, sentire la sua voce. Nel frattempo, i soliti giornali “cattolici”, lanciano un monito agli italiani: “VERGOGNIAMOCI”, scrive “Avvenire”. Di cosa? Ci chiediamo. Di non esserci fidati dei carabinieri di Moncalieri che hanno escluso sin da subito l’ipotesi di razzismo?

Dovrebbe “vergognarsi” chi continua ad alimentare odio e rancore. Chi sta contribuendo ad avvelenare il nostro Paese. Chi sta cercando di far passare la nostra accogliente Italia in un paese razzista. NO, non siamo razzisti. E non lo saremo mai!

http://blog.ilgiornale.it/dessi/2018/08/01/italia-razzista-vergognatevi/

Beh, Avvenire ha fatto di meglio: ha scritto VERGOGNIAMOCI (sì, con la i ). Appunto che si vergognino di scrivere in quel modo. A un amico professore di scuola sarebbe venuto un infarto, per fortuna è in vacanza in Germania...

ANSA ha scritto:Minore condannato, 'ingannò lo Stato'

Un anno con condizionale: dichiarò il falso, arrivò con il padre

Redazione ANSA BOLOGNA
01 agosto 2018 09:27

BOLOGNA, 31 LUG - Un anno per aver ingannato lo Stato italiano, mentendo quando disse di essere arrivato solo, di non aver parenti né mezzi, facendo sì che fossero le istituzioni a mantenerlo con circa 77 euro al giorno. È la condanna, con la condizionale, che il tribunale per i minori di Bologna ha inflitto a un albanese, arrivato in Romagna nel 2017 e imputato di truffa ai danni dello Stato. Nel valutare il caso del minore, simile ad altri che arrivano dopo le citazioni a giudizio della Procura, il giudice Giuseppe Spadaro fa notare in sentenza la "particolare scelleratezza" della condotta "volta non solo a raggirare la legge ma altresì a cagionare un danno economico alla pubblica amministrazione, servendosi delle risorse che quest'ultima mette a disposizione in protezione di quei soggetti realmente bisognosi di un aiuto da parte delle istituzioni". Il giovane arrivò in realtà insieme al padre e il tribunale sottolinea come presumibilmente abbia agito spinto dal genitore, per cui procede la Procura ordinaria.

Minsky ha scritto:
Mah. Uno. Saranno molte migliaia in realtà che, o si fingono minorenni, o si fingono non accompagnati, o tutt'e due.
Poi un anno con la condizionale, capirai... e i soldi che si è magnato?

Minsky ha scritto:

ANSA ha scritto:Minore condannato, 'ingannò lo Stato'

Un anno con condizionale: dichiarò il falso, arrivò con il padre

Redazione ANSA BOLOGNA
01 agosto 2018 09:27

BOLOGNA, 31 LUG - Un anno per aver ingannato lo Stato italiano, mentendo quando disse di essere arrivato solo, di non aver parenti né mezzi, facendo sì che fossero le istituzioni a mantenerlo con circa 77 euro al giorno. È la condanna, con la condizionale, che il tribunale per i minori di Bologna ha inflitto a un albanese, arrivato in Romagna nel 2017 e imputato di truffa ai danni dello Stato. Nel valutare il caso del minore, simile ad altri che arrivano dopo le citazioni a giudizio della Procura, il giudice Giuseppe Spadaro fa notare in sentenza la "particolare scelleratezza" della condotta "volta non solo a raggirare la legge ma altresì a cagionare un danno economico alla pubblica amministrazione, servendosi delle risorse che quest'ultima mette a disposizione in protezione di quei soggetti realmente bisognosi di un aiuto da parte delle istituzioni". Il giovane arrivò in realtà insieme al padre e il tribunale sottolinea come presumibilmente abbia agito spinto dal genitore, per cui procede la Procura ordinaria.

Mah. Uno. Saranno molte migliaia in realtà che, o si fingono minorenni, o si fingono non accompagnati, o tutt'e due.
Poi un anno con la condizionale, capirai... e i soldi che si è magnato?

marisella ha scritto:
Per determinare l'età- già lo dissi-c'è l'esame radiologico del polso, per vedere se quello è il padre veramente, bisogna fare il test del DNA. Cmq sia sono poveracci che vivono di espedienti,  e che avrà mangiato mai sto ragazzino? Mostriamoci magnanimi, invademmo anche l'Albania, la pazzia non ha limiti.
Io sono per 1/4 albanese perchè mio padre proveniva da un paesino del sud di origine albanese, dove si parlava correntemente albanese, e quando mi mandava in vacanze in Ciociaria, essendoci là molte zie che parlavano solo albanese, aveva paura che prendessi la cadenza ciociara e albanese e mi portava sempre, poi, a sciacquare i panni in Arno, quando tornavo dalle vacanze dai nonni.So alcune frasette in albanese, poche ne sono rimaste nella mia memoria, però. Visto di quali nefandezze siamo capci noi ( i ciechi che vanno in moto, i sordi che vanno ai concerti, tutti a scroccare), possiamo essere anche indulgenti se noi- culla della civiltà-abbiamo qualcuno che si finge minorenne, non accompagnato e scrocca un po' di riso lesso da mangiare.

Minsky ha scritto:

marisella ha scritto:
Per determinare l'età- già lo dissi-c'è l'esame radiologico del polso, per vedere se quello è il padre veramente, bisogna fare il test del DNA. Cmq sia sono poveracci che vivono di espedienti,  e che avrà mangiato mai sto ragazzino? Mostriamoci magnanimi, invademmo anche l'Albania, la pazzia non ha limiti.
Io sono per 1/4 albanese perchè mio padre proveniva da un paesino del sud di origine albanese, dove si parlava correntemente albanese, e quando mi mandava in vacanze in Ciociaria, essendoci là molte zie che parlavano solo albanese, aveva paura che prendessi la cadenza ciociara e albanese e mi portava sempre, poi, a sciacquare i panni in Arno, quando tornavo dalle vacanze dai nonni.So alcune frasette in albanese, poche ne sono rimaste nella mia memoria, però. Visto di quali nefandezze siamo capci noi ( i ciechi che vanno in moto, i sordi che vanno ai concerti, tutti a scroccare), possiamo essere anche indulgenti se noi- culla della civiltà-abbiamo qualcuno che si finge minorenne, non accompagnato e scrocca un po' di riso lesso da mangiare.

Allora... io non ho mai simulato infermità o altro per avere assistenza pubblica, anzi ho sempre pagato di tasca praticamente tutte le prestazioni sanitarie di cui ho avuto bisogno. Non ho mai avuto alcun minimo aiuto, probabilmente neppure quando ne avrei avuto diritto, dallo Stato. Non sono d'accordo che, se ci sono dei parassiti che abusano degli aiuti, allora bisogna tollerare ulteriori parassiti. I parassiti vanno eliminati, punto e basta.

marisella ha scritto:
E perchè hai pagato le prestazioni sanitarie? Non hai il SSN? Le avrai pagate per avere i migliori specialisti. Tutto si paga.
Come vuoi eliminare questi parassiti? Tirare i gatti morti loro? Ora, dopo il tiro delle uova marce comincerà quello dei gatti morti...

ANSA ha scritto:Identificati gli aggressori di Daisy

Carabinieri denunciano tre giovani italiani

Redazione ANSA TORINO
02 agosto 2018 18:25

TORINO, 2 AGO - Sono stati identificati dai carabinieri gli aggressori di Daisy Osakue. Si tratta di tre ragazzi italiani, denunciati per lesioni e omissioni di soccorso. La motivazione del gesto sarebbe riconducibile a mera goliardia.
I tre giovani, residenti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, sono stati identificati attraverso una complessa attività di indagine, che ha permesso ai militari dell'Arma di individuare la targa del Fiat Doblò da cui è partito l'uovo che ha colpito in pieno volto l'atleta italiana. L'auto, intestata al padre di uno dei tre giovani, aveva sulla fiancata destra residui di uovo.
Accompagnato in caserma, il proprietario ha spiegato che spesso l'auto veniva usata dal figlio 19enne. Quest'ultimo ha confessato almeno sette lanci di uova negli ultimi due mesi e ha fatto il nome dei due amici. Anche loro, convocati in caserma, hanno ammesso le proprie responsabilità.

Minsky ha scritto:

The Pilot ha scritto:

Minsky ha scritto:

Ne hai anche altre? Di figurine del genere ce ne sono state diverse, in un'altra di persone ce n'erano (record?)... quattordici.

Minsky ha scritto:
Eccola:
https://atei.forumattivo.com/t7272p250-immigrati-ii-parte#387452
(Se ne contano 13 ma uno si è nascosto, forse si vergognava!)

Minsky ha scritto:Presi i lanciatori di uova che hanno ferito Daisy. Uno è figlio di un consigliere Pd

il Giornale ha scritto:Sentenza in primo grado di 5 anni e 4 mesi per appartenenza a un clan nigeriano

Laura Tecce - Ven, 03/08/2018 - 08:50

«Daisy è nata in Italia, come i suoi fratelli di 14 e 8 anni. Da adesso in poi farò attenzione che non tornino a casa dopo le 20. Siamo arrivati dalla Nigeria 24 anni fa, è capitato di essere vittime di episodi razzisti verbali, ma non ci faccio caso. Le persone parlano, non bisogna darci troppo peso». Così Iredia Osakue, il papà di Daisy, la giovane atleta della Nazionale italiana di atletica leggera colpita dal lancio di uova a Moncalieri. Addirittura ha dichiarato che vorrebbe «andarsene dall'Italia», nonostante le indagini che hanno portato all'identificazione degli aggressori, come è stato più volte sottolineato dagli inquirenti, hanno del tutto escluso l'aggravante razzista invocata dalla stessa ragazza e dal padre nelle interviste a stampa e tv in quanto dello stesso tipo di violenza sono state vittime anche tre signore non di colore all'uscita del ristorante e un pensionato che ha visto imbrattato il muro esterno della propria abitazione.

Ciò che invece emerge da una sentenza di primo grado del 9 ottobre 2007, emessa dal gup Cristina Palmesino al termine di un processo con il rito abbreviato, è che Iredia Osakue è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, tentata rapina e spaccio di droga. L'uomo sarebbe stato a capo di un'organizzazione, chiamata «Eiye», che ha base in Nigeria ma molte ramificazioni in Europa. Al centro del processo la lotta con l'organizzazione rivale «Black Axe» con cui si contendeva il controllo del Torinese. Al gruppo venivano attribuiti diversi reati: truffa, intimidazioni, tentati omicidi, lesioni, estorsioni ed esercitava la violenza fisica «con armi bianche e da sparo», con «frustate attraverso lo strumento africano detto kobu-kobu al fine di costringere connazionali ad affiliarsi o di punire chi sgarrava».

In un articolo di Repubblica datato 2002 si parla di una retata dei carabinieri di Moncalieri in cui furono arrestati per «sfruttamento della prostituzione Odion Obadeyi, 28, Lovely Albert, 30 anni, il convivente di quest'ultima, Iredia Osakue, 29 anni, tutti e tre clandestini, e Silvano Gallo, 50 anni, di Nichelino, che aveva formato una gang specializzata nello sfruttamento di decine di prostitute di colore il cui ingresso clandestino in Italia era favorito da un phone center di San Salvario». I carabinieri di Moncalieri confermano che l'uomo arrestato per sfruttamento della prostituzione nel 2002 è lo stesso Iredia Osakue, padre della discobola azzurra Daisy, e Lovely Albert, altro non sarebbe che la madre della giovane, che oggi avrebbe cambiato nome in Magdeline. Oggi l'uomo è il titolare di un centro pratiche per immigrati, la Daad Agency di Moncalieri, che gestisce dai permessi di soggiorno ai ricongiungimenti familiari, nonché mediatore culturale in una cooperativa che gestisce l'accoglienza, la cooperativa sociale Sanitalia service che gestisce 15 strutture in Piemonte.

E i vigili urbani di Torino avrebbero riarrestato, nel 2006, un Iredia Osakue per una vicenda legata alla tratta delle ragazze nigeriane.

Minsky ha scritto:


Il papà di Daisy minaccia: "Noi via dall'Italia" Ma ora spuntano due arresti e una condanna

il Giornale ha scritto:Sentenza in primo grado di 5 anni e 4 mesi per appartenenza a un clan nigeriano

Laura Tecce - Ven, 03/08/2018 - 08:50

«Daisy è nata in Italia, come i suoi fratelli di 14 e 8 anni. Da adesso in poi farò attenzione che non tornino a casa dopo le 20. Siamo arrivati dalla Nigeria 24 anni fa, è capitato di essere vittime di episodi razzisti verbali, ma non ci faccio caso. Le persone parlano, non bisogna darci troppo peso». Così Iredia Osakue, il papà di Daisy, la giovane atleta della Nazionale italiana di atletica leggera colpita dal lancio di uova a Moncalieri. Addirittura ha dichiarato che vorrebbe «andarsene dall'Italia», nonostante le indagini che hanno portato all'identificazione degli aggressori, come è stato più volte sottolineato dagli inquirenti, hanno del tutto escluso l'aggravante razzista invocata dalla stessa ragazza e dal padre nelle interviste a stampa e tv in quanto dello stesso tipo di violenza sono state vittime anche tre signore non di colore all'uscita del ristorante e un pensionato che ha visto imbrattato il muro esterno della propria abitazione.

Ciò che invece emerge da una sentenza di primo grado del 9 ottobre 2007, emessa dal gup Cristina Palmesino al termine di un processo con il rito abbreviato, è che Iredia Osakue è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, tentata rapina e spaccio di droga. L'uomo sarebbe stato a capo di un'organizzazione, chiamata «Eiye», che ha base in Nigeria ma molte ramificazioni in Europa. Al centro del processo la lotta con l'organizzazione rivale «Black Axe» con cui si contendeva il controllo del Torinese. Al gruppo venivano attribuiti diversi reati: truffa, intimidazioni, tentati omicidi, lesioni, estorsioni ed esercitava la violenza fisica «con armi bianche e da sparo», con «frustate attraverso lo strumento africano detto kobu-kobu al fine di costringere connazionali ad affiliarsi o di punire chi sgarrava».

In un articolo di Repubblica datato 2002 si parla di una retata dei carabinieri di Moncalieri in cui furono arrestati per «sfruttamento della prostituzione Odion Obadeyi, 28, Lovely Albert, 30 anni, il convivente di quest'ultima, Iredia Osakue, 29 anni, tutti e tre clandestini, e Silvano Gallo, 50 anni, di Nichelino, che aveva formato una gang specializzata nello sfruttamento di decine di prostitute di colore il cui ingresso clandestino in Italia era favorito da un phone center di San Salvario». I carabinieri di Moncalieri confermano che l'uomo arrestato per sfruttamento della prostituzione nel 2002 è lo stesso Iredia Osakue, padre della discobola azzurra Daisy, e Lovely Albert, altro non sarebbe che la madre della giovane, che oggi avrebbe cambiato nome in Magdeline. Oggi l'uomo è il titolare di un centro pratiche per immigrati, la Daad Agency di Moncalieri, che gestisce dai permessi di soggiorno ai ricongiungimenti familiari, nonché mediatore culturale in una cooperativa che gestisce l'accoglienza, la cooperativa sociale Sanitalia service che gestisce 15 strutture in Piemonte.

E i vigili urbani di Torino avrebbero riarrestato, nel 2006, un Iredia Osakue per una vicenda legata alla tratta delle ragazze nigeriane.

marisella ha scritto:
No, non mettetemi altri rossi, per carità, vi ringrazio in anticipo, ne ho già tanti...

marisella ha scritto:Vedo che la gentaglia è alla ricerca delle vendette trasversali, non potendo dare addosso a Daisy, ecco che cerca il padre, un certo Iredia Osakue, che, pare, 20 anni fa, sia venuto in Italia e si sia messo con le maman e prostitute e mafia nigeriana, e tutti addosso al padre, i fratellini sono piccoli, e non posssono attaccare Daisy dicendo male a loro. Intanto Daisy, che ha coraggio, è quasi guarita, ha tenuto duro, sta scalando il cortisone e partirà per i giochi a Berlino.  Ma che cazzo c'entra il padre? Lei va avanti alla facciaccia vostra. Brava Daisy
Prego.

marisella ha scritto:
No, non mettetemi altri rossi, per carità, vi ringrazio in anticipo, ne ho già tanti...
Vedo che la gentaglia è alla ricerca delle vendette trasversali, non potendo dare addosso a Daisy, ecco che cerca il padre, un certo Iredia Osakue, che, pare, 20 anni fa, sia venuto in Italia e si sia messo con le maman e prostitute e mafia nigeriana, e tutti addosso al padre, i fratellini sono piccoli, e non posssono attaccare Daisy dicendo male a loro. Intanto Daisy, che ha coraggio, è quasi guarita, ha tenuto duro, sta scalando il cortisone e partirà per i giochi a Berlino.  Ma che cazzo c'entra il padre? Lei va avanti alla facciaccia vostra. Brava Daisy
Prego.

Minsky ha scritto:

Minsky ha scritto:

marisella ha scritto:
No, non mettetemi altri rossi, per carità, vi ringrazio in anticipo, ne ho già tanti...
Vedo che la gentaglia è alla ricerca delle vendette trasversali, non potendo dare addosso a Daisy, ecco che cerca il padre, un certo Iredia Osakue, che, pare, 20 anni fa, sia venuto in Italia e si sia messo con le maman e prostitute e mafia nigeriana, e tutti addosso al padre, i fratellini sono piccoli, e non posssono attaccare Daisy dicendo male a loro. Intanto Daisy, che ha coraggio, è quasi guarita, ha tenuto duro, sta scalando il cortisone e partirà per i giochi a Berlino.  Ma che cazzo c'entra il padre? Lei va avanti alla facciaccia vostra. Brava Daisy
Prego.

Sicuramente la ragazza non ha alcuna colpa dei precedenti del padre, e anzi merita solo lodi per essere riuscita a costruirsi una vita onesta e dignitosa nonostante provenisse da un ambiente sociale degradato. Come pure, se è vero che suo papà si è messo a rigare dritto, è giusto riconoscere la sua riabilitazione. Ma quando si hanno dei grossi scheletri nell'armadio, sarebbe bene tenere un profilo non dico basso, ma almeno moderato, equilibrato, evitando di fare sparate demagogiche da cui oltretutto non ci si guadagna niente. Si sa che nel mare nuotano squali di ogni specie, pronti ad azzannare.

Rasputin ha scritto:

marisella ha scritto:
No, non mettetemi altri rossi, per carità, vi ringrazio in anticipo, ne ho già tanti...

Allora lo sai di scrivere delle bestiate  

marisella ha scritto:Vedo che la gentaglia è alla ricerca delle vendette trasversali, non potendo dare addosso a Daisy, ecco che cerca il padre, un certo Iredia Osakue, che, pare, 20 anni fa, sia venuto in Italia e si sia messo con le maman e prostitute e mafia nigeriana, e tutti addosso al padre, i fratellini sono piccoli, e non posssono attaccare Daisy dicendo male a loro. Intanto Daisy, che ha coraggio, è quasi guarita, ha tenuto duro, sta scalando il cortisone e partirà per i giochi a Berlino.  Ma che cazzo c'entra il padre? Lei va avanti alla facciaccia vostra. Brava Daisy
Prego.

marisella ha scritto:
Non ti capisco, dunque la nostra atleta  è da apprezzare, è venuta da un ambiente disagiato ma ha lottato ed è un'ottima lanciatrice del disco. Il padre non pare nemmeno che abbia avuto a che fare con maman e prostituzione, vorrei sapere quali scheletri nell'armadio hanno e chi è che ha tenuto un profilo alto.
Mi sento molto demoralizzata, perchè elogio una brava ragazza e mi dicono che scrivo bestiate, non vi capisco. Quali grossi scheletri negli armadi hanno? Grazie.

Minsky ha scritto: