Antonin Artaud
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Antonin Artaud
EDIT: Un pensiero di Antonin Artaud:
"Tutta la scrittura è porcheria.
Le persone che escono dal vago per cercar di precisare una qualsiasi cosa di quel che succede nel loro pensiero, sono porci.
Tutta la razza dei letterati è porca, specialmente di questi tempi.
Tutti coloro che hanno punti di riferimento nello spirito, voglio dire in una certa parte della testa, in posti ben localizzati del cervello, che sono padroni della loro lingua, tutti coloro per i quali le parole hanno un senso, per i quali esistono altitudini nell'anima e correnti nel pensiero, che sono lo spirito dell'epoca e hanno dato un nome a quelle correnti di pensiero, penso alle loro precise bisogna, e a quello stridio d'automa che il loro spirito butta al vento,
- sono porci.
Coloro per i quali certe parole e certi modi d'essere hanno un senso, che sanno fare così bene i complimenti, coloro per i quali i sentimenti hanno classi e discutono su un qualunque grado delle loro esilaranti classificazioni, coloro che credono ancora a dei «termini», che agitano ideologie affermate nell'epoca, coloro le cui mogli parlano cosìbene, e le mogli stesse che parlano così bene e parlano delle correnti dell'epoca, coloro che credono ancora a un orientamento dello spirito, che seguono vie, sbandierano nomi, fanno gridare le pagine dei libri,
- quelli sono i porci peggiori.
Lei parla a vanvera, giovanotto!
No, penso a dei critici con la barba.
E ve l'ho già detto: niente opere, niente lingua, niente parola, niente spirito, niente.
Niente, se non un bel Pesa-Nervi.
Una sorta di stazione eretta e incomprensibile in mezzo a tutto nello spirito.
E non sperate che dia un nome a questo tutto, vi dica in quante parti si divida, che peso abbia, che mi dia da fare, mi metta a discutere, e, discutendo, mi perda e così senza saperlo mi metta a PENSARE, - e che questo tutto s'illumini, viva, si orni d'una moltitudine di parole, tutte ben lustrate di senso, diverse, e capaci di metter ben in luce tutti gli atteggiamenti, le sfumature d'un sensibilissimo e penetrante pensiero.
Ah, questi stati a cui non si dà mai un nome, queste eminenti situazioni dell'anima, ah, questi intervalli di spirito, ah, questi minuscoli colpi a vuoto che sono il pane quotidiano delle mie ore, ah, questa moltitudine formicolante di dati, - sono sempre le medesime parole a servirmi e non do proprio l'impressione di muovermi molto nel mio pensiero, ma in verità mi muovo più di voi, barbe d'asini, porci pertinenti, maestri del falso verbo, scarabocchiatori, feuilletonistes, pianoterra, pascolatori, entomologi, piaga della mia lingua.
Ve l'ho già detto che non ho più la mia lingua, e non è una ragione perché perseveriate, vi ostiniate nella lingua.
Ma via! sarò capito tra dieci anni dalle persone che faranno quel che fate voi oggi. Allora si conosceranno i miei geysers, si scorgeranno i miei ghiacci, si sarà imparato a denaturare i miei veleni, si scopriranno i miei giochi d'anime.
Allora tutti i miei capelli, le mie vene mentali, saranno colati nella calce, allora si percepirà il mio bestiario, e la mia mistica sarà diventata un cappello. Allora si vedranno fumare le giunture delle pietre, e arborescenti mazzi d'occhi mentali si cristallizzeranno in glossari, allora si vedranno cadere aeroliti di pietra, allora si vedranno corde, si capirà la geometria senza spazi e s'imparerà che cos'è la configurazione dello spirito, e si capirà come io ho perduto lo spirito.
Allora si capirà perché il mio spirito non è lì, allora si vedranno tutte le lingue inaridire, tutti gli spiriti disseccarsi, tutte le lingue indurirsi, le figure umane s'appiattiranno, si sgonfieranno, come aspirate da ventose disseccanti, e quella lubreficante membrana continuerà a galleggiare nell'aria, quella membrana lubreficante e caustica, quella membrana a doppio spessore, dai molteplici gradi, con un infinito di crepe, quella malinconica e vitrea membrana, ma così sensibile, così pertinente, così capace di moltiplicarsi, sdoppiarsi, rivoltarsi con luccichii di crepe, di sensi, di stupefacenti, di irrigazioni penetranti e velenose.
allora tutto questo sarà trovato giusto,
e non avrò più bisogno di parlare."
"Tutta la scrittura è porcheria.
Le persone che escono dal vago per cercar di precisare una qualsiasi cosa di quel che succede nel loro pensiero, sono porci.
Tutta la razza dei letterati è porca, specialmente di questi tempi.
Tutti coloro che hanno punti di riferimento nello spirito, voglio dire in una certa parte della testa, in posti ben localizzati del cervello, che sono padroni della loro lingua, tutti coloro per i quali le parole hanno un senso, per i quali esistono altitudini nell'anima e correnti nel pensiero, che sono lo spirito dell'epoca e hanno dato un nome a quelle correnti di pensiero, penso alle loro precise bisogna, e a quello stridio d'automa che il loro spirito butta al vento,
- sono porci.
Coloro per i quali certe parole e certi modi d'essere hanno un senso, che sanno fare così bene i complimenti, coloro per i quali i sentimenti hanno classi e discutono su un qualunque grado delle loro esilaranti classificazioni, coloro che credono ancora a dei «termini», che agitano ideologie affermate nell'epoca, coloro le cui mogli parlano cosìbene, e le mogli stesse che parlano così bene e parlano delle correnti dell'epoca, coloro che credono ancora a un orientamento dello spirito, che seguono vie, sbandierano nomi, fanno gridare le pagine dei libri,
- quelli sono i porci peggiori.
Lei parla a vanvera, giovanotto!
No, penso a dei critici con la barba.
E ve l'ho già detto: niente opere, niente lingua, niente parola, niente spirito, niente.
Niente, se non un bel Pesa-Nervi.
Una sorta di stazione eretta e incomprensibile in mezzo a tutto nello spirito.
E non sperate che dia un nome a questo tutto, vi dica in quante parti si divida, che peso abbia, che mi dia da fare, mi metta a discutere, e, discutendo, mi perda e così senza saperlo mi metta a PENSARE, - e che questo tutto s'illumini, viva, si orni d'una moltitudine di parole, tutte ben lustrate di senso, diverse, e capaci di metter ben in luce tutti gli atteggiamenti, le sfumature d'un sensibilissimo e penetrante pensiero.
Ah, questi stati a cui non si dà mai un nome, queste eminenti situazioni dell'anima, ah, questi intervalli di spirito, ah, questi minuscoli colpi a vuoto che sono il pane quotidiano delle mie ore, ah, questa moltitudine formicolante di dati, - sono sempre le medesime parole a servirmi e non do proprio l'impressione di muovermi molto nel mio pensiero, ma in verità mi muovo più di voi, barbe d'asini, porci pertinenti, maestri del falso verbo, scarabocchiatori, feuilletonistes, pianoterra, pascolatori, entomologi, piaga della mia lingua.
Ve l'ho già detto che non ho più la mia lingua, e non è una ragione perché perseveriate, vi ostiniate nella lingua.
Ma via! sarò capito tra dieci anni dalle persone che faranno quel che fate voi oggi. Allora si conosceranno i miei geysers, si scorgeranno i miei ghiacci, si sarà imparato a denaturare i miei veleni, si scopriranno i miei giochi d'anime.
Allora tutti i miei capelli, le mie vene mentali, saranno colati nella calce, allora si percepirà il mio bestiario, e la mia mistica sarà diventata un cappello. Allora si vedranno fumare le giunture delle pietre, e arborescenti mazzi d'occhi mentali si cristallizzeranno in glossari, allora si vedranno cadere aeroliti di pietra, allora si vedranno corde, si capirà la geometria senza spazi e s'imparerà che cos'è la configurazione dello spirito, e si capirà come io ho perduto lo spirito.
Allora si capirà perché il mio spirito non è lì, allora si vedranno tutte le lingue inaridire, tutti gli spiriti disseccarsi, tutte le lingue indurirsi, le figure umane s'appiattiranno, si sgonfieranno, come aspirate da ventose disseccanti, e quella lubreficante membrana continuerà a galleggiare nell'aria, quella membrana lubreficante e caustica, quella membrana a doppio spessore, dai molteplici gradi, con un infinito di crepe, quella malinconica e vitrea membrana, ma così sensibile, così pertinente, così capace di moltiplicarsi, sdoppiarsi, rivoltarsi con luccichii di crepe, di sensi, di stupefacenti, di irrigazioni penetranti e velenose.
allora tutto questo sarà trovato giusto,
e non avrò più bisogno di parlare."
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Re: Antonin Artaud
Il rosso non è mio eh..
però ho capito niente istess..
delfi68- -------------
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Re: Antonin Artaud
l'idea di Artaud sul teatro è l'azione diretta sullo spettatore coinvolto con gli attori in una esperienza diretta, angosciante, vera e reale, teatro di vita.
La scrittura forse non era così diretta e non raggiungeva lo scopo che il maestro voleva raggiungere.
La scrittura forse non era così diretta e non raggiungeva lo scopo che il maestro voleva raggiungere.
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dando venghi ? cosa ? Da Rebbibbia ? Da Reggina Celi ? No da Roma. Allora Venghi dalla Libertà !
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Re: Antonin Artaud
Sì assolutamento Loonar, non ho messo le virgolette allo scritto, mi sembrava palese che fosse di Artaud.
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Re: Antonin Artaud
palese per chi lo conosceAri_ ha scritto:Sì assolutamento Loonar, non ho messo le virgolette allo scritto, mi sembrava palese che fosse di Artaud.
per gli altri poteva essere una tua considerazione di base da cui partire per parlare di Artaud.
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Re: Antonin Artaud
Infatti mi scuso per la svista e la mancata informazione.
Provvedo a supplire all'istante la mia mancanza.
Il passo è tratto da " Al paese dei Tarahumara e altri scritti", A. Artaud.
Provvedo a supplire all'istante la mia mancanza.
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Re: Antonin Artaud
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Re: Antonin Artaud
“L’uomo è malato perché è mal fatto.Bisogna decidersi a metterlo a nudo per raschiargli via quell’animale culo che gli prude mortalmente, dio e con dio ,i suoi organi.
E legatemi se volete,ma non c’è nulla di più inutile di un organo
.Quando gli avrete fatto un corpo senza organi,lo avrete allora liberato da tutti i suoi automatismi e reso alla sua autentica libertà.
Allora gli insegnerete di nuovo a danzare all’inverso come nel delirio delle baleree l’inverso sarà il suo autentico luogo.”
Chissà che intedeva esprimere
E legatemi se volete,ma non c’è nulla di più inutile di un organo
.Quando gli avrete fatto un corpo senza organi,lo avrete allora liberato da tutti i suoi automatismi e reso alla sua autentica libertà.
Allora gli insegnerete di nuovo a danzare all’inverso come nel delirio delle baleree l’inverso sarà il suo autentico luogo.”
Chissà che intedeva esprimere
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Re: Antonin Artaud
silvio ha scritto:“L’uomo è malato perché è mal fatto.Bisogna decidersi a metterlo a nudo per raschiargli via quell’animale culo che gli prude mortalmente, dio e con dio ,i suoi organi.
E legatemi se volete,ma non c’è nulla di più inutile di un organo
.Quando gli avrete fatto un corpo senza organi,lo avrete allora liberato da tutti i suoi automatismi e reso alla sua autentica libertà.
Allora gli insegnerete di nuovo a danzare all’inverso come nel delirio delle baleree l’inverso sarà il suo autentico luogo.”
Chissà che intedeva esprimere
Ari! Vabbene l'incumunicabilità dell'incomunicabile comunicabile ( ) ma mica per caso sai di cosa diavolo parlava?
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se non insegnerai nella mia scuola, io non penserò nella tua chiesa
Re: Antonin Artaud
Credo che di fondo ci sia il ritorno ad un espressività corporea che supera la parola scritta, nel teatro cerca un coinvolgimento emotivo reale.
da PensieriParoleEcco l'angoscia umana in cui lo spettatore dovrà trovarsi uscendo dal nostro teatro. Egli sarà scosso e sconvolto dal dinamismo interno dello spettacolo che si svolgerà sotto i suoi occhi. E tale dinamismo sarà in diretta relazione con le angosce e le preoccupazioni di tutta la sua vita. Tale è la fatalità che noi evochiamo, e lo spettacolo sarà questa stessa fatalità. L'illusione che cerchiamo di suscitare non si fonderà sulla maggiore o minore verosimiglianza dell'azione, ma sulla forza comunicativa e la realtà di questa azione. Ogni spettacolo diventerà in questo modo una sorta di avvenimento. Bisogna che lo spettatore abbia la sensazione che davanti a lui si rappresenta una scena della sua stessa esistenza, una scena veramente capitale. Chiediamo insomma al nostro pubblico un'adesione intima e profonda. La discrezione non fa per noi. Ad ogni allestimento di spettacolo è per noi in gioco una partita grave. Se non saremo decisi a portare fino alle ultime conseguenze i nostri principi, penseremo che non varrà la pena di giocare la partita. Lo spettatore che viene da noi saprà di venire a sottoporsi ad una vera e propria operazione, dove non solo è in gioco il suo spirito, ma i suoi sensi e la sua carne. Se non fossimo persuasi di colpirlo il più gravemente possibile, ci riterremmo impari al nostro compito più assoluto.
Egli deve essere ben convinto che siamo capaci di farlo gridare.
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Re: Antonin Artaud
Le Théâtre et son double, 1938
Il pubblico, anche se ritiene vero ciò che è falso, ha il senso del vero e risponde sempre quando glielo si presenta. Oggi però non è più sulla scena che dobbiamo cercare il vero, ma per strada.
Se la folla si è abituata ad andare a teatro; se tutti siamo arrivati a considerare il teatro un’arte inferiore, un mezzo volgare di distrazione, e a servircene come sfogo per i nostri istinti peggiori, ciò accade perché ci hanno troppo spesso ripetuto che era teatro, cioè menzogna e illusione.
È essenziale porre fine alla soggiogazione del teatro al testo, e ristabilire la nozione di un tipo unico di linguaggio, a metà strada tra gesto e pensiero.
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Re: Antonin Artaud
E' la sua rivolta contro l'assoggettamento al giudizio.Il Distruttore Hara ha scritto:silvio ha scritto:“L’uomo è malato perché è mal fatto.Bisogna decidersi a metterlo a nudo per raschiargli via quell’animale culo che gli prude mortalmente, dio e con dio ,i suoi organi.
E legatemi se volete,ma non c’è nulla di più inutile di un organo
.Quando gli avrete fatto un corpo senza organi,lo avrete allora liberato da tutti i suoi automatismi e reso alla sua autentica libertà.
Allora gli insegnerete di nuovo a danzare all’inverso come nel delirio delle baleree l’inverso sarà il suo autentico luogo.”
Chissà che intedeva esprimere
Ari! Vabbene l'incumunicabilità dell'incomunicabile comunicabile ( ) ma mica per caso sai di cosa diavolo parlava?
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Re: Antonin Artaud
In Artaud c'è un atteggiamento dissacratorio contro il linguaggio incapace di esprimere l'interiorità dell'essere umano, ma onestamente non ho capito se in lui vi fosse una visione mistica e spirituale dell'essenza umana.
Non ho capito nemmeno bene la funzione del corpo, visto come un geroglifico vivente, so che rimase affascinato dal teatro Balinese.
In tutti i casi è stato un personaggio chiave del 900, almeno nel teatro, come Stanislavskij, chi non ha mai sentito parlare del suo metodo, anche Brecht ha avuto un grande ruolo.
Il novecento è stato veramente un secolo pieno di idee, non basterebbe un vita per esplorarlo.
Non ho capito nemmeno bene la funzione del corpo, visto come un geroglifico vivente, so che rimase affascinato dal teatro Balinese.
In tutti i casi è stato un personaggio chiave del 900, almeno nel teatro, come Stanislavskij, chi non ha mai sentito parlare del suo metodo, anche Brecht ha avuto un grande ruolo.
Il novecento è stato veramente un secolo pieno di idee, non basterebbe un vita per esplorarlo.
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Re: Antonin Artaud
Prova a immedesimare il corpo e la sua gestualità come scrittura (altra), segno: è un corpo che si fa mente, non v'è mente che governa un corpo.Silvio ha scritto:Non ho capito nemmeno bene la funzione del corpo, visto come un geroglifico vivente
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Re: Antonin Artaud
Si deve essere qualcosa del genereAri_ ha scritto:Prova a immedesimare il corpo e la sua gestualità come scrittura (altra), segno: è un corpo che si fa mente, non v'è mente che governa un corpo.Silvio ha scritto:Non ho capito nemmeno bene la funzione del corpo, visto come un geroglifico vivente
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Re: Antonin Artaud
Non un logos che si fa carne, ma carne che si fa logos.
È il rovesciamento totale, ma propriamente non essendoci alcun logos, il corpo è mimo del vuoto, è segno di nulla.
È il rovesciamento totale, ma propriamente non essendoci alcun logos, il corpo è mimo del vuoto, è segno di nulla.
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Re: Antonin Artaud
Si un materialismo infondo, il corpo che si libera del giudizio di dio, diviene lui stesso espressione artistica.
Però non so se lo considerasse vuoto, semmai qualcosa di più profondo.
Non centra ma riporto un suo pensiero
“Sono io (non Gesù Cristo) a esser stato crocifisso sul Golgota, e lo sono stato per il solo fatto di essermi ribellato contro dio e il suo cristo, perché io sono un uomo e dio e il suo cristo non sono che idee che recano lo sporco contrassegno della mano dell'uomo”
Però non so se lo considerasse vuoto, semmai qualcosa di più profondo.
Non centra ma riporto un suo pensiero
“Sono io (non Gesù Cristo) a esser stato crocifisso sul Golgota, e lo sono stato per il solo fatto di essermi ribellato contro dio e il suo cristo, perché io sono un uomo e dio e il suo cristo non sono che idee che recano lo sporco contrassegno della mano dell'uomo”
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Re: Antonin Artaud
Sono d'accordissimo, una pienezza di vuoto.Silvio ha scritto:Però non so se lo considerasse vuoto, semmai qualcosa di più profondo.
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Re: Antonin Artaud
molto taoista questa cosaAri_ ha scritto:Sono d'accordissimo, una pienezza di vuoto.Silvio ha scritto:Però non so se lo considerasse vuoto, semmai qualcosa di più profondo.
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Re: Antonin Artaud
L'intera filosofia di Artaud è intonata al tao.
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Re: Antonin Artaud
Mi pare sarebbe il caso di mandargli un accordatore.Ari_ ha scritto:L'intera filosofia di Artaud è intonata al tao.
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Re: Antonin Artaud
Sì lo so Rasputin che la civiltà tonale - orientale (si) esprime (in) un senso diverso dalla civiltà alfabetica - occidentale. La tua posizione a riguardo mi è chiara, ti ringrazio in ogni caso per la tua premura nel ribadirmelo.
A proposito, in merito ai verdi e ai rossi seguendo il pensiero di Artaud non crediate che il verde, ovvero l'approvazione altrui che ci fa sentire così gratificati alimentando in soddisfazione la nostra fame egoica, si sottragga alla logica della colpa* e ci emancipi dalle diverse forme in cui la secolarizzazione del "giudizio di dio" si espleta e che non sia un tentativo assoggettivante la nostra libertà. Fa analisi, a modo suo, molto interessanti su questo Artaud.
Così inserisco una nota per Delfi68, rosso o verde per me non fa differenza, dar credito a apprezzamento o disapprezzamento è rimaner schiavi al giudizio degli altri e mirano a creare il senso di inadeguatezza: il rosso conclamandolo, il verde creando aspettative future.
* Per inciso qui in occidente discendiamo da due grandi tradizioni della colpa, tant'è che a livello antropoligico possiamo leggerci secondo essa. La tradizione ebraico-giudaica acuitasi pei nel cristianesimo, da un lato e la tradizione di matrice anassimandrea che nella separazione elementale dall'archè rende il nostro tempo un dover riparare la colpa di questo strappo dall'origine.
A proposito, in merito ai verdi e ai rossi seguendo il pensiero di Artaud non crediate che il verde, ovvero l'approvazione altrui che ci fa sentire così gratificati alimentando in soddisfazione la nostra fame egoica, si sottragga alla logica della colpa* e ci emancipi dalle diverse forme in cui la secolarizzazione del "giudizio di dio" si espleta e che non sia un tentativo assoggettivante la nostra libertà. Fa analisi, a modo suo, molto interessanti su questo Artaud.
Così inserisco una nota per Delfi68, rosso o verde per me non fa differenza, dar credito a apprezzamento o disapprezzamento è rimaner schiavi al giudizio degli altri e mirano a creare il senso di inadeguatezza: il rosso conclamandolo, il verde creando aspettative future.
* Per inciso qui in occidente discendiamo da due grandi tradizioni della colpa, tant'è che a livello antropoligico possiamo leggerci secondo essa. La tradizione ebraico-giudaica acuitasi pei nel cristianesimo, da un lato e la tradizione di matrice anassimandrea che nella separazione elementale dall'archè rende il nostro tempo un dover riparare la colpa di questo strappo dall'origine.
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Re: Antonin Artaud
Io non concordo (modestissimamente parlando, siamo su livelli molto diversi) con il pensiero di artaud.
lo sono "anche" per l'evidente contraddizione in cui il grande artista francese è costretto a cadere, SCRIVENDO contro la scrittura. ma soprattutto dissento per motivi meno formali.
la scrittura ha le spalle piuttosto robuste quanto a metodo di comunicazione, spalle che si sono forgiate nei millenni. questo non deve autorizzare in alcun modo a proporre una egemonia della scrittura su ciò che assieme ad essa crea quello che chiamiamo "spettacolo" (noi non viviamo ai tempi di artaud e non possiamo capire quanto magari la scrittura pesasse allora in questo senso e quindi quanto l'artista avesse ritenuto necessario questa sua presa di posizione).
ma ciò non toglie che la scrittura ci ponga in relazione gli uni con gli altri, oggettivamente, in concreto, anche se in mille modi possibili. questa a mio avviso è una qualità che difficilmente si può negare alla scrittura.
quanto ad artaud, il tempo gli ha dato ragione nel senso che oggi qualsiasi spettacolo cerca una moltitudine di approcci e di stimoli, non si affida ciecamente alla ricostruzione drammatica di un testo e quando lo fa fallisce miseramente.
il tempo però gli ha dato torto perché la sua concezione di "teatro assoluto" ha sempre fallito il suo obbiettivo. non c'è stata quella "evoluzione rituale" in grado di portare lo spettatore sullo stesso piano degli artisti.
se volete la cosa si sta riproponendo adesso con l'epopea dei "film-documentario" e "gira da te il tuo film", cose con cui artaud sarebbe stato d'accordo e con cui invece, molto più modestamente, sono in pieno disaccordo io.
la mia personale opinione è che l'uomo ami ancora sentirsi raccontare delle storie. lo so è molto banale ma è la netta sensazione che ho da quando mi occupo di arte.
e perché succeda questo devono sussistere due elementi:
1. una storia.
2. un narratore.
se il narratore sei tu la storia la conosci già. non è più spettacolo.
ps
a. ho editato per rendere più chiaro che si tratta di una citazione.
b. ho messo un verde per bilanciare l'incomprensibile rosso. Postare un pensiero per poterlo commentare può essere di per sé negativo? (escludo eccezioni talmente terra-terra che...) Proprio non capisco questo atteggiamento, ma kiss (enefrega).
lo sono "anche" per l'evidente contraddizione in cui il grande artista francese è costretto a cadere, SCRIVENDO contro la scrittura. ma soprattutto dissento per motivi meno formali.
la scrittura ha le spalle piuttosto robuste quanto a metodo di comunicazione, spalle che si sono forgiate nei millenni. questo non deve autorizzare in alcun modo a proporre una egemonia della scrittura su ciò che assieme ad essa crea quello che chiamiamo "spettacolo" (noi non viviamo ai tempi di artaud e non possiamo capire quanto magari la scrittura pesasse allora in questo senso e quindi quanto l'artista avesse ritenuto necessario questa sua presa di posizione).
ma ciò non toglie che la scrittura ci ponga in relazione gli uni con gli altri, oggettivamente, in concreto, anche se in mille modi possibili. questa a mio avviso è una qualità che difficilmente si può negare alla scrittura.
quanto ad artaud, il tempo gli ha dato ragione nel senso che oggi qualsiasi spettacolo cerca una moltitudine di approcci e di stimoli, non si affida ciecamente alla ricostruzione drammatica di un testo e quando lo fa fallisce miseramente.
il tempo però gli ha dato torto perché la sua concezione di "teatro assoluto" ha sempre fallito il suo obbiettivo. non c'è stata quella "evoluzione rituale" in grado di portare lo spettatore sullo stesso piano degli artisti.
se volete la cosa si sta riproponendo adesso con l'epopea dei "film-documentario" e "gira da te il tuo film", cose con cui artaud sarebbe stato d'accordo e con cui invece, molto più modestamente, sono in pieno disaccordo io.
la mia personale opinione è che l'uomo ami ancora sentirsi raccontare delle storie. lo so è molto banale ma è la netta sensazione che ho da quando mi occupo di arte.
e perché succeda questo devono sussistere due elementi:
1. una storia.
2. un narratore.
se il narratore sei tu la storia la conosci già. non è più spettacolo.
ps
a. ho editato per rendere più chiaro che si tratta di una citazione.
b. ho messo un verde per bilanciare l'incomprensibile rosso. Postare un pensiero per poterlo commentare può essere di per sé negativo? (escludo eccezioni talmente terra-terra che...) Proprio non capisco questo atteggiamento, ma kiss (enefrega).
___________________
fine.
alberto- -----------
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SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 26.12.10
Re: Antonin Artaud
Io lo considero un esperimento, la cui praticabilità può solo ed esclusivamente acquisire una valenza esplorativa per territori inesplorati a livello esistenziale (Su quanto ciò possa avere un impatto a livello sociale dipende da un tot di fattori). Un laboratorio esistenziale lo definirei, sebbene Artaud lo intese e pretese profondamente come lotta, rivolta e trasgressione al/ai sistemi/i, come tentativo di sottrarsi e ritagliarsi alla manipolazione operata dai poteri dominanti ( e qui si aprirebbe la contestualizzazione biografica in cui si innesta in maniera esemplare e radicale - penso ne sia l'apoteosi - in Artaud il nesso vita/pensiero).Alberto ha scritto:Io non concordo (modestissimamente parlando, siamo su livelli molto diversi) con il pensiero di artaud.
Intanto ti ringrazio per lo sviluppo e l'editazione, sugli altri punti interessantissimi - per i miei canoni s'intende - che hai toccato ci torno.
kiss, senza enefrega.
___________________
"Gli dèi sono morti, ma sono morti dal ridere, quando hanno sentito dire che un dio diceva di essere l’unico" G. Deleuze
Ari_- -------------
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