Iran
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Iran
Sole24Ore
La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, è favorevole a un parziale riconteggio dei voti se necessario. Lo ha reso noto la tv di stato iraniana. Anche se l'intervento del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sembra gelare la speranza dei sostenitori di Moussavi di trovare una sponda a Washington.
«La differenza politica fra il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e il suo sfidante Hossein Moussavi - ha detto Obama -, non è così forte come sembra». Qualunque sia il risultato del riconto dei voti chiesto da Moussavi, «dovremo trattare in Iran con un regime ostile agli Stati Uniti», ha aggiunto il Presidente americano.
Continuano le manifestazionei nella capitale. Non si placa, intanto, la tensione in Iran all'indomani della grande manifestazione anti-Ahmadinejad e dei disordini che hanno causato almeno sette morti. Centinaia di sostenitori di Mir Hossein Moussavi, il candidato conservatore moderato sconfitto da Mahmoud Ahmadinejad, hanno marciato verso la sede della tv di Stato nella zona nord di Teheran. I manifestanti, la maggior parte giovani, hanno camminato a lungo in una protesta pacifica, con cartelli in mano «Ahmadinejad non è il mio presidente» e nastri verdi (il colore di Moussavi) ai polsi.
Annullato invece il raduno nella centralissima piazza Vali Asr dove contemporaneamente migliaia di sostenitori del presidente Ahmadinejad si sono radunati per inneggiare alla riconferma del loro leader. Il corteo dell'opposizione è stato cancellato su richiesta dello stesso Moussavi per evitare nuove vittime.
Il Consiglio dei Guardiani pronto a una parziale verifica dei voti. Nel tentativo di riportare la calma, il potente Consiglio dei Guardiani, il più importante organo legislativo iraniano e massima autorità sulle questioni elettorali, ha fatto sapere di essere pronto a un parziale riconteggio dei voti delle elezioni presidenziali di venerdì scorso, ma non a ripetere la consultazione, duramente contestata dal candidato riformista.
Si riconteranno però solo le urne con le schede contestate, come ha spiegato un portavoce. «Ed è possibile - ha aggiunto -, che ci sia qualche cambiamento nei calcoli dopo il riconteggio». Ma la promessa non placa i rifomisti, che avrebbero voluto la ripetizione delle contestate elezioni.
In precedenza il Consiglio aveva rifiutato la richiesta dei riformisti. «In base alla legge, la domanda dei candidati di cancellare il voto non può essere presa in considerazione», aveva detto il portavoce del potente organo, Abbasali Kadkhodai. Il riconteggio delle schede avrebbe potuto determinare un cambiamento nelle percentuali ottenute dai candidati alle presidenziali. Moussavi aveva fatto appello ieri al Consiglio chiedendo che le elezioni venissero annullate, ma si è detto «poco ottimista» sul verdetto.
Teheran divisa, manifestazione anche a favore del presidente. La città, adesso, è spaccata in due. Migliaia di sostenitori di Ahmadinejad si sono radunati sulla piazza Vali Asr, nel centro della capitale, dove era inizialmente previsto il raduno dell'opposizione.
Il regime ha esortato a un'ampia partecipazione alle manifestazioni anti-Moussavi, proprio mentre la televisione di stato annunciava l'arresto di «importanti agenti» che avrebbero sobillato le violenze delle ultime ore ed erano in possesso di armi ed esplosivo.
Arrestati oppositori riformisti. Prima dell'alba sono stati portati via dalle loro abitazioni due noti esponenti riformisti, Saeed Hajjarian e Mohammad Ali Abtahi, considerati molto vicini all'ex presidente Mohammad Khatami. Dal fine settimana sono state arrestate in Iran quasi duecento persone, tra le quali varie figure politiche, intellettuali, giornalisti di ispirazione riformista. Alcuni, come Mohammad Reza Khatami, fratello dell'ex presidente iraniano, sono stati successivamente rimessi in liberta; altri rimangono in prigione, accusati di aver fomentato le proteste degli ultimi giorni.
Anche la tv iraniana in lingua inglese - Press Tv - ha diffuso la notizia dell'uccisione di sette civili nella manifestazione di ieri a Teheran, senza precisare se i morti siano sostenitori dell'opposizione o meno. Gli incidenti sono scoppiati durante uno scontro tra un gruppo di manifestanti con unità speciali dell'esercito.
Il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha attaccato il ministro dell'Interno per le violenze sui civili e sugli studenti universitari, durante l'oceanica manifestazione svoltasi a Teheran contro i risultati elettorali.
Ahmadinejad in Russia. Intanto il presidente eletto Mahmoud Ahmadinejad è arrivato questa mattina in Russia per partecipare a un vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa russa Itar-Tass, Ahmadinejad - che a Ekaterinenburg era atteso in origine ieri - dovrebbe incontrare nelle prossime ore i giornalisti, mentre non è ancora chiaro se ci sarà un faccia a faccia con il presidente russo Dmitry Medvedev.
Secondo i dati ufficiali, Ahmadinejad è stato rieletto presidente con il 62,3% dei voti, ma l'opposizione denuncia brogli e irregolarità nel voto del 12 giugno.
La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, è favorevole a un parziale riconteggio dei voti se necessario. Lo ha reso noto la tv di stato iraniana. Anche se l'intervento del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sembra gelare la speranza dei sostenitori di Moussavi di trovare una sponda a Washington.
«La differenza politica fra il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e il suo sfidante Hossein Moussavi - ha detto Obama -, non è così forte come sembra». Qualunque sia il risultato del riconto dei voti chiesto da Moussavi, «dovremo trattare in Iran con un regime ostile agli Stati Uniti», ha aggiunto il Presidente americano.
Continuano le manifestazionei nella capitale. Non si placa, intanto, la tensione in Iran all'indomani della grande manifestazione anti-Ahmadinejad e dei disordini che hanno causato almeno sette morti. Centinaia di sostenitori di Mir Hossein Moussavi, il candidato conservatore moderato sconfitto da Mahmoud Ahmadinejad, hanno marciato verso la sede della tv di Stato nella zona nord di Teheran. I manifestanti, la maggior parte giovani, hanno camminato a lungo in una protesta pacifica, con cartelli in mano «Ahmadinejad non è il mio presidente» e nastri verdi (il colore di Moussavi) ai polsi.
Annullato invece il raduno nella centralissima piazza Vali Asr dove contemporaneamente migliaia di sostenitori del presidente Ahmadinejad si sono radunati per inneggiare alla riconferma del loro leader. Il corteo dell'opposizione è stato cancellato su richiesta dello stesso Moussavi per evitare nuove vittime.
Il Consiglio dei Guardiani pronto a una parziale verifica dei voti. Nel tentativo di riportare la calma, il potente Consiglio dei Guardiani, il più importante organo legislativo iraniano e massima autorità sulle questioni elettorali, ha fatto sapere di essere pronto a un parziale riconteggio dei voti delle elezioni presidenziali di venerdì scorso, ma non a ripetere la consultazione, duramente contestata dal candidato riformista.
Si riconteranno però solo le urne con le schede contestate, come ha spiegato un portavoce. «Ed è possibile - ha aggiunto -, che ci sia qualche cambiamento nei calcoli dopo il riconteggio». Ma la promessa non placa i rifomisti, che avrebbero voluto la ripetizione delle contestate elezioni.
In precedenza il Consiglio aveva rifiutato la richiesta dei riformisti. «In base alla legge, la domanda dei candidati di cancellare il voto non può essere presa in considerazione», aveva detto il portavoce del potente organo, Abbasali Kadkhodai. Il riconteggio delle schede avrebbe potuto determinare un cambiamento nelle percentuali ottenute dai candidati alle presidenziali. Moussavi aveva fatto appello ieri al Consiglio chiedendo che le elezioni venissero annullate, ma si è detto «poco ottimista» sul verdetto.
Teheran divisa, manifestazione anche a favore del presidente. La città, adesso, è spaccata in due. Migliaia di sostenitori di Ahmadinejad si sono radunati sulla piazza Vali Asr, nel centro della capitale, dove era inizialmente previsto il raduno dell'opposizione.
Il regime ha esortato a un'ampia partecipazione alle manifestazioni anti-Moussavi, proprio mentre la televisione di stato annunciava l'arresto di «importanti agenti» che avrebbero sobillato le violenze delle ultime ore ed erano in possesso di armi ed esplosivo.
Arrestati oppositori riformisti. Prima dell'alba sono stati portati via dalle loro abitazioni due noti esponenti riformisti, Saeed Hajjarian e Mohammad Ali Abtahi, considerati molto vicini all'ex presidente Mohammad Khatami. Dal fine settimana sono state arrestate in Iran quasi duecento persone, tra le quali varie figure politiche, intellettuali, giornalisti di ispirazione riformista. Alcuni, come Mohammad Reza Khatami, fratello dell'ex presidente iraniano, sono stati successivamente rimessi in liberta; altri rimangono in prigione, accusati di aver fomentato le proteste degli ultimi giorni.
Anche la tv iraniana in lingua inglese - Press Tv - ha diffuso la notizia dell'uccisione di sette civili nella manifestazione di ieri a Teheran, senza precisare se i morti siano sostenitori dell'opposizione o meno. Gli incidenti sono scoppiati durante uno scontro tra un gruppo di manifestanti con unità speciali dell'esercito.
Il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha attaccato il ministro dell'Interno per le violenze sui civili e sugli studenti universitari, durante l'oceanica manifestazione svoltasi a Teheran contro i risultati elettorali.
Ahmadinejad in Russia. Intanto il presidente eletto Mahmoud Ahmadinejad è arrivato questa mattina in Russia per partecipare a un vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa russa Itar-Tass, Ahmadinejad - che a Ekaterinenburg era atteso in origine ieri - dovrebbe incontrare nelle prossime ore i giornalisti, mentre non è ancora chiaro se ci sarà un faccia a faccia con il presidente russo Dmitry Medvedev.
Secondo i dati ufficiali, Ahmadinejad è stato rieletto presidente con il 62,3% dei voti, ma l'opposizione denuncia brogli e irregolarità nel voto del 12 giugno.
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
Ludwig von Drake- -------------
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SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Iran
Attenzione, le immagini al seguente link sono molto crude, una donna uccisa durante una manifestazione in Iran:
donna uccisa durante una manifestazione
Cerchiamo di diffondere l'informazione...
donna uccisa durante una manifestazione
Cerchiamo di diffondere l'informazione...
Ultima modifica di ERRI8013 il Lun 22 Giu 2009 - 8:35 - modificato 1 volta.
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Re: Iran
Molto pesante il video. Purtroppo questo è ciò che accade dove mancano libertà e legalità...
Ospite- Ospite
Re: Iran
Mir Hossein Moussavi non cede. Il candidato riformista sconfitto al voto del 12 giugno scorso ha chiesto che siano annullati i risultati delle elezioni vinte, secondo le accuse, con brogli da Mahmoud Ahmadinejad.
In una lettera molto dettagliata pubblicata sul suo sito web all'indomani del sermone dell'ayatollah Ali Khamenei, secondo cui "il popolo ha scelto chi vuole che sia il presidente", l'ex candidato ha elencato tutto quello che non ha funzionato alle elezioni di venerdì scorso, dall'orario di chiusura dei seggi alla mancanza di schede, fino ai rappresentanti di lista alle urne.
"Queste misure irritanti (i brogli elettorali) - sostiene Mousavi nella lettera inviata al Consiglio dei Guardiani - erano state pianificate mesi prima del voto. Considerate tutte le violazioni le elezioni dovrebbero essere annullate". "Continuerò i miei sforzi per chiarire la verità sulla base della costituzione e delle leggi vigenti - prosegue Moussavi nella lettera di sette pagine inviata al Consiglio dei Guardiani nel giorno in cui il massimo organo legislativo iraniano ha annunciato l'intenzione di controllare a caso il 10% delle schede del voto del 12 giugno - nonostante le violazioni e la pianificazione di questi atti disgustosi siano state preparate in anticipo".
Tra le altre cose, il leader del movimento riformista ha criticato molto duramente il discorso della guida suprema Ali Khamenei che ha convalidato l'elezione del presidente Mahamud Ahmadinejad. Sul suo sito Moussavi ha accusato, senza nominarlo, l'ayatollah Ali Khamenei di minacciare il carattere repubblicano delle Repubblica islamica e di mirare all'imposizine di un nuovo sistema politico. Nessun politico iraniano, prima di oggi, aveva osato fare un critica di questa portata all'ayatollah Khamenei da quando è in carica (1989). Moussavi ha denunciato "un progetto che va al di là dell'imposizione a un popolo di un governo non voluto, l'imposizione di una nuova vita politica al Paese".
Ieri Khamenei per convalidare l'elezione di Ahmadinejad aveva detto che "i meccanismi di voto del nostro Paese non permettono brogli per 11 milioni di voti (quelli che separano Ahmadinejad da Moussavi). Come si può fare un imbroglio da 11 milioni di voti?". Moussavi ha risposto che "se l'entità di questa frode viene presentata come la prova dell'assenza di frode, allora l'aspetto repubblicano del sistema sarebbe massacrato e ciò proverebbe che l'Islam è incompatibile con la Repubblica".
Unendosi ai dimostranti per le strade di Teheran, Mousavi ha detto di essere pronto al martirio e di volere continuare la protesta. "Parlando in pubblico ai suoi sostenitori a Teheran, Mussavi ha detto di essere pronto al martirio e che vuole continuare lungo la sua strada", ha detto un simpatizzante dell'ex candidato chiedendo l'anonimato. Il testimone riferiva l'accaduto per telefono mentre si trovava in una strada nella parte sud-occidentale della capitale.
L'ex candidato moderato alle elezioni presidenziali iraniane ha inoltre invocato lo sciopero generale se verrà arrestato: "Parlando in pubblico ai suoi sostenitori in un quartiere nel sud-ovest di Teheran, Moussavi ha esortato la gente a indire uno sciopero generale nel caso in cui venga arrestato", ha detto un testimone.
Nel frattempo sale la tensione in Iran. Un attentatore suicida si è fatto esplodere oggi nel mausoleo dell'ayatollah Ruhollah Khomeini, a sud di Teheran. Lo ha annunciato la polizia, mentre nel centro della capitale le forze di sicurezza intervenivano massicciamente per stroncare le manifestazioni dei sostenitori dell'ex candidato moderato alle presidenziali, Mir Hossein Moussavi, che chiede l'annullamento della consultazione del 12 giugno scorso denunciando brogli pianificati da alcuni mesi prima. Il comandante aggiunto della polizia, Hossein Sajjedinia, citato da alcune agenzie di stampa, ha detto che l'attentatore ha fatto esplodere il giubbetto esplosivo che indossava all'entrata nord del mausoleo, provocando il ferimento di un'altra persona.
Il sito della televisione di stato in lingua inglese Press TV parla di due persone rimaste uccise e altre otto ferite nell'esplosione, senza precisare se uno dei due morti sia lo stesso attentatore. Non sono stati forniti finora altri particolari sull'episodio. Il mausoleo di Khomeini, protetto con severe misure di sicurezza, sorge vicino al vastissimo cimitero di Behesht-e-Zahra, dove sono sepolti le vittime della rivoluzione del 1979 e della guerra con l'Iraq (1980-1988). Un attentato suicida avvenuto in una moschea sciita a Zahedan, nella provincia sud-orientale di Zahedan, il 28 maggio scorso, aveva provocato 25 morti e 125 feriti. Due giorni dopo tre uomini riconosciuti colpevoli di avere fornito l'esplosivo per l'attacco erano stati impiccati sulla pubblica piazza, vicino alla stessa moschea.
Le autorità hanno detto che i tre appartenevano al gruppo armato separatista sunnita Jundullah (Soldati di Dio), che negli ultimi anni ha rivendicato altri attentati in questa provincia, abitata da una forte minoranza sunnita in un Paese dove la popolazione è per oltre il 90 per cento sciita, come il sistema di governo religioso. Teheran ha accusato gli Usa, la Gran Bretagna e Israele di armare i terroristi sunniti. Prima delle elezioni presidenziali, le autorità di polizia hanno detto di avere sgominato bande di terroristi, anch'esse legate a potenze occidentali, che intendevano compiere attentati a Teheran durante la consultazione. Ieri, parlando alla preghiera del venerdì di Teheran, la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, aveva accusato potenze occidentali di avere interferito nelle elezioni e nei disordini avvenuti dopo l'annuncio dei risultati del voto, che hanno visto rieletto il presidente Mahmud Ahmadinejad.
http://www.loccidentale.it/trackback/73684
In una lettera molto dettagliata pubblicata sul suo sito web all'indomani del sermone dell'ayatollah Ali Khamenei, secondo cui "il popolo ha scelto chi vuole che sia il presidente", l'ex candidato ha elencato tutto quello che non ha funzionato alle elezioni di venerdì scorso, dall'orario di chiusura dei seggi alla mancanza di schede, fino ai rappresentanti di lista alle urne.
"Queste misure irritanti (i brogli elettorali) - sostiene Mousavi nella lettera inviata al Consiglio dei Guardiani - erano state pianificate mesi prima del voto. Considerate tutte le violazioni le elezioni dovrebbero essere annullate". "Continuerò i miei sforzi per chiarire la verità sulla base della costituzione e delle leggi vigenti - prosegue Moussavi nella lettera di sette pagine inviata al Consiglio dei Guardiani nel giorno in cui il massimo organo legislativo iraniano ha annunciato l'intenzione di controllare a caso il 10% delle schede del voto del 12 giugno - nonostante le violazioni e la pianificazione di questi atti disgustosi siano state preparate in anticipo".
Tra le altre cose, il leader del movimento riformista ha criticato molto duramente il discorso della guida suprema Ali Khamenei che ha convalidato l'elezione del presidente Mahamud Ahmadinejad. Sul suo sito Moussavi ha accusato, senza nominarlo, l'ayatollah Ali Khamenei di minacciare il carattere repubblicano delle Repubblica islamica e di mirare all'imposizine di un nuovo sistema politico. Nessun politico iraniano, prima di oggi, aveva osato fare un critica di questa portata all'ayatollah Khamenei da quando è in carica (1989). Moussavi ha denunciato "un progetto che va al di là dell'imposizione a un popolo di un governo non voluto, l'imposizione di una nuova vita politica al Paese".
Ieri Khamenei per convalidare l'elezione di Ahmadinejad aveva detto che "i meccanismi di voto del nostro Paese non permettono brogli per 11 milioni di voti (quelli che separano Ahmadinejad da Moussavi). Come si può fare un imbroglio da 11 milioni di voti?". Moussavi ha risposto che "se l'entità di questa frode viene presentata come la prova dell'assenza di frode, allora l'aspetto repubblicano del sistema sarebbe massacrato e ciò proverebbe che l'Islam è incompatibile con la Repubblica".
Unendosi ai dimostranti per le strade di Teheran, Mousavi ha detto di essere pronto al martirio e di volere continuare la protesta. "Parlando in pubblico ai suoi sostenitori a Teheran, Mussavi ha detto di essere pronto al martirio e che vuole continuare lungo la sua strada", ha detto un simpatizzante dell'ex candidato chiedendo l'anonimato. Il testimone riferiva l'accaduto per telefono mentre si trovava in una strada nella parte sud-occidentale della capitale.
L'ex candidato moderato alle elezioni presidenziali iraniane ha inoltre invocato lo sciopero generale se verrà arrestato: "Parlando in pubblico ai suoi sostenitori in un quartiere nel sud-ovest di Teheran, Moussavi ha esortato la gente a indire uno sciopero generale nel caso in cui venga arrestato", ha detto un testimone.
Nel frattempo sale la tensione in Iran. Un attentatore suicida si è fatto esplodere oggi nel mausoleo dell'ayatollah Ruhollah Khomeini, a sud di Teheran. Lo ha annunciato la polizia, mentre nel centro della capitale le forze di sicurezza intervenivano massicciamente per stroncare le manifestazioni dei sostenitori dell'ex candidato moderato alle presidenziali, Mir Hossein Moussavi, che chiede l'annullamento della consultazione del 12 giugno scorso denunciando brogli pianificati da alcuni mesi prima. Il comandante aggiunto della polizia, Hossein Sajjedinia, citato da alcune agenzie di stampa, ha detto che l'attentatore ha fatto esplodere il giubbetto esplosivo che indossava all'entrata nord del mausoleo, provocando il ferimento di un'altra persona.
Il sito della televisione di stato in lingua inglese Press TV parla di due persone rimaste uccise e altre otto ferite nell'esplosione, senza precisare se uno dei due morti sia lo stesso attentatore. Non sono stati forniti finora altri particolari sull'episodio. Il mausoleo di Khomeini, protetto con severe misure di sicurezza, sorge vicino al vastissimo cimitero di Behesht-e-Zahra, dove sono sepolti le vittime della rivoluzione del 1979 e della guerra con l'Iraq (1980-1988). Un attentato suicida avvenuto in una moschea sciita a Zahedan, nella provincia sud-orientale di Zahedan, il 28 maggio scorso, aveva provocato 25 morti e 125 feriti. Due giorni dopo tre uomini riconosciuti colpevoli di avere fornito l'esplosivo per l'attacco erano stati impiccati sulla pubblica piazza, vicino alla stessa moschea.
Le autorità hanno detto che i tre appartenevano al gruppo armato separatista sunnita Jundullah (Soldati di Dio), che negli ultimi anni ha rivendicato altri attentati in questa provincia, abitata da una forte minoranza sunnita in un Paese dove la popolazione è per oltre il 90 per cento sciita, come il sistema di governo religioso. Teheran ha accusato gli Usa, la Gran Bretagna e Israele di armare i terroristi sunniti. Prima delle elezioni presidenziali, le autorità di polizia hanno detto di avere sgominato bande di terroristi, anch'esse legate a potenze occidentali, che intendevano compiere attentati a Teheran durante la consultazione. Ieri, parlando alla preghiera del venerdì di Teheran, la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, aveva accusato potenze occidentali di avere interferito nelle elezioni e nei disordini avvenuti dopo l'annuncio dei risultati del voto, che hanno visto rieletto il presidente Mahmud Ahmadinejad.
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Re: Iran
TEHERAN - Dopo i violenti scontri di sabato in piazza Azadi tra manifestanti e polizia, sono state arrestate a Teheran 457 persone. Secondo l'agenzia Fars, 40 poliziotti sono rimasti feriti negli scontri e 34 edifici governativi sono stati danneggiati. Domenica Mir Hossein Muosavi, il rivale sconfitto da Ahmadinejad alle presidenziali, aveva condannato «gli arresti di massa» dei suoi sostenitori. In un comunicato diffuso attraverso il suo sito web, Mousavi aveva ammonito che gli arresti «creeranno una frattura tra il popolo e le forze armate».
«IRREGOLARITÀ IRRILEVANTI» - Il Consiglio dei Guardiani ha fatto sapere di non aver riscontrato «irregolarità di rilievo» nelle elezioni. Lo ha detto il portavoce, Abbasi Ali Katkhodai, sottolineando che il Consiglio respinge l'ipotesi avanzata in alcuni ricorsi secondo cui «in 170 città i voti sarebbero risultati essere più degli aventi diritto». Il portavoce ha però ammesso che in 50 distretti (su un totale di 366 nel Paese) hanno votato più persone rispetto a quelle iscritte nelle liste elettorali e che risultano 3 milioni di voti in più: un numero che comunque, secondo i Guardiani, «non può portare a un cambiamento sostanziale dei risultati». In Iran gli elettori non sono obbligati a votare in un particolare seggio e possono esercitare il loro diritto anche in altre città. «Se supponiamo che i voti contati in questi 50 distretti siano circa tre milioni - ha detto Katkhodai - essi non possono cambiare il risultato nazionale». Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Interno, Ahmadinejad ha vinto la consultazione con il 63% e circa 11 milioni di voti in più di Mousavi.
NOTTE DI CALMA - La notte è trascorsa senza disordini, per la prima volta dalle elezioni del 12 giugno. «A Teheran vi è stata la prima notte di calma e pace dalle elezioni» riferisce la radio di Stato. Domenica sera testimoni hanno detto di aver sentito degli spari in due quartieri a nord della capitale, roccaforti degli oppositori.
LIBERATA FIGLIA DI RAFSANJANI - Sul fronte degli arresti, la figlia dell'ex presidente Hashemi Rafsanjani, incarcerata domenica con quattro parenti tra cui la figlia, è stata liberata dopo alcune ore. Era stata arrestata per avere partecipato a manifestazioni vietate dal regime. Anche i suoi familiari sono stati liberati. Negli ultimi giorni la tv nazionale ha diffuso più volte immagini di Faezeh Hashemi che parlava in strada a centinaia di manifestanti pro-Mousavi. La figlia dell’ex-presidente non ha mai nascosto la sua opposizione al presidente rieletto. Da parte sua Ahmadinejad ha accusato la famiglia di Rafsanjani di corruzione.
ARRESTATO GIORNALISTA - È finito invece in carcere un giornalista canadese che lavora per il settimanale americano Newsweek, Maziar Bahari. Lo rende noto la redazione del periodico, che non ha sue notizie dal momento dell'arresto.
22 giugno 2009
Corriere.it
«IRREGOLARITÀ IRRILEVANTI» - Il Consiglio dei Guardiani ha fatto sapere di non aver riscontrato «irregolarità di rilievo» nelle elezioni. Lo ha detto il portavoce, Abbasi Ali Katkhodai, sottolineando che il Consiglio respinge l'ipotesi avanzata in alcuni ricorsi secondo cui «in 170 città i voti sarebbero risultati essere più degli aventi diritto». Il portavoce ha però ammesso che in 50 distretti (su un totale di 366 nel Paese) hanno votato più persone rispetto a quelle iscritte nelle liste elettorali e che risultano 3 milioni di voti in più: un numero che comunque, secondo i Guardiani, «non può portare a un cambiamento sostanziale dei risultati». In Iran gli elettori non sono obbligati a votare in un particolare seggio e possono esercitare il loro diritto anche in altre città. «Se supponiamo che i voti contati in questi 50 distretti siano circa tre milioni - ha detto Katkhodai - essi non possono cambiare il risultato nazionale». Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Interno, Ahmadinejad ha vinto la consultazione con il 63% e circa 11 milioni di voti in più di Mousavi.
NOTTE DI CALMA - La notte è trascorsa senza disordini, per la prima volta dalle elezioni del 12 giugno. «A Teheran vi è stata la prima notte di calma e pace dalle elezioni» riferisce la radio di Stato. Domenica sera testimoni hanno detto di aver sentito degli spari in due quartieri a nord della capitale, roccaforti degli oppositori.
LIBERATA FIGLIA DI RAFSANJANI - Sul fronte degli arresti, la figlia dell'ex presidente Hashemi Rafsanjani, incarcerata domenica con quattro parenti tra cui la figlia, è stata liberata dopo alcune ore. Era stata arrestata per avere partecipato a manifestazioni vietate dal regime. Anche i suoi familiari sono stati liberati. Negli ultimi giorni la tv nazionale ha diffuso più volte immagini di Faezeh Hashemi che parlava in strada a centinaia di manifestanti pro-Mousavi. La figlia dell’ex-presidente non ha mai nascosto la sua opposizione al presidente rieletto. Da parte sua Ahmadinejad ha accusato la famiglia di Rafsanjani di corruzione.
ARRESTATO GIORNALISTA - È finito invece in carcere un giornalista canadese che lavora per il settimanale americano Newsweek, Maziar Bahari. Lo rende noto la redazione del periodico, che non ha sue notizie dal momento dell'arresto.
22 giugno 2009
Corriere.it
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Re: Iran
TEHERAN - Il presidente Usa Barack Obama sull'Iran "ha fatto dichiarazioni come quelle del suo predecessore George W. Bush". Lo ha detto oggi il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad citato dall'agenzia Fars.
Il presidente Usa Barack Obama ''e' caduto nella trappola'' di certi Paesi europei, soprattutto la Gran Bretagna, quando ha indurito i suoi toni verso Teheran a proposito delle elezioni e le proteste che ne sono seguite, ha aggiunto il presidente iraniano.
"Perché ha parlato in questo modo alla nazione iraniana?", ha chiesto Ahmadinejad, riferendosi ad una conferenza stampa tenuta da Obama due giorni fa, in cui ha alzato i toni delle critiche a Teheran in merito alla regolarità delle elezioni e alla repressione delle proteste che ne sono seguite. "Se parla così, cosa resterà da discutere tra noi?", ha aggiunto Ahmadinejad, parlando del dialogo che Obama dice di volere aprire con la Repubblica islamica dopo 30 anni di gelo. "Non vogliamo - ha detto ancora Ahmadinejad - che Obama commetta gli stessi errori dell'epoca di Bush. Se da parte di Washington ci sarà un vero cambiamento, noi lo accoglieremo favorevolmente".
Nei giorni scorsi Teheran ha reagito con durezza ai commenti di Paesi europei quali la Francia e la Germania che condannavano la repressione delle proteste di piazza e affermavano che le elezioni presidenziali erano state viziate da brogli, mentre ha accusato la Gran Bretagna di avere ordito un vero e proprio complotto contro il voto. Il presidente Obama, che fino a due giorni fa aveva tenuto una posizione più prudente, in una conferenza stampa martedì scorso ha anch'egli sollevato dubbi sulla regolarità delle elezioni e ha condannato le violenze contro i manifestanti. "Obama ha fatto un errore - ha detto Ahmadinejad oggi - e gli chiediamo perché è caduto in questa trappola".
SITO MUSSAVI;70 DOCENTI DETENUTI DOPO AVERLO INCONTRATO
Secondo il sito del leader dell'opposizione iraniana, Mir Hossein Mussavi, 70 professori universitari che lo avevano incontrato ieri sono stati arrestati. "Mussavi ha avuto un incontro con...i professori del Paese, dopo di che 70 persone presenti a quell'incontro sono state arrestate", si legge sul sito del candidato moderato sconfitto nelle contestate elezioni presidenziali del 12 giugno.
IERI UN'ALTRA GIORNATA DI SCONTRI
ROMA - "Sangue ovunque": così la Cnn americana nei suoi notiziari della sera ha riferito degli scontri avvenuti ieri a Teheran tra dimostranti e forze dell'ordine. La CNN non dà notizia di morti, ma riferisce che molti dimostranti "sono stati picchiati come animali", che sono stati "costretti a confessare", e che le comunicazioni con il cosiddetto 'movimento di twitter' sono molto più difficili rispetto ai giorni scorsi.". Secondo la tv americana almeno altre due fonti parlando di "selvaggia violenza" da parte delle forze dell'ordine contro i dimostranti. Non viene specificato in quale zona della città avvengano gli scontri, che secondo alcuni blogger iraniani sono in Bahrestan Square davanti al parlamento. "Ci stavano aspettando - ha detto il testimone citato dalla Cnn - Avevano armi e le tenute antisommossa. E' stato come cadere in una trappola per topi. Ho visto molta gente con braccia, gambe e teste rotte. Sangue dappertutto e gas lacrimogeni come in guerra". Secondo la fonte "500 vandali" armati di bastoni sono saltati fuori da una moschea ed hanno attaccato la gente nella piazza.
FRATTINI: ''NOTIZIE ORRIBILI" Quelle che giungono da Teheran, riguardo a spari sui manifestanti, "sono notizie orribili che noi condanniamo perché screditano le autorità iraniane e rendono l'Iran davvero un problema per la comunità internazionale". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, oggi a Stoccolma, commentando quanto sta accadendo in queste ore in Iran. "Ci auguriamo che tutto questo finisca subito e che il popolo iraniano trovi finalmente pace e serenità con legittime istituzioni". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, commentando da Stoccolma le notizie che giungono da Teheran in queste ore. La situazione iraniana sarà all'ordine del giorno del G8 dei ministri degli Esteri che si aprirà domani a Trieste. "Sono certo che condanneremo queste ennesime violazioni gravissime del diritto alla vita e all'integrità fisica delle persone - ha aggiunto il titolare della Farnesina - e ribadiremo ancora una volta che questi atti allontanano l'Iran dalla comunità internazionale, cosa che noi non vorremmo".
http://temporeale.libero.it/libero/fdg/2937533.html
Il presidente Usa Barack Obama ''e' caduto nella trappola'' di certi Paesi europei, soprattutto la Gran Bretagna, quando ha indurito i suoi toni verso Teheran a proposito delle elezioni e le proteste che ne sono seguite, ha aggiunto il presidente iraniano.
"Perché ha parlato in questo modo alla nazione iraniana?", ha chiesto Ahmadinejad, riferendosi ad una conferenza stampa tenuta da Obama due giorni fa, in cui ha alzato i toni delle critiche a Teheran in merito alla regolarità delle elezioni e alla repressione delle proteste che ne sono seguite. "Se parla così, cosa resterà da discutere tra noi?", ha aggiunto Ahmadinejad, parlando del dialogo che Obama dice di volere aprire con la Repubblica islamica dopo 30 anni di gelo. "Non vogliamo - ha detto ancora Ahmadinejad - che Obama commetta gli stessi errori dell'epoca di Bush. Se da parte di Washington ci sarà un vero cambiamento, noi lo accoglieremo favorevolmente".
Nei giorni scorsi Teheran ha reagito con durezza ai commenti di Paesi europei quali la Francia e la Germania che condannavano la repressione delle proteste di piazza e affermavano che le elezioni presidenziali erano state viziate da brogli, mentre ha accusato la Gran Bretagna di avere ordito un vero e proprio complotto contro il voto. Il presidente Obama, che fino a due giorni fa aveva tenuto una posizione più prudente, in una conferenza stampa martedì scorso ha anch'egli sollevato dubbi sulla regolarità delle elezioni e ha condannato le violenze contro i manifestanti. "Obama ha fatto un errore - ha detto Ahmadinejad oggi - e gli chiediamo perché è caduto in questa trappola".
SITO MUSSAVI;70 DOCENTI DETENUTI DOPO AVERLO INCONTRATO
Secondo il sito del leader dell'opposizione iraniana, Mir Hossein Mussavi, 70 professori universitari che lo avevano incontrato ieri sono stati arrestati. "Mussavi ha avuto un incontro con...i professori del Paese, dopo di che 70 persone presenti a quell'incontro sono state arrestate", si legge sul sito del candidato moderato sconfitto nelle contestate elezioni presidenziali del 12 giugno.
IERI UN'ALTRA GIORNATA DI SCONTRI
ROMA - "Sangue ovunque": così la Cnn americana nei suoi notiziari della sera ha riferito degli scontri avvenuti ieri a Teheran tra dimostranti e forze dell'ordine. La CNN non dà notizia di morti, ma riferisce che molti dimostranti "sono stati picchiati come animali", che sono stati "costretti a confessare", e che le comunicazioni con il cosiddetto 'movimento di twitter' sono molto più difficili rispetto ai giorni scorsi.". Secondo la tv americana almeno altre due fonti parlando di "selvaggia violenza" da parte delle forze dell'ordine contro i dimostranti. Non viene specificato in quale zona della città avvengano gli scontri, che secondo alcuni blogger iraniani sono in Bahrestan Square davanti al parlamento. "Ci stavano aspettando - ha detto il testimone citato dalla Cnn - Avevano armi e le tenute antisommossa. E' stato come cadere in una trappola per topi. Ho visto molta gente con braccia, gambe e teste rotte. Sangue dappertutto e gas lacrimogeni come in guerra". Secondo la fonte "500 vandali" armati di bastoni sono saltati fuori da una moschea ed hanno attaccato la gente nella piazza.
FRATTINI: ''NOTIZIE ORRIBILI" Quelle che giungono da Teheran, riguardo a spari sui manifestanti, "sono notizie orribili che noi condanniamo perché screditano le autorità iraniane e rendono l'Iran davvero un problema per la comunità internazionale". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, oggi a Stoccolma, commentando quanto sta accadendo in queste ore in Iran. "Ci auguriamo che tutto questo finisca subito e che il popolo iraniano trovi finalmente pace e serenità con legittime istituzioni". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, commentando da Stoccolma le notizie che giungono da Teheran in queste ore. La situazione iraniana sarà all'ordine del giorno del G8 dei ministri degli Esteri che si aprirà domani a Trieste. "Sono certo che condanneremo queste ennesime violazioni gravissime del diritto alla vita e all'integrità fisica delle persone - ha aggiunto il titolare della Farnesina - e ribadiremo ancora una volta che questi atti allontanano l'Iran dalla comunità internazionale, cosa che noi non vorremmo".
http://temporeale.libero.it/libero/fdg/2937533.html
___________________
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
Ludwig von Drake- -------------
- Numero di messaggi : 4721
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Iran
Il racconto di una studentessa iraniana che partecipa alle manifestazioni
di questi giorni. Prima per le strade, poi, a casa, davanti a internet
"Paura e fuga da piazza Baharestan
Ho visto con i miei occhi la carneficina"
di FATEMEH KARIMI
Con questo articolo, Fatemeh Karimi comincia il suo racconto da Teheran per Repubblica.it. Fatemeh è una studentessa iraniana che, come tanti altri, sta vivendo questi giorni di paura, rabbia ed emozioni. Da oggi, giorno per giorno, riferirà sul nostro sito quello che vede e sente, quello che vedono e sentono i suoi amici. Fatemeh aveva cominciato il suo racconto sul sito "AgendaComunicazione.it" un sito che da tempo si occupa di comunicazione. I colleghi di "AgendaComunicazione" ci hanno chiesto di accogliere la sua voce su Repubblica.it per ampliarne la portata.
TEHERAN (notte tra mercoledì e giovedì) - Ieri alle 16 c'è stata una nuova manifestazione davanti al parlamento nella piazza Baharestan nel cuore della città. Sono fiduciosa e calma sento degli amici al telefono per organizzarmi e andare in gruppo. Da sola non avrei il coraggio.
Ci diamo appuntamento a metà strada e ci dirigiamo con altra gente a piedi verso il Parlamento. C'è una calma surreale come prima di una tragedia, mi tremano le mani e sento il mio respiro che si fa sempre più affannoso. Ormai ci sono, devo andare c'è qualcosa che mi spinge alla manifestazione.
Giriamo l'angolo e vediamo subito una grande mobilitazione. Molti ci hanno preceduti. Questa volta la polizia si è organizzata e iniziano a disperderci anche se siamo in piccoli gruppi. Hanno in mano manganelli sono in moto, hanno il sangue negli occhi. Iniziamo a scappare... Non so come succeda... Solo, un amico inizia a gridare: ''corri Fatemeh scappa''. Io non esito, eseguo l'ordine, corro, mi cade il velo sono impacciata. Poi rallentiamo e posso guardarmi indietro: è una carneficina. Manganellate fortissime persone uomini e donne a terra che si proteggono il volto con entrambe le mani. Questa volta è diverso non hanno avuto nessuna pietà.
Mi nascondo dietro una macchina parcheggiata, i ragazzi però non mollano lanciano sassi, ma è una battaglia impari loro sparano e feriscono con i coltelli. Sento i colpi, scappo, ho troppa paura e torno a casa.
Non ho idea di quanti eravamo non so spiegare quanti erano loro, non riesco a ragionare, ho ancora l'adrenalina che mi scorre nel sangue. Mi connetto al mio computer per avere qualche notizia. Sono riuscita ad installare un software che aggira i filtri. Vado sul sito della Bbc Persian, ma non ci sono ancora notizie. Cerco di chiamare al telefono i miei amici, non rispondono. Sono stranamente sollevata non voglio sapere cosa è successo.
Poi mi chiameranno loro: stanno tutti bene per questa volta. Subito ci mettiamo d'accordo per domani.
Nessuno sa ancora quando e dove ci saranno le manifestazioni. Ci penserò domani adesso ho un desiderio irrefrenabile di andare su internet.
Sui siti ufficiali non c'è alcuna notizia, ma su Facebook sono stati linkati articoli che parlano della carneficina a Baharestan. Mi rendo conto della gravita e riesco a ragionare. Non ci sono stime dei morti feriti o degli arrestati.
Non ci posso pensare devo cercare di scoprire dove ci sarà la prossima manifestazione e soprattutto se Mousavi o Karroubi ci saranno.
Il ''quarto candidato'' Mohsen Rezaie oggi ha ritirato le sue accuse di brogli dal Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione spiegando che la stabilità del regime nel suo insieme è più importante dei presunti brogli.
Anche lui si è aggiunto ai vigliacchi che non hanno il coraggio di vedere la verità, quella che noi gridiamo tutti i giorni per le strade lasciando i nostri fratelli (17 confermati) morti sull'asfalto.
Il leader supremo Ali Khamenei ha concesso una proroga prima di convalidare le elezioni di 5 giorni per far vagliare tutte le denunce di brogli pervenute al Consiglio dei Guardiani.
Verso le 22 iniziano ad arrivarmi mail sul da farsi; venerdi coloriamo il cielo di verde con palloncini gonfiati con idrogeno e fumo a Teheran.
Oggi si torna in piazza. Invece su alcuni blog leggo che giovedi (oggi) la manifestazione è prevista alle 16.30 da piazza Enqelab a Valiasr strada principale di Teheran che collega il nord al sud. Speriamo di essere in tanti e che i nostri leader ci diano segnali di appoggio.
Il sindaco. Il sindaco di Teheran Mohammad Baqer Qalibaf ha chiesto alle autorità di concedere l'autorizzazione per le manifestazioni spiegando che questo è l'unico modo per evitare le violenze e le perdite umane. Inoltre si è appellato agli organi legislativi e esecutivi per chiarire la situazione e cercare la pacificazione sociale.
Mousavi e la Tv. Inoltre Mousavi ha dichiarato che andrebbe a rispondere alle domande e chiarire le sue richieste e ragioni alla televisione di Stato solo a patto che la trasmissione venga messa in onda in diretta per scongiurare censure. In risposta i responsabili della tv di Stato hanno detto di essere pronti ad un dialogo televisivo.
Conservatori divisi. Segnali di spaccature arrivano anche dal gruppo parlamentare dei conservatori che hanno dichiarato che il loro sostegno ad Ahmadinejad non è assoluto. Durante la cerimonia di congratulazioni si sono presentati 200 parlamentari 10 in meno dell'altra volta. Mancavano: Ali Larijani presidente del parlamento, Mohammad Reza Bahonar, Gholam Ali Hadad Adel ( ex presidente del parlamento) e Ahmad Tavakoli, tutti conservatori e veterani politici.
Dov'è sepolta Neda? Mentre continua il braccio di ferro tra i politici del regime, la famiglia di Neda Agha Soltani è stata costretta ad andare via dalla propria abitazione ad est di Teheran. La ''leonessa della libertà'' è stata uccisa da un cecchino Basiji mentre stava manifestando insieme a tante altre ragazze, la sua salma non è stata consegnata alla famiglia ed è stata sepolta senza che i gnitori ne fossero al corrente. Le moschee di Teheran non erano autorizzate ad celebrarle un degno funerale.
Docenti e giornalisti arrestati. Secondo il sito Kalameh, 70 membri del consiglio islamico dei docenti dell'università sono stati arrestati dopo aver avuto un incontro con Mir Hossei Mousavi, non ci sono notizie del luogo dove gli hanno trasferiti.
Secondo altre fonti, dall'inizio delle manifestazioni i giornalisti e i blogger arrestati sono 20. Ma non si hanno notizie di altri giornalisti che potrebbero essere in carcere, oppure sono nascosti per sfuggire agli arresti.
Karoubi. Mehdi Karoubi ha rilasciato un intervista al proprio giornale Etemad Melli dichiarando che il governo scaturito dalle elezioni del 12 giugno è fuorilegge e che non riconoscerà Ahmadinejad come presidente. Spiegando inoltre che gli iraniani per scongiurare brogli hanno partecipato in massa alla "elezioni con una affluenza record del 85% , ma il destino del voto era già scritto". Respinge le accuse secondo quali i manifestanti sarebbero manovrati da forze straniere e si dice disposto ad una ''gara ''di manifestazioni delle due schiere per far vedere che i sostenitori di Ahmadinejad sono la minoranza che vuole prevaricare su una maggioranza evidente.
Calcio. La FIFA ha chiesto spiegazioni alla federazione calcio iraniana sulla punizione inflitta ai sei giocatori dopo la partita con la Corea del Sud quando alcuni giocatori hanno indossato bracciali verdi in segno di solidarietà ai manifestanti. Saranno esclusi dalla nazionali iraniana Javad Nekonam, Ali Karimi, Hossein Ka'abi, Massod Shojai, Mohammad Nosrati e Mehdi Mahdavi Kia. Tutti giocatori professionisti e amati dalla gente.
Domani inizia di nuovo la battaglia: quella delle bugie della radio televisione contro twitter, face book e blog, quella degli slogan e dei fiori portati alla manifestazione contro la violenza e i manganelli.
(25 giugno 2009)
Fonte
di questi giorni. Prima per le strade, poi, a casa, davanti a internet
"Paura e fuga da piazza Baharestan
Ho visto con i miei occhi la carneficina"
di FATEMEH KARIMI
Con questo articolo, Fatemeh Karimi comincia il suo racconto da Teheran per Repubblica.it. Fatemeh è una studentessa iraniana che, come tanti altri, sta vivendo questi giorni di paura, rabbia ed emozioni. Da oggi, giorno per giorno, riferirà sul nostro sito quello che vede e sente, quello che vedono e sentono i suoi amici. Fatemeh aveva cominciato il suo racconto sul sito "AgendaComunicazione.it" un sito che da tempo si occupa di comunicazione. I colleghi di "AgendaComunicazione" ci hanno chiesto di accogliere la sua voce su Repubblica.it per ampliarne la portata.
TEHERAN (notte tra mercoledì e giovedì) - Ieri alle 16 c'è stata una nuova manifestazione davanti al parlamento nella piazza Baharestan nel cuore della città. Sono fiduciosa e calma sento degli amici al telefono per organizzarmi e andare in gruppo. Da sola non avrei il coraggio.
Ci diamo appuntamento a metà strada e ci dirigiamo con altra gente a piedi verso il Parlamento. C'è una calma surreale come prima di una tragedia, mi tremano le mani e sento il mio respiro che si fa sempre più affannoso. Ormai ci sono, devo andare c'è qualcosa che mi spinge alla manifestazione.
Giriamo l'angolo e vediamo subito una grande mobilitazione. Molti ci hanno preceduti. Questa volta la polizia si è organizzata e iniziano a disperderci anche se siamo in piccoli gruppi. Hanno in mano manganelli sono in moto, hanno il sangue negli occhi. Iniziamo a scappare... Non so come succeda... Solo, un amico inizia a gridare: ''corri Fatemeh scappa''. Io non esito, eseguo l'ordine, corro, mi cade il velo sono impacciata. Poi rallentiamo e posso guardarmi indietro: è una carneficina. Manganellate fortissime persone uomini e donne a terra che si proteggono il volto con entrambe le mani. Questa volta è diverso non hanno avuto nessuna pietà.
Mi nascondo dietro una macchina parcheggiata, i ragazzi però non mollano lanciano sassi, ma è una battaglia impari loro sparano e feriscono con i coltelli. Sento i colpi, scappo, ho troppa paura e torno a casa.
Non ho idea di quanti eravamo non so spiegare quanti erano loro, non riesco a ragionare, ho ancora l'adrenalina che mi scorre nel sangue. Mi connetto al mio computer per avere qualche notizia. Sono riuscita ad installare un software che aggira i filtri. Vado sul sito della Bbc Persian, ma non ci sono ancora notizie. Cerco di chiamare al telefono i miei amici, non rispondono. Sono stranamente sollevata non voglio sapere cosa è successo.
Poi mi chiameranno loro: stanno tutti bene per questa volta. Subito ci mettiamo d'accordo per domani.
Nessuno sa ancora quando e dove ci saranno le manifestazioni. Ci penserò domani adesso ho un desiderio irrefrenabile di andare su internet.
Sui siti ufficiali non c'è alcuna notizia, ma su Facebook sono stati linkati articoli che parlano della carneficina a Baharestan. Mi rendo conto della gravita e riesco a ragionare. Non ci sono stime dei morti feriti o degli arrestati.
Non ci posso pensare devo cercare di scoprire dove ci sarà la prossima manifestazione e soprattutto se Mousavi o Karroubi ci saranno.
Il ''quarto candidato'' Mohsen Rezaie oggi ha ritirato le sue accuse di brogli dal Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione spiegando che la stabilità del regime nel suo insieme è più importante dei presunti brogli.
Anche lui si è aggiunto ai vigliacchi che non hanno il coraggio di vedere la verità, quella che noi gridiamo tutti i giorni per le strade lasciando i nostri fratelli (17 confermati) morti sull'asfalto.
Il leader supremo Ali Khamenei ha concesso una proroga prima di convalidare le elezioni di 5 giorni per far vagliare tutte le denunce di brogli pervenute al Consiglio dei Guardiani.
Verso le 22 iniziano ad arrivarmi mail sul da farsi; venerdi coloriamo il cielo di verde con palloncini gonfiati con idrogeno e fumo a Teheran.
Oggi si torna in piazza. Invece su alcuni blog leggo che giovedi (oggi) la manifestazione è prevista alle 16.30 da piazza Enqelab a Valiasr strada principale di Teheran che collega il nord al sud. Speriamo di essere in tanti e che i nostri leader ci diano segnali di appoggio.
Il sindaco. Il sindaco di Teheran Mohammad Baqer Qalibaf ha chiesto alle autorità di concedere l'autorizzazione per le manifestazioni spiegando che questo è l'unico modo per evitare le violenze e le perdite umane. Inoltre si è appellato agli organi legislativi e esecutivi per chiarire la situazione e cercare la pacificazione sociale.
Mousavi e la Tv. Inoltre Mousavi ha dichiarato che andrebbe a rispondere alle domande e chiarire le sue richieste e ragioni alla televisione di Stato solo a patto che la trasmissione venga messa in onda in diretta per scongiurare censure. In risposta i responsabili della tv di Stato hanno detto di essere pronti ad un dialogo televisivo.
Conservatori divisi. Segnali di spaccature arrivano anche dal gruppo parlamentare dei conservatori che hanno dichiarato che il loro sostegno ad Ahmadinejad non è assoluto. Durante la cerimonia di congratulazioni si sono presentati 200 parlamentari 10 in meno dell'altra volta. Mancavano: Ali Larijani presidente del parlamento, Mohammad Reza Bahonar, Gholam Ali Hadad Adel ( ex presidente del parlamento) e Ahmad Tavakoli, tutti conservatori e veterani politici.
Dov'è sepolta Neda? Mentre continua il braccio di ferro tra i politici del regime, la famiglia di Neda Agha Soltani è stata costretta ad andare via dalla propria abitazione ad est di Teheran. La ''leonessa della libertà'' è stata uccisa da un cecchino Basiji mentre stava manifestando insieme a tante altre ragazze, la sua salma non è stata consegnata alla famiglia ed è stata sepolta senza che i gnitori ne fossero al corrente. Le moschee di Teheran non erano autorizzate ad celebrarle un degno funerale.
Docenti e giornalisti arrestati. Secondo il sito Kalameh, 70 membri del consiglio islamico dei docenti dell'università sono stati arrestati dopo aver avuto un incontro con Mir Hossei Mousavi, non ci sono notizie del luogo dove gli hanno trasferiti.
Secondo altre fonti, dall'inizio delle manifestazioni i giornalisti e i blogger arrestati sono 20. Ma non si hanno notizie di altri giornalisti che potrebbero essere in carcere, oppure sono nascosti per sfuggire agli arresti.
Karoubi. Mehdi Karoubi ha rilasciato un intervista al proprio giornale Etemad Melli dichiarando che il governo scaturito dalle elezioni del 12 giugno è fuorilegge e che non riconoscerà Ahmadinejad come presidente. Spiegando inoltre che gli iraniani per scongiurare brogli hanno partecipato in massa alla "elezioni con una affluenza record del 85% , ma il destino del voto era già scritto". Respinge le accuse secondo quali i manifestanti sarebbero manovrati da forze straniere e si dice disposto ad una ''gara ''di manifestazioni delle due schiere per far vedere che i sostenitori di Ahmadinejad sono la minoranza che vuole prevaricare su una maggioranza evidente.
Calcio. La FIFA ha chiesto spiegazioni alla federazione calcio iraniana sulla punizione inflitta ai sei giocatori dopo la partita con la Corea del Sud quando alcuni giocatori hanno indossato bracciali verdi in segno di solidarietà ai manifestanti. Saranno esclusi dalla nazionali iraniana Javad Nekonam, Ali Karimi, Hossein Ka'abi, Massod Shojai, Mohammad Nosrati e Mehdi Mahdavi Kia. Tutti giocatori professionisti e amati dalla gente.
Domani inizia di nuovo la battaglia: quella delle bugie della radio televisione contro twitter, face book e blog, quella degli slogan e dei fiori portati alla manifestazione contro la violenza e i manganelli.
(25 giugno 2009)
Fonte
Ospite- Ospite
Re: Iran
«Un vero discorso di ispirazione fascista-messianica, perché seppur in modo diverso dal nostro in Europa quel mélange di culto della forza e di ossessione della purezza altro non è: fascismo». «Un chiaro annuncio del progetto di rivolgimento planetario e di esportazione della rivoluzione islamica nel mondo: terrificante». Bernard-Henri Lévy, noto filosofo e intellettuale francese, impegnato in politica nonché reporter, non ha dubbi sull'importanza del video appena uscito clandestinamente dall'Iran e di cui è venuto in possesso.
«Un documento straordinario» che riprende il presidente Mahmoud Ahmadinejad mentre arringa, con voce sommessa, una quindicina di religiosi iraniani in turbante bianco o nero, alla presenza del suo mentore, l'ayatollah oltranzista Mesbah Yazdi. «Ho deciso di mettere quel filmato sulla mia pagina di Facebook — spiega Lévy al Corriere — perché la gente deve sapere. E perché i giovani e l'opposizione in Iran non vanno lasciati soli in questo momento. È un atto di solidarietà come cittadino, anche se non so chi l'abbia ripreso, nè chi l'abbia inviato». Nel video, oltre dieci minuti di audio e immagini scadenti, probabilmente filmato di nascosto con il telefonino da un partecipante, Ahmadinejad sussurra con voce e occhi bassi rivolgendosi ai «cari» invitati, seduti a un tavolo ingombro di fiori e microfoni. Dice di essere a Qom, la città santa sciita dove risiede e predica Mesbah Yazdi (e molti altri ayatollah anche dell'opposizione, come Ali Montazeri o Yousef Sanei). Ringrazia i presenti per i «servigi» offerti, dice che questi serviranno a preparare finalmente una «grande vittoria, perché i tempi sono propizi». «Non sappiamo quando sia avvenuto l'incontro ma penso che fosse il 13 giugno, all'indomani delle elezioni — dice Lévy —. Quel ringraziamento riguarda i brogli che hanno hanno consentito al presidente di "vincere", anche se qualcuno tra i miei amici iraniani pensa sia precedente al voto e che il grazie sia invece per la preparazione delle elezioni truccate. Ma se i tempi sono ambigui, non lo è il resto: la "grande vittoria" di cui parla Ahmadinejad è la futura esportazione della rivoluzione islamica nel mondo che il presidente sogna da tempo. Un progetto terrificante. Un video che fa ancora più impressione di quelli sulle proteste a Teheran».
Nel consueto mix di Corano e politica, toni profetici e apparente umiltà, Ahmadinejad si dice in effetti certo che «la rivoluzione islamica ha ormai trovato la sua strada e un grande rivolgimento è iniziato: avrà dimensioni planetarie poiché il mondo ha sete di cultura musulmana, come diceva sempre l'Imam Khomeini». Il movimento, di cui lui si dice «solo uno dei partecipanti», ha una «forza immensa». «E se qualcuno pensa che l'organizzazione o le forze armate a nostra disposizione non siano sufficienti — continua Ahmadinejad sussurrando monotono — ebbene si sbaglia, poiché la logica comune non si applica a movimenti come questo, sostenuti dalla volontà e dalla misericordia divina». Se da un lato Ahmadinejad si dichiara certo del «sostegno di Dio», dall'altra chiede però ai presenti di fare il possibile per rafforzare il movimento: «Bisogna mobilitare tutti i potenziali intellettuali e manager per realizzare la legge e la giustizia dell'Islam e instaurare una società sul modello islamico nella nostra cara patria», dice, convinto come Yazdi che lo spirito della Repubblica Islamica in Iran si sia perso, e che prima di esportare la rivoluzione nel mondo si debba far pulizia in casa. Poi parla del popolo iraniano «che nel suo insieme non è malvagio» anche se «chi si basa su analisi e non su Dio non è certo un illuminato», e se «tutti quei giovani cresciuti in casa e a scuola non sanno niente dei grandi avvenimenti. Che noi, umani e maturi invece conosciamo». Discorsi che preludono a un golpe, come qualche commentatore iraniano su siti e forum sostiene?, chiediamo a Lévy. «Non saprei, difficile dirlo — risponde lui —. Ma di certo so che il regime è condannato. Se cercate in archivio gli articoli che il filosofo Michel Foucault scrisse proprio per il Corriere della Sera nel 1979, vedrete che dall'inizio delle proteste alla caduta dello Scià passò un anno. Ci volle del tempo allora, ce ne vorrà adesso. Ma alla fine accadrà».
Cecilia Zecchinelli
26 giugno 2009
Corriere.it
«Un documento straordinario» che riprende il presidente Mahmoud Ahmadinejad mentre arringa, con voce sommessa, una quindicina di religiosi iraniani in turbante bianco o nero, alla presenza del suo mentore, l'ayatollah oltranzista Mesbah Yazdi. «Ho deciso di mettere quel filmato sulla mia pagina di Facebook — spiega Lévy al Corriere — perché la gente deve sapere. E perché i giovani e l'opposizione in Iran non vanno lasciati soli in questo momento. È un atto di solidarietà come cittadino, anche se non so chi l'abbia ripreso, nè chi l'abbia inviato». Nel video, oltre dieci minuti di audio e immagini scadenti, probabilmente filmato di nascosto con il telefonino da un partecipante, Ahmadinejad sussurra con voce e occhi bassi rivolgendosi ai «cari» invitati, seduti a un tavolo ingombro di fiori e microfoni. Dice di essere a Qom, la città santa sciita dove risiede e predica Mesbah Yazdi (e molti altri ayatollah anche dell'opposizione, come Ali Montazeri o Yousef Sanei). Ringrazia i presenti per i «servigi» offerti, dice che questi serviranno a preparare finalmente una «grande vittoria, perché i tempi sono propizi». «Non sappiamo quando sia avvenuto l'incontro ma penso che fosse il 13 giugno, all'indomani delle elezioni — dice Lévy —. Quel ringraziamento riguarda i brogli che hanno hanno consentito al presidente di "vincere", anche se qualcuno tra i miei amici iraniani pensa sia precedente al voto e che il grazie sia invece per la preparazione delle elezioni truccate. Ma se i tempi sono ambigui, non lo è il resto: la "grande vittoria" di cui parla Ahmadinejad è la futura esportazione della rivoluzione islamica nel mondo che il presidente sogna da tempo. Un progetto terrificante. Un video che fa ancora più impressione di quelli sulle proteste a Teheran».
Nel consueto mix di Corano e politica, toni profetici e apparente umiltà, Ahmadinejad si dice in effetti certo che «la rivoluzione islamica ha ormai trovato la sua strada e un grande rivolgimento è iniziato: avrà dimensioni planetarie poiché il mondo ha sete di cultura musulmana, come diceva sempre l'Imam Khomeini». Il movimento, di cui lui si dice «solo uno dei partecipanti», ha una «forza immensa». «E se qualcuno pensa che l'organizzazione o le forze armate a nostra disposizione non siano sufficienti — continua Ahmadinejad sussurrando monotono — ebbene si sbaglia, poiché la logica comune non si applica a movimenti come questo, sostenuti dalla volontà e dalla misericordia divina». Se da un lato Ahmadinejad si dichiara certo del «sostegno di Dio», dall'altra chiede però ai presenti di fare il possibile per rafforzare il movimento: «Bisogna mobilitare tutti i potenziali intellettuali e manager per realizzare la legge e la giustizia dell'Islam e instaurare una società sul modello islamico nella nostra cara patria», dice, convinto come Yazdi che lo spirito della Repubblica Islamica in Iran si sia perso, e che prima di esportare la rivoluzione nel mondo si debba far pulizia in casa. Poi parla del popolo iraniano «che nel suo insieme non è malvagio» anche se «chi si basa su analisi e non su Dio non è certo un illuminato», e se «tutti quei giovani cresciuti in casa e a scuola non sanno niente dei grandi avvenimenti. Che noi, umani e maturi invece conosciamo». Discorsi che preludono a un golpe, come qualche commentatore iraniano su siti e forum sostiene?, chiediamo a Lévy. «Non saprei, difficile dirlo — risponde lui —. Ma di certo so che il regime è condannato. Se cercate in archivio gli articoli che il filosofo Michel Foucault scrisse proprio per il Corriere della Sera nel 1979, vedrete che dall'inizio delle proteste alla caduta dello Scià passò un anno. Ci volle del tempo allora, ce ne vorrà adesso. Ma alla fine accadrà».
Cecilia Zecchinelli
26 giugno 2009
Corriere.it
___________________
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
Ludwig von Drake- -------------
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Data d'iscrizione : 19.11.08
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